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Racconti erotici sull'Incesto

Victoria

By 8 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Victoria ; (100 ‘ 60 ‘ 90) – La bomba erotica

&egrave estate. Sono in Croazia. Mio marito ha preso in fitto un villetta al mare con spiaggia riservata. Oggi sono in spiaggia stesa ad arrostirmi sotto il sole cocente. Tenuto conto che la spiaggia e riservata mi sono sentita obbligata a non indossare niente. Praticamente sono nuda. Me lo posso permettere perché fisicamente sono una scultura marmorea. Sono una professoressa liceale. Insegno matematica. Alta 175 cm, peso 57 kg, circonferenza seno 100 cm con due capezzoli grossi e rossi come lamponi, giro vita 60 cm, fianchi 90 cm; ho capelli biondi ed ondulati che mi scendono a cascata sulle spalle. Occhi verdi da gatta. Bocca ben disegnata con labbra un pò sporgenti e carnose. Viso ovale con zigomi alti. Per farla breve non ho niente da invidiare alle più belle dive del mondo dello spettacolo. Un giorno sentii uno dei miei allievi parlare ad alcuni suoi colleghi. Quello che disse mi colpì e mi rese felice.
‘Ragazzi, &egrave inutile fare finta di niente ma Victoria, (&egrave il mio nome) &egrave una bomba erotica. Mi piacerebbe molto essere suo marito per almeno una notte.’
Già, mio marito. Un uomo che con il passare degli anni diventa sempre più refrattario. I nostri incontri si sono ridotti ad una volta al mese e non sono per niente piacevoli. Pensa solo a se stesso. Una botta e via. Io non sono una donna per una sveltina. Oh dio, se le sveltine fossero almeno tre al giorno che ben vengano ma una al mese e da restarci secche. Spesso ho fantasticato di trovarmi un amante ma il pensiero di avere un figlio mi ha sempre bloccata. Un blocco che non mi ha impedito di fantasticare e di trovare piacere con mezzi e strumenti artificiali. Ho una bella collezione di giocattoli che uso, in assenza del pistone di mio marito, per sollazzarmi. Di una cosa non mi rendo conto e quando lo capisco non ho la forza di ribellarmi. Tra i miei spasimanti c’&egrave ne uno che mai avrei creduto lo fosse. Si tratta di mio figlio. Lui frequenta la stessa scuola dove insegno e pochi ovvero solamente una mia collega &egrave a conoscenza del fatto che &egrave mio figlio. Lui sa, perché li sente parlare, dei desideri dei suoi colleghi di scuola. Quando capisce a cosa alludono comincia a guardarmi con occhi diversi da quelli filiali. I suoi sguardi assumono sempre di più sguardi di un uomo arrapato. Nei suoi occhi vi leggo la bramosia. Nei primi tempi non gli do importanza poi incomincia a rotearmi intorno come un cucciolo bisognoso della sua mamma. Resta sempre in casa ed abbandona tutti i suoi amici. A volte lo sorprendo a spiarmi mentre mi vesto per uscire o quando vado in bagno. Per sicurezza le porte in casa non sono mai completamente chiuse; sono semichiuse e lui &egrave sempre lì a guardarmi. In un primo momento la cosa mi infastidisce. Non mi va che mio figlio mi spii. Non dico niente e non lo rimprovero per non mortificarlo. Non saprei, essendo sua madre, come giustificare il mio diniego a farmi guardare. Col passare del tempo mi ci abituo tanto che a volte mi lascio guardare anche quando faccio la doccia o quando, in camera da letto, mi preparo per uscire. In entrambe le occasioni gli do in visione il mio corpo senza veli. Un abitudine che col tempo, quando non lo vedo a spiarmi, vado in ansia e mille domande mi rimbalzano nel cervello. ‘ Dove &egrave? Perché non mi sta guardando? Cosa gli ho fatto? Si &egrave stancato? Ed altre domande dello stesso tipo. ‘ dimentico che lui ha anche le sue cose da fare tipo studiare o i suoi hobby. Un giorno, quello che da tempo circola nell’aria, esplode come un temporale. Le nuvole si addensano in casa e riempiono l’aria di elettricità. Ho appena fatto la doccia e sono in camera da letto a finire di asciugarmi. Sono nuda e mio figlio &egrave appoggiato allo stipite della porta a guardarmi. Di tanto in tanto gli lancio occhiate per capire cosa sta pensando. Sto frizionandomi le mammelle con l’asciugamano quando me lo trovo di fronte. Allunga le sue mani ed afferra le mie bloccandole. Fa scorrere i suoi occhi sul mio corpo nudo poi mi fissa negli occhi e con voce carica di desiderio mi fa:
‘Mamma sei bellissima. Non ho mai visto una donna bella come te. Hanno ragione i miei compagni di scuola. Sei una bomba erotica. Sei una donna da infarto.’
