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Racconti erotici sull'Incesto

Un profumo per regalo

By 13 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Si avvicinava il giorno del compleanno di mio fratello e ancora non sapevo cosa regalargli.

Mi recai nel negozio di un’amica di mia madre, S., nel quale avrei trovato sicuramente qualcosa di adatto. Entrai nel negozio e rimasi senza fiato nel vedere S.: indossava un vestito a fiori che le arrivava a mezza coscia, ma, soprattutto, grazie alla generosa scollatura, lasciava intravedere una buona parte della sua terza abbondante. Mi ripresi a fatica dalla visione e, dopo i saluti di rito, le spiegai il motivo della mia visita e chiestole consiglio decisi di optare per un profumo o un dopobarba.

Le chiesi di poter vedere una confezione con tutti e due i prodotti che stava in una vetrinetta chiusa posta sotto il bancone delle riviste. Prese le chiavi da un cassetto e si chinò per aprirla, e facendo ciò, potei ammirare le sue stupende cosce, e rimasi folgorato dalle sue tette rinchiuse in un minuscolo reggiseno che le ricopriva a malapena fino ai capezzoli. La sua faccia era all’altezza del mio cazzo che nel frattempo stava raggiungendo dimensioni considerevoli, ma per fortuna lei era intenta a mostrarmi le varie confezioni di profumi e non sembrava accorgersi di quel che accadeva in direzione del cavallo dei miei pantaloni.

Sforzandomi di non saltarle addosso, strapparle l’abito di dosso e violentarla sul pavimento del negozio, scelsi una confezione che conteneva un buon profumo e una bella bottiglietta di dopobarba e le chiesi di farmi una bella confezione regalo.

Lei mi chiese se potevo aspettare un paio di minuti perché doveva andare in bagno e se davo uno sguardo al negozio per qualche cliente che dovesse entrare in quei momenti.

Aprì la porta che separava il negozio dal piano inferiore dell’abitazione e si diresse in bagno.

Appena la vidi chiudere la porta, mi precipitai all’entrata del negozio, chiusi a chiave e appesi il cartello “torno subito” sulla porta e, cercando di non far rumore arrivai alla porta del bagno e mi chinai giusto in tempo per vedere S. che, di spalle, si alzava il largo vestito fin sopra lo stomaco, mostrandomi il suo bel culo alto e sodo che aveva inghiottito le sue mutandine di pizzo bianco. A quella vista dovetti liberare il mio uccello dai pantaloni e dalle mutande e cominciai a smanettarlo, e quasi sborrai mentre, dopo essersi tolta le mutandine e averle gettate nel cesto della biancheria sporca, si girò faccia, o, per meglio dire, fica alla porta mostrandomi una fica pelosissima e castana, il che mi stupì non poco, visto che l’ho sempre conosciuta bionda.

Si sistemò sul bid&egrave e aprì l’acqua cominciando a lavarsi in mezzo alle cosce, soffermandosi tra le labbra della vagina strofinando il palmo della mano sul clitoride. Dopo un paio di minuti di eccitante spettacolo per i miei occhi, S. si rialzò, prese un paio di mutandine dalla cesta della biancheria pulita e se le infilò lentamente, sistemandosele sopra le chiappe, non prima di essersi strofinata un’ultima volta il clitoride super eccitato.

Mi precipitai nuovamente verso la porta del negozio, tolsi il cartello e riaprii la porta, giusto pochi istanti prima che S. rientrasse in negozio ringraziandomi per averglielo tenuto d’occhio.

Mi disse che mi avrebbe preparato subito il pacco regalo, al che io le chiesi se nel frattempo che mi confezionasse il regalo, potessi usufruire del bagno, mi rispose affermativamente.

Appena entrato in bagno mi diressi al cestino della biancheria sporca prendendo le mutandine che S. si era appena tolte, portandomele prima al naso per sentire il profumo della sua fica, poi, una volta liberato il cazzo, le avvolsi intorno ad esso finendo quella sega che mi portò ad una sborrata fenomenale che imbrattò le mutandine di S. che infilai nel cesto, sotto altra biancheria sporca.

