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Racconti Erotici

La visita del mio amico

By 10 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

A casa c’era da riordinare tutto e come al solito l’addetta ai lavori ero io visto che mio fratello Maurizio era a lavoro e mia sorella Veronica a scuola. Manco a farlo a posta quel giorno la baraonda era totale e ne avrei avuto per parecchio tempo. Misi su’ quindi un po’ di musica e decisi di fare una colazione abbondante per prendere le energie necessarie a svolgere il tutto.
Solito caffelatte pieno di biscotti come piace a me e delle brioche alla crema fresche prese da mia madre prima di recarsi a lavoro quella mattina. Lavai la tazza e le posate lasciate in cucina dai familiari e mi avviai scalza verso camera dei miei per iniziare da li’ a riordinare casa.
Le lenzuola avevano ancora le pieghe lasciate dai miei quella notte e il letto scomposto mi faceva capire che c’era stato piu’ movimento del dovuto.
D’altronde i miei erano ancora giovani e sicuramente sessualmente attivi. Mio padre circa un metro e ottanta robusto con un poco di ciccia sui fianchi dovuta alla assenza di sport da un paio di anni, capelli castano scuro e occhi nocciola. Un uomo ancora affascinante per i suoi 46 anni faceva il suo bel figurino sia in spiaggia che in tenuta sportivo-elegante che utilizzava per andare in azienda.
Fa’ il responsabile per una concessionaria di automobili per la provincia e decisamente grazie a lui il nostro stile di vita e’ piu’ che buono. Diciamo che in famiglia non manca nulla, anzi che spesso e volentieri accontenta i nostri vizi . Mia madre da canto suo e’ una splendida donna che da poco ha superato gli “anta” portandosi sul suo corpo minuto decisamente bene quei quarantuno anni senza nemmeno una ruga o smaliatura. Gambe sottili che culminano su un sedere ancora su’ e su dei fianchi stretti che le donano un fascino eccelso mentre indossa le sue sottane per casa e che le consentono di indossare jeans a vita bassa meglio della sottoscritta. Probabilmente ho preso da lei il mio seno abbondante visto che entrambe portiamo una terza misura che adattata al nostro fisico certamente fa’ un effetto superiore visto che non raggiungiamo il metro e sessanta e che il nostro peso non arriva ai 50 kg.
Persa nei miei pensieri ero giunta alla camera di mio fratello maggiore con in sottofondo la musica dei Limp saltellavo qua’ e la’ raccogliendo le sue cose sparse per la stanza, ridevo pensando che chi mi avesse vista mi avrebbe senz’altro dato della pazza vestita di una canotta e perizoma contenta di fare ordine nella propria casa.
“Mi toccava pensai” e tra un calzino e una maglia lanciate alla rinfusa sul divanetto trovai un paio di boxer di Mauri abbandonati, mentre li raccolsi notai una chiazza in trasparenza e feci per odorarla distinguendo quell’odore acre che avevo ben presente, risi pensando che forse aveva avuto un’erezione durante la notte, o probabilmente si era eccitato in qualche maniera il giorno precedente con qualche ragazza. Infilai tutto nella lavatrice del bagno e iniziai a riempire la vasca per un bel bagno rigenerante, accesi un incenso alla mela verde il mio preferito e mi infilai nella schiuma lasciandomi andare. Una delle senzazioni piu’ belle e’ sentire l’acqua che mi solletica fra le cosce che alternativamente porto sopra il livello dell’acqua per pulirle, scendo poi delicatamente all’interno avvicinando le mie dita alle mie intimita’ sfiorandole e provocandomi brividi intensi, risalgo piano sui fianchi e avvolgo i miei seni stringendoli tra loro quasi a doverli schiacciare. Mentre mi godo quella tranquillita’ e spensieratezza sento in lontananza il campanello di casa. Mi metto un asciugamano intorno e corro giu’ per le scale maledicendomi per la scia d’acqua che lascio per terra e che dovro’ ripulire. Rispondo dal citofono e’ il mio amico Marco che e’ passato per prendere un libro di tecnica che gli avevo promesso, apro e mestamente mi accorgo del mio stato ripercorrendo velocemente le scale corro in camera per indossare qualcosa e sentendolo entrare gli dico che di li’ a poco saro’ da lui. Marco mi conosce da tanto ed e’ di casa da noi, si dirige quindi in tutta tranquillita’ in camera mia e io faccio in tempo solamente a indossare i primi slip che trovo e una maglia per fortuna lunga di quelle che mi piace mettere quando son in casa. Quando mi volto e’ li’ che mi osserva e sorridente mi si accosta dandomi un bacio sulle guance per salutarmi. Io provo lo stesso a fare l’indifferente e gli dico di sedersi che gli cerco subito il libro, e dandogli le spalle mi avvio verso la scrivania compiendo il gesto naturale di raccogliermi i capelli sulla nuca. Rapidamente comprendo che facendo cio’ la maglia sicuramente si e’ alzata perche’ sento tra le mie natiche un fresco pervenire immediato. Spero che sia voltato ma quando mi giro noto che invece e’ con gli occhi fissi verso il basso e noto che un gonfiore improvviso si intravede sotto i calzoncini. Anche lui e’ imbarazzato, e spezzo la tensione offrendogli un caffe’ di sotto. “Scusa se ti ho disturbata senza preavviso” mi dice mentre scendiamo giu’ “Piu’ tardi ho delle commissioni da fare e mi sarebbe stato piu’ difficile venire per prenderlo”. “Tranquillo” gli dico io “nessun disturbo avevo appena finito di riordinare casa e mi rilassavo un poco”. I suoi occhi non mi si scrollavano di dosso e mi sentivo anche io incollata al suo bacino. Mi sentivo eccitata dal provocargli tale sensazione, iniziai a provocarlo anzi sempre meno velatamente mostrandogli un po’ qua’ un po’ la’ parti delle mie nudita’.
