Skip to main content
Racconti Erotici

Amore telematico – Vecchi racconti di ErosItalia

By 3 Giugno 2022No Comments

Ormai ci avevo fatto l’abitudine, in quella chat non trovavo mai nessuno che riuscisse ad interessarmi più di cinque minuti: non appena mi addentravo in discorsi più… intimi, tutte fuggivano immediatamente. Finché una sera incontrai Maria: una donna sposata, con figli ma desiderosa di nuove ed eccitanti esperienze. Era esattamente come me. Fin dal primo momento capii che non era una persona comune, dotata di buona cultura e di forte personalità, mi sorprese per la sua genuina e naturale trasgressività. Finalmente avevo trovato una persona con la quale parlare e discutere di sesso e dintorni. Le conversazioni diventarono sempre più piacevoli e soprattutto sempre più eccitanti, ognuno di noi due espresse chiaramente le sue preferenze sessuali ed i desideri più reconditi, i nostri racconti erano sempre più particolareggiati ed ogni volta l’eccitazione saliva a livelli parossistici. Una sera ci scambiammo i numeri di telefono e decidemmo di sentirci dal vivo. Il giorno dopo ci telefonammo e udii una voce stupenda che rese ancora più interessante tutta la faccenda. Ormai un forte legame ci univa, conoscevamo ogni curva ed ogni anfratto dei nostri corpi, ogni nostro singolo desiderio, come ci piaceva fare sesso e quello che avremmo voluto fare ma che per svariati motivi non potevamo fare. Decidemmo di incontrarci per vedere se anche nel reale eravamo come ci immaginavamo. Andai all’appuntamento con una certa apprensione, la paura di trovarmi davanti ad una persona non di mio gusto mi spaventava, ma forte era il desiderio ed affrontai l’ignoto. Lo stesso stava accadendo a Maria ma anche lei decise di affrontare l’incontro anche per vedere se le sue valutazioni erano esatte o meno. Ci incontrammo in un parcheggio di un supermercato e immediatamente ci piacemmo, fu un incontro molto formale, chiacchierammo a lungo seduti in un bar, ed io apprezzai moltissimo la sua corta gonna dalla quale si intravedevano le calze autoreggenti che lei con sicurezza ostentava piacevolmente. Quando fu il momento di lasciarci, l’abbracciai per salutarla e mentre l’avvicinavo a me, tentai di baciarla. Oppose solo una minima resistenza ed accettò, ricambiando con passione, il mio lungo bacio, cosa che feci stringendola a me e facendole sentire sul ventre il mio cazzo gonfio di desiderio. Ci risentimmo il giorno dopo e fu allora che decidemmo che dovevamo incontrarci più intimamente. Ci trovammo pochi giorni dopo ed andammo in un motel. Entrati nella stanza lei fu subito presa da un attacco di timidezza, accettava i miei baci ma non voleva che la spogliassi con la luce accesa. Insistei, anche perché volevo ammirarla e riuscii a convincerla. Lentamente incominciai a spogliarla e così potei ammirare i suoi seni grossi e morbidi con bei capezzoli che svettavano già eccitati. La distesi sul letto ed incominciai a baciarla accarezzandole i seni, poi scesi sempre più giù fino a che raggiunsi la sua figa che fremeva dall’eccitazione ed era completamente bagnata. La leccai a fondo succhiandole avidamente il clitoride mentre lei mi accarezzava la testa con le mani accompagnandomi nei movimenti, poi scesi ancora con la lingua fino a raggiungere il suo buchino più intimo e lì presi a leccare sempre più a fondo tentando di penetrarla con la lingua. Lei godeva sempre più e si agitava sotto di me mentre dalla sua figa continuavano a fuoriuscire copiosi i suoi umori. Continuai ancora spostandomi sul clitoride succhiando e mordicchiando fino a quando lei esplose in un violento orgasmo che continuo a lungo