Per un attimo ho paura di un suo gesto inconsulto. Ma tutto finisce lì. Lascia le mie mani ed esce dalla camera. Resto a guardarlo e continuo a fissare il vuoto anche quando lui &egrave già sparito dalla mia vista. Un pensiero si affaccia alla mia mente. Quello che circola nel mio subconscio si manifesta in tutta la sua crudeltà. Mio figlio &egrave innamorato di me, sua madre. Nei suoi occhi vi ho letto la bramosia. Ed ora che cosa faccio? Devo sapere. Poi vedrò il da farsi. Lo raggiungo.
Victoria ; (100 ‘ 60 ‘ 90)

Infilo un accappatoio e vado in cerca di mio figlio; lo trovo. &egrave in cucina seduto vicino al tavolo. Non mi da il tempo di parlare che con voce forte, chiara e senza tentennamenti mi chiede:
‘Mamma, giochiamo a fare marito e moglie?’
Resto scioccata e la lingua mi scende in gola. Cosa &egrave un nuovo modo di dire ad una donna di volerla portare a letto?
‘Che intendi per giocare?’
‘Che vengo a stare con te nel tuo letto e faremo finta che io sia tuo marito.’
Oh dio! Non mi sono sbagliata. Mio figlio mi vuole portare a letto.
‘Fammi capire. Vuoi venire a stare nel mio letto e fare con me quello che fa tuo padre?’
‘Sì’
‘Vuoi fornicare con me? Mi vuoi chiavare? Come puoi pensare di farlo?’ .
‘Tu sei una donna ed io sono un uomo. Non vedo dove sta il problema.’
‘Il problema sta nel fatto che siamo madre e figlio e un nostro accoppiamento &egrave insano ed immorale. Si chiamerebbe incesto e sarebbe punito dalla legge.’
‘Ti prometto che nessuno lo saprà. Sara il nostro segreto.’
‘Tu sei pazzo. Ti devi far visitare. Domani fisserò un appuntamento con una mia amica psichiatra e dirai a lei delle tue bramosie. Vedremo cosa dirà.’
Mi giro su me stessa ed esco dalla cucina. Vado in camera mia e chiudo la porta con la chiave. &egrave la prima volta che in casa una porta viene chiusa con la chiave. Mi stendo sul letto e i miei occhi fissano il soffitto. Li chiudo. Le parole di mio figlio mi rimbombano nel cervello. Lo chiama gioco, ma il suo vero scopo &egrave quello di giacere nel mio letto e di accoppiarsi con me, sua madre. Vuole sostituirsi a suo padre. Che casino. Come faccio ad uscirne. Parlarne con il padre, mio marito? Nemmeno a pensarlo. Sai il pandemonio che scatenerebbe se solo venisse a conoscenza che il figlio si vuole scopare la moglie. No, no. ci deve essere una soluzione. Prendo il portatile e compongo un numero. Dopo alcuni secondi una voce che conosco mi risponde.
‘Ciao Victoria. A che devo questa tua chiamata?
‘Scusami se ti importuno, ma ho bisogno urgente di parlarti. Quando possiamo vederci?’
