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Racconti Erotici

La fotografa

By 9 Agosto 2021No Comments

Era molto tempo che ci pensavo e un bel giorno decisi di togliermi lo sfizio.
La passione per la fotografia mi accompagnava da molti anni e da alcuni mesi mi chiedevo come sarebbe andata con delle foto dal vivo. Intendo un servizio di nudo artistico. Così mi decisi a recrutare due modelli, un ragazzo e una ragazza, andando a cercare sui siti di annunci di lavoro.
Mi sorpresi di trovare tanta disponibilità e dopo un po’ di mail mi decisi a chiamare prima il ragazzo e poi lei.
Mi spacciai per una fotografa professionista con alle spalle varie esperienze simili, in realtà io sono una fotografa per passione e non ho quasi mai venduto i miei servizi. Però me la cavo bene e, soprattutto, mi piace. Sono una guardona e non mi riferisco solo all’ambito erotico. Il senso della vista è fondamentale e mi sorprendo spesso a sbirciare nelle case altrui.
Il mio altro amore è il disegno: osservo il corpo umano, sia maschile che femminile, e ne studio le forme, appassionandomi ai minimi particolari, percorrendone gli avvallamenti come le zone tese, scrutando le ombre e le luci che si formano tra la meraviglia che è il fisico umano.
Insomma mi misi d’accordo sul prezzo e trattammo sul tipo di servizio: nudo integrale in coppia.
L’appuntamento era per sabato primo pomeriggio. La location sarebbe stato l’ultimo piano di casa mia dove ho una grande stanza ricavata dalla mansarda, lo stesso posto dove da un po’ mi rifugio a scrivere. Il mio piccolo preziosissimo mondo.
Arrivò il giorno e, dopo qualche sms di conferma, si presentarono quasi insieme. Lui sui 22 anni, bruno con gli occhi marroni, piuttosto alto. Onestamente la sua bellezza non mi diceva molto: mi sembrava uno di quei ragazzi che passano la vita in palestra e che non hanno molto da dire.
Lei, capelli nerissimi e lisci legati , pelle chiara, alta all’incirca come me, un metro e sessantacinque, di qualche anno in più di lui, un bel seno abbastanza abbondante sotto la camicetta.
Ci presentammo tutti e capii da subito che i professionisti erano loro, senza un minimo di imbarazzo, che sapevano cosa fare. Mentre io cercavo le parole per dire che tipo di servizio avrei voluto fare: ‘ bene ragazzi, come vi ho già detto, vorrei riprendere i corpi nei dettagli, esprimere il desiderio e la bellezza’.’
Lui: ‘Sì, perfetto, iniziamo pure, mi preparo, e lei:’ ok, vado in bagno a spogliarmi’.
In mezzo minuto mi ritrovai col ragazzo perfettamente nudo davanti a me. Non so se riuscii a rimanere impassibile, ma mi sforzai con tutta me stessa e feci finta di niente: un corpo perfetto, non troppo palestrato, i fianchi stretti e le spalle larghe, completamente depilato, un pene circonciso che lasciava scoperta la punta cadeva a fianco a una gamba muscolosa.
Riuscii a dire’ bene, vorrei che vi metteste intorno a quel divano col panno nero che sta in mezzo alla stanza, quello con le luci laterali dai lucernai’.
Intanto usci dal bagno la ragazza, anche lei totalmente nuda, un corpo bianchissimo, le unghie di piedi e mani smaltate di rosso, i capelli corvini. Il seno abbondante ma non troppo, coi capezzoli scuri e dritti. ‘Siamo pronti?’ Questo mi stupì non poco’
