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Racconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

Una serata tra madre e figlia

By 20 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Giulia non cenava quasi mai con la sua famiglia. Figlia unica, 23 anni, si era appena laureata e stava spesso in una mansardina nel centro di Milano, di proprietà della sua famiglia. Un localino che stava cercando di arredare e dove da circa sei mesi andava quasi sempre a dormire. Ci andava anche prima, con la scusa che la mattina sarebbe stata più comoda per andare all’università. In più, da un paio d’anni, era anche il luogo dove incontrava il suo ragazzo, dormendo talvolta insieme. Un rapporto nato come sempre all’insegna della passione, ma un po’ sfumato negli ultimi mesi a causa degli impegni di Giulia per preparare la tesi e, dall’altro, per l’ossessiva mania della palestra da parte del suo fidanzato.
La vita di Giulia cambiò per sempre una sera di ottobre, quando giunse di fatto alla rottura con il suo ragazzo. Si trovava a casa dei suoi, aveva concordato con sua madre di passare prima di cena, verso le 6, per andare poi fuori con il suo ragazzo. Erano due anni esatti da quando si erano messi insieme, e avevano programmato una cena in un posto molto elegante.
Alle 8 arriva la telefonata del fidanzato, che informa Giulia di uno stiramento contratto nel pomeriggio in palestra che lo immobilizzava e gli impediva di venirla a prendere per cena.
‘Cazzo! A quest’ora me lo dici? Ma ti rendo conto che sono stata due ore per prepararmi, e sono già da mia madre? Ottanta euro di parrucchiere! Mi sono rotta le palle di questa palestra, hai capito? Da domani esci con la palestra e lasciami in pace’, urlò Giulia chiudendo il telefonino senza neppure attendere la risposta, furente. Non era la prima volta che le dava buca.
A parte il parrucchiere che aveva lavorato sui suoi lunghi capelli castani, Giulia aveva cercato di dare il meglio, indossando un toppino nero a maniche corte che lasciava esposta la pancia abbronzata, una minigonna in pelle, un paio di scarpe scollate con tacchi a spillo, nere con dei laccetti ai lati esterni, tacco dieci centimetri e indossate senza calze, e sotto un perizoma e reggiseno di pizzo nero per completare l’opera. Molto sensuale, sapeva bene come sfruttare eroticamente il suo corpo perfetto di 23enne, il suo seno, soprattutto le sue gambe.
‘Ancora questa storia della palestra?’ chiese Antonella, la madre di Giulia. ‘Sì mamma, non ne posso più, ora si è stirato un muscolo e deve stare a letto due giorni. Ma che vada al quel paese”, rispose.
Dopo un paio di minuti di discussione, in cui Giulia evidenziò il tempo perso per prepararsi, sbottando ‘Ora devo andare a cambiarmi di nuovo!’, Antonella, senza pensarci, sorrise dicendo: ‘Senti, scusa, papà è fuori
fino a giovedì, siamo io e te, vado a mettermi una cosa elegante e ceniamo noi, decidi tu, fuori o a casa, ok?’.
Giulia raccolse l’invito, fatto con ingenuità, con altrettanta ingenuità. Sorridendo ed abbracciando la madre. ‘Grazie, è tanto che non ceniamo insieme da sole, una vita’, rise Giulia, avviandosi verso la cucina e gridando: ‘Vatti a cambiare di sopra, preparo io la cena, stiamo a casa se ti va, non ho voglia di andare dove avevo prenotato con quel cretino, penserei a lui tutta la sera’.
‘E fai con calma, mamma’, aggiunse Giulia, ‘così ho tempo di fare una cena decente’. ‘Beh, allora mi faccio anche una doccia, così non sfiguro vicino a te’, gridò Antonella dalla scala che la portava alle camere da letto della loro bella casa milanese.