‘Dalla tua voce deve essere una cosa seria. Non puoi accennarmi qualcosa per telefono?’
‘No. dobbiamo vederci. Si tratta di mio figlio.’
Un lungo silenzio e poi la sua voce.
‘Capisco. Se vuoi ci possiamo vedere al solito posto alle otto di questa sera.’
‘Ok. Mi sta bene. A questa sera.’
Riattacco e ritorno con la mente a mio figlio. Vedo la sua immagine proiettata nella mia mente. Per la prima volta lo vedo come uomo. &egrave cresciuto. Ha un fisico eccezionale. Sembra un guerriero dell’antica Grecia, uno spartano. L’ho impastato proprio bene. Me lo vedo fra le mie braccia che &egrave appena nato che lo allatto; succhia il latte dalle mie tette così come fa un lupacchiotto affamato. &egrave un ingordo. I ricordi continuano e mi rendo conto che gli ho permesso di restare aggrappato con la sua bocca alle mie mammelle fino all’età di sette anni. Non avevo la forza di allontanarlo. Mi piaceva sentirlo succhiare anche quando latte non ne producevo più. Poi la scuola mi aiutò ad allontanarlo dalle mie gemelle. Non completamente. Di tanto in tanto, ovvero diverse volte nell’arco di un mese, mi chiedeva se gli concedevo di succhiarmi le zizze. Il guaio &egrave che non glielo negavo mai. Solo quando raggiunse il primo anno di pubertà decisi di porre fine a quella assurda pratica. Ricordo ancora il giorno. Eravamo soli in casa. suo padre non c’era. Mi raggiunse nel letto e si rannicchio contro il mio corpo. Lo abbracciai. Lui alzo la testa e fissando i suoi occhi nei miei mi chiese se potevo allattarlo. Gli risposi che potevo ma che non lo avrei fatto; che non doveva più chiedermelo perché non gli avrei più concesso di succhiarmi le mammelle. Il suo viso si rabbuiò, distolse i suoi occhi dai miei ed abbassò la testa. Era dispiaciuto ma, nonostante mi piacesse sentirmi le sue labbra avvolte sui miei capezzoli, dovevo farlo. Lo tenni stretto a me. Per un periodo di tempo continuò a farmi la stessa richiesta e puntualmente la mia risposta era un no secco e deciso. Gradualmente smise di chiedermelo. Non mi preoccupai. Fino ad oggi.
Victoria ; (100 ‘ 60 ‘ 90) – il gioco si sta diffondendo

Arrivo all’appuntamento con mezz’ora di anticipo. Mi siedo ad un tavolo ed ordino uno scotch. I miei pensieri sono rivolti al come affrontare il discorso con la mia amica. Non ci riesco perché la figura di mio figlio &egrave continuamente proiettata nella mia mente e la proposta fattami mi rimbomba nel cervello, ma più di tutto mi &egrave rimasto impresso il commento che ha fatto nel vedermi nuda. Ha detto che non aveva mai visto una donna bella come me. E più niente. Non ha tentato di toccarmi. Si &egrave allontanato lasciandomi sola. Di colpo una voce mi porta alla realtà.
‘Ehi! Sveglia. A cosa stai pensando?’
‘Sto pensando a mio figlio. Cosa mi sai dire di questo nuovo gioco che i giovani come mio figlio propongono alle loro madri?’
‘Oh! dio. Anche tuo figlio? te lo ha proposto?’
‘Certo che lo ha fatto; e allora?’
‘Devi sapere che la cosa si sta diffondendo. Ragazzi e ragazze propongono ai propri genitori o ai loro fratelli o alle loro sorelle di giocare a marito e moglie. Lo so perché molte madri si sono rivolte a me per sapere cosa fare. Purtroppo non ho risposta a questo problema. Basti che tu sappia che anche mio figlio mi ha fatto la stessa proposta e mia figlia l’ha fatta al padre, ovvero a mio marito.’
‘E come avete risolto?’
