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Giulia- Seconda parte

By 28 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

“Bisogna volere l’impossibile
perché l’impossibile accada.”

Dopo cena mi metto al PC, vorrei comporre qualcosa al piano ispirato al noir anni ’40, sto cercando in particolare i Racconti di Raymond Chandler, che in libreria non mi riesce di trovare, così vado su Google, digito sulla barra Racconti ma prima che io abbia finito di scrivere, il mio browser mi spara una raffica di suggerimenti; il primo è “Racconti erotici”. Mi incuriosisco e ci clicco sopra. Mi compare l’elenco dei siti, il primo è “I racconti di Milù”.
Apro il sito e mi metto leggicchiare qua e là; alcuni racconti sono scritti male con tanto di orribili abbreviazioni tipo “ke” e “nn”, li trovo solo sfoghi ormonali di pipparoli in astinenza, altri sono scritti molto bene ma con scarso phatos, altri ancora ai limiti dell’assurdo con perfino incongruenze temporali nel racconto stesso, èer non parlare della stragrande maggioranza dei nickname sedicenti femminili che invece sono palesemente uomini. Il contenuto dominante della maggior parte dei racconti è comunque che gli uomini sono tutti marpioni e le donne tutte zoccole. La cos mi fa sorridere ma il sito è carino e godibile con punte di buona scrittura.
Saltellando qua e la per le categorie mi imbatto in un racconto dal titolo “Biscotto inzuppato” sembra fatto apposta, ma il nome reale che dichiara l’autrice dietro il nickname è “Giulia”, forse lo apro per questo e inizio a leggere. E’ la cronaca di un atto di autoertismo che trovo divertente, ironico, molto ben scritto, a tratti intenso anche se tra le righe traspare un velo di malinconia che non lascia di buon umore. Una cosa che non mi piace è che l’autrice chiama il suo organo sessuale “la mia patata” che trovo naif e stridente con i toni del racconto che giudico un gradino sopra agli altri. Finisco di leggere: mi è piaciuto. Decido di curiosare negli altri racconti della stessa autrice e ne apro uno dal titolo “Lucidata di manico” anche questo molto bello, intenso ed erotico senza che chi scrive scivoli mai neanche per un istante nella volgarità, ma anche questo lievemente velato di malinconia.
Mi appassiono ai personaggi e decido di leggere tutti i suoi racconti; il successivo è “In viaggio con te, senza te…” inizio a leggere ma il piacere di farlo terminerà violentemente alla 3a riga: “così decidemmo che quell’estate sarei partita da sola con le mie amiche di sempre, Viola e Valeria”.
Mi sento esplodere la testa, in bocca ho un sapore salato e inizio a tremare, mi alzo dalla sedia barcollando appoggiandomi all’angolo della scrivania e mi precipito sulla bottiglia di Chivas che mando giù a garganella, ma non basta per scaldare la morsa gelida che ho allo stomaco.
“così decidemmo che quell’estate sarei partita da sola con le mie amiche di sempre, Viola e Valeria” questa frase mi martella nelle tempie. Mio Dio…..Viola e Valeria, le migliori amiche di Giulia! No…no…no…continuo a ripetere dentro di me! Giulia…sei proprio tu! Stramaledico il momento in cui ho aperto quel sito. Quale assurda coincidenza mi ha portato di nuovo da te a leggere le evoluzioni erotiche col tuo fidanzato, le tue emozioni, i tuoi sentimenti? Quale beffardo destino ha voluto che incrociassi ancora e così violentemente la tua strada? Penso che magari è tutto un equivoco e una diabolica quanto improbabile coincidenza di nomi, l’unico modo per saperlo è continuare a leggere anche se mi farà male e di lì a poco avrò la conferma! Tutto quadra, tutte le circostanze sono consonanti con lei! Ma come ho fatto a non capirlo già dai due primi racconti?
Giulia….sei TU!
Ho bisogno d’aria, apro la finestra ma non ne traggo alcun beneficio, prendo le chiavi del terrazzo e così, in accappatoio salgo all’ultimo piano. Apro la terrazza e penso a quello che mi è appena accaduto, lo trovo solo irreale. Guardo il panorama, le mille luci delle auto e le insegne luminose dei negozi chiusi, ascolto il quieto caos dei rumori della città che la notte sta lentamente immergendo nel suo limbo e il vento di mezzanotte che ha sempre qualcosa da dirci. Qualcosa che parla di noi stessi.
Giulia…vorrei che non fosse vero, ma è così che ti ho ritrovata.
Continua

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