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Racconti erotici sull'Incesto

Voglia d’amare

By 30 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Hai ancora il desiderio di fare l’amore con me?’
Una domanda che mi lascia di stucco. Sono sconcertato. Mai, dopo quanto accaduto, mi sarei aspettato che una tale domanda mi venisse rivolta, così esplicitamente, dalla persona che più desidero possedere.
&egrave trascorso circa un anno da quando, in preda ad un raptus libidinoso, mi introdussi nel suo letto e tentai di possederla.
Tutto &egrave incominciato una notte dell’estate scorsa.
Avevo appena saputo di aver superato a pieni voti gli esami di maturità. Telefono immediatamente a casa per dare la notizia a mia madre. Oltre a comunicarle la lieta notizia le dico anche che sarei rientrato tardi perché voglio trascorrere ore in piena solitudine per scaricare la tensione accumulata in queste ultime settimane. Con mamma abito in una villa circondata da un ampio terreno. La proprietà &egrave di Anita (mia madre) una donna di 37 anni di una bellezza che non ha eguali. &egrave unica. Racchiude in se le virtù che hanno le tre dee che tentarono il troiano Paride: la bellezza di Venere, la sapienza di Minerva ed il fisico di Giunone. Anita &egrave un avvocato. Nel suo campo dire che &egrave brava &egrave poco. Si occupa di danni all’ambiente e dei danni arrecati alla salute dei cittadini. &egrave divorziata da circa sei anni. Le ragioni che l’hanno portata a divorziare da mio padre non le conosco e non voglio conoscerle. Il giudice sentenziò, con soddisfazione di mio padre, il mio affidamento a mia madre. Allora avevo tredici anni. Ho sempre voluto bene a mia madre. Non ho mai avuto segreti per lei. Qualsiasi mia esigenza gliela esterno e se lei la ritiene giusta la soddisfa altrimenti si apre un dibattito tra noi due e mi fa capire che non &egrave il caso di insistere su una cosa che non &egrave opportuna avere. Sono le 23 quando faccio rientro a casa. La villa &egrave immersa nell’oscurità; c’&egrave silenzio. Salgo al piano notte. Una debole luce filtra dalla stanza di mia madre. Mi avvicino. La porta non &egrave completamente chiusa. Spingo e l’apro. Mamma &egrave sul letto; stanca di aspettarmi si &egrave addormentata. Ha assunto una posizione fetale. Mi avvicino al letto per darle un bacio. Quando sono quasi giunto vicino al bordo del letto mi accorgo che Anita ha il culo tutto scoperto. La camicia da notte &egrave arrotolata fino ai fianchi. Non si vedono solo le natiche ma anche un folto cespuglio di peli che incorniciano le grandi labbra della vagina. E’ la prima volta che vedo le parti intime di mia madre. L’inquilino che ospito tra le gambe ha un sussulto ed incomincia ad indurirsi. Sono estasiato da quella fantastica visione. Prendo una sedia e mi ci siedo sopra. Resto così, in silenzio, a contemplare il culo di mia madre. Una mano si lancia ad accarezzare il mio inquilino che ormai duro spinge per essere liberato dalla prigione che lo tiene stretto. Non lo trattengo. Faccio scorrere la zip e libero l’uccello che si libra nell’aria con tutta la sua potenza. La mia mente fantastica. Mi vedo disteso sopra il corpo di mia madre e penetrare la sua vagina con il mio fallo. Non &egrave la prima volta che penso a lei come donna. Già altre volte mi sono masturbato avendo davanti l’immagine del suo corpo. Non vedo i lineamenti del viso ma il mio subconscio sa che &egrave mia madre. Questa sera prendo coscienza che desidero possedere mia madre. In preda all’eccitazione mi spoglio e mi distendo dietro al corpo di Anita. Con la mano prendo il cazzo ed avvicino il glande all’ingresso della vagina. Do una spinta in avanti. Un urlo riempie il silenzio della villa. Mia madre balza, prima a sedere sul letto e poi si precipita a rifugiarsi in un angolo della stanza. Io, in preda alla panico, scappo dalla stanza e vado a rifugiarmi nella mia camera chiudendomi dentro. L’ho fatta grossa. Ho tentato di violentare mia madre. Adesso cosa accadrà? Il silenzio regna assoluto. &egrave una notte piena di paura quella che mi appresto a trascorrere. Resto in attesa di una sua più che giustificata reazione. Niente. Fino al mattino non il più piccolo rumore. Quando il sole &egrave alto sento il rumore di un auto che si allontana. Mia madre &egrave andata via. Scendo dal letto; apro la porta e guardo fuori. Il mio sguardo cade su un mucchio di vestiti messi sul pavimento davanti alla porta della mia stanza. Sono i miei che, scappando, ho lasciato nella sua stanza. Vi &egrave attaccato un foglietto su cui vi &egrave scritto:
‘Io e te dobbiamo parlare.’
&egrave la reazione di mamma a quanto accaduto. Deve farmi capire che quello che ho fatto &egrave sbagliato e che non potrò mai soddisfare i miei istinti animaleschi usando il suo corpo. E’ tardo pomeriggio quando rientra. Il suo viso &egrave contratto. Come suo solito mi saluta dandomi un bacio sulla guancia. Si reca in bagno. Sento l’idromassaggio entrare in funzione. Ne esce dopo circa un ora avvolta in un accappatoio bianco. Va in cucina e traffica con le pentole. Prepara la cena.
‘Vado a vestirmi. Tu intanto apparecchia la tavola. Quando torno ceneremo.’
Quindici minuti dopo &egrave di ritorno. La guardo. Indossa una camicetta bianca ed una gonna nera larga. Il suo viso &egrave disteso. Aveva bisogno di rilassarsi con un bagno caldo. &egrave bellissima.
‘Vieni andiamo a tavola.’
Dopo cena mi invita a seguirla nel salone. Trepidando la seguo. Ci sediamo sul divano. Mi prende la mani e fissa i suoi occhi nei miei.
‘Voglio che tu sia sincero; che tu mi dica la verità. Cosa ti ha spinto questa notte a comportarti in quel modo? Non ti ha sfiorato il pensiero che sono tua madre e che certe cose con me non puoi farle? Ti ho aspettato per festeggiare la tua maturità scolastica e mi ritrovo con un animale che cerca di violentarmi. Lo sai che esistono leggi che puniscono severamente questi atti?’
&egrave un fiume in piena. Sembra che stia facendo un’arringa. La interrompo.
‘Mamma non sei in un’aula del tribunale. Sei a casa e stai parlando con tuo figlio. Primo: non sono un animale. Sono un uomo. So benissimo che la società punisce atti come il mio. Ma sono leggi dettate da uomini che, giustamente, proteggono la specie umana da deviazioni genetiche. Sono leggi che però non tengono conto della natura. Tu sei una donna bellissima. Certo, so bene che sei mia madre, ma sei anche una donna ed io stanotte ti ho visto in quella veste.’
Tocca a lei interrompermi.
‘E tu le donne le violenti?’
‘&egrave stato il mio errore. Ma non ce la facevo più ad aspettare. Se ti avessi svegliato e ti avessi chiesto di voler fare l’amore con te mi avresti concesso di entrare nel tuo letto?’
‘Mi stai dicendo che tu hai desiderio di fare sesso con me e che non &egrave da questa notte che speri di farlo?’
‘Sì, mamma. Sono anni che tu occupi la mia mente. Non c’&egrave momento che non ti vedo stretta fra le mie braccia e riempirti di baci. Mamma, io ti amo.’
‘Mi ami? Non può essere. Sono tua madre.’
‘&egrave vero sei mia madre e ti voglio bene ma amo anche la femmina che &egrave in te.’
‘No, cucciolo. Chiudiamo qui la discussione. Io non potrò mai farti entrare nel mio letto. Sarebbe immorale.’
‘Ho visto giusto. &egrave la morale che ti frena dall’accoppiarti con me. Ti credevo più intelligente, ma anche tu sei preda dei canoni della società cosiddetta perbene.’
Mamma mi fissa con una strana luce negli occhi. Non apre bocca. Si alza e va via. Da quel giorno l’argomento non viene più affrontato. Resta la tensione venutasi a creare fra noi due. I mesi passano. Mi sono iscritto all’università. Ho scelto giurisprudenza. Voglio seguire le orme del mio amore. Mamma riesce a celare magnificamente la sua soddisfazione per la mia scelta. Un anno trascorre. Ho portato a termine tutti gli esami previsti dal piano di studi. &egrave estate. Mamma decide di andare in vacanza. Diversamente dagli anni precedenti sceglie di andare in un isola della Croazia. La cosa, abituato a trascorrere le vacanze nella nostra villa al mare, mi sorprende non poco. Arriviamo sul posto dopo un giorno, tra aereo e motoscafo, di viaggio. Prima di partire mia madre mi dice che lei ha prenotato per due persone ma non ha detto che le persone sono madre e figlio. Pertanto mi invita a mantenere il segreto della nostra parentela. Sono alquanto perplesso. Perché non vuole che si sappia che sono suo figlio? Arriviamo sull’isola e prendiamo possesso, come saprò in seguito, dell’unica villetta presente. Siamo entrambi stanchi. Ci lasciamo andare sui letti e ci addormentiamo. Il mattino dopo al risveglio mi accorgo che mamma non c’&egrave. &egrave già uscita. Vado in cerca di lei. Arrivo sulla spiaggia formata da piccolissimi sassi. Non riesco a vederla. Vedo una mano sollevarsi e farmi dei cenni. Mi avvicino e la vedo. Resto allibito dallo spettacolo che mi si presenta. Sul lettino &egrave distesa una donna di rara bellezza. Porta degli occhiali scuri ed &egrave praticamente nuda. A parte un minuscolo e striminzito triangolo di stoffa che le copre la vagina e la foresta di peli non indossa nient’altro. Le sue magnifiche mammelle sono due rotonde colline che si ergono maestose sull’ampio torace. I suoi rosei e grossi capezzoli, circondati da ampie aureole, si proiettano verso l’alto e sembrano due missili pronti ad essere lanciati nello spazio. Le sue lunghe gambe sono allungate sul lettino e leggermente divaricate. Si vedono ciuffetti di peli che sbucano dai bordi del tanga. Sono imbarazzato. Mi guardo intorno e noto che non c’&egrave anima viva. Siamo solo noi due. Sono l’unico umano a godere delle bellezze di mia madre. Apro la bocca per parlare ma un suo cenno mi zittisce. Mi avvicino e mi piego sulle ginocchia.
‘Mamma, ma come ti sei conciata?’
Non mi lascia proseguire.
‘Ascoltami. Sono in vacanza e voglio godermela tutta. Voglio fare cose che non ho mai fatto. E tu non me lo impedirai. Vero?’
Senza distogliere gli occhi dalle sue nudità balbetto:
‘Non posso certo impedirti di fare quello che vuoi, ma io sono un uomo e vedere una donna bella come lo sei tu, quasi nuda, mi mette in ebollizione il sangue. I miei ormoni stanno impazzendo.’
‘Ti stai eccitando a guardare tua madre?’
‘Si, mamma. Ti prego copriti.’
Non mi da ascolto. Resto vicino a lei ancora per pochi minuti poi vado via. Faccio ritorno alla villa dove tiro fuori il cazzo e mi sparo una sega pensando a mia madre. E’ quasi ora di pranzo quando mamma fa ritorno. Nonostante sia coperta da un pareo celeste le sue prosperose forme si notano tutte. Il mio cazzo ha una nuova impennata.
‘Mi vesto ed poi andiamo a pranzo.’
Lo chiama vestirsi. Ha indossato un camicione che le arriva a metà gamba e completamente aperto sul davanti tanto che si vedono abbondanti porzioni delle sue generose mammelle. Non ha indossato il reggiseno. Una nuova sofferenza mi aspetta. Vengono a prenderci con lo scafo e ci portano sulla terraferma. Pranziamo. Poi mamma prende accordi con il gestore affinché tutti i giorni, a mezzogiorno ed alla sera, ci vengano serviti, sull’isola, e il pranzo e la cena oltre agli ingredienti per la colazione: latte, miele, burro e pane tostato. Prima di fare ritorno ci fermiamo al bar per un caff&egrave e poi riprendiamo verso il molo d’imbarco. Durante il tragitto mi prende la mano e la stringe. Avvicina il suo corpo al mio e strofina una sua mammella contro il mio braccio. La mia mente &egrave partita. Se non la smette finirò per saltarle addosso in piena luce e sotto gli occhi dei presenti la violenterò. Finalmente siamo sul motoscafo. Sbarchiamo ed entriamo nel nostro antro. Siamo al centro della stanza. Lei non ha lasciato la mia mano. Si mette di fronte. Mi prende l’altra mano. Mi guarda.
‘Vuoi sempre accoppiarti con tua madre? Hai ancora il desiderio di fare l’amore con me?’
La guardo stralunato. Non posso crederci. Mia madre mi sta chiedendo se ho voglia di fare all’amore con lei. Mi sta chiedendo se desidero chiavarla. Ho un leggero capogiro. Ora capisco la vacanza sull’isola e il perché mi ha chiesto di non palesare di essere madre e figlio.
‘E me lo chiedi? Non ho mai smesso di sperare di entrare nel tuo letto e di amarti come un uomo ama la sua donna.’
‘Allora baciami come un uomo bacia la sua donna. Da questo momento sei il mio amante.’
‘Sei anche mia madre; questo non ti pone problemi?’
‘Non &egrave un problema. Quando torno a casa dal lavoro voglio che ci sia un uomo ad aspettarmi pronto a stringermi fra le sue braccia e poco importa che quest’uomo sia mio figlio. Per un anno mi sono tormentata sul fatto che sono tua madre. Il pensiero che mio figlio vede in me non solo la donna che lo ha messo al mondo ma anche una donna da amare mi ha convinta. Eccomi qui, pronta a soddisfare il tuo desiderio che &egrave diventato anche il mio. Sei il mio uomo e voglio che tu mi possieda.’
Lascio le sue mani e le circondo la vita con le braccia. Le nostre teste lentamente si avvicinano. Le nostre bocche entrano in contatto. Mamma dischiude le labbra e la mia lingua guizza in avanti andando a penetrare la calda bocca della mia genitrice. &egrave un bacio lungo e carico di desiderio. Dopo diversi minuti smettiamo di baciarci.
‘Amore, che ne diresti se riprendessimo il discorso dal punto in cui lo interruppi quella notte?’
‘Non l’hai dimenticato?’
‘Come potrei? Può una mamma dimenticare che suo figlio ha tentato di violentarla? Di una cosa ho rammarico ed &egrave di non averti lasciato continuare. Un anno &egrave andato perso. Ma &egrave venuto il momento di riparare all’errore commesso. Vieni.’
Andiamo nella stanza da letto. Anita arrotola la camicia fino ai fianchi e si distende sul letto; assume la posizione fetale mettendo in mostra il suo fantastico culo. Non ha le mutande e quindi si vede anche il folto cespuglio di peli che protegge la sua vagina.
‘&egrave così che mi trovasti la sera della tua promozione?’
‘Si mamma, &egrave la posizione esatta.’
‘E allora cosa aspetti? Vieni porta a termine l’azione che iniziasti.’
Veloce mi spoglio e vado a sistemarmi dietro mia madre. Con una mano accompagno il cazzo ad incontrare la vagina di mamma. Posiziono il glande fra le grandi labbra e comincio a spingere. Anita incomincia a miagolare.
‘Dai, spingi. Fai piano, sono più di sei anni che non prendo un cazzo in figa e da quello che sento il tuo deve essere un mostro.’
Intanto la vagina di mamma sta secernendo umori che vanno a lubrificare l’orifizio vaginale facilitando l’avanzata del mio cazzo nel ventre materno. I miagolii di Anita si trasformano in lunghi nitriti. La circondo con le braccia ed ancoro le mani alle grosse mammelle. Le comprimo e le strizzo. Le mie dita artigliano i capezzoli. Li faccio roteare su loro stessi torcendoli e strizzandoli. Sono talmente duri che sembrano due bulloni di acciaio. Il mio cazzo &egrave arrivato alla fine della corsa. Il mio glande ha incontrato il suo utero. Il mio ventre ha urtato il suo culo. Un piccolo grido mi annuncia che mamma ha avuto un primo piccolo orgasmo.
‘Ecco, bambino mio. Sei arrivato in fondo. Sento la testa del mostro spingere contro il mio utero. Mi sento come se mi stessi spaccando in due. Non muoverti. Dammi modo di godere di questi attimi di piacere.’
Non può essere vero. Sto certamente sognando. Ho il cazzo che sta navigando nel ventre di mia madre. La sto chiavando. Mamma contrae i muscoli vaginali e li preme sul mio alieno strappandomi un lamento di piacere.
‘Ti piace quello che ti sto facendo mio bel porcellino?’
‘Oh! Mamma &egrave fantastico. &egrave come se lo stessi mungendo.’
Mi ha chiesto di non muovermi. Di stare fermo. Non ha tenuto conto della mia poca capacità di resistenza. Mi irrigidisco e vengo. Il mio cazzo, come fosse un cannone, le spara nel ventre copiose bordate di sperma che vanno ad infrangersi contro il suo utero.
‘Scusami, mamma. Ma &egrave troppo il desiderio di riempirti la pancia del mio sperma che non sono riuscito a trattenermi.’
Anita dopo pochi minuti si sfila il cazzo dalla figa e si gira verso di me.
‘Non scusarti. Ti capisco benissimo. Ho preteso troppo. Dovevo aspettarmelo. Adesso la mammina ti insegnerà come dare piacere ad una donna e come gestire il tempo senza godere.’

P.S. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Sono una donna divorziata da ben sei anni. Sono una bella donna che suscita desideri proibiti negli uomini. Ho un corpo stupendo e ne sono innamorata. Mio figlio dice che sono un miscuglio di Giunone,Minerva e Venere. Sì, ho un figlio di 19 anni che vive con me. Un anno fa la notte in cui superò gli esami di maturità tentò di violentarmi. Fui sul punto di mandarlo via da casa. Gli domandai cosa lo avesse spinto. Mi rispose che mi amava; che vedeva in me la donna dei suoi sogni e che vedendomi seminuda: culo e figa scoperti,non aveva resistito. Ma quale uomo a fronte di un sì meraviglioso spettacolo avrebbe resistito? Il fatto che mio figlio abbia tentato di violentarmi ha messo in crisi il mio equilibrio mentale. Per un anno circa non ci siamo parlati. Ho trascorso un anno d’inferno. Mi sono chiesta dove avessi sbagliato. Poi ho cominciato a pensare che non avevo commesso nessun errore. Il mio cucciolo era cresciuto. Era diventato un uomo. Non l’ho più visto come il prodotto uscito dal mio ventre, ma l’ho visto come uomo ed in quanto tale ho cominciato a desiderarlo. Me ne innamorai. Oggi &egrave qui, disteso nudo al mio fianco e nello stesso letto. Non mia ha violentata; mi sono concessa; mi ha posseduta; mi sono lasciata chiavare. Ha depositato nel mio ventre il frutto del suo piacere. Gli ho promesso che gli avrei insegnato l’arte di amare. Mi sollevo e mi metto seduta poggiando il culo sulle mie gambe.