Uscii dal bagno e mi diressi nuovamente dentro il negozio, pagai, presi il pacchetto e mi diressi verso la porta, quando, girando la maniglia, mi accorsi che era chiusa a chiave, io, pensando di aver dimenticato di riaprirla, subito pensai a che scusa potessi usare per giustificare quel fatto, invece mi girai e vidi S. venirmi incontro con mezzo vestito( la parte superiore) abbassato che metteva in mostra il piccolo reggiseno che teneva imprigionate due bocce fantastiche che subito vennero liberate ma che restarono su sfidando la legge di gravità, io, come paralizzato, non mi mossi finché S. non si avvicinò, mi abbasso i pantaloni e mi liberò il batacchio dalle mutande, gettandosi a capofitto a leccare, baciare e succhiare ora la cappella, ora l’asta per tutta la sua lunghezza, ora le palle, e , nonostante la sborrata di poco prima, il mio cazzo rispose subito a quelle sollecitazioni e cominciai a scoparle la bocca, alternando quel mega pompino con una superlativa spagnola tra le sue tette.

Era incredibile sentirsi il cazzo stretto da quelle mammelle allo stesso tempo sode ma soffici, tanto che stavo venendo con una nuova super sborrata, quando S. si fermò, si rialzò e mi fece inginocchiare dicendomi che ora era il mio turno di usare la lingua. Non mi feci pregare e finendo di spogliarmi e di spogliarla, prima ci baciammo con una foga pazzesca, intrecciando le nostre lingue e mordicchiandoci a turno le labbra, poi cominciai a leccarle il collo e lentamente scendevo sempre più giù tra i suoi gemiti e i suoi sospiri, le leccai i capezzoli mordicchiandoli, passando dal destro al sinistro e viceversa, senza mai staccare la mia lingua dalla sua pelle profumata.

Arrivai all’ombelico e, tra i suoi urletti di goduria, mi fermai poco sopra la sua figa, lei mi mise una mano sopra la testa e mi spinse più giù fino alle grandi labbra dove prontamente infilai la mia lingua scoprendo tutto il suo miele che stava già colando lungo le sue cosce.

Le leccai e succhiai il clitoride che sporgeva oscenamente e lei venne con un urlo disumano, io, non contento, la feci girare spalle a me, contemplai quel suo magnifico culo, le allargai le chiappe e le stuzzicai il forellino prima con la lingua, poi introducendo un dito nel suo stretto antro posteriore.

Mi sedetti in terra tra le sue cosce e ricominciai a leccarle la figa alternando nel suo culo ora il medio, ora il pollice, finch&egrave non le infilai due dita in culo e due in figa.

Poco prima che raggiungesse un nuovo orgasmo, mi fece togliere le dita dai suoi buchi e si chinò fino ad impalarsi sul mio cazzo, che non vedeva l’ora di violare quel caldo paradiso della sua figa. Andava su e giù prima alternando un andatura lenta con una decisamente più veloce che ci stava portando ad un nuovo feroce orgasmo, ma ancora una volta si fermò poco prima di venire, si alzò, giusto il necessario per sfilarsi il mio cazzo dalla figa, e, spostandosi un poco in avanti, si riabbassò lentamente sul mio obelisco, andando a forzare il suo buchino posteriore.

All’inizio provava molto dolore, ma continuò a scendere lentamente, finché la cappella del mio cazzo non riuscì a violarle il suo stretto anello, si fermò pochi secondi per riprendere fiato, poi si impalò di colpo urlando dal dolore, urla che di lì a poco si trasformarono in folle goduria.

Come se fossimo dei provetti contorsionisti, la feci girare senza estrarre il mio cazzo dalla sua tana posteriore, la posizionai alla pecorina e ora controllavo io il ritmo dell’inculata, uscendo completamente con il cazzo dal suo culo, per poi affondarlo completamente, fino alle palle, nelle sue budella, aiutandomi nelle spinte con le mani che stringevano saldamente quelle due bocce fantastiche.

S. ormai godeva di un orgasmo dietro l’altro, ed io, dopo venti minuti in cui stavo sodomizzando l’amica di mia madre, le riempii l’intestino di sperma e ricademmo per terra distrutti.

Mi girai per osservare S. che, sdraiata con la schiena a terra, con le gambe larghe e le ginocchia piegate, mi mostrava i suoi buchi, dai quali colava fuori tutta la mia sborra mista al suo succo vaginale.

Con lo sguardo salivo più su, fino all’altezza del suo petto, che, per via della posizione assunta da S., sembravano veramente due montagne che ad ogni suo respiro profondo sembrava si gonfiassero sempre più.

