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Racconti EroticiSensazioni

Francesca: racconto n.324

By 6 Maggio 2022No Comments

324 – Pochi minuti

Francesca è davanti alla porta dell’ascensore, come tutte le sere, come tutti i giorni, come tutti i mesi da quando sta con Stefano e pensare che, quando è andata ad abitare da lui in quella casa, la sua idea era di non fermarsi da lui ma tornare alla sua casa abitata soltanto da Rebecca.
Si è ricordata di una discussione avuta con le colleghe d’ufficio che le avevano detto “Durerà poco, vedrai, è solo una situazione momentanea” ed invece …..
Nel fare questi pensieri e ricordare le colleghe l’ascensore è salito e si è illuminato il segnale del terzo piano e subito dopo il quarto. Lei non vedeva il momento di arrivare e si diceva “Dai, sbrigati! Adesso arriva”
Francesca aveva calcolato che quell’attesa durante la salita durava pochi minuti ed esattamente cinque minuti per arrivare al piano.
La alita è lenta perché l’ascensore è vecchio come la casa ma è bello. Da quando lei abita lì non ha visto persone giovani ed ha dedotto essere la persona più giovane del palazzo, poi in un flash pensa che sta sbagliando perché c’è un uomo che abita al piano di sopra e che si è trasferito da pochissimo, forse neanche due mesi.
Quella persona è un bell’uomo, vive da solo e ne ha dedotto che non è sposato avendone conferma poiché ha guardato la sua mano sinistra e non ha visto la fede al dito.
Francesca sapeva che nella maggioranza dei casi, chi non ha la fede al dito non è sposato e in qualche situazione ne ha anche approfittato però ha sempre seguito il consiglio della sua amica Bianca che diceva e raccomandava fortemente di non andare mai con gli uomini sposati poiché solitamente creano guai.
Lei ogni volta che vedeva quell’uomo non sposato restava affascinata dal suo buon profumo che emanava e restava in ascensore anche in sua assenza.
Tutte le volte che lo ha visto si è chiesta chi fosse e cosa facesse nella vita di tutti i giorni notando anche il suo costante vestire elegantemente con grande gusto.
Si è anche chiesta quale lavoro facesse.
Quando ha letto il display segna piano l’interesse per l’uomo è dimenticato e quando riprende a pensarci l’interesse è scaduto forse perché in fondo non le è interessato veramente non dovendolo presentare a nessuno ma tenerlo segreto solo per se stessa.
La cabina è salita ed in pochi minuti, che per altri sono eterni, Francesca è arrivata casa come sempre.
Quel giorno lei è stanchissima ed ha già deciso di non uscire per incontrare amici nei vari locali notturni, anche se Stefano dovesse insistere. Nell’aprire e chiudere le porte dell’ascensore sovrappensiero già sta visualizzando la vasca da bagno ma inaspettatamente, quando la serratura sta per scattare, una mano la risveglia dai suoi pensieri e la ferma, istantaneamente pensa “Chi è il rompiballe di turno?!” nella speranza che sia solo uno degli altri inquilini che, pur simpatici, in quel momento le diano solo un cordiale e simpatico saluto.
Invece ha sentito dire con un tono di voce unico ed affascinante come mai lei si sarebbe aspettata “Sta scendendo?”
Francesca è tanto stanca che non si capacita ed annuisce, nella sua testa passa la speranza che lui debba scendere con lei così non dovrà fare quei monologhi inutili sul tempo.
Invece è lui, anche se non ha voglia di parlare, fa un viaggio di discesa e si accorge che anche lui pare non ne abbia. Con la cosa dell’occhio lei lo guarda e si convince ancora di più che non è sposato. Si dilunga ad osservargli le mani scoprendo che sono proprio belle, lunghe, proporzionate, affusolate, ha le unghie curate. Infine lei, per non dare l’idea di una osservazione ostentata, lo guarda in volto e vede che ha la pelle di uomo mediterraneo decisamente olivastra.
Anche lui la sta guardando e in quel ristretto ambiente a studiarsi sono in due.
Lei gli sorride ma lui no, la guarda solamente.
In pochi istanti Francesca vede che quell’uomo dall’aria misteriosa ma bello ha gli occhi gli occhi molto lunghi e le ciglia decisamente scure. Forse per la luce tenue della cabina dell’ascensore non riesce a capire di che colore siano i suoi occhi. Lo sguardo della ragazza va alle sue labbra, rosse e scure, sembrano labbra da donna su un viso da uomo. Mi si è avvicinato ancora.
Lo spazio vitale lì dentro è scarso e, forse per un tentativo di seduzione, lui si è avvicinato ma non tanto da poter dire che sia a contatto con lei.
A Francesca ciò non dà fastidio, anzi si illude che sia un velata ma concreta seduzione.
Intanto la cabina è arrivata a destinazione e lei scende per prima.
