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Racconti erotici sull'Incesto

zia Elsa

By 9 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una delle solite giornate di fine giugno, la scuola era finita e la giornata trascorreva cercando in tutti i modi di ingannare il tempo. All’epoca ero un quindicenne con le prime voglie, ma purtroppo le ragazze non ti davano più che qualche bacetto e poi del resto la mia fissazione per il sesso era legato alle donne mature.
All’epoca frequentava spesso casa mia una zia zitella e molto religiosa, si chiamava Elsa ed era la sorella di mio padre.
Fu proprio durante una delle sue visite che mentre parlava con mia madre, si lamentò che nella sua casa al mare doveva essere riparato il bagno e che si sarebbe dovuta trasferire lì per qualche giorno ma la cosa non le piaceva affatto.
Iniziò a lamentarsi del fatto che da sola affrontare tutte quelle situazioni era difficile, che pur essendo una bella donna (e lo era), non aveva mai trovato l’uomo adatto.
Io che fino a quel momento ascoltavo distrattamente la conversazione non potei non intervenire, dopotutto era mia zia e non nascondo che spesso avevo fatto strani pensieri sul suo conto.
Zia Elsa era una donnona alta un metro e settanta, con un grosso seno che mal conteneva in reggiseni d’anteguerra, vestiva sempre abiti lunghi ma lo ammetto sapevo che aveva candide cosce e un culo da favola perché qualche volta l’avevo spiata quando era in bagno.
Era molto bigotta e non mancava mai alla messa del mattino, viveva di una rendita lasciatela da mio nonno e faceva una vita molto ritirata.
All’epoca aveva circa 45 anni e per me quindicenne arrapatissimo rappresentava l’ideale di donna da scoparsi, tutto questo mi spinse perciò a offrirmi di accompagnarla al mare sperando che con l’occasione oltre a godermi un po’ di sole mi sarei potuto godere un po’ delle sue forme”
L’idea la trovò subito entusiasta e anche mia madre ne fu ben contenta perché almeno così non mi avrebbe più visto gironzolare sbuffando per casa.
Ci demmo appuntamento per il mattino dopo alle otto, in modo tale da raggiungere la casa entro un’ora visto che alle dieci sarebbero arrivati gli operai.
Passai la sera a fantasticare e a progettare ciò che non avrei mai immaginato sarebbe poi accaduto, confesso che l’eccitazione era tanta che non mancai di spararmi una segona pensando alle sue morbide forme e a ciò che le avrei volentieri fatto’
Il giorno dopo puntuale lei citofonò e io altrettanto rapidamente scesi, la visione che mi apparve mi sconvolse non poco, indossava un abitino di cotone leggero e coloratissimo e degli occhiali da sole, lei si accorse di come la guardavo e arrossì giustificandosi dicendo che voleva star comoda per il viaggio, durante il tragitto non potevo non sbirciare nella scollatura, i suoi seni bianchi erano più gonfi del solito o così mi apparivano, nel contempo buttavo occhiate sulle gambe che nel guidare rimanevano scoperte.
Giungemmo a casa e aprendola mi resi conto che di lavoro da fare ce n’era tanto, del resto era rimasta chiusa per un anno intero e bisognava aprire tutto per arieggiare, lei dopo aver aperto tutte le finestre mi fece vedere la mia camera e poi scusandosi si allontanò per andare a indossare abiti da casa, non posso nascondervi che l’occasione fu propizia per sbirciare un po’ e devo dire che fu oltre che propizia’..
In effetti dismesso l’abitino colorato che si lasciò scivolare, ai miei occhi da dietro il buco della serratura apparve il suo bel culone avvolto da un paio di mutandoni neri, ma il massimo fu quando la vidi sbottonarsi l’antiquato reggiseno e massaggiarsi le tettone che soffrivano così costrette, il mio cazzo scoppiava nella patta, ma comunque la vidi armeggiare nella valigia e tirar fuori un camicione che prontamente indossò.
Mi allontanai dalla porta e corsi in camera, lei mi raggiunse dopo un pò e pur notando il mio viso paonazzo e arrossato non sembrò farci caso, si avvicinò e accarezzandomi il viso mi ringraziò della cortesia che le avevo fatto, sorridendomi.
Dopo un po’ suonarono alla porta e entrarono gli operai che dovevano riparare il bagno, si trattenne con loro e dopo un po’ questi iniziarono anticipando che sarebbero andati via un paio di giorni almeno perciò avremmo potuto usare solo il bagno di servizio fino a lavoro ultimato.
Zia lo sapeva e rivolgendosi a me mi chiese se mi dispiaceva dover restare tanti giorni, io le dissi di non preoccuparsi e visto che c’era tempo mi sarei dedicato a cercare qualcosa da fare, in effetti approfittai della presenza delle canne da pesca del nonno e andai al porto per provare a vedere se prendevo qualcosa.