Se Giulia ci prese gusto a preparare una cena sontuosa, aprendo anche una bottiglia di vino rosso pregiato, Antonella non fu da meno. Dopo la doccia, fece una rapida ceretta alle gambe, ripassò lo smalto alle mani e ai piedi, scelse un vestito rosso scuro, molto corto, con ampia scollatura e spalline che lasciavano nude le sue spalle formate da anni di nuoto. Reggiseno e perizoma bordeaux, preoccupandosi che non si vedessero sotto un vestito così aderente. Per avere 44 anni Antonella era una donna bellissima, molto femminile, che ne dimostrava sinceramente dieci di meno. Soprattutto quando, come stasera, scioglieva i suoi lunghi capelli castani, più chiari di quelli di Giulia, che arrivavano fino a quasi coprire le spalle. Scegliendo le scarpe, trovandosi in mano un paio di sandali argentati che mostravano tutto il piede, con laccetti alle caviglie, tacco a spillo da undici centimetri, Antonella sorrise e pensò ‘Ma cosa sto facendo, va bene essere femminile, ma devo cenare con Giulia, mica con un amante!’, anche se alla fine si sedette sul letto per infilare ed annodare i sandali, fiera della sua femminilità.
Dopo circa un’ora, la cena era pronta e Antonella era vestita come un sogno erotico, come d’altra parte era Giulia al piano di sotto, stessi occhi verdi, stesso viso, stesso sguardo birichino, e stesso fisico seducente.
Quando Antonella scese, titubante e chiedendosi se non avesse osato troppo, il trasgressivo geco blu tatuato sulla spalla nuda ben in vista, Giulia aprì la bocca e rimase stupefatta di vedere sua madre così provocante.
‘Mio Dio, mamma’tu’tu”, disse, notando la madre arrossire tremendamente. ‘Sono stupida vero? Vestita così, scusa Giulia, pensavo che’ visto come eri tu stasera, così, per scherzo”. Ma Giulia la interruppe: ‘Sei bellissima mamma, sei fantastica, diamine, fossi io così a 44 anni, non ti ho mai vista così!’.
In effetti Antonella non era mai stata così apertamente sexy, anche quando usciva con il marito per eventi sociali ed eleganti. Stavolta si era davvero fatta prendere la mano indossando, chissà perché, quanto aveva di più sexy, forse una sorta di competizione inconscia con la figlia. Ma anche una moglie di una buona famiglia milanese è pur sempre una donna dentro di sé.
‘Dai, la cena è pronta, guarda un po’ lì”, esclamò Giulia indicando una tavola imbandita, con bicchieri di cristallo, tovaglia bianca, di tutto, comprese due candele rosse accese. Era una famiglia molto benestante, e non si faceva mancare nulla.
Si sedettero, iniziando una conversazione banale ma avvertendo un certo imbarazzo, non proprio un disagio ma un qualcosa di inusuale nella situazione. In effetti, madre e figlia a cena da sole, vestite come per una copertina di Playboy, non era proprio la loro condizione abituale. E forse erano anni che non cenavano insieme da sole.
Ma la cena continuò e il dolcetto doc contribuì a rilassare l’atmosfera, tanto che finita la bottiglia ancora al secondo, Giulia si alzò sorridendo e disse ‘Ne apro un’altra, tanto non dobbiamo guidare, io dovrò prendere un taxi, sono a piedi’. Entrambe si sentivano un po’ brille, ma non ubriache, solo allegre e più a proprio agio, cominciando a scherzare e ridere parlando di parenti e amici.
Giulia, giocando e senza pensare a quello che dice alza il bicchiere proponendo un brindisi, guardando sua madre e dicendo: ‘A’ alla bellissima donna che ho davanti a me e alla nostra prima cena romantica’. Antonella dapprima sorrise, poi arrossì rendendosi conto della frase. Anche Giulia se ne rese conto, ma dopo averla detta, e iniziando a pensarci. Brindarono, ma le cose nella testa di Giulia cominciavano a frullare. Perché aveva detto queste parole? Perché stava guardando sua madre con insistenza? Davvero la trovava sexy? E come poteva una figlia ‘sentire’ la propria madre sexy, cosa c’era di sbagliato stasera?
