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Racconti Erotici

L’autista – Vecchi racconti di ErosItalia

By 14 Giugno 2022No Comments

Riccardo era andato a quel colloquio di lavoro come si era recato a tutti gli altri, senza particolari aspettative. Ormai da troppo tempo cercava un lavoro e i troppi rifiuti l’avevano demoralizzato. La villa era lussuosa, con un grande parco e quando la vide imprecò contro se stesso per non essersi vestito più elegantemente. Per un attimo provò la tentazione di andarsene poi rimase. Lo fecero accomodare in una stanza con una decina di altre persone, ed attese pazientemente il suo turno. Lo chiamarono ed entrò in una stanza attigua richiudendo la porta. “Si accomodi prego” disse la donna che stava seduta alla scrivania di fronte a lui, indicandogli una poltroncina, Riccardo la guardò, era una donna matura, ma non riusciva a definirne l’età, lunghi capelli biondi, un viso stupendo elegantemente truccato, vestita elegantemente e per quanto poteva vedere un corpo morbido e ricco di curve, ne rimase subito affascinato. Si sedette e lei ricominciò con la sua voce melodiosa “Le farò alcune domande, la prego di rispondere sinceramente dal momento che tutte le sue risposte verranno in seguito verificate ed eventuali discrepanze si ritorcerebbero a suo danno” disse pacata e Riccardo annuì. Lei incominciò chiedendogli i dati personali come di rito ed annotando tutto su di una scheda “Ha una ragazza fissa?” domandò poi e Riccardo si sorprese e si mosse imbarazzato “Non si sorprenda, il lavoro richiede spesso straordinari, e dobbiamo valutare la sua disponibilità “No, nessuna ragazza fissa” rispose lui “Non le piacciono le ragazze?” disse lei con un sorriso malizioso che imbarazzò Riccardo “No, anzi forse mi piacciono troppo per averne una sola, sono troppo giovane” rispose lui, indispettito da quella domanda maliziosa “Dove ha preso la patente?” domandò lei riprendendo l’aria distaccata e professionale “Al militare, sono stato per 10 mesi l’autista personale del Generale Firelli” lei annuì. “Bene, il mio povero marito era anche lui un generale, contatterò il suo per avere delle referenze” disse e Riccardo ne fu contento, il generale si era dimostrato molto contento del suo operato e quello che avrebbe detto poteva tornargli utile. Lei gli fece ancora poche domande e poi lo liquidò “Bene, credo che possa bastare, eventualmente la richiameremo, ha un recapito?” lui glielo diede, salutò ed uscì. Alcuni giorni più tardi venne richiamato e si presentò nuovamente alla villa. Dopo una breve attesa, la signora lo accolse nello studio “Caro Riccardo, ho il piacere di comunicarle che le informazioni avute dal Generale Firelli sono state più che soddisfacenti, lei insieme ad alcuni altri è stato scelto per ulteriori accertamenti” gli disse cordiale “Ne sono felice” “Come se la cava con la meccanica?” domandò, poi visto lo sguardo perplesso di Riccardo aggiunse “Conosce abbastanza le auto da poter effettuare piccole riparazioni in caso di panne?” spiegò meglio, Riccardo annuì “Da ragazzino facevo il garzone in un’officina ed al militare mi prendevo personalmente curo dell’auto del generale, sono in grado di effettuare riparazioni e tutta la normale manutenzione” rispose sicuro. “Bene, accetterebbe di sottoporsi ad una piccola prova pratica?” domandò lei “Certamente” rispose lui, lei si alzò e lo condusse fuori dalla villa dove era posteggiata una fiammante BMW “Non funziona, può vedere se riesce a ripararla?” disse la bionda porgendogli le chiavi. Lui le prese, aprì la portiera e si sedette al posto di guida. Girò la chiave, il quadro strumenti si accese ma non accadde nulla, aprì il cofano e si mise a controllare nel vano motore. Il sole picchiava forte e Riccardo incominciò a sudare, la donna lo osservava attentamente “Se ha caldo, non si formalizzi, faccia come se io non ci fossi” disse ed a Riccardo sembrò di sentire nella voce un tono malizioso, si voltò a guardarla ma lei aveva la solita aria seria e professionale. Si tolse la maglietta e rimase a torso nudo ributtandosi nel lavoro. Dopo una decina di minuti aveva individuato il guasto “Ho bisogno di alcuni attrezzi” disse e lei indicò un fornitissimo carrello con gli attrezzi, lui si stese a terra infilandosi sotto l’auto per raggiungere il punto dove doveva lavorare. Dopo alcuni minuti sentì i passi di lei più vicini, volse lo sguardo per ammirare di sfuggita le belle e lunghe gambe della bionda che passeggiava vicino alla macchina. Da quella posizione poteva vedere molto sotto il bordo della gonna e rimase colpito vedendo che lei in una giornata qualunque indossava calze e reggicalze in luogo degli usuali collant Il giovane provò una fitta di desiderio e poco dopo sentì il membro che incominciava ad indurirsi, distolse lo sguardo sperando che lei non se ne accorgesse. Non accadde nulla e lui continuò a lavorare, lei passeggiava sempre più vicina e Riccardo non si trattenne dal lanciare nuove occhiate a quelle splendide gambe e le reazioni del suo membro furono inevitabili, ma la bionda parve non accorgersene. Ben presto Riccardo terminò il lavoro e con un sospiro di sollievo si sottrasse alla tentazione di guardarla. Si alzò, si diede una pulita e tornò al posto di guida, questa volta il motore rombò e si accese, prendendo poi a girare tranquillamente al minimo. Lui spense e scese dalla macchina richiudendola e porgendo le chiavi alla donna “Bravo, veramente bravo, i miei complimenti” disse lei con un sorriso, si pulisca pure” disse indicandogli un rubinetto e il necessario per lavarsi. Lui lo fece, si rimise la maglietta e si rivolse a lei con un sorriso soddisfatto. “Bene, possiamo tornare in ufficio, la prova è andata molto bene ed è stato anche molto rapido, soprattutto considerando che si è spesso distratto guardandomi le gambe!” disse lei tranquilla e Riccardo arrossì violentemente non riuscendo a pronunciare nemmeno una parola di scuse. Tornati in ufficio, la donna lo fece accomodare nuovamente sulla poltroncina “Bene, solo poche domande prima di concludere” disse “Nell’eventualità lei venga scelto, il lavoro prevede disponibilità totale sulle 24 ore, con preavviso di un giorno, ogni ora di lavoro oltre le otto ore le verrebbe naturalmente retribuita come straordinario, avrebbe vitto e alloggio in villa, ed uno stipendio di 1.500.000 lire” fece una pausa guardando Riccardo “Le potrebbe interessare?” domandò “Certamente” rispose di slancio Riccardo “Bene, ancora una cosa, il lavoro prevede che lei mi faccia da autista personale, nelle occasioni più svariate, devo quindi poter contare sulla sua assoluta discrezione, anche e soprattutto nei confronti dei suoi familiari. Intendo dire che lei potrebbe doversi assentare per lunghi periodi senza dare alcuna spiegazione sul dove va e perché ci va. Ritiene di poterlo garantire?” domandò “Non vi sono problemi” rispose lui “Benissimo, questo è tutto. Nel caso la contatteremo entro 5 giorni, può restare disponibile per questo periodo?” domandò la bionda “Attenderò cinque giorni” rispose Riccardo fingendo una calma che non provava. Lei lo congedò e lui lasciò la villa euforico e speranzoso. Tre giorni dopo lo riconvocarono e prese servizio alla villa, gli assegnarono un alloggio pulito e spazioso, gli presero le misure per le divise, nel frattempo gliene consegnarono alcune già preparate che si adattavano abbastanza a lui. Gli mostrarono il parco macchine, indicandogli l’uso specifico di ognuna e lo invitarono ad