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Racconti erotici sull'Incesto

Un segreto piccolo piccolo

By 22 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Un segreto piccolo piccolo

Mi chiamo Enrico, ho 18 anni ed ho perso letteralmente la testa per mia madre Mirella, una normalissima casalinga di 46 anni, capelli nerissimi, piuttosto in carne, con un marito sempre indaffarato e altri due figli più piccoli di me da accudire.
Credo che la mia ossessione abbia covato per anni, ma è dall’anno scorso che ho cominciato a spiare mia madre di nascosto, con un crescendo di morbosità. Le facevo delle foto sotto il tavolo, piazzavo una videocamera in bagno o in camera sua per sorprenderla quando si lavava o si cambiava. Insomma ho collezionato una gran quantità materiale piccante, trasferito in una cartella sul pc, con il quale stimolavo ed accompagnavo le mie masturbazioni quotidiane.
Nonostante mettessi molta cura per non farmi scoprire, c’è sempre qualche episodio nel quale il diavolo ci mette lo zampino. E così un pomeriggio che avevo lasciato il pc acceso allontanandomi solo qualche minuto, ho trovato mia madre che smanettava alla tastiera cercando le ricette che aveva scaricato il giorno prima, e che, rovistando tra le cartelle, si era imbattuta proprio su quella in cui avevo archiviato le immagini che la riguardavano.
‘Cazzo! che figura di merda!’, ho subito pensato, bloccandomi sulla porta mentre lei passava in rassegna tutte le foto porno che le avevo fatto.
Sono subito uscito di casa in punta di piedi per non incontrare il suo sguardo e schivare le sue reazioni. E per l’imbarazzo, quando sono rientrato a sera, sono andato diritto nella mia stanza, evitando di passare a salutarla in cucina.
Ma non passano due minuti che lei entra nella mia camera e mi dice cinguettando:
‘Ciao Rico, tutto ok?’
‘Ok!’, le rispondo subito evitando di guardarla in faccia.
‘Ti aspettavo perchè volevo parlarti ‘. tu non devi dirmi niente?’
Ecco, la legnata che aspettavo era lì, pronta ad abbattersi sulla mia testa. Rosso in volto, ho pensato che fosse preferibile liberarmi subito dal peso e, farfugliando, ho cominciato a scusarmi e a pregarla di non giudicarmi male:
‘Sì, mamma, sono cose che non si fanno, ma ti prego di credermi ‘.. ho perso la testa per te ‘. So che sei mia madre, ma che ci posso fare se tu mi piaci come donna?”
Mi aspetto che mi allunghi un ceffone, invece vedo che si avvicina e mi dice conciliante:
‘Ma come sei ingenuo! cosa credi? che non mi ero accorta di quello che facevi? ho solo voluto vedere fin dove ti fossi spinto’.’.
A quel punto si è seduta accanto a me e, accarezzandomi la testa, mi ha chiesto se avevo mai avuto dei rapporti con delle ragazze. La sua tenerezza mi ha rasserenato e mi ha anche dato la spinta a dichiararle spregiudicatamente la mia passione:
‘No, con le ragazze non ci so fare ‘. e poi non mi interessano’.. mi piaci tu, lo vuoi capire?’
Allora mamma sorridendomi incantata mi prende la mano, la passa sul suo viso, poi si accosta ancor di più e mi bacia sul collo, provocandomi un brivido irresistibile.
Francamente non sapevo bene cosa fare, ma intanto è stata lei a prendere l’iniziativa. Ha iniziato a spogliarsi, è rimasta in mutandine e reggiseno, poi mi ha sussurrato:
‘Rilassati piccolo, che mamma ti fa vedere come si fa’..’
Mi ha spogliato lei piano piano, mi ha leccato il petto, i capezzoli e l’ombelico, poi mi ha sfilato i pantaloni e i boxer ed ha cominciato a farmi un pompino favoloso, inghiottendo tutto il mio pene fino ai peli. Ho resistito non più di una ventina di secondi, poi le ho sborrato in bocca e lei ha ingoiato il mio seme con grande gusto.
A quel punto le ho detto di spogliarsi tutta, ma lei mi ha risposto che poteva bastare. Ho insistito con voce lamentosa:
‘Mamma ti prego, per favore non lasciarmi così. Ti prego, fammi vedere come sei fatta di sotto’.
‘Ma come? non ti sono bastate tutte le foto che mi hai fatto?’
‘Ma quella è un’altra cosa’. dal vivo è tutto diverso’.
Ha sbuffato leggermente, ma poi mi ha sorriso nuovamente ed ha cominciato a slacciarsi il reggiseno per poi sfilarsi le mutandine.
Mamma mia che spettacolo! Due meloni ancora sodi con due capezzoli puntuti, una fica pelosissima e anche tra le cosce tanto pelo. Non mi sono trattenuto dal chiederle subito:
‘Mamma, ma perchè non ti depili?’
‘A tuo padre piaccio così’. e a te, piaccio?’
‘Cazzo se mi piaci! A guardarti nuda sono ancora più eccitato!’
‘E, adesso che mi hai vista tutta nuda, cosa vorresti fare?’.
‘Mamma, voglio fare l’amore con te!…. per favore, solo questa volta, ti prego’. forse dopo mi sblocco ‘. ti prego, poi non ti chiederò altro’.
Lei mi appare un po’ sorpresa da quella richiesta così esplicita, ma anche preoccupata di non frustrarmi. Mi fa promettere di non dirlo mai a nessuno, nemmeno per scherzo:
‘Deve restare un segreto, mi raccomando!’
Naturalmente giuro che non mi tradirò e non la tradirò. Mi avvicino a lei e inizio a leccarle i grandissimi capezzoli bruni, poi scendo con la lingua fino ad arrivare a quella foresta di peli neri, le apro leggermente le labbra della vagina, è tutta bagnata, le infilo la lingua dentro e mi lancio a leccare come un forsennato. Poi mi tiro su e mi stendo su quel corpo meraviglioso, lei con la mano mi guida il cazzo dentro la sua fica.
Non avevo mai scopato con una donna, ma credo che difficilmente potrò provare le sensazioni indescrivibili di quel momento. Ci siamo messi a scopare come matti, la pistonavo con energia, affondavo il mio pene sempre più in fondo e lei esternava il suo godimento ansimando sempre più forte. Troppo bello per durare a lungo! Sento che l’eiaculazione si avvicina ed allora le chiedo con tono concitato:
‘Mamma, non resisto più ‘. che faccio, esco?’
Lei mi tiene stretto a sé per le natiche e mi risponde sicura:
‘No, stai dove sei e lasciati andare’. non dovrebbe succedere niente, in questi giorni’.
Allora aumento il ritmo e le esplodo dentro la pancia quattro-cinque abbondanti schizzi di sborra. Restiamo attaccati l’uno all’altra per qualche minuto, poi lei mi bacia sulla bocca e mi dice:
‘Ora devo andare, tuo padre non tarderà. Non dimenticare la promessa che mi hai fatto. Solo per questa volta, ok?’
Si alza e se ne va nella sua camera, io rimango un po’ stordito per l’inatteso, incredibile evento. Non riuscivo ancora a capire bene se l’aveva fatto per farmi contento e per fare punto a capo, o se era stata spinta dal piacere di un’esperienza per lei nuova e intrigante.
Nei giorni successivi tutto sembra tornato alla routine normale. Non che la mia ossessione fosse evaporata, ma avevo fatto una promessa e non me la sentivo di riaprire nessun discorso con mia madre.
Dopo una ventina di giorni, mia madre mi chiama in camera sua:
‘Enrico, chiudi la porta che ti devo parlare”.
Il suo volto compunto e la sua voce seria mi fanno preoccupare.
‘Mi sa che sono rimasta incinta’. ho ritardo, ed ho fatto il test: positivo!’.
Resto a bocca aperta per qualche secondo, poi deglutisco e le rispondo:
‘Mamma, ma come può essere? Mica può essere colpa mia!’
‘E invece mi sa che è proprio colpa tua!’. colpa tua, oddio, colpa nostra!…. ma non ti preoccupare, non dirò mai a nessuno che questo figlio è il frutto di quella bella scopata’.’
Balbettando accenno ad una domanda:
‘Ma non puoi vedere di ‘.’
Mi risponde nettissima:
‘Non voglio vedere niente. Io sono contraria all’aborto. Tu dovrai accoglierlo come un fratello e come un figlio. Ma lo sapremo solo noi, sarà il nostro piccolo segreto’.
E chiamalo piccolo! Avevo chiavato mia madre e l’avevo ingravidata. All’improvviso mi si dischiudeva un mondo che non immaginavo minimamente di vivere. Ero disorientato, ma anche consapevole che indietro non potevo più tornare.
Da quel giorno sono passati tre mesi in cui non ho fatto più niente con mia madre, anche se, quando talvolta ci siamo ritrovati soli nel corridoio, lei mi ha preso la mano e l’ha adagiata dolcemente sulla sua pancia.
Una cosa emozionante e arrapante al tempo stesso, che mi ha riacceso la passione a forza repressa. Ora sento che mia madre mi appartiene ancora di più e vorrei tanto far l’amore con lei. Anche perché ora, con il pancione che cresce e con le mammelle che si dilatano, mi attizza ancora di più.
Non so che fare. Un dubbio mi tormenta: è vero che le avevo fatto una promessa (‘solo questa volta’), ma dopo quello che è successo, vale ancora?

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