Tante, troppe domande stavano confondendo la mente di Giulia, una ragazza trasgressiva, inquieta, con molte esperienze anche con altre ragazze, che certo non si preoccupava di essere sessualmente attratta da una donna. Ma era esterrefatta ora nel guardare sua madre in questa luce, scoprendosi a fissare le sue gambe, i suoi sandali con tacco a spillo, la sua scollatura. ‘Santo Cielo, cosa mi succede, sto diventando pazza” pensò tra lei e lei.
Si sentiva una tensione strana nella stanza, un imbarazzo inconsueto tra loro due, un clima che si faceva più teso al di là della seconda bottiglia di vino ormai quasi vuota anch’essa. Giulia decise di osare ancora, per vedere le reazioni della madre. Era come in trance, preoccupata dell’imbarazzo che si stava creando ma anche intrigata dalla situazione e dalle sensazioni che ancora non riusciva a decifrare dentro di sé. Alzò il bicchiere guardando la madre negli occhi: ‘Allora, visto che è il nostro primo appuntamento, ancora un brindisi alla nostra prima cena romantica”.
Antonella arrossì ancora, stavolta abbassando gli occhi imbarazzata. Dopo aver bevuto, l’indice e il pollice della sua mano sinistra cominciarono a giocare con gli anelli che portava sulla mano destra, come faceva sempre quando era molto nervosa.
Giulia lo notò, e anche lei si sentiva nervosa, tesa. Quanto stava accadendo era imbarazzante e strano. In realtà non stava accadendo nulla, ma la tensione era crescente, ed entrambe capivano che era una tensione determinata da loro due, non da fattori esterni o altro. Da un lato questo le spaventava, ma anche le incuriosiva, tanto che la stessa Antonella scoprì con sbigottimento se stessa ad osservare sua figlia con insistenza.
A questo punto, finito il vino e la cena, Giulia si alzò e si diresse verso il divano, nel silenzio si sentivano i suoi tacchi a spillo ticchettare sul pavimento. Antonella la seguì con lo sguardo. La figlia si chinò, cercando tra i cd e alla fine inserendone uno nel lettore. Canzoni soft, sax e pianoforte. Tornò verso il tavolo e guardando la madre allungò la mano facendosi coraggio e chiedendo: ‘Posso avere un ballo prima di andare?’. Cercò di sorridere dicendolo, ma la tensione traspariva dal suo viso, e la madre, avendola cresciuta, lo notava bene. Ma anche lei era tesissima, arrossì ancora, chiedendosi cosa stava succedendo stasera. Tuttavia si alzò da tavola e si avvicinò balbettando: ‘Ehm’ Va bene, ma’ poi è il caso di andare a dormire’. Quasi a giustificarsi con se stessa, mettendo le mani avanti.
Cominciarono a ballare lentamente, dapprima cingendo l’una l’altra la vita con la braccia, poi avvicinandosi fino a che i rispettivi seni si sfioravano. La mani di Giulia erano ora intorno al collo di sua madre, le braccia di Antonella le circondavano la vita. La tensione cresceva, canzone dopo canzone, Giulia pensava di impazzire realizzando di essere attratta da sua madre, come se fosse una delle ragazze con cui aveva fatto sesso negli ultimi anni. Era totalmente scioccata, l’educazione ricevuta non le permetteva di confrontarsi con un tabù come questo, la sua cultura, la sua famiglia non le consentivano di accettare quello che stava provando.
Nonostante l’incredibile conflitto interiore Giulia si avvicinò, e posò la testa sulla spalla della madre, guancia a guancia, sentendo il profumo dei suoi capelli e della sua pelle. A sua volta Antonella sentiva il corpo della figlia avvicinarsi, quasi abbracciandola, ballando come due innamoratini. Il conflitto diventava dilaniante anche per Antonella, a questo punto. Cosa stava accadendo questa sera? Si rendeva conto della gravità della cosa, ma perché stavano facendo questo e nessuna delle due voleva fermarsi? Era sbagliato ma lo stavano facendo lo stesso. E mentre Antonella era inorridita dalle sue stesse sensazioni, una scarica di adrenalina le arrivò diretta al cervello. Giulia aveva cominciato timidamente a baciarle il collo, così esposto dal vestito.