mentre io continuavo la mia opera ed il suo corpo era scosso da violenti fremiti di piacere. Mi fermai e risalii per baciarla, lei accolse la mia lingua con immenso piacere e rispose con inaudita passione al mio bacio. Poi si staccò e mi fece girare sulla schiena dicendomi: “Adesso tocca a me!” Incominciò a baciami su tutto il corpo, accarezzandomi e leccandomi con voluttà, fino a quando scese tra le mie gambe dove l’attendeva il mio cazzo gonfio da scoppiare di piacere. Lei non si fece pregare ed immediatamente prese a baciarlo lungo tutta l’asta fino alla cappella ormai viola; poi scese ai coglioni e molto delicatamente uno ad uno li prese nella sua bocca succhiandoli dolcemente. Poi finalmente prese il mio cazzo nella sua bocca e lo spinse fino in fondo incominciando lentamente a succhiarlo mentre con la mano mi accarezzava i coglioni. Sentivo il mio cazzo sprofondare nella sua gola, la sua lingua compiva rapide evoluzioni sulla cappella, era una sensazione bellissima, ancora meglio di quanto mi fossi immaginato, era veramente molto abile e si capiva che lo faceva con immenso piacere. Anche lei scese poi a leccarmi il mio buchino facendomi provare brividi di piacere, poi un suo dito prese il posto della lingua mentre la sua bocca ritornava ad impossessarsi del mio cazzo ormai al limite dell’orgasmo. Non dovetti attendere molto, il piacere ormai era alle stelle e non avrei potuto trattenermi ancora a lungo, difatti da lì a poco venni, scaricandomi nella sua bocca che avidamente continuava a succhiare e leccare tutto golosamente, non voleva perdere neppure una goccia di quel nettare divino. Maria continuò la sua piacevolissima opera, fino a quando il mio cazzo, ormai completamente pulito, si sgonfiò. Allora lei riprese a baciarmi su tutto il corpo, poi passò alle gambe e scese fino ai piedi dove con incredibile perizia si soffermò a lungo, percorrendo dito per dito tutti gli anfratti e le pieghe. Fu una sensazione piacevolissima ed i risultati non tardarono a farsi vedere, da lì a poco il mio cazzo era di nuovo pronto. Fu a quel punto che lei ritornò su e ricominciò a leccarlo con foga e passione fino a quando, completamente turgido, fu ben inumidito dalla sua saliva. A quel punto la feci salire su di me e lei accovacciandosi sopra il mio cazzo con la mano se lo infilò dentro la sua figa calda ed abbondantemente bagnata. Incominciò lentamente a muoversi e ad ogni movimento il suo godimento diventava sempre maggiore mentre io con la mano le accarezzavo il culo tornito e mi spingevo con le dita cercando di violare il suo buchino. Mi accorsi immediatamente che la cosa non le dispiaceva ma che anzi le procurava un piacere immenso, allora sfilai il cazzo dalla sua calda figa e lo appoggiai tra le sue chiappe. Maria allora lo prese con la sua mano e lentamente lo appoggiò sul suo buchino e con il corpo lentamente scese, auto-sodomizzandosi. Ebbe un piccolo sussulto di dolore ma non si lasciò deviare dal suo intento, passati pochi istanti di adattamento incominciò ad andare su e giù sempre più veloce mentre io le accarezzavo i seni e le pizzicavo i capezzoli turgidi. Eravamo eccitatissimi, la situazione era veramente carica di eros, lei messa a smorza candela sopra di me che si auto-inculava. Neppure nelle nostre fantasie telematiche avevamo immaginato una cosa simile. Continuammo a lungo e lei venne copiosamente più di una volta fino a quando anche la mia resistenza cedette e le riempii le viscere di sperma provando un violento ed intensissimo orgasmo. Giacemmo abbracciati a lungo fino a quando, vista l’ora, ci ricomponemmo ed uscimmo dal motel ripromettendoci di incontrarci ancora.

