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La vendetta di una donna

By 4 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Scoprire l’infedeltà del proprio marito non &egrave certo un fatto piacevole ma sapere che ha una relazione con un altro uomo, &egrave semplicemente devastante. Eppure le foto che lo ritraevano con un ragazzo erano li, davanti a me, in bella mostra. Il filmato pronto per essere visto, bastava un mio cenno che non ci fu mai.
L’investigatore privato che avevo pagato per seguire Fulvio si dimostrò gentile ma freddo. Rimase in silenzio ad aspettare che sbollissi la mia rabbia, porgendomi dei fazzolettini di carta per asciugare le lacrime. La sua segretaria mi disse qualche parola di conforto, ma anche lei doveva essersi abituata allo squallido spettacolo che stavo mettendo in atto.
Uscii dal suo ufficio dopo avergli saldato la parcella cercando di capire dove avevo sbagliato, perché in quei momenti credevo fosse solo colpa mia. Eppure la nostra vita insieme era stata felice, una famiglia agiata che conduceva una vita forse troppo tranquilla. Forse davvero la mia colpa era di essermi appiattita troppo nel ruolo di madre di famiglia, veder crescere i miei figli era la mia più grande gioia, ma poi ?
Il sesso era diventato quasi una routine, da consumarsi il sabato sera senza più nessun impeto passionale, come qualcosa di dovuto e non voluto.
La sera, dopo aver messo i bambini a letto, indossai una camicetta da notte molto sexy, sperando forse d’aprire un dialogo che da troppo tempo si era interrotto. Fulvio però non mi aveva degnata neanche di uno sguardo, ridandomi le spalle e addormentandosi subito.
Fu in quella notte passata insonne che decisi di vendicarmi, solo non sapevo come.
Avrei potuto farmi un’amante, ma così sarei scesa al suo stesso livello di mediocrità.
Potevo chiedere il divorzio addebitandogli le sue colpe, ma i bimbi ne avrebbero pagato poi le conseguenze, sentendosi traditi dal padre che consideravano un modello di vita.
E allora cosa ?
La risposta la trovai per caso il mattino dopo mettendo in ordine la stanza di Guido, il mio figlio maggiore ormai sedicenne. Da sotto il letto uscì un catalogo di un porno-shop, il fatto non mi scandalizzò, in fondo non era certo un bambino, e le ragazze erano fin troppo al centro dei suoi pensieri. Sfogliando quel piccolo catalogo rimasi però stupita di quanti oggetti si potevano comprare, per non parlare dell’abbigliamento non certo da collegio femminile.
Partendo dal nome del sito del negozio, iniziai a vagabondare in rete alla ricerca di stranezze, che di certo non mancavano, rimanendo a volte in imbarazzo per quello che compariva davanti ai miei occhi. Per pura casualità arrivai a una pagina che sembrava esser fatta per me, il suo titolo era eloquente ‘Per la donna che vuol punire il proprio uomo’.
Vicino a una bella ragazza vestita di pelle nera, c’erano diversi articoli per la ‘punizione’, non solo fruste e frustini di diversa forma, ma anche falli finti da indossare, chiamati in inglese ‘strap-on’. A corredo c’erano poi manette e legacci vari, e altri oggetti per piccole torture.
Cominciai a vedermi nelle vesti di quella ragazza con Fulvio ai miei piedi, mentre sadicamente lo punivo per il suo tradimento incurante delle sue suppliche e delle richieste di perdono.
Mi ci volle poi un giorno per trovare il coraggio per comprare quello che avevo visto, o forse mi bastò il vederlo tornare a casa e non prendermi in considerazione se non con un bacetto sulla guancia al suo arrivo.
Il pacco arrivò il mercoledì mattina, una scatola del tutto anonima di cui il mittente era una società di servizi, che mi fu consegnata da un frettoloso corriere. Lo aprii con una certa ansia, per poi trovare il contenuto superiore alle mie attese. Il materiale del vestiario era di buona qualità, così come la fattura, ma gli oggetti che ricevetti erano molto di più di quello che mi aspettavo. Il fallo da indossare era ben più grande di quello di mio marito, oltre che avere ben altra consistenza, ma questo era già più prevedibile. Ma anche il dildo ‘piccolo’ non era certo poi così corto e stretto come avevo pensato quando l’avevo preso, per non parlare del frustino, che pur nella sua semplicità, mi dava un gran senso del comando al solo tenerlo in mano.