Era irreale, sua figlia le stava baciando il collo, ballando abbracciate in piena notte, da sole, alticcie, vestite sexy come non mai. Questo non poteva più essere un gioco, i baci erano reali, era seduzione. Antonella divenne di colpo conscia che stavano distruggendo 23 anni di vita familiare se non si fossero fermate subito. Un’intera vita in comune, l’educazione, la famiglia della Milano bene, tutto compromesso per sempre in nome di una trasgressione nata per caso, come poteva accettarlo? Come poteva farsene complice insieme a sua figlia?
Proprio nel mezzo di questi sconvolgenti scenari, Antonella sente la bocca di sua figlia baciarle il collo con più passione, quindi cominciare a leccarle il lobo dell’orecchio, e di nuovo il collo facendole però sentire la punta della sua lingua. Giulia era completamente in stato di shock, non credendo lei stessa a cosa stava facendo, e non credendo al fatto che sua madre non la fermasse. In realtà Antonella non è mai stata così disperata nella sua vita, sempre più consapevole del baratro che si andava aprendo davanti a loro, sentendo le mani di Giulia carezzarle la schiena su e giù, sensualmente, sentendo l’odore di sua figlia e al tempo stesso la sua bocca che le baciava dalle spalle, alle orecchie, alle guance. Quando la bocca di Giulia si avvicinò al suo mento, Antonella spostò la testa per evitarla, sconvolta dall’idea che le labbra potessero toccarsi. ‘Sta diventando incesto, come è possibile, cosa ci sta succedendo, non possiamo distruggere la nostra vita così” pensò Antonella in silenzio, confusa come non mai.
Ma se il pensiero di Antonella risentiva delle regole sociali e morali che aveva assimilato, il suo corpo reagiva eccitato proprio dall’idea di trasgredire quelle regole. Anche Antonella, come Giulia, era stata piuttosto trasgressiva nella sua vita, e l’idea del tabù finale, l’incesto, l’incesto con sua figlia Giulia, cominciava a ronzarle nella mente, insieme al disgusto e alla paura delle conseguenze. Antonella non era una santarellina, aveva tradito suo marito diverse volte, era sostanzialmente bisex, ma come poteva accettare di tradire suo marito con la propria figlia?
La lotta era impari, le sensazioni troppo forti, tanto che continua a ballare per la durata di un’altra canzone, fino a che chiude gli occhi e si rende conto di apprezzare quei baci, quelle mani che carezzano la sua schiena, iniziando a muovere lentamente la sua mano destra lungo la schiena di sua figlia, timorosa, spaventata, consapevole che stavano andando davvero verso l’abisso. Totalmente nel caos, Giulia sentiva ormai solo la pulsione sessuale, appena attenuata dagli ultimi sensi di colpa e dalle regole che la società le aveva imposto negli anni. Portò i suoi baci sempre più vicino alla bocca della madre, fino a quando le loro labbra si sfiorarono, i brividi corsero lungo la schiena di entrambe, il cuore sembrava esplodere, le labbra si sfiorarono ancora, cominciarono a scambiarsi esitanti dei bacetti quasi da adolescenti, poi altri baci sulle labbra. Fino a quando, passo dopo passo, una delle due comincia ad aprire troppo le labbra, le lingue si toccano, le bocche si aprono e si incollano insieme, e inizia un lungo, appassionato, incestuoso bacio dove le lingue duettano insieme mentre entrambe si abbracciano strette pressando i seni una contro l’altra. Smettono di ballare, e continuano a baciarsi come due amanti, respirando veloci, consapevoli che questo è ora davvero attraversare il confine, non più un gioco.