iniziare a provarle per prendervi confidenza. Per alcuni giorni non vide la signora, poi lo chiamarono per un servizio e lui preparò la macchina e la portò all’ingresso della villa. Lei arrivò elegantissima e bella come Riccardo la ricordava, lo salutò distaccata, ma lo osservò e prima di entrare in macchina disse “L’aspetto va bene, ma vedi di passare dal barbiere a farti sistemare i capelli, mi piacciono più corti. Puoi chiamarmi Signora Marta, d’accordo?” e si accomodò senza attendere risposta. Partirono e lei gli disse dove portarla. Il lavoro lo teneva occupato e gli piaceva, aveva tempo per rilassarsi, per curare le macchine, cosa che amava e la signora lo portava sempre in luoghi lussuosi, trattandolo con distacco, ma con rispetto, come era logico attendersi. Dopo un paio di settimane gli capitò il primo servizio notturno, prese la lussuosa Mercedes e quando lei arrivò lui non poté fare a meno di ammirarla un po’ troppo apertamente. Era stupenda, con un vestitino nero di lamé molto corto ed aderente, una profonda scollatura che fasciava i seni grandi e perfetti. Non si trattenne dal provare una fitta di desiderio. Lei gli passò a fianco salendo in vettura e nel salire gli mostrò generosamente le gambe stupende. “Riccardo, Riccardo, vedo che non hai ancora perso il vizio di guardare” ridacchiò lei e lui arrossì “Vedi di concentrarti nella guida, che non sarà facile viste le tue attuali condizioni” continuò mentre lui richiudeva la porta. Con grande imbarazzo Riccardo si accorse che il membro parzialmente eccitato premeva vistosamente contro i pantaloni. La condusse alla festa e aspettò pazientemente, verso mezzanotte Marta uscì accompagnata da un signore elegante, sulla cinquantina “Prendiamo la mia macchina” cinguettò lei stringendosi al suo braccio. Salirono e lui diede l’indirizzo a Riccardo che li portò a destinazione. Lui si predispose ad una lunga attesa, non potendo trattenersi dal fantasticare su quanto i due stavano facendo. La immaginava nuda, distesa sul letto intenta a donare raffinati piaceri al suo accompagnatore e naturalmente si eccitò. Fu richiamato bruscamente alla realtà dal bussare contro i vetri dell’auto “Che stai facendo dormi? Aprimi e portami a casa” disse lei con voce irritata. Riccardo scese di corsa, le aprì la porta e lei salì con mosse brusche” richiuse la porta e tornò al posto di guida. La macchina partì e lui prese a guidare velocemente “Non correre” gli disse lei e Riccardo rallentò “Che serata di merda” sbottò lei agitandosi sul sedile posteriore. Doveva aver bevuto, pensò Riccardo, continuando a guidare “Palloni gonfiati, sono solo dei palloni gonfiati, tutta apparenza e niente sostanza” continuò lei, poi dopo un breve silenzio “Riccardo fermati” disse e lui arrestò la macchina. Senza dargli il tempo di muoversi lei aprì la porta e scese dalla macchina richiudendola. Riccardo rimase immobile, non sapendo cosa fare, ma lei aprì la porta del passeggero e salì al suo fianco “Riparti pure” gli disse e Riccardo ripartì “Sul sedile davanti c’è il mondo vero, dietro solo la finzione” disse e Riccardo imbarazzato tacque, non sapendo come comportarsi. Ad un tratto la macchina sbandò leggermente, mentre Riccardo si voltava a guardarla sconcertato. Lei gli sorrideva tranquilla, mentre la sua mano si era posata deliberatamente in mezzo alle sue gambe e gli accarezzava il sesso che rapidamente s’inturgidiva. “Ecco la differenza tra finzione e mondo reale: a lui l’ho succhiato per mezz’ora senza riuscire a farglielo venire duro, a te basta una carezza per diventare duro come il ferro” ridacchiò continuando ad accarezzarlo “Ma è anche grande, veramente grande e duro, voglio vederlo” disse Marta e la mano prese ad abbassare la zip e ben presto estrasse il cazzo dell’esterrefatto Riccardo iniziando a masturbarlo dolcemente “Veramente bello, mi è venuta una gran voglia di succhiartelo, posso?” disse, ma non attese la risposta e rapida si chinò ad imboccarlo prendendo a succhiarlo mugolando, mentre la lingua espertissima giocava con il glande eccitatissimo regalando a Riccardo sensazioni mai provate “Uhmmm buono buonissimo, è duro, grosso e duro, mi viene voglia di mangiarlo tutto” gemette e prese a mordicchiare il glande con i piccoli dentini, poi iniziò a spingere e lo fece scomparire completamente in bocca, spingendoselo profondamente anche nella gola ed iniziando a massaggiarlo con le labbra carnose mentre la lingua vellicava l’asta aiutandola ad affondare. Riccardo si eccitava rapidamente ed inorridito si accorse che stava per godere, ma evidentemente anche lei se ne accorse “Quanta fretta, ma è giusto, sei tanto giovane ed i giovani hanno sempre fretta, non ti preoccupare, godi quando vuoi, sborrami in bocca, voglio sentire il sapore del tuo sperma e berlo tutto” gli disse mentre lo masturbava, poi tornò ad affondarsi in bocca il cazzo di Riccardo pompandolo con rinnovato vigore, accelerando sempre più il ritmo ed aiutandosi con la mano che masturbava freneticamente l’asta. Iniziò a fremere e mugolare ancor prima che lui si scatenasse, quando il suo pene si contrasse preparandosi all’esplosione finale. Si arrestò con il cazzo mezzo affondato in bocca e la lingua che frullava sul glande mentre la mano continuava a masturbarlo. Riccardo gemette ed iniziò a scaricarle tutto il suo piacere in bocca. I copiosi schizzi la colpirono sulla lingua e sul palato, ma lei non smise, mentre si dava da fare ad ingoiare tutto il bianco e caldo sperma che lui le riversava in gola. L’orgasmo di Riccardo fu interminabile e lui continuò a godere mentalmente, se non fisicamente, anche dopo aver terminato mentre lei continuava a succhiarlo e leccarlo ed il cazzo andava ammosciandosi. Lei ad un tratto si rialzò assumendo il suo normale atteggiamento “Accosta” disse solamente e Riccardo si arrestò al bordo della strada, iniziando a ricomporsi mentre lei scendeva e tornava a riaccomodarsi sul sedile posteriore. Riccardo ripartì e la condusse a casa. “Buonanotte Riccardo” disse lei scendendo austera dalla macchina. Dopo quella notte, per Riccardo fu molto difficile continuare il suo lavoro in modo professionale, era continuamente tormentato dal ricordo e dal desiderio, ma riuscì a superare il brutto momento, anche perché lei tornò a comportarsi come al solito, distaccata ma cortese. Riccardo ogni giorno la conduceva in città per shopping o lavoro, talvolta la accompagnava per viaggi più lunghi, in occasione d’incontri d’affari. Un giorno la condusse a Milano, un viaggio di alcune ore, giunsero verso l’ora di pranzo e lei lo congedò dicendogli di tornare il pomeriggio verso le 16. Riccardo ritornò puntuale, ma lei tardò, impegnata in difficili trattative. L’attesa si prolungò molto e lei arrivò solo alle 19 “È troppo tardi per ritornare e sono stanca, ho prenotato un Hotel” disse lei e gli passò una piantina. Riccardo la studiò un attimo, poi partì e la condusse a destinazione. “Prendimi la borsa da viaggio” disse Marta. Lui l’accompagnò, alla reception li accolsero con garbo estremo, consegnando loro le chiavi, lui la accompagnò in camera portandole la borsa da viaggio “Appoggiala lì” disse “Non ho bisogno di autista questa sera, quindi puoi considerarti libero” disse “Grazie signora Marta” rispose lui “Sono stanca e resterò in albergo, mi farebbe piacere se tu questa sera cenassi con me” disse lei sorprendendolo. Per qualche istante rimase paralizzato, poi si scosse “Non credo di aver un abito adatto” disse poi imbarazzato “Non ti