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Racconti Erotici

Le perle nere 2’ episodio – Vecchi racconti di ErosItalia

By 5 Giugno 2022No Comments

Giacomo si addormentò, Adiba uscì dalla stanza lasciandolo riposare e tornò solo la mattina dopo per svegliarlo ed aiutarlo a prepararsi per la partenza. Kabir andò a salutarlo abbracciandolo fraternamente. Giacomo risalì sulla Land Rover riempita letteralmente di provviste e doni e partì salutando con la mano. Ritornato in albergo, si riposò ed il giorno successivo fece i preparativi per il suo rientro in Italia. Rientrato in Italia Giacomo riprese la sua vita abituale, i mesi passarono ed il ricordo dell’Arabia quasi svanì nella sua mente. Un giorno era in ufficio analizzando un voluminoso dossier quando Luciano, un suo collega entrò con andatura eccitata “Ragazzi ho finalmente scoperto il perché di tutti quei lavori al secondo piano” disse trionfante e tutti alzarono lo sguardo verso di lui “Forza Luciano spiattella tutto, lo sappiamo che muori dalla voglia” commentò uno “Stanno preparando un lussuoso ufficio per una persona molto importante” disse ed un coro di sfotto si levò dai presenti “Grande scoperta, bastava guardare per capirlo, tutta qui la grande scoperta” disse qualcuno “No certamente, c’è di più” disse Luciano con sicurezza “Tra poche settimane avremo la compagnia di un Arabo, un inviato dei nostri amici Sauditi, incaricato di tenere i rapporti con i nostri vertici” “Sensazionale, veramente sensazionale” commentarono in molti sfottendolo, poi si voltarono riprendendo a lavorare, lasciando Luciano costernato da tanta indifferenza.
La scena si ripeté alcune settimane più tardi, quasi identica, almeno nelle sue fasi iniziali. “Ragazzi, l’inviato degli arabi è arrivato” disse Luciano, eccitato come al solito quando entrò nell’ufficio. Al solito tutti si voltarono “Allora, chi è il tipo, porta il caffettano?” domandò qualcuno. Luciano sorrise a tutti denti “Ragazzi, altro che caffettano, porta una minigonna spettacolare, è la più gran figa che abbia mai visto” disse rimirando estasiato i volti sorpresi dei compagni di lavoro. Una grande agitazione coinvolse quasi tutti ed i più giovani lo circondarono chiedendogli maggiori informazioni “È altissima, 1.70, forse 1.80, difficile giudicare con quei tacchi mozzafiato, capelli di media lunghezza, nerissimi occhi, ragazzi che occhi, azzurri come il mare, due tette, impossibile descriverle, una pelle di un meraviglioso colore caramello, me ne sono innamorato subito”. Tutti immediatamente corsero da Giacomo “Tu sei stato da loro dicci, come sono le arabe, che ne dici, ci stanno facilmente?” domandavano tutti “Ragazzi, è come con le nostre donne, tutto uguale, chi ci sa fare combina, chi no resta a bocca asciutta, come il sottoscritto” disse lui ridacchiando e tornando al suo lavoro. L’eccitazione non abbandonò l’ufficio per tutta la giornata, l’indomani mattina l’ambiente sembrava più rilassato, quando nell’ufficio comparve Barbara, la bella segretaria del capo, vi furono le solite battute “Desideri qualcosa Barbara, siamo ai tuoi ordini in qualunque momento” disse qualcuno “Grazie ragazzi ma da voi non ho bisogno di nulla, Giacomo, sei desiderato” disse la donna rivolta a Giacomo “Il capo?” domandò lui alzando la testa “Spero che non voglia spedirmi ancora in qualche sperduto posto del mondo” lei scosse la testa e sorrise “Non è il capo che ti vuole, ma l’inviato dell’Arabia Saudita” disse lei. Il silenzio più profondo calò nell’ufficio, la donna si guardò intorno meravigliata sino a che si sentì qualcuno gemere “Che culo Giacomo” e tutti si riscossero scoppiando a ridere “Aspettate, aspettate a dirlo, non sono per niente tranquillo”. Giacomo si recò all’ufficio dell’inviato degli arabi come gli era stato detto, un’efficiente segretaria Araba lo salutò e disse qualche cosa all’interfono, Giacomo sentì una voce melodiosa rispondere qualche cosa in arabo “S’accomodi” e lui aprì la porta dell’ufficio entrandovi. Nonostante il racconto di Luciano, non era sufficientemente preparato alla visione che gli si prospettò. Appoggiata alla gran finestra, mentre guardava fuori scostando leggermente le tendine, la più bella donna che avesse mai visto lo attendeva. Era alta, slanciata e flessuosa allo stesso tempo, le gambe lunghissime e perfette erano di un delicato colore caramello frutto di un accurato miscuglio di razze, cosa abbastanza normale in Arabia. Sentendo