‘Prima di ogni cosa voglio vedere come sei fatto. Girati e mettiti disteso sulla schiena.’
Mio figlio esegue. Le mie grosse mammelle si ergono imperiose davanti ai suoi occhi. Sono due magnifici globi. Sono sode. Le mie zizze sono una parte del mio corpo che amo di più. &egrave incantato dalla bellezza delle mie tette. I suoi occhi sono pieni di libidine. Gli ho permesso di toccarle e sono sicura che vuole succhiarmele. Peccato che non ho latte; mi piacerebbe allattarlo cosi come ho fatto quando era un piccolissimo e tenerissimo cucciolo d’uomo. Faccio scorrere gli occhi sul suo corpo.
‘Dio, come sei bello. Sembri un guerriero spartano. Ho saputo impastarti bene. &egrave molto tempo che non ti vedo nudo. L’ultima volta &egrave stato quando avevi 10 anni.’
Ma nel mio vagare visivo &egrave un’altra la cosa che cerco. Finalmente lo vedo. Un bel salsicciotto di carne poggiato su una sua coscia. &egrave molle. Sembra stia dormendo. &egrave la giusta posizione che un cazzo assume dopo aver sostenuto un duello con una bella passera qual &egrave la mia vagina. Un duello che non ha spento il fuoco che pervade il mio ventre. Alla base del rotolo di carne vi &egrave attaccata una scura sacca. &egrave lo scroto dove sono tenuti i suoi grossi testicoli. Tra le palline e la base del piolo fa da corona un folto cespuglio di peli. Quel grosso muscolo allentato &egrave come un magnete. Lentamente fletto il busto in avanti e avvicino la testa all’oggetto della mia bramosia. La mia bocca &egrave sulla cima del muscolo. Lo bacio. A contatto con le mie labbra il fallo ha un sussulto. Continuo a baciarlo. Sta svegliandosi. Il torpore lo abbandona. Apro la bocca e lo circondo con le labbra. La mia lingua lo stuzzica. Lo sento crescere nella mia bocca. Si indurisce. Mi riempie la bocca. Lo ricaccio fuori. Lo guardo. Non ho mai visto un cazzo cosi grosso e bello. Nemmeno suo padre lo aveva così. Lo lecco. Faccio scorrere la mia lingua partendo dall’alto verso il basso e viceversa non disdegnando di solleticare con la punta i suoi gonfi testicoli. Mio figlio geme e mugola. &egrave da quando ho divorziato da suo padre che un cazzo non mi riempie la bocca. &egrave giunto il momento di ricominciare. Gli farò un pompino che difficilmente scorderà. La mia lingua spazia su tutta la superficie di quel stupendo cazzo. Mi fermo a leccargli il frenulo. Faccio roteare la lingua sulla parte più sensibile: il glande. Sento le sue mani stringermi la testa e bloccarla. Un ululato mi dice che vuole godere.
‘Eh, no. Non &egrave il momento di venire.’
Circondo i testicoli con la mano e li strizzo. Il suo ululato si trasforma in un grido di dolore. La mia bocca ritorna ad ospitarlo. La lingua continua a solleticargli il grosso glande. Lentamente comincio a mungerlo con le labbra. Ritraggo la testa facendo in modo che l’asta di carne esca dalla mia bocca e prima che fuoriesca del tutto mi precipito a farlo scivolare nel cavo orale fino a farmi toccare l’ugola con la sommità del glande. Sto succhiando il cazzo di mio figlio. Al solo pensarlo mi eccito. La mia figa sta ululando. Senza smettere di mungerlo mi distendo sul suo corpo, allargo le cosce e le posiziono intorno alla sua testa. Gli sbatto la figa sulla faccia. Una esclamazione di meraviglia gli esce dalla bocca.
‘Mamma, &egrave bellissima. Non ho mai vista una figa bella come la tua. La natura si &egrave divertita a disegnarla. Altro che le sette meraviglie del mondo. Cosa c’&egrave di più meraviglioso di una pucchiacca come quella di mia madre.’
Parole che mi mandano in brodo di giuggiole. Faccio ondeggiare il bacino in modo da strofinare la mia passera sul suo viso inondandolo dei miei umori. Lui tira fuori la lingua e lappa tutto quello che secerno. Un primo orgasmo mi invade il corpo. Nitrisco e miagolo. Vengo. Riempio la sua bocca delle secrezioni che la vagina espelle. Lo sento deglutire. Il fatto che ingoi i miei liquidi mi eccita ancora di più. Oramai la sua lingua &egrave diventata una spazzola che si &egrave presa cura della mia passera. Le sue labbra hanno circondato le piccole labbra gonfie di desiderio. Prima le titilla con la punta della lingua e poi le succhia. Non lo facevo così bravo. Un altro orgasmo avanza e mi colpisce. Stringo le gambe intorno alla sua testa e vengo rovesciandogli sulla faccia una cascata di umori. Il mio grido di piacere &egrave soffocato dal cazzo che mi riempie la bocca. Intanto lui ha trovato il mio indurito clitoride. Sento la sua lingua muoversi veloce intorno al mio pistolotto. Poi le labbra lo circondano e la suzione ha inizio. Mio figlio mi sta succhiando il clitoride. Mi sta facendo un pompino ed ecco che un altro orgasmo avanza. Si impadronisce del mio corpo; tremo. Smetto di succhiargli il cazzo; mi sollevo e premo la figa contro il suo viso. Con il clitoride gli chiavo la bocca. Lui non smette di succhiarmelo. Questa volta la mia gola, liberata dal suo cazzo, può esprimersi al meglio delle sue potenzialità. Un acuto misto ad un nitrito di giumenta selvaggia rompe il silenzio della casa. E’ un orgasmo devastante quello che mi colpisce. La mia vagina espelle liquidi limacciosi che vanno a riempire la bocca di mio figlio. &egrave il mio sperma. Sto venendo come un uomo. Dio che magnifica sensazione. Mi calmo. &egrave il suo turno di godere, ma non voglio che il suo seme venga disperso. Con una mossa veloce mi giro e porto la mia micina sulla perpendicolare del suo stupendo cazzo. Lentamente avvicino la vagina al suo glande. Ecco, &egrave fra lo spacco. Avanza. Sta entrando nel mio ventre. I miei occhi non smettono di fissare i suoi. Vi leggo il desiderio di possedermi. La penetrazione giunge al suo culmine. Il mio pube e contro il suo pube. ll mio cespuglio di peli si intreccia con il suo. Il suo inquilino ha trovato piena ospitalità nella mio ventre. Il suo grosso glande ha cozzato contro il mio utero. Quando la penetrazione giunge al termine mio figlio emette un lungo ululato.
‘Dio, mamma, non credevo fosse così esilarante mettere il mio cazzo nella tua vagina.’
Mi chino in avanti e poggio le mani sul letto. Le mie mammelle si schiacciano contro il suo viso. Strofino i capezzoli sulle sue labbra.
‘Su, mio piccolo grande amore, apri la bocca e metti in azione la tua lingua. Le mie mammelle sono pronte a fornirti il piacere di leccarle. I miei capezzoli ardono dal desiderio di essere succhiati. Lavora di fantasia. Mungimi le zizze. Immaginale gonfie di caldo latte. Sfamati.’
Lui non si fa ulteriormente pregare. Apre la bocca e tira fuori la lingua. La fa roteare prima sull’aureola ed a seguire intorno al capezzolo alternando l’azione di lecchinaggio ora su una zizza ora sull’altra zizza. &egrave qualcosa di sublime sentire la sua lingua leccare e titillare i miei capezzoli. Due sue dita si aggrappano ad un capezzolo e lo torturano; lo torcono; lo strizzano. Intanto la sua bocca si &egrave incollata all’altra mammella e succhia. Lo fa con foga. Sento il fuoco divampare nel mio corpo.
‘Si, continua a succhiare; non fermarti. Che bocca calda che hai. Mi piace molto sentire la tua lingua schiacciare il mio capezzolo contro il tuo palato.’
Intanto il cazzo che ho dentro la mia pancia sta assolvendo al suo compito. Lo aiuto imprimendo al mio corpo il movimento che una cavallerizza adotta quando cavalca il suo destriero. E il mio &egrave un purosangue. Il mio bacino si solleva quel tanto che basta per permettere allo splendido animale che mi sta divorando il ventre di fuoriuscire per poi immediatamente fagocitarlo di nuovo. Sento il pulsare del suo cazzo. Sento i suoi mugugni. Aumento l’andatura. La mia diventa una veloce galoppata. Non reggo. Non regge. Insieme gridiamo ed insieme veniamo. Lui irrora e riempie il mio ventre del suo caldo sperma che accolgo fondendolo col mio e dando vita ad un lago i cui confini sono le pareti della mia vagina. Esausta mi abbandono sul suo corpo e lascio che il sonno si impossessi della mia mente. Mi sembra di aver dormito un secolo invece &egrave trascorsa appena un’ora.
Apro gli occhi e vedo mio figlio disteso sotto il mio corpo che se la dorme alla grossa. Mi lascio scivolare al suo fianco. Il suo cazzo &egrave in posizione di riposo; &egrave tornato nella posizione in cui l’ho visto quando ho cominciato a baciarlo. Il viso del mio ragazzo &egrave disteso. Ho fatto una cosa che mai avrei pensato di poter fare. Ho chiavato mio figlio.

P.S. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Se qualcuno mi chiede se sapevo a cosa andavo incontro quando mia madre mi propose di trascorrere le vacanze insieme a lei su un isola della costa dalmata non posso che rispondere, in tutta sincerità, che, dopo il nostro scontro di un anno prima, non avrei mai immaginato che avrebbe avuto inizio una storia che, ancora oggi, stento a credere sia vera. &egrave stata una vacanza incredibile. Mia madre &egrave stata meravigliosa. Ha realizzato il mio sogno. Ha lasciato che io l’amassi; mi ha fatto entrare nel suo letto; l’ho posseduta. Lei non mi ha donato solo il suo corpo, ma mi ha dato anche il suo cuore. Mi ha amato come uomo e non come figlio. Siamo partiti come madre e figlio e siamo tornati come amanti. Fatichiamo non poco a tenere nascosta la nostra relazione. Ci aiuta molto il fatto che la nostra villa &egrave molto isolata. Per mia madre e per me ha inizio una nuova vita. Mamma ha ripreso con rinnovato vigore il suo lavoro; &egrave tranquilla ed al tempo stesso &egrave felice. Dopo anni di grigia esistenza &egrave ritornata ad amare la vita. Sono contento perché so di essere stato io a ridarle la gioia di vivere. Ogni giorno aspetto con trepidazione il rientro a casa della mia bellissima amante. &egrave tanto il desiderio di amarla che non le do il tempo di mettersi comoda. Anita sa della mia perenne voglia di chiavarla e non protesta. Sa che dopo la sfuriata iniziale &egrave lei a prendere in mano le redini del nostro rapporto. Sono più di quattro mesi che non dormo più nella mia camera. Mamma ha preteso che mi trasferissi da lei. Ho occupato, nel letto matrimoniale, il posto che fu di mio padre. Ed &egrave cosi che i giorni si susseguono l’uno all’altro. Anita alle prese con leggi, denunce, querele, risarcimenti ed io con i testi universitari. La sera il giusto riposo con l’agognato compenso: stare insieme nudi nel letto e amarci. Spesso l’accompagno nei suoi spostamenti in città diverse dalla nostra e quanto capita ci comportiamo come due sposini in viaggio di nozze. Poi; poi un pazzo pensiero si affaccia alla mia mente. Abbiamo appena finito di accoppiarci. Ho la testa poggiata nell’incavo di una spalla di mia madre; il mio viso &egrave poggiato su uno dei splendidi globi di morbida eppur soda carne. Il capezzolo sembra dire che sta aspettando la mia bocca per farsi succhiare. Dio come desidero veder sgorgare latte da quella splendida ciliegia.
‘Mamma, tu sei ancora in grado di procreare? Voglio dire puoi ancora fare figli?’
‘Amore ho circa trentanove anni; biologicamente sono ancora fertile. Il mio ventre può generare nuove vite. Si. Posso ancora avere figli. Perché mi fai questa domanda?’
‘Non hai mai pensato, dopo la mia nascita, di fare altri figli?’
Sento il suo cuore aumentare i battiti.
‘Per fare figli bisogna essere in due e tuo padre, dopo la tua nascita, non ne volle sapere di averne altri.’
‘Quindi tu hai desiderato avere altri figli? Non li hai fatti perché ti &egrave venuto a mancare l’uomo che ti inseminasse?’
I battiti del cuore di mia madre salgono a mille.
‘Smettila di girare intorno. Cosa stai cercando di dirmi? Prima di rispondere pensa che sono tua madre.’
‘Mamma voglio che dalle tue mammelle sgorga latte per poterlo succhiare; desidero nutrirmi del tuo latte.’
La mano di Anita si sposta sulla mia testa; con le dita mi afferra i capelli e mi costringe a sollevare il capo. Mi guarda.
‘Anche a me piacerebbe allattarti. Purtroppo come ti ho già detto per poterti far succhiare latte dalle mie mammelle dovrei aver partorito. Per farlo dovrei essere stata fecondata e non credo che tu voglia, pur di succhiare latte dalle mie zizze, che un estraneo mi stringa fra le sue braccia e mi insemini.’
Senza distogliere gli occhi dai suoi, la mia pazza mente traduce in parole il mio osceno pensiero.
‘Mamma ma tu non hai bisogno di un estraneo per farti ingravidare. In casa c’&egrave un uomo che già giace nel tuo letto: sono io. Mi piacerebbe, anzi desidero molto poterti mettere incinta. Mamma voglio che tu partorisca un figlio mio.’
Mia madre balza a sedere.
‘Tu’, Tu’, Tu vuoi ingravidarmi? Lo sentivo che stavi per dirmi un’oscenità. Ti rendi conto. Sono tua madre; non puoi pensare di avere un figlio da me. Mi obbietterai che sono tua madre anche quando mi faccio chiavare e ti do ragione, ma fare un figlio frutto del tuo seme &egrave diverso. &egrave geneticamente sbagliato. No, questo non potrà mai essere. Io e te non potremo mai fare figli. Se senti il bisogno di avere figli devi, anche se questo mi farebbe ingelosire, cercare un’altra donna.’
‘Tu saresti gelosa se io trovassi una donna e la renderei pregna? Oh dio! Mamma. Allora anche tu vorresti che io ti metta incinta? Dio come sono contento. Dai, facciamolo. Smetti di prendere la pillola. Lascia che io ti fecondi.’
Anita mi stringe a se.
‘No, amore mio. Anche se mi piacerebbe darti un figlio non posso farmi ingravidare; non lo dico per moralismo o chissà per cos’altro. Lo dico perché credo che sia sbagliato che noi due facciamo un figlio. Quindi ti prego, per l’amore che c’&egrave fra noi, non chiedermi più di farmi ingravidare da te. Promettilo.’
Solo il rispetto che ho di lei mi spinge a dirle di sì.
‘Mamma non sono d’accordo, ma ti prometto che non ti chiederò più di farti fecondare.’
Il mio attacco alla sua fecondità fallisce. Batto in ritirata. Eppure ci deve essere una strada per convincerla ad avere un figlio nostro. In mio soccorso viene mia nonna materna. Ogni settimana il giovedì sera e la domenica per l’intera giornata, nonna Julie, insieme alla sua seconda figlia, viene a farci visita. Sono gli unici due giorni che io e mamma soffochiamo il nostro ardore fino alla partenza delle due. Anita ha una sorella. Per essere più preciso &egrave una sorellastra che ha la mia stessa età. Si chiama Alba ed &egrave bella come il mattino di primavera. Mia nonna l’ha concepita durante un rapporto avuto con un giovincello di circa 20 anni più giovane di lei. Si accorse di essere incinta e decise di tenere il frutto di quell’incontro che confessò essere stato molto bello. Julie &egrave una gran bella donna. Non &egrave bella come la figlia Anita e nemmeno come la figlia Alba. Delle tre dee che tentarono Paride mia nonna somiglia molto, nel fisico, alla dea Giunone. Non nascondo che qualche volta, prima che mamma occupasse i miei pensieri, ho fantasticato di sollazzarmi con lei. Ed ancora oggi mi riterrei un uomo fortunato se mi concedesse di giacere fra le sue cosce. Questa domenica Julie ed Alba si presentano a casa nostra per trascorrere con noi la giornata. Diversamente dalle precedenti visite mia zia non resta. Dice che ha un impegno già programmato e mi prega di accompagnare a casa mia nonna quando questa lo ritiene opportuno. Mi dispiace vederla andar via. Sono abituato alla sua, seppur sporadica, presenza. Alba mi piace e credo che anch’io piaccio a lei. Sarebbe bello facesse parte della mia famiglia. Io, mia madre e lei formeremmo un trio formidabile. &egrave tardi quando nonna Julie decide che &egrave arrivata l’ora di essere accompagnata a casa. Siamo sull’auto e viaggiamo verso casa quando nonna mi mette una mano sulla coscia in prossimità del mio inquilino. Mi accarezza in un modo da farmi rabbrividire. Il mio cazzo ha un sussulto &egrave comincia ad indurirsi.
‘Che ne diresti se andassimo a bere un drink prima di lasciarmi?’
‘Ne sarei contento. Dimmi dove vuoi andare e ti ci porto.’
‘Scegli tu il posto. Preferirei che fosse un posto non molto frequentato. Non sono in vena di vedere qualche viso conosciuto.’
‘Stai tranquilla, conosco un posto frequentato da soli studenti universitari. Non &egrave affollato.’
‘Mi porti dove ci sono ragazzi della tua età? Non credi che faresti una figuraccia se ti vedono in compagnia di una tardona come me?’
‘Non staremo in mezzo a loro. Ci sono dei separé. Ne prendiamo uno. In quanto a farmi vedere in tua compagnia non credo di fare brutte figure. Quando entreremo ti guarderanno e mi invidieranno. Sono sicuro che molti ragazzi vorrebbero essere al mio posto. Nonna tu sei una bella donna e gli uomini farebbero a gara per passare un’ora con te.’
‘Oh! Oh! Fai il galante. Devo arguire che mi porti in questo posto per farti invidiare?’
‘Julie, qui già sono venuto con un’altra donna. Ed anche allora ho visto gli sguardi degli uomini spogliarla con gli occhi; si trattava di tua figlia Anita, mia madre. Dopo di lei non ci sono più venuto perché non ho conosciuto donne più belle di mamma.’
‘Ed ora porti me; ritieni che sia più bella di mia figlia?’
‘No. Di donne belle come Anita non ne ho conosciute. Tu sei di una bellezza diversa. Hai un corpo che molte donne vorrebbero avere.’
‘Ti piace il mio corpo? Quando lo hai visto?’
‘Dimentichi che, tranne lo scorso anno, le vacanze al mare le abbiamo fatte insieme. Tu hai sempre indossato un striminzito bikini che a stento copre le tue parti erogene. In spiaggia sei una perenne provocazione.’