preoccupare, qui basta pagare ed accettano qualunque abito” replicò lei sicura “Allora vuoi cenare con me o no, guarda che puoi anche rifiutare, ti ho dato la serata libera” lo incalzò lei con un leggero tono di scherno nella voce. Riccardo si decise di slancio “Certamente signora Marta” disse “Bene, ma questa sera cenando non mi chiamare signora Marta, Marta sarà sufficiente” fece una leggera pausa “Ora vai, dobbiamo prepararci entrambi, ci vediamo al bar tra un’ora per l’aperitivo” lo liquidò allontanandosi. Riccardo uscì precipitandosi in camera sua. La attese al bar e quando lei giunse in leggero ritardo, trattenne a stento un gemito, nel vedere che il vestito che indossava era lo stesso dell’indimenticabile notte della festa. Non poté fare a meno di pensare per quale motivo lei lo avesse portato con sé. Non era normale, dal momento che quello doveva essere solo un viaggio d’affari e era previsto che rientrassero quella sera stessa alla villa. “Non mi chiedi neanche che cosa voglio da bere?” gli domandò lei scuotendolo “Certo, che stupido, cosa desidera Marta” disse lui distogliendo a stento lo sguardo dal suo corpo meraviglioso “Un Bloody Mary” Riccardo si rivolse al barman e ordinò un Bloody Mary ed un Martini. Lei si sedette sullo sgabello accanto al suo, accavallando sensualmente le belle cosce e Riccardo non si trattenne dal guardarle “Allora, ti piace il mio vestito?” le domandò lei e lui distolse lo sguardo “È veramente…” cercò la parola giusta, poi ripiegò su un normale “Elegantissimo e lei è stupenda” si lasciò sfuggire “Grazie Riccardo” sorrise lei. Il barman portò gli aperitivi e li bevvero, poi lei lo condusse in sala da pranzo. Il maître li fece accomodare e porse loro i menù. Riccardo era imbarazzato e affondò nella lettura. Lei venne in suo soccorso “Conosco bene la cucina di quest’Hotel, vuoi che ordini anche per te le loro specialità?” domandò cortese “Certo, grazie” rispose lui con un sorriso riconoscente. Lei ordinò al maître che se ne andò “Grazie Marta, mi ha salvato, non conoscevo neanche uno di quei piatti, avrei scelto a caso” confessò lui “Spero che ciò che ho ordinato ti piaccia”. Mangiarono chiacchierando amabilmente, era lei che conduceva il discorso svariando sugli argomenti più disparati, Riccardo lentamente si rilassò, lei fece cadere il discorso sui loro primi incontri, all’epoca dei colloqui e vi scherzarono assieme “Sei molto migliorato da allora, devo farti i miei complimenti” disse lei e lui ringraziò “L’unica cosa che non hai perso è il vizio di guardarmi le gambe. Ti piacciono le mie gambe Riccardo?” disse lei, e lui si guardò intorno imbarazzato “Stai tranquillo Riccardo, non ci sente nessuno, rispondi invece, ti ho fatto una domanda” lui imbarazzato annuì “Possibile che dopo tutti questi mesi tu riesca ancora ad eccitarti guardandole?” lo incalzò lei, Riccardo era imbarazzatissimo, ma incalzato, decise di stare al gioco “Non credo che vi sia un solo uomo che non si ecciti guardandole, sono gambe stupende” disse lui. Marta ridacchiò sensualmente “Ti assicuro che ne esistono molti, non immagini nemmeno quanti”, lui sentì che lei con una gamba gli sfiorava la sua “Dimmi, come ti sentiresti se ti dicessi che questa sera non ho indossato nemmeno le mutandine e che sotto il vestito sono completamente nuda?” riprese lei stuzzicandolo e lui provò una fitta d’eccitazione. Rimase in silenzio a riflettere, mentre lei lo osservava “Hai perso la lingua?” disse divertita “No” rispose lui prontamente, “Stavo solo cercando d’immaginarmi lo spettacolo di te nuda, ma non mi riesce molto bene, mi mancano troppi dettagli” rispose lui, questa volta sicuro di se. Marta lo fissò compiaciuta “Bene, fai progressi più rapidamente di quanto credessi. E sentiamo, di quali particolari avresti bisogno per completare la tua fantasia?” riprese continuando il gioco. Lui pensò qualche istante “I capezzoli, come hai i capezzoli?” domandò “Rosei, non troppo grandi, ed in questo momento deliziosamente eccitati, ma questo penso tu riesca a vederlo da solo” rispose lei finendo di mangiare “Ed il pelo, il pelo pubico intendo, com’è, biondo?” continuò lui sforzandosi di dimostrare una calma che il pene ormai eretto gli impediva di avere realmente lei ridacchiò “Sempre più deciso, bene bene” commentò lei, ma non rispose “Debbo insistere, è un particolare molto importante, non riesco a completare l’immagine” insistette Riccardo e lei ridacchiò “Non c’è, sono completamente depilata lì, riesci ad immaginarti la cosa?” disse con voce roca per l’eccitazione “Deliziosa, semplicemente deliziosa” gemette “E tu riesci ad immaginare l’effetto che fa su di me la tua immagine completamente nuda con i capezzoli eretti e il pube perfettamente depilato?” rilanciò lui. Questa volta fu lei a gemere. I due rimasero alcuni minuti in silenzio, poi lei ruppe l’incantesimo “Bene Riccardo, è stata una piacevolissima cena, ma ora penso che me ne andrò a letto, tu cosa pensi di fare?” domandò lei con un sorriso malizioso. Riccardo era ormai incapace, di controllarsi, troppo eccitato e con una sola idea che gli riempiva la mente, possederla quella notte stessa. “Non so dirti cosa farò, so solo dirti cosa vorrei tanto fare, vorrei accompagnarti in camera e lì scoparti per tutto il resto della notte” disse di slancio “Una promessa dura da mantenere, forse ti metterò alla prova, accompagnami” disse lei alzandosi. Uscirono dalla sala da pranzo e lei lo condusse sino alla porta della sua camera, introdusse la chiave, ma non aprì, mentre si voltava a guardare Riccardo senza parlare. Lui attendeva senza sapere cosa aspettarsi, era stato un gioco divertente ma nulla più o lei l’avrebbe fatto veramente entrare e gli avrebbe concesso il suo corpo. La domanda gli tormentava la mente “Sono una donna molto esigente e non amo le delusioni Riccardo, sei sicuro di voler entrare?” gli domandò e per tutta risposta lui spinse avanti il bacino, appoggiandole il cazzo teso ed eccitato contro il fianco “Lui risponde per me, grazie a te è lui che comanda questa sera” rispose. Lei ridacchiò e aprì la porta, lo fece entrare e la richiuse. Si lanciò tra le sue braccia e lo baciò furiosamente iniziando a spogliarlo. Lui ricambiò il bacio e la sua lingua si spinse voracemente nella bocca di lei intrecciandosi con quella di Marta, le sue mani si portarono sul suo corpo, ma lei lo allontanò, facendogli segno di no con il dito “Non rovinare la sorpresa finale, lascia fare a me” disse, poi riprese a spogliarlo. Gli tolse la giacca, la camicia, accarezzò e baciò il torace, solleticando con la tumida lingua i capezzoli di Riccardo, mentre le sue mani armeggiavano con i pantaloni. Si chinò a sfilarglieli mentre lui rimaneva in mutande, con il cazzo eccitatissimo che le gonfiava. In ginocchio davanti a lui prese a passare il volto sul rigonfiamento delle mutande, le morbide labbra accarezzavano la dura asta attraverso il tessuto, sino a che con gesti decisi non gliele sfilò ed il cazzo sobbalzò rigido nell’aria. Marta prese a strusciarselo sul viso, poi ne leccò leggermente la punta. Si rialzò e lo condusse sul letto e lo fece sdraiare, poi prese una seggiola e si sedette davanti a lui “Voglio vedere mentre ti tocchi” gli disse e lui cercò di protestare e di muoversi per raggiungerla ma lei lo bloccò “Toccati” ripeté con decisione e lui sbuffando allungò una mano iniziando a masturbarsi. “È così che fai la notte, pensando alle mie belle tette?” gli domandò lei gemendo ed accarezzandosele “Te