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Racconti Erotici

27 Giugno – Vecchi racconti di ErosItalia

By 27 Maggio 2022No Comments

Sono le 20, la serata con le mie amiche è stata noiosissima e quindi decido di entrare in questo cinema dove stanno proiettando un film di cui mi sono piaciuti moltissimo i provini. Entro, la sala è quasi deserta, mi siedo nelle ultime file mentre in sala si abbassa lentamente la luce per dare inizio allo spettacolo. Non sono ancora terminati di sfilare i titoli che vedo un uomo sedersi a due poltroncine di distanza da me. Mi volto e vedo che mi fissa costantemente. Mi sembra anche che mi sorrida ma non ne sono sicura e quindi rivolgo la mia attenzione al film che sta per iniziare. L’uomo si avvicina di una poltroncina, continuando a fissarmi, almeno così mi pare da ciò che intravedo con la coda dell’occhio “Ma allora è proprio vero che il mondo è piccolo, anche tu qui” Mi volto nuovamente verso di lui mentre si siede al mio fianco: solo adesso riconosco il tassista che pochi giorni fa mi ha accompagnata a casa facendomi trascorrere un fine serata veramente entusiasmante. “Scusa, ma non ti avevo riconosciuto” “A me sembrava di averti riconosciuta sin da quando sei entrata ma poi si è fatto buio e prima di sbagliarmi di persona ho voluto sincerarmi che fossi veramente tu. Cosa ci fai qui porca? Non dirmi che sei a caccia di avventure” “Veramente ero entrata per vedere il film” “Tu guarda pure il film, ma intanto fammi vedere le cosce” Accavallo le gambe ma sembra che a lui non basti, infatti dopo aver afferrato il lembo inferiore della gonna lo tira verso l’alto facendo in modo che le mie gambe restino completamente scoperte “Adesso va meglio” Sento la sua mano posarsi sulla mia coscia e iniziare a carezzarla lentamente verso l’alto. Rimango impassibile, vorrei veramente vedere questo film anche se credo che mi sarà ben difficile portare a fine questo mio desiderio. “Senti che effetto mi fanno le tue cosce” mentre parla prende la mia mano e la posa sui suoi pantaloni all’altezza di una prepotente erezione “Te lo ricordi? Sembrava che alcune sere fa tu ne andassi matta” “Me lo ricordo, ricordo sempre gli amici che sanno come farmi godere”. Incuriosito dai nostri movimenti si avvicina a noi un uomo che non smette neppure per un attimo di sbirciarmi le gambe “Che ne dici allora di andarcene fuori” “Va bene” Ne ero sicura, non riesco più a rinunciare ad un uomo, specie se questo si confà perfettamente ai miei gusti e quest’uomo era riuscito a farmi godere proprio come piaceva a me. Usciamo dal cinema “Sei in macchina?” “Si” “Prendila ti aspetto davanti a quel distributore, poi seguimi” “D’accordo” Si avvia per le strade della città sino ad arrivare nei pressi della stazione centrale per entrare nel parcheggio dei taxi, lo vedo confabulare con alcuni uomini che stavano parlando fra di loro, ne prende un paio in disparte, li fa salire sulla sua auto e continua a parlare con loro, poi riparte avviandosi verso una piazza dove ripete gli stessi gesti di prima con altri suoi colleghi, ripartiamo nuovamente, stavolta ci dirigiamo fuori città e arriviamo in un piccolo paesino, si ferma e scende avvicinandosi alla mia auto “Adesso và avanti tu, finito il paese vedrai un ponte e poi subito sulla destra una strada sterrata, prosegui sinché non metterò gli abbaglianti, lì fermati e inizia a passeggiare, ci sono anche qui dei guardoni ma il posto è molto meno pericoloso di quello dove volevi esibirti la scorsa sera” Faccio come dice mentre lo vedo seguirmi. Entro nella strada sterrata e procedo lentamente sino ad uno slargo dove vedo il segnale convenuto. Scendo e dopo aver chiuso la macchina mi avvio a piedi per il sentiero che deve costeggiare un ruscello, almeno dal rumore che sento, alla mia sinistra. La luna piena rende chiaro il paesaggio e penso che mi renderà ben visibile agli