Rientrai nel tardo pomeriggio, ero sudatissimo e arrossato, per il caldo avevo tolto la maglia ed ora avevo le spalle bruciate dal sole, però ero soddisfatto avevo preso dei bei pesci e zia ne fu felicissima perché adorava il pesce fresco.
Nel vedermi tutto arrossato mi propose di farmi una doccia e cambiarmi, poi lei avrebbe provveduto a spalmarmi un po’ di crema sulle spalle rosse, così feci ed ammetto che sotto la doccia non potevo non pensare a quanto sarebbe stato bello sentire le sue mani massaggiarmi la schiena.
Uscito dalla doccia mi rivestii e non potei non notare che nel bagno in terra c’era una busta dove aveva messo alcuni suoi indumenti intimi, notai che c’erano delle mutande, le presi annusandole, l’odore acre della sua fica mi inebriò al punto che il mio cazzo già duro quasi esplose, perciò decisi al momento di non indossare le mutande ma il solo bermuda, così da lasciarlo libero.
Andai in camera e la vidi di spalle che cercava in un tiretto una crema, si voltò e non potè non sorridere nel vedere com’ero rosso, mi invitò a sdraiarmi e messasi di fianco con le sue dolci mani mi spalmò la schiena di crema.
Io di lato sbirciavo nella scollatura che lasciava intravedere le sue prepotenti poppe, libere e penzolanti e lei non so se si accorgeva dato che continuava a strofinarmi la schiena.
A un certo punto mi invitò a girarmi per poter mettere un po’ di crema anche sul petto, la cosa mi imbarazzava un po’ perché il cazzo era in tiro e si notava da sotto i bermuda ma così feci.
Iniziò delicatamente a massaggiarmi, soffermandosi anche troppo sui miei capezzoli che erano durissimi, da quella posizione e con il vestito un po’ aperto il seno sporgeva ancor di più e la cosa mi eccitava troppo, ma non potevo rischiare di rovinare tutto perciò mi accontentavo di sbirciare.
Finito di spalmarmi la crema andò in bagno lasciandomi sul letto con il cazzo duro, mi sentii una pezza ero lì con una donna fantastica che non vedeva un cazzo da una vita e non trovavo il coraggio di provarci, la scorgevo in bagno intenta a lavarsi le mani e vedevo quel bel culone che avrei volentieri preso a morsi ma tanto era e dovevo starci’..
La giornata trascorse tranquilla e io iniziavo a essere un po’ deluso dalla piega assunta dalle cose, speravo in qualcosa di meglio che una sbirciata nella scollatura o una spiata mentre andò al cesso e potei vedere dal buco della serratura il pelo nerissimo e folto della sua fica.
Comunque da buon pescatore ero paziente e pensai che appena si fosse presentata l’occasione ne avrei approfittato e così da lì a poco accadde e mi ripagò appieno della pazienza avuta.
La sera era arrivata, ci sedemmo a cena e fu molto piacevole vedere come il pesce pescato venne molto gradito da zia Elsa che lo aveva cucinato alla brace, del resto per cercare di scioglierla un po’ pensai bene di acquistare un paio di bottiglie di vino bianco frizzante che bevuto fresco ben si prestava ad accompagnare la cena.
Notai che zia di fronte a quella cena così buona e al vinello fresco si era un po’ rilassata e non poteva non eccitarmi vedere come succhiava le dita sporche di pesce, effettivamente aveva labbra grosse e carnose che mi faceva piacere immaginare avvolgere il mio cazzo duro’
Io seduto di fronte ero come estasiato, la guardavo quasi inebetito e lei pareva quasi voler provocarmi con gesti che lasciavano pensare a sviluppi interessanti.
Terminata la cena decidemmo di rilassarci un po’ stando seduti sulle sdraio in terrazzo, la serata era piacevolmente calda e così sdraiati e posizionati uno di fronte all’altro chiacchierammo un po’, sarà stato il caldo o il vino ma la vidi lasciarsi andare come mai era accaduto, nel mentre si sventolava per vampate di calore che le prendevano, iniziò a sbottonarsi il camicione, facendo in modo che i seni fossero più evidenti e aveva le gambe larghe tanto che potevo ben vedere l’interno coscia fino quasi alle mutande.
Le gote rosse e gocce di sudore che colavano sul seno la rendevano particolarmente eccitante e se non fosse stato per il fatto che non ero certo di cosa potesse accadere le sarei volentieri saltato addosso.
Parlammo del più e del meno poi decidemmo che era ora di dormire e così facemmo, non posso nascondere che passai una notte d’inferno il cazzo in tiro mi costrinse ad un segone e solo così riuscii a prender sonno.