‘Sei uno sporcaccione. Guardi tua nonna con occhi libidinosi. Scommetto che ti sei pure masturbato pensando a me. Vero?’
‘Non lo nego.’
Intanto siamo arrivati. Lasciamo la macchina al parcheggio ed entriamo nel locale. Si avvicina un uomo. Gli parlo sottovoce. Lui mi sorride; senza farmi ulteriori domande mi fa scivolare nella mano una chiave. Prendo la nonna per un braccio e la dirigo verso il fondo della sala. Sposto una pesante tenda ed accediamo in un corridoio dove vi sono diverse porte. Una di queste porta il numero della chiave che ho in mano. Apro la porta e spingo mia nonna verso l’interno e poi chiudo a chiave la porta alle mie spalle. Julie si guarda intorno. C’&egrave un tavolo, due sedie, un divano, un frigo bar, un televisore, un letto ed una porta che dava nel bagno. Insomma &egrave una vera stanza d’albergo. Dopo essersi guardata in giro mia nonna si porta davanti a me.
‘Questo non &egrave un separé. Hai chiuso la porta a chiave. Perché? Qui sei venuto anche con tua madre? Cosa avete fatto da soli qua dentro? Vuoi fare con me le stesse cose che hai fatto con lei? Te lo permetterò se rispondi a questa mia domanda: da quando tu &egrave tua madre siete amanti? Da quando ti chiavi mia figlia?’
Arrossisco.
‘Nonna cosa ti salta in mente? Ti rendi conto di cosa mi hai chiesto?’
‘Mio bel piccioncino, io sono una donna che ha alle sue spalle non solo anni ma anche esperienza. Quando ti ho chiesto se tu &egrave tua madre fate sesso l’ho chiesto a ragion veduta. Non solo vi ho visti tubare come due colombi ma non vi curate nemmeno di nascondere i vostri sentimenti. Un esempio? A casa non fate che guardarvi con occhi carichi di libidine; vi mandate silenziosi bacetti. Spesso ti ho visto palparle il culo. Strusciare con il braccio il suo seno. Quello che mi ha convinta che voi due vi accoppiavate &egrave stato l’aver collegato questi piccoli episodi alla vostra decisione di andare in vacanza da soli. Quando tua madre me lo comunicò restai sorpresa. Oggi so il perché. Allora? Ho visto giusto? Dai; fatti coraggio, raccontami tutta la storia. E non stare a preoccuparti. Non dirò niente. A me del fatto che tu ti chiavi mia figlia ovvero tua madre non mi disturba. Al contrario, la cosa mi eccita alquanto. Ora mettiamoci seduti e comincia a raccontare fin dal principio.’
Il divano &egrave accogliente. Julie si comporta come se fosse a casa sua. Non si sente per niente a disagio. La sicurezza di mia nonna mi contagia. Le faccio un resoconto dettagliato della relazione incestuosa che ho con mia madre partendo dal giorno in cui per la prima volta mi masturbai pensando a lei. Mia nonna pretende che le dica anche i dettagli.
‘Dal modo in cui parli di tua madre deduco che ne sei molto innamorato. &egrave così?’
‘Si. L’amo tanto da voler da lei un figlio mio.’
‘La vuoi ingravidare? Glielo hai detto?’
‘Sì e la sua risposta &egrave stata negativa. Ha detto che io e lei non possiamo fare figli. Un nostro figlio potrebbe nascere con forti possibilità di deviazioni genetiche.’
‘Ha ragione. Ma &egrave un ostacolo che si può superare. La scienza ha fatto passi da gigante. So che tenendo sotto controllo lo sviluppo del feto si possono evitare pericoli di nascite geneticamente non corrette. Mi piacerebbe che tua madre mi regalasse un altro nipotino. Domani continueremo il discorso. Verrai a prendermi tra due giorni e di mattina sul presto. Andremo in un posto dove non saremo disturbati. Ora dobbiamo andare, &egrave tardi e Alba si innervosisce quando io non sono a casa. Rammenta, due giorni e voglio vederti davanti al cancello della mia villa ed in piena forma.’
‘Nonna, hai promesso che se rispondevo alle tue domande mi avresti lasciato fare con te le stesse cose che ho fatto con mamma la sera in cui l’ho portata in questo posto. Ritiri la tua parola?’
‘Non ritiro un bel niente. Ti darò quanto promesso perché lo voglio anch’io. Però non stasera. Dai portami a casa.’
E cosi si conclude una serata che promette di avere gradevoli sviluppi. Dopo aver accompagnato Julie faccio ritorno a casa. Sono talmente arrapato che prima ancora di entrare in camera da letto mi spoglio dei vestiti e con il cazzo in tiro faccio il mio ingresso nella stanza di mia madre.

P.S. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Anita, mia madre, &egrave seduta con le spalle appoggiata alla testata del letto. Indossa una camicia da notte che le arriva al ginocchio. Sta leggendo un libro. Al mio ingresso in camera distoglie gli occhi dal libro e mi guarda.
‘Come mai così tardi?’
Si rende conto che sono completamente nudo. Il suo sguardo si sposta sulle mie parti basse. Vede il mio ariete pronto all’uso.
‘Cosa ti succede, non ti ho mai visto in questo stato.’
‘Dai, mamma, preparati che ho una voglia matta di chiavare che non riesco a resistere oltre.’
Mia madre posa il libro sul comodino; si sfila la camicia e resta nuda. Sposta il bacino, solleva le gambe appoggiando i talloni sul bordo del materasso ed allarga le cosce preparandosi così ad accogliere il mio alieno nel suo ventre.
‘Ti sto aspettando già da un bel po’ di tempo. Vieni.’
Mi lancio fra le sue cosce e senza preamboli punto il glande contro la sua vagina e la penetro. Mamma grida.
‘Fai piano, mi hai fatto male. Quante volte ti devo ricordare che quando me lo metti in pancia devi farlo con delicatezza.’
Non l’ascolto. Sono talmente arrapato che divento una furia. Stantuffo il mio cazzo nel ventre di mia madre con irruenza e lo faccio per tutta la durata della galoppata nella figa di Anita. Smetto di chiavarla solo quando l’ultima goccia del mio sperma si &egrave depositata nel caldo antro della vagina di mamma. Mi abbatto su di lei che mi circonda le spalle con le sue bianche braccia. Mi stringe contro il suo petto. Le sue grosse mammelle si schiacciano contro il mio torace. I duri capezzoli premono come bulloni contro il mio petto.
‘Dio che foga. Per un attimo mi hai fatto paura. &egrave la prima volta che mi chiavi in questo modo. Chi &egrave stato a ridurti così?’
Senza sollevare la testa e con voce flebile le sussurro.
‘&egrave stata la nonna,tua madre.’
Anita mi libera dall’abbraccio; con una spinta mi fa rotolare al suo fianco. Si mette seduta.
‘&egrave stata lei a ridurti in queste condizioni? Tutto questo tempo sei stato con mia madre? Dove siete stati?’
Noto un pizzico di gelosia nel tono della sua voce, ma non mi ci metto a pensare.
‘Durante il percorso per accompagnarla a casa Julie ..’
‘La chiami già con il suo nome? La cosa deve essere grave? Continua.’
‘Tua madre mi mette una mano sulla coscia e mi propone di offrirle un drink. Però non vuole andare in un posto molto frequentato. La porto al circolo.’
‘Dove hai portato me?’
‘Si e prima che me lo chiedi ti dico che abbiamo occupato la stessa stanza e l’ho pure detto a tua madre. Non l’avessi mai fatto. Nonna si &egrave posta di fronte a me e, guardandomi con i suoi occhi indagatori, mi ha fatto una domanda che mi ha lasciato senza fiato. Ti giuro, mamma, che ho desiderato sprofondare pur di non rispondere.’
‘Era talmente grave la sua domanda?’
‘Giudica tu stessa. Mi ha chiesto da quando tempo &egrave che io e te ci sollazziamo frequentando lo stesso letto. In parole povere mi ha chiesto da quando tempo &egrave che ti chiavo? Che era inutile mentirle perché lei sapeva. Mi ha visto palparti il tuo culo e strofinare il braccio sul tuo seno. La conferma ai suoi sospetti &egrave stata la decisone di trascorrere le vacanze non più in sua compagnia. Ha detto che non facciamo niente per nascondere i nostri sentimenti e che se le dicevo del come stanno realmente i fatti fra noi due mi avrebbe permesso di fare con lei quello che abbiamo fatto quella volta che siamo stati in quella stanza.’
Anita diventa cadaverica.
‘Tu, da bravo pervertito e di fronte alla prospettiva di chiavarti mia madre, hai spifferato tutto sulla nostra relazione. Bravo. Sei come tutti gli uomini. Basta che una donna vi faccia intravedere la possibilità di poterla possedere che diventate dei bravi cagnolini. Non te ne faccio una colpa. Mia madre &egrave una maestra nell’attirare in trappole boccaccesche giovani stalloni. Sono sicura che non ti ha concesso quello che ti ha promesso. Non si &egrave fatta chiavare.’
‘Come lo sai?’
‘Piccolo, quando poco fa mi hai chiavata ho capito che tu stavi possedendo una donna che non ero io. Ora so che credevi di stare chiavando tua nonna. Ne sei innamorato?’
‘Sai benissimo che tu sei il mio unico amore. Quello che provo per tua madre &egrave solo desiderio che ho da quando ho cominciato a fantasticare sul sesso. Devi riconoscere che Julie, voglio dire tua madre. &egrave una gran bella donna e quale uomo non desidererebbe farsi una lunga galoppata tenendola stesa sotto di se. Ed io sono un uomo.’
‘Quindi non l’ami. La vuoi solo cavalcare, si, voglio dire solo scoparla e basta?’
‘Lo farei ogni volta che vorrebbe essere sbattuta.’
‘Questo non &egrave solo desiderio sessuale. &egrave anche amore.’
‘Mamma, ti giuro. Io amo solo te. Julie voglio solo fotterla e basta. Non l’amo. E sono sicuro che anche lei vuole essere solo chiavata. Nonna non &egrave innamorata di suo nipote. Non corrucciarti io il tuo letto non l’abbandonerò mai.’
‘Quando la rivedrai?’
‘Tra due giorni. Ha detto che devo andare a prenderla sul mattino presto. Mi porterà in un posto dove nessuno ci avrebbe disturbati.’
‘Lo conosco quel posto. Ci sono stata diverse volte.’
‘Come fai a conoscerlo? Con chi ci sei stata? Cosa ci hai fatto in questo posto che sembri conoscere molto bene.’
Mamma ride fragorosamente.
‘Oh! Oh! Sei geloso. Tranquillizzati. Non ci sono stata con un uomo. &egrave stata tua nonna a portarmi. Di tanto in tanto ci andiamo ancora e sempre noi due sole.’
‘E cosa ci fate?’
Mamma assume un’espressione preoccupata. Poi riprende a parlare.

”Amore sto per farti una rivelazione. Quello che sto per dirti non &egrave a conoscenza di nessuno. Nemmeno tuo padre ha mai saputo. Tua nonna &egrave una libertina ed &egrave anche immorale. Per lei soddisfare le pulsazioni del corpo &egrave prevalente anche rispetto alla morale. Non mi meraviglia affatto che non si sia scandalizzata quando ha saputo che noi due siamo amanti. Ne mi sono scandalizzata quanto ti ha detto che si concederà. Stanne certo che quando vi incontrerete si farà montare. A lei piace farsi chiavare da giovani puledri. &egrave da quando si &egrave separata dal marito che il suo letto viene visitato da ragazzi che hanno un età compresa tra i diciotto ed i vent’anni. &egrave una puttana. Bada bene ho detto puttana e non prostituta. Mia sorella, che ha la tua stessa età, &egrave il frutto di uno di questi incontri. Si fece chiavare dimenticando di essere nel suo periodo fecondo e non facendo indossare il preservativo al giovane amante di turno. Quando seppe di essere incinta non si scompose. Decise che il figlio lo avrebbe tenuto. Oggi mi ritrovo con una sorella che &egrave tua coetanea e non mi dispiace. Le voglio bene. C’&egrave un’altra cosa. Tua nonna &egrave anche una bisessuale. Non &egrave lesbica. A lei piace fare sesso anche con donne purché siano belle. E qui entro in scena io. Anche a me piace farmi scopare da belle donne. Al liceo e poi, nonostante avessi già un marito, all’università ho avuto molte amanti del mio stesso sesso. Colleghe e professoresse facevano a gara per portarmi a letto e scoparmi. Mia madre sapeva di queste mie deviazioni sessuali. Non diceva niente. Insomma le somigliavo. Poi un giorno al liceo, ero all’ultimo anno, conobbi tuo padre e persi la testa. Mi innamorai fino al punto da concedergli la mia verginità. Mi ingravidò. Decidemmo di sposarci. &egrave il periodo in cui anche mamma fu resa pregna. Julie mi impose una sola condizione. Il matrimonio ed il figlio non dovevano assolutamente impedirmi di continuare gli studi. Non lo feci ne lo fece mio marito. Tua nonna &egrave talmente piena di soldi che pot&egrave mantenere noi tre fino al giorno in cui riuscii a rendermi indipendente economicamente e finanziariamente. Nonostante la tua nascita riesco a laurearmi a pieni voti ed intraprendo la carriera che mi ha portata ad essere quella che sono diventata nel mio campo. Anche tuo padre completa gli studi universitari. Due mesi prima del matrimonio e un mese prima che mamma ed io scoprissimo di essere entrambe incinte stavamo a casa, in salotto, sedute sul divano. Guardavamo un film. Il caso vuole che la trama parli di un rapporto fra due donne. Non era un film porno, ma vi erano molte scene hard. Le protagoniste trascorrevano il tempo libero a stare nel letto ad amarsi in continuazione. Tieni presente io e te oggi? Ecco, così erano quelle due. Mia madre si fece coinvolgere dalla scene. Cominciò ad agitarsi sul divano. Non stava ferma.
‘Mamma, cosa ti prende. Non muoverti. Fai tremare tutto il divano.’
‘Anita, figlia mia, sto andando in ebollizione. La storia del film mi ha coinvolta. Ho le mammelle che stanno scoppiando. I miei capezzoli sono talmente duri da sembrare due bulloni. La mia micina sta gridando il suo desiderio di essere scopata. Purtroppo in casa non c’&egrave un uomo che possa calmare la mia voglia. Faresti un favore alla tua mammina?’
‘Cosa vuoi che faccia?’
Mi guarda fissandomi negli occhi. Vi ho letto il desiderio.
‘Non mi va di masturbarmi. Ti prego facciamo l’amore.’
Ti premetto che ho sempre desiderato scoparla. Non le ho mai confessato il mio desiderio di fare sesso con lei perché avevo paura di un suo rifiuto e perché non intendevo incrinare il rapporto di madre figlia. &egrave stato come &egrave accaduto con noi due. Tu mi volevi e non me lo dicevi. In un attimo si spoglia e si getta su di me. Mi bacia infilandomi la lingua in bocca. Sono piacevolmente sorpresa. Rispondo al suo bacio ricacciando indietro, nella sua bocca, la sua lingua inseguendola con la mia. Le nostre lingue duellano tra loro come due sciabole. C’&egrave un attimo di tregua. Dobbiamo recuperare ossigeno.
‘Spogliati. Non mi piace stringere un corpo coperto da vestiti. Non credevo che anche tu mi desiderassi.’
Sotto lo sguardo pieno di libidine di mia madre mi spoglio restando nuda.
‘Julie, mamma, sono almeno due anni che ti desidero.’
Prendo io le redini. La faccio stendere sul divano e mi precipito a baciarla prima infilandole la lingua in bocca e poi facendola scorrere sul suo statuario corpo. Raggiungo le grosse mammelle. Le lecco. Lei geme. Faccio roteare la lingua sulle grosse e scure aureole. Le titillo i capezzoli facendoli vibrare. Li circondo, a turno, con le labbra e li succhio. Nella posizione in cui mi trovo diventa facile portare le mie zizze in contatto con la sua bocca. Julie le sta aspettando. Apre la bocca e con le labbra avviluppa un capezzolo e me lo succhia. Una sua mano &egrave sull’altra mia tetta. La palpa, l’accarezza. Con il pollice e l’indice della mano artiglia il capezzolo e lo tortura. Prima lo strizza e poi lo sottopone a delle forti torsioni. Le mie grida di piacere vengono soffocate dalla mammella che sto succhiando. Smetto di giocare con le sue poderose mammelle e sottraendo le mie alla sua bocca faccio strusciare il mio corpo sul suo. Con la testa sono all’incrocio delle cosce che trovo già allargate pronte a ricevermi. Dopo averle baciato l’interno di entrambe le cosce tuffo la bocca sulla sua polposa vagina. Intanto ho circondato la sua testa con le mie cosce e gli ho sbattuto la mia fica sulla sua faccia. Lei l’accoglie baciandola e leccandola. Diamo così inizio ad uno sconvolgente 69 che culmina in grida ed urla di piacere. La mia vagina secerne un fiume di umori che scarico nella sua calda bocca. Lei mi ricambia inondando la mia gola di squisiti succhi vaginali. Esausta, dopo aver nettata con veloci leccate la sua polposa pucchiacca, mi sottraggo dall’abbraccio delle sue bianche cosce.
‘Julie, sei stata magnifica. Non credevo fossi così brava nel far godere una donna.’
‘Ti ringrazio bambina. Detto da una come te, che di donne ne ha viste passare molte nel suo letto, &egrave un bel complimento, ma io non ho ancora raggiunto l’apice del piacere. Non muoverti. Torno subito.’
Si allontana quasi correndo. Le sue mammelle sobbalzano ad ogni passo. Le sue natiche vanno su e giù. Dopo pochi minuti fa ritorno. In una mano stringe uno strap on. Capisco. Tua nonna vuole essere chiavata e devo essere io, sua figlia, quella che la deve montare.
‘Alzati ed indossalo.’
So come lo si indossa perché più volte ho utilizzato quello strumento di piacere nei miei incontri con le professoresse del liceo e dell’università ed anche di qualche mia collega. Lo calzo e chiudo la cintura in vita. Mi guardo allo specchio. Sembro un trans.
‘Sono pronta. Come vuoi farlo?’
Mamma si gira dandomi la schiena. Sale sul divano puntando le ginocchia sul bordo; si piega in avanti e poggia le mani sulla spalliera; allarga le cosce in modo tale che la sua grossa conchiglia &egrave ben esposta; gira la testa verso di me; mi guarda.
‘Ecco, &egrave in questa posizione che voglio che tu mi fotta. Sono una vacca e tu sei il toro che mi monta. Vieni. Chiavami.’