Facendo credere ai miei figli che volessi fare una gradita sorpresa al loro papà, mandai il maggiore a dormire il sabato sera da un suo amico, mentre la piccola fu presa in consegna dai miei suoceri, sempre ben felici d’averla in casa loro.
Come i miei figli finirono il pranzo, uscirono per le loro destinazioni, ed io mi preparai con calma.
Indossai il bustino, il perizoma e gli stivali a coscia alta con una gran bella zeppa, poi sistemai lo strap-on legandomelo ben saldo alla vita, e infine mi truccai piuttosto pesantemente, legando i capelli con una coda.
Quando Fulvio rientrò alle tre e mi vide, per poco non gli venne un infarto.
‘Cara non sapevo dovessimo andare a una festa in maschera.’ riuscì a bisbigliare, nonostante la dialettica non gli fosse mai mancata.
‘Festa un corno !’ gli urlai contro ‘O forse hai una spiegazione per queste.’
Gli buttai addosso le foto che lo ritraevano col ragazzo, in atteggiamenti fin troppo intimi, lasciandolo per diverso tempo senza parole.
‘Allora stronzo non dici nulla ?’
Le mie parole riecheggiarono per la stanza, era come se anche le mosche si fossero fermate temendo la mia ira.
‘Amore ‘ ecco io ‘ vedi non &egrave come sembra.’
‘Stai zitto finocchio !’
Gli diedi il primo schiaffo della mia vita, centrandolo in pieno sul viso, e lui scoppiò in lacrime, ma non gli diedi tregua alcuna.
‘Avrei potuto forse sopportare che mi tradissi con una donna.’ iniziai a inveirgli contro ‘Magari una bella ragazza. Invece scopro che te lo fai mettere in culo da uno che quasi potrebbe essere tuo figlio ! E non dirmi che &egrave stato solo una volta pezzo di merda che non sei altro !’
‘Che cosa vuoi che faccia, dimmelo e piantiamola qui.’
Finalmente l’avevo ai miei piedi.
Mi ero preparata un bel discorso, ma lo dimenticai forse per la rabbia, così cercai di dire ciò che volevo, senza badare troppo alla forma.
‘Potrei chiedere il divorzio e sputtanarti, in fondo sarebbe anche il minimo visto quello che hai fatto. Ma voglio darti una possibilità di continuare la tua vita come se nulla fosse, almeno in apparenza. Farai tutto ciò che voglio senza mai dire una sola parola di protesta, oltre che tagliare la tua misera relazione. Che ti piace prenderlo nel culo &egrave fin troppo chiaro, ma d’ora in poi sarò io a occuparti del tuo deretano, e credimi non sarò certo tenera.’
‘Mi vuoi come tuo schiavetto sessuale ?’ mi chiese con un filo di voce.
‘Voglio umiliarti come tu hai fatto con me ! Questa &egrave la condizione, prendere o lasciare.’
Fulvio rimase in silenzio diversi minuti col capo chino, mentre io mi ero seduta in attesa della sua risposta, sperando fosse quella che desideravo.
‘Posso almeno provarci.’ mi disse alla fine ‘Non so come potrà finire, ma almeno posso tentare, in fondo te lo devo.’
Un ghigno si disegnò sul mio viso mentre gli ordinavo di spogliarsi completamente, per poi venire gattoni in camera, dove l’avrei atteso.
Il vederlo arrivare nudo mentre camminava a quattro zampe mi fece quasi venir da ridere, ma seppi mantenere il controllo.
‘Non mi hai neanche detto se vestita così mi trovi attraente.’ gli chiesi per metterlo ancor più in imbarazzo.
‘Sei bellissima.’ mi rispose quasi sottovoce ‘Un uomo non potrebbe chiedere di più.’
‘Son contenta di piacerti, e lo sarò ancor di più quando farai una ravvicinata conoscenza dei miei stivali.’
Fulvio comprese immediatamente ciò che volevo, e senza dire nulla iniziò a baciarli sulla punta, per poi leccarne la parte superiore, ma senza mai oltrepassare le caviglie.
Vederlo così succube del mio volere fece nascere in me una strana eccitazione, era come se invece di passare la sua lingua sugli stivali, mi stesse leccando in mezzo alle gambe.
Gli feci pulire a lungo le mie calzature, che peraltro erano nuove di zecca, sentendomi sempre di più la padrona della situazione.
