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Domata in videochat

By 3 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo essere stato contattato da Sofia (e sapete tutti come &egrave andata a finire) mi arriva un’altra mail alquanto strana.
“Secondo me tu non sai far nulla di quello che scrivi. Hai solo fantasia. Stella”
La prima cosa che penso &egrave che il mondo &egrave pieno di gente che non ha proprio niente di meglio da fare che insultare chi si impegna con tanta passione a fare il suo lavoro… e in questo caso soddisfare ragazze meritevoli.
Stavo per cestinare la mail pensando che ad una così non valeva proprio la pena di rispondere e che sicuramente era un cesso frustrato, quando mi viene voglia di insultarla. Comincio a scrivere “sicuramente con un cesso come te le cose che ho fatto a Sofia non le farei mai….”
ma poi mi &egrave balenato un dubbio. Ed il dubbio &egrave sempre una cosa positiva. “E se fosse una figa???”
Cancello la mail e ricomincio.
“Cara Stella. Grazie che hai letto il mio racconto e che mi hai contattato. E grazie per il complimento. Avere fantasia &egrave comunque una cosa molto bella”.
Il mio obiettivo era chiaro. Capire come fosse e poi scoparmela come al mio solito.
E per far questo dovevo andare con i piedi di piombo.
Evidentemente Stella non si aspettava la mia risposta, perch&egrave dopo qualche ora mi risponde tutta gentile e scusandosi se era sembrata irrispettosa.
Insomma ne viene fuori un bel dialogo epistolare. Avevo fatto bene a dubitare. Quanto meno era simpatica.
Dopo un pò Stella mi chiede una foto. Io sono sempre restio a mettere in giro le mie foto, ma questa volta la ragazza mi ispirava fiducia.
Le invio una mia foto e dopo poco me ne arriva una sua. Io resto un pò stupito. Cavolo che carina. Non me lo sarei aspettato. Si era descritta, ma sai… le descrizioni bisogna prenderle sempre con le molle.
Dopo un altro pò di schermaglie me ne invia un’altra in cui era in mezzo a delle dune.
Un fisico da paura e soprattutto un seno prorompente e un sedere che prometteva cavalcate senza fine.
Io non credo ai miei occhi.
Deve essere il mio giorno fortunato penso tra me e me.
Continuo a scriverle con nochalance cercando di domare il mio cazzo ormai fuori controllo.
La vista di quella foto lo aveva risvegliato come non succedeva da tempo. Lo sentivo tirare come nemmeno aveva fatto quando avevo vent’anni.
Cerco di calmarmi e continuo a seguire la conversazione. Sta ragazza mi stava proprio prendendo. Mentalmente e fisicamente.
Decido che merita un trattamento speciale.
Quindi comincio a chiederle di dove fosse e se aveva voglia di prendere un aperitivo con me.
Quando mi risponde che viveva a Milano mi cade il mondo addosso.
Ero troppo eccitato per poter sopportare una risposta del genere.
Roma- Milano. Impossibile.
Ma non me la potevo far scappare! E il ferro va battuto finch&egrave &egrave caldo!
La dovevo sottomettere e poi con calma la sarei andata a trovare per concludere il tutto.
Come potevo fare? L’unico modo era la video chat!
Era una sfida impossibile. Riuscire a far sculacciare una donna da sola. Non l’avevo mai fatto. Ma questa volta dovevo superare me stesso.
Con un pò di moine riesco a strapparle un appuntamento in video chat per la sera dopo cena. Quella sera sapevo di essere solo a casa. Nell’ultima mail inserisco una battuta sibillina. “Procurati una racchetta da ping pong così poi ci facciamo una partita”

Avevo appositamente scelto quella sera perch&egrave mia moglie era fuori per un congresso. Sarebbe tornata solo il giorno dopo. Anche lei casualmente aveva casa libera. Dunque avevamo tutto il tempo che volevamo.
Io sapevo che il mio compito era molto arduo e dunque dovevo prendere la cosa con calma. Farla sentire tranquilla e portarla dove volevo piano piano.
Non so se ci sarei riuscito, ma la sfida mi intrigava più dell’idea del piacere stesso che avrei provato alla fine.
Alle nove mi collego. Non c’era nessuno. Prendo il mio libro e mi metto a leggere stendendo i piedi sulla sedia di fronte.