Porgendo il caffe’ stetti abbassata e lui seduto di fronte non pote’ non approfittarne per scrutare sotto la maglia dove il mio seno era libero. Rispose balbettando quando gli chiesi quanto zucchero voleva mentre dandogli le spalle mi appendevo per prender la zuccheriera che stava nel ripiano piu’ in alto, le mie chiappe erano spudoratemente fuori e restarono cosi’ mentre accostavo al tavolo le tazze fino che con un gesto secco riposi in basso la maglia, sentendolo deglutire decisamente per la visione appena offertagli. Quando fini’ mi avvicinai e feci per cadere distratta su di lui nel prendergli la tazza, di proposito posai la mano sul suo pene eretto e lui per sorreggermi depose entrambe le mani sul mio petto. Non stette a tentennare molto e li strinse baciandomi sulle labbra, io non mollai la presa anzi strinsi ancor di piu’ il suo cazzo iniziando a sentirne la consistenza. Chi l’avrebbe mai detto che Marco potesse esser messo cosi’ bene, lasciai le sue labbra per chinarmi e assaporare meglio il suo arnese che avevo messo ora in totale liberta’, e iniziai a manovrarlo con le mie mani e la mia lingua scivolando dalla base verso la punta sempre fissando negli occhi il mio amico che ora capiva ancor meno e iniziava a muovere veloce le mani su di me tirandomi su’ la maglia e infilandomi le dita nella vagina senza tanti preamboli. Mi diede poco tempo per gustarmi ancora il sapore del suo pene, mi cinse i fianchi e mi tiro’ su’ voltandomi di spalle a lui. Scosto’ il perizoma e mi infilo’ in un sol colpo, per fortuna ero gia’ lubrificata di mio vista l’eccitazione altrimenti il suo gesto l’avrei senza dubbio sentito come un’invasione violenta che mi avrebbe provocato dolore. Iniziai subito a godere sulle sue spinte rapide con cui affondava il cazzo sino alla base del mio utero, era preso come un animale e io con lui, mi reggevo al tavolo iniziando a mugolare di piacere mentre con le dita divaricava il mio sederino senza troppi indugi infilandoci due dita dentro e sputandoci sopra. Tirai indietro la testa sentendole mentre si insinuavano e ruotavano e alzai il tono del mio ansimare mentre lui si chino’ verso di me leccandomi i lobi delle orecchie e rallentandi i suoi colpi, ora probabilmente cercava di contenere la foga per evitare di venire troppo presto, e sicuramente pregustava il lavoro che stava facendo al mio ano con le dita. Provai a farlo desistere iniziando a muovermi io avanti e indietro sulla sua asta che sembrava volermi sollevare da quanto era dura e eretta, la sentivo che mi sfregava sulla parte alta mentre mi appoggiavo a la cosa mi fece raggiungere un primo orgasmo che arrivo’ violento facendomi accasciare sul tavolo. Lui si strinse il pene e inizio’ a uscire e rientrare nella mia vagina lentamente prolungando il mio piacere. Carezzava la mia schiena con la mano destra e scendeva a infilare ora una ora due dita tra le mie natiche che avevano iniziato a assorbire quelle intrusioni. Stacco’ per l’ennesima volta il cazzo e senza lasciarmi tempo di capire mi penetro dietro secco facendomi urlare dal dolore, si stese su di me cosi’ baciandomi e leccandomi sul collo. Resto’ fermo a assaporarsi il calore e la presa che aveva il mio sedere sul suo cazzo, lo avvolgeva totalmente e tentennava stringendolo e rilasciandolo di tanto in tanto. Sul punto di venire inizio a muoversi dentro con velocita’ crescente sino a vuotare tutto il suo piacere dentro di me e invadendomi con quel liquido caldo che mi fece raggiungere un secondo orgasmo. Si stacco da me lasciandosi cadere sulla sedia e io mi voltai scendendo a leccargli quel po’ di sperma che lo ricopriva ancora e restai cosi’ per un po’ con il suo pene che piano si ammosciava nella mia bocca.
Mi guardava, non mi aveva mai vista con quello sguardo, aveva visto un’altra persona in me quel giorno, come ragazza sicuramente mi aveva gia’ considerato tante volte nelle sue fantasie, mai pero’ sarebbe giunto a pensare che avrebbe raggiunto tale piacere nel scoparmi. Quando lo riaccompagnai alla porta mi bacio vorace sulle labbra tastandomi il sedere con entrambi le mani e controllando che avessi ancora i segni del suo passaggio.

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