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Racconti Erotici

Scene di un’altra vita

By 26 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

SCENE DI UN’ALTRA VITA

‘Unisci le mani’.
Quell’ordine, unito a quel tono di voce chiaro e inequivocabile causa in me sempre le stesse reazioni: i muscoli delle braccia scattano in avanti, la schiena si tende, lo sguardo si abbassa e un sorriso impercettibile, noto solo a me, si stampa sulla mia bocca, la lingua vorrebbe leccarsi i baffi, come una gattina di fronte a una ciotola di latte, segno premonitore di ciò che arriverà dopo. La corda sui polsi provoca segni rossi, che in estate vengono coperti da un mucchio di bracciali, alle persone che li notano dico che ne faccio collezione e sono il mio ornamento preferito, non possono sapere quanto sia vero e quanto quei segni siano parte di me. Sotto la doccia, nuda allo specchio controllo anche gli altri segni, sulle natiche e sui seni, e sempre quel sorriso riaffiora e mi fà dire ‘speriamo che stasera sia in vena’.

A volte i lacci uniscono i polsi alle caviglie in una posa che all’esterno appare scomoda, ma per me è il paradiso. Mi concede la comodità di un cuscino sotto la testa, si concede la comodità di un cuscino sotto di me per raggiungermi meglio. In quella posizione, bendata, non posso sapere in quale angolo della stanza sia ma so che è lì, che gode di quello spettacolo. A volte mi sussurra all’orecchio ‘Sei la cosa più dolce e indifesa che abbia mai visto’ a volte invece che sono la sua puttana e per me le due cose si equivalgono. Siede accanto al letto, su una sedia, e quando so che è lì la tensione spara al massimo, il silenzio è assoluto, ogni rumore improvviso mi scuote, non oso immaginare cosa succederà, aspetto una carezza o un colpo, immobile, respiro piano, senza chiedere, ma con la pelle calda. Quando lo sento salire sul letto sopra di me istintivamente apro la bocca, tirando fuori la lingua come se dovessi prendere l’ostia consacrata, strofina il cazzo sul mio viso mentre io cerco di prenderlo in bocca pensando ‘Ti prego comincia o io potrei morire qui’.

‘Conta i colpi’.
Piegata sulle sue ginocchia, il culo solcato dal nero del perizoma, prima mi sfiora piano, poi la sua mano destra benedetta dà il via, ‘uno’ sussulto, mi sposta in avanti, ‘due’ lo sento, mi scalda leggermente la pelle, ‘tre’ le sue labbra sorridono, vede la mia carne bianca e morbida che si colora, ‘quattro’ oltre allo schiaffo una carezza, non può farne a meno, ‘cinque’ mi muovo, sento il bruciore, questa volta è stato cattivo, stringe i polsi per tenermi ferma, ‘sei’ dove vuole arrivare?, ‘sette’ non capisco più dove inizia il dolore e dove invece il piacere, sono immobile in quel momento, aspetto il prossimo, ‘otto’ stasera allo specchio avrò un panorama colorato da osservare, ‘nove ‘ si avvicina all’orecchio ‘brava…’ non so se lo dice a me o alla mia pelle rossa, sento che anche lui comincia a non poterne più, la sua mano è ancora dura ma le sue gambe sotto di me tremano, con il fianco mi strofino sul suo cazzo in erezione, ‘dieci’ è l’ultimo, le sue mani ora sono dentro di me, ride contento del disegno che ha creato. Ordina ‘a quattro zampe’ mai stata così felice di obbedire in vita mia, poggia la sua pelle fresca sulle natiche che bruciano, sposta il pezzo di stoffa fradicio, penetra un lago di burro.

Le mani tese sopra la testa, unite in un legame di stoffa, le gambe alte, spalancate. Lui sopra di me, spingendo a fondo il cazzo, le palle sbattute contro l’interno delle cosce. Il mio petto è rosso di godimento, al culmine le mani intorno alla mia gola stringono, i miei occhi si chiudono, cerco aria, i muscoli tesi all’inverosimile, doloranti. Nessun pensiero, la mente vuota. Lui sa quando allentare la stretta, non esiste paura, aspetta fino a quando sente il mio corpo tremare e insieme finiamo.

La fronte sul letto, le braccia dietro la schiena, le gambe tenute larghe dai lacci uniti ai polsi, piegata, il culo alto in attesa incorniciato dal merletto nero del bustino. Gli sguardi si sfiorano, io imploro ‘Toccami’, la sua mano scivola sulla schiena è solo una carezza lieve ma dopo quella il colpo sui muscoli tesi. Poi mi sfiora l’interno, delicato e gonfio, dice ‘Sei calda, solo per me’. Le sue dita diventano un prolungamento del mio corpo, i morsi sui fianchi, non ne ho mai abbastanza. E’ dietro, non lo vedo ma è lì, ne sento il respiro pieno, so che mi vuole solo in quel modo, me lo dimostra spingendo a fondo.
Il dominio è di entrambi, il suo sul mio corpo immobile, il mio sul suo piacere.

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