&egrave la posizione che mi auguravo assumesse. Ho così l’opportunità non solo di chiavarla ma la possiederò. In quella posa la dominerò. Mi avvicino. Poggio le mani sulle sue bianche natiche. Punto il fallo di lattice contro la sua vagina e spingo. Jane comincia a mugolare. Il fallo non &egrave molto lungo ma &egrave abbastanza grosso. Lentamente, supera la barriera delle grandi labbra e si addentra nell’oscuro antro dell’orifizio vaginale. Quando il mio pube incontra le sue natiche smetto di spingere. Il cazzo artificiale &egrave completamente affondato, per tutta la sua lunghezza, nella pancia di tua nonna. Per un attimo resto in stand bay poi incomincio a muovermi prima lentamente e poi sempre più veloce. Stantuffo il cazzo di lattice nella sua orrida vagina. Mi stendo sulla sua schiena e l’abbraccio circondandole il torace con le mie braccia. Con le mani mi ancoro alle sue mammelle. Le stringo; gli torturo i capezzoli. Tua nonna geme, urla, nitrisce, sbuffa. Il suo corpo e un continuo vibrare. In continuazione mi incita ad essere meno dolce.
‘Dai bambina. Metti più vigore. Stai chiavando tua madre. Io non sono come le sbarbatelle che ti fotti al liceo. Sbattimi con più forza.’
L’accontento. La mia azione diventa più cruenta. Più volte le sbatto il glande del fallo di lattice contro l’utero facendola gridare dal dolore.
‘Si. Continua così. Brava. Sfondami l’utero.’
Figlio mio, credimi, se avessi potuto gli avrei veramente sfondato l’utero. La galoppata dura un’eternità. Tua nonna sembra un vulcano in eruzione. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Senza darle un attimo di respiro continuo a pomparle il cazzo finto nel ventre. Smetto allorch&egrave avverto che sta venendo meno la sua resistenza. Infatti dopo aver lanciato un lungo ululato sviene abbattendosi sul divano. Le estraggo il pene di lattice dalla vagina e vado in bagno a farmi una doccia. Quello &egrave stato il giorno in cui ha inizio il mio rapporto saffico con mia madre. Da allora non abbiamo più smesso. Ancora oggi di tanto in tanto ci incontriamo nel posto dove ti porterà e diamo libero sfogo alla nostra perversione. Tuo padre non ha mai saputo. Credo invece che la mia sorellastra sia a conoscenza del rapporto che esiste tra me e mia madre. Ecco, ora sai. Mi auguro che non me ne vorrai.”

Il racconto di mia madre mi ha messo in ebollizione il sangue. Ho il cazzo che sembra voglia scoppiare.
‘Mamma &egrave stato eccitante ascoltare la tua storia con la nonna.’
Anita ha fatto scivolare la sua mano sul mio cazzo e lo ha circondato con le dita.
‘Me ne sona accorta. Vuoi mettermelo in pancia? Vuoi farti una sveltina?’
‘Più che una sveltina voglio chiavarti per tutta la notte fino a sfinirmi.’
‘Non pensi che a giorni dovrai incontrarti con mia madre e portare a termine quello che tu e lei avete iniziato. Vuoi arrivarci esaurito. Sappi che tua nonna non te lo perdonerà.’
‘Mamma, sono giovane. Due giorni mi bastano per recuperare le forze. La nonna non avrà da lamentarsi della mia prestazione. Dai, stenditi ed allarga le cosce.’
Anita non se lo fa ripetere.

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Ho trascorso una notte di fuoco. Quando mi sveglio vedo mio figlio che sta riverso sul letto a pancia sotto. &egrave nudo; ha la testa parzialmente affondata nel morbido del cuscino. Ha la bocca semiaperta e gli occhi chiusi. Sorrido. Con la mente vado alle ore della notte appena trascorsa. Le immagini si susseguono veloci. Mi vedo nelle posizioni più impensabili e sempre avvinghiata a mio figlio che mi sbatte nel ventre il suo favoloso giocattolo riempendomi la vagina di liquido seminale. Giuro che, se non avessi preso le mie precauzioni, questa notte il mio puledro mi avrebbe impregnata. Gli ho succhiato il cazzo più volte ed in una di queste ha scaricato nella mia gola il suo sperma che non ho mancato di ingoiare gustandolo. Ed ora eccolo qui, disfatto dalla battaglia appena conclusa. Ah! Questi uomini. Non hanno la benché minima resistenza. Si sentono forti e poi dopo la prima chiavata le forze cominciano ad abbandonarli. Eppure mio figlio, questa notte, &egrave riuscito a farmi godere più e più volte. Devo andare al lavoro altrimenti mi farei condurre per i pascoli ancora una volta. Con un sospiro mi alzo e vado in bagno dove faccio una calda doccia poi mi vesto e vado via. Gli ho lasciato un biglietto sul cuscino in cui gli ho scritto che lo amo. Non può non vederlo. Come mio solito, sono arrivata puntuale nel mio ufficio dove trovo già ad aspettarmi una mia vecchia amica. &egrave una collega del liceo che poi si iscrisse all’università laureandosi in ginecologia. Per un periodo di tempo siamo state anche amanti ed oggi &egrave la mia ginecologa di fiducia.

&egrave già mezzogiorno quando esco dal sonno in cui sono precipitato dopo una notte di sfrenate galoppate fatte montando la mia bella mammina. Trovo il messaggio d’amore che mi ha lasciato. La chiamo sul cellulare.
‘Ciao. Mamma ti voglio bene. Ho trovato il tuo biglietto. Vorrei che tu fossi qui.’
‘Ben svegliato amore mio; anch’io vorrei essere li con te e fare colazione gustando il tuo yogurt. Devo però contenermi. Anche tu devi essere d’accordo con me; il tuo inquilino ha bisogno di riposo. Ricordati che a giorni devi incontrarti con mia madre. Non voglio che il mio stallone faccia brutte figure. Devo essere orgogliosa delle performance del mio destriero. Quella vacca di tua nonna dovrà vantarsi di essersi fatta chiavare da un giovane torello bello, forte e ben dotato. Dovremo soffrire per pochi giorni poi ti farò dei servizietti che ti manderanno in orbita. Ti lascio perché ho una cliente che mi aspetta.’
Una telefonata di Julie mi avvisa che l’appuntamento &egrave stato spostato di un giorno. Alle mio rammarico mia nonna mi dice di comunicare a mia madre che resterò fuori non solo per tutta la giornata, ma che trascorrerò anche la notte in sua compagnia. Di avvisare la mia amante (usa l’espressione: dici alla tua amante) che durante la nostra assenza dovrà prendersi cura di Alba. Al rientro di mamma le comunico la novità. Anita ha un moto di stizza e di gelosia.
‘Che puttana. Fai attenzione. Mia madre ha deciso di divorarti. Non ti darà tregua. Fatti onore. Chiavala fino a sfinirla.’
Non so proprio come si possa fare per rendere innocua una donna del calibro di mia nonna. Quando verrà il momento staremo a vedere. Per tre interi giorni, pur dormendo nello stesso letto di mia madre, ho constatato cosa significa vivere in castità. Mamma non ha lasciato che la sfiorassi neppure con un dito. Non solo ma mi ha pure impedito di masturbarmi. La scusa &egrave che devo essere in forma per quando sua madre partirà all’attacco della mia virilità. Il sospirato giorno arriva. Con un pizzico di gelosia nella voce Anita mi fa i suoi auguri e mi lascia prendere il suo Suv HUMMER. Mi presento al cancello della villa di Julie. Busso il citofono. Una voce mi risponde.
‘Un minuto &egrave sono da te.’
Vedo una donna percorrere il viale con un incedere felino. Più si avvicina e più la luce del mattino risplende la sua bellezza. Indossa una gonna nera non troppo larga ma nemmeno stretta. Un pullover nero con una profonda scollatura a V. Occhiali da sole nascondono i suoi bei occhi neri ed un cappello a larghe falde le copre il capo. Quando mi &egrave vicina noto che ha scarpe nere lucide con tacchi altissimi e le gambe inguainate in calze velate nere con la cucitura dietro. Le labbra sono dipinte da un rossetto rosso vivo e le unghia delle mani sono coperte da smalto rosso fuoco. Non ha niente con se. Nemmeno la borsa. Dopo avermi dato un bacio sulla guancia sale in macchina invitandomi a partire. Per un attimo resto imbambolato a guardarla.
‘Ehi, piccolo, non hai mai visto una donna? Eppure hai un’amante che non ha eguali su questa terra. Dai monta in macchina e partiamo.’
Nella mia mente si apre una finestra e vedo la mia bella amante: mia madre. Ha ragione. Per quanto possa Julie essere bella e desiderabile non potrà mai gareggiare con Anita.
Monto in macchina e partiamo. Lei &egrave rannicchiata sul sedile con le spalle contro la portiera. Il suo viso &egrave rivolto verso il mio. A causa degli occhiali da sole non riesco a vederle gli occhi e quindi non posso capire a cosa pensa. Una cosa riesco a decifrare. Guardando il suo pullover e del come le calza sul torace intuisco che non ha reggiseno. Il pensiero che quel pullover sta nascondendo due grosse e belle ghiandole mammarie mi pone in uno stato di febbrile eccitazione. Julie si accorge delle mie fugaci occhiate lanciate all’indirizzo del suo petto e sorride.
‘Prendi la strada che porta in montagna.’
‘Come lei comanda mia signora.’
Dopo un’ora di viaggio fatto sui tornanti che portano in montagna Julie si stiracchia e nel farlo la sua gonna le sale scoprendo una buona porzione delle sue formidabili gambe che accavalla mettendo in luce parti di una delle sue bianche cosce. Vedo il limite delle calze e le cinghie del reggicalze. Il mio inquilino si &egrave svegliato.
‘Nonna, per favore, così mi fai distrarre. Ti prego.’
Julie si sposta verso di me. Allunga una mano e la posa sulla mia patta. Istintivamente pigio il piede sul freno. Meno male che la strada &egrave abbastanza larga.
‘Porco mondo, nonna, hai deciso di farci morire?’
Invece di rispondermi la sua bocca si allarga in un sorriso mostrandomi i suoi bianchi denti. La stretta della sua mano sul mio cazzo si fa più forte.
‘Dai non fare il puritano. Quante volte la tua amante ha manovrato la tua leva mentre guidavi? Più avanti c’&egrave un area picnic. Entraci e fermati. Stamattina non ho fatto colazione ed ho un certo languorino allo stomaco. Ho bisogno di metterci dentro un pò di vitamine.’
So dove si trova l’area di picnic, ma che io ricordi non c’&egrave nessun store o bar che possa soddisfare il laguorino di Julie. Bah! Entro nell’area.
‘Addentrati fino al limite.’
Il limite &egrave una piazzola circondata da un cespuglio. L’accontento. Si &egrave tolta gli occhiali. Ha gli occhi che luccicano. Mentre sta a fissarmi sento un’altra sua mano raggiungere quella che mi sta stringendo il cazzo. Con una fa scorrere la zip e con l’altra si addentra nell’apertura dei pantaloni. Supera lo spacco dei boxer, aggancia il cazzo e lo porta all’aria. Il suo viso ha un’espressione di compiacimento.
‘Per tutti gli dei dell’Olimpo. Ora capisco perché tua madre sbava per te. Il tuo non &egrave un cazzo &egrave un palo. In questi giorni ho cercato di immaginarmi sul come era fatto ed ora che lo vedo ti assicuro che mai avrei creduto di trovarmi di fronte ad una tale meraviglia. Non ho mai visto un cazzo così bello. Caro nipotino io e te faremo grandi cose. Vedrai ci divertiremo.’
Non so come sia stato possibile di colpo le spalliere dei sedili anteriori si ribaltano all’indietro e l’interno del suv si trasforma in un comodo ed ampio divano. Con un’agilità, che non credevo avesse, mia nonna mi &egrave sopra con la testa rivolta verso le mie gambe. Mi slaccia la cinghia dei pantaloni e me li sfila.
‘Ed ora facciamo colazione. Penso proprio che il tuo cornetto mi permetterà di bere lo yogurt di cui &egrave farcito.’
Non credo alle mie orecchie. Ha ragione Anita. Sua madre &egrave una puttana. Solo una puttana può fare discorsi del tipo fatti da Julie. Il mio cazzo ha raggiunto proporzioni smisurate. &egrave diventato duro come l’acciaio; sento il sangue pulsare con forza nelle vene che lo attraversano; mi fa male. Vedo la testa della nonna fiondarsi sul mio cazzo e baciarlo con furia. Il grosso glande &egrave uscito dal cappuccio e punta dritto alla sua bocca. Nonna con una mano mi aggancia i testicoli e con l’altra artiglia il cazzo e se lo struscia sul viso e sul collo. I suoi occhi sono chiusi. Si sta godendo le carezze del mio cazzo sul suo viso. Per un attimo interrompe l’azione.
‘Tu non vuoi fare colazione? La mia ciccina ha un favo pieno di miele. Perché non lo lappi.’
Sempre con la stessa agilità sposta il bacino sulla mia testa e mi schiaccia la sua conchiglia sul viso. Poi torna a riprendere l’azione che la sua bocca ha interrotta sul mio cazzo. Non riesco a vedere perché la gonna copre il deretano e la mia testa. Afferro i lembi della gonna e li rimbocco sulla sua schiena. Scopro così che non ha le mutande. &egrave uno spettacolo fantastico. Due grosse bianche natiche premono contro il mio viso. Non ho mai visto un culo cosi grosso. Poggio le mani sulle chiappe ed esercito una pressione verso l’esterno. Altre meraviglie si manifestano ai miei occhi. Uno scuro forellino circondato da una serie di raggi che dipartendosi dal suo centro si allargano verso l’esterno. &egrave il buco del culo di Julie circondato da un grinzoso sfintere. Sembra un fiore di prato. Poi la meraviglia delle meraviglie: la polposa vagina. E’ completamente depilata (la depilazione si estende fino a comprendere anche le parti che interessano il buco del culo). Dio com’&egrave grossa. Nemmeno mia madre ce l’ha cosi grossa. Dallo spacco che divide le grandi labbra fanno capolino le creste rosso sangue delle gonfie piccole labbra. Infine la fessurina dell’uretra sormontata dal clitoride che &egrave già uscito dal cappuccio mostrandosi in tutto il suo fulgido splendore. Non mi resta che mangiare quel meraviglioso frutto che nonna mi sta offrendo. La mia bocca comincia a baciare le parti esposte della conchiglia. Julie lancia mugugni soffocati dal cazzo che sta succhiando. Le mia labbra circondano le sue piccole labbra e dopo averle titillate con la lingua le succhio fino a strapparle altre grida di piacere. Le mie dita si posano sulle grandi labbra e le allargano. La mia lingua si proietta all’esterno della mia bocca e va ad insinuarsi nell’orifizio vaginale. &egrave tanta la libidine che pervade il corpo di mia nonna che ha un immediato primo orgasmo riversando nella mia bocca il frutto di quel raggiunto piacere. La mia lingua spazia sulle pareti dell’oscuro antro lappando tutte le sue secrezioni. Julie ha un altro orgasmo ed io ancora ne bevo il suo miele. Intanto il clitoride &egrave diventato lucido per l’eccitazione che lo pervade. Le mie labbra lo circondano, lo stringo, lo mordo. La lingua comincia a vorticare intorno a quella magnifica protuberanza che, solleticata senza intermittenza dalla mia lingua, sento gonfiarsi e crescere nella mia bocca. Comincio a succhiarlo. Lo tratto come fosse un cazzo. Gli faccio un pompino che dura una decina di minuti durante i quali mia nonna raggiunge una sequela di orgasmi i cui frutti non mi lascio sfuggire. Lappo ed ingoio lo squisito miele che esce dal favo di Julie. L’ultimo orgasmo lo ha insieme al mio. Il mio vulcano esplode ed erutta nella sua calda bocca ondate di sperma. La sento deglutire. Lo sta ingoiando. Quando l’ultima goccia di sperma &egrave uscita sento la lingua della nonna pennellare il glande. Lo sta lavando. Io non le sono da meno. La mia lingua spazia sulla intera superficie della vagina. Le faccio il ‘bid&egrave’. &egrave durante questo mio fare che i miei occhi cadono sul roseo sfintere. Il buchetto che &egrave al centro sembra un magnete. Inconsciamente la mia bocca si avvicina e le mie labbra si posano sulla corona che circondano il fiore. Nonna sobbalza. Cerca di sottrarsi.
‘Cosa vuoi fare?’
‘Nonna hai un buco del culo favoloso. Mi piacerebbe leccartelo. Se ti da fastidio smetto.’
‘Ti piace il mio culo? Vuoi leccarmi il buco del culo? Nessuno lo ha mai fatto e nemmeno chiesto. Tu sei il primo. Dio, alla mia età mi tocca farmi leccare il culo da mio nipote. Dai, fallo. Voglio sentire cosa si prova a sentire una lingua roteare sul mio buchetto posteriore.’
Julie si solleva e poggia le mani sulle mie cosce. Il suo bacino si &egrave ulteriormente abbassato sul mio viso. Non devo sollevare la testa per poggiare le mie labbra sul buchetto posteriore. La lingua si fa largo fra le mie labbra e investe in pieno il roseo forellino. Nonna lancia un grido di sorpresa. La mia lingua &egrave come quella di un serpente. La proietto in tutte le direzioni. Non un punto del grinzoso sfintere viene risparmiato. Julie sembra una invasata. Alterna grida di piacere a deboli miagolii.
‘Dio mio. Non avrei mai immaginato che si provasse un tale piacere nel farsi leccare il buco del culo. Cosa mi sono persa. Grazie mio bel torello per avermi fatto conoscere questo altro modo di godere.’
Ha impresso al suo bacino un lento movimento rotatorio. Sollevo una mano e la poggio sulla sua vagina. con le dita le artiglio il clitoride e la masturbo. Per mia nonna &egrave il colmo. Un grido da scrofa sgozzata riempie il Suv. Le unghia delle mani di Julie si conficcano nella carne delle mie cosce. Viene e riversa sul mio viso il suo piacere; si piega in avanti poggiando il petto sulle mie gambe e resta immobile per un tempo di cui perdo il suo trascorrere. Dopo circa mezzora i pensieri ritornano al loro posto. Il cervello riprende a funzionare. Julie torna a sedersi sul sedile anteriore.
‘Non ho mai fatto una colazione cosi abbondante. Mi hai riempito lo stomaco con il tuo sperma.’
‘Devi ringraziare tua figlia se ho potuto saziarti.’
‘Perché dovrei ringraziare la tua amante?’
‘Perché da quando ha saputo che dovevo venire con te non mi ha permesso di cavalcarla. Ho trascorso tre giorni di clausura.’
‘Tua madre sapeva della mia voglia di averti?’
Le raccontai del mio ritorno a casa dopo averla accompagnata.
‘Non posso crederci. Era tanto grande il desiderio di avermi che hai tradito la tua amante mentre la possedevi. Ti sei accoppiato con tua madre pensando di stare chiavando tua nonna? Quando saremo arrivati mi racconterai tutto. Dai rimettiti i pantaloni. Dobbiamo ancora viaggiare per un’altra mezzora prima di arrivare.’