le immaginavi così?” domandò e con un gemito allargò la scollatura elastica del vestito, scodellandole davanti agli occhi di Riccardo. Erano, grandi, sode, perfettamente modellate a coppa, con capezzoli rosei e ben proporzionati, turgidi per l’eccitazione, “Dimmi, cosa ci faresti con queste tette?” continuò Marta con voce roca per l’eccitazione, mentre si strizzava dolcemente i capezzoli “Li vorrei baciare tutti, palpare, solleticare quei capezzoli eretti, con le mie dita, con la mia lingua, poi succhiarteli uno ad uno, sino a sentirti urlare di piacere” gemette lui, mentre la sua mano accelerava il ritmo “Sì dai, continua” gemette lei, “Poi vorrei strusciarti il mio cazzo sopra i capezzoli ed infilartelo nel solco per chiavarti tra le tette” continuò Riccardo abbandonando ogni inibizione. “Presto vieni, vieni qui” gemette lei e lui la raggiunse, lei si avventò sul suo cazzo e prese a leccarglielo e succhiarglielo con incredibile avidità, poi quando l’ebbe imperlato di lucente saliva, si staccò mostrandogli le tette, “Chiavami tra le tette Riccardo” gli disse e lui la accontentò, infilando il cazzo eccitatissimo tra i meravigliosi globi di carne. Lei buttò indietro la testa, gemendo e lui le prese le tette tra le mani stringendo le sode ed elastiche carni intorno all’asta, mentre iniziava a muovere lentamente il bacino. Continuò a lungo, scopandola tra le tette con foga, fermandosi di tanto in tanto per offrire l’asta alla sua tumida lingua che la ricopriva di nuova saliva che gli consentiva di immergersi tra le sue carni e scorrere liberamente e piacevolmente. “Vuoi vedere la mia figa Riccardo, vuoi leccarmela?” gli disse ad un tratto Marta e lui si staccò, inginocchiandosi davanti a lei, mentre prendeva a masturbarsi lentamente. Marta sollevò lentamente il vestito, portava calze auto reggenti, lui gemette, poi ad un tratto intravide, la rosea e perfettamente depilata vagina e gemette nuovamente accentuando il ritmo della mano, poi si gettò tra le sue gambe ed affondò il viso nel suo pube, aspirando profondamente il suo meraviglioso profumo. Le mani di lei si posarono sulla sua testa spingendola fortemente contro di lei, mentre lui incominciava a leccarla, Marta gemette sommessamente, divaricando le cosce per facilitargli il compito. Riccardo, impazzito, leccava furiosamente, la sua lingua si insinuava in lei, usando la lingua come un piccolo cazzo, poi risaliva a tormentare il clitoride eccitato e lei gemeva ad ogni colpo, sempre più forte. Lei si eccitava e si bagnava sempre più e lui impazziva per quel suo eccitarsi e per i dolci umori che lei emetteva copiosamente riempendogli la bocca ed il viso con il suo dolce profumo. Pose le labbra sul clitoride turgido e lo succhiò disperatamente e lei rispose fremendo tutta ed urlando il suo piacere in preda ad un orgasmo travolgente. Si alzò di scatto e si liberò del vestito, corse al letto trascinando Riccardo e lo attirò a se, lui penetrò nella vagina ben lubrificata affondando subito e completamente in lei accompagnato da un gemito prolungato che scaturì dalla bocca di Marta. “Scopami, scopami forte” gli gemette in un orecchio mentre le sue cosce l’avvolgevano attirandolo ancor più in profondità. Lui prese a scoparla furiosamente, il cazzo scorreva veloce nel suo ventre, con colpi potenti e profondi, che la facevano gemere, mentre lui, chino su di lei, palpava e baciava i suoi seni tormentandone i capezzoli. Lui si sollevò sulle braccia a guardarla, mentre continuava a sbatterla violentemente ed i suoi seni sobbalzavano elastici, abbassò lo sguardo a guardare il suo cazzo che scorreva nella vagina depilata e madida d’umori. Lei prese ad accarezzarsi i seni incitandolo oscenamente “Scopami, continua così, quanto mi piace il tuo cazzo”, lui si eccitava e raddoppiava gli sforzi, continuando a guardarla contorcersi dal piacere sotto di lui. Lei lo attirò a se e lo baciò selvaggiamente, le loro lingue si intrecciavano e lei prese a succhiargliela selvaggiamente, le sue mani gli accarezzavano le natiche muscolose, si spingevano in basso a solleticare i coglioni che sobbalzavano sotto i colpi potenti del pube che ritmicamente la penetrava. Lei incominciò ad approssimarsi ad un nuovo orgasmo “Che stallone, che toro selvaggio, mi spacchi tutta, ma mi piace, continua…” gemeva “Dai Riccardo, dai, voglio sentirti godere, voglio che m’inondi con il tuo sperma, riempimi tutta, riempi la tua vacca” gli urlò nelle orecchie mordicchiandogli subito dopo i lobi e Riccardo continuò furiosamente, lei si contrasse e gemette in preda ad un nuovo orgasmo e lui non si trattenne più ed iniziò a sua volta a gemere scaricando il suo seme dentro di lei con ritmiche copiose bordate che lei accolse prolungando indefinitamente il suo orgasmo ed i suoi gemiti, sino a che giacquero entrambi esausti ed immobili, nel vano tentativo di riprendere fiato. La prima a riprendersi fu Marta, che lo spinse da parte e scivolò lungo il suo corpo, la sua lingua prese a lambire il cazzo, ancora incredibilmente eccitato, ripulendolo dello sperma e dei suoi stessi umori “Mio dio, sicuro di essere normale??” ridacchiò lei, guardandolo “Non ti preoccupare di questo, succhiamelo ancora un poco e sarò pronto a scoparti di nuovo sino a farti urlare” le disse e con la mano le spinse la nuca in basso e lei ridacchiando tornò al lavoro, affondandosi profondamente il cazzo in gola ed iniziando a lavorarlo con la stessa diabolica abilità della notte della festa. Non ci volle molto perché Riccardo si sentisse nuovamente assalire dall’irrefrenabile desiderio di scoparla. La prese e la fece mettere carponi, si chinò a baciarle lo stupendo culo “Sei una gran vacca e ti scoperò come tale, ma prima voglio leccartela un poco” le disse e si immerse tra le sue cosce leccandola. Nella vagina di lei si mescolavano ancora gli umori di lei ed il suo stesso sperma, ma non se ne preoccupò e la leccò ugualmente, mentre le mani palpavano le splendide natiche, poi quando lei riprese a bagnarsi si alzò e portatosi alle sue spalle le affondò il cazzo nel ventre, afferrandole le chiappe ed iniziando a scoparla. Lei voltò la testa leccandosi le labbra, mentre lui la scopava lentamente. Lei chiudeva gli occhi e gemeva ad ogni colpo e lui aumentava lentamente il ritmo, il pube incominciò a sbattere rumorosamente contro il culo di Marta, mentre le tette incominciavano a sobbalzare nell’aria, sode ed elastiche. Lui si chinò su di lei e prese ad accarezzargliele senza smettere di scoparla. Lei si stava eccitando e prese ad assecondarlo nei movimenti, spingendo indietro il bel culo mentre lui affondava i colpi, trattenendolo per qualche istante affondato in se mentre strusciava le vellutate natiche sul suo ventre. “Dio come mi piace il tuo cazzo, ho la figa in fiamme, lo senti com’è calda?” gemette lei “Si Marta, è fantastica, una dolce palude. Senti come ci sguazza il mio cazzo, che rumore osceno faccio chiavandoti?” rispose lui gemendole in un orecchio. Rimasero in silenzio, un silenzio rotto solo dal loro respiro, dal ritmico sbattere del pube di lui sulle sue sode chiappe, dall’osceno sciacquio della sua vagina madida d’umori. Lui accelerò il ritmo e lei prese a gemere sommessamente. Abbassò il busto, appoggiandolo sul letto, ma tenendo ben alto il culo e lasciandolo liberamente stantuffare in lei. Lui le passò una mano intorno alla vita e prese ad accarezzarle il clitoride e lei gemette, ben presto il suo respiro divenne affannoso, mentre l’orgasmo iniziava a montare.