eventuali guardoni presenti. Poco dopo vengo abbagliata da dei fari di due auto, mi volto per darmi alla fuga tornandomene alla mia macchina, ma una terza auto mi abbaglia alle spalle: sono circondata. Dalle due macchine che ho di fronte a me scendono due uomini, uno per auto “Cosa sei venuta a fare da queste parti” “Niente, volevo solo fare quattro passi” “Davvero? Ma senti senti! Noi invece siamo qui ad aspettare qualcuno che ama la perversione. Lo sanno che qui ci siamo noi guardoni e vengono apposta a farsi vedere mentre scopano e a volte ci offrono anche le loro donne” “Volevi fare quattro passi, bene allora vai pure, il sentiero è tutto tuo” Impaurita mi allontano, seguendo ancora il sentiero. Mi trovo in una radura circondata da un boschetto e decido di aspettare qui un po’ di tempo prima di tornarmene alla macchina. Sento dei passi nel boschetto dietro a me e inizio a camminare svelta, sempre seguita da dei rumori che denunciano la presenza di qualcuno La cosa si prolunga sino a che mi accorgo di essermi smarrita nel bosco. La paura mi impedisce di andare oltre. I rumori si fanno vicinissimi, oramai sono proprio dietro di me. “Fatti i quattro passi?” Sono sempre loro quelli delle auto di poc’anzi “Si, e ora vorrei tornarmene a casa” “Sai, siamo stati sfortunati, stanotte non si è visto nessuno, ma potremmo rimediare con te” Di colpo vengo illuminata da alcune torce. Non vedo più niente, sono di nuovo abbagliata, sento dei passi avvicinarsi sino al mio fianco, un uomo con una calzamaglia sul volto mi accarezza “E tu sarai così gentile da farci divertire vero?” Ho paura e al tempo stesso sono eccitata “Non è davvero male, sapete?” dice rivolgendosi ai suoi compari e poi stringendomi i seni “Ed è anche bella soda, che ne dici bellezza di farti vedere?” “Non voglio” Una mano colpisce violentemente il mio volto “Sicura?” mi domanda mentre inizia a far salire la gonna Mi divincolo cercando inutilmente di liberarmi “Lasciami porco” La gonna mi viene strappata di dosso liberandomi della sua presa, ne approfitto per scappare, mi rincorrono “Prendiamola” Mi ritrovo nuovamente nelle sue mani stavolta è la camicetta a finire a brandelli in terra prima che possa riprendere la mia fuga “Toglile il reggiseno, dai, vogliamo vederle le tette” infatti dopo avermi di nuovo raggiunta e fatta bersaglio di una nuova sonora sberla che mi fa capire quanto sia inutile ribellarmi lo sento armeggiare con la chiusura del reggiseno sinché anche questo indumento non abbandona il mio corpo “Lasciala andare, vediamo se è così brava da sfuggirci” Mi lascia libera di riprendere la mia corsa “Guarda come le ballano le tette mentre corre” poi di colpo i fasci di luce delle torce si spengono smettendo di rivelarmi la loro presenza. Adesso cammino piano per non far rumore, mi piace questo gioco, anche se ho sempre un po’ di paura. Ad un tratto da un cespuglio sbucano due mani che si impossessano del mio seno “Belle tette, fammele sentire” Mi libero repentinamente ma così facendo cado nelle braccia di un altro dei miei inseguitori. Vedo luccicare nel buio la lama di un coltelo “Ferma ” La lama taglia l’elastico delle mutandine. Nuda riprendo a correre ma la cosa dura molto poco: il mio fuggire viene bloccato da due giganti che si piazzano davanti a me “Noi invece vogliamo sentire il culo” e mi danno una sonora pacca. La paura invece di crescere sta svanendo e ho sempre più voglia di sentirmi nelle mani di uno di loro per provare l’ebbrezza di quel tocco fugace e violento, prima di riprendermi una pausa di libertà nel tentare la fuga di cui anch’io comincio a non volere il successo Di nuovo delle torce si accendono su di me, seguite da tutte le altre “Fatti vedere adesso che sei nuda” l’uomo col coltello si fa vicino e la punta della lama viene a contatto con uno dei miei capezzoli eretto dall’eccitazione sin quasi a perforarlo “Mhggggg” mi