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UNA NUOVA FAMIGLIA – CAPITOLO V – FINALMENTE MAMMA

By 1 Marzo 2023No Comments

La notte trascorse serena anche se il risveglio fu molto difficile. Avevo dolore ai fianchi e alla passerina. L’avevo maltrattata un po’, d’altronde, era plausibile. Guardai il lettino di Vale e lei era ancora lì, accucciata come una bimba. Povero tesoro, se avesse saputo quanto era stata cattiva la sua sorellina con il suo fratellino. Certo non me l’avrebbe mai perdonata. Diedi una pedata al lenzuolo e cercai, trovandola a fatica, la voglia di alzarmi. Indossai la maglietta, le ciabatte e mi diressi in bagno. Poco dopo la classica “famiglia del mulino bianco” era riunita per la colazione. Francesco non mi degnava di uno sguardo e litigava amorevolmente con Vale. Mamma smanettava tra i fornelli e il lavello e Mario, inforcati gli occhiali, che gli donavano un’aria mestamente intellettuale, sfogliava il settimanale preferito. Nulla lasciava presagire cosa sarebbe accaduto da lì a pochi giorni. Vale guardò l’orologio a muro ed esclamò: – Vany ma hai visto che ore sono? Non vorrai farmi far tardi anche oggi vero? – Mi ingozzai frettolosamente, bevvi il mio bicchierone di latte, pulii, con poca educazione, il rivoletto agli angoli della bocca con il dorso della mano e scappai fuori, raggiungendo Vale sul motorino e saltando in sella dietro di lei. Partimmo! Appena fuori da sguardi indiscreti l’abbracciai da dietro sfiorandole come al solito il seno. Con la più tosta delle facce le dissi:
– Buongiorno tesoro, dormito bene stanotte? – e lei,
– Sì piccola, benissimo, e tu? –
– Come un ghiro – mentii spudoratamente – Vale, che dici andiamo a fare un giro a Scoglitti invece di andare a scuola? –
– Mi dispiace tesoro, ho il compito d’Italiano oggi e non posso dare buca, mi serve per riparare il precedente che non è andato benissimo, e poi Filippo mi ha detto che deve parlarmi a ricreazione… –
Misi un broncetto da bimba delusa e mi dissi tra me e me – Vedi Vany? La giustizia divina fa il suo corso. – era la giusta anche se inconsapevole punizione del mio tradimento della notte precedente. Arrivammo a scuola e ci separammo dandoci un bacino veloce sulle guance. La vidi entrare nel portone della scuola ma io mi fermai. Non mi andava proprio quel giorno di andare a scuola. M’incamminai così verso casa, tanto sarei stata sola, erano tutti al lavoro. Mi convinsi che era una buona occasione per recuperare il sonno perduto. A passi lenti arrivai a casa, aprii la porta e mi diressi al frigo dove, presa una bottiglia di the freddo ne tracannai un paio di sorsi. Riposi la bottiglia e chiusi il frigo, quindi salii in camera per esaudire il mio desiderio di una bella mattinata di sonno indisturbato. Ma la mia sorpresa fu grande quando sentii distintamente la voce di mamma provenire dalla sua camera. mi avvicinai e capii che stava parlando al telefono con la sua più cara amica Silvia.
– Capisci Silvia? Sono sconvolta e combattuta, non so come comportarmi, e la cosa più grave è che ho provato uno strano piacere nel sentire quei fiotti caldi arrivarmi addosso. Ero spaventata ed eccitata al punto che subito dopo ho dovuti toccarmi in silenzio per appagarmi. –
Cazzo!!! Mamma era sveglia stanotte, aveva sentito tutto e… LE ERA PIACIUTO!!! Continuai ad origliare per qualche altro attimo, poi capii che erano ai saluti, tornai sulle scale e sfoderai le mie doti teatrali.
– Mamma, mamma, sei tu? –
Mamma si presentò in cima alle scale con la vestaglia aperta sul davanti che non nascondeva nessuna delle sue meraviglie. Cavolo quant’era bella. Di nuovo fui presa da un’eccitazione incomprensibile e proibita.
– Come mai qui amore? Non c’è scuola? –
– Sì mamma, ma sto male, ho mal di pancia, dev’essere stato il cornetto stamattina –
– Povera piccola- , fece lei premurosa appoggiandomi il palmo della mano sulla fronte – vuoi metterti a letto? Sembri un po’ calda magari hai qualche lineetta di febbre. –
Mamma era affannata, rossa in viso e con la faccia, malcelata, di una a cui avevo interrotto qualcosa. Forse il racconto a Silvia l’aveva eccitata, forse si stava masturbando, un brivido mi salì lungo la schiena e riuscii a malapena a rispondergli:
– Si ma’, forse è meglio che mi metta a letto, mi fai una “canarino”? –
– Sì amore te lo preparo subito – e si diresse in cucina mentre io mi avviai verso la mia camera.
Mi spogliai completamente lasciando addosso solo le mutandine e mi sistemai sotto il lenzuolo. Pochi minuti dopo mamma fece la sua apparizione sulla porta con in mano un bicchiere di acqua calda con scorza di limone, detta appunto “canarino”, che mi porse amorevolmente. Mi sollevai e iniziai a bere lentamente, mentre lei, che non si era ancora ricomposta, attendeva seduta ai bordi del letto in attesa di notizie sul mio malessere, quasi stessi bevendo una pozione magica. Le restituii il bicchiere vuoto e lei si alzò dopo avermi dato un bacino sulla fronte e disse:
– No, dai, non sembri tanto calda, sarà solo un’indigestione. Vado di là a fare i mestieri che dopo devo uscire. – La fermai afferrandole un braccio e le dissi:
– No mamma stai un po’ con me- , con fare da bimba –
parliamo un po’ ti va? –
Si risedette e mi prese la mano.
– Certo amore mio, mamma sta con te, dimmi, di cosa vuoi parlarmi? –
– C’è un problema ma’, però non so come dirtelo… –
– Dimmi amore, abbiamo sempre parlato noi due… –
– Mamma ho paura che… ma se nascesse qualcosa tra me e Francesco sarebbe incesto? – Lo dissi tutto d’un fiato anche se era un’enorme bugia. Mamma cambiò espressione.
– Colpita! – pensai,
– Amore ma che dici? Francesco è.. insomma… è, in fondo, tuo fratello, fratellastro per lo meno. Non mi sembra una cosa molto logica. – Feci una smorfia di dolore, recitando alla perfezione, per cambiare discorso.
– Ahi mamma, che crampi, proprio qui – e indicai poco sopra il mio monte di venere. Mamma iniziò a massaggiare il punto dolente roteando col palmo della mano e così facendo, inevitabilmente, mi sfiorava la parte pubica da sopra gli slip. Riprese a parlare dicendo:
– Tornando al discorso, cos’e’ sto fatto di Francesco? Mica ti sarai innamorata di lui? –
– No, non credo, ma mi fa un effetto strano; quando mi guarda, quando mi sfiora per errore, mi viene un brivido proprio lì dove adesso mi fa male. –
– E’ normale amore, sei una donna e hai le tue, diciamo, “voglie”, normalissime. – Poi inaspettatamente mi chiese:
– Vale ma quando ti succede poi che fai? Ti sei mai data piacere da sola? Voglio dire, ti sei mai toccata per…. – e s’interruppe.
– Sì ma’, però mi vergogno a dire a te certe cose… –
Il massaggio era sempre più in basso e più delicato e la sua voce era divenuta più roca
– Sai amore, a volte capita di dover dare sfogo alle proprie sensazioni, anch’io lo faccio e non solo quando non avevo nessuno, anche adesso che c’e’ Mario. E’ una cosa intima e normalissima. Da donna a donna, provi piacere? –
– Ma, mamma! m’imbarazzo… ce…certo che provo piacere. E’ una bella sensazione, ma… – mi fermai
– Ma??? –
– Ma credo che il fatto che sia la mia stessa mano a toccarmi distrae dal vero piacere. Chissà come sarebbe se a toccarla non fossi io, per questo ho immaginato Fra’ che lo facesse. – La sua mano era decisamente scivolata sulla mia fichetta adesso, anche se, credo, inconsciamente. Mamma mi guardò e cominciò ad affondare sempre di più il palmo della mano ad ogni roteazione che compiva.
– Vuoi provare con la mia mano? – disse ormai eccitata pure lei. Mi sembrò una proposta schifosamente oscena ma la mia voglia era troppo forte, non risposi. Le sue mani abbassarono gli slip e io agevolai il movimento sollevando il sedere per un attimo.
– Sei un fiore tesoro – mi scostò le labbra della fica e col pollice iniziò una rotazione dolcissima sul mio clitoride.
– Ohhh, mamma, che fai? Non è giusto… sì… mmmmmm…. continua…. mmmmm… – Mamma sembrava pervasa da un fremito e allungando lo sguardo notai che si era portata l’altra mano in mezzo alle gambe. Iniziò a mugolare con me e io le accarezzai il seno che fuoriusciva dalla vestaglia. Provò ad inserire un dito nella mia fica e vi riuscì solo per metà. Mi sorrise compiaciuta di avermi trovata intatta e cominciò ad ansimare.
– Oh sì mamma, sto per venire, attenta togliti… no no non smettere. – Non ebbi il tempo di finire la frase, m’irrigidii per un secondo e poi… schizzai tutto il mio piacere addosso a mamma. Lei in quel momento si gettò indietro sul letto e vidi distintamente le sue dita entrare ed uscire dalla sua meravigliosa fica. Balzai dal letto e mi tuffai sulla sua fica, la mia lingua prese il posto delle su dita e subito dopo anche lei mi godette in faccia. Il suo schizzo era biancastro e denso, sembrava sperma. Doveva essere una dote di famiglia quella di eiaculare. Venne più volte e io con lei continuando a toccarmi. Era una cosa così sbagliata ma così meravigliosa. Non abbiamo detto una parola considerando il fatto un “incidente di percorso”. Lei troppo eccitata dal fatto accaduto la sera prima e io… beh sapete il perchè. Poi si alzò, mi diede un bacio sulla guancia, mi rassettò le lenzuola e mi chiese se stavo meglio. Annuii con il capo. Si volse e lasciò la mia stanza. Il mio incubo si era trasformato in una bellissima quanto deplorevole sensazione. Avevo finalmente dato risposta alla mia gelosia per mia madre e lei doveva averlo capito. Ora tutto sarebbe andato bene, anche se ci sarebbe stato Mario, anche se io avessi avuto altri amori, mamma sarebbe stata sempre e per sempre mia.

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