Pochi minuti e lei si contorse ed urlò in preda alle piacevoli fitte della nuova ondata di piacere che l’avvolgeva. Vedendola accasciarsi sotto di sé, stravolta dal piacere, Riccardo esultò, euforico ed eccitato, continuando a sbatterla vigorosamente “Sto per venire, vuoi che ti riempia ancora o lo preferisci in bocca come l’altra sera, o vuoi farti una doccia con il mio sperma, dimmelo, cosa preferisci?” ruggì mentre affondava impietosamente i colpi in quel corpo gemente stravolto dal piacere “Sborrami, addosso, lo voglio dappertutto, voglio il tuo sperma sui miei seni, sulla mia faccia, nella mia bocca…” gemette lei. Poco dopo Riccardo si staccava da lei rovesciandola sul letto, le salì a cavallo masturbandosi, sino a che non esplose, mentre lei attendeva distesa a bocca spalancata. Le prime gocce di sperma caddero sulle tette di Marta che con le mani prese a spalmarsele sulla pelle, poi nuovi più copiosi spruzzi incalzarono piovendole sul petto, sul volto e nella bocca, persino sui capelli e lui urlante continuò dirigendo i getti ovunque, ebbro del piacere di ricoprirla con il proprio sperma. Alla fine, continuò a masturbarsi mentre lei avida raccoglieva lo sperma con le dita per portarlo alla bocca ed ingoiarlo voluttuosamente davanti ai suoi occhi eccitati. Poi lui avanzò e le affondò il cazzo che andava finalmente ammosciandosi in bocca e lei glielo succhiò amorevolmente. Stavano da qualche minuto esausti sul letto, quando lei si scosse e guardò l’ora. “Va bene maledetto satiro, hai vinto tu, mi arrendo, puoi tornare in camera tua e riposarti, domattina dovremo partire abbastanza presto”. Riccardo annuì, si alzò e si rivestì, poi se ne andò salutandola con la mano. L’indomani mattina, lui scese di buon ora, fece colazione e preparò la macchina, poi la attese pazientemente. Lei giunse alle dieci “Vado a fare colazione, sali a prendere la borsa da viaggio” disse e scomparve ritornando dopo mezz’ora. Andò alla reception e saldò il conto, poi si rivolse a Riccardo “Possiamo andare” disse e lui la accompagnò, le aprì la porta e lei salì in macchina. Riccardo andò al volante e partì. Viaggiavano da alcuni minuti quando lei parlò “Vedo che sei un ragazzo intelligente, ti sei comportato perfettamente in Hotel” disse lei “Grazie signora Marta” rispose lui soddisfatto e lei ridacchiò “Perfetto, assolutamente perfetto” pensando che quel giovane che instancabilmente l’aveva scopata per quasi tutta la notte ora si comportava come un perfetto autista “Ma non ti fossilizzare troppo, stai sempre attento ai segnali che ti manderò, io sono molto volubile e chissà in quale situazione mi verrà voglia di te la prossima volta” continuò. “Non ti preoccupare Marta, l’antenna che porto sempre tra le gambe capta perfettamente i tuoi segnali ed io non potrò fare a meno di accorgermene” ridacchiò a sua volta Riccardo. La vita riprese normalmente, con la solita routine, inframmezzata da improvvisi scoppi di furore erotico che li coinvolgevano in estenuanti amplessi. Erano come temporali, che infuriano tremendi per ore ed ore nel cuore della notte, ma dei quali nessuno sembra accorgersi la mattina successiva. Riccardo era pienamente soddisfatto della sua vita e non sentiva la mancanza delle ragazzine che inseguiva furiosamente solo pochi mesi prima, Marta era più calda di qualunque ragazzina, esperta e deliziosamente fantasiosa e maliziosa. Gli intervalli di assoluta normalità sembravano studiati ad arte per esaltare il suo desiderio senza snervarlo e lui ogni volta era una bomba pronta ad esplodere e travolgerla con la sua esuberanza giovanile. Una sera Riccardo portò Marta ad una festa e la attese pazientemente, lei arrivò prima del previsto, accompagnata da un’amica. “Riccardo, ho promesso alla mia amica Lara di accompagnarla a casa, questa festa è troppo noiosa” cinguettò lei arrivando e le due donne risero assieme. Riccardo aprì loro la porta e le due donne salirono con un gran svolazzare di gonne. Marta gli diede l’indirizzo e lui si mise al volante e partì. Guidando sbirciò le due donne intente a chiacchierare a bassa voce. Lara, l’amica di Marta, era più giovane di lei, 30 o 35 anni al massimo, bruna, decisamente più esile di Marta, dalla bella carnagione scura, abbronzata. Le due donne parlavano e ridacchiavano, mentre lui guidava senza troppa fretta. Giunse all’indirizzo indicatogli, un lussuoso palazzo nel centro della città e Riccardo fermò la macchina e scese per aprire la porta. Lara scese seguita da Marta. “Marta tesoro, non vorrai mica far aspettare qui in strada questo povero ragazzo, fallo salire, potrà aspettarti in cucina, almeno starà al caldo” disse Lara “Hai ragione cara, Riccardo chiudi la macchina e seguici” gli ordinò. Lui obbedì poi con passo veloce raggiunse le due che si erano incamminate verso il portone. Lara aprì e li fece entrare, poi presero l’ascensore e giunsero al suo appartamento. Era tutto buio e lei accese le luci, i tre entrarono. “Scusami cara, ma il mio appartamento non assomiglia nemmeno lontanamente alla tua reggia” scherzò Lara “L’importante è che sia tranquillo ed abbia un gran letto” rispose Marta e le due scoppiarono in una risata. Riccardo incominciò ad interessarsi alla situazione “Sai Riccardo, ho conosciuto Lara alcuni anni fa, quando mio marito era ancora vivo ed all’epoca ero una moglie molto fedele” disse Marta “Questa deliziosa troietta, deliziosamente bisex mi ha iniziata ai piaceri di Saffo. Hai mai visto due donne fare l’amore insieme?” domandò Marta a Riccardo “No signora Marta, o meglio, non dal vivo, mi è capitato in qualche film” rispose lui con calma “Ti piacerebbe vederlo nella realtà?” domandò Marta “Potrebbe essere interessante, ma temo che potrebbero venirmi in mente strane idee” continuò lui “Lara mia cara, hai la più pallida idea di quali strane idee potrebbero venire in mente a questo giovanotto se ci vedesse insieme nude in un letto intente a leccarci reciprocamente le nostre deliziose fichette?” domandò Marta rivolta all’amica “Non saprei, scoparci tutte e due magari?” rispose la deliziosa brunetta, avvicinandosi a Riccardo ed incominciando a strusciarsi contro di lui. Marta la staccò da lui “Non aver fretta, prima ti voglio tutta per me”. Le due donne si allontanarono lasciando solo Riccardo ed entrarono in quella che lui pensò essere la camera da letto. Riccardo sentì le donne ridacchiare mentre, pensò, si spogliavano a vicenda. Poi sentì i loro gemiti, dapprima radi ed occasionali, poi sempre più frequenti. Le lasciò fare sino a che i gemiti divennero più forti, allora prese a spogliarsi e si diresse verso la camera da letto. La porta era aperta, la stanza illuminata e le due donne completamente nude erano sul letto, Lara china su Marta che giaceva sul letto oscenamente scosciata con l’amica che la leccava abilmente tra le cosce. Riccardo continuò a spogliarsi mentre le guardava. Le due donne si allacciarono in un furioso 