Io così pudica mi trovavo ora in mezzo a quei due corpi semplicemente belli, feci fatica a non esitare, mi ripresi e cercai di impartire gli ordini giusti. ‘benissimo iniziamo coi primi scatti, siate naturali e non pensate a niente’. Dopo le prime foto, mi parve di capire che la ragazza non era indifferente, esattamente come me. Tanto più che io, sentendomi più rilassata dopo la prima mezzora, decisi di provocare e giocare con quei due. Anche perché volevo vedere fino a che punto sarebbero rimasti tanto professionali. Mi rivolsi alla ragazza:’ siediti sul divano per piacere., divarica le gambe e guarda di fronte a te. Ora tu, invece, mettiti davanti a lei, sì, voglio che mi dai la schiena, così, sì, in piedi, perfetto.’
Lui aveva una schiena e un fondoschiena perfetti, sembravano scolpiti, ma non erano da palestrato, come avevo intuito prima. Di nuovo a lei: ‘fai passare le tue mani intorno al suo fianco, come se lo tirassi a te, bravissima, e anche l’altra mano, per piacere, falla girare in torno a una sua gamba’. E adesso vediamo se fate i robot, mentre io mi sento un calore addosso e faccio fatica a mantenere la voce ferma mentre vi fotografo.
Il viso di lei sporgeva dal fianco di lui, esprimeva quello volevo: desiderio. Intanto continuavo a scattare e iniziai a spostarmi, avvicinandomi, cercando di prendere ogni dettaglio di quella schiena e quel sedere così duri. E fu lì che arrivai a lato dei modelli e lo vidi chiaro e tondo: il suo membro dritto, duro, a fianco al viso di lei. Ancora una volta nessuno si scompose e io andrai dall’altro lato: ora avevo in primo piano quel pene meraviglioso, semplicemente perfetto: glande liscio e grosso, asta lunga, ma anche larga.
Mi aspettavo qualcosa da parte di lui, non so, qualche spiegazione. Invece nessuno disse niente. Tutto come se nulla fosse.
Tranne che per me, visto che mi sentivo bagnatissima ed ero tutto un fuoco. A quel punto guardai la mia maglietta e vidi chiaramente che i miei capezzoli erano turgidi e drittissimi.
Pensai che se avessi lasciato quei due così ancora due minuti lei non avrebbe resistito ( mi mettevo nei suoi panni ovviamente) e così decisi di continuare la sottile tortura, sia loro che mia evidentemente: ‘invertiamo le parti ora!’
Feci mettere lei stesa sul divano , ma di sghimbescio, con una gamba cadente sul pavimento di legno scuro e l’altra piegata appoggiata sul divano. Quindi chiesi al modello di mettersi in ginocchio davanti a lei, avvicinare la testa tra le sue gambe: ‘valle molto vicino e socchiudi la bocca, ma non toccarla!’. Vidi quel corpo statuario muoversi con la verga tesa e senza nessuna preoccupazione di nasconderla, scendere sul pavimento e calare tra le gambe della modella, avvicinando la bocca a pochissimi millimetri dalla sua. Ne sentivo il fiato, soffrivo e godevo al pensiero di trovarmi al posto di lei. E immaginavo quello che provava la ragazza, forse. Continuavo a scattare, mi avvicinavo, cambiavo prospettiva girando intorno al divano. Erano le loro espressioni a farmi morire: non erano più i modelli professionisti impassibili finalmente. Li avevo in pugno, ma volevo andare oltre.
Non erano mai completamente immobili, si muovevano molto lentamente, con gesti quasi impercettibili, solo dalle anteprime delle foto me ne potevo accorgere. Lei aveva alzato le braccia al di sopra della testa, sembrava davvero rilassata, gli occhi chiusi, sembrava immaginasse qualcosa che stava per accadere. Sicuramente sentiva il fiato del ragazzo vicinissimo alla sua vulva. Allora mi avvicinai molto e iniziai a fotografare i dettagli, ma vidi chiaramente che non ero la sola a provare qualcosa: la vidi, la sua passera si era dischiusa, era gonfia e decisamente bagnata. Finalmente avevo ottenuto quello che volevo.