Quella vista fu troppo per il mio palo che cominciò a dare segni di risveglio, così decisi di salire a cavalcioni sul suo petto e presi a strofinare la punta del mio cazzo con i suoi capezzoli finché, ormai duro come il marmo, non lo posi tra le sue pere cominciando una fantastica spagnola che mi portò ad una ulteriore sborrata che per metà imbrattò le sue bocce, ed il resto finì nella sua calda e vogliosa bocca che inghiottì tutto.

S. era intenta a ripulire il mio cazzo con la sua lingua, quando si spalancò di colpo la porta che univa l’abitazione con il negozio ed entrò G. la figlia di S.

Cercai di nascondermi il pene con le mani più che potevo, mentre non capivo come mai S. non cercasse di coprirsi, finché non la sentii dire a G. che era ora che si fosse decisa a scendere, perché lei fino ad ora si era divertita moltissimo e, rivolgendosi a me, mi chiese se avessi potuto soddisfare anche G. come avevo fatto con lei.

Io guardai G.: alta come la madre, mora, due tette più grosse di quelle di S., almeno una quarta, ed un culo alto e sodo come la madre, ma più sporgente. Indossava un top strettissimo che mostrava la parte sottostante del seno e una minigonna che copriva a malapena l’incrocio tra due cosce incredibili.

Subito il mio cazzo ridivenne duro come il marmo e, dirigendomi verso G., cominciai a spogliarla con tanta foga che le strappai il top liberando le sue magnifiche tette che, come quelle di S., rimasero su da sole contribuendo a farmi indurire ancor di più il mio palo di carne, le tolsi la minigonna, le strappai le mutandine e la impalai con il mio cazzo all’istante scoprendo che era già abbondantemente lubrificata tanto &egrave vero che quasi subito raggiunse un orgasmo pari a quelli raggiunti da S. in precedenza.

La quale S. per non voler essere tralasciata si posizionò sotto di noi e cominciò a giocherellare con la lingua ora leccando le mie palle, ora leccando il buco del culo di G. che da par suo cominciava a stuzzicare i capezzoli della madre.

Dopo il terzo orgasmo di G., decisi di esplorare il suo retrobottega, quindi la feci girare e piegare a novanta gradi e le reinfilai il cazzo nella figa per lubrificarlo con i suoi umori e poi le poggiai la punta nel suo buchino facendo una leggera pressione che permise alla cappella di farsi strada fino a superare l’anello del suo buco. Dopo una pausa di assestamento, le infilai di colpo tutto il mio arnese fino alle palle e lei quasi svenne dal dolore ma grazie al lavoro di lingua di S. con il suo clitoride, G. si riprese subito cominciando a dettare lei il ritmo dell’inculata muovendosi avanti e indietro sempre più velocemente.

G. godeva come non mai, finché non raggiunse l’ennesimo orgasmo che le fece piegare le ginocchia, finendo sul pavimento con il mio cazzo ancora ben piantato in fondo alle budella.

Lo estrassi ancora bello duro e, facendo girare G. schiena a terra, mi posizionai sopra il suo petto andando ad infilare il mio cazzo tra quelle stupende montagne di carne, iniziando un feroce avanti e indietro che mi portò ad una nuova incredibile sborrata che impiastricciò le bocce di G. che mi ringraziò ripulendomi il cazzo con la lingua, mentre S. stava ripulendo la figlia dalla sborra sparsa sulle tette.

Ormai stremati da due ore di scopate pazzesche, ci riposammo stesi per terra finché S. e G. non cominciarono un sessantanove da urlo.

La madre, sdraiata per terra, leccava la fica della figlia e le infilava due dita nel culo, e la figlia ricambiava le leccate alla madre infilando tre dita nel culo materno. Era una scena che in poco tempo mi fece drizzare nuovamente la bestia e mi prodigai prima da un lato infilando il mio cazzo in tutti e tre i buchi disponibili ( culo e figa di S., bocca di G.), per poi passare dall’altra parte e fare lo stesso (culo e figa di G., bocca di S.).

Venimmo tutti e tre contemporaneamente e felici e contenti ci rivestimmo promettendoci di ripetere al più presto questa fantastica scopata, magari coinvolgendo anche un’altra amica di mia madre con la figlia.

Tra pochi giorni &egrave il compleanno di mio padre e stavo pensando di regalargli un profumo o un dopobarba…………………………..

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