scappa un gemito “Inizia a piacerti vero, lo avevo visto subito che eri una troia”. La lama accarezza tutto il mio corpo donandomi dei forti brividi che sconfinano in contrazioni nella zona del mio ventre, dove si sta lentamente avvicinando la punta del coltello, sino a andare a carezzare il clitoride. Rimango immobile “Vuoi che ti faccia un ditalino con questo?” “No!” “Allora fallo da sola ma attenta a non fare la furba, altrimenti…” e come per sottolineare la minaccia mi fa sentire il coltello che ha raggiunto il mio sedere ed è alla ricerca del forellino contratto. Ecco, lo ha trovato e sento che mi grafia “Muoviti o ti apro in due” Inizio a masturbarmi di fronte alle torce che mi illuminano “Così puttana, muovi bene quella mano” “Forza facci vedere come ti tocchi” “Dai porca voglio sentirti godere” “Ahg” sto provando un piacere smisurato, alimentato anche dalle loro parole. Il coltelo si allontana dal mio culo, oramai sanno che mi piace e si divertono ad inveire su di me “Mhg” esterno il mio godimento fra le loro facce compiaciute. Muovo il bacino ancheggiando notevolmente e questo deve piacere loro moltissimo “Continua a muoverti, dai così” “Godo” mi abbandono completamente al piacere che si impossessa di me. Appagata guardo verso di loro ma le torce mi impediscono di scorgere i loro volti. “Lasciamola libera di muoversi, vediamo cosa fa” Il coltello abbandona il mio culo, inizio a camminare cercando di ritrovare la strada che porta alla macchina “Guarda come muove il culo” “Ehi signora ha perso i vestiti” mi volto “Lo so ma va bene così, non credete?” “Certo che va bene” “Vi piace così tanto guardarmi?” “Ci puoi giurare ” Riprendo a camminare ancheggiando ancora di più. Mi si avvicinano due e prendendomi con le loro mani sulle chiappe “Possiamo accompagnarla?” “Si grazie” “Senti come muove queste chiappe” “E come sono sode. Aiutiamo la signora a camminare” Le loro dita si introducono nel mio culo e cercando di sollevarmi da terra le fanno penetrare sempre di più. Il mio passo si fa più lento per poter godere di questa nuova penetrazione, anzi mi soffermo e mi fletto in avanti per favorire l’avanzamento delle dita. “Spingi maiala, inculati da sola” Lo faccio mugolando dal piacere ma loro sono svelti a togliere le dita prima che possa raggiungere l’orgasmo, adesso prendono a sculacciarmi in maniera decisa. Resto col busto flesso in avanti godendomi quei colpi in tutta la loro potenza. “Stai da sola?” “Si” “Bene che ne dici di invitarci a casa tua?” Un colpo ancora più forte degli altri sollecita la mia risposta “Va bene” “Torniamo alle macchine ragazzi la signora ci ha invitati a casa sua” arriviamo allo spiazzato dove ho fermato la mia auto “Tu vai dietro con lui io guido indicami la strada” Dalla borsetta prendo le chiavi apro e le passo al conducente mentre le altre auto sono già in moto pronte a seguirci “Accomodati troia” Mi siedo a fianco dell’uomo che ha un calzamaglia identica a quello che mi minacciava col coltello “Allarga le cosce e tienile ben aperte” Inizia a divertirsi con la mia vagina completamente bagnata soffermandosi sul clitoride che prende a stringere fra pollice e indice in maniera violenta per poi iniziare a tirarlo ad intervalli più o meno regolari facendomi sobbalzare sul sedile. Indico la strada all’autista e dopo avermi fatta godere almeno un paio di volte arriviamo al cancello di casa. Apro col telecomando ed entriamo seguiti dalle altre auto che ci seguono, arrivati al portone l’auto si ferma ed io ne discendo completamente nuda avviandomi ad aprire. Passo fra gli uomini delle altre auto e riconosco il tassista, cosicché in me svanisce anche quel residuo di paura che mi era rimasta. Arrivo al portone ma, visto da chi sono stati portati e anche forte delle esperienze che mi hanno fatto vivere nel bosco capisco che ciò che può attirare la loro attenzione è nel seminterrato