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Paoletto e la foresta delle due montagne

By 11 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Paoletto e la foresta delle due montagne

C’era una volta uno gnomo alto. Sì, lui era proprio il più alto degli gnomi. Paoletto si chiamava e misurava ben 28 cm dalla punta dell’alluce al ciuffo di capelli più alto sulla testa. Come se non bastasse era anche molto, ma molto robusto; insomma era un vero fenomeno.

Passeggiando per il bosco, un giorno, si inoltrò nella foresta delle due montagne e gira che ti rigira finì con l’imbattersi nella terra della sacra grotta. Era questa una grotta in cui viveva una gnometta, Albicocca si chiamava, che aveva fama di cuoca sopraffina. Era capace, infatti, a partire da semplicissimi ingredienti, di produrre un miele buonissimo. Ne produceva in abbondanza e tutti gli gnomi del villaggio facevano a gara per prenotarsi una colazione a base di miele nella tana di Albicocca. L’unica cosa che dovevano portare per ripagare Albicocca del suo miele era un piccolo vasetto di panna alla vaniglia.
Quella mattina Paoletto bussò alla porta di Albicocca e, quando questa venne ad aprire, Paoletto quasi svenne per il buonissimo odore di miele che proveniva dall’interno.

‘Posso entrare?’ chiese Paoletto
‘Ma certamente’ rispose Albicocca ‘Questa mattina non &egrave ancora venuto nessuno e devo confessare che ho un certo languorino. Hai portato la tua panna?’
Prontamente Paoletto estrasse il bicchierino di panna che portava sempre con se (nessuno poteva sapere quando sarebbe servito) e Albicocca lo fece accomodare nell’accogliente salotto.

Albicocca assaggiò la panna di Paoletto e Paoletto leccò avidamente ed in abbondanza il miele di Albicocca. Quando furono esausti e satolli restarono distesi sul divano a chiacchierare.

‘Non mi ero mai soffermato ad ammirare la tua casa prima d’ora, &egrave molto bella ‘ disse Paoletto ‘prima di bussare alla tua porta però ho fatto un giretto intorno alla tua tana ed ho notato una piccola porticina sul retro che sembra nessuno conosca, o almeno di cui nessuno mi ha mai raccontato in paese’.
‘Mi dispiace Paoletto’ disse Albicocca ‘ma lì non puoi entrare. Perché un mago, tanto tempo fa, fece un incantesimo alla mia casa. Era un mago molto potente e voleva la mia mano; io però non gliela diedi e allora lui, adirato, estrasse la sua enorme e lunga bacchetta magica e pronunciò una maledizione:

Se il potente mago non vorrai sposare
tutta la vita ti dovrai dannare
quando un marito cercherai
sempre delusa resterai
potrà sposarti solo colui
che dentro casa tu ospiterai
bada però che potrà entrare
solo dal retro del tuo casolare
e quindi cara la mia gnomina
la porta sul retro farò piccina.

Dalla sua Bacchetta magica venne fuori uno sbuffo di denso fumo bianco che si posò sulla mia casa e quando il fumo colò giù la porta sul retro della mia tana era diventata piccola piccola. Da quel giorno ho provato e riprovato ma nessuno degli gnomi che conosco &egrave mai più riuscito ad entrare’ e pensare’ disse triste Albicocca ‘ che quello era il mio ingresso preferito’.

Paoletto ci pensò un po’ su, poi si girò sui tacchi e andò via con indice e pollice sul mento mentre parlottava tra se e se. Non passarono nemmeno due lune che Paoletto fu di ritorno. Bussò alla porta di Albicocca e quando questa venne ad aprire lui raggiante esclamò ‘Ho la soluzione!’

Senza perder tempo Paoletto estrasse dalla tasca un barile di olio di mirtillo (le tasche degli gnomi sono molto capienti) e si cosparse tutto. Corse alla porta posteriore e non appena Albicocca gli aprì lui ci si tuffo, deciso a forzare l’uscio. Purtroppo però Paoletto non aveva considerato il suo deretano (gli gnomi hanno un deretano grosso grosso) e restò incastrato.

‘Aiuto! Aiuto!’ gridava Paoletto che era rimasto con la testa dentro ed il sedere di fuori. Restò a lungo in quella posizione e ci sarebbe rimasto per tutti i secoli dei secoli se non fosse passato di lì un cacciatore che appena vide la scena si precipitò in loro aiuto. Agguantò Paoletto da dietro e spinse forte finché questi di colpo entrò completamente cadendo rovinosamente sul pavimento e rovesciando tutta la panna che custodiva nei bicchierini nelle sue tasche.

Albicocca fu talmente contenta di poter usare di nuovo la porticina che dava sul suo giardinetto posteriore che consegnò a Paoletto un invito speciale per gustare in qualsiasi momento il suo miele ed usufruire della sua porticina posteriore purché si presentasse sempre in compagnia del cacciatore.

FINE

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