Lui non dice una parola e vicino alle porte ancora aperte lascia la ragazza che si domanda perché sia nuovamente al piano terra in una condizione di eccitazione sessuale che nella precedente salita non aveva.
L’aver passato quei pochi minuti con lui l’ha stordita e stimolata.
Francesca entra nella cabina dopo aver seguito con gli occhi quell’uomo fin quando la porta del palazzo si è chiusa.
Nel risalire al suo piano non pensa ad altro se non che a lui poiché sente ancora il suo odore addosso pur non avendo avuto nessun contatto fisico ma quel profumo tutto particolare le è rimasto nelle narici.
Francesca ha fatto quello strappo alla sua voglia di riposarsi solo per il desiderio di una conoscenza più intima dell’uomo ma ne è rimasta delusa perché lui l’ha proprio snobbata.
Entrata in casa ha salutato Stefano e gli ha detto soltanto di essere stanca e delusa per la giornata di lavoro in azienda, poi si è denudata rapidamente e si è immersa nella vasca per un lungo bagno rigenerante.
Di notte, dopo che il suo uomo l’ha sgrillettata un po’ senza successo, Francesca ha sognato quell’uomo che prendeva l’ascensore con lei e che con una mano ha afferrato i capelli per spingerla ma non dentro la cabina.
Francesca ha sognato di non potersi voltare e sentiva il fiato dell’uomo sul collo.
Nel sogno non è ben chiaro di come siano entrati entrambi nella casa dove lei abita però ha avuto modo di vederlo in faccia e sul momento non lo ha riconosciuto.
La ragazza si è sentita tirare su la gonna mettere la mano sulle gambe, sul ginocchio, e poi lentamente salire.
La stanza si è riempita dei loro respiri profondi accompagnati da qualche loro mugolio.
La mano dell’uomo è intanto arrivata al nervo teso della gamba e va a giocare con l’elastico delle mutandine portandolo a stringere verso il centro il minuscolo triangolo di stoffa in modo da poter agire per darle il massimo piacere pur non essendo ancora a contatto con l’intimità femminile ma dandole solo delle carezze sul tessuto delicato del perizoma fino a farlo bagnare completamente.
L’uomo ha poi iniziato a spingere di lato il triangolino fino a farlo diventare una riga sottile provocando in lei, allo stesso tempo, piacere e dolore.
Francesca ha cominciato a mugolare ampiamente ed a lamentarsi per il piacere dicendo falsamente “Mi fai male” ma la voce calda maschile le ha risposto “Zitta, troietta!”
Lei si rilassa e si morde le labbra e lui prosegue “Brava! Ecco rilassati, vedrai che godrai tantissimo!”
A lei sembra che lui la voglia dividere in due per la forza con cui le sta tirando di lato il tassello del perizoma ma improvvisamente il dolore sparisce e lei pensa che l’indumento abbia ceduto rompendosi. In quel momento c’è sollievo, una liberazione.
“Vuoi essere chiavata, vero? Stai godendo tanto ed a me tu piaci tanto quando ti lascia andare. Quante volte lo fai così con il tuo uomo?”
L’uomo le mette una mano sotto la pancia e la fa piegare, con l’altra continua a tenerle i capelli. Improvvisamente Francesca sente finalmente il suo sesso poggiarsi alle pieghe della sua rosellina posteriore, proprio su quella porta dove Stefano è entrato poche volte.
Lei pensa che non è preparata, non ha fatto la doccetta anale e neanche un clisterino ma intanto quel suo arnese ostinatamente cerca l’ingresso di un buchetto che lei stringe per renderlo piccolo.
Francesca lo vuole nella figa ma lui non capisce o fa finta di non capire.
La sua voce di lui le dice in tono che non ammette replica “Era tanto che mi stavi aspettando? Sarei dovuto arrivare prima!”
In quel momento un gran calore la assale e lo sente entrare in lei dandole la sensazione di essere divisa a metà, tra il piacere e il dolore.
La sua voce approva il comportamento di Francesca che lo lascia fare “Sei bravissima, così si fa!” e sente che la cappella è dentro perché lo sfintere si è leggermente richiuso ed ha avvolto qualcosa pur restando dilatato
Ora la punta è entrata dentro e pian piano lei lo sente scivolare.
Francesca viene presa dalla lussuria e di colpo si rilassa dando modo all’uomo di arrivare fino in fondo consentendo alle palle di sbattere sulla figa grondante e la pancia battere contro i glutei.
Lui resta fermo un secondo e lei ha la sensazione di essere piena completamente con qual cazzo così grosso in fondo al culo.
Affinché lui dia inizio ad una fantastica chiavata fa uscire il cazzo lentamente completamente.
Francesca è talmente eccitata da essersi bagnata l’interno delle cosce.
La sensazione di umido la sveglia dal sogno poiché suppone di aver fatto la pipì nel letto.