la porta chiudersi lasciò le tende e si voltò, un meraviglioso sorriso le comparve sul bellissimo volto “Signor Lucarelli, che piacere incontrarla” disse lei con voce angelica, in un italiano fluente appena accentato, si avvicinò a lui porgendo la bella mano dalle dita lunghissime, Giacomo tese la sua e la strinse fissandola in volto. Incapace di spostare gli occhi da quei meravigliosi occhi azzurri che risaltavano superbamente con i nerissimi capelli e la pelle ambrata, “Il piacere è mio…” disse fermandosi dal momento che non conosceva il nome della meravigliosa creatura, lei se n’accorse “Mi chiamo Fatma, ma bando alle formalità, diamoci del tu, ti va Giacomo?” domando lei chinando leggermente la testa con fare interrogativo. Lui annuì sorpreso, mentre continuava a fissarla tenendo intrappolata la mano di lei nella sua “Non vorresti lasciare la mia mano, potremmo accomodarci sul divano e parlare più tranquillamente” sorrise dolcemente lei e Giacomo si riscosse “Mi scusi ” “Giacomo, abbiamo appena concordato di usare il più confidenziale tu” gli rammentò Fatma, prendendolo per il braccio e portandolo al divano, lo fece accomodare e si sedette all’estremità opposta del divano, accavallando le gambe con studiata lentezza e Giacomo non poté fare a meno di guardarla ostentatamente, ebbe un soprassalto quanto gli parve di scorgere sotto la cortissima gonna il baluginare del vellutato vello pubico. Con gran fatica spostò gli occhi, cercando di tornare a guardarla in viso, ma il suo sguardo intravide i grossi e scuri capezzoli che premevano sotto la delicata camicetta di seta e lo sforzo per continuare a risalire divenne ancora più arduo. “Cosa sei un ragazzino arrapato?” pensò Giacomo “Datti un contegno imbecille” continuò a pensare, finalmente riuscì a guardarla nuovamente in volto, dandosi un minimo di contegno, lei sorrideva ancora.
“Ti piaccio?” domandò inaspettatamente lei e con studiata lentezza disaccavallò nuovamente le gambe, aprendole leggermente. Questa volta a Giacomo non rimase più alcun dubbio, la donna non portava le mutandine. “Allora Giacomo, ti piace la tua seconda perla nera?” domandò Fatma e lui sollevò lo sguardo fissandola senza riuscire a capire. Fatma si mosse vicino a lui “Ti porto i saluti dell’emiro Kabir” gli sussurrò con il suo volto vicino al suo “Ti aveva promesso una seconda perla nera e come vedi ha mantenuto la sua promessa” continuò mentre la sua mano si posava sul pube di lui circondando il pene già quasi completamente eccitato “Che brutto problema, risolviamolo, poi parleremo ancora” gli sussurrò con voce maliziosa, mentre la mano abbassava la zip di Giacomo. Lui sentì la mano di lei infilarsi nel pantaloni e liberare il cazzo ormai tesissimo, poi la donna strisciò i suo grossi seni sul suo torace scivolando in basso e pochi secondi dopo la sua lingua vellutata giocava con il suo glande, mentre la mano sottile ed affusolata lo masturbava leggermente. La lingua di Fatma prese a scendere lungo l’asta, spesso risalendo rapida per giocare nuovamente con il glande e poi tornare a scendere sino ai coglioni duri ed eccitati. La splendida donna prese a succhiarli amorevolmente, poi risalì ed imboccò il glande massaggiandolo con le morbide labbra. Giacomo gemette e lei spinse la testa in basso con decisione, il glande affondò completamente nella bocca e poi sempre più profondamente nella gola della donna mentre la lingua massaggiava l’asta lubrificandola. La mano di lui spontaneamente discese lungo la schiena, sollevò la corta gonna e Giacomo gemette alla vista di quelle splendide e marmoree chiappe, iniziando a palparle, ed a gustare la sericità della pelle. Sentì la testa di Fatma imprimere al pompino un ritmo frenetico, mentre la mano accarezzava l’asta masturbandolo. La donna prese a succhiare con determinazione mentre Giacomo gemeva avvicinandosi rapidamente all’orgasmo, “Attenta, sto per godere” gemette lui, ma lei continuò, anzi accelerò il ritmo sino a che non lo sentì contrarsi e i primi copiosi getti di sperma le riempirono la bocca, la sentì ingoiare rumorosamente mentre la testa s’immobilizzava affidando alla sola mano ed alla lingua il compito di sollecitare il proseguimento dell’orgasmo di Giacomo. A lui parve interminabile, mentre continuava a sborrare in quella meravigliosa bocca. Alla fine si abbandonò esausto, mentre lei continuava a leccarlo e ripulirlo. Quando si fu ammosciato, lo ripose nei pantaloni richiudendo la zip.