69 e divennero un unico gemente corpo scosso da brividi di piacere, mentre Riccardo in piedi, completamente nudo si masturbava lentamente guardandole. “Marta, digli di raggiungerci, ho bisogno di quel suo bel cazzo” gemette Lara sollevando la testa dal pube della bionda”. Riccardo non si mosse, sino a che Marta non lo chiamò “Riccardo vieni qui con noi” disse lei e le raggiunse stendendosi sul letto. Lara e Marta si stesero ai suoi fianchi e si chinarono sul suo cazzo eccitatissimo. Le loro lingue iniziarono a vellicarlo, mentre lui spaziava con le mani sui loro perfetti corpi. Quello di Lara era snello ed incredibilmente sodo, con deliziose tettine dai piccoli ed appuntiti capezzoli, chiappe rotonde e vellutate. Le dita si spinsero nel solco, giù sino a raggiungere le vagine, madide di piacere e di saliva. Le due gemettero a quel tocco e raddoppiarono l’impegno. Marta ingoiò il glande mentre Lara scese a leccargli e succhiargli i coglioni. Ben presto le due si alternarono e Riccardo gustò il pompino energico di Marta, fatto di affondo che facevano scomparire interamente il cazzo nella gola della bionda e quello infinitamente più delicato ma altrettanto eccitante di Lara, che non riusciva ad ingoiare nemmeno metà del suo cazzo, ma aveva una lingua tremenda e si divertiva a mordicchiargli deliziosamente l’asta ed il glande. “Adesso la preparo e poi la scopi” disse Marta e si portò tra le cosce di Lara iniziando a leccarla mentre la brunetta si attaccava al cazzo di Riccardo succhiandolo con avidità. Marta la portò alle soglie dell’orgasmo e quando Riccardo la penetrò, scivolò in lei con facilità, affondandovi e prendendo a scoparla velocemente, con lei che fremeva, gemeva e lo incitava e Marta che gli accarezzava dolcemente la schiena ed i coglioni. Poi Marta lo fece rialzare e lui si ritrovò a scopare la brunetta oscenamente scosciata che si accarezzava furiosamente il clitoride “Questa troietta fa un po’ troppo rumore, meglio zittirla” disse Marta e salì a cavallo del viso di Lara offrendole la vagina da leccare. Marta prese ad accarezzarsi i grandi seni e Riccardo si chinò a raggiungerli con la bocca iniziando a succhiarle avidamente i capezzoli mentre continuava a scopare Lara. Poi Marta lo fece rialzare e si abbassò iniziando a dividere le attenzioni della propria lingua tra il clitoride della brunetta ed il cazzo di Riccardo che le scorreva nel ventre. Lo spettacolo era deliziosamente eccitante e la lingua di Marta pure, così Riccardo si avvicinò all’orgasmo, la bionda se ne accorse “Sì Riccardo, scopala così, forza, ma vienimi in bocca, voglio che tu me la riempia con la tua sborra” lo incitò e lui accelerò il ritmo. All’ultimo momento il cazzo teso e pulsante sfuggì dalla vagina di Lara e venne accolto mentre sobbalzava in aria dall’avida bocca di Marta. La sua mano s’impossessò dell’asta e prese a masturbarlo velocemente sino a che lui non venne gemendo e scaricandole un copioso carico di sperma in bocca e nella gola. Marta lo lasciò fare mantenendo le labbra serrate intorno all’asta, poi quando lui ebbe finito, mantenendo la pressione lo fece scivolare fuori dalle labbra. Una piccola goccia di sperma le sfuggì colandole lungo le labbra sul mento, lei raggiunse Lara che a bocca spalancata gemeva di piacere masturbandosi e le sue labbra si unirono a quelle della Brunetta condividendo con lei il prezioso carico. Le due giocarono a lungo scambiandosi lo sperma di Riccardo per poi ingoiarlo e ripulirsi con un’abile lavoro di lingua. Marta si alzò ed andò a baciare Riccardo, il cui cazzo si manteneva eretto “Ora è il mio turno” gli sussurrò e si chinò su Lara prendendo a leccarla, mentre muoveva sensualmente il bel culo maestoso. Un gemito le uscì dalla bocca quando lui con un solo potente colpo le affondò il cazzo nella vagina sbattendo rumorosamente il pube contro le chiappe. Riccardo prese a scoparla, mentre Lara godeva nella bocca di Marta, poi la brunetta, consumato un travolgente orgasmo, si portò sotto Marta, prendendo a giocare perversamente con i coglioni di Riccardo, leccandoli e facendoli strusciare sul bel volto, risucchiandoli avidamente in bocca ogniqualvolta lui si arrestava. Riccardo stese Marta sul letto senza staccarsi da lei e riprese a scoparla mentre le faceva girare il busto e le baciava i seni succhiandole i rosei capezzoli. Lara vagava tra di loro, leccando le palle di Riccardo, il clitoride di Marta, i bei seni della bionda. Poi la brunetta andò sopra a Marta “Marta ti prego, leccami il culo, voglio che Riccardo dopo me lo metta nel culetto” gemette e Marta si voltò verso Riccardo con un sorriso “Ti piacerebbe sfondarle il culetto?” lui per tutta risposta accelerò il ritmo della scopata tempestandole le chiappe con potenti colpi del pube che produssero un rumore osceno che si fuse con il lungo gemito che le sfuggì dalla gola. Marta si voltò iniziando a leccare lo sfintere di Lara. Riccardo fissava estasiato la lingua tumida della bionda scorrere nel solco delle sode chiappe di Lara, insalivarle il roseo forellino. Poi Marta prese ad aiutarsi con le dita e penetrò l’elastico sfintere lubrificandola internamente con la saliva. Riccardo ormai la scopava con foga travolgente e la sentì fremere per un nuovo orgasmo, poi la bionda si voltò verso di lui ancora stravolta “Adesso inculala mentre io ti guardo” gli disse con voce roca per l’eccitazione. Riccardo lentamente si staccò da lei e si portò alle spalle della brunetta “Sì Riccardo, fottimi nel culo, te ne prego” gemette lei e lui le appuntò il glande allo sfintere. A quel semplice contatto Lara fu scossa da un orgasmo, lui spinse e lei non si oppose, lo sfintere si dilatò fasciandolo elastico ed il cazzo affondò profondamente nell’intestino della brunetta. Riccardo volse lo sguardo verso Marta che stesa sul letto lo fissava, masturbandosi furiosamente. Lui spinse ed affondò ancor di più in Lara che urlò di piacere. Lui prese ad incularla lentamente e dolcemente, ma lei lo incitò a farlo con maggior forza “È bellissimo, sfondami, sfondami tutto, lo voglio tutto in culo” proruppe la brunetta “Come è grosso, mi spacca in due continua…” urlava impazzita, mentre Riccardo aumentava il ritmo e la forza dei colpi. Era una sensazione nuova ed incredibilmente eccitante e Riccardo si controllava a fatica. Il cazzo meravigliosamente fasciato dai muscoli sodi di Lara, sussultava desideroso di scaricarsi, mentre lui lo affondava sempre più in lei. La vista di Marta che impazzita si masturbava gemendo a bocca spalancata mentre lo fissava inculare l’amica lo condusse ben presto alle soglie dell’orgasmo e lui rallentò il ritmo “No, non ti fermare, continua, voglio sentire il tuo sperma riempirmi l’intestino, un meraviglioso clistere di sborra” gli urlò Lara e lui riprese a stantuffare con foga. Marta giunse in suo aiuto, chinandosi a leccargli il culo ed i coglioni e lui esplose, trattenendo i fianchi della scatenata