e quindi è lì che mi dirigo “Vi faccio strada” Apro la porta che conduce al seminterrato e li guido verso la stanza in cui il tassista mi fece godere moltissimo. Una volta che la stanza si presenta ai loro occhi sento uno di loro esclamare “Credo che non ci sarà occasione di annoiarsi con questa troia, guardate come è organizzata” “Ve lo avevo detto no?” è il tassista che parla e fattosi vicino a me “Ed ora preparati a soddisfare ogni nostro desiderio” “Come desidera” “Mettetela alla gogna” Mi sento afferrare da alcune mani molto forti che mi portano allo strumento di tortura imprigionandomici “Chi si vuol servire per primo di questa fica vogliosa?” Le mie reni vengono strette da due mani grosse e possenti che mi tirano indietro sino quasi a farmi strangolare col legno che mi serra il collo poi il cazzo dell’uomo si fa strada nella mia vagina prima lentamente poi aumentando progressivamente il ritmo dei suoi colpi. Non rimango insensibile e inizio a partecipare al coito dimenando i fianchi per consentire una migliore penetrazione di cui mi sto godendo gli effetti. Uno di loro si piazza di fronte a me e mi dà da baciare due dita tenute strette fra loro “Ti piacerebbe avere un bel cazzo al posto delle dita vero puttana?” “Si” “Chiedilo, supplicalo troia” “Dammi il tuo cazzo ho voglia di succhiarlo” Lo vedo estrarre il suo cazzo gonfio di desiderio dai pantaloni e avvicinarlo alla mia bocca pronta per assaporarlo. Il suo sapore funziona da afrodisiaco aumentando il livello del mio piacere. “Godo” l’uomo che sta dietro a me con un urlo rivela il momento fatidico in cui mi riempie del suo seme caldo. “Anch’io!” anche la mia bocca ora è colma di sperma. Vedo che alcuni di loro stanno preparando delle corde che sono ancorate al soffitto, mi liberano dalla gogna e mi legano i polsi alle corde tirandomi in alto, rimango quasi sospesa, riesco a toccare il terreno solo con le punte dei piedi “Allarga le cosce maiala” Infilano un cono sotto alla mia fica: è un grosso cono di legno che mi obbliga a tenere molto divaricate le gambe. Debbo tenermi saldamente sulle punte dei piedi o verrei infilzata da quel terribile arnese che si allarga sempre di più: non immagino pensare cosa potrebbe succedere se mi impalassi sopra. Da dietro iniziano a frustarmi sulla schiena e sulle natiche mentre le corde vengono allentate, ora debbo tenermi solo con la forza delle gambe e le frustate non è che mi aiutino molto a mantenere la concentrazione necessaria per rimanere in equilibrio. Sento le gambe cedere e infatti la punta del cono inizia a penetrarmi, non è doloroso ma è appena l’inizio. “Vediamo quanto resisti prima di impalarti su questo cono” “Mi farete spaccare tutta” Un dito si diverte a giocare col mio sedere percorrendone il solco alla ricerca del mio ano che presuppongo si accinga a penetrare. “Vi prego” Sento le loro risate echeggiare nella stanza. Non ce la faccio più a tenermi sulle gambe e cedo di altri millimetri facendo penetrare ulteriormente in me il cono “Ahg” mi sta entrando sempre più in profondità annullando le mie capacità di resistenza che sono oramai quasi nulle, infatti sento che sto calando ancora di più permettendo alla estremità del cono di avanzare in me “Ahg” le mie urla divertono gli uomini che mi si fanno vicini per godersi al massimo lo spettacolo che sto loro offrendo. Mi sto dilatando in maniera impressionante ma il dolore inizia a offrire il passo al piacere che mi prende sempre di più, mi piace la sensazione che mi dà il sentirmi così oscenamente dilaniata nella mia intimità “Facciamole il culo rosso a questa porca” Le loro mani si abbattono sul fondo schiena, che mi guardo bene dal sottrarre ai loro colpi per non peggiorare la mia già precaria situazione. “Non resisto più, liberatem” Mi sento spaccare in due, darei non so che cosa pur di liberarmi da questa posizione. “Farò ciò che vorrete ma