Dal giorno del sogno è passata più di una settimana e ancora non l’ha rivisto.
Quel sogno l’ha lasciata insoddisfatta ed incuriosita fortemente.
Ogni giorno Francesca cerca di tornare volutamente alla stessa ora nella speranza di rivederlo ma sempre è un insuccesso finché, inaspettatamente, una domenica verso la una nel rientrare a casa per pranzo, lui è lì nei pressi dell’ascensore.
Francesca ha avuto un colpo al cuore e resta un secondo nell’atrio di ingresso a guardarlo dicendosi “E adesso cosa faccio?” ed una voce interna dirle “Non fare la stupida: entra in ascensore con lui!”
Anche lui si è fermato nel vederla ed appena aperta la porta della cabina si è fermato forse dicendosi le stesse parole che si è detta lei.
Anche lui la guarda attentamente godendo il danzare di Francesca sui tacchi alti ed anche il look a partire dal vestito corto di gran moda che lei indossa e che la rende splendida facendo risaltare le gambe che paiono infinite, per finire al trucco accurato che la fanno sembrare una donna nel pieno della maturità.
Nell’avvicinarsi a lui, Francesca vede che i suoi occhi sono neri come due carboni e sono tanto sono scuri che sembrano truccati da delle lenti a contatto. Con quelle ciglia nere e la pelle olivastra stanno benissimo.
Lei pensa che stavolta non gli darà solo il piacere del suo sorriso senza avere nulla in cambio.
Lui preme il bottone del piano più alto del palazzo e la cabina si solleva.
Francesca si mette di fronte a lui e come d’abitudine davanti alla porta dandole le spalle nel tentativo di evitare il suo sguardo però non fa in tempo a girarsi che lui le afferra i capelli raccolti a coda facendola appoggiare contro le due porte.
Francesca avverte il freddo delle maniglie poiché il suo top di lino non attenua minimamente quella sensazione e la parte inferiore non è infilata dentro la gonna. La gonna è di seta leggera ed in pochissimo tempo la sente sopra le anche. Lei sente anche il rumore della zip del pantalone di lui che scende ed anche qualcosa di caldo che si appoggia tra le natiche e il cotone dei boxer.
Quell’uomo, di cui lei ignora il nome, ha il sesso somigliante ad un aratro tanto è rigido e, aiutandosi con una mano, lo sta passando tra le natiche scavando nel mezzo. L’altra mano, come se Francesca lo avesse autorizzato, l’ha fatta entrare sotto la camicetta strisciando come un serpente aderendo alle curve del corpo.
Solitamente Francesca non usa reggiseno e lui non trovandolo mugola approvando quella scelta ed approfitta per andare direttamente ad afferrare con i polpastrelli un capezzolo senza che lei abbia lottato per ostacolarlo. Quel capezzolo così femminile ornato da una barretta dorata con un ciondolo sembrava attenderlo già duro per l’eccitazione.
Il vetro della porta nel frattempo si è completamente appannato a causa sia dei profondi respiri a bocca aperta di lei sia per quelli di lui la cui eccitazione è già elevata.
Da quei vetri, sia dall’interno che dall’esterno, si vede come nella nebbia.
L’uomo stringe il capezzolo, lo gira tra le dita e poi lo tira in avanti usando il ciondolo, ogni volta che lo fa lei ha delle vampate di calore che le attraversano tutto il corpo e lasciano segni evidenti nel perizoma tra le sue gambe.
A quell’indumento lui non è ancora andato e lei lo sta aspettando per mostrargli quanto stia gradendo quel trattamento.
L’ascensore era al tra il quarto ed il quinto piano quando le fettucce elastiche sono spostate e Francesca improvvisamente sente fresco ma anche il cazzo caldo e turgido a contatto con le grandi labbra della figa. Quel sesso è tanto grosso e turgido che ne sente le vene senza che lei lo tocchi con le mani.
Francesca si aspetta che lui lo metta dentro ma forse non ne ha intenzione e lo fa solo scorrere e fa attenzione che non entri. Lei è talmente bagnata non gli dev’essere stato facile farlo.
Nel dedicarsi alla figa, lui ha smesso di toccarle il capezzolo ed in quell’istante la cabina dell’ascensore ha un sobbalzo, è arrivata all’ultimo piano, il sesto. Per fortuna le porte non si sono aperte e nessuno dei due preme un altro pulsante per far viaggiare quei due corpi.
Francesca improvvisamente sento il freddo del vuoto in mezzo alle gambe perché lui si è allontanato, ha portato la mano che guidato il cazzo alla bocca di Francesca affinché lei succhiasse i suoi umori e con l’altra ha premuto il pulsante del quinto piano.
Pr tutto quel tempo l’uomo non ha detto una parola. Appena la cabina si è fermata, lui ha aperto le porte ed è uscito.
Quel giro in ascensore è durato solo pochi minuti e l’hanno lasciata insoddisfatta.
Di ciò si ripromette di parlarne serenamente dopo pranzo con Stefano che, come spesso fa, la fotograferà durate una scopata ma lei desidera che le faccia degli scatti durante un meraviglioso e lussurioso ditalino pensando a colui che l’ha stregata e che chissà se la storia interrotta di solo sesso avrà un seguito.

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