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Racconti Erotici

Danza Macabra – Vecchi racconti di ErosItalia

By 1 Giugno 2022No Comments

Franco era molto preoccupato, da alcuni anni la salute di sua moglie Rita andava costantemente peggiorando, da un anno ormai aveva ottenuto il pensionamento anticipato, ma il restare a casa non aveva fatto altro che accelerare il suo decadimento. Rita era più giovane di lui di oltre 5 anni, ma ora lui, alle soglie della sessantina, sembrava molto più giovane. Quella sera, come ormai capitava sempre più di frequente, rientrò a casa molto presto, non si fidava a lasciarla a casa da sola per troppe ore. Come al solito, tentò di risollevarle il morale raccontandole della sua giornata, scherzando con lei, ma Rita quel giorno sembrava più depressa che mai:
“Sai Franco oggi ho telefonato a mia sorella Lucia” gli disse “Hai fatto benissimo cara, come stanno?” domandò Franco “Bene, ma mia sorella è preoccupata” rispose lei “Perché, che cosa è successo?” disse Franco “Niente di particolare, ma si preoccupa per me, e poi Giuliana la sua maggiore, ha terminato la scuola l’anno scorso ed ancora non riesce a trovare lavoro” rispose Rita.
“Certo è un problema, in questo periodo per i giovani è difficile trovare un lavoro anche qui da noi, figuriamoci al vostro paese” commentò Franco serio “Io e Lucia abbiamo parlato e ci è venuto in mente che Giuliana potrebbe venire qui da noi.” Fece una pausa “Così potrebbe tenermi compagnia e darmi una mano in casa e nello stesso tempo cercarsi un impiego, qui sarebbe più facile. Che cosa ne pensi?” continuò Rita. Franco le si avvicinò baciandola teneramente su di una guancia “Ma certo amore, credo anch’io possa essere una buona soluzione” rispose “Ho pensato che la ragazza, venendo ad abitare qui in città, avrà bisogno di tante cose. Dal momento che mi darà una mano nei lavori domestici, potremmo passarle un piccolo mensile.” Disse lei fissandolo con aria speranzosa “Ma certo Rita, decidi tu, per me non ci sono problemi” disse Franco e lei parve rincuorata.
Nei giorni successivi, Rita parve migliorare, un soffio di energia tornò a spirare in lei, eccitata dai preparativi per la venuta della nipote. Un paio di settimane dopo tutto era pronto e Franco andò a prendere la nipote alla stazione. Dal treno scendeva una gran quantità di persone e Franco si mise a scrutare attentamente tra la folla alla ricerca di Giuliana, sino a che si sentì toccare ed una voce che diceva “Zio Franco, sono qui non mi riconosci?”. Franco si voltò guardando la giovane che gli stava a fianco “Giulia, Mio Dio come sei cresciuta, certo che non ti riconoscevo” disse chinandosi ad abbracciarla. Era molto cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista 3 anni prima. All’epoca era una ragazzina alta e magra, ora era una donna sbocciata improvvisamente con la rapidità di un fiore del deserto, il suo corpo era pieno e morbido tra le braccia di Franco. Lui si sorprese di quella sua reazione e un poco se ne vergognò liberandosi in fretta dell’abbraccio, le prese la valigia e si diresse verso la macchina chiacchierando con la giovane. Quando giunsero a casa Rita sembrava un’altra donna, gioiosa ed attiva come non era stata da mesi, mostrò la casa alla nipote, poi si mise a chiacchierare con lei del paese e dei parenti mentre Franco le lasciava sole ed andava in cucina a preparare la cena. Verso le 19 Giuliana entrò nella cucina “Che stai facendo zio, esci immediatamente da questa cucina, ora ci sono qui io e non dovrai più occuparti di queste cose” disse cercando di allontanarlo dai fornelli “Va bene Giuliana, va bene, ma per oggi ho già fatto, vorrà dire che prenderai servizio domani” replicò continuando a lavorare ai fornelli. Lei lo guardò sorridente: “Papà non sarebbe capace di cucinarsi