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Racconti Erotici

Sensazioni naturiste

By 25 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

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Sequenza di:
Mamma nudista.
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Sensazioni naturiste.
By Tania.

Mezz’ora su una spiaggia per nudisti mi ha insegnato di più sull’anatomia maschile che un’intero anno scolastico in biologia.

Caro Max, dopo aver letto quello che hai scritto su mamma nudista, ti racconto la mia storia. Tutto ha inizio circa quattro anni fa. Questo non è propriamente esatto. A seconda del punto di vista, la mia prima volta con il contatto della nudità all’aria aperta si dovrebbe retrodatare a cinque anni fa, ma lascia che ti racconti.

Accadde durante un viaggio nel periodo delle vacanze scolastiche in un campeggio della Corsica. Io ed alcune mie amiche, ci siamo recate in spiaggia per trascorrere un po’ di tempo al sole e per fare il primo bagno della stagione. Abbiamo camminato lungo lo stretto sentiero, scivolando ad ogni passo a causa del disagevole percorso. Dall’alto non si poteva vedere la bellezza della piccola caletta che, arrivati a metà percorso, si apriva ai nostri occhi. Lo strapiombo ci impediva di vedere completamente il panorama sottostante e le persone del campeggio che ci avevano preceduto. Le sentivamo anche se non le vedevamo, soprattutto il vociare chiassoso dei bambini e questo ci ha rincuorato. Solo una di noi aveva le scarpe da ginnastica per percorrere quella discesa tanto impervia e le ciabatte non erano proprio le più indicate.

Saltato l’ultimo scoglio e superata l’ennesima curva a gomito, eravamo finalmente quasi arrivate in fondo. La vista era libera di poter spaziare dal mare turchese e multicolore alla spiaggia che brillava sotto i raggi del sole cocente. Potevamo vedere le persone a pochi metri sotto di noi e ci sono apparse per come erano nella realtà. Tutte completamente nude.

Lo shock della sorpresa, ha lasciato il posto alle risate nervose. Lo sguardo vagava da un corpo all’altro restando ferme e immobili, incapaci di muoverci e quasi senza respirare. Vedevamo gli uomini di mezza età con le loro pance prominenti che camminavano o sdraiati intenti a prendere il sole.

Nessuna di noi aveva mai visto nulla di simile e la nostra esplosione di risatine è stato quasi perfettamente sincronizzato.

Chi di noi abbia avuto il coraggio di muoversi per prima non lo ricordo, so che abbiamo percorso i pochi metri che ci separavano alla spiaggia con il cuore e l’animo in tumulto. Quando siamo entrate, le nostre sciocche risatine ci stavano precedendo. Due di noi non erano in grado di alzare la testa per la vergogna, mentre noialtre camminavamo a testa alta, ma con lo sguardo intento verso i corpi dei maschi. Sono certa, che se non fossi stata in compagnia, non avrei avuto il coraggio di muovermi. Noi cinque abbiamo continuato a camminare lungo la riva andando a sistemarci nel luogo più lontano possibile da loro. Questo ci ha permesso di dare lunghe occhiate a tutti loro, mentre ridevamo scioccamente e incontrollatamente.

I nudisti erano tutti concentrati alla base del sentiero, come se una volta arrivati, vista la bellezza del luogo non avessero voluto contaminarlo. Con il nostro arrivo la pace del luogo è cessata e al vociare dei bambini si sono unite le nostre risatine.

Anche se la nostra e soprattutto la mia attenzione era tutta indirizzata verso gli uomini, sulla spiaggia non erano i soli ad essere nudi. Erano tutti accompagnati dalle rispettive compagne e mogli e vi erano anche alcuni bambini. Non stavano facendo nulla di eccezionale, ma quando hai 13 anni e non hai mai visto un cazzo in tutta la tua vita, non potete fare a meno di continuare a guardare.

Alcune di noi si sono alzate e hanno fatto una passeggiata verso la zona dei nudisti per dare una maggiore occhiata, sempre con indosso i rispettivi costumi o i bikini. Non stavano facendo nulla di male e non sembrava che il loro o il nostro comportamento li infastidisse o fosse fuori luogo. Alla presenza delle mie amiche sono come passate inosservate.

Una volta che sono tornate le nostre avventuriere, hanno scambiato con noi le loro impressioni e le loro scoperte. In una mezz’ora su una spiaggia per nudisti, mi ha insegnato più sull’anatomia maschile che un intero anno scolastico in biologia.

Quando molto più tardi siamo ripartite per tornare al campeggio, abbiamo osservato attentamente ogni dettaglio dei genitali maschili. Certamente non ci sono scappate anche quelle femminili, ma la nostra attenzione era tutta concentrata su di loro e sulle loro differenze. Giunti al sentiero e fatti i primi passi, abbiamo riso sguaiatamente per il coraggio dimostrato e l’interesse con cui abbiamo guardato.