Lara e scaricandole un torrente di sperma nell’intestino. Riccardo e le due donne si abbandonarono esausti sul grande letto. Quella notte rincasando Marta gli rivolse nuovamente la parola “Le mie amiche non sono un tuo terreno di caccia, a meno che non sia io a volerlo d’accordo?” gli disse a bruciapelo “Certo signora” rispose lui senza esitazione “E non farti venire certe idee, non tutte le donne amano farselo mettere nel culo” aggiunse. Forse incominciava a credere di essersi sbagliata, o temeva che lui diventasse troppo esigente nei suoi confronti, Riccardo non seppe spiegarsi quelle parole ma non vi diede troppo peso, comunque rispose assecondando il suo stato d’animo “Certamente signora, non si preoccupi” e lei parve soddisfatta. Come al solito tutto riprese l’indomani mattina e proseguì a lungo sino ad una nuova interruzione in occasione dell’ennesima festa. Da quella festa Marta, uscì in compagnia di un bell’uomo poco oltre i 50 anni. Si fece condurre da Riccardo a casa di lui, una lussuosa villa nelle vicinanze, ma contrariamente al solito, lo congedò dicendogli che sarebbe ritornata con altri mezzi. Dopo quella volta, Riccardo la vide molte altre volte insieme a quell’uomo, col quale lei instaurò una relazione fissa. Questo non cambiò minimamente i rapporti tra di loro anche se logicamente le occasioni si fecero un poco meno frequenti. Un giorno, mentre stavano a letto, riposandosi tra un amplesso e l’altro lei all’improvviso gli chiese “Mi spieghi che cosa ci trovate voi uomini di tanto interessante nel culo delle donne?”, Riccardo la guardò perplesso poi decise di risponderle “Un non so che di perversione forse?” buttò lì lui “Già, voi uomini siete tutti un po’ perversi” ammise lei “Anche voi vi difendete bene e tu ne sei un magnifico esempio” ribatté lui “Già” ridacchiò lei “Ma molti di voi sono proprio fissati con l’idea di fare il culo di una donna” continuò “Il tuo amichetto te l’ha chiesto?” domandò lui e lei scosse la testa affermativamente “Allora se ci tieni tanto daglielo o se ne troverà un’altra. La tua amica Lara ad esempio” la stuzzicò lui. “Non fare il cretino, se avessi voluto dare il mio culo a qualcuno, l’avrei dato a te, con lui riesco a malapena a godere figuriamoci se mi viene in mente di farmelo mettere lì” sbottò lei “Una soluzione ci sarebbe, io potrei farlo per lui sino a quando tu ti sarai abituata, così potresti darglielo senza soffrirne troppo” rispose lui chinandosi a baciarle il culo per poi sorriderle “Porco, sei anche tu un porco, ma mi dispiace carino, dovrai accontentarti di questa” rispose lei facendogli una boccaccia, e spingendogli la testa tra le sue cosce. Riccardo prese a leccarla e poco dopo lei ansimava e si bagnava preparandosi alla scopata che di lì a poco seguì. Molti giorni dopo, una notte in cui Riccardo se ne stava comodamente nella sua stanza a dormire dopo aver lasciato Marta dal suo fidanzato, venne bruscamente svegliato “La signora vuole che tu vada a prenderla immediatamente a casa di Giuliani” gli dissero. Assonnato, Riccardo si preparò velocemente, prese la macchina e la raggiunse. Lei era furiosa, salì in macchina imprecando per il suo ritardo, lui corse al posto di guida e partì veloce. Lei continuò ad imprecare e piano piano si calmò. “Il maledetto continua ad insistere, ormai non riusciamo nemmeno più a scopare” Sbottò Marta “Lascialo” rispose lui “Ma sei matto, è molto ricco, ed io voglio farmi sposare” “Allora dagli il tuo bel culetto mia cara” rispose serafico Riccardo “Temo proprio che tu abbia ragione, dovrai aiutarmi” “Sempre ai suoi ordini signora Marta” la schernì lui “Porco, brutto porco, immagino che ti sarà diventato duro al solo pensiero. Va bene, inutile rimandare, fai una deviazione, ed andiamo in quel motel fuori città” concluse lei. Un’ora dopo erano nella stanza del Motel, lei fece per iniziare a spogliarsi, ma lui la fermò. Un meraviglioso senso d’onnipotenza l’aveva assalito e per la prima volta era deciso a condurre lui il gioco. “Fermati, questa sera non faremo all’amore, ma solo del sesso proibito, ci spoglieremo solo lo stretto indispensabile” le sussurrò Riccardo, poi le sue mani si posarono sulle sue spalle spingendola ad inginocchiarsi davanti a lui. “Solo le peggiori puttane lo prendono in culo, quindi ti tratterò come tale” continuò con voce aspra e lei inginocchiata davanti a lui lo guardava con sguardo acceso d’eccitazione. Con lentezza lui estrasse il cazzo dai pantaloni, era già duro e se lo accarezzò davanti al suo viso “Succhiami i coglioni” le intimò e Marta si chinò in avanti e prese a baciargli e leccargli il sacco peloso per poi massaggiare con le morbide labbra i duri coglioni e risucchiarli dolcemente in bocca giocandovi a lungo, mentre lui si masturbava lentamente. “Sei veramente brava, sì, una brava troia, adesso succhiamelo” disse Riccardo, spingendo il glande eccitato a strusciare sul viso e sulle labbra di Marta. Lei dischiuse la bocca e lui glielo affondò profondamente in gola. Marta trasse un gemito soffocato mentre incominciava a succhiarlo e leccarlo con la solita abilità, “Adesso toccati mentre me lo succhi sino in fondo” continuò ad istruirla Riccardo e lei automaticamente obbedì iniziando ad accarezzarsi il clitoride attraverso le delicate mutandine di seta. Il cazzo di Riccardo ormai scorreva veloce e profondo nella bocca di Marta scomparendo completamente nella gola della donna, per poi quasi sfuggire dalle morbide labbra e tornare ad affondare. Lui le pose una mano sulla nuca accentuando il ritmo “Più veloce con quella mano, voglio sentire la mia troia godere mentre mi succhia il cazzo” le disse e lei gemette d’eccitazione. “Sì, così brava, preparamelo bene, perché non appena avrai goduto come la troia che sei, ti affonderò il mio cazzo in quel culo sfondato” continuò lui in un crescendo d’eccitazione e volgarità che fece scatenare Marta. La testa della bionda scorreva autonomamente a velocità crescente, mentre la mano sollecitava freneticamente il clitoride. Ad un tratto la bionda s’irrigidì affondandosi completamente il cazzo in gola e rimase così con le labbra che sfioravano il pube e lo scroto di Riccardo, mentre l’orgasmo la travolgeva lasciandola gemente ed in preda a fremiti eccitati. “Godi troia godi che tra poco sarà il mio turno” la incitò lui, prendendole la testa e forzandola per quanto possibile ad ingoiarlo ancora di più. Riccardo la sentì gemere più sommessamente, la testa riprese a scorrere e lei gradatamente si rilassò a mano a mano che l’orgasmo scemava. Si staccò da lei e la fece rialzare, la condusse al divanetto e la stese sul bracciolo, sollevandole la gonna sin sopra i fianchi e scoprendo il perfetto culo. Le forti mani strapparono d’un sol colpo le delicate mutandine, lei lo fissava atterrita ed eccitata, lui si leccò perversamente un dito insalivandolo, poi lo appoggiò allo sfintere e prese a giocarvi lubrificandolo. Lei continuava