liberatemi” “Hai detto tutto vero?” “Si” “Bene liberatela” Mi alzano di peso sfilandomi dal cono la cui sommità vedo luccicare delle mie secrezioni “Lecca il cono maiala, lecca la tua sborra troia” Obbedisco flettendomi verso il cono con tutti gli uomini che si posizionano dietro di me per guardare quanto sia dilatata la mia fica “Guardate che fogna” “Ci entrerebbe un braccio” “Proviamo” Una mano entra quasi senza difficoltà, la sento risalire nella mia vagina “Guardate come entra bene” “Ti piace vero?” “Si” Effettivamente sto godendo “Muoviti cagna, facci vedere come apprezzi le nostre attenzioni” “Sì, guardatemi maiali, guardate come godo, guardate come mi piace, ho una mano che mi sta sfondando e godo immensamente, sono una puttana, mi piace essere usata, farvi divertire, vedere che avete il cazzo duro per me” Uno di loro arriva con un vibromassaggiatore grossissimo “Adesso per farci felici te lo prenderai tutto nel culo mentre ti scoperemo a turno” Vedo che lo lubrificano poi, mentre la mano sparisce dalla mia fica, sento il cazzo di gomma iniziare ad aprire il mio culo “Umhg è grosso” ma intanto spingo per aiutare il suo ingresso “Tutto, devi prendertelo tutto dentro” “Porci” Lo sento penetrare sempre più profondamente “Scopatemi, chiavatemi, non ne posso più” “Toccati maiala, facci vedere quante dita ti metti dentro” La mia mano si dirige verso la vagina fradicia di umori e inizia a penetrarla con due, tre, quattro dita, entrando ed uscendo con sempre maggior velocità sino a che non vengo travolta da un terribile orgasmo. Il cazzo di gomma prende a vibrare con forza portandomi vicina ad un nuovo orgasmo che mi prende con una violenza inaudita lasciandomi priva di sensi. Al mio risveglio sento un cazzo nella fica che mi sta fottendo con maestria mentre gli altri uomini in cerchio si masturbano di fronte a me. Il suo sperma mi colpisce l’utero, strappandomi un urlo di piacere, piacere mantenuto vivo da una nuova introduzione di un cazzo duro come il marmo nella mia ospitale fica. I miei gemiti, i miei spasimi di piacere riecheggiano nella stanza sino a che tutti gli uomini non hanno depositato il loro contributo di sperma nelle mie viscere, solo allora mi lasciano sfinita sul pavimento È una tregua di breve durata “Vieni qua da noi puttana” Si sono seduti su un divano su cui il mio padrone si siede normalmente per rimirare il mio corpo tenuto prigioniero dai suoi strumenti. Mi alzo con difficoltà e inizio ad avanzare verso di loro mentre sento lo sperma iniziare a scendermi lungo le cosce “Guardate la troia come cola” “Allarga bene le gambe puttana vogliamo vedere colare tutto la nostra sborra sulle tue cosce” Mi fermo immobile di fronte a loro e allargo le gambe in modo che lo sperma abbia via libera al suo defluire verso il basso bagnandomi le cosce al suo passaggio. Lo sento scendere lentamente sotto gli sguardi rapiti degli uomini che si eccitano per questa mia ulteriore esibizione. Il sentirmi i loro occhi puntati sul mio corpo fa salire ancora di più la mia eccitazione, sempre che ciò sia possibile visto lo stato in cui sono. Il rigagnolo di sperma arriva al polpaccio, mi guardo, ho le cosce interamente solcate da un segno argenteo che disegna le curve delle gambe. Mi fletto in avanti e con le mani accarezzo le gambe cercando di raccogliere quel liquido semidenso del cui odore mi inebrio. Lo posso raccogliere nel palmo delle mani che tenendo a mo’ di coppa porto verso il viso, annusando voluttuosamente prima di assaggiarlo. “Sei una porca, avanti, facci vedere come ti piace” Lo degusto lentamente cercando di assaporarlo nelle minime sfumature di sapore che hanno generato quell’inusuale cocktail. L’eccitazione riprende ad essere altissima, il mio comportamento ha avuto l’effetto di ridare vitalità ai membri esausti di tutti gli uomini presenti che fanno a gara per incitarmi nel continuare in questo