Faccio ciò che dice. Mi rimetto alla guida. Nonna ha gli occhi fissi su di me, non li stacca neppure per un attimo e nemmeno parla. La sua voce si fa sentire solo quando costeggiamo un muro di cinta alto circa due metri sul quale &egrave stata fissata una barriera di sbarre di ferro alta altrettanti metri.
‘Più avanti c’&egrave un cancello. Le chiave le trovi nel vano porta oggetti. Scendi ed apri. Io guiderò il suv all’interno. Tu richiuderai. Da qui in avanti sarò io a guidare.’
Dopo aver aperto e richiuso il cancello d’ingresso monto sul fuoristrada e via verso l’interno. La strada &egrave sterrata e fiancheggiata da alberi. Dopo circa un Km vedo apparire una casa la cui facciata &egrave fatiscente. Arrivati davanti all’ingresso nonna ferma l’auto ed arresta il motore. Scende e mi invita a fare altrettanto. Si avvicina ad un albero, stende la mano verso l’alto e prende una chiave che &egrave, là, agganciata ad un ramo. La infila nella serratura ed apre. Entriamo.

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Ci troviamo in una grande stanza completamente dipinta di bianco. Julie si adopera per aprire gli scudi delle finestre. Un lungo e largo tavolo di legno massiccio occupa il centro della stanza. Intorno vi sono sedie anch’esse di legno massiccio. Sui tre lati vi sono delle porte (due per ogni parete) che presumo conducono in altri ambienti. Vi &egrave anche posto per un lungo divano e quattro comode poltrone. Un TV LED da 50′ &egrave attaccato ad una parete sotto il quale vi &egrave un mobile bar pieno di bottiglie di alcolici di ogni tipo. Gli spazi vuoti delle pareti sono occupati da dipinti raffiguranti scene del Kamasutra dal che arguisco che questo posto &egrave un luogo in cui mia nonna porta i suoi amanti occasionali. Il solo pensiero di vederla assumere una delle posizione raffigurate nei dipinti delle pareti mi mette in ebollizione il sangue. Il cazzo mi s’impenna nelle mutande. Mi avvicino a mia nonna da dietro. La circondo con le braccia e la stringo contro di me. Le poggio la mia patta sul culo facendole sentire la mia eccitazione.
‘Oh! Oh! Sei già in tiro. Abbi un po’ di pazienza e poi ci daremo ai tuoi giochi preferiti.’
Il cazzo non le da ascolto. Le mie mani si insinuano sotto il suo pullover e scivolando sulla sua vellutata pelle raggiungono le mammelle. Dio, come sono grosse! Le mie dita vanno in cerca dei capezzoli. Li artiglio e li strizzo. Julie si lascia sfuggire un lamento che ha tutto il suono di un miagolio di piacere.
‘Dai, fai il bravo. Abbiamo un’intera giornata ed una notte per soddisfare le tue e mie voglie.’
Oramai sono lanciato e niente può fermarmi. Solamente lei può arrestare la mia corsa. Non lo fa perché anche lei vuole che io continui. Lentamente la spingo in direzione del tavolo. Durante l’avanzata verso il tavolo le mie mani non smettono di pastrugnare le grosse mammelle e le mie dita continuano a torturarle i capezzoli. La mia bocca &egrave sulla base della sua nuca. Le mordo il collo. Lei nitrisce.
‘Brutto bastardo. Hai vinto. Lascia che almeno mi tolga i vestiti ed anche tu spogliati, non vuoi mica farlo vestito.’
La libero dall’abbraccio dandole cosi lo spazio necessario per spogliarsi. Anch’io mi metto in libertà. Due minuti e siamo entrambi completamente nudi. Lei ha tenuto il reggicalze, le calze e le scarpe. La guardo. &egrave la prima volta che vedo mia nonna nuda. &egrave una statua. Il paragone con la madre degli dei le dona. &egrave Giunone scesa sulla terra dal monte Olimpo. Le tette sono enormi, poderose e ben modellate. Il torace che le ospita &egrave ampio. Il ventre denuncia appena una leggera presenza di lipidi. I fianchi sono larghi e la vita &egrave stretta. Due lunghe gambe sorreggono quel favoloso corpo. Il culo ha la forma di un mandolino. Dulcis in fondo due polpose grandi labbra proteggono la meraviglia delle meraviglie: la vulva.
‘Nonna sei stupenda. Non avrei mai pensato di trovarmi di fronte ad una donna di una bellezza come la tua. Tu faresti la felicità di molti uomini e di molte donne. Sei arrapante.’
‘Adulatore. Veramente credi in ciò che dici. Non sono più una ragazzina e nemmeno una donna dell’età di tua madre.’
Mi precipito ad abbracciarla stringendola contro il mio petto.
‘Julie, l’età non conta. Tu hai un corpo da far invidia a molte ragazze di mia conoscenza. Molti uomini darebbero anni della propria esistenza pur di trascorrere un ora insieme a te. Io mi ritengo fortunato per essere entrato nei tuoi pensieri. Sapessi quante volte mi sono masturbato pensando a te fra le mie braccia.’ Intanto &egrave arretrata fino al tavolo.
‘Come vuoi che mi metta? Seduta sul tavolo o piegata in avanti a 90′?’
‘Seduta sul tavolo e con le gambe aperte a compasso.’
‘Chissà perché ma sapevo che avresti scelto il tavolo.’
‘Nonna &egrave mio desiderio sbattertelo prima nella pancia e poi ”
” e poi mi farai mettere alla pecorina e mi sfonderai il culo.’
‘Cosa te lo fa pensare?’
‘&egrave da quando mi hai leccato il buco del culo che ho capito che vuoi sodomizzarmi. Ho avuto giusto il tempo, circa mezz’ora, per riflettere sulle conseguenze che devo affrontare se ti permetto di sbattermelo nel culo. Lì, voglio dire dietro, non l’ho mai preso. Qualcuno, compreso tuo nonno, ha cercato di mettermelo nel culo ma non glielo ho mai permesso. Anche se ho desiderato farmi sodomizzare il solo pensiero del dolore mi frenava. Poi tu mi lecchi il culo e il desiderio di farmelo sfondare si ripresenta. Ho deciso. Ti permetterò di chiavarmi nel culo ad una condizione. Devi indossare il preservativo e devi lasciare che sia io ad impalarmi. Prima però voglio che mi chiavi. Per il culo c’&egrave tempo.’
‘Nonna, sei grande. Ora sono certo che io e te ci divertiremo molto. Dai siediti sul tavolo. Ho una voglia matta di leccarti la micina e di succhiarti il clitoride.’
Julie sale sul tavolo, ci si siede, solleva le gambe, poggia i talloni sul bordo e allarga le cosce. La sua polposa vulva e completamente in vista. Prendo una sedia e l’avvicino. Mi siedo posizionando la mia testa fra le sue cosce e, prima di avventarmi sulla meravigliosa conchiglia, sento la sua voce.
‘Non dimenticare di baciarmi e leccarmi anche il buco del culo.’
Come posso scordare di leccare il buchetto che tra non molto sarà mio. La mia bocca &egrave sulla vagina, la bacio. Come se un magnete fosse posizionato fra le grandi labbra della polposa figa di Julie la mia lingua viene attratta verso l’esterno della bocca e va a spazzolare la scura vulva di mia nonna. Si insinua fra le grandi labbra e vado a titillare le piccole labbra. Le chiudo in una morsa e le succhio. Abbandono quelle succose protuberanze e inoltro la lingua nell’orifizio vaginale. Le pennello le rosee pareti nettandole degli umori che copiosamente stanno secernendo. La vegliarda si lascia andare in suoni che diventano prima miagolii, poi nitriti ed infine ruggiti. I miei occhi vengono attratti da un piccolo organo che emana luccichii. &egrave il glande del clitoride. Le mie labbra lo circondano e lo imprigionano. Lo mordo. Nonna lancia un urlo che &egrave un misto di dolore e di piacere. Il cazzetto prende a crescere e più cresce più si indurisce. Incomincio a titillarlo poi lo blocco fra le mie labbra e, come fosse un capezzolo, prendo a succhiarlo. Le pratico un pompino che faccio durare svariati minuti. Intanto una delle mie mani si &egrave poggiata sulla sua vagina e tre mie dita si sono insinuate nell’orifizio vaginale e la stanno stantuffando. Con la mano rimasta libera vado in cerca del buchetto posteriore. Lo trovo e porto il dito medio al centro dello sfintere. Spingo e il dito comincia ad entrare. Continuo a spingere. Le falangi lentamente si fanno strada verso l’interno dell’intestino retto di mia nonna la quale si lascia andare in volgarità che non credevo ne fosse capace. Il suo corpo vibra come corde di violino. Ululati e nitriti mi dicono che sta godendo. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. &egrave il momento che aspettavo. Le sfilo il dito dal culo e dalla vagina; mi metto in piedi e mi posiziono fra le sue cosce. Punto il glande contro il buco del culo e spingo. Julie contrae il buchetto. Un grido.
‘No. Fermati. Non farlo. Lo voglio prima in pancia. Fammi sentire la forza del tuo ariete varcare la porta della mia fortezza. Chiavami davanti.’
Ha ragione; mi ha portato con se per essere chiavata. La voglia di sfondarle il culo mi &egrave venuta quando gliel’ho leccato stando in auto. L’accontento. Sposto il vermiglio glande indirizzandolo fra le grandi labbra. Spingo. Aiutato dalle abbondanti secrezioni di cui &egrave piena la sua vagina, il glande la perfora come stesse trapanando un pezzo di burro. Attaccato al glande c’&egrave il resto del corpo del mio cazzo che affonda lentamente nel ventre di mia nonna. Lei si solleva, mi passa le braccia intorno al collo e mi circonda i fianchi con le sue cosce stringendomi in un abbraccio con le gambe incrociate sulla mia schiena.
‘Reggimi. Continua a spingere; voglio vederlo entrare. Non ho mai visto un cazzo scivolare dentro il mio corpo.’
La sorreggo passandole le braccia sotto le ascelle. Continuo a spingere. Arrivo in fondo. Il glande &egrave contro il suo utero; mi fermo. La guardo negli occhi; le stanno ridendo. Avvicina le labbra alle mie e mi fa scivolare la lingua in bocca. La succhio, le offro la mia lingua. Con le labbra me la blocca e la succhia come stesse succhiando un cazzo.
‘Riesci a chiavarmi stando in questa posizione? Se ci riesci fallo. Voglio vedere il tuo cazzo stantuffare dentro la mia pancia.’
Non chiedo di meglio. Senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi ritraggo il bacino ed il cazzo esce dalla caverna in cui &egrave entrato e prima che fuoriesca del tutto lo riaffondo dentro fino a far combaciare il mio pube con il suo. Continuo con questo ritmo per diversi minuti. Julie abbandona la testa all’indietro. Le unghia delle sue dita affondano nella mie spalle.
‘Dai, continua a pompare; non fermarti. Cerca di resistere più che puoi. Dio come mi piace il modo in cui mi stai chiavando.’
Non ho la resistenza che lei si aspetta. Quindi devo aiutarmi. Sposto una mano dalle sua schiena e la porto fra i nostri corpi, giù fino a raggiungere il suo clitoride che stringo fra le dita mentre con un dito vado a picchiettarle, veloce, il piccolo glande. Le faccio una sega. Julie nitrisce. Ulula. Le grandi labbra della vagina si contraggono intorno al corpo del mio cazzo. Sento il suo corpo vibrare ed irrigidirsi. L’orgasmo la sta assalendo.
‘Amore ti amo. Mi stai facendo impazzire. iiiiiihhhh, aaarrrggghhh, Più veloce, muoviti più veloce. Com’&egrave bello. Dai, dai, dai. Ecco sto venendo. Siiiiiiiiiiii. Ancora, ancora. ”
Porta il suo busto contro il mio; le sue mammelle si schiacciano contro il mio torace; i grossi e duri capezzoli sembrano voler perforarmi il petto; mi stringe a se; trema. Sta godendo. Sento i suoi umori scivolare lungo la superficie del mio cazzo che nel frattempo ha eruttato dentro la pancia di mia nonna tutto il suo piacere. Restiamo così avvinghiati ancora per diversi minuti poi Julie si lascia andare distendendosi sul tavolo. Le sfilo il cazzo dalla vagina e vado a sedermi sul divano. Sono sfinito ma sono molto fiero di me stesso. Ho chiavato mia nonna e l’ho fatta godere. Mia madre sarà contenta quando le racconterò. Prima però devo realizzare l’altro mio desiderio. Devo sodomizzarla. Julie ha detto che mi avrebbe concesso di sfondarle il culo. Non uscirò da questa casa se prima non avrò messo il mio cazzo nel culo di mia nonna. Con questo desiderio nella mente mi lascio andare e mi appisolo. Ho ancora gli occhi chiusi quando una dolce sensazione mi fa tornare nel mondo dei svegli. Apro gli occhi e vedo mia nonna che si &egrave sistemata fra le mie cosce e mi sta leccando il cazzo. Mi sta guardando. Le sorrido e con la mano vado a scompigliarle i capelli. Julie continua nella sua azione. Vedo la sua lingua scorrere lungo la lunghezza del mio piolo. Una sua mano mi sta solleticando i testicoli. La carnose labbra arrivano sulla borsa scrotale; le dischiude ed avvolge le mie gonfie palline. Sento il caldo del suo alito sui miei coglioni. Prima li lecca e poi li succhia. Lancio un lungo ululato. Dopo un minuto incomincia il trattamento all’inverso. Vedo la sua lingua risalire, lentamente, leccando lungo l’asta di carne. Arriva in cima. Fa roteare la lingua intorno alla circonferenza del glande; con la punta gioca, per un tempo infinito, con il frenulo; poi apre la bocca e accoglie il vermiglio glande nel suo cavo orale. Le sue labbra lo avvolgono. La sua testa si muove verso il mio pube; il cazzo le affonda, per tutta la sua lunghezza, nella bocca. Come faccia a contenere tutti quei centimetri in bocca non so spiegarmelo. Solo una donna come mia nonna &egrave capace di tanto. Inizia a succhiarmelo. Le afferro la testa con le mani e accompagno i suoi su e giù. Il pompino ha inizio. Più volte mi porta sull’orlo del piacere e più volte mi morde il cazzo impedendomi di godere. Di colpo smette di succhiarmelo. Vedo comparire nelle sue mani un cerchietto di lattice che conosco molto bene per averlo già usato con altre donne. Lo poggia sul glande e lo fa srotolare lungo la mia asta. Mi sta calzando il cazzo con un preservativo. Quando l’operazione di calzatura giunge a compimento mi artiglia il bacino e mi tira verso di se. Mi ritrovo disteso sul pavimento e lei che mi sta seduta sul ventre. Si solleva sulle gambe quel tanto che basta ad infilare una mano fra le sue cosce, artigliare il cazzo e guidarlo verso il centro del suo sfintere.
‘Allora mio bel porcellino, ti piace quello che stai per iniziare.’
Il glande sta premendo contro il suo buco del culo. Lo sfintere si contrae. Non vuole essere penetrato. Si difende.
‘Dai, bastardo di un nipote, aiutami a farlo entrare. Non volevi sfondarmi il culo? Spingi.’
Senza abbandonare la presa sul mio cazzo, imprime al bacino un movimento rotatorio. Io sollevo il bacino e do piccole spinte. Lo sfintere incomincia a cedere.
‘Più forte. Sii più deciso. Dai che lo sento entrare.’
Do una spinta più forte ed il glande supera l’ostacolo. Julie lancia un grido disumano.
‘Dio, che dolore. Fermati. Il più &egrave fatto. Lascia condurre a me il gioco.’
Da teso che era il suo corpo si allenta. Abbandona la presa sul cazzo e poggia le mani sul mio petto. Lentamente e sempre roteando il bacino si impala. Per darle sollievo le artiglio i capezzoli con le dita e li strizzo. Cm dopo cm sento il cazzo avanzare nell’intestino retto di mia nonna. Julie ansima. Sta soffrendo. Le sue unghia affondano nel mio petto. Dopo un lungo interminabile tempo il mio pube si scontra con il bacino di mia nonna. La sodomizzazione di Julie ha raggiunto il suo culmine. Il mio cazzo &egrave completamente affondato nel buco del culo di mia nonna.
‘Julia &egrave venuto un momento che credevo di non farcela ed invece eccomi qui con il cazzo interamente piantato nel tuo buco del culo.’
Sul viso di nonna &egrave dipinta un’espressione di sofferenza.
‘Dio che dolore. Cosa sono quelle donne che affermano che farsi sfondare il culo &egrave come farsi sverginare per la seconda volta? Quando sono stata deflorata ho sentito un leggero fastidio quando il mio imene si &egrave rotto e poi &egrave stato un uragano di piacere. Invece adesso, nonostante il tuo cazzo sia tutto dentro il mio culo, non riesco a non sentire dolore. Ti prego non muoverti. Fammi abituare alla presenza nel culo di questo meraviglioso corpo alieno.’
Non mi muovo, ma le mie dita non smettono di giocare con i suoi capezzoli. Una sua mano si insinua fra le sue cosce e va sgrillettarsi il clitoride.
‘Nonna, vedrai che il dolore passerà ed in seguito ti sarà più facile farti chiavare nel culo.’
‘Già, avevo dimenticato. Me lo devi ancora pompare nel culo. Devo sentire ancora dolore. Sei proprio un sadico. Ti arrapa vedermi soffrire. Ricordati che devi star fermo. Sono io a condurre il gioco.’
Non avevo nessuna intenzione di dispiacerle. Resto di sasso con lei sopra e con il cazzo piantato nel suo culo. Restiamo in quella posizione per circa 10 minuti. Poi Julie comincia a muoversi. Il suo corpo si solleva di pochi cm e poi di nuovo giù. Un movimento che in principio &egrave accompagnato da gemiti di sofferenza e poi da silenzio assoluto. Che forza che ha questa donna. Si sta chiavando il mio cazzo nel suo culo e lo sta facendo in modo da sentire meno dolore possibile.
‘Sadico di un nipote ti ricordo che non devi muoverti. Quando starai per godere lo saprò e vedrai che ti piacerà del come il mio culo ti mungerà il cazzo.’
Il su e giù sta diventando più spedito. Sento il cazzo scivolare nel culo di nonna con più facilità. Sostituisco la sua mano che ha sul clitoride con la mia e continuo l’opera di sgrillettamento. Lei si &egrave chinata in avanti permettendo alle mie labbra di agganciare uno dei suoi grossi capezzoli e succhiarlo mentre l’altra mia mano continua a giocare con l’altro capezzolo. Oramai &egrave lanciata. Mi sta segando il cazzo con i muscoli anali. Mi porta al piacere; glielo dico emettendo un grugnito. &egrave il segnale che aspettava. I muscoli dello sfintere si stringono intorno al corpo del mio cazzo e lo mungono. Dio com’&egrave bello. Ha ragione; il piacere che mi sta dando non l’ho mai provato. Vengo. Eiaculo. Purtroppo il mio sperma si ferma nel preservativo. Mi sarebbe piaciuto irrorare il suo intestino retto con il mio liquido seminale. Glielo dico. Julie mi guarda e sorride.