Dopo il primo incontro Maria mi era entrata nel sangue, il desiderio di lei era sempre altissimo e lo stesso succedeva a lei. Decidemmo da lì a pochi giorni di rincontrarci nuovamente, organizzando per l’incontro qualcosa di speciale. Questa volta cambiammo motel, questo era certamente più carino e confortevole del primo ma soprattutto la nostra confidenza ci concedeva una maggior spigliatezza. La stanza aveva una parete completa rivestita di specchi. Appena entrati ci abbracciammo e ci baciammo con passione ed impazienza mentre le nostre mani correvano come impazzite sui nostri corpi. Ci spogliammo in fretta e quando fummo completamente nudi il contatto dei nostri corpi ci eccitò ancora di più. Maria incominciò immediatamente a baciarmi su tutto il corpo, con la sua lingua disegnava arabeschi sulla mia pelle, dentro l’orecchio, sotto le ascelle, dietro le ginocchia fino ai piedi. Come sua abitudine prese a leccarmi i piedi leccando e succhiando le dita ad una ad una; poi salì seguendo tutta la mia gamba con la lingua fino ad arrivare al mio cazzo. Lo sfiorò solamente e si concentrò sui coglioni, sentirli nella sua bocca succhiati e leccati con estrema delicatezza mi procurava una sensazione incredibile di piacere. Maria continuava a leccare e succhiare con lentezza e mentre continuava in questa sua opera piacevolissima si era accovacciata in modo tale che la sua figa era venuta a trovarsi in corrispondenza dei miei piedi. Con lenti movimenti sentii che lentamente si stava strusciando su di loro e già sentivo i suoi umori bagnarmi il piede, allora incominciai a muovere le dita per cercare di donarle ancora più piacere. Apprezzava molto i miei movimenti e lentamente la sua fessura sempre più morbida e bagnata accolse dentro di lei il mio alluce che incominciò a muoversi con dolcezza al suo interno. Maria era eccitatissima e dai suoi sospiri sentivo che ormai era prossima all’orgasmo, pure io avevo raggiunto un livello di eccitazione altissimo e lei lo aveva capito. Smise ciò che stava facendo e incominciò a risalire con la lingua sull’asta fino al glande dove prese a mulinare la lingua, poi lo imboccò, prima solo il glande, poi lo estrasse e subito dopo lo riprese spingendo le sue labbra fino a toccarmi i peli del pube. Cominciò a muovere la sua testa avanti ed indietro mentre con il suo inguine continuava a strusciarsi sul mio piede. Io potevo sentire il suo clitoride duro e turgido sul dorso del mio piede ormai madido dei suoi umori ed accompagnavo con la pressione del piede i suoi movimenti. Mi resi conto che il suo respiro si faceva sempre più affannoso e che ormai era vicinissima all’orgasmo, difatti il suo corpo incominciò a fremere e Maria fu squassata da un violentissimo ed intensissimo orgasmo, nello stesso istante anch’io venni e sborrai copiosamente nella sua bocca a lunghi fiotti. Restammo in quella posizione per alcuni minuti, nessuno dei due aveva mollato ciò che teneva: lei con il mio cazzo in bocca ed io con il mio alluce nella sua figa. Dopo questo primo sfogo ed esserci fumata una sigaretta, tirai fuori della mia borsa un paio di forbici, un rasoio ed una bomboletta di schiuma da barba. Maria mi guardò piacevolmente sorpresa e capì immediatamente che avevo intenzione di rasarla. Non lo aveva mai fatto, la sua figa era ricoperta da una fitta peluria nera, ma io già pregustavo quello che sarebbe stato il risultato finale. La feci distendere sul letto a gambe larghe avendo l’accortezza di mettere sotto di lei un asciugamano per non sporcare le lenzuola. Con le forbici incominciai ad accorciare il pelo fino a che lo stesso divenne corto pochi millimetri, a quel punto presi a cospargere il suo pube di schiuma da barba massaggiando delicatamente la sua pelle per ammorbidirla e prepararla alla rasatura. L’operazione ci stava eccitando in modo eccezionale ed il mio cazzo nuovamente duro svettava come una torre. Presi il rasoio e lentamente incominciai a passarlo sulla schiuma, lentamente la pelle nuda incominciava a farsi vedere e con il passaggio in contropelo l’opera era quasi ultimata. Con estrema attenzione passai il rasoio anche sulle sue labbra e scesi fino al buco del sedere per eliminare quei pochi peli che lo adornavano. Ancora alcuni piccoli ritocchi e l’opera poteva considerarsi conclusa. Non l’avevo rasata completamente, le avevo lasciato il ciuffetto sul ventre, ma sull’inguine non vi era più ombra di peli. La risciacquai con cura e l’asciugai, poi mi fermai a contemplare quella magnifica visione. Ho sempre amato la figa rasata e non resistetti a lungo a limitarmi ad