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UNA NUOVA FAMIGLIA – CAPITOLO VII – ANCORA CONFESSIONI

By 3 Marzo 2023No Comments

Salimmo in macchina soddisfatte e con lo sguardo sornione. Il tempo purtroppo passava velocemente e si avvicinava l’arrivo all’aeroporto di Catania. Buttai l’ultima boccata di fumo, (la sigaretta è d’obbligo dopo certe prestazioni) e rivolgendomi a mamma esclamai, fintamente seccata:
– Ehi, furbona, ma prima hai deviato il discorso sulla confessione. Mi hai distratta, brava! Che scema che sono, mica era quella di Silvia la confessione che mi aspettavo. Allora? Che è successo con Francy? – Mamma fece una smorfia col viso come di chi non capisce di cosa stessi parlando, poi esclamò:
– Cosa dici? A cosa ti riferisci? Francesco…?? Che c’entra Francesco? – tentò di negare ma non vi riuscì. La guardai seria e dissi:
– Mammina monellina, abbiamo detto niente segreti no? Allora? Ti premetto che ho sentito tutto l’altro giorno al telefono. Ma voglio che sia tu a raccontarmelo. Cos’è succeso? –
– E va bene – si arrese mamma – Devi sapere che l’altra notte il tuo fratellastro è venuto (e mai termine fu più appropriato) in camera nostra mentre dormivamo. Tu sai che amo dormire nuda, quindi pensando che io dormissi si affiancò a me e iniziò a carezzarmi il culo e le labbra della fica da dietro. Io ero su un fianco e gli davo le spalle. Felice di quel tocco ad un certo punto sentii che mi appoggiava la punta del suo cazzo nell’incavo del culo poi lo agitò per un po’ finchè mi venne addosso copiosamente. Io ero sveglia ma non volevo far succedere un casino così feci finta di dormire e mi beccai quella sborrata sulle natiche. Non riuscii a non toccarmi e appena lui scappò via presi il suo seme con la mano e me lo portai alla bocca prima e dentro la fica dopo smanettandomi e venendo come una ninfomane. –
– Uhhmmm! – mugugnai io, per cui mamma chiese: – Che c’e’? Non mi credi? –
– No mamma, ti credo, certo che ti credo e che devo confessarti un’altra cosa. –
– Che altro c’è? –
– C’è che per la verità non l’ho saputo dalla telefonata con Silvia, io c’ero e ho assistito alla scena… – mi fermai per vedere la reazione di mamma che visibilmente stupita mi invitò con un cenno a continuare_ – quella notte non riuscivo a prendere sonno, e stavo andando in bagno quando sentii dei rumori provenire dalla tua stanza, così mi avvicinai e vidi tutto.
Il fatto che non sai è un altro… –
– Mi tieni sulle spine mignottella… continua. –
– Eccitata da quella scena ero intenta a masturbarmi in piedi lì sulla porta e proprio mentre venivo Francesco uscendo di corsa dalla stanza, al buio, mi travolse e cademmo a terra uno sull’altra… NUDI! –
– OH CAZZO… e poi? Continua –
– Poi siamo scesi in cucina e lui tentò di farmi credere di essere sonnambulo ma il suo manico parlava per tutti. Eravamo eccitati, così, quasi automaticamente glielo presi in bocca e mi sono beccata una sborrata in un occhio.
E’ stato il mio primo pompino. –
– Il primo? Povera bimba mia. Comunque ti sei fatta pure Francy? Riassumiamo… Vale, Me, Francy… Manca solo Mario – e rise sguaiatamente. Già Mario, pensai, in effetti un pensierino ce l’avevo già fatto, anche perchè dovevo ancora scoprire chi fosse stato a farmi godere quella volta a tavola con l’alluce.
– Ma mica ho detto che ho finito… – dissi seria, e mamma subito:
– Non dirmi che ti sei fatta anche Mario… –
– Non ancora – aggiunsi con aria di sfida, poi risi anch’io sguaiatamente quasi grugnendo – a te dispiacerebbe la cosa? –
– Non lo so amore, forse no, ma vorrei saperlo se accadesse. –
– Mamma se accadrà te lo dirò prima che accada e se vuoi assisterai, ti va? –
– Ma lo sai che sei più porca di quanto immaginassi? Mi chiedi di assistere mentre il mio compagno si fa mia figlia? – ci pensò su solo qualche secondo e poi disse: – Ci sto! –
– Sai cos’è che mi frena un po’, mamma? Il fatto che sono ancora vergine. Non voglio che sia lui a sverginarmi. –
– Ti capisco amore. E se fosse Francy a fare quel lavoretto? Lo faresti? –
– Sicuramente sì mamma. Era proprio a lui che pensavo. Cosa mi consigli? Lo faccio con Francy? – mi sembrava impossibile, stavo chiedendo a mamma chi dovesse sverginarmi, con la massima tranquillità.
– E ricordati la promessa… – aggiunse mamma
– Quale promessa? – chiesi
– Che io devo esserci quando qualcuno ti sverginerà –
– Ci sarai mamma. Promesso –
Arrivammo a Catania, lasciammo la macchina sul parcheggio superiore e ci avviammo allo sbarco. Il tabellone segnava però che il volo da Milano era stato cancellato per sciopero e il primo aereo utile non sarebbe partito prima delle 20 di quella sera. Contemporaneamente squillò il cell, era Francy che ci avvisava del fatto. Ho detto che l’avevamo appena saputo e che avevamo deciso di attendere a Catania il prossimo volo. Ci ringraziò e chiuse salutandomi con un:
– Grazie porcellina, saprò contraccambiare. –
Con mamma avevamo deciso di non rifare il viaggio di ritorno, troppa fatica. Così decidemmo di prendere una pensioncina, anche perchè Francesco non ha patente, o meglio non più da quando gliel’hanno ritirata, e nè io nè mamma ci saremmo sentite di guidare al ritorno di sera. Ci siamo sistemate nella stanza, abbiamo optato per una doppia con 2 letti ad una piazza e mezza ciascuna. Uno sarebbe stato più che sufficiente ad accogliere me e mamma e l’altro sarebbe servito per Francy. Ci siamo messe in libertà e abbiamo provato a riposare un po’, dopo saremmo uscite per pranzare. Invece non andò così, stanche per il viaggio e per le prestazioni extra in macchina e nella stazione di servizio, ci appisolammo una tra le braccia dell’altra.

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