Era come se non ci fossi, loro erano lì a fare ciò che chiedevo e non riuscivano più a nascondere gli effetti fisici di una situazione così altamente erotica. Mi avvicinai e osservai da vicino quel pene stupendo, durissimo, che puntava contro il divano. Sentii anche l’odore di quei corpi: gli umori di lei che colavano erano impossibili da non notare. Lei accennava anche a inarcare il bacino a volte, tenendo gli occhi chiusi, si capiva che voleva la sua lingua.
Allora li feci smettere e osai chiedere, come se niente fosse:’ vi vedo molto disinvolti, ve la sentite di fare qualcosa in più?’ e lei che mi risponde subito dopo essersi ripresa ‘sì sì, beh, almeno io sì’. E di rimando lui: ’ non c’è problema’.
Loro stavano già gustandosi chissà cosa perché pensavano volessi fare dei veri e propri scatti hard, soprattutto dopo la mia richiesta a lei: ‘ te la sentiresti di prendergli in mano il pene? Vorrei scattare dei dettagli della mano’.
Ovviamente nessuno dei due ebbe da ridire e in trenta secondi mi trovavo davanti lei che lo masturbava con energia e passione. Li lasciai fare per un paio di minuti, mentre ostentavo indifferenza. In realtà stavo godendo per la situazione che ero riuscita a creare.
‘ un momento, un momento. Aspettate’ Mi guardarono interdetti, come se si chiedessero chi fossi, feci stendere lui sul divano perché mi piaceva molto il telo nero di fondo, poi presi delicatamente la mano di lei, la aprii e la accompagnai a cingere quel membro duro. La mia mano sulla sua e la sua su quel fallo in tiro.
‘così, devi tenerlo alla base, stringerlo, ma non troppo. Voglio che la punta sia ben dura’
‘va bene’ e io a scattare: click, click, click.
‘dagli qualche colpo energico su e giù ora’
Stavo facendo impazzire quei due: ‘ basta ora, fermati così, grazie! Preferirei che la muovessi un po’ piano quella mano per favore, altrimenti viene tutto mosso!’
A quel punto lei rallentò e io mi avvicinai molto: ero a sì e no a una quindicina di centimetri. E mi gustai tutto lo spettacolo. Lui si godeva quella mano perfetta di ragazza in preda a una sana e sincera voglia che muoveva quella mano lentamente lungo il membro duro come il marmo, ma caldo come solo la carne può essere. Io mi godevo lo spettacolo e mi divertivo a intervenire. Scattai su una piccola goccia di sperma trasparente che si era affacciata dal buchino’. Non riuscii a resistere: ‘ferma così, lasciami fare una cosa prima di continuare’ Con intesa perfetta lei inclinò quel pene verso di me, me lo sporse, e io spalmai quel poco liquido viscido e trasparente sul quel glande teso e grosso. ‘ continua pure, grazie’: click, click, click. Ora era lucido e perfetto più di prima. Ma il mio sadismo non si fermò lì.
‘Adesso basta così, grazie’ e le loro espressioni stavano diventando davvero scocciate. ‘siete stati molto bravi, davvero, ora vorrei chiedervi un’ultima cosa. Poiché il mio fine è descrivere il desiderio dei corpi, sareste in grado di simulare dell’autoerotismo? Solo simulare ovviamente.’ Senza dargli ulteriori istruzioni, si misero uno a fianco all’altra e presero la mia richiesta come una vera e propria liberazione. E’ stato uno degli spettacoli più belli della mia vita. Eravamo ognuno nel proprio mondo e quei due non hanno simulato proprio niente, si sono masturbati con la voglia che gli ho fatto venire io in quasi due ore. Sono venuti quasi insieme mentre io non ho smesso un attimo di fotografarli. Lui è stato grandioso, è venuto con energia, sputando fiotti caldi e densi di quel seme che la ragazza forse avrebbe voluto assaggiare, chi lo sa.
Io non gliel’ho permesso

Sono graditi commenti se volete
Indramar2021@gmail.com

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