Il bacio continua fino a che le due si staccano pochi secondi per prendere fiato, si guardano negli occhi, il rossetto spalmato intorno alla bocca. Antonella prova a spezzare la tensione con una voce rotta: ‘Sai’tu sai cosa è questo vero’vero Giulia?’.
Giulia annuisce, deglutendo saliva e rispondendo anche lei con una voce molto emozionata: ‘Lo so mamma, ma ho 23 anni, siamo entrambe più che adulte per poter’ voglio dire”. Si interrompe. Il concetto che Giulia vorrebbe esprimere è ‘siamo entrambe più che adulte per poter scegliere l’incesto’, ma non è in grado di trovare parole adatte per comunicarlo in modo meno imbarazzante e diretto.
Le due donne, una generazione tra loro, si guardano, eccitate, sconvolte, spaventate, arrossite, confuse, tremanti. Quindi Giulia si avvicina per baciare nuovamente la madre, guarda la sua bocca, poi i suoi occhi, poi ancora la sua bocca. E la bacia nuovamente, abbracciandosi e baciandosi ancora, un gioco di lingue frenetico, così appassionato, come dovesse essere l’ultimo bacio della loro vita.
Le mani di Giulia iniziano ad abbassare le spalline del vestito della madre, tirandolo giù fino ad esporre il reggiseno di pizzo, e abbassandole il vestito fino alla vita. La mente di Antonella sta per scoppiare, sua figlia la sta baciando e spogliando, probabilmente stanno per fare sesso insieme, tutto troppo surreale per essere accettato da una mente ordinata come la sua. Alla fine Giulia spinge il vestito della madre fino a farlo cadere a terra, sentendo il rumore dei tacchi e vedendo che la madre sta uscendo dal vestito e lo sta allontanando calciandolo con un piede.
Antonella è praticamente nuda, in reggiseno, perizoma, sandali con tacco a spillo, baciando sua figlia, quando decide anche lei di osare, e con una mano inizia a sbottonare il toppino di Giulia, mentre l’altra mano abbassa la zip della minigonna.
‘Non posso crederci, non è vero, sto spogliando Giulia, per sesso’ per fare sesso’ questa è pura follia’ urla nella sua mente, a se stessa. Però continua, continua, fino a lasciare anche lei solo in lingerie e scarpe.
Interrompono ancora il bacio, i vestiti per terra, il fiatone, si guardano, in pochi secondi vedono tutta la loro vita scorrere davanti. Giulia rompe il ghiaccio, tirando il fiato e dicendo: ‘Lo so cos’è questo, e lo voglio fare. Cioè’ sì’ lo voglio fare se lo vuoi anche tu’.
Fissa sua madre con intensità, aspettando la reazione alla decisione finale. Antonella sa di cosa stanno parlando, sa che stanno girando intorno all’incesto senza nominarlo. Sa che sta decidendo se andare a letto con sua figlia. Sa anche che lei stessa lo vuole, a questo punto, sebbene continui a pensare alle tremende conseguenze di tutto ciò. Alla fine però guarda la scala che porta alle camere da letto, poi gira nuovamente la testa verso Giulia e le chiede con un filo di voce, scioccata dalla sue stesse parole: ‘Vuoi’ allora’ che andiamo di sopra?’.
La figlia annuisce, si prendono per mano e in silenzio, solo con il rumore dei tacchi sul parquet, si avviano al piano superiore, attraversando poi il corridoio mentre le loro menti sono spazzate dalla più violenta tempesta della loro vita. Antonella non è mai stata così scioccata da quando è nata, consapevole che sta andando a fare l’amore con sua figlia Giulia, dopo 23 anni di perfetta, rispettabile vita familiare.