Dopo una decina di minuti sento un “Ciao” squllante.
“&egrave già qualche minuto che ti guardo sai?”
Stella era li dall’altra parte dello schermo. Dentro di me sgorga una piccola risatina. “Eccola… adesso comincia il difficile” penso tra me e me.
Cominciamo a chiacchierare del più e del meno, della cena, dell’estate che quest’anno non arriva, del fatto che &egrave bello potersi vedere anche se attraverso uno schermo a tanti chilometri di distanza.
E quindi comincio a farle un pò di complimenti.
“Sai in foto stai molto bene.. ma in video buchi proprio lo schermo”. “E non mi hai fatto vedere nemmeno come sei vestita… Dai allontanati un pò dalla videocamera e fai un bel giretto”
Lei inaspettatamente si allontana e comincia a sfilare ancheggiando in maniera molto provocante.
Aveva una camicetta che a stento le tratteneva il bel seno sodo e formoso. Un paio di pantaloni a vita bassa dal quale scorgevo a malapena il filetto del perizoma che fuoriusciva.
Non riuscivo a vedere molto bene per via della luce soffusa che aveva impostato nella camera, ma ho avuto la certezza del perizoma posizionato ad arte fuori dal pantalone quando lei si &egrave avvicinata nuovamente al pc e ha fatto una giravolta facendomi un bel primo piano del suo sederino.
Bello sodo e brasiliano. Una vera delizia ed un vero peccato non averlo a portata di mano.
Ovviamente non mi faccio sfuggire l’occasione chiedendole un altro giro e spendendomi in molti complimenti per il suo portamento e per il suo fisico.
“beh guarda… io sono comunque molto sensibile e se continui a muoverti in questo modo non rispondo più delle mie azioni” Le dico.
E lei: ” perch&egrave cosa mi puoi fare? siamo a tanti chilometri di distanza. Non vedo quale rischio potrei mai correre”.
“hai ragione” le rispondo “ma sai in questo mondo di internet non si può mai stare sicuri. Al posto tuo non rischierei tanto la sorte”.
“Perch&egrave cosa potrei rischiare??” mi risponde.
“Ahhh guarda …. potresti rischiare di finire nuda davanti la videocamera per esempio!!!”
“Ah ah ah ah! e come potresti fare a convincermi?”
“Mah… non so… ti va di fare un gioco?”
“Che gioco?” mi risponde lei.
“Dunque… visto che sei così brava e sicura di te facciamo questo gioco di cultura. Io ho qui le carte del Trivial Pursuit. Ti faccio una domanda e tu mi rispondi. Se indovini tu mi fai fare una cosa a tua scelta se sbagli io ti chiedo di fare una cosa che decido io. Le uniche cose che non si possono fare sono chiudere il collegamento e uscire dal campo di ripresa della video. Ci stai??”
“AH AH AH AH…. Ti straccio” mi dice lei… “Finirai in ginocchio davanti la telecamera a recitare la poesia di Natale… così mi divertirò un sacco… AHAHAHAHAH”.
“Va bene” Le rispondo. “L’importante &egrave che tu ti diverta”
“Dunque, ecco la prima domanda. Cos’ha la gioconda nella mano sinistra?”
“Ah ah ah… ma che domande mi fai” mi risponde lei.
io non rispondo. Le avvicino solo la carta alla videocamera in modo da farle leggere la domanda.
Lei evidentemente imbarazzata dal mio silenzio e dalla mia serietà sta un attimo zitta. Legge e rilegge la domanda e poi mi fa. “Posso usare internet?”
Io le rispondo: “Visto che non sai la risposta adesso ti sbottoni la camicetta, ti scendi la spallina destra e tiri fuori dal reggiseno il capezzolo destro. Ma solo il capezzolo. Poi lo avvicini alla telecamera perch&egrave lo voglio vedere da vicino”.
La vedo arrossire. “Ma dai… non me lo puoi chiedere così…” mi dice.
“Più fai storie più ai prossimi errori le cose che ti chiederò saranno cattive” le rispondo.
“E dai… ma così di colpo… non sono pronta….” mi dice
Io resto in silenzio e la guardo con sorriso sornione.
Ancora un pò di silenzio.
“Ok. allora mi divertirò a torturarti eh eh eh” mi risponde.