nemmeno un uovo sodo, zia Franca è stata fortunata a trovare te” commentò e si sporse verso di lui e lo baciò su di una guancia. Franco sentì la pressione dei suoi seni grandi e morbidi sulla sua spalla e suo malgrado si eccitò “Non distrarre il cuoco o questa sera ci sarà poco da mangiare, vai ad apparecchiare la tavola piuttosto” “Agli ordini padrone” scattò la giovane facendo un saluto militare che la portò a spingere in fuori il generoso petto dando a Franco una nuova fitta d’eccitazione. Poi Giulia si voltò e uscì dalla cucina e Franco non poté notare il sorriso malizioso che le comparve sul bel viso. Franco rimase solo “È solo l’effetto temporaneo di questa nuova presenza in casa” pensò “tra qualche giorno tutto tornerà normale” si rassicurò tornando a concentrarsi sulla preparazione del cibo. Nei giorni e nelle settimane successive in effetti tutto sembrò andare secondo le sue previsioni, Rita era contenta per la presenza della nipote che portava nella loro casa la sua giovanile gioia di vivere e per un poco anche la sua salute parve migliorare. Poi passata l’iniziale euforia la sua salute tornò nuovamente a peggiorare, la sera quando Franco rientrava lei era stanca ed a fatica cenava con loro, ritirandosi subito dopo nella sua stanza. Per Franco iniziò un nuovo periodo molto difficile, alla preoccupazione per la salute dell’amata moglie, si aggiunse la preoccupazione per la presenza della nipote. Giuliana si era ormai abituata alla casa ed alla convivenza con loro e si comportava con la stessa disinvoltura di una figlia. La primavera ormai avanzata portava i primi caldi e lei spesso la sera sedeva vicino a lui raggomitolata sul divano, indossando una semplice maglietta ed un paio di pantaloncini o una gonna molto corta. La sua bellezza di giovane donna appena sbocciata turbava Franco profondamente, sebbene lui si sforzasse di non farci caso e soprattutto di non dimostrarlo. Una sera stavano guardando un film giallo molto emozionante e violento e durante una scena particolarmente emozionante lei si era lasciata scappare un urletto di paura stringendosi a lui in cerca di protezione. Franco ne era rimasto sconvolto, eccitandosi come da anni non gli capitava più e da quella sera aveva preferito sottrarsi ritirandosi nel suo studio a leggere subito dopo il telegiornale. Giuliana non diede l’impressione di trovare strana la cosa, né di essersi accorta di nulla, continuando a comportarsi molto normalmente.
Le cose precipitarono alcune settimane dopo.
Era tardi e Franco era già andato a dormire, faceva molto caldo e lui si stava rigirando nel letto cercando di addormentarsi, in lontananza si sentirono tuoni attutiti che preannunciavano l’arrivo del primo temporale estivo. Rapidamente l’aria pesante della città iniziò a turbinare mentre la tempesta si avvicinava, i lampi incominciarono ad illuminare la notte mentre i tuoni si facevano sempre più minacciosi e vicini, la pioggia prese a scrosciare mentre la tempesta si scatenava. Pochi minuti dopo la porta della camera si spalancò e Giuliana entrò di corsa tremante e spaventata, andando a gettarsi sul letto e stringendosi a lui “Ti prego zio Franco ho tanta paura non mi mandare via” disse lei singhiozzando mentre si stringeva a lui. Franco era paralizzato dalla sorpresa e dalla visione di quel giovane corpo coperto solo da una leggera maglietta e non rispose, ma la strinse a se. Il suo dolce profumo gli riempì le nari, la morbida pressione dei giovani seni sul suo petto nudo lo scaldò e lui iniziò ad eccitarsi incapace di sottrarsi alla situazione mentre lei si agitava ad ogni tuono stringendosi a lui. Ben presto il pene di Franco si erse turgido risaltando in modo inequivocabile sotto i pantaloni del pigiama ed alla luce di un lampo più intenso degli altri lei se ne accorse.