Tornate al bungalow, non abbiamo fatto parola con i genitori della nostra amica. Abbiamo continuato a parlare e discutere sottovoce per non farci sentire da loro e abbiamo analizzato le differenze che vi erano fra uomo e uomo e poi fra donna e donna.

I piani del mattino successivo, prevedevano un giro nella zona, ma noi non vedevamo l’ora di tornare in spiaggia. La giornata anche se ventosa, dava l’impressione di essere più calda della precedente. Con coraggio abbiamo affrontato la discesa del sentiero con le mille domande che mettevano in subbuglio i nostri animi. Raggiunta la spiaggia sembrava più affollata del giorno prima e molte delle coppie erano le stesse che avevamo già visto.

Sdraiateci nello stesso luogo del giorno prima, abbiamo iniziato con un gioco di osé e di coraggio. Senza eccezione, in poco tempo eravamo tutte coinvolte in un qualche tipo di nudità, o per un verso o per un altro. Come si dice a Roma: Il coraggio non è ciò che potremmo chiamare una fantasia.
La natura ripetitiva e la noia, ha fatto i giochi meno interessanti e troppo prevedibili per quello che avrebbe potuto accadere. è stato essenziale che una di noi abbia avuto il coraggio di iniziare a fare qualcosa e poi subito, l’audacia del gesto, ha contagiato per imitazione anche tutte le altre.

Al principio è stato il rimboccare i costumi o tirandoli in modo che diventassero una sorta di perizoma ed esporre in questo modo il sedere. Ridevamo scioccamente e camminavamo avanti e indietro; dalla riva del mare ai nostri asciugamani in una sorta di defilé di moda. Poi sono state le spalline dei costumi ad abbandonare le spalle. Con estrema attenzione sono calate lungo le braccia e oltre, senza che un solo centimetro di pelle del seno venisse rilevato.

Il passo successivo è venuto naturale. I ganci dei bikini sono stati slacciati e le schiene nude sono state colpite dai raggi del sole. Sdraiate sotto i raggi cocenti, il caldo in breve ci ha colpito per intero e con coraggio e ridendo, ci siamo alzate.

Chi prima, chi dopo, eravamo tutte in piedi che ci guardavamo e ridevamo nervosamente. I costumi interi sono stati arrotolati in vita e insieme, ci siamo gettate in acqua per il nostro primo bagno di stagione. Il mare era gelido come il giorno prima, ma differentemente, eravamo meno interessate ai nostri vicini nudisti e abbiamo iniziato a schizzarci con l’acqua. Il passo fu breve e una dietro all’altra ci siamo immerse nell’acqua.

Uscite per scaldarci, l’ora successiva l’abbiamo passata a camminare lungo la riva diverse volte mostrando il nostro coraggio nel restare in topless. Questa volta a turno, siamo andate avanti e indietro e non solo per osservare i genitali maschili, ma anche per farci notare. Qualcuno ha iniziato a guardarci, ma non saprei se infastidito per le nostre buffonate o perché interessato al nostro modo di apparire.

Il gioco osé, è continuato naturalmente. Eravamo tutte lì sedute con le nostre tette all’aria a parlare delle differenze anatomiche, quando Lisa ha avuto il coraggio di mostrare il pube. La sorpresa è stata totale per tutte. Senza dire una parola si è alzata in piedi e ha abbassato il pezzo del costume che le rimaneva.

Non sapevo se qualcuna pensava delle mie compagne pensava di spingersi fino a quel livello ed imitarla, ma ero certa che volevo mettermi nuda anche io. Il pensiero e il dilemma non mi preoccupava quanto il fatto che eravamo tutte lì immobili a guardare il rado cespuglio riccio di Lisa. Dovevamo essere tutti a conoscenza che il gioco era giunto al termine della strada e lei ci aveva anticipato. Visto che da tempo il gioco dell’emulazione era aperto, senza dire una parola e in poco tempo, eravamo tutte e cinque completamente nude.

Con coraggio e incoscienza (se ci sorprendevano i genitori chissà che figura), abbiamo goduto il resto della giornata in una nuda beatitudine. Abbiamo preso il sole, nuotato senza vestiti e, in generale, a parlare fra di noi come se tutto fosse normale dimenticandoci quasi dei nostri vicini.

Quello che era iniziato come un gioco infantile, si è concluso con qualcosa d’altro per me. Come gruppo abbiamo avuto tutti una buona risata sulla giornata avventurosa passata, anche se in fondo ho imparato molto dall’esperienza fatta. Non vorrei dire che la mia timidezza è terminata o che abbia acquistato più sicurezza per il mio aspetto fisico, ma ho sviluppato un approccio differente nell’osservare il mio corpo. Ero nel bel mezzo della pubertà e non ero affatto felice del mio petto o della germinazione dei peli pubici per non parlare poi dell’acne. In un qualche modo, vedere come erano tutti tranquilli e rilassati sulla spiaggia mostrandosi per come erano, senza preoccuparsi troppo di nascondere le imperfezioni, mi ha fatto sentire meno estranea e arrabbiata verso il mio corpo.