Si alza e si fa un giretto davanti alla telecamera sculettando in una maniera estremamente eccitante. Poi si riavvicina e avvicinandosi e allontanandosi comincia a fare una specie di strip sbottonandosi lentamente la camicetta. Una volta sbottonata comincia a farmi vedere e a ricoprirlo subito dopo uno splendido reggiseno di pizzo color carne che era perfettamente abbinato alla sua abbronzatura.
La mia faccia cominciava a tradire eccitamento. E lei se ne stava accorgendo. Più se ne accorgeva più la stronza faceva smancerie davanti la videocamera. E devo dire che ci sapeva proprio fare.
Il mio cazzo se ne era accorto molto bene. Già mi cominciava a far male dentro i jeans e i miei movimenti cominciavano a tradire anche il dolore.
“ti vedo che ti stai eccitando… ti farò soffrire molto stasera ah ah ah” mi dice e mentre parlava comincia a scoprirsi il seno sinistro. Le sue tette erano eccezionali. Sode e grosse al punto giusto. I capezzoli erano già eccitati ma non quanto avrei voluto. Mi sarei dovuto concentrare di più su quel punto.
“Non mi stuzzicare troppo. Sai che posso essere cattivo con te”
“AhAhAh..” mi risponde e continua a farmi i suoi balletti. Sembrava una pornostar navigata per come maneggiava le sue tette. Le afferrava da sotto con le mani, alzandole, poi avvicinandole e quindi facendole roteare. Io cominciavo già a pregustare cosa le avrei fatto fare alla prossima domanda sbagliata.

Io cominciavo a strabbuzzare gli occhi a quello spettacolo e la mia eccitazione stava salendo a livelli veramente insostenibili. Per fortuna lei decide di darmi una tregua e sempre con fare molto provocante si avvicina alla telecamera lasciando in primo piano solo le tette. A quel punto si tira giuù la coppa destra lasciandomi in bellavista il capezzolo. Non paga comincia a titillarselo stringendoselo tra pollice e indice. In pochi attimi quel capezzolo diventa un bel chiodo.
Io devo aver avuto la bava che mi colava dall’angolo della bocca perch&egrave lei mi fa:
“adesso basta sennò ti perdo ehhhh???”””
Io cerco di trattenere la mia eccitazione e le rispondo “ah non ci sperare che mi fai tutto quest’effetto. Continuo con le domande”.
“Allora vediamo: “Qual’&egrave la capitale dell’India??.. non ci posso credere che hai beccato una domanda così facile” le dico
“Ah ah ah ah questa la so. Nuova Delhi ah ah ah adesso tocca a me”
“Ok dimmi pure”
“Voglio che vai di la e che ti togli le mutande, poi ti rimetti i pantaloni e torni qui e poi ti dico il resto”
Io faccio come lei mi ha detto e mi riavvicino. Ovviamente il mio cazzo dopo quella mossa era al massimo dell’erezione e nonostante i jeans le sue dimensioni erano chiaramente visibili attraverso i pantaloni.
Mi riavvicino e lei “bene bene, adesso togliti la cinta e frusta il tuo amichetto per bene, così impara a mettersi in quella posizione alla mia presenza ah ah ah ah”
“Questa me la paghi con gli interessi” Le rispondo
Io molto lentamente mi sfilo la cinta e comincio a dare qualche colpetto in direzione del mio pisello.
Appena lo tocco lui si inalbera ancora di più. La scena mi stava facendo letteralmente arrapare all’inverosimile.
“devi tirare più forte” mi fa lei.
“Anzi, adesso sbottona i pantaloni e fammi vedere come lo colpisci sulla punta… così impara un pò”
Io lentamente sbottono i jeans e il mio fratellone spunta fuori abbastanza maestoso! non me la sentivo di colpirlo così direttamente sulla pelle. Ma non potevo tirarmi indietro.
Comincio a colpirlo piano piano.. e lei “Più forte cazzo o devo venire io li??”
Io aumento un po la forza ma questa situazione mi stava eccitando da morire. Più lo colpivo più mi eccitavo. Sapere che lei stava li a guardarmi mentre io facevo quello che mi ordinava era una sensazione super eccitante.
Dopo un pò di colpi senza nemmeno accorgermene faccio uno schizzo da manuale che ovviamente va ad imbrattare tutto il computer.