‘Passato il primo momento di sconcerto abbiamo acconsentito ad assecondarli. Abbiamo giocato e ti assicuro che &egrave stato esilarante. Ci siamo divertiti. Non ci siamo fermati alla prima volta. Abbiamo continuato a giocare ed ancora lo facciamo.’
‘Ti sei scopato tuo figlio e tuo marito si &egrave scopata la figlia. Mi dici che vi siete divertiti? Come avete potuto? Non siete mica delle bestie?’
‘E chi ti dice che non lo siamo veramente? Evoluti ma pur sempre degli animali. Sappi che non siamo i soli. Ti potrei fare nome e cognome di nostri conoscenti che in questo momento stanno giocando. Il gioco di marito e moglie con i propri figli sta diventando un gioco oramai accettato e dilagante. Dammi retta vai a casa e gioca con tuo figlio. Diventa sua moglie. Piuttosto mi dici in che occasione ti ha fatto la proposta?’
‘Ha importanza?’
Gli racconto tutto a partire dal momento in cui mi ha bloccato le mani e mi ha visto nuda uscendo poi dalla mia camera e rifugiandosi in cucina dove l’ho raggiunto.
‘E non ti ha toccata? Strano. Al suo posto mio figlio ti avrebbe stuprata. La risposta al comportamento di tuo figlio non può essere che una. Tuo figlio ti ama.’
‘Questo lo so; sono sua madre.’
‘Non hai capito. Lui non vuole giocare a marito e moglie con te. Come madre ti vuole bene ma tuo figlio &egrave innamorato di te come donna. Per tuo figlio tu non sei un gioco. Ecco perché non ti ha toccata. Ha avuto paura. Ascolta un mio consiglio. Ritorna a casa e portalo a letto; fa di lui il tuo amante.’
‘Tu sei pazza. Ti devi far curare. Ti ci vorrebbe uno psichiatra.’
Mi alzo e scappo via. Sento la sua risata.
‘Victoria, dammi retta. lo vuoi anche tu. I tuoi occhi hanno parlato per te.’
Victoria ; (100 ‘ 60 ‘ 90) – vuole che diventi la sua ragazza

Sono in auto ed i miei pensieri sono tutti rivolti alle ore della giornata trascorse. Davanti agli occhi della mente c’&egrave la figura di mio figlio e nelle orecchie la frase della mia amica: ‘Portalo a letto e fa di lui il tuo amante.’
La mia attenzione &egrave tutta spostata al colloquio avuto con la psichiatra. Devo fermarmi e riordinare le idee. Accosto in un area di sosta e mi fermo. Il mio cervello &egrave un vorticare di immagini e di parole. La figura di mio figlio che si ferma a guardare il mio corpo nudo non mi abbandona. Ma &egrave la frase che pronuncia che rimbomba con forza nella mia testa. Mi ha detto che sono una donna bellissima; che sono da infarto; che i suoi colleghi hanno ragione nel definirmi una bomba erotica. In un primo momento ho creduto in un complimento ma il seguito mi ha fatto ricredere. Si, quella stronza della mia amica psichiatra non si sbaglia. Mio figlio mi desidera; per lui non sono più la donna che lo ha messo al mondo; sono il suo sogno proibito. Ed ora che faccio? Come devo comportarmi? Non posso mica cacciarlo di casa? e con quale scusa? Non posso nemmeno parlarne con suo padre. Si scatenerebbe un uragano dagli esiti imprevedibili. Una soluzione dovrà pur esserci. &egrave urgente trovarla. Rimetto in moto e via di corsa verso casa; davanti all’entrata vedo la sua moto. &egrave in casa. meglio affrontare subito il problema. Entro e vado a cercarlo. Arrivo alla sua stanza. La porta &egrave aperta. Lui &egrave seduto davanti alla scrivania e sta guardando un video. Una immagine proiettata sul monitor mi blocca. Oh! cazzo quella sono io e sono in topless. Ho le tette al vento che sobbalzano ad ogni movimento che faccio. Riconosco il posto. &egrave un video che risale a più di due anni fa. Lo fece mio marito quando andammo da soli in vacanza in un camping per amanti della natura. Infatti dopo alcune immagini ecco che sullo schermo viene proiettata la mia immagine completamente nuda; &egrave un video che credevo perduto. Invece lo aveva sottratto mio figlio. entro nella stanza e:
‘Ecco dove era finito. Lo avevi tu. Da quando lo hai sottratto? Ti piace guardare tua madre nuda? Allora &egrave vero che vuoi giocare a marito e moglie con tua madre. Tu mi vuoi nel tuo letto? Lo sai che &egrave una cosa impossibile da fare. Spegni il monitor e dammi la cassetta video.’