ammirarla, quindi non indugiai oltre e la baciai. La sensazione che si prova a baciare una figa rasata è indescrivibile, la morbidezza della pelle, la sua completa nudità è una delle cose più piacevoli per me. Con la lingua incominciai a leccarla, con delicatezza ma con decisione, leccavo le labbra, poi il clitoride, poi la penetravo con la lingua, poi percorrevo tutto il suo contorno fino a scendere al suo buchino più nascosto. La sentivo fremere sotto di me mentre continuava a ripetere che era bellissimo, che stava provando nuove intensissime sensazioni, che non credeva, insomma in poche parole stava impazzendo dal piacere. Da parte mia continuavo imperterrito a giocare con il suo clitoride durissimo succhiandolo e mordicchiandolo mentre mi riempivo la bocca dei suoi umori che continuavano a fuoriuscire dandomi il segnale che Maria stava apprezzando il mio impegno. Mi è sempre piaciuto leccare la figa, se rasata ancora di più e Maria sembrava apprezzare moltissimo questa mia debolezza. Spostai la mia attenzione sul suo buchino ed incominciai e mulinargli attorno la mia lingua mentre con un dito prima e due dita poi la penetravo dolcemente nella figa. Forzai il suo sfintere con la mia lingua e riuscii a spingermi un poco all’interno dove la mucosa era più morbida. I suo fremiti aumentarono di intensità ed io continuai a leccare ed a spingere sempre più forte e deciso. Poi mi spostai con la lingua sul suo clitoride, mentre estraevo le dita dalla sua figa spostandole sul suo sfintere e mentre incominciavo a spingere un dito dentro il suo culo infilai il pollice nella sua figa. Con la lingua continuavo a succhiarle il clitoride e quando il primo dito forzò il suo sfintere ne infilai un secondo, mentre il suo corpo era scosso da violenti fremiti di piacere. Potevo sentire le mie dita dentro di lei che si muovevano separate da una sottile parete di mucosa mentre continuavo a succhiare il suo durissimo clitoride, mimando un pompino in miniatura. In quel momento non pensavo al mio piacere, volevo soltanto far godere Maria e non volevo distrarla dalla situazione. Continuai ancora per poco, Maria non resistette più a lungo così ebbi il piacere di poter bere un suo orgasmo direttamente alla fonte. Con le dita continuavo a muovermi dentro di lei, lei urlava il suo piacere sconvolta dal violento orgasmo ed io golosamente la sentivo come se stesse sborrando nella mia bocca, una cascata di umori che raccoglievo goloso con la lingua. Come il suo corpo si distese la baciai a lungo mentre il mio cazzo sempre durissimo svettava imperterrito e turgido.

Restammo abbracciati a sussurrarci dolci parole mentre Maria continuava ad accarezzarsi la bellissima figa, nuda più che mai. Continuava a ripetere quanto fosse bella così senza peli, la sentiva morbida, pronta e molto più sensibile e mentre mi diceva questo continuava imperterrita ad accarezzarsi sempre più intensamente. Continuavo ad essere eccitatissimo, il mio cazzo turgido era sempre più teso e vedere Maria che continuava a toccarsi non mi semplificava le cose. Mi scostai da lei per poter meglio ammirare i suo toccamenti e rimasi affascinato dalla visione delle sue dita che con dolcezza sfioravano le grandi labbra e con leggeri e sapienti tocchi andavano a titillare il clitoride. Non ne potevo più, era troppo eccitante, ma le sorprese non erano ancora finite! Maria tra un sospiro e l’altro mi pregò di porgerle la sua borsa, cosa che feci immediatamente. Con la mano libera la aprì ed estrasse un sacchetto oblungo dal quale tirò fuori un magnifico fallo di gomma dalle dimensioni ragguardevoli. Maria lo impugnò e se lo avvicino all’inguine, lo appoggiò ed incominciò a sfregarlo lentamente sulle labbra sfiorando il clitoride tesissimo. Poi con estrema dolcezza lo spinse dentro, fu immediatamente risucchiato dalle pareti lubrificate della sua figa fino a che scomparse dalla mia vista. Io guardavo rapito la scena, vedevo il fallo riapparire per poi subito scomparire all’interno mentre Maria con l’altra mano continuava a titillare il suo clitoride. Lei era eccitatissima e forse la cosa che più la eccitava era vedere me che la guardavo mentre si stava masturbando con un fallo di gomma; non posso negare che la scena fosse veramente eccitantissima ma anch’io ardevo dal desiderio di godere del suo corpo. Maria aveva inteso perfettamente il mio desiderio e per rendere la situazione ancora più carica di eros e di eccitazione, estrasse il fallo di gomma dalla sua figa e lo appoggiò sullo sfintere, poi con lentezza e decisione lo spinse dentro; ebbe un lieve sussulto e provò una leggera fitta di dolore, ma poco dopo prese a muoverlo dolcemente avanti ed indietro, continuando a tormentarsi il clitoride. Fu a quel punto che mi disse: “Vieni amore mio, vieni da me ho bisogno di carne vera, prendimi!”