La mattina dopo mi alzai di buon ora svegliato anche dai rumori provenienti dalla cucina, ero in boxer e senza mutande sotto, inutile dire che il cazzo era in tiro e non aspettava altro che una fregna da sfondare, in ogni caso nel dirigermi verso la cucina apparve una scena che mai mi sarei aspettato zia Elsa rivolta verso il lavandino intenta a lavare i piatti del giorno prima, indossava una camicia da notte semitrasparente e sotto aveva solo le mutande e senza reggiseno. Erano le sette e verso le dieci sarebbero arrivati gli operai per completare il lavoro, nel vedermi si voltò e un po’ imbarazzata si scusò per come era vestita, si giustificò dicendo che non pensava mi sarei alzato così presto, ma che se il vederla così mi dava fastidio sarebbe andata in camera indossando abiti più consoni. La mia risposta non tardò e le dissi che doveva stare come riteneva più comoda, ma che speravo non si facesse trovare così dagli operai che sarebbero giunti più tardi. Scoppiò in una fragorosa risata e disse che mai avrebbe pensato che il suo nipotino potesse essere geloso della vecchia zia, nel mentre si avvicinò e con una mano mi scompigliò i capelli, il gesto di alzare il braccio portò in evidenza il grosso seno e non fece altro che aumentare la mia voglia di scoparmela.
Facemmo una abbondante e ricca colazione seduti in cucina uno di fronte all’altro, io ero come estasiato e lei non potè non notarlo, ma nel contempo non faceva null’altro che provocarmi poiché a un certo punto con la scusa di raccogliere qualcosa da terra, si chinò lasciando fuoriuscire dalla scollatura il florido seno, ero eccitatissimo e questo gioco da un lato mi uccideva dall’altro rendeva più eccitante il momento in cui fossi riuscita a scoparmela.
In ogni caso terminata la colazione lei riprese a lavare i piatti, io ero di spalle e a un certo punto mi avvicinai a lei, i nostri sguardi si incrociarono per un attimo vidi il suo viso arrossire dolcemente, forse perché notò l’eccitazione che mi prendeva nel guardarla.
Le chiesi se le dava fastidio se fumavo e lei mi disse che no, anzi avrebbe gradito farmi compagnia, perciò asciugatasi le mani mi propose di uscir fuori sulla terrazza, ci accomodammo sul terrazzo e appoggiati alla ringhiera fumammo e parlammo, nel mentre io continuavo nel supplizio lanciando sguardi furtivi sul seno che poggiata sulla ringhiera quasi fuoriusciva dalla camicia da notte.
A un certo punto lei mi disse che non pensava di avere un nipote così maturo, la cosa mi piacque molto e fu così che d’istinto l’abbracciai dandogli un bacio sulla guancia. Lei prese la cosa con tale piacere che mi abbracciò cingendomi di lato e fu così che sentii il suo grosso seno sul mio corpo, non volevo perdere l’occasione perciò l’abbracciai anch’io e nel cingerla feci in modo che con le mani potessi toccare sfiorandoli dolcemente i suoi seni.
Rimanemmo così per un po’, io del resto le facevo sentire quanto il mio cazzo ad altezza del suo ventre fosse duro e la cosa pareva non dispiacerle affatto, dopo un po’ ci distaccammo e lei d’impeto mi diede un casto bacio sulle labbra, per poi rientrare considerando che avevano bussato gli operai e lei non era presentabile.