‘Vuoi impalarmi senza preservativo? Sei proprio un porco. Lo farai, ma prima mi devi dare il tempo di preparare il mio buchetto a ricevere il tuo cazzo senza protezione. Ora lascia che sfili il tuo cazzo dal mio culo. Ho bisogno di andare in bagno, fallo anche tu. Avrai certamente bisogno di pulirti.’
‘Perché non facciamo la doccia insieme?’
‘Perché so come finirebbe e non ho la forza di affrontare un altro scontro.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Fatto la doccia, Julie appronta un fugace pasto a base di uova in tegamino, carne arrosto ed insalata. Tutte cose che sono già presenti nel frigo che, mi dice, &egrave sempre ben fornito. Dopo aver sparecchiato mi prende la mano e mi guida verso una delle porte. L’apre. &egrave una stanza da letto. Una volta dentro si libera dell’accappatoio e mi invita a fare altrettanto. Ci stendiamo nudi sul letto; mi abbraccia.
‘Hai avuto quello che agognavi. Ti &egrave piaciuto mettermelo nel culo? Ora tocca a me prendermi la ricompensa per essermi fatta sodomizzare. Tu mi piaci e voglio che questo giorno sia speciale. Ti darò tutta me stessa, anche l’anima. Ti amerò come non ho mai amato.’
‘Nonna, anche tu mi piaci. Tutto di te mi eccita. Voglio essere il tuo amante.’
‘Non dire scemenze. Non sarai mai il mio amante perché non ti amo. Io sono una donna che non vuole legami. Sarai comunque il mio preferito. Quando mi sentirò giù di morale ti chiamerò e tu verrai a coccolarmi. Non dimenticare che tu già hai un’amante ed &egrave tua madre. Non vorrai certamente tradirla con me?’
Smette di parlare e rovescia il suo corpo sul mio; poggia le sue sensuali labbra sulle mie e mi bacia infilandomi la lingua in bocca. Dopo alcuni minuti di guizzanti dentro fuori delle nostre lingue nelle reciproche bocche mia nonna comincia a far scorrere le sue labbra sul mio corpo. La punta della sua lingua guizza veloce su ogni cm della mia pelle strappandomi mugolii di piacere. Giunge sui miei capezzoli, li avvolge con le labbra e li succhia. &egrave qualcosa di fantastico sentirmi succhiare i capezzoli. Dopo un tempo che sembra interminabile riprende a baciarmi. Il ventre, i fianchi ed il pube sono suoi terreni di caccia. I mugolii si sono incrementati. Infine la sua lingua giunge al culmine della scorreria. Un getto caldo investe il mio glande. Uno schiocco di labbra e, nello stesso istante, un vorticare di lingua intorno alla circonferenza del mio glande mi strappano un lungo ululato. Le metto le dita nei capelli e glieli scompiglio scuotendole la testa.
‘Nonna sei brava. Mi stai facendo impazzire.’
Julie &egrave talmente indaffarata a far guizzare la sua lingua sul glande del mio cazzo che non si degna di rispondermi. Si limita ad alzare gli occhi e fissare il suo sguardo nei miei occhi. E’ qualcosa di indescrivibile vedere la sua lingua vibrare veloce sopra ed intorno al mio glande. Intanto una sua mano si &egrave posata sulla mia borsa scrotale dilettandomi con carezze leggere. Vedo le sue labbra dischiudersi; circondano il grosso glande e lo accoglie nella sua bocca senza smettere di far vorticare la lingua sulla parte superiore. Spinge la testa verso il mio pube; vedo il cazzo sparire, per tutta le sua lunghezza, nella sua calda bocca. Sento la sua lingua avvolgerlo. Comincia a succhiarmelo ed allo stesso tempo imprime un lento movimento alla sua testa. Su, giù; dentro, fuori. Che donna. Mi sta facendo un pompino e, contemporaneamente, si sta facendo chiavare in bocca. Con un veloce movimento fa roteare il suo corpo sul mio e imprigiona la mia testa fra le sue cosce. Ho, schiacciata sul viso, la vagina di mia nonna. Siamo nella posizione del cosiddetto 69. &egrave una posizione che pratico sempre ogni volta che faccio sesso con mia madre. Le circondo i fianchi con le braccia e l’attiro a me. La sua grossa pucchiacca &egrave alla portata della mia bocca. Il suo afrore mi invade le narici. Comincio a morderla. Nonna si dimena. Tiro fuori la lingua e la lecco. Le titillo le piccole labbra, gliele succhio. La sento mugolare. I suoi umori mi stanno colando sul viso. Li lappo e li ingoio. Il grosso clitoride attira la mia attenzione. Lo circondo con le labbra e lo mungo. Nonna lancia un grido il cui suono viene smorzato dal corpo del mio cazzo che si trova ad occupare la sua bocca. Le sensazioni che provo nel leccare e succhiare l’inturgidito clitoride di Julie sono estasianti. Dopo alcuni minuti di questa pratica nonna incomincia a dimenarsi. Il piacere si sta impadronendo del suo corpo. Di colpo esplode. Si lascia andare, la sua figa si schiaccia sulla mia faccia, smette di succhiarmi il cazzo e si alza reggendosi con le mani sulle mie cosce, il suo nitrito di giumenta imbizzarrita rompe il silenzio della stanza. Gode ed eiacula riversando il frutto del suo raggiunto piacere sul mio viso. Mi irrora la faccia del suo limaccioso sperma che mi precipito a lappare. E’ ancora in preda ai brividi provocati del raggiunto orgasmo che con rapidità mi libero dal peso del suo corpo e vado a posizionarmi fra le sue gambe. Punto l’indurito cazzo contro la sua vagina e la penetro. Julie mi guarda con occhi carichi di libidine.
‘Sììììì. &egrave così che ti voglio. Dammelo; spingi; voglio sentire il tuo cazzo raggiungere il mio stomaco; spaccami in due; squartami le viscere; Chiava la tua nonnina. Sarò sempre la tua puttana.’
Non la riconosco. La libidine ha avuto ragione della sua ragione. Mi lancio in una sfrenata galoppata. Nello spazio di pochi minuti raggiunge in sequenza ravvicinata altri due orgasmi. Continuo a chiavarla. La mia furia non si ferma nemmeno quando non sento più le sue grida ed i suoi incitamenti. Quando, finalmente, riesco a scaricare il mio sperma nel suo ventre mi accorgo che sotto il mio corpo ho una donna inerte. Non mi sono accorto che mia nonna &egrave svenuta. Mi sento un verme. Ho chiavato nonna Julie quando non era cosciente. Sono disteso con lei al mio fianco. La guardo ha un corpo davvero fantastico. &egrave sodo. Bianco come il latte con una pelle vellutata. Dio che donna. Sulla terra non esiste uomo che abbia giaciuto con una donna del pari di mia nonna. La sorte &egrave stata con me benigna, mi ha dato in regalo due meravigliose donne: mia madre e mia nonna. Mentre sto compiacendomi della fortuna che mi ha colpito una finestra si apre nella mia mente. Il volto di un’altra donna si affaccia da quella finestra. Un ghigno si dipinge sul mio viso. Sarebbe troppo bello riuscire ad entrare nel letto anche della terza donna della famiglia: la secondogenita di mia nonna; la sorella di mia madre: zia Alba. Sto ancora fantasticando quando un gemito accompagnato da un profondo sospiro mi annunciano che Julie sta tornando nel mondo reale. Un sorriso le illumina il volto. Mi da un bacio sulle labbra e si rannicchia contro il mio corpo poggiando la testa nell’incavo della spalla. Prende ad accarezzarmi il petto.
‘Mai avrei creduto che in famiglia fosse cresciuto un ometto ben messo e con attributi da fare invidia ad uno stallone. Sei stato favoloso. Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai cavalcato la tua vecchia nonnina come nessuno l’ha mai fatto. Mi hai chiavato fino a farmi svenire. Prima ho detto che mai ti permetterò di essere il mio amante. Mi rimangio la parola. Una lussuriosa quale io sono non può permettersi il lusso di tenere a distanza un puledro che riesce a cavalcarla fino a portarla allo sfinimento. Anita, mia figlia, dovrà farmi spazio. Da oggi non sarà l’unica a godersi lo scettro che hai fra le gambe. Vedrai, mio bel puledro, che troverò un accomodamento con tua madre. Non credo che dovrò faticare molto per convincerla. Ha lasciato che tu venissi con me pur sapendo cosa sarebbe accaduto.’
‘Nonna, Julie, fai di me l’uomo più felice della terra. Sarò sempre pronto ad accorrere ad ogni tuo richiamo e soddisfare le tue voglie di perenne vacca in calore. Ma vorrei che tu convincessi mamma a farsi ingravidare, mi piacerebbe molto avere un figlio mio partorito da Anita.’
‘Questa &egrave una cosa che ti prometto di farla. Purtroppo io non sono più feconda altrimenti mi sarei fatta ingravidare, te lo avrei scodellato io un marmocchio. La gravidanza di tua madre pone dei grossi problemi. La gente già mormora sul vostro comportamento figurati se Anita girasse per la città con il pancione. Non ci impiegherebbe molte a fare due più due. Ne nascerebbe uno scandalo di proporzioni immense. In primo luogo dobbiamo mettere a tacere le malelingue. Ho già la soluzione. Devi sposarti.’
Ho un sussulto. Le alzo il viso e la fisso. Ha degli occhi stupendi.
‘Julie, cosa ti frulla in quel tuo perverso cervello? Io sposarmi? E con chi se non ho una ragazza? Dove la trovo una disposta a sposarmi sapendo che vado a letto con mia madre e che chiavo mia nonna?’
Nonna allunga una mano e avvolge il mio cazzo con le dita. lo stringe.
‘Se vuoi avere un figlio da tua madre &egrave necessario che tu ti sposi. Una moglie smorzerebbe molte illazioni tanto più che andremmo tutti: io, tu, tua madre e tua moglie in un’altra città dove nessuno ci conosce e dove tua madre direbbe che il figlio che porta in grembo &egrave il frutto di un rapporto non protetto. In quanto alla ragazza già c’&egrave. Non c’&egrave bisogno di andare lontano per cercarla. Lei sa del rapporto che hai con tua madre e sa anche che in questo momento sei qui con me. Le piaci ed &egrave anche innamorata. So che anche a te lei piace. Non so se l’ami ma questo viene dopo.’
‘Nonna, di chi stai parlando? Chi &egrave questa ragazza che dici che mi piace? e come fa a sapere di quello che esiste fra me e mia madre? e di quello che sto facendo con te in questo momento?’
‘Oh bella. Io con questa ragazza ci vivo e ci confidiamo tutto. Sto parlando di mia figlia Alba; la sorella di tua madre; tua zia.’
Questa &egrave bella. Julie mi sta prospettando di sposare sua figlia, la donna che un momento prima ho desiderato diventasse mia amante.
‘Nonna, stai scherzando? Anche se Alba mi piace non posso sposarla. &egrave mia zia ed &egrave la sorella di mia madre e mai mi lascerebbe sposare sua sorella.’
‘Con tua madre ci parlo io; vedrai che ti darà il suo consenso. Le converrà, se vuole che tu continui ad essere il suo amante, farti sposare con sua sorella. In quanto ad Alba non porti problemi. E tua zia solo perché l’ho partorita io, ma il padre non &egrave tuo nonno. Lei e tua madre sono sorellastre. Vedrai. Dopo che sarete sposati daremo vita ad una grande famiglia che avrà lo stesso tetto come casa. Il divertimento non mancherà. Tu sarai lo stallone e noi saremo le tue giumente. Ci possiederai ogni volta che lo vorrai e noi saremo ben liete di farci cavalcare. Due di noi ti riempiranno la casa di piccoli demonietti. Ti va come soluzione ai nostri problemi?’
Mai avrei sperato che mi si prospettasse un simile progetto. Avrei avuto un harem composto da tre bellissime donne. La matura Julie che con la sua natura di donna lussuriosa mi avrebbe fatto vivere giorni di estasi; la bella Anita, mia madre, che mi ha fatto conoscere i piaceri del sesso e mi ha insegnato come gestire il mio corpo e quello di una donna; Alba, la più giovane delle tre, tutta da scoprire sia sessualmente che psicologicamente. Certo dovevo fare attenzione a non farmi travolgere dalla loro sete di sesso, ma su questo versante sono tranquillo. &egrave loro compito far si che il loro stallone stia sempre bene in salute.
‘Nonna, mi hai convinto. Puoi dare avvio al tuo progetto.’
‘Allora cominciamo con il telefonare a tua madre e la invitiamo a raggiungerci.’
Julie si protrae verso il comodino, prende il telefono e compone il numero di casa mia. Dal altro capo c’&egrave Anita che risponde.
‘Pronto, tesoro, come te la passi? ‘ Oh il tuo puledro sta bene. &egrave qui disteso al mio fianco ‘ Certo che &egrave nudo, come volevi che fosse? vestito? ‘ Sì, abbiamo fatto sesso. Il tuo ragazzo &egrave stato splendido. Pensa che mi ha fatto svenire. Senti, perché non vieni? Dobbiamo parlare; abbiamo una proposta da sottoporti. ‘ Ok, ti aspettiamo. Prenditela comoda, non affrettarti.’
Posato il telefono stende il suo corpo sul mio.
‘&egrave tempo che il tuo alieno faccia di nuovo visita alla mia pussy. Il mio ventre sta di nuovo fremendo. Voglio che tu me lo metta dentro la pancia e mi sbatti così come l’hai fatto poco fa. Voglio di nuovo svenire mentre mi stai chiavando.’
Allunga una mano fra le sue cosce, afferra il mio cazzo e lo punta fra le sue grandi labbra; un colpo di bacino ed il cazzo affonda nel suo ventre.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
&egrave mattina; il suono di un clacson mi sveglia. Lo riconosco, &egrave quello della macchina di mamma. Non ha perso tempo. Appena la madre l’ha invitata a raggiungerci non ha resistito. Muore dalla voglia di sapere. Balzo giù dal letto e mi precipito ad andarle incontro. Sapere che il mio amore &egrave arrivato mi eccita. Mi &egrave mancata. Arrivo alla porta, l’apro. Lei &egrave lì splendente della sua bellezza. Mi precipito ad abbracciarla. Anita stende le braccia e frena il mio slancio.
‘Non ti vergogni? &egrave così che ricevi tua madre? Ti sei guardato? ‘
Dio! Ho dimenticato di indossare i pantaloni. Sono nudo come un verme e con il cazzo in tiro. Farfuglio cercando di addurre scuse che non ci sono. Il pensiero di stringerla fra le braccia mi ha fatto dimenticare che in casa non sono solo. In camera da letto c’&egrave mia nonna che sta ancora dormendo. Anch’essa &egrave nuda. Non può essere diversamente dal momento che abbiamo trascorso una notte a chiavare come conigli.
Mia madre dopo aver frenato il mio slancio lascia che una sua mano scenda ad artigliare il mio cazzo. Lo avvolge con le dita e lo stringe.
‘Vedo che &egrave bello duro e pronto all’uso. Anche se &egrave passato appena un giorno mi &egrave mancato molto.’
‘Mamma anche tu mi sei mancata. Si, con la nonna ho dato libero sfogo alle mie perversioni ma &egrave te che desideravo chiavare.’
‘Non dirmi che mentre ti chiavavi mia madre con il pensiero la tradivi con me?’
‘Oh no. Julie &egrave una vera sacerdotessa del sesso. Avevi ragione quando mi hai detto che tua madre mi avrebbe divorato. Non ci &egrave riuscita perché i tuoi insegnamenti mi hanno aiutato a tenerle testa. Se ti dico che l’ho fatta svenire dal piacere mi crederesti?’
Senza lasciare la stretta sul mio cazzo Anita mi guarda sorpresa.
‘Davvero &egrave svenuta? Dio come sono contenta. Sono orgogliosa di te. Finalmente mia madre ha trovato pane, meglio dire un cazzo, per i suoi denti. Se quanto dici &egrave vero mi devo preoccupare. Conoscendola lei non ti darà più tregua.’
Mi avvicino e la circondo con le braccia. Lei continua a stringere il mio cazzo.
‘Mamma non devi preoccuparti. &egrave vero, la nonna già mi ha detto che mi vuole per amante, ma io le ho detto che sarò sempre pronto a soddisfare le sue esigenze di vacca in calore fermo restando che la mia preferita sei tu. Lei ha detto che voi due avreste trovato un intesa per alternarvi nel mio letto.’
Anita ha uno sguardo pieno di libidine. I suoi occhi sono fissi nei miei ma il suo sguardo mi sta chiedendo altro. La sua mano libera guida una mia mano fra le sue gambe fino a fermarla sulla sua figa. &egrave senza mutande. &egrave tutta bagnata. La sua vagina sta secernendo rivoli di piacere.
‘Figlio mio, non ce la faccio più. Sono tutta un fuoco. L’unico modo per spegnerlo &egrave di mettere il tuo idrante nella mia fucina ed innaffiarla fino a consumare il fuoco che mi sta divorando. Dai, chiavami.’
&egrave quello che volevo fare fin dal momento che l’ho vista. La faccio indietreggiare fino all’auto. Poi la giro e le faccio mettere le mani sul cofano motore; le sollevo il vestito portando allo scoperto le sue bianche e lisce natiche. Lei ha allargato le gambe. Il mio cazzo sembra il cazzo di un cavallo. Si agita, vibra. Lo prendo con una mano e lo guido fra le grandi labbra della vagina di Anita. Un colpo e, favorito dagli umori di cui &egrave già piena, affondo nel caldo ventre di mia madre. Un lungo ululato si propaga nell’aria. &egrave mamma che sta gridando la sua gioia. Faccio scorrere la zip del vestito e glielo sfilo. Non ha nemmeno il reggiseno. Era talmente ansiosa di raggiungerci che non ha indossato altro che il solo vestito. Mi chino sulla sua schiena; la circondo con le braccia e le abbranco le grosse mammelle. Le pastrugno. Le dita delle mie mani hanno artigliato i grossi capezzoli e li stanno torturando. Anita nitrisce.
‘Amore &egrave passato appena un giorno da che non stantuffi il tuo pistone nel mio cilindro e mi sembra un’eternità. Ora sei qui, nel mio ventre. Sento tutta la potenza del tuo cazzo squassarmi la vagina; dio, come godo.’
La sua vagina si sta riempiendo delle sue stesse secrezioni. Lo avverto dalla facilità con cui il mio cazzo entra ed esce dalla sua figa. Non sento attrito. I miei affondi sono a volte violenti ed a volte dolci. Mamma &egrave in piena estasi. Ad ogni fendente che le meno nella pancia con il mio gladio nitrisce e ulula. Sono talmente impegnato a chiavarmi mia madre che non mi accorgo di un’altra presenza.
‘Avevi talmente voglia di chiavarti tua madre che non le hai dato tempo di farla entrare in casa. Meno male che siamo ben addentro alla proprietà e lontani dalla strada. Sai lo spettacolo che avreste dato.’