“Povero zio Franco, da quanto tempo non fai all’amore?” disse, Franco si sentiva come paralizzato e non rispose “Saranno mesi se non anni” continuò lei “Per un uomo giovanile e vitale come te deve essere stato terribile” aggiunse e Franco sentì il cuore fermarsi quando percepì la piccola e calda mano di lei che sfiorava il turgido pene attraverso i pantaloni “La povera zia non è certo più in grado di aiutarti, chissà forse ci ha pensato anche lei quando mi ha invitata a venire a stabilirmi qui da voi” disse Giuliana mentre la sua mano accarezzava con maggior decisione “Ti prego Giuliana fermati” gemette lui disperato, ma la giovane lo ignorò “Sono sicura che questo è ciò che vuole anche lei, lei ti ama e sa che anche tu la ami, ma non vuole esserti di peso anche in questo” continuò a parlare “No Giuliana fermati, sei una bambina non dobbiamo” tentò ancora lui disperato lei si voltò allora verso di lui “Ti sbagli zio e presto te ne accorgerai” gli rispose. Alla luce di un lampo Franco vide il suo sorriso malizioso e sicuro mentre si sfilava la maglietta mostrando la perfezione del suo giovane corpo. Poi si girò e si chinò su di lui e Franco sentì i meravigliosi seni premere su di lui ed i capezzoli eccitati strisciare sul suo corpo. La mano di lei cinse il cazzo eccitato e prese a muoversi lentamente mentre lo sollevava. Franco gemette quando sentì le morbide labbra della giovane avvolgere il glande paonazzo e la tumida lingua lambirlo dolcemente. Avrebbe voluto cacciarla, scappare lontano, correre in camera di Rita e stringerla forte a se urlandole il proprio amore, ma il suo corpo si ribellava avvelenato dalle fitte di piacere provenienti dal suo membro eccitato. L’adrenalina si riversava a fiumi nel suo sangue, nel suo cervello mentre il suo pene affondava sempre più nella bocca della nipote. Franco era estasiato, dall’incredibile abilità di Giuliana, che succhiava, pompava e leccava ogni millimetro del suo sesso stuzzicando inesorabilmente tutti i punti più sensibili. Poi la sentì abbandonare momentaneamente il glande e spingersi più in basso infilando l’asta tesa e ben insalivata tra i grossi e sodi seni. Le carni elastiche ma sode lo avvolsero in un morbido abbraccio, lei si strinse intorno all’asta prendendo a muoversi ed a masturbarlo in quel modo “Come sei duro, come sei buono” gemette lei “Voglio farti impazzire, voglio farti godere come mai nella tua vita” gemette la giovane con voce roca per l’eccitazione mentre accelerava il ritmo. Franco si abbandonò ed il suo pube quasi autonomamente prese ad assecondare i movimenti di Giuliana “Si…” gemette lei “Sì così, chiavami tra le tette” Franco la guardò inorridito ma eccitato da quel linguaggio scurrile che proveniva da quella bocca angelica. Lei alla luce di un nuovo lampo gli lesse nel pensiero e gli sorrise maliziosa, poi si fermò e si chinò affondandosi nuovamente il cazzo in bocca. La sua testa prese a muoversi freneticamente, mentre la mano scorreva veloce lungo l’asta e la lingua frullava impazzita sul glande. Franco sentì l’eccitazione crescere e l’orgasmo avvicinarsi inarrestabile, la toccò dicendole “Attenta… vengo…” ma lei non smise di pomparlo con decisione, si voltò a guardarlo nella flebile luce della stanza e spostò i capelli perché anche lui potesse vedere bene il suo stesso cazzo che affondava nella calda bocca. Franco non potò trattenersi oltre, il cazzo si contrasse e scaricò nella bocca di Giuliana un primo copioso getto di sperma, lei gemette sommessamente ma non smise di succhiare avidamente. Le successive violente contrazioni scaricarono nella gola della giovane un autentico torrente di sperma e Franco con la vista annebbiata dal piacere la vide socchiudere gli occhi ed ingoiare golosamente il caldo e denso liquido. Dalla bocca di Franco sfuggiva un gemito soffocato che continuò anche dopo che gli spasmi dell’orgasmo si furono calmati. La bocca di lei lo abbandonò mentre la lingua perlustrava l’asta ripulendola completamente mentre la tensione l’abbandonava. Giuliana si trascinò strusciandosi lungo il suo corpo e lui sentì sulla sua pelle il caldo umido della sua vagina. Il volto di lei era a pochi millimetri da quello di lui “È stato magnifico non è vero?” domandò lei, poi senza una parola si rialzò, prese la maglietta e la indossò uscendo dalla stanza e richiudendo la porta, lasciandolo esausto.