Il lavoro degli operai era quasi giunto al termine e la mia vacanza rischiava di finire con un nulla di fatto, ma non perdevo le speranze visto che il mio rapporto con zia Elsa era diventato più intimo, in effetti era più disinibita e questo lo si notava anche con la facilità con cui lei mi mostrava le sue forme non chiudendosi in bagno quando doveva far pipì ad esempio e ciò mi permetteva con una scusa di passare e vedere la sua fica o il suo bel culo. Tutto cambiò la mattina del quarto giorno, infatti alzatomi al solito presto andai in cucina, lei era lì con una vestaglietta corta e non indossava il reggiseno, mi vide e mi sorrise invitandomi ad accomodarmi perché di lì a poco mi avrebbe portato la colazione. Devo ammettere che quella vestaglietta succinta e legata davanti era molto più sexy della camicia da notte dei giorni precedenti, in ogni caso mentre facevo colazione mi annunciò che gli operai quel giorno non sarebbero venuti. Il mio cazzo era in tiro da paura e quindi ultimata la colazione le offrii la solita sigaretta da fumare con calma sul terrazzo, lei accettò ben volentieri e ci avviammo, nel mentre andavamo lei si calò per raccogliere una carta caduta e non potei non notare il suo bel culo fasciato da mutande bianche che facevano intravedere la folta e nera peluria. Lei si accomodò sulla sdraio mentre fumava e mi guardava con i suoi begli occhi, una vespa però girolonzolava e lei pensò di scacciarla con una mano ma questo infastidì la vespa che colpita cadde sulle sue gambe e la punse su una coscia. Ancora oggi benedico quella vespa perché il dolore provato la spinse ad aprire le cosce bianche e urlando mi chiese di aiutarla, io non sapevo che fare e lei mi consigliò di provare a vedere che cosa aveva poiché essendo sul retro coscia non riusciva. Le dissi che era tutto gonfio e che avrei potuto, se lei me lo permetteva di succhiar via il pungiglione, era talmente il dolore che arrossendo acconsentì, mi fiondai e nel mentre succhiavo con le mani accarezzavo le cosce bianche, mentre succhiavo mi resi conto dell’odore acre che la sua fica sempre più bagnata emanava. Probabilmente il succhiare le aveva provocato una certa reazione e non potevo non immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco, infatti dopo un po’ tutta arrossata mi disse che stava meglio e che non serviva che continuassi,mi rialzai e notai che l’agitazione e i bruschi movimenti le avevano in parte aperto la sottile vestaglia che ora faceva vedere buona parte dei seni e di uno si vedeva finanche un capezzolo. Rientrammo in casa, lei non accennò a ricomporsi anzi alzò la vestaglia massaggiandosi la parte dolorante, il che lasciava intravedere le mutandine bianche non potei a quel punto far altro che avvicinarmi cingendola dalla vita e con la scusa di consolarla iniziai a baciarle il collo in modo voluttuoso. Lei pareva non reagire e mi lasciava fare fin quando non decisi di tentare il tutto per tutto, infatti nel cingerla allungai le mani sul bordo della vestaglia e le tirai fuori il seno iniziando a carezzarlo delicatamente. La cosa pareva piacerle non poco, tanto che a quel punto mi misi di fronte e guardandola negli occhi, la baciai. Per un attimo lei mi scostò abbassando lo sguardo e cercando di coprirsi al meglio, ma io accarezzandole il viso le dissi”zia Elsa ho voglia di te” e lei un po’ imbarazzata mi rispose”ma è folle ciò che stiamo facendo e forse è colpa mia” non le diedi modo di proseguire e la baciai di nuovo, a quel punto lei rispose al mio bacio spalancando la bocca carnosa. Fu un attimo interminabile, le nostre bocche parevano inseparabili, mentre con le mani le stringevo il grosso seno i cui capezzoli erano durissimi per l’eccitazione, lei era sempre più eccitata, fu così che con dolcezza allungai una mano per cercare la sua fica scostando un po’ le mutandine. Era fantastico sentire quanto fosse umida e carnosa, ogni volta che inserivo il dito sul suo viso si notava una smorfia di dolore, mi chiese di far piano ed io ubbidendole delicatamente continuavo a stuzzicarle il clitoride. Mi ritrovai ad un certo punto con la mano piena del suo nettare e dopo essermi leccato ciò che restava sulla mano, mi abbassai e sfilandole dolcemente le mutandine bianche, iniziai a leccarle la fica, il godimento la faceva impazzire e ad un certo punto mi pregò di smetterla. Io non curante continuai anzi la feci girare e iniziai a leccarle dolcemente l’orifizio anale, era in preda agli spasmi, ma la vista di quel culone bianco mi eccitava troppo, perciò preso dall’impeto mi sfilai i boxer e inserii nella fica umida e calda il cazzo che quasi esplodeva. Lei urlò qualcosa ma la cinsi così forte che non le permettevo di staccarsi da me, compresi che non era più vergine ma mi resi conto che quella fica era da troppo che non veniva sfondata, dopo qualche attimo di resistenza fu lei a tenere il ritmo e nel frattempo mi urlava”Oddioooooooooo oddioooooo”. Era in preda a orgasmi che la rendevano inerme, in quel momento avrei potuto farle di tutto ma non volevo far finire tutto subito, perciò sfilato il cazzo bagnato dei suoi umori la invitai a girarsi e baciarmi nuovamente. Era sudatissima ma soddisfatta, mi impugnò il cazzo nelle mani e mi disse”Mamma mia che bel cazzone il mio bel nipotino, fammi vedere un po’ da vicino questa bella mazza”, in un attimo si calò e lo succhiò avidamente, non ero in grado di contenermi e dopo un attimo sborrai e lei che lo aveva compreso lasciò che la sborra le colasse in viso, prima di iniziare a spalmarsi tutto il mio seme sul seno e leccare quanto era rimasto sulle dita. Eravamo esausti ma sazi e non intendevamo fermarci a questo ma questa è un’altra storia….

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