. Non me lo feci ripetere. Mi distesi su di lei, le appoggiai il mio cazzo turgido ed incominciai a spingere. Era fradicia di umori, stava godendo da impazzire, ma la penetrazione non mi fu facile. Attraverso la sottile parete sentivo il fallo di gomma che, date le sue dimensioni, occupava buona parte dello spazio disponibile. Lei capì perfettamente la situazione quindi smise di muovere il fallo lasciandolo conficcato nelle sue viscere e con le dita si allargò la figa per facilitarmi la penetrazione. Con il suo aiuto riuscii nell’intento e la penetrai fino in fondo. Maria emise un grido di dolore, si sentiva squarciata e piena ma il dolore lascio immediatamente posto a ondate irrefrenabili di piacere che aumentarono con l’aumentare dei miei movimenti. Non contenta e vogliosa di provare ancora più piacere Maria scese con la mano a titillarsi il clitoride mentre io le accarezzavo il seno baciandola sulla bocca con passione. Dopo pochissimo Maria fu sconvolta da un orgasmo travolgente, il suo corpo era scosso da violenti fremiti e le sue urla di piacere mi fecero temere che arrivasse qualcuno del motel a vedere cosa stesse succedendo. Continuai imperterrito a penetrarla, sfondandola ad ogni colpo mentre lei si stava godendo gli ultimi istanti del suo orgasmo, che dopo breve diminuì di intensità. Ma tanta era la voglia e la carica erotica che immediatamente dopo, sotto la continua raffica di colpi che il mio cazzo rifilava nella sua figa, sentii che Maria stava nuovamente per raggiungere un nuovo orgasmo. Ormai anch’io facevo fatica a trattenermi e sentirla godere così non faceva che aumentare la voglia di scaricare il mio piacere dentro di lei. Continuammo ancora per poco e poi insieme raggiungemmo l’apice del piacere, scaricai dentro di lei la mia sborra e ad ogni fiotto lei ebbe un sussulto di piacere aggiuntivo mentre il suo corpo sobbalzava dal godimento. Giacemmo così per alcuni minuti rilassandoci e commentando la prestazione fino a quando il mio cazzo, ormai moscio, scivolò fuori dalla dolce tana dove fino a quel momento era stato rintanato, mentre il fallo di gomma continuava imperterrito a stare nel posto dove Maria l’aveva lasciato. Quando riprendemmo fiato mi spostai di lato, con la mano presi il fallo di gomma ed incominciai a muoverlo all’interno del suo culo e capii che la cosa non le dispiaceva per niente. Lei allora allungò la mano ed incominciò ad accarezzare il mio cazzo che sotto le sue abili carezze non tardò a ripresentarsi nuovamente duro e pronto. Maria mi pregò di salirle sopra in modo che potesse usare la sua bocca. Esaudii immediatamente il suo desiderio e lei lo prese immediatamente in bocca, facendoselo sparire fino in gola. Vista la posizione ne approfittai pure io ed incominciai a leccarla con passione. Dalla sua figa emanavano odori diversi, quello della mia sborra, dei suoi copiosi umori e l’odore di gomma del fallo piantato nel culo che si trovava a pochi centimetri dal mio naso. In quella posizione mi venne naturale non stare fermo e ne approfittai per scoparla in bocca. Lo feci violentemente spingendo con il bacino il mio cazzo fino in gola, la sentii emettere qualche suono strozzato indice che stavo effettivamente spingendo a fondo, d’altro canto sentivo il glande toccare il fondo del suo palato, ma non mi impietosii e ad ogni suo sussulto affondavo con la mano il fallo di gomma più in fondo e con i denti mordevo il clitoride. Era diventata una cosa abbastanza violenta ma Maria dava segno di apprezzare moltissimo la cosa, sentivo la sua figa emettere un’incredibile quantità di umori, segno che si stava avvicinando un nuovo orgasmo. Anche per me stava succedendo la stessa cosa e da lì a poco venni contemporaneamente a lei e scaricai in bocca quella poca sborra che ancora mi rimaneva in corpo mentre Maria sussultava come non mai scossa da un orgasmo senza pari. Ci ricomponemmo e ormai esausti commentammo la giornata. Maria mi confessò che la cosa che più aveva apprezzato era stato quando l’avevo posseduta con violenza e con dolore, si era sentita sottomessa e la situazione le aveva provocato maggior piacere, aveva scoperto un nuovo lato di se stessa. Ci lasciammo col rimpianto di dover ritornare alle nostre rispettive famiglie ma con l’intesa che avremmo fatto il possibile per rivivere ancora i magici momenti trascorsi insieme.

Leave a Reply