“Mio signore, purtroppo ora devi tornare a lavorare, ma questa sera sarai mio ospite all’Hotel Majestic, ed avrai tutta la notte per gustare appieno la tua nuova perla nera.” disse baciandolo teneramente su di una guancia. Giacomo incapace di aprire bocca si alzò e lei lo accompagnò alla porta, “Questa sera all’Hotel Majestic alle 19, ti aspetto” gli disse e Giacomo uscì, voltandosi ancora una volta a guardarla. La sera si mise il suo miglior vestito, chiamò un taxi e si fece portare al Majestic. Si recò alla reception e chiese di Fatma “La signorina la attende al bar” disse l’uomo dell’Hotel indicandogli la direzione, lui vi si diresse entrò nell’area Bar e la cercò con lo sguardo trovandola subito, bellissima e sorridente e le si avvicinò. Indossava un minuscolo vestitino di lame dorato, che non lasciava nulla all’immaginazione, Giacomo provò la prima fitta d’eccitazione, si sedette al suo tavolo “Ciao Fatma” disse sorridendole “Giacomo, ciao, finalmente sei arrivato, ti dispiace ordinare al cameriere un martini?” disse lei “Credevo che voi mussulmani non beveste alcolici” disse “Ho studiato molto all’estero ed ho preso cattive abitudini” disse lei ridacchiando, lui chiamò il cameriere ed ordinò, i martini arrivarono e si misero a sorseggiarli “Come sta Kabir?” domandò lui “Mio padre sta molto bene” disse lei e Giacomo rimase pietrificato “Tuo cosa?” domandò scuotendosi “Mio padre, io sono una delle figlie di Kabir, non tutte siamo chiuse negli Harem!” ridacchiò nuovamente guardando la sua faccia stupita. Lui tacque a lungo “Ero già venuto con l’intenzione di dirtelo, ma ora sono ancor più fermamente convinto di non poter accettare il dono di tuo padre”, questa volta fu lei a guardarlo costernata, anzi Giacomo scorse un velo di paura nel suo sguardo “Non ti piaccio forse” gemette “No non è questo, mi piacciono le donne e tu sei la più bella che abbia mai visto, ma non credo sia giusto accettare” rispose lui abbassando lo sguardo “Perché?” domandò lei “Niente di particolare, solo non lo ritengo giusto” rispose lui, ma Fatma lo incalzò “Dimmi perché?” lui la fissò esitante “Sei troppo bella, nessun uomo può resisterti, temo di diventare tuo schiavo e la cosa non mi va” disse lui tenendo lo sguardo basso. Poi tacque, dopo alcuni istanti lei parlò “Mio signore, io sono la tua schiava d’amore, io realizzerò ogni tuo segreto desiderio, non hai nulla da temere” disse con voce sensuale. Giacomo rialzò lo sguardo e la vide in piedi davanti a lui “Vieni, non ho più fame” disse lei sorridendogli dolcemente e gli porse la mano, lui resto immobile combattendo con se stesso, poi cedette e le prese la mano alzandosi, lei lo condusse via, lo portò all’ascensore e lo condusse nel suo appartamento. Non appena entrati lo baciò appassionatamente premendogli i seni contro il petto, lui sentì i suoi capezzoli indurirsi, “Mio signore, gratifica la tua schiava con il tuo scettro” disse lei sussurrandogli in un orecchio e lo portò nella camera da letto prendendo a spogliarsi davanti ai suoi occhi. I seni erano grandi e sodissimi, dai grossi e scuri capezzoli, il ventre piatto, il vello pubico sottile e vellutato. Completamente nuda Fatma gli si avvicinò “Leviamoci questi ingombranti vestiti occidentali” gli sussurrò prendendo a spogliarlo. Giacomo si scosse, la prese tra le braccia baciandola, la sollevò e la portò sul letto coricandovela, lei gemette vedendolo liberarsi dei pantaloni e delle mutande, era già eccitato, si sdraiò al suo fianco e la baciò, le mani palparono le meravigliose tette, lui scese a baciarne i capezzoli mentre la mano scendeva al pube di lei, la trovò eccitata e lei gemette, scese a baciarla, solleticandole il clitoride con la lingua e lei gemette nuovamente allungò la mano e prese ad accarezzargli il sesso eccitato. Giacomo continuò sentendola gemere mentre la vagina andava bagnandosi copiosamente, poi lei fremette in preda ad un orgasmo “Prendimi ora, presto” gli disse appena ripreso fiato e lui le salì sopra, le aprì dolcemente le bellissime cosce e prese a strofinare il cazzo sulla vagina bagnata lubrificandolo, poi prese a penetrarla, era deliziosamente stretta, ad un tratto si arresto, il glande aveva urtato contro l’intatta imene di