&egrave Julie, si &egrave svegliata. Le grida di piacere della figlia l’hanno attirata. Anche lei &egrave nuda. Si posiziona su di un lato dei nostri corpi e si gode la chiavata. Il suo sguardo si sta riempiendo di libidine. Si sta eccitando. Sale sul cofano dell’auto e ci si siede. Allarga le cosce e strofinando il bacino sulla lamiera avvicina la sua vagina alla testa della figlia. Anita solleva la testa e la vede.
‘Mamma ci sei anche tu?’
‘Si, bambina. Vedervi chiavare mi ha mandato in ebollizione gli ormoni. Stanno danzando. Hanno bisogno che qualcuno li accompagni nella danza. Solo tu puoi dare sollievo alla mia passera. Vieni, baciala. Leccala come solo tu sai fare.’
Mamma fionda la testa fra le gambe della madre incollando la sua bocca sulla vagina di Julie che al primo contatto della lingua della figlia lancia un nitrito da cavalla imbizzarrita. Non avrei mai creduto di giungere a tanto. Io sto chiavando mia madre e contemporaneamente mia nonna si sta facendo leccare la figa dalla figlia. Vista da fuori deve essere una scena da film porno e lo spettacolo diventa più eccitante se si sapesse che le due donne sono madre e figlia e l’uomo che sta chiavando la più giovane &egrave il figlio di questa e nipote dell’altra. Andiamo avanti per diversi minuti. Nonna, sotto il sapiente lavoro di lingua della figlia, raggiunge diversi orgasmi. Mamma non le &egrave da meno. Io, invece, favorito dalla lunga notte trascorsa a chiavarmi mia nonna riesco a non venire rendendo cosi felice mia madre che si gode il galoppo del mio cazzo nel suo ventre per un periodo abbastanza lungo. Per quanto possa trattenermi devo convincermi che sono un uomo e che, avendo sotto di se il corpo meraviglioso di sua madre e con il cazzo piantato nell’infuocato ventre della stessa, non ho molta resistenza. I miei colpi nella figa di mamma si fanno più violenti e l’andatura del dentro fuori diventa un veloce galoppo che termina allorché dai miei gonfi testicoli il liquido seminale sale lungo il condotto uretrale. Così come un vulcano che va in eruzione cosi il mio cazzo riversa nel ventre di mia madre una quantità considerevole di denso sperma che le riempie la orrida vagina andando ad infrangersi contro il suo utero. Sono sfinito. Mi abbatto sulla schiena di mamma. La mia bocca e sulla sua nuca. Le mordo il collo. Anita gira la testa e mi porge la sua bocca che mi precipito a penetrare con la mia lingua. Frugo la sua cavità orale e avverto un sapore che già conosco. Appartiene a mia nonna. Mamma ha la bocca piena delle secrezioni vaginali di sua madre; li faccio miei. Le pulisco la bocca lappando quei gustosi liquidi. Quando gli ultimi brividi hanno abbandonato i nostri corpi ci ritroviamo, tutti e tre, in piedi a guardarci negli occhi; non c’&egrave ombra di vergogna per quello che abbiamo appena fatto. Ci sorridiamo e ci abbracciamo. &egrave mia nonna la prima a parlare.
‘Oggi &egrave l’inizio di una nuova storia d’amore. Ti ho invitata a venire perché, tenuto conto che tuo figlio dovrà soddisfare anche le mie voglie di donna lussuriosa e viziosa, voglio raggiungere un’intesa con te per meglio gestire le sue prestazioni di toro da monta. Non solo; devo metterti al corrente di un progetto che ho già discusso con tuo figlio e che spero incontri il tuo favore perché la sua realizzazione soddisferà: a) un desiderio di tuo figlio; b) ci permetterà di vivere il nostro rapporto incestuoso con consapevolezza e nella massima segretezza. Per farlo dobbiamo fare in modo che le allusioni vengano messe a tacere. Vieni, entriamo in casa; staremo più comodi.’
Sono in mezzo a loro due. Loro mi cingono la vita con un braccio, io ho le mani poggiate sui loro culi. Così avvinghiati facciamo il nostro ingresso in casa. Julie si distacca.
‘Vado a preparare la colazione, voi intanto fate pure quello che volete.’
Anita fissa i suoi occhi nei miei.
‘Mamma non ti dispiacerà se mentre sei in cucina io comincio a prendermi qualche anticipo assaggiando il cornetto di tuo nipote?’
‘Fai pure. Basta che non lo consumi tutto.’
Mia madre mi spinge verso il divano; mi fa sedere.
‘Allarga le cosce.’
Eseguo. Lei si inginocchia a viene a sistemarsi fra le mie cosce. I suoi occhi sono puntati sul mio cazzo che &egrave penzoloni. Allunga una mano e lo circonda con il palmo e le dita. Il calore della sua mano si trasmette al mio cazzo che ha prima un movimento incontrollato e poi incomincia ad indurirsi. Mamma china la sua testa in avanti e poggia le sue labbra sul vermiglio glande. Sento lo schioccare del classico rumore del bacio; risolleva la testa e mi guarda.
‘Spero che il tuo cornetto sia anche fornito di gustoso yogurt. Ho uno sfrenato desiderio di riempirmi la bocca del tuo sperma; voglio sentirlo scendere lungo la trachea fin giù allo stomaco.’
La sua mano lascia il mio cazzo ed insieme all’altra solleva le grosse mammelle e le porta a circondare il cazzo con la loro soda carne. Le preme contro il mio muscolo e comincia a segarmi con le tette. Sento il cazzo aumentare di volume. Si indurisce. Vedo la testa di mia madre di nuovo chinarsi in avanti; sento la punta della sua lingua darmi dei veloci colpi sul glande e poi vorticare sul frenulo e intanto continua a massaggiarmi il cazzo con le sue favolose zizze. Dalla mia bocca escono lunghi ululati. Le labbra di Anita hanno completamente fagocitato il mio glande. Le leccate hanno lasciato il posto alla suzione. Mamma mi sta succhiando il pene e lo sta facendo con maestria. Sembra che nella sua vita non abbia fatto altro che succhiare cazzi. So con certezza che gli unici due falli che hanno avuto il piacere di godere dei favori della sua bocca sono stati quello di mio padre ed il mio. Sono arrivato al limite. Stringo le mani intorno alla testa di mia madre e la blocco. Agito il bacino e le chiavo la bocca. L’orgasmo arriva; lo aspettavo. Dal glande vengono sparate possenti bordate di sperma che si perdono nella bocca di mia madre la quale non fa molta fatica per ingoiarle. La mia gioia di averla riempito la bocca del mio sperma gliela dimostro infilando la mia lingua nella sua bocca e lappare i residui di sperma che non sono scesi nel suo stomaco. Sto ancora deliziandomi della bocca di mia madre che mia nonna fa il suo ingresso. Ha le mammelle al vento ed un grembiule le cinge la vita coprendole la pancia.
‘Spero che ne hai lasciato un poco anche a me?’
‘Mamma, non arrabbiarti, ma non sono riuscita a contenermi. Era troppo la voglia di bere il suo yogurt. Potrai sempre rifarti. Lascialo ricaricare e poi vedrai come ti sparerà in gola il suo frutto.’
‘Ricordati, figlia mia, che tuo figlio non &egrave una macchina. Lui &egrave fatto di carne ed ossa ed ha bisogno di essere nutrito oltre che riposare per poter soddisfare i miei e tuoi bisogni. Lo dobbiamo noi aiutare a preservarsi.’
Detto questo Julie viene a sedersi al mio fianco.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
‘Ti ho fatta venire perché voglio esporti la mia idea. Con tuo figlio già ne ho parlato e ho avuto l’impressione che sia d’accordo. Come ti ho detto dovremo essere noi a salvaguardare le sue capacità amatorie. Se continueremo ad abusare del suo arnese così come abbiamo fatto in questi ultimi giorni di sicuro non reggerà. Saremmo noi due a perderci.’
Anita fissa sua madre.
‘Stai dicendo che mio figlio, in futuro, deve soddisfare anche le tue esigenze? Lo vuoi come amante?’
‘Si.’
Mia madre sposta il suo sguardo su di me.
‘Tu sei d’accordo? Vuoi che tua nonna divida il tuo letto con me?’
‘Mamma, pensaci, io avrei i vostri corpi nelle mie disponibilità, ma anche voi due, tenuto conto che già siete amanti, potreste sollazzarvi facendomi partecipare ai vostri incontri. Sarebbe come quando sei arrivata. Io, tu e la nonna abbiamo dato vita ad un triangolo che ha visto esplodere la nostra più recondita perversione e siamo rimasti tutti soddisfatti.’
Di nuovo lo sguardo di Anita si sposta su sua madre.
‘Come intendi dare soluzione al problema. Ricordati che hai anche un’altra figlia.’
‘Ho pensato anche ad Alba. In primo luogo dobbiamo mettere a tacere i mormorii che si stanno facendo sul vostro conto e possiamo farlo solo facendo sposare il nostro stallone con Alba.’
‘Vuoi che mio figlio sposi sua zia? Mia sorella? Mamma ti rendi conto di quello che dici?’
Nonna mi guarda e con aria sorniona torna a guardare la figlia.
‘Premesso che ad Alba piace tuo figlio e premesso che al nostro stallone non dispiacerebbe accoppiarsi con sua zia non vedo cosa ci sarebbe di male a farli sposare. Pensaci il loro matrimonio ti permetterebbe di fare il regalo più bello che il tuo giovane amante vuole da te: un figlio. Nessuno avrebbe niente da ridire; penserebbero che il bambino &egrave il frutto di un rapporto occasionale.’
Di nuovo sento lo sguardo di mia madre su di me.
‘Hai detto alla nonna che desideri avere un figlio da me; mi promettesti che non ne avresti più parlato.’
‘Anita, promisi che non ne avrei parlato con te, ma che non ne avrei parlato con tua madre non te l’ho promesso. Mamma, so che anche tu desideri farti impregnare; non reprimere il tuo desiderio di farti ingravidare da me. Dai, fatti mettere incinta.’
Mia madre si alza dal divano e va avanti e indietro per tutta la stanza. Dopo un po’ si ferma al centro stanza.
‘Ammettiamo, dico ammettiamo, che mi faccia mettere incinta da mio figlio come giustificheremo la mia gravidanza ad Alba? Di sicuro vorrà sapere? Che gli risponderò?’
Nonna senza minimamente scomporsi le rispose.
‘La verità. Le dirai che tuo figlio ti ha resa pregna. Sappi che tua sorella &egrave al corrente del rapporto che esiste tra te e tuo figlio; sa che andate a letto insieme e che lui ti chiava; come pure sa che mi trovo qui in compagnia di suo nipote e che mi sto facendo chiavare; non solo, sa anche del rapporto saffico che esiste fra me e te. Come vedi non abbiamo niente da nasconderle.’
Mia madre non parla più. Si dirige verso una delle porte, l’apre, vi entra e la chiude.
‘Nonna, credi che si sia convinta?’
‘Diamole il tempo di rimuginarci sopra e poi sapremo il risultato. Sono sicura che sarà per te positivo. Incomincia già a prepararti mentalmente a diventare un bravo maritino ed un buon padre. Sappi che ti sarò sempre vicino purché non mi farai mai mancare il tuo cazzo.’
Durante tutto il parlare che &egrave stato fatto, nonna, non ha mai allentato la presa sul mio cazzo. Mi costringe ad alzarmi e mi trascina in una delle camere da letto. mi sbatte sul letto e con una mossa da abile cavallerizza, mi scavalca con una gamba e, tenendo fermo il mio arnese, si fa penetrare. Mi da la schiena. Le mie mani salgono lungo il suo corpo e vanno a posarsi sul suo prosperoso seno. Le artiglio i capezzoli e li strizzo con violenza. Le faccio male. Nonna grida dal dolore. Mamma si precipita.
‘Ho sentito gridare. Chi si &egrave fatto male.’
Vede la scena.
‘Come posso riflettere su quanto mi avete detto e chiesto se poi vi fate trovare che state chiavando come due conigli. Credete che sia di pietra.’
Si proietta fra le cosce della madre e le fionda la testa sulla vagina. Dalla mia posizione posso solo immaginare ciò che mia madre sta facendo con la bocca alla figa di mia nonna che con i suoi nitriti da forma e corpo alla mia immaginazione. Nonna, stando sempre di schiena e tenendo il mio cazzo ben piantato nel suo ventre, stende il suo corpo sul mio dando così la possibilità alla figlia di stendersi sul suo corpo in modo da posizionare la sua vagina sulla bocca della madre. Sono messe nella posizione del 69 e trovandosi la pucchiacca di mamma all’altezza dei miei occhi vedo benissimo la lingua di mia nonna insinuarsi nella figa di sua figlia e leccarla. Dalla vagina di mia madre cominciano a colare nella bocca di mia nonna gli umori che si mostrano essere abbondanti. Non voglio essere escluso dal gustare il dolce nettare che scorre dalla figa di mia madre e che nonna sta lappando con gusto. Non so come ma riesco ad avvicinare la mia bocca alla figa di Anita e unisco la mia lingua a quella di Julie. Insieme lecchiamo e lappiamo il fiume di secrezioni che la vagina di mia madre espelle. Anita gradisce molto quello che sta accadendo fra le sue cosce ed &egrave talmente alto il suo gradimento che raggiunge una sequela di orgasmi in breve tempo e scarica il suo piacere nella bocca mia e di quella della madre. Nel godere Anita si mette seduta sulle nostre facce allargando al massimo le cosce. I miei occhi vengono attratti dal buchetto del culo. Sposto l’attenzione della mia lingua sul suo fiorellino e lo lecco. Mia madre ha un sussulto.
‘Oh, dio, mi stai leccando il buco del culo. &egrave la prima volta che lo fai. Dio come mi piace. Ti prego non smettere.’
Non ho nessuna intenzione di smettere di leccarle il buco del culo perché mi auguro che dopo questo trattamento che le sto facendo decida di farsi sfondare il culo. Julie, intanto si &egrave liberata dalla morsa delle cosce della figlia ed &egrave ritornata a sedersi sul mio ventre e con il mio cazzo ben piantato nel suo corpo. Incomincia a saltellare sul mio palo come una gazzella. Sono talmente veloci i suoi sali scendi che raggiunge una sequela di orgasmi a poca distanza l’uno dall’altro. Io mi guardo bene dal godere perché ho una piccola speranza. Una vocina mi dice che mamma mi chiederà di mettergli il cazzo nel buco del culo. Un grido da scrofa sgozzata e mia nonna raggiunge il suo più travolgente orgasmo al culmine del quale si abbatte sul letto quasi distrutta. Come si usa dire: fuori una. Non appena Julie ha liberato il mio cazzo dalla stretta della sua vagina mia madre si precipita ad imboccarlo. Lo lecca fino a liberarlo di tutte le secrezioni di mia nonna. Quando &egrave convinta che la sua lingua ha operata una accurata pulizia con la velocità di una lepre sposta il suo culo sul mio cazzo facendosi poggiare il glande contro il suo buchetto posteriore.
‘Ora non muoverti. Lascia che sia io a condurre il gioco.’
Imprime al suo bacino un lento movimento rotatorio e dando, di tanto in tanto, dei colpi verso il basso. La sento gemere e non sono gemiti di piacere, sta soffrendo per il dolore.
‘Mamma, questo non &egrave il metodo giusto per farti inculare. Se veramente desideri farti sfondare il culo lascia a me il compito. So come chiavarti il culo riducendo al minimo il dolore. L’ho fatto già a tua madre e non si &egrave lamentata troppo.’
In quella si sente la voce di mia nonna.
‘Brutto figlio di puttana, hai la spudoratezza di dire che non ho sentito dolore quando me lo hai messo nel culo. Per poco non sono svenuta dal dolore. Figlia mia se veramente vuoi che tuo figlio ti impali preparati a soffrire.’
Mia madre si mette carponi ed allarga le cosce, poggia le spalle sul letto e affonda la testa nel cuscino.
‘Dai mamma, allargami le chiappe ed aiutalo a farmi trapanare il culo.’
Julie si siede sulla schiena della figlia, appoggia le mani sulle natiche di Anita e le allarga. Il roseo sfintere con al centro il buchetto &egrave pronto a ricevere il mio ariete. una mano la metto sul suo fondo schiena e con l’altra artiglio il cazzo e ne guido il glande al centro dello sfintere. Al contatto mamma ha movimento di retrazione. La tengo ferma &egrave comincio a spingere.
‘Mamma, rilassati, non essere contratta. Vedrai quando sarò entrato ti piacerà tanto che vorrai tenerti il mio cazzo nel culo fino a farti riempire l’intestino di sperma.’
‘Per te &egrave facile parlare. Non sei tu a prenderlo nel culo ma io. Dietro non l’ho mai preso. Non &egrave come farsi sverginare davanti, la vagina &egrave elastica si adatta facilmente all’intrusione di un cazzo.’
Se voglio raggiungere il mio traguardo devo forzare i tempi altrimenti mamma si ritrarrà e non ci sarà una seconda volta. Aiutato dalla madre che continua a tenerle le chiappe allargate do una spinta più forte e con più decisione. Il glande riesce a valicare lo stretto buchetto. Il primo ostacolo &egrave superato. Un grido disumano riempie la stanza. &egrave mia madre a gridare. Il dolore &egrave stato troppo forte.
‘Anita, mamma, il più &egrave fatto. Ora mi fermo. Quando ti senti pronta continuerò l’opera di sfondamento.’
Nonna lascia le chiappe della figlia e si allontana. Io mi distendo sulla sua schiena e l’abbraccio portando le mani ad ancorarsi alle sue tette.
‘Non immaginavo si provasse tanto dolore. Una cosa &egrave sentire la tua lingua leccarmi il buchetto ed una altra e permettere al tuo cazzo di trapanarmi il culo. Mi auguro che il dolore si fermi a questo punto.’
Mi stringo di più al suo corpo, le mie mani si stringono sulle sue mammelle.
‘No, mamma, quando ti stantufferò il cazzo nel culo sentirai ancora dolore ma sarà meno intenso. Solo quando i tuoi muscoli anali si saranno allentati il dolore si attenuerà.’
Mia madre cerca di liberarsi dalla mia morsa.
‘Dai, Anita, sta ferma, non ribellarti, io non ti mollerò, oramai ci siamo. Completiamo l’opera e poi ci riposeremo. So che anche tu vuoi portare a termine quello che abbiamo iniziato. Sei stata tu a volere che io ti sodomizzassi anche se l’ho sempre desiderato.’
‘Desideravi chiavarmi il culo e non me lo hai mai chiesto? Povero coccolone. Hai sofferto molto quando ti sculettavo davanti? Sono contenta. Se avessi solo immaginato che volevi incularmi mi sarei divertita a farti vedere il mio buchetto al meglio del suo splendore.’
‘Però alla fine sono stato io a vincere. Ti sto finalmente sodomizzando. Il mio cazzo &egrave piantato nel tuo culo e fra poco mi appresto a chiavarlo.’