Non abbiamo mai più avuto la possibilità di tornare alla spiaggia. Quando poi si è conclusa la vacanza e sono tornata a casa, non ho mai detto ai miei genitori su quella parte del viaggio. Non avrei saputo come spiegarlo e non avrei mai immaginato quanto avrebbe modificato in futuro la mia vita.

In un giorno del marzo dell’anno successivo, era giunto il momento di pianificare la nostra vacanza estiva. Quel giorno era tutto strano. Dalla mattina avevo come un presentimento su quello che stava per accadere. Mamma e papà si stavano comportando come se volevano nasconderci qualcosa ed erano imbarazzati a volercelo dire. Ci preannunciarono quella mattina, che noi (mamma, papà, Michelle e io) avremmo dovuto riunirci quella sera per discutere i piani per le vacanze ed è stato insolito per usare un eufemismo. Noi non avevamo mai parlato prima di allora sui piani da effettuare per le vacanze. Avevano sempre deciso loro dove saremmo andati e c’è l’avrebbero comunicato solo quando lo chiedevamo o quando era ora di preparaci per partire. Non era mai accaduto prima che avessimo avuto la possibilità di dire la nostra in materia.

Perché quell’anno avrebbe dovuto essere diverso? Penso che avete già indovinato perché. Sì, mamma e papà avevano pensato che avrebbe potuto essere una buona idea per tutti noi, andare a trascorrere due settimane in ‘…tornare alla natura’. Credo che la frase è stata utilizzata da papà o era un qualcosa di simile. A quei tempi mia sorella Michelle aveva solo sei anni e non sembrava che prestasse la debita attenzione fintanto che vi fosse un posto per nuotare e mangiare il gelato.
Loro erano particolarmente preoccupati su quello che avrei potuto dire o fare. Era chiaro che la riunione girava attorno alla mia decisione. Sapevano che a 14 anni non si ha un qualche tipo di idea per avere abbastanza forza da spogliarsi in pubblico.

Con noi, ci sarebbero stati nel campeggio uno degli amici del lavoro di papà e sua moglie (Giorgio e Debora), che erano oramai abituati alle libere vacanze, visto che l’avevano fatto già molte volte. Sono stati loro che hanno dato l’idea a papà, in primo luogo. Mentre parlavano, ricordavo le vacanze dell’anno prima trascorse sull’isola in Corsica e quanto mi ero divertita. Senza le mie amiche non sarebbe stato lo stesso e ho pensato che sarei finita per odiare l’intera esperienza. Nonostante tutte le mie preoccupazioni, sono stata tentata dall’idea e ho deciso per provare. Naturalmente non ero molto entusiasta, ma come un qualsiasi adolescente che doveva fare i compiti controvoglia. Data la risposta affermativa, i miei si sono slanciati in un abbraccio collettivo che non lo vedevo da anni.

Le parole e le frasi che prima uscivano a pezzi e smorzate, ora erano come un fiume in piena. Presto scoprì che tutto era stato organizzato e che avevano già fatto i piani per poterci andare. Aspettavano solo una mia conferma positiva. La nostra destinazione era una piccola cittadina posta nell’entroterra ligure. Il nome mi era completamente sconosciuto e a Sassello non ci ero mai stata, anche se ricordo molto bene il mare e le spiagge affollatissime. Avevamo fatto molte vacanze in Liguria, anche a volte, solo alcune scappate da casa per andare a mangiare e passare una giornata differente. Il ricordo del profumo del mare mi faceva sorridere, ma pensando che non avrei rivisto le mie amiche e la mia compagnia, mi portava uno sconforto totale. L’amico di mio papà aveva detto che era una bella esperienza, il posto era incantevole e per iniziare con la nudità era l’ideale. Se non ci saremmo abituati, si poteva sempre andare al mare vestiti.

Qualche settimana dopo, siamo andati a fare shopping per acquistare una tenda e abbiamo preso la più grande del negozio. Sarebbe stata sufficiente per sei persone, ma a quell’epoca, non sapevo cosa significava avere un poco di privacy per i giochi dei grandi. Arrivati a casa, abbiamo iniziato a leggere le istruzioni per montare la tenda nel giardino sul retro. La prima volta che l’abbiamo messa insieme ci abbiamo impiegato più di un’ora, mentre la seconda volta soli 10 minuti. L’uomo nel negozio aveva detto che era importante montarla almeno tre volte per verificare se ci fossero guasti e per familiarizzare con le procedure corrette di montaggio, visto che il più delle volte si arriva nei campeggi a buio fatto come spesso accadeva. Eccitati per la novità, Michelle ed io abbiamo trascorso la notte da neo campeggiatrici in giardino. Abbiamo voluto dormire per fare pratica e preparasi per le vacanze. Eravamo con i nostri pigiami nei sacchi a pelo. Nessuna di noi ha pensato di esercitarsi anche per quella parte del campeggio che avremmo fatto.

Il giorno della nostra vacanza finalmente