L’indomani per Franco fu una giornata difficile, si alzò e trovò Giuliana intenta a preparargli la colazione. Era teso, imbarazzato, in preda a sensi di colpa ma lei si comportò come se nulla fosse successo, con assoluta naturalezza, lo servì, lo aiutò ad infilarsi la giacca, gli diede un bacio su di una guancia augurandogli una buona giornata. Quando uscì dalla casa Franco giunse persino a convincersi di aver sognato, che nulla fosse realmente accaduto, che tutto fosse solo un frutto delle sue frustrazioni e della sua fantasia. In auto, convincendosi di ciò, si sentì meglio, lavorò tutta la giornata e tornò a casa tranquillo e rilassato, cenò ridendo e scherzando con Rita e Giuliana. La paura lo assalì nuovamente solo dopo che Giuliana accompagnò Rita a letto. Prima che la giovane rientrasse lui se ne andò nel suo studio mettendosi a leggere. Era teso e nervoso, si calmò solo molto dopo riuscendo a concentrarsi sulla lettura. Era talmente assorto nella lettura che non si accorse di Giuliana, che aperta la porta entrò lentamente e silenziosamente. Lo raggiunse giungendo dalle sue spalle e lui sobbalzò quando le mani di lei si posarono sulle sue spalle massaggiandogli i muscoli del collo. Si irrigidì “Giuliana ti prego vattene” trovò la forza di dire ma lei gli girò attorno e gli fu davanti, le belle e lunghe gambe interamente esposte, con la sola corta maglietta della sera prima “Sei un poco egoista zio, ieri notte io ti ho donato piacere ed ora tu dovresti sentirti in dovere di ricambiare ed invece vorresti cacciarmi” disse con un tono canzonatorio. Gli prese una mano e se la portò al pube, come la sera prima sotto la maglietta non portava nulla e le dita di Franco sfiorarono la morbida e delicata peluria, lei socchiuse gli occhi e gemette mentre le dita di lui si muovevano da sole, raggiungendo il clitoride e sfiorandolo. Il profumo di donna parve riempire la stanza e Franco si trovò irresistibilmente attratto, sollevò la schiena dalla poltrona e affondò il volto tra le cosce di Giuliana, sollevando la maglietta e premendo la bocca sul morbido vello pubico. La lingua spuntò dalle labbra di lui e prese a percorrere il sesso della giovane, apprezzandone e gustandone il dolce sapore, tormentando la sua femminilità con vigore crescente. Le mani aiutavano l’abile lavoro e lei ben presto si bagnò e gemette più forte, le sue dita la penetrarono strappandole un fremito di piacere, si sfilò la maglietta mostrandosi nuda, mentre le sue mani presero ad accarezzare le grosse tette solleticando gli scuri capezzoli inturgiditi dall’eccitazione. Con uno scatto l’allontanò e gli salì a cavallo “Ti voglio dentro, ora, voglio che mi scopi” gli gemette mentre faceva sprofondare il volto di lui tra i seni ed armeggiava con i suoi pantaloni estraendo rapidamente il cazzo già eccitato. Lui le succhiava i capezzoli, le palpava le tette, lei si strisciò il glande eccitato sulla vagina e sul clitoride, lubrificandolo con i suoi copiosi umori, poi si lasciò cadere affondandoselo profondamente nel