Entrano nella camera da letto, Giulia fissa il lettone dei genitori, si guardano di nuovo, tanta esitazione e tanta voglia, tanta passione dentro, finché si avvicinano e si baciano ancora, chiudendo gli occhi, abbracciandosi e lasciandosi scendere lentamente sul letto. Il bacio continua a lungo, le loro mani esplorano quel corpo che per così tanti anni è stato una parte innocente di vita familiare. Si slacciano a vicenda il reggiseno, togliendolo senza interrompere il bacio, mostrandosi la prima volta i seni nudi da quando Giulia è adulta. Scalciano via le scarpe, che cadono rumorosamente sul pavimento della stanza. Infine, dopo tante carezze e tanti baci, le loro mani cominciano a togliere il perizoma dell’altra. Comincia Giulia con quello della madre, sentendo il calore che giunge dal suo inguine. Segue Antonella, che vede così per la prima volta la fichetta parzialmente depilata della figlia. Giulia è sorpresa nel vedere che anche la madre si depila: solo un triangolino di peli ben rasati sopra il monte di Venere. Si baciano ancora, rotolano abbracciate sul letto più volte, le mani indugiano sui seni, sulle gambe, giocano con i capelli, e infine cominciano a toccarsi a vicenda, sentendo il calore e il bagnato delle loro fiche. Cominciano a gemere di piacere, prima timidamente, poi in modo aperto, fregandosene di quanto possano apparire depravate.
Si baciano, si leccano i capezzoli, si strofinano i seni, si carezzano la fica, giocano con il clitoride, si succhiano il collo, fino a quando Giulia scende giù, ancora più giù e finisce a leccare la fica della donna che la ha messa al mondo. La scena fulmina la mente di Antonella quando gli occhi delle due donne si trovano a incrociarsi: sua figlia, sua figlia Giulia le sta leccando la fica e lei la tiene ferma per i capelli. A breve Antonella interrompe l’estasi per non venire subito, gira Giulia sulla schiena e dopo averle leccato a lungo i capezzoli durissimi, scende e inizia a succhiarle il clitoride. Giulia geme come una cagna in calore, e sentire la voce della propria figlia implorare ‘Sì, mamma, sì, leccami così’ Dio mio, ancora’ ancora” fa letteralmente cadere ogni residua inibizione alla madre, consapevole adesso che proprio il fatto di essere madre e figlia le sta eccitando così tanto da farle impazzire di desiderio.
Ora è la volta di Giulia afferrare i capelli della madre, avvicinarla a sé dolcemente ma anche aggressiva, salirle sopra, baciarla e cominciare a carezzarle il clitoride con le dita, sentendo i propri umori nella bocca l’una dell’altra. Si baciano gemendo, strofinando a vicenda il clitoride con le dita, decise a venire, decise ad avere un orgasmo che cambierà la loro vita. Che non tarda. I corpi cominciano a tremare, fremere, entrambe provano a coordinarsi per venire insieme, Giulia sempre sopra la madre.
Giulia ansima senza fiato: ‘Ci sono quasi’ eccomi’ci sono” mentre immediatamente la madre replica interrompendo il bacio ‘Sì, Giulia, anch’io’ sto venendo’sì, Giulia’. La figlia inarca la schiena sempre più eccitata nel sentire la voce della madre che la chiama per nome, e risponde iniziando un orgasmo sconvolgente: ‘Sì, mamma’.vengo mamma’.vengoooooo’. Anche Antonella alza i fianchi urlando, gettando la testa indietro e assaporando il più intenso orgasmo di tutta la sua vita: ‘Ahhhhhhh”.
Dopo alcuni secondi le due donne, sudate, i capelli completamente incasinati, cadono insieme sul letto, abbracciate, esauste fisicamente e mentalmente, occhi chiusi, tentando di riprendere fiato. Due lunghi minuti di silenzio ascoltando solo il loro respiro affannoso, fino a quando Antonella apre gli occhi, sente gli odori del sesso, vede il corpo di sua figlia intrecciato con il suo, la sua Giulia ancora con un respiro accelerato, e sussurra tra sé mordendosi il labbro: ‘Cristo, cosa abbiamo fatto!’.

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