“Ah ah ah ah…. adesso voglio vedere se continua a fare tanto il baldanzoso il tuo amico”
Inaspettatamente invece lui non dava segni di cedimento. Sempre teso come un’asta di bandiera.
“Beh.. adesso dobbiamo fare un’altra domanda” le dico rinfilandolo a fatica nei pantaloni.
e lei “chi ti ha detto di rimetterlo dentro??? lascialo fuori capito???”
Ecco… vedi cosa vuol dire fare i buoni?? dovevo essere più cattivo dall’inizio. Ma ora potevo recuperare.

” Mi dispiace. Il tuo turno &egrave già finito… ci potevi pensare prima a dirmi di lassciarlo fuori. Adesso invece ti faccio la domandina”
Prendo la carta, leggo, faccio un’espressione accigliata e faccio finta di rileggere… poi scoppio in una risata fragorosa.
“Questa non la sai… preparati per la punizione”
“Ehiii! non ci provare” mi risponde ” leggimi la domanda”
“Allora … facciamo così: se tu adesso accetti la punizione senza che io ti legga la domanda sarò semplicemente cattivo, se invece mi fai leggere la domanda e tu la sbagli sarò molto cattivo. A te la decisione”
La vedo dall’altra parte dello schermo con il capezzolo di fuori un pò perplessa. Se lo guarda, si allontana un pò dallo schermo, poi si riavvicina.
“Vabbene… mi hai convinto. non rischio. Dimmi qual’&egrave la punizione”
“Brava bambina. In fondo sei ragionevole. E io non voglio farti troppo male. Allora devi cominciare a prendere un pò di cose. Mi servono tre sedie qui davanti al computer, poi ho bisogno di tre mollette e di una di quelle palette piatte con il manico lungo che si usano in cucina. Poi voglio anche una bottiglietta di acqua di quelle piccole da 50 cl. Vai prendi tutte queste cose e poi torna, ma non ti ricoprire il capezzolo”
“Ok” mi risponde molto seccamente.
La vedo armeggiare dall’altra parte del collegamento e dopo una decina di minuti si ripresenta con i pezzi più piccoli appoggiandoli sul tavolo del computer.
“Fammi vedere le cose una per una” le dico
Lei pazientemente mi mostra le cose che aveva preso. Le tre sedie, le mollette, la paletta e la bottiglia.
“Molto bene. Tieni tutto a portata di mano. Adesso dovrai fare tutto quello che ti dirò fino a che pronuncierò la parola chiave “honululu””
“Ok. dai cominciamo che mi sto spazientedo” mi fa lei.
“ah ah ah… non ti conviene giocare così. Adesso comincia con il sederti sulla sedia davanti al pc e fai sparire il reggiseno” Le dico
Lei comincia a sorridere intuendo quello che avevo in mente. Con molta lentezza sfila via la camicetta e poi il reggiseno.
Le sue tette marmoreee e da manuale si reggevano dritte anche senza reggiseno. I capezzoli già svettavano imponenti. Non so quello che avrei dato per metterci le mie mani sopra.
“Adesso comincia a girarti le dita sull’areola intorno al capezzolo ma senza toccartelo MAI”.
Lei non aspettava altro. La vedo che con un sorrisino comincia a fare dei giri lenti intorno all’areola partendo da molto lontano e avvicinandosi sempre di più. Man mano che il tempo passava vedevo i capezzoli inturgidirsi. Fortunatamente si era piazzata abbastanza vicino alla videocam e quindi riuscivo a vedere abbastanza bene i dettagli.
Dopo un pò che continuava a girarsi vedo che comincia a contorcersi un pò… evidentemente l’eccitazione cominciava a salire e la voglia di toccarsi i capezzoli creseva. Infatti dopo un altro paio di giri vedo la mano destra che con nochalance taglia il cerchio e va a sfruguliare il capezzolo che si piega quasi completamente e poi rimbalza indietro come una molla.
“Hai tradito il mio ordine ” Le urlo dall’altra parte dello schermo. “Fermati e prendi la paletta”
Lei si blocca e lentamente prende la paletta.
“Adesso ti devi dare un colpo sul capezzolo che hai toccato” Le dico
“Ma no dai…” mugola
“Non provare a ribellarti”
Lei lentamente quasi si appoggia la paletta sul capezzolo facendo finta di darsi un colpo.