ventre. Gemettero assieme, lungamente, lei nel sentirsi riempita da qual pene turgido, lui nel sentirsi teneramente massaggiato dalla sua femminilità giovanile, elastica ma stretta, calda e morbida. Lei gli prese la mani e se le appoggiò sulle sode e ben tornite chiappe, lui prese a palparle mentre lei iniziava a danzare. La bocca di lui non si stancava di baciare e succhiare i perfetti seni che lei gli offriva, i sodi globi di carne che danzavano elastici davanti al suo volto sotto la spinta del ritmico movimento che imprimeva ai suoi fianchi. Le mani non cessavano un istante di accarezzare la vellutata pelle delle natiche, sfiorandole, palpandole a piene mani per gustarne la pienezza e la consistenza, afferrandole per aiutarla ad incrementare il ritmo dell’amplesso. La sua eccitazione crebbe e lui prese ad assecondare i movimenti della giovane con i suoi, affondando profondamente il cazzo in quelle giovani carni, strappandole gemiti di piacere. Lei si accorse che lui stava per raggiungere l’orgasmo “Sì dai, riempimi tutta con la tua sborra, voglio sentirti dentro” “No” gemette lui rallentando il ritmo, improvvisamente atterrito dall’idea” “Non ti preoccupare, prendo la pillola” gli sussurrò lei nell’orecchio, ma lui non si calmò anzi si arresto lasciandola sola ad agitarsi. Giuliana riprese rapidamente in mano la situazione “Non è questo vero, vuoi venire nuovamente come ieri sera, nella mia bocca, vedermi nuovamente bere il tuo sperma vero?” Gemette eccitandosi all’idea ed accelerando il ritmo dei fianchi “Sei un gran porco sai, ma anche me piace, anch’io voglio sentire nuovamente il tuo sapore, sentire il tuo caldo sperma su di me” all’improvviso Franco la sentì fremere in preda ad un violento orgasmo e quando le vibrazioni che scuotevano il giovane corpo cessarono le si staccò, si accovacciò ai suoi piedi e prese a masturbarlo freneticamente mentre spalancava oscenamente la bocca protendendo la tumida lingua. Franco la guardava estasiato sentendo nuovamente crescere l’eccitazione, ed alla fine fu a sua volta scosso da un violento orgasmo e gemette in modo soffocato mentre il cazzo si contraeva e guizzava nella piccola mano di Giuliana. Lo sperma sgorgò copioso dal glande ed un primo schizzò volò nell’aria andando a stamparsi sul volto e nella bocca di lei, subito seguito da altri che incalzavano a ritmo frenetico, piovendole addosso, sulla lingua protesa che subito li richiamava alla bocca ingoiandoli, tra i neri capelli, sui seni sobbalzanti, sul ventre che si contraeva. Poi il ritmo rapidamente scemò, lei continuò a masturbarlo mentre si abbandonava e poi avanzò leccando avidamente lo sperma rimasto sul glande per poi ingoiarlo tutto affondandoselo profondamente in gola mentre lo fissava oscenamente imbrattata di sperma. Con le dita raccolse lo sperma spalmandoselo sul viso per poi portarsele alla bocca leccandole voluttuosamente e poi fece altrettanto con lo sperma sui seni, poi si rialzò e lo baciò selvaggiamente e come la sera prima rimise la maglietta scomparendo.
