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Racconti Erotici

il canto del cigno

By 15 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Una serata come altre, ci guardiamo, proviamo a fare qualcosa, ma ci annoiamo ugualmente.
Un guizzo nella mente, ti guardo, sei sul divano , la t-shirt mostra i tuoi capezzoli ed un geco si arrampica fra di essi, un paio di pantaloni della tuta.
Mi chiedo perch&egrave trovo più sensuale un abbigliamento del genere rispetto ai soliti pizzi, autoreggenti, tacchi e orpelli erotici; desisto subito, mi accetto per quel che sono, mi va bene così.
Mi fissi annoiata, un timido stupore disegna le tue labbra, mi sto spogliando davanti al tavolo bianco sul quale ti sei già sdraiata, cambi posizione per guardarmi meglio, sono nudo , davanti a te, il mio cazzo che appena sfiora il tavolo e ti guardo.
Accantoni la noia, e inizi a muoverti in maniera sensuale, le gambe sotto il culo, muovi il bacino e con le mani pizzichi i capezzoli per renderli ancora più appariscenti sotto la maglietta, io inizio a toccarmi.
Raggiungi le pinzette con una mano allungandoti sul divano, mi fisso sul tuo fianco scoperto ammirandolo, cerchi l’eccitazione guardandomi il cazzo ormai duro e con molta cura metti le mollette a schiacciarti i capezzoli. Continui a muoverti , guardandomi e, cercando di ricordare le sensazioni di un vecchio gioco, abbassi i pantaloni e cominci a sfiorarti. Io immobile continuo a toccarmi appoggiando di tanto in tanto il cazzo al tavolo bianco.
Un pensiero, un’idea o più probabilmente un’accondiscendenza attraversa la tua mente.
Prendi un’altra molletta e ,sedendoti sullo schienale del divano, la posizioni sul clitoride. Sei a gambe aperte davanti a me, i tuoi pantaloni ormai sfilati sul divano e le tue mutandine a velare l’intimità che molte volte ti ho chiesto di ostentare.
Guardati mi eccita, m’accorgo che quel ritmico toccarmi senza entusiasmo di prima ora fa effetto, lo sento caldo, gonfio e dritto …orgoglioso.
Mi guardi, ti guardo.
Con una mano scosti le mutandine, badando bene a fare pressione sulla pinzetta, mentre con l’altra ti tocchi. Apri ancora di più le gambe.
E’ davanti a me, senza più nulla a nasconderla, aperta dalle tue dita, il clitoride stretto dalla pinzetta, umida, calda.
Sento il mio cazzo enorme, devo rallentare il ritmo, ma l’eccitazione &egrave forte, intensa. Tu non mi guardi più, ora stai scopando con le mie idee , col mio cervello, con te stessa.
Ti giri su un lato, mi lanci un’occhiata leccandoti un dito, e abbassi le mutandine dietro; col dito bagnato della tua saliva piano piano entri nel tuo culo, ti chini sempre di più, ti guardo, le tue dita che si sentono tra la sottile parete di carne che separa la tua figa dal tuo culo, il tuo clitoride caldo schiacciato da due dita di metallo, così come i tuoi splendidi capezzoli.
Ci guardiamo entrambi per una frazione di secondo, ho una vampata di caldo alle reni, abbassi lo sguardo e vedi il mio piacere schizzare, ti fermi, l’ultima ondata ma il mio cervello &egrave altrove, non mi godo l’orgasmo, e ti guardo, lo so, l’hai fatto per me.
Distogli lo sguardo dal mio e fissi il tavolo: il mio sperma cola sull’unico oggetto che potrà mai legarci.

Chiudo gli occhi e penso al canto del cigno

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