‘Ora vieni sulle mie ginocchia che ti sculaccio.’ gli ordinai allontanandolo da me con un calcetto.
Non fu facile sistemare mio marito sulle mie gambe, se non altro perché ha sempre avuto un fisico invidiabile, e di conseguenza non &egrave certo un peso piuma. Dopo qualche goffo tentavo ci riuscii sedendomi sul bordo del letto, con lui che cercava di pesarmi il meno possibile. Afferrai quindi il frustino e gli diedi un paio di colpi per saggiarne la forza, ma trovai scomodo quell’attrezzo e lo lasciai sul letto. Usai quindi le mani e tutto divenne più facile, con molta naturalezza presi a dargli manate sempre più forti, anche se ben sapevo che più che il dolore, lo feriva l’umiliazione di quella situazione. Mi fermai solo quando le sue chiappe assunsero un colore tendente al rosso,e forse colta da un briciolo di pietà passai delicatamente la mano, dove prima questa si era abbattuta con rabbia.
Ma come sentii il suo pene premere sulla mia gamba, capii che dovevo ritornare in fretta la vendicatrice di prima, e puntai un dito sul suo buchetto.
Con lui non ebbi mai un grande amore per i rapporti anali, la prima volta che ci provò quasi scappai via per il dolore, ma in quel momento la dolcezza era l’ultimo dei miei pensieri. Nonostante ciò lasciai cadere un po’ di saliva in mezzo alle sue chiappe, per poi forzarne l’apertura, che ben sapevo non esser più inviolata.
Gli masturbai il culo con calma provando un grande piacere nel farlo, volevo allargarglielo per bene per poi poterlo fottere con forza. Quando però gli infilai un altro dito, il suo cazzo tornò di nuovo duro, e il suo respiro diventò leggermente affannato.
‘lo so che ti piace brutto porco.’ gli dissi piano all’orecchio ‘L’ho visto come godevi quando quel ragazzo t’inculava, e stai tranquillo che fra poco avrai di nuovo il buco bello pieno. Solo sarò io a scoparti e non credere che mi stancherò presto di farlo.’
‘Perché non lo fai adesso e la finiamo con questa buffonata.’ mi rispose ferito nell’orgoglio.
‘Come vuoi tu, in ginocchio, adesso !’
Mio marito si mise subito per terra,ed io non perso tempo a infilargli in mio fallo finto in bocca.
‘Succhia stronzo ! Mi son dimenticata che ti ho visto anche mentre lo spompinavi il tuo bell’amante, quindi non fare storie e bagnalo per bene, se non vuoi che dopo ti spacchi il culo in due.’
Gli tenevo ben fermala testa con entrambe le mani, mentre lo scopavo in bocca trattandola come una donnaccia da pochi spiccioli. In quei momenti mi sentivo tutto il potere del mondo fra le mani, anni buttati al vento per il quieto vivere avevano finalmente la loro vendetta.
Quando lo spinsi all’indietro lo strap-on era ben ricoperto della sua saliva, un po’ mi dispiacque e pensai d’asciugarlo con la mano, per rendergli dopo la sodomizzazione più dolorosa. Però poi pensai che così sarebbe stato più facile, anche perché in fondo era la mia ‘prima volta’.
‘Sul letto, culo in aria e mani avanti !’ gli urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo ‘Non vorrai mica menartelo mentre ti fotto vero stronzo ?’
Fulvio si mise in silenzio carponi al centro del letto, ed io subito dopo dietro di lui. Ebbi qualche momento di difficoltà perché il suo culo era ben più alto del fallo che stringevo in vita, ma alla fine riuscii a ‘prendere le misure’, e puntai decisa al mio obbiettivo.
Nonostante non avessi alcuna intenzione d’essere delicata, entrai in lui con molta calma, in realtà facevo dei movimenti per me nuovi, e avevo un po’ paura di cadere col rischio di rendermi ridicola. Arrivai però a riempirlo del tutto, e quando ciò accade un fremito m’avvolse, bloccandomi per alcuni istanti.
Stavo godendo !
Quello che prima era solo un piacere mentale, ora lo era anche fisico, sentivo il mio slip bagnato, e facevo fatica a trattenere quella nuova sensazione così sconvolgente. E più lo scopavo, più godevo, sino a rammaricarmi quasi di non avere un fallo più grande, mentre i capezzoli quasi bucavano il bustino tanto erano ritti. Quasi non m’accorsi che anche Fulvio stava godendo, i suoi gemiti salivano sempre più d’intensità e volume, il suo corpo si muoveva alla ricerca del mio fallo senza ormai nessun pudore.