La vita di Franco cambiò completamente e si ritrovò completamente impazzito, preso da quella ragazzina con quasi 40 anni meno di lui che ogni notte lo faceva tornare giovane ed impaziente di nuove deliziose sensazioni. Ben presto divenne difficile comportarsi normalmente durante la giornata e spesso Franco la sfiorava anche di giorno per il semplice piacere di sentirne il caldo contatto e lei faceva altrettanto. Solo la paura che Rita scoprisse tutto lo tratteneva a volte da baciarla e palparla in ogni angolo della casa. La salute di Rita peggiorava costantemente, anzi sempre più velocemente ed ormai lei trascorreva gran parte della sua vita nella sua stanza. Le visite di Franco si fecero sempre meno frequenti quasi lui volesse sfuggire alla terribile realtà per rifugiarsi nella spensieratezza del suo rapporto con Giuliana. Ma a volte la frenesia lo assaliva incontrollabile e lui incapace di dominarsi si comportava con un ragazzino irresponsabile. Una volta entrò in cucina mentre Giuliana stava lavando i piatti, all’improvviso si portò alle sue spalle, le sollevò la gonna e le abbassò le mutandine mentre lei ridacchiava protestando, si chinò impazzito baciando le stupende chiappe, affondandole una mano tra le cosce per raggiungere la vagina e titillarle teneramente il clitoride, lei senza smettere di lavare i piatti divaricò leggermente le gambe e lui potò spingersi con la testa verso il suo pube annusarne il profumo, gustarne il sapore di donna giovane e sana che si accentuò sotto i suoi abili colpi di lingua a mano a mano che la giovane si eccitò. Impazzito si alzò, slacciò i pantaloni e si fece largo tra le sue cosce strofinandole il cazzo eccitato sulla vagina e sul clitoride per poi spingere la punta ad immergersi nel caldo ed umido ventre. Si stese sulla sua schiena mentre la scopava con foga stando però attendo a non fare troppo rumore, le mani le afferrarono le tette accarezzandole attraverso la camicetta stropicciandone i duri capezzoli mentre lui la baciava disperatamente sul collo. Lei era incredibile, rispondeva ad ogni sua sollecitazione in qualunque momento e ben presto lui la sentì ansimare e godere fremendo sotto il suo corpo. La sua eccitazione crebbe e Franco accelerò il ritmo raggiungendo a sua volta l’orgasmo, affondando il cazzo nella vagina madida d’umori e scaricandole il suo copioso piacere nel ventre mentre strusciava il pube contro le seriche natiche della giovane. All’inizio dell’inverno la salute di Rita si aggravò ulteriormente e fu necessario ricoverarla in ospedale. Per Franco fu un periodo terribile, lui e Giuliana si alternavano nel dare assistenza a Rita in ospedale, non s’incontravano quasi mai e lui pativa sia per il vedere la moglie sofferente che per la lontananza da Giuliana. Le settimane divennero mesi senza che Rita migliorasse, un giorno il dottore l’avvicinò “Signor Franco dobbiamo parlare” disse con tono grave e lo condusse nel suo studio “L’avrà già capito, ma è mio dovere dirglielo, sua moglie sta morendo, noi non possiamo più fare nulla ed è solo una questione di tempo.” fece una pausa guardando Franco che rimase immobile “Potrebbero essere ore, al massimo qualche giorno, per evitare problemi burocratici io le consiglierei di riportarla a casa” Franco resto a lungo in silenzio, combattuto tra il pesante senso di perdita ed una sensazione di libertà. Sarebbe stato libero di dedicare tutto il suo amore a Giuliana. Si sentì immensamente colpevole per quel pensiero, ed affranto scosse la testa “La ringrazio dottore, seguirò il suo consiglio” fece una pesante pausa “Anche Rita sarà contenta di rivedere per l’ultima volta la sua casa”. La portarono a casa e lei spirò tra le sue braccia due giorni dopo. Franco vagò per tutta la giornata mentre un nugolo di burocrati invadeva la sua casa e Giuliana era impegnata al telefono ad avvisare tutti i parenti. Ancora due giorni e vi fu il funerale, la sera rientrarono a casa e Lucia, la sorella di Rita e madre di Giuliana lo prese in disparte e gli parlò. “Franco, noi domani mattina ce ne andremo e Giuliana verrà con noi. Capisci, ora che Rita non c’è più, non è conveniente che lei resti qui”
Lui la guardò come se non capisse, lo sguardo perduto e disperato, poi si scosse ed aggrappandosi ad una tenue speranza le disse “Capisco, ma almeno lasciala qui ancora qualche giorno per darmi una mano a sistemare le cose di Rita” gemette implorante, lei annuì “Certo, non ci avevo pensato, mi fermerei anch’io, ma non posso” fece una pausa “Va bene Franco, Giuliana ci raggiungerà verso la fine della settimana” annui nuovamente “Ora vai a dormire, sarai distrutto”.