a fissarlo “Continua ad accarezzarti troia e lasciami fare” le disse mentre tornava ad insalivare il dito che questa volta affondò nello sfintere di Marta iniziando a lubrificarla internamente. Lei gemette “Adagio ti prego, fa male” “Zitta puttana, il tuo culo è sfondato, non puoi sentire male” le disse affondando più profondamente il dito. Le parole erano aspre, ma il suo fare era delicato, il dito lavorava dolcemente lubrificandola e lasciandole il tempo di abituarsi. Poi iniziò a lavorare per dilatarla, mentre si chinava a baciarle le chiappe e a lasciar cadere sullo sfintere dilatato saliva che lo lubrificava in profondità. Marta lentamente si rilassò mentre la sua mano che accarezzava il clitoride iniziava a ravvivare la sua eccitazione. Riccardo ora si unì a lei e mentre con le dita di una mano giocava con il delicato sfintere aiutandosi con la lingua, con l’altra la accarezzava, solleticandole il clitoride, penetrando la vagina madida d’umori. La eccitò portandola alle soglie di un nuovo orgasmo, poi si staccò “Continua tu, io ho del lavoro da fare” le disse, mentre oscenamente si masturbava saggiando l’erezione ancora solidissima. Si avvicinò a Marta porgendolo alle sue labbra “Fai un bel lavoro troia, lubrificalo bene, sarà meglio per te” le disse e Marta iniziò a vellicarlo depositandovi quanta più saliva riuscisse. Soddisfatto Riccardo si portò alle sue spalle, divaricò le stupende chiappe di Marta ed appuntò il glande allo sfintere. Lei cercò istintivamente di sottrarsi ma lui la trattenne iniziando allo stesso tempo a spingere con decisione. “Ahhh…” urlò Marta contraendosi per opporsi alla penetrazione “Non ti contrarre, rilassati, anzi spingi” le sussurrò lui, stendendosi sulla sua schiena e baciandole le orecchie. Interruppe la pressione, la sentì rilassarsi “Ora ci riprovo, non contrarti spingi, spingi forte” e riprese a spingere, questa volta fu assecondato da Marta, la resistenza si allentò ed il glande iniziò ad affondare nello sfintere ben lubrificato passandolo. Riccardo si arresto mentre Marta gemeva, si stese e prese nuovamente a baciarle le orecchie, mentre la mano prendeva a solleticarle il clitoride. Rimase a lungo immobile, lasciandola abituare, mentre sentiva l’ano di lei contrarsi ritmicamente con spasmi incontrollati che andavano però rapidamente scemando. Riprese a spingere con calma, penetrando lentamente, a brevi intervalli inframmezzati da lunghe soste. Giunto a metà si arrestò iniziando a retrocedere lentamente per poi riaffondare in lei mentre tornava a lubrificare l’asta con la propria saliva. La mano instancabile lavorava sul pube e sul clitoride di Marta che continuava a gemere. Sotto l’azione delle dita esperte, i gemiti lentamente cambiarono veste, passando da soffocate esclamazioni di dolore ad ansimi d’incipiente piacere “Allora puttana, ne vuoi ancora o ti basta?” gli sussurrò lui ma lei non rispose e lui accentuò il ritmo della mano “Confessa che il mio cazzo nel culo ti piace, troia…” disse lui, con voce roca ed eccitata “Siii…” gemette lei “Cosa? Non ho sentito bene cos’hai detto?” insistette lui “Mi piace, il tuo cazzo nel mio culo, mi fa male ma mi piace, continua Riccardo” gemette lei arrendendosi e Riccardo la accontentò “Sei una gran troia Marta, una troia perfetta, ora che anche il tuo culo è sfondato” gemette lui, penetrando più profondamente in lei “Lo senti com’è duro” le sussurrò in un orecchio e lei gemette. Lentamente Riccardo continuò a penetrare in lei “D’ora in poi viaggerai sempre con un tubetto di crema lubrificante nella borsetta, come ogni troia che si rispetti” continuò Riccardo stantuffando lentamente in lei. Ormai era quasi completamente affondato in lei e lo stretto budello lo massaggiava energicamente mettendo a dura prova la sua resistenza dal momento che continuava a contrarsi e rilasciarsi incontrollato aggiungendo piacere al piacere. “Sarai sempre tu a decidere quando dovremo scopare, ma sarò io che deciderò quando sfondare il tuo bel culetto” disse e con un’ultima spinta portò il suo pube a contatto con le marmoree natiche di Marta. Lei gemette, completamente riempita e lui fece altrettanto pronto a godere, ma riuscì a trattenersi. “Sì Riccardo sì, sarò la tua troia e potrai incularmi quando vorrai” rispose Marta, ormai vicinissima all’orgasmo, la mano di lui scodellò le belle tette dal vestito mentre riprendeva a stantuffarle nel culo, le dita presero i capezzoli ed iniziarono a strizzarli dolcemente. La diga si ruppe e Marta incominciò a godere, sommersa da immense ondate di piacere. “Ma da gran troia quale sei, darai il tuo bel culetto anche al tuo futuro maritino vero?” ” domandò lui, accentuando la forza dei colpi “Non vorrei ma devo, lo sai” gemette lei “Certo lo so, ma voglio qualche cosa di mio, qualche cosa che tu non farai mai a lui” disse leccandole dolcemente le orecchie mentre continuava a palparle le tette ed a strizzarle i capezzoli. Marta sembrava completamente impazzita, “Sì Riccardo, tutto quello che vuoi, solo per te” sussurrò stravolta dall’interminabile orgasmo che continuava a scuoterla. “Ora io lo sfilerò dal tuo culo e tu subito lo prenderai in bocca ed io ti verrò in bocca” le disse “Ma non posso, sarà sporco!” gemette lei “Non sarà questo piccolo problema a fermare una troia come te vero?” disse lui con decisione, prendendo ad incularla con foga. Lei si arrese “Sì Riccardo, fammi tutto, mettimelo in bocca, sborrami in bocca”. Riccardo si staccò da lei e l’ano di Marta fece un osceno rumore quando il suo cazzo lo lasciò libero. Si sedette sbandierando il cazzo eccitatissimo “Allora troia vieni e bevimi tutto” la invitò. Marta si gettò su di lui vincendo ogni repulsione e si affondò voracemente il cazzo in bocca pompandolo furiosamente, aiutandosi con le mani finché finalmente lui non iniziò a scaricarle in gola il suo travolgente orgasmo. Marta sentì i primi abbondanti schizzi gonfiarle la gola, rifluirle in bocca. Lui non aveva mai avuto un orgasmo così abbondante e per un attimo lei fu in difficoltà, non riuscendo ad ingoiare tutto. Un sottile rivolo di sperma le sfuggì dalle labbra ma poco dopo per fortuna il flusso incominciò a scemare e lei riprese ad ingoiare felice portando a termine la sua opera. Lui la attirò a se ed incurante la baciò appassionatamente e Marta venne un’ultima volta, scossa da una perversa eccitazione, fremendo e vibrando tra le sue braccia. “Adesso pensa a sedurre il tuo futuro maritino” le disse “Quando ti avrà sposata, te lo lavorerai a dovere. Dovrai convincerlo ad organizzare un piacevole terzetto tra di noi, dal momento che voglio incularti mentre tuo marito ti scopa. Due cazzi che ti fottono contemporaneamente, riesci ad immaginartelo?” le sussurrò lui e lei fremette nuovamente “Tutto quello che vuoi Riccardo, tutto quello che vuoi” rispose con un gemito abbandonandosi tra le sue braccia.

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