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Esposta, umiliata, oltre il godimento. Semplicemente, Marta.

By 27 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

46 anni.
Osservandola, nessuno lo penserebbe mai.
Marta è una donna che non dimostra lontanamente i suoi anni. Non lo direbbe ancor più mentre, nuda, attraversa la camera da letto per recuperare gli abiti da indossare. Marta è alta un metro e sessanta centimetri e la sua pelle è estremamente liscia, apparentemente morbida. La pelle è olivastra, come se volesse far apparire un gusto di cacao anche nel solo avvicinamento fisico. I suoi seni risaltano molto in quella sua figura piccola: una quarta di seno, soda, nonostante l’età avanzata. Due areole molto scure dominano al centro di quelle forme tonde, senza togliere troppo spazio alla forma dei suoi capezzoli, sporgenti, tondeggianti, invitanti e in questo momento tesi come due soldatini sull’attenti. Le sue mani sono molto curate, le dita lunghe e completate da delle unghie di media lunghezza e impeccabili nella smaltatura. Le mani sono stupendamente percorse, sul dorso, da vene dolcemente esposte.
Il suo corpo è una curva armoniosa, dolce, che si sviluppa sui suoi fianchi, che si schiudono in due cosce sode, invitanti come l’Inferno. Quell’inferno ben raffigurato dal suo sesso completamente liscio, depilato alla perfezione, dalle labbra gonfie, estremamente sporgenti, come se fossero completamente e deliberatamente esposte alla vista di chiunque volesse ammirare quel piccolo e invitante corpo. Le natiche tonde formano un fondoschiena ben tornito, alto e tutt’altro che piccolo.
I piccoli piedi curati scorrono sul pavimento mentre si muove e lascia tendere le vene in esposizione sul dorso e i nervi.

Marta si muove, morbida, per la stanza. I suoi capelli biondi scivolano lungo le spalle. I suoi occhi castano scuro osservano attentamente i suoi abiti, con estrema cura. Le labbra carnose, voluminose, si schiudono per un attimo, nella soddisfazione di aver trovato la giusta combinazione.

Cristiano, il marito, è già pronto e la aspetta nel salotto, mentre sfoglia il quotidiano sportivo, seduto a gambe incrociate. Ha la stessa età di Marta, è un uomo nella media: un corpo tonico ma non eccessivamente. è alto un metro e settanta. Ha il tipico fisico da terzino da calcio dilettantistico, slanciato, magro e leggero. E quella è la sua passione: il calcio. Glielo si legge in faccia mentre legge il giornale con attenti occhi castani e passando, di tanto in tanto, la mano destra tra i capelli brizzolati pettinati all’indietro.

Marta e Cristiano si sono sposati due anni fa. Stasera andranno a cena. Prima, passeranno alla scuola di balli latino-americani che frequentano da tempo.
Marta esce dalla stanza avvolta in un vestito di colore verde militare, estremamente aderente, chiuso con una cerniera che percorre perfettamente tutta la curva dei seni. Marta ha regolato quella scollatura lasciando intravedere abbondantemente i suoi seni. Ai piedi indossa Cristiano chiude il giornale e si avvia. La osserva in quell’abito, senza sorridere. Ha tardato ad arrivare. Marta si muove dietro di lui, senza fiatare. Sa che non sarà così semplice spiegare l’abbandono del corso da parte del marito alla maestra di ballo.

Cristiano e Marta arrivano nel parcheggio della scuola di ballo. Si avviano all’ingresso e notano che anche questa sera alcune coppie sono a lezione.
Paula è la maestra di ballo. Arriva dal Sud America, ma non si sono mai interrogati sulla sua provenienza precisa. è una donna ben diversa da Marta. è alta un metro e sessantotto centimetri di nervi, muscoli torniti alla perfezione da perenne esercizio. I suoi seni mostrano un turgore impressionante, come fossero intagliati nel marmo, come il suo fondoschiena: una cassa di mandolino perfetta al posto di ogni natica. Cosce tese, sode, si concludono in piedi piccoli ma costellati di vene sul dorso, completamente esposte dalle sue calzature attuali. La pelle è olivastra, ma molto più scura di quella di Marta e le sue labbra, quasi sempre ridotte a una semplice fessura, sono in realtà molto vivide. Come il suo sguardo. Occhi neri. Glaciali. Il viso è incoronato da capelli neri, lunghi fino al fondoschiena, ma ora legati in uno chignon sopra la nuca. Indossa un tubino nero, aderente, che lascia esposta una gran porzione del suo corpo atletico.
La maestra di ballo li osserva, rigida nel suo atteggiamento e nei movimenti, mentre passa tra le coppie che si muovono, riprendendoli con un tono di voce basso, senza districare le braccia conserte sotto al seno e senza mai alzare il tono di voce, solamente indurendo quello sguardo gelido, quando deve riprendere qualcuno.