mio atteggiamento che dimostrano di gradire moltissimo. Mi avvicino al divano fermandomi vicinissima a loro. Mi volto donando la visione del mio lato posteriore e mi fletto di nuovo per dar loro modo di guardare la fonte da cui sgorga il liquido che loro stessi hanno riversato in me. Non riesco a capire quante siano le mani che mi accarezzano le chiappe in modo tenero e violento, so solo che generano nuove ondate di piacere che non oso neppure per un istante cercare di reprimere anzi do libero sfogo ai mugolii che salgono alla mia gola. Non riesco neppure a stare ferma e inizio a scodinzolare come un cagnolino felice per le attenzioni a cui è sottoposto “Che ne dite di farcela ancora questa porca?” “È quello che chiede, non vedi come ci sta invitando a chiavarla?” “Apriti con le mani puttana che ti mettiamo dentro i nostri cazzi” “Uhm si, eccomi tutta aperta per voi, guardatemi porci, vi piace la vostra troia, ditemelo che vi piaccio avanti, fatemi sentire dentro alla fica come vi ho fatto diventare duri i vostri cazzi, cosa aspettate a scoparmi”. Il mio invito non viene ignorato e infatti vedo uno di loro che alzatosi dal divano si pone dietro a me toccandosi il suo membro già pronto per la penetrazione che non si fa attendere ed è molto brutale e violenta, proprio come piace a me. Ma non è il solo a voler soddisfare il mio desiderio infatti a poco a poco anche tutti gli altri si alzano venendo vicini a me formando un cerchio e dandomi le loro erezioni da baciare seguendo una specie di rituale che li vede tutti egualmente al centro della mia attenzione. Nella mia bocca il sapore dello sperma solidificato su quelle cappelle congestionate dal desiderio si confonde con il sapore altrettanto eccitante dei miei umori vaginali che hanno impregnato quel meraviglioso tratto di epidermide. Sento i loro cazzi turgidi farsi strada nella bocca, le loro mani prendermi per la nuca e iniziare a pomparmi con sempre maggior foga sino a riversare nuovo sperma nella mia gola assetata. Non sempre riesco a contenere in me il loro seme che uscendo dalla bocca si sparge sul mio viso. “Fatti accarezzare piccola, vieni qua con quel viso da porca che voglio vederlo tutto pieno di sperma!” Mi avvicino e lui inizia subito a spandere quel liquido bianco sul mio viso. Lecco lo sperma che sento posarsi sulle labbra “Continua così puttana” Il cazzo che mi lavorava sapientemente la fica sta per esplodere, tendo tutti i miei sensi nella speranza di godere appieno del suo piacere. Godiamo assieme con dei gemiti che formano un coro di estasi. “Ci hai sfiniti puttana, ma scommetto che ne hai ancora voglia vero?” “Si, non mi basta” “Freddiamole la fica a questa troia, guarda nel freezer ci deve essere del ghiaccio mettiamoglielo dentro a questo forno” Sento dei passi avviarsi verso il frigo per poi ritornare verso di me. Mi allargano le gambe e sento che mi introducono un cubetto di ghiaccio dentro alla fica. Il freddo del ghiaccio ha un effetto devastante su di me. Mi sembra che mille spilli mi siano stati conficcati nelle grandi labbra “Fredda i bollenti spiriti adesso perché dobbiamo andarcene” “No” Mi sentivo così bene in loro potere che non vorrei mai arrivare al momento del distacco. Invece poco dopo devo accompagnarli alla porta, alcuni di loro devono riprendere il servizio, altri devono tornare alle loro case dove delle perfette mogli sono pronte ad attendere i loro mariti esemplari di cui non conoscono la vera indole che hanno scaricato su di me stasera. Rimango sola, sfinita. Mi getto di peso sul divano e prima di andarmene a letto mi metto a sentire la segreteria telefonica. Fra le tante chiamate mi fa piacere ascoltare la voce del figlio del portiere che mi annuncia una sua visita nei prossimi giorni. Felice di questa notizia mi avvio appagata nei sensi verso il meritato riposo.

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