Dopo alcuni minuti la cassetta &egrave nelle mie mani poi sento la sua voce.
‘Mamma io ti amo. Non voglio che tu pensi male di me. Non voglio giocare. &egrave stato solo un modo per dirti che voglio che tu sia la mia donna. Io desidero che tu sia la mia ragazza.’
Ha ragione la psichiatra. Mio figlio vuole essere, diventare il mio amante.
‘La tua ragazza? Ti rendi conto di quello che dici. Sei mio figlio; come puoi pensarlo. Sono tua madre. E se anche non lo fossi come puoi innamorarti di una donna che ha quasi il doppio della tua età. Cosa direbbe la gente? E cosa direbbe tuo padre se venisse a sapere dei tuoi desideri?’
‘Mamma della gente non mi importa; in quanto a mio padre sono disposto a dirgli tutto quello che nutro per te e non mi importa della sua reazione. Io ti amo più di ogni altra cosa. Tu sei la mia donna ideale. I miei pensieri sono tutti a te dedicati.’
‘Sì, sei uscito di senno. Non ragioni. Innamorato di tua madre? No, non &egrave possibile. Questo &egrave un problema molto serio. Io e te ne dobbiamo seriamente parlare.’
Victoria ; (100 ‘ 60 ‘ 90) – Divento la sua amante

Prendo la videocassetta ed esco dalla sua stanza; vado nella mia camera. Sono sconvolta. Mio figlio vuole che io diventi la sua donna. Mi siedo nella poltrona con la mente in tumulto. Come &egrave potuto accadere che io sia diventata la donna desiderata da mio figlio. Per un verso mi fa piacere suscitare bramosie in un ragazzo dell’età di mio figlio; significa che pur avendo superato i trent’anni sono ancora una donna piacente e che la mia carrozzeria &egrave ancora fonte di attrazione. Per altro verso il problema che mi si pone &egrave drammatico. Mio figlio vuole copulare con me, sua madre. Il solo pensiero mi manda il cervello in frantumi. Cosa fare? Parlarne con mio marito neanche a pensarci. Sarebbe la distruzione della nostra famiglia. Cedere alle sue avance sarebbe commettere un atto impuro e immorale. E allora? Intanto fra le pieghe della mente si fa strada un pensiero perverso. Mi vedo abbracciata a mio figlio; ci stiamo baciando come fossimo due fidanzati. La mia mente si apre ed il pensiero di fare sesso con mio figlio diventa preponderante. Perché non dovrei farlo? Sono una donna a cui manca il necessario contributo del marito e se questo contributo c’&egrave un ragazzo che ha tutte le carte in regola per potermelo dare perché rifiutarlo? Perché &egrave mio figlio? Chi lo saprebbe? La cosa resterebbe fra me e lui. Inconsciamente una mia mano si sposta sul mio inguine. Allargo le cosce e le dita si aprono la strada fra la foresta di peli che ornano la mia pussy. Raggiungono lo spacco che divide in due le grandi labbra; prima un dito poi un secondo ancora un terzo infine l’intera mano &egrave nella mia vagina. Raggiungo l’utero e lo accarezzo; gemo. Le punta delle dita esplorano l’interno della mia infradiciata vagina. Le pareti vaginali trasudano umori che si tramutano in grida di piacere. Mi sto masturbando con davanti agli occhi della mente l’immagine di mio figlio nudo. L’altra mano &egrave su una mia tetta. Le dita hanno artigliato un capezzolo e lo torturano strizzandolo e torcendolo. I miei ormoni sono impazziti. Gemiti e grida di piacere mi escono dalla bocca ed invadono la stanza rompendone il silenzio. Sono completamente posseduta dal piacere che non mi accorgo che in camera ha fatto il suo ingresso l’oggetto della mia fantasia. Un minuto dopo sento una mano afferrare il polso della mano che &egrave dentro al mio ventre e tirarla fino a farla uscire dalla vagina. Poi l’alito caldo di una bocca investe la mia pelosa miciona a cui fa seguito il viscido e frenetico movimento di una lingua che insinuatasi fra le grandi labbra vibra come fosse la lingua di un serpente in cerca della sua preda. Un urlo mi esce dalla gola; le mie mani si sono spostate sulla testa che ho fra le mie cosce. Ne artiglio i capelli e la spingo con forza contro il mio ventre.