“Più forte, altrimenti te ne faccio dare 10 fortissimi”
Lei si ferma un attimo a riflettere e poi si da un bel colpetto.
Il capezzolo diventa ancora più rosso e più turgido e vedo che le tutto sommato sta ridacchiando.
“Adesso un colpo uguale all’altro, non vorrai mica fare dei trattamenti di favore no?”
Lei ubbidiente si da l’altro colpo.
“Adesso poggia la paletta e comincia a titillarteli con le dita. Voglio che diventino ancora più grandi”
Lei senza farselo ripetere due volte comincia a giocare con i suoi capezzoli con mani super esperte.
Io mi stavo godendo questo spettacolo con il mio cazzo dolorante per l’erezione marmorea all’interno dei miei jeans troppo stretti per contenerlo. Forse avrei dovuto ubbidire al suo ordine di tenerlo fuori.
Ci stava prendendo veramente gusto. Giocava con i suoi capezzoli con un’avidità forse pari a quella con cui avrei voluto giocarci io. Mettere le mie labbra su quei due gioielli in quel momento mi avrebbe fatto toccare il cielo con un dito. Ma purtroppo per il momento non potevo.
“Adesso ci voglio vedere anche la lingua sopra”
Lei non se lo fa ripetere due volte e comincia ad avvicinarsi alternativamente le tette alla bocca. Si succhiava il capezzolo della tetta come se fosse uno spagetto. Io ad ogni succhio mi eccitavo ancora di più. Lei stava godendo ma era evidente che lo faceva per provocarmi ancora di più.
“Adesso basta.”Le dico all’improvviso. “Prendi due mollette e chiuditi i capezzoli!
“Ma come.. proprio adesso” mugola.
“Adesso”
Lei ubbidiente esegue. Due smorfie di dolore.
“Adesso voglio che fai svettare anche il clitoride. Mettiti bene in modo che io possa vedere e comincia a lavorarci intorno. Lo potrai toccare solo quando te lo dirò io”
Lo spettacolo era proprio interessante. Si era seduta nella sedia di dietro e le altre due le aveva messe in avanti in modo da poterci poggiare i piedi sopra. Io la vedevo in posizione quasi ginecologica con le mollette appese ai capezzoli mentre cominciava ad allargarsi le grandi labbra con la mano sinistra e a con l’indice destro cominciava ad accarezzarsi dal perineo su su passando sopra la sua fighetta fin quasi ad arrivare alla zona del clitoride e poi girando una volta a destra e una a sinistra per non toccarlo. Ogni volta che ricominciava vedevo che scendeva un pò più giù con il dito finch&egrave non era arrivata al buchino. Una volta arrivata li e visto che io non dicevo niente ogni volta indugiava un po di più a massaggiarselo con il suo dito ormai pieno di umori. Vedevo la sua fighetta aperta diventare sempre più lucida mentre i capezzoli non davano cenni di cedimento stretti dalle mollette e stimolati dall’eccitazione che si stava dando.
“Adesso voglio che ti dai dei colpetti sul clitoride”
Lei senza farselo ripetere due volte comincia a rifare il percorso di prima dal buchino fino al clitoride e poi si da un colpetto deciso. Questa storia la ripete per una decina di volte e a giudicare da come si muoveva le stava proprio piacendo.
“Adesso fammi vedere quanto lo fai diventare grande”
Lei comincia ad alternare colpetti a massaggi rotatori specifici. Ogni tanto, con un tremito, se lo afferrava tra le dita e se lo tirava. Dopo un pò comincio a scorgere una bella protuberanza.
Lei intanto non si era accorta che io me lo ero tirato fuori e a quello spettacolo fantastico me lo stavo segando con molta lentezza e molto gusto. Era duro come non mai con una cappella rosso fuoco che urlava pietà.
La mia voglia di venire era incontenibile ma non potevo dargli sfogo proprio adesso.
Quando mi accorgo che il suo clitoride era al culmine della turgidezza le dico:
“Adesso puoi prendere la terza molletta. Sai cosa devi fare”
Lei stava talmente godendo che fa finta di non sentirmi.