Cristiano le fa un cenno.
Paula si dirige verso di loro, senza mai muoversi dalla sua posizione con le braccia conserte. Il viso non tradisce emozioni.
‘Buonasera’, dice con un tono di voce piatto, senza aggiungere nient’altro. Son loro che si son presentati senza avere una lezione fissata.
Cristiano la osserva, mentre Marta fatica ad alzare lo sguardo e reggere quegli occhi che altalenano l’attenzione tra marito e moglie. Cristiano va al punto: ‘Paula, devo iniziare un mio impegno come allenatore di calcio di una squadra amatoriale. Mi hanno chiamato e, vista l’occasione, non potevo rifiutare’.
Lo sguardo di Paula si fa ancor più freddo. Osserva solamente Cristiano, occhi negli occhi. E ora anche Cristiano fatica a reggere quello sguardo. Osserva le labbra di Paula, non riuscendo ad alzarli oltre.
‘Quindi non riuscirò a seguire le lezioni da qui in poi, mi dispiace’.

Paula rimane immobile. Le braccia si tolgono da quella posizione rigida e il braccio destro si tende verso l’uomo. Lo indica. I figli di lei, che le danno una mano per gestire la scuola di ballo, si aggirano tra le coppie che ballano e il solo movimento brusco di lei attirano per un attimo la loro attenzione.
Paula sgrana gli occhi: ‘Le esibizioni!’, sibilla contro Cristiano, aumentando leggermente il volume della voce, gesto comunque inconsueto per lei.
‘Vi stavo preparando per le esibizioni! Mi hai solamente fatto perdere un sacco di tempo. Mi avete’, dice spostando lo sguardo per un attimo su Marta, che sembra sempre più voler sparire, ‘fatto perdere del tempo’.
Sospira, irrigidita, mentre ritrae il braccio e torna nella posizione di prima.
Cristiano tenta di rialzare lo sguardo e trova quegli occhi freddi, ipnotici e rigidi ora: ‘Ma Marta può continuare… se vorrai’, le dice.
‘E come?’, chiede lei, con una voce sempre più stizzita, nervosa.
‘Potrai trovarne un altro partner di ballo…’, dice Cristian con un tono di voce abbassato, come se dovesse compensare quell’insolito innalzamento del tono di Paula.
Marta rialza lo sguardo e osserva quasi con dolcezza Paula. Paula la squadra, da capo a piedi, più volte, come se la stesse vedendo per la prima volta, come se avesse la necessità di dover conoscere ogni millimetro del suo corpo, da capo a piedi.
Cristiano è diventato un elemento irrilevante per la maestra di ballo, che fa un passo in direzione di Marta: ‘Sappi che ai due giorni attuali dovrai aggiungerne almeno altri due alla settimana, con lezioni straordinarie, anche di più. Le esibizioni sono alle porte e non ho la minima intenzione di fare una figura di merda per colpa vostra e dei vostri inutili impegni’. Fissa gli occhi di Marta, che non risponde.
Paula si avvia nuovamente alla sala, dove le coppie stanno continuando a ballare.
Cristiano cerca di precisare: ‘Avrai tutto il tempo che vorrai con lei’.
Paula mentre se ne va, senza salutare, gli risponde con fermezza e con il consueto tono di voce, ora tornato basso e controllato, incurante che l’uomo potrebbe non sentirla: ‘Questo non sarete affatto voi a deciderlo’.

Lee

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