‘Ti piace farti fottere vero stronzo ?’ gli inveii contro ‘E non sai come godo a scoparti !’
‘Sei una bastarda a mi stai facendo impazzire.’ mi rispose all’improvviso ‘Ma ti prego fammi toccare, non ce la faccio più così.’
‘Girati che voglio vedere in faccia mentre godi porco che non sei latro !’
Fulvio si mise subito a pancia all’aria dopo essersi sistemato due cuscini sotto il sedere, così da rendere più comodala penetrazione. Dilatato com’era non feci alcuno sforzo nel sodomizzarlo nuovamente, ma non appena gli fui dentro, gli afferrai il cazzo e iniziai a segarlo.
‘Sei proprio uno spettacolo ! Magari godrai di più col tuo ragazzo, ma ora sono io a comandare, e non la finirò tanto presto.’
‘No tu sei meglio.’ sussurrò a bassa voce, ma non abbastanza perché non lo sentissi.
‘Come hai detto ?’
‘Tu mi fai godere di più ! Ti prego non smettere adesso mi stai facendo venire”
Mi ritrovai ben presto la mano piena del suo seme, il fatto mi colse impreparata e non sapevo come comportarmi. Forse avrei dovuto incazzarmi e punirlo di nuovo, o forse era l’unico finale possibile e non potevo farci niente.
Mi sdraiai sul letto anche per riprendere fiato, e poco dopo mio marito s’avvicinò a me dicendomi che voleva aiutarmi a togliermi lo strap-on. Lo lasciai fare credendo fosse solo una gentilezza, ma subito dopo avermi liberato da quell’imbragatura, mi tolse anche lo slippino cogliendomi di sorpresa.
‘Che cazzo fai ? Chi ti autorizzato a spogliarmi ?’
‘Stai zitta ! Ora ti scopo io e non ‘importa nulla di quello che farai dopo.’ mi disse con uno sguardo che lasciava ben poche speranze ‘Ti voglio mia, voglio la tua bocca, il tuo corpo, la tua fica.’
Cercai d’oppormi, ma Fulvio era troppo forte per resistergli, così mi ritrovai sotto di lui, e soprattutto in suo possesso. Con una furia animale mi penetrò nella fica facendomi un po’ male, gli graffiai la schiena, ma ciò non fece altro che dargli ancora più vigore.
Quello che avvenne dopo fu semplicemente sconvolgente.
Tutta l’eccitazione accumulata prima esplose tutta insieme, all’improvviso fui io a cercare lui, incitandolo a essere di nuovo il mio uomo. Gli strinsi le gambe dietro la schiena, e portai le sue labbra contro le mie, togliendogli quasi il fiato per quanto quel bacio fosse appassionato.
‘Sii scopami ancora ! Ti voglio così !’ urlai in preda agli spasmi del piacere più assoluto ‘Dammi il tuo cazzo e non smettere mai !’
Ci rotolammo più volte sul letto sino a che non mi ritrovai carponi, per un attimo pensai che volesse il mio culo, ma Fulvio m’afferrò per i fianchi e riprese a fottermi la fica sino a quando non venne di nuovo.
Dopo diversi minuti passati in silenzio, mio marito mi diede un piccolo bacio, prima d’iniziare a parlarmi di se e delle sue pulsazioni erotiche. Con calma mi spiegò di come fosse arrivato a trovare il sesso con me del tutto inappagante, e di come fosse iniziata la sua relazione omosessuale. Ma soprattutto di come quell’ultima ora passata con me, avesse cancellato frustrazioni e voglia di cercare qualcosa di diverso.
Io quasi mi commossi mentre lo ascoltavo, e alla fine lo perdonai del tradimento ponendo una sola condizione.
‘E quale mia regina ?’
‘Da oggi in poi sarai solo mio, ed io solo tua. E non &egrave detto che non ti sottometta di nuovo, in fondo &egrave piaciuto a entrambi o sbaglio ?’

Da quel giorno la nostra vita insieme &egrave ripartita in grande stile, non solo abbiamo ritrovato la vecchia passione, ma due o tre volte il mese, rimetto i panni di Mistress, anche se finisce sempre con lui che mi prende da vero bruto.
E ciò non mi dispiace per niente.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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