“CAZZZO ASCOLTAMI QUANDO PARLO” le urlo alzandomi e piazzando il mio cazzo infuocato ben davanti alla videcamera in modo che riempisse tutto lo schermo come avrebbe fatto con il suo culo in quel momento. Dovevo darle proprio la sensazione che me la stessi inculando.
Lei a quell’urlo e a quella vista si risveglia.
“Ecco ecco… scusa stavo godendo… lo faccio subito”
Lei prende la molletta e se la aggancia alla bene e meglio tra il clitoride e una delle grandi labbra. Avrei voluto infierire ma già così mi sembrava abbastanza doloroso.
“Bene … adesso fammi vedere come sai usare quella bottiglietta”
Lei la prende e senza indugio se la appoggia tra le gambe. Piano piano fa entrare il tappo nella sua figa ormai grondante. Lo intinge, poi la tira fuori e si appoggia il tappo al buchino. Io non credevo ai miei occhi. Mi stavo arrapando in una maniera strepitosa.
“Il culetto con la bottiglia adesso non si tocca. Se fai la brava ti do il permesso di usarlo con un dito” Le dico.
Lei quindi ritorna sopra e comincia ad infilarsi la bottiglia nella figa. Era veramente grande e quindi aveva un pò di difficoltà. Ma dopo un pochetto riesce a infilarla fin quasi alla parte piatta.
Nel frattempo la molletta sul clitoride faceva il sul lavoro e ad ogni moviemnto lei cacciava un urlo misto di dolore e piacere. Io stavo godendo a mille.
Ma non poteva finire così. Altri due minuti e sarebbe venuta.
Io invece mi volevo godere lo spettacolo del suo culo divino e così come sarei voluto venirle nel buchino dopo averla pompata per ore, adesso avevo deciso di venire mentre avevo quel panorama davanti.
“Adesso basta. Dobbiamo fare un’altra cosa. Ti devi mettere in ginocchio sulle sedie in modo che dia il tuo bel lato B verso la telecamera. E facendolo prendi la paletta e non mollare la bottiglia”
Lei senza battere ciglio si alza tenendosi il tappo della bottiglia ben dentro e si mette nella posizone che le avevo indicato.
“Adesso prendi la paletta nella mano destra e colpisciti una chiappa dicendo ‘sono una ragazzina ignorante e merito di essere punita’ ma lo devo urlare. Comincia a colpirti e non smettere fino a che non te lo dico”
Lei ubbidiente aveva appoggiato le spalle alla spalliera della sedia che adesso si trovava dietro in modo da avere entrambte le mani libere.
Con la mano destra aveva cominciato a battersi e ogni volta che si sentiva il colpo ripeteva forte la frase che le avevo detto di dire. Io non ero sufficientemente contento: “TI HO DETTO CHE LO DEVI URLAREEEEEEE” le dico alzando la voce.
Lei anche comincia ad urlare e a battersi con foga, mentre con la sinistra ormai si stava stantuffando la figa in maniera esemplare. Io sarei voluto essere li a metterle il mio cazzo nel culo e a farla godere veramente, ma purtroppo c’erano 600 km che ci separavano.
La lascio andare ancora un pò e quando mi accorgo che stava aumentando il ritmo del movimento della bottiglia ad indicare che l’orgasmo stava per arrivare la blocco:
“Adesso lascia la bottiglia infilata dentro e fammi vedere cosa sai fare con le tue dita nel culo”
La posizione non era delle migliori ma lei era talmente arrapata che istantaneamente lascia la bottiglia si contorce un po e si infila un dito nel buchino.
“Adesso fammi vedere come vieni”
Non lo avessi mai detto. Lei comincia ad agitarsi, a battersi con la paletta e a fare su e giù con il ditino.
Dopo un po non paga vedo che prende la paletta, la gira e si infila il manico tondo e bello grosso nel culetto al posto del dito. Comincia a muoverlo su e giù con una foga mai vista.
Io non resisto più e comincio a segarmi in maniera forsennata venendo in maniera copiosa e ripetuta.
Lei non si fa attendere molto più di me e con un urlo soffocato in gola comincia a tremare agitando le chiappe come una cubana che balla il reggeton. Un orgasmo così violento da espellere con forza la bottiglia che le era rimasta nella figa.
Che donna! Sognavo il momento di darla in pasto al mio cazzo famelico…

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