Fatma, lui la guardò stupito “Sei vergine”, lei annuì “Prendimi Giacomo, prendimi” disse e gli pose le mani sulle natiche attirandolo a se, lui spinse con decisione e la sentì gemere per una fitta di dolore, mentre lui affondava completamente in lei, si arresto baciandole lo stupendo viso, lei ben presto si rilassò e rispose ai suoi baci, Giacomo prese lentamente a muoversi in lei. Scese a baciarle il collo poi più giù sui seni, succhiandone avidamente i grossi e scuri capezzoli mentre le sue mani palpavano le favolose chiappe e lui si muoveva in lei a ritmo crescente, la sentì fremere ed ansimare e dopo un poco urlare in preda ad un nuovo orgasmo “Vieni mio signore, vienimi dentro” gemette nel suo orecchio tornando a baciarlo vorace, lui a sua volta gemette accelerando il ritmo, sentì le sue lunghe gambe avvolgergli la vita, affondò ancor più profondamente in lei, le sue mani gli accarezzavano le natiche, eccitandolo e lui si contrasse, rallentando improvvisamente il ritmo ed iniziando a godere, scaricandole furiosi getti di sperma nel caldo ventre e lei accolse la calda pioggia, contraendosi e venendosene a suo volta. Giacomo si abbandonò stendendosi sul letto e lei gli fu subito sopra abbracciandolo e baciandolo, si scambiarono estenuanti tenerezze, poi lui sentì che lei incominciava a strusciare il vellutato pube sul suo cazzo “Sono esausto Fatma” disse lui, ma il suo cazzo, non diceva la stessa cosa incominciando ad inturgidirsi rapidamente “Rassegnati, una buona schiava deve essere assolutamente sicura di aver soddisfatto il proprio padrone” disse e scivolò su di lui andando a posare nuovamente la magnifica bocca sul cazzo ormai eccitato. Lui chiuse gli occhi godendosi quel fantastico lavoro di lingua e di labbra “Mi piace succhiartelo, mi piace quando mi scopi, lo voglio tutto, lo voglio ovunque” gemette lei affondandosi subito dopo l’asta completa in gola, poi lo abbandonò, poi strusciando su di lui raggiunse il comodino e lo aprì, prese qualche cosa, poi si staccò e si mise carponi sul letto dandogli le spalle, Giacomo la guardava eccitato, alla vista di quelle chiappe perfette, vide la sua mano portarsi nel perfetto solco divaricando le chiappe e toccando il tenero forellino anale, che ad un tratto brillò per la crema che lei stava ponendovi. Lei si voltò fissandolo sorridente “Mio signore, vuoi farmi l’onore di essere il primo a prendere la mia seconda verginità?” Giacomo si alzo ed andò a baciarla, lei gemette, lui la sostituì nel lubrificarle lo sfintere, la penetrò dapprima con un dito, attese che si rilassasse, lo lavorò a lungo, mentre lei gli leccava il cazzo, mise altra crema e la penetrò questa volta con due dita, poi eccitato si portò alle sue spalle, una mano spostò le sode chiappe mentre l’altra guidava il cazzo eccitatissimo ad appuntarsi allo sfintere, spinse con decisione e lei gemette quando i glande penetrò. Si fermò a lungo lasciandola rilassare, poi spinse nuovamente per arrestarsi ed attendere mentre lubrificava l’asta ancora fuori dal tenero culetto. Lentamente affondò nel suo intestino, la fece stendere ed il suo corpo aderì a quello di lei. Prese a baciarla sul collo, a strusciarle leggermente il pube sulle natiche, poi a muoversi impercettibilmente. Lentamente il ritmo crebbe mentre lui strettamente fasciato dai giovani muscoli di Fatma si eccitava. Ormai il cazzo scorreva veloce nello stretto budello ed anche lei non gemeva più di dolore, ma ansimava eccitata, le sode e scure chiappe sobbalzavano e risuonavano per i colpi del pube di lui, lei lo sentì approssimarsi all’orgasmo, “Voglio berti, sborrami in bocca” gemette. Lui mugolò di piacere e si staccò portandosi con il cazzo davanti al suo volto e masturbandosi sino a che i copiosi getti di bianco seme sgorgarono dal glande eccitato stampandosi sulla sua scura pelle, piovendo nella bocca spalancata e sulla lingua protesa, lei ingoiò frenetica mentre la pioggia continuava imperlandole oscenamente il viso ed i capelli. Giacomo si abbandonò mentre lei si ripuliva con le mani davanti al suo sguardo eccitato leccandosi perversamente le dita gemendo di passione. Poco dopo Giacomo si addormentò con lei tra le braccia.

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