‘Yeaaaa, sìììì, Dai, dai, dilettami. Gioca. Fammi divertire. &egrave questo quello che volevi? Prendila; &egrave tua.’
Non se lo fa ripetere. Smette di leccarmi la micetta; si distende sul mio corpo; guida l’indurito suo cazzo tra le mie grandi labbra e spinge. Mi penetra. Lo sento scivolare nel mio ventre. Il suo grosso glande urta contro il mio utero.
‘Ahia; mi fai male. Smetti di spingere. Sei arrivato in fondo.’
‘Possenti dei dell’Olimpo, mamma, non credevo fosse possibile. &egrave accaduto. Sono dentro di te. Stiamo facendo sesso. Ti sto chiavando.’
‘Sì, figlio mio, amore di mamma, stiamo fornicando. Da oggi sarai il mio amante. Sostituirai tuo padre nel mio letto durante le sue assenze. Una sola cosa: cerca di non venirmi dentro. Per quanto possa piacermi sentirmi riempita dalla tua forza non &egrave auspicabile diventare madre di un figlio il cui padre sarebbe il mio primo figlio. Sai il casino che ne nascerebbe?”
‘Invece a me piacerebbe metterti incinta. L’idea che nel tuo grembo possa crescere un figlio mio mi eccita. Ci pensi saresti madre ed anche nonna. Ma se tu non vuoi rispetterò il tuo pensiero. Sarà dura tirarlo fuori e scaricare il mio seme fuori dal tuo ventre. Prendi la pillola.’
‘&egrave quello che farò. In previsione di quanto sarebbe accaduto ho già preso appuntamento con la ginecologa. Ora datti da fare. Abbiamo poco tempo. Tuo padre potrebbe rientrare da un momento all’altro.’
Ha così inizio il perverso rapporto con mio figlio che dura ancora nonostante abbia preso moglie. Viviamo in ville contigue e lui, quando il padre &egrave assente, viene a stare nel mio letto e giace fra le mie cosce ricoverando il suo sparviero nel mio caldo nido. Quando invece il padre &egrave presente allora &egrave durante il giorno che fornichiamo e sono io a spostarmi nel suo letto. Mia nuora sa che il marito ha per amante la propria mamma, ma non gliene importa. Dice che &egrave meglio che suo marito si fotta la madre piuttosto che gli metta le corna con una sconosciuta di cui potrebbe innamorarsi. Le vacanze le trascorriamo sempre negli stessi posti con la variante che mio marito non sa che suo figlio prende casa a poca distanza dalla nostra abitazione. &egrave una consuetudine che escogitai per averlo sempre nelle vicinanze; nel mio raggio visivo ed ha portata di figa. Poi mio marito si innamora della nostra governante e divorziamo. Io mio sposto armi e figa nella villa di mio figlio dove il farmi montare diviene molto più esilarante perché non dobbiamo più preoccuparci di farci sorprendere da suo padre. L’unico rammarico &egrave nel non potergli dare figli. Pazienza.

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