‘&egrave vero, ma ricorda sempre che sono stata io a volerlo. Senza il mio consenso tu il mio culo l’avresti sempre e solo sognato. Dai il dolore si &egrave calmato, affonda pure il tuo ariete nel mio culo e chiavalo. Voglio sentire il tuo sperma salire lungo il mio intestino e raggiungere il mio stomaco.’
Non chiedo di più. Riprendo a spingere ed il mio cazzo avanza nel culo di mia madre. Arrivo in fondo. Ho il pene tutto dentro al suo culo. Il mio ventre &egrave contro le chiappe di Anita che ha ripreso a lamentarsi. Un minuto di sosta e poi metto in funzione il pistone. Comincio a chiavare il suo bianco culo. Lei stringe i muscoli anali intorno alla circonferenza del mio cazzo. Le mie dita artigliano i suoi capezzoli e li torturo strappandole grida di dolore miste a miagolii di piacere. Le stantuffo il cazzo nel culo con veemenza. Mai avrei creduto di riuscire a sfondare il culo di mia madre ed invece eccomi qui con il cazzo piantato nel culo di Anita. &egrave tale la mia contentezza che i suoi lamenti di dolore non li sento più; &egrave come se fossi entrato in trance. La mia mente &egrave tutta concentrata a pistonare il mio ariete nel culo di mamma che niente mi distrae.
‘Fa presto a venire. Mi stai sventrando. Non ce la faccio più a reggere il tuo ritmo.’
‘Mamma, resisti ancora un poco.’
Un ultimo affondo e poi l’esplosione giunge improvvisa. Dal meato uretrale del mio cazzo vengono espulse potenti bordate di denso sperma nell’intestino retto della mia genitrice. Finalmente il mio sogno di sfondare il culo di mamma e di innaffiarlo con il mio sperma si &egrave realizzato. Sono soddisfatto. Abbandono la posizione ritirando il mio cazzo dal buco del culo di mia madre e mi stendo sul letto. Anita finalmente libera dal peso del mio corpo corre in bagno. Io mi guardo il cazzo e lo vedo sporco di sangue e di altra sostanza che non nomino. Anche per me &egrave urgente andare in bagno dove trovo mia madre che sta nella vasca piegata sulle ginocchia e si sta irrorando il buco del culo con acqua fredda.
‘Ho il buco del culo talmente dilatato che ci passa un treno. Mi hai distrutta. Mi brucia. Non so come farò a camminare.’
‘Vedrai che con il tempo si restringerà. Non dovrai camminare. Basta che stai a letto con le cosce aperte. Ci penserà il mio cazzo a guarirti.’
Riesco a farla ridere. Abbassa lo sguardo e vede il mio cazzo tutto inzaccherato.
‘Vieni. Entra anche tu nella vasca, sei tutto sporco, fatti pulire.’
Si concludono cosi i due giorni di escursione nella garsoniere di mia nonna. Sono stati giorni fantastici. Il primo giorno ho chiavato mia nonna e le ho sfondato il culo. Il secondo giorno fin dall’arrivo di mia madre abbiamo, con la partecipazione attiva di Julie e di mamma, dato vita ad uno spettacolo da film porno che ha avuto il suo culmine nello sfondamento di un altro culo: quello di Anita, mia madre. Peccato non ci fosse una videocamera a riprendere quello che abbiamo fatto in questi due giorni. Sarebbe stato divertente rivederci. Il mattino dopo rientriamo a casa. Julie fa il viaggio da sola. Io ed Anita facciamo il viaggio di ritorno insieme. mia madre non ce la fa a guidare. Il bruciore al posteriore non l’&egrave ancora passato.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Arrivati a casa, Anita, che ha ancora il posteriore dolorante per la trapanazione ricevuta, va dritta in camera da letto. Io invece me ne vado nel salone e mi distendo sul divano. Lascio che il mio cervello navighi nei ricordi. Come fosse un film le immagini scorrono veloci nella mia mente. Rivedo tutte i momenti salienti che mi hanno portato a possedere mia madre e farne la mia amante. A partire dalla notte che, nudo, mi distesi dietro di lei e cercai di penetrarla per poi vedermi in vacanza in Croazia dove Anita si concesse facendo diventare realtà il mio desiderio di chiavarla. Mia madre, permettendomi di amarla, mi fece il più bel regalo che mai avessi ricevuto in vita mia. Fu un estate meravigliosa. Sembravamo una coppia in luna di miele. Ci rintaniamo su un isolotto croato preso in fitto e ci dedichiamo alla lettura del Kamasutra che puntualmente trasformiamo in pratica quanto nel libro viene descritto. Torniamo dalla vacanza innamorati l’uno dell’altra e non riusciamo a nasconderlo. Poi sul palcoscenico della vita fa la sua comparsa la madre della mia amante: mia nonna Julie. Un vero vulcano erotico. Si accorge della tresca che esiste fra me &egrave mamma. Ne approfitta. Mi seduce e mi trascina a letto. La chiavo e si lascia sodomizzare. Il giorno dopo essermi inculato mia nonna, sfondo il culo anche a mia madre. Julie mi propone di sposare la sua seconda figlia: Alba, la sorellastra di mia madre. Una bella ragazza nata da uno dei tanti rapporti che mia nonna ha avuto con giovincelli che andava ad accalappiare nei dintorni di discoteche o al mare durante le vacanze o durante i suoi viaggi turistici dopo la separazione da mio nonno che, tra l’altro, non ha mai sposato. Una prassi che non ha mai smesso di esercitare. Le obietto che non posso sposare sua figlia Alba perché &egrave la sorella di mia madre. Di rimando mi risponde che Alba pur essendo nata dal suo ventre non &egrave figlia del padre di mia madre e quindi posso sposarla e che non &egrave la prima volta che due parenti si uniscono in matrimonio. In ogni caso a tutto c’&egrave rimedio. Posso unirmi ad Alba anche senza sposarla purché la ingravidi. Questo servirà a mettere a tacere le voci che corrono sul conto mio e di mamma. Sto passando in rassegna le ultime scene e gli ultimi dialoghi che sento la voce di Anita chiamarmi. Accorro. La trovo distesa a pancia sotto sul letto e completamente nuda. Mi avvicino e mi siedo sul letto. Le guardo i glutei. Sono magnifici. Li accarezzo. Sono lisci e vellutati.
‘Non ti ho chiamato per farmi accarezzare il culo. Vai in bagno, nell’armadietto c’&egrave un tubetto di crema contro i bruciori e poi c’&egrave anche un vasetto di crema vaginale emolliente prendili entrambi e ritorna. Fai presto.’
Vado, prendo e torno.
‘Eccomi. Questo &egrave quello che hai chiesto.’
Lei raccoglie le gambe, solleva il bacino e allarga le cosce. Vedo il buco del culo. Non vedo escoriazioni ne tumefazioni. Sembra intatto. Glielo comunico.
‘Mamma, non &egrave poi cosi danneggiato. Hai un buchetto ancora bello stretto.’
‘Sei un bastardo. Non immagini nemmeno lontanamente cosa si sente quando un cazzo delle dimensioni del tuo entra nel buco di un culo che non &egrave mai stato visitato. Il mio culo era vergine. Tu sei stato il primo a violarlo. Non mi dispiace essermi fatta sfondare il culo da te ma, ti giuro, che sto soffrendo. Adesso prendi la crema emolliente e spalmala intorno e sul buchetto.’
Con due dita prelevo dal vasetto un’abbondante dose di crema e la spalmo sul buco del culo di mia madre che al contatto emette un gemito di sollievo. Nello spalmare il mio dito medio si trova sul centro dello sfintere e lentamente, senza forzare, mi faccio strada verso l’interno del buchetto. Mamma se ne accorge e tenta di ritrarsi.
‘Sei un porco. Ne stai approfittando. Non hai capito che mi brucia. Toglimi il dito dal culo.’
‘Mamma, non ho cattive intenzioni, ho creduto di spalmare la crema anche sulle pareti interne del tuo buchetto; vedrai, ti sentirai meglio.’
Faccio roteare il dito nel buchetto distribuendo la crema emolliente sui muscoli anali. Anita apprezza e me lo dice.
‘&egrave vero. La freschezza della crema mi da sollievo. Quando hai finito con la crema vaginale prendi quella contro il bruciore e fammi lo stesso trattamento.’
Da bravo figlioletto che ama la sua mammina e non vuole vederla soffrire ripeto l’operazione irrorandole lo sfintere ed i muscoli anali interni della crema antibruciore. Quando finisco le do una pacca sulle natiche.
‘Anita hai un culo stupendo. Sto già fantasticando sulla prossima volta. Spero che sarà presto.’
‘Penso proprio che aspetterai proprio tanto. Dovrà passare un oceano sotto il ponte prima che mi faccia inculare nuovamente.’
Mi chino a baciarle il posteriore.
‘Staremo a vedere. So aspettare.’
Mamma raccoglie una ciabatta e me la lancia, non mi colpisce perché ho già guadagnato l’uscita. Il rito della crema sul buco del culo ed anche dentro si ripete per tutta la settimana. Ho il sentore che ad Anita piaccia farsi inculare dal mio dito. In ogni caso il bruciore l’&egrave passato e la sua vita riprende li dove l’ha lasciata prima della sodomizzazione. Anche i massaggi al suo buchetto hanno termine. Massaggi che ogni volta sono per me un tormento. Vederla li nuda e con il culo in aria mi provoca un eccitazione da dare di testa. Ho una voglia matta di chiavarla. Ma lei ha deciso di non concedersi e per non correre il rischio di lasciarsi andare mi allontana dalla camera da letto. Ritorno a dormire nel letto che avevo prima che diventassi l’amante di mia madre e con esso ritornano le seghe che mi sparavo sognando di chiavarla. Un giorno dei tanti che meditavo sulla mia sventura di essere fuori dal letto di Anita arriva una telefonata. Mamma non c’&egrave. &egrave in ufficio; rispondo. &egrave Julie. Dio il desiderio di scopare mamma mi ha fatto dimenticare la mia seconda amante. Infatti appena riconosce la mia voce una serie di epiteti mi investono.
”se non chiamavo io tu non ti saresti mai deciso.’
Mi scuso nascondendomi dietro l’atteggiamento di mamma. Julia &egrave sarcastica.
‘Poverino. Il nipotino ha il pistolino incandescente e la sua mammina non gli da la bacinella per poterlo immergere per raffreddarlo. Sei uno stronzo. Io invece ho il cilindro e non ho il pistone per stantuffargli dentro. Vieni da me che te lo faccio raffreddare il tuo pistolotto. Ti ho chiamato anche per sapere quando inviterai Alba a fare una passeggiata.’
‘Nonna, con Alba mi sarei fatto sentire il giorno dopo il nostro rientro. Purtroppo tua figlia Anita con il suo bruciore al deretano mi ha tenuto bloccato. Alba &egrave con te?’
‘No, &egrave uscita. Tornerà nel tardo pomeriggio.’
‘Prendo la moto e ti raggiungo. Aspetteremo il ritorno di Alba insieme.’
‘Nell’aspettarla come pensi di passare il tempo.’
‘Ho intenzione di riparare il tuo cilindro. Gli metterò dentro il mio pistone e vedremo se riusciamo a farlo funzionare.’
‘Sei un’amabile porcellino. Fa presto a venire che già stò bagnandomi.’
Riattacco il telefono, prendo le chiavi della moto e dopo mezz’ora sono con il dito a pigiare il campanello della villa di mia nonna. Il cancello si apre, entro e parcheggio la moto sul selciato davanti all’ingresso della cucina. Entro e trovo Julie ad aspettarmi. Mi corre incontro e si avvinghia al mio corpo, incolla la sua bocca alla mia facendo saettare la sua lingua dentro la mia bocca. Dopo circa 5 minuti trascorsi a baciarci nonna mi sbottona i pantaloni.
‘Andiamo nella mia camera, staremo più comodi.’
‘Nonna, non ce la faccio ad arrivare nella tua camera, girati ed appoggiati al tavolo.’
Julie si volta verso il tavolo vi poggia le mani, indietreggia e china il corpo sul tavolo assumendo una posizione di 90′. Le sollevo la gonna sulla schiena scoprendole le sue bianche chiappe. Mi stava aspettando, non ha le mutande. Mi accosto e le metto il cazzo fra le chiappe.
‘Mi raccomando, niente trapanazione anale.’
‘Nonna ho una voglia matta di sentirti urlare dal piacere e non da dolore, stai tranquilla niente culo.’
Sposto il cazzo e lo sistemo fra le grandi labbra; una spinta e il mio piolo affonda nella vagina di mia nonna fino alla radice.
‘Finalmente. &egrave da quando sono tornata che desideravo di farmi una chiavata con te. Mi sei mancato. Ho invidiato tua madre. Non sapevo’, dai chiavami.’
Le metto le mani sui fianchi e do inizio al dentro fuori. Le stantuffo il cazzo nella vagina a ritmo lento ma continuo. Julie si lascia andare e miagola in continuazione, dopo cinque minuti il primo orgasmo le scuote il corpo, viene, irrora il mio cazzo con i suoi ormoni. Io riesco a trattenermi e continuo a chiavarla. Un secondo orgasmo le fa visita, un nitrito e viene. Questa volta non riesco a trattenermi, ho i testicoli gonfi. Le do un colpo di bacino più forte. Nonna capisce.
‘Si, innaffiami, riempimi la vagina del tuo seme.’
Come un fiume scarico nella sua vagina il frutto del mio piacere. Mia nonna lo accoglie accompagnandolo con miagolii e nitriti. Ritraggo il cazzo dalla vagina e mi lascio andare sulla sedia. Julie si volta di scatto e si inginocchia fra le mie gambe.
‘Eh no, caro, il tuo compito non &egrave finito. La mia passera non &egrave ancora sazia.’
Fionda la testa fra le mie gambe e prende, prima, a leccarmi il cazzo e poi lo succhia. In un attimo il mio inquilino le cresce nella bocca; &egrave di nuovo duro. Poche succhiate ancora e poi si rimette nella stessa posizione di prima.
‘Sei pronto per la prossima galoppata. Dai infilamelo in pancia e riprendi a chiavarmi.’
Non mi resta altro da fare che soddisfare il suo bisogno di cazzo. Il tempo di alzarmi ed il secondo dopo il mio cazzo riprende a navigare nella sua orrida vagina. Le pompo il cazzo nella figa con una irruenza tale da farla gridare dal piacere.
‘Sì, così, non fermarti, finalmente ti riconosco. &egrave cosi che mi piace essere chiavata, mi stai spaccando in due, sfondami il ventre. Oh dio, eccolo, sta arrivando. Dio com’&egrave bello. Vengo.’
Sta godendo, la mia perversa amante sembra un’invasata, si agita e ulula come una lupa in calore. Non le sono da meno. Per la seconda volta riverso nella figa di mia nonna il mio seme. Julie si sente appagata solo parzialmente. Vorrebbe che continuassi a sbatterle il cazzo nel ventre, ma io non ce la faccio a sostenere un’altra galoppata a così breve distanza. Glielo dico. Seppur rammaricata nonna si arrende all’evidenza dei fatti. Ci ricomponiamo e andiamo nel salone ad aspettare Alba. L’attesa non &egrave monotona perché nonna mi &egrave appiccicata, mi sbaciucchia di continuo, mi tasta il cazzo da sopra i pantaloni, mi sussurra parole sconce all’orecchio, ecc., il tutto con la speranza che io mi lasci coinvolgere dal suo desiderio di farsi chiavare. Di colpo sentiamo la porta di casa aprirsi e dopo un minuto Alba fa il suo ingresso nel salone sorprendendo sua madre con la bocca incollata alle mie labbra; fa finta di niente. La guardo. Sì &egrave proprio una bella ragazza. &egrave la donna che ogni uomo vorrebbe avere per compagna. I nostri occhi si incontrano. &egrave lei la prima a parlare.
‘Ciao. Come mai da queste parti?’
‘&egrave dalle prime ore del pomeriggio che ti aspetto.’
Alba sposta gli occhi su sua madre.
‘Spero che mamma non ti abbia annoiato.’
Julie arrossisce. Le vado in soccorso.
‘Al contrario. Nonna si prodigata affinché l’attesa non fosse pesante. Sono venuto per invitarti a trascorrere una giornata lontano dalle due vegliarde. Se sei d’accordo domenica mattina passo a prenderti e andiamo al mare o in montagna.’
‘Finalmente ti sei deciso ad invitarmi ad uscire con te. Certo che ci verrò. Domenica sii puntuale. Non voglio aspettarti. Io non ho un nonno che mi rende meno pesante l’attesa.’
Che piccola troietta.
‘Che intendi dire?’
‘Niente, vero mamma? tu mi hai capito.’
Anch’io ho capito. So che lei sa che frequento il letto della madre. Julie mi aveva informato. Decido che &egrave venuto il momento di togliere le tende.
‘Allora ci vediamo domenica. Ciao nonna.’
Nonna non mi risponde. Mi avvio alla porta, Alba mi segue da vicino. Apro la porta ed esco. Alba esce insieme a me. mi giro per salutarla. Sta sorridendo.
‘Mi dispiace aver messo in imbarazzo mia madre ma &egrave stato più forte di me. Non volevo mortificarla. A me fa piacere che abbia trovato in te quello di cui aveva bisogno. Almeno pare che si sia un poco calmata. Non corre più come una volta dietro giovani puledri per farsi montare. Credo che tu la soddisfi pienamente. Anita, tua madre, dice che Julie a letto &egrave un uragano. Non mi guardare con quegli occhi da finta incredulità. So bene che madre e figlia fanno sesso lesbico. Come pure so che ti chiavi mia madre e che &egrave da qualche anno che ti chiavi anche tua madre. Sono brave a letto? Le ami?’
La schiettezza con cui mi ha spiattellato di essere al corrente della relazione che intrattengo con la madre e con mia madre mi ammutolisce. Non riesco a parlare. Riesco a proferire una sola frase.
‘Ne parliamo domenica.’
Senza nemmeno salutarla scappo. Rientro a casa e trovo mamma ad aspettarmi.
‘Ha chiamato tua nonna. Mi ha detto che sei stato a casa sua ed hai invitato la mia sorellastra ad uscire con te. Allora hai deciso? La sposi?’
Quest’ultima domanda la fa come se le dispiacesse. Mi siedo vicino a lei sul divano. Allungo le mani e le prendo il viso. Avvicino la mia bocca alla sua e prima di baciarla le dico:
‘Mamma ti amo.’
‘Anch’io. Vieni, andiamo a letto, niente fra noi due cambierà.’
Invece le cose cambiano. Mia nonna non mi cerca più; per soddisfare la sua libidine ritorna alla sua antica arte di accalappiatrice di giovani puledri. Con mia madre il rapporto dura ancora per altri pochi anni. Volevo che partorisse un figlio mio ma la ragione prevale e quindi niente gravidanza. Cede alla corte di un suo dipendente. Oggi convive con questi. Dopo un anno dalla passeggiata domenicale io e Alba siamo marito e moglie. E’ incinta. Manca un mese al parto. Abbiamo deciso di mettere al mondo una nutrita schiera di bambini. Rimpianti? Non ne ho. Rifarei tutto.
Fine

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.

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