Franco si lasciò condurre in camera si spogliò e si mise a letto ma non riuscì a dormire oppresso dalla perdita di Rita e dall’imminente perdita di Giuliana. L’indomani lui e Giuliana accompagnarono Lucia e suo marito alla stazione, li salutarono e Giuliana diede loro appuntamento per il fine settimana. Ritornarono alla macchina e rientrarono a casa. Lui si chiuse nel suo studio ma poco dopo lei lo raggiunse. Lo prese per mano e lo fece alzare, “Abbiamo così poco tempo, non sprechiamone neanche un attimo” gli disse dolcemente, lo condusse in camera sua ed i due salirono sul letto, lei prese a spogliarlo, ma lui era perso, assente “Non puoi andartene ” trovò la forza di dirle “Non lasciarmi solo” gemette come un bambino. Lei non rispose, la sua mano aveva trovato il suo sesso ancora flaccido e lei si chinò ad imboccarlo. Malgrado tutto, a quel magico tocco il pene di Franco rispose e ben presto si erse eccitato, scorrendo dolcemente tra le morbide labbra vellicato dalla tumida lingua, lui la sollevò e la baciò, mentre le mani avide la spogliavano. Quando fu nuda la stese sul letto ed il suo viso scomparve tra le cosce di lei leccandola perdutamente, mangiandola disperatamente. La sentì eccitarsi, bagnarsi, continuò instancabile sino a che non la sentì godere con gemiti trattenuti, le salì sopra affondandole il fallo nel ventre. Il cazzo eccitato scivolò nell’umida e calda voragine, massaggiato dai giovani muscoli di lei scorreva veloce mentre lui affondava il volto tra gli splendidi seni baciandoli e succhiandoli con disperazione mentre continuava a scoparla. Lei con decisione lo rovesciò sul letto ed agilmente si mise a danzare sul suo cazzo oscenamente scosciata, eccitandolo con i suoi gemiti, con le sue mani che accarezzavano e facevano sobbalzare le tette sode ed elastiche. Senza staccarsi si voltò e si chinò in avanti offrendogli lo splendido spettacolo del suo superbo culo che ondeggiava al ritmo dell’amplesso. Franco la vide rovistare da qualche parte, lei si voltò a guardarlo “Ti piace?” domandò con lo sguardo eccitato “Si…” gemette lui “Sei stupenda” “Ti piace il mio culo?” domandò ancora lei incalzandolo, lui nuovamente rispose di si, allungando le mani a palpare le generose e seriche chiappe “Sì Franco sì…” gemette lei “Toccamelo sì dai, con il dito, toccami il buchino” urlò lei eccitata e lui come in trance obbedì tastandole lo sfintere “Senti come è stretto, sai, nessuno mi ha mai posseduta lì, sono vergine” all’improvviso si staccò da lui stendendosi al suo fianco e baciandolo appassionatamente mentre la sua mano afferrava il cazzo masturbandolo freneticamente. Quando staccò le sue labbra, Giuliana aveva uno sguardo selvaggio “Questo sarà il mio dono d’addio, ti concederò la mia verginità, voglio sentire il tuo grosso cazzo affondare nel mio stretto culetto” disse e gemette baciandolo nuovamente. Franco la guardava incredulo, ne aveva sentito parlare, ma mai lo aveva fatto, mai si sarebbe immaginato che una donna gli chiedesse di farlo. Giuliana si staccò da lui e si mise carponi, lui vide un tubetto che aveva in mano, stava cospargendosi di una crema lubrificante le dita e poi la spalmò sul roseo ano lubrificandone l’entrata. Proseguì il lavoro immergendo le dita nel tenero buchetto mentre lui la guardava e la sua erezione cresceva se possibile d’intensità “Ora Franco ora, lo voglio, sfondami” gemette lei, afferrandosi le natiche e divaricandole oscenamente. Lui, sempre più eccitato la raggiunse e le mani guidarono tremanti il glande ad appuntarsi allo sfintere di Giuliana. Lui spinse e le carni si dilatarono Giuliana gemette e lui spaventato si fermò “Non ti fermare spingi” lo incitò lei e lui spinse nuovamente. Continuò a spingere mentre lei gemeva e lo incitava e il cazzo si faceva strada lentamente, poi improvvisamente la resistenza fu vinta e il cazzo scomparve per metà in lei. Giuliana urlò e si morse le labbra. Franco si arrestò, lei si lasciò cadere sul letto e lui si distese sulla schiena di lei immobile, baciandola teneramente sul collo “Ti sento Franco, mi stai sfondando il culo, ti voglio tutto, vieni amore vieni, mettimelo tutto” gemette la giovane e lui riprese a spingere scomparendo in lei e strusciando il pube contro le marmoree natiche. I sodi muscoli di lei lo fasciavano strettamente, si contraevano ritmicamente massaggiandolo eroticamente. Lui riprese a muoversi, dapprima lentamente poi sempre più deciso, mentre lei gemeva e lo incitava. Franco non credeva ai suoi occhi, Giuliana si stava eccitando, la sua mano tormentava il clitoride e lei gemeva mentre il suo cazzo le scorreva ritmico nel culetto. Le voltò la testa baciandola disperatamente mentre la inculava con foga crescente, ora il pube sbatteva sonoramente contro le sode chiappe traendone un rumore osceno “Ti voglio dentro, ti voglio tutto dentro, voglio sentire il tuo sperma allagarmi il culo” gemette lei in preda ad un nuovo orgasmo e Franco eccitatissimo non seppe più trattenersi, pochi colpi accelerati ed anche lui si unì al suo orgasmo scaricandole un torrente di sperma nell’intestino. Continuò a muoversi anche dopo che l’orgasmo fu passato, poi si accasciò esausto su di lei, ansimante ma felice “Ti voglio mia deliziosa puttanella, ti voglio per sempre” gemette nel suo orecchio “Lo sai che non è possibile” gemette lei “Sposami Giuliana, sposiamoci domani” gemette lui. Lei si voltò e lo baciò “Si amore si” gli rispose tra un bacio e l’altro. Le settimane successive furono terribili, la gioia dei due si scontrò con l’ira dei parenti, per sottrarsi a tutto i due lasciarono la casa ed andarono a vivere in albergo, mentre Franco si dava da fare per acquistarne un’altra che nessuno conoscesse. Si sposarono da soli in municipio, con i soli testimoni, cercati tra gli stessi impiegati del comune. Per qualche mese tutto andò bene, poi piano piano Giuliana divenne sempre più tiepida nei suoi confronti ma nello stesso tempo più esigente. Una volta lei era stata disponibile ad ogni suo cenno, ora lei non prendeva mai l’iniziativa e lui per convincerla a concedersi doveva farle regali su regali. Piano piano Franco si mise a lavorare sempre di più per racimolare il denaro necessario e prese a rientrare sempre più tardi senza che lei sembrasse accorgersene. Era stanco ed un giorno in ufficio non si sentì bene ed i colleghi lo riaccompagnarono a casa. Non volle disturbarli oltre e scese da solo dalla macchina, li salutò e salì faticosamente le scale. Aprì la porta e stava per chiamare Giuliana dicendole che era a casa quando un rumore insolito attirò la sua attenzione. Si diresse verso la zona da cui proveniva il rumore ed ad un tratto si arresto impietrito. Giuliana era in salotto e con lei stavano tre giovani. Franco guardò incredulo: sua moglie stava sopra ad uno, danzando con il suo giovane cazzo profondamente affondato nel ventre, mentre gli altri due in piedi davanti a lei le offrivano i cazzi da succhiare leccare e lei avida giocava con loro saettando la tumida lingua, masturbandoli freneticamente affondandoseli nella gola “Sì troia succhiaceli per bene” disse uno dei due giovani in piedi afferrandole la testa ed affondandole profondamente il cazzo in gola, mentre l’altro si chinava a baciarle le tette ed ad accarezzarle le chiappe.
“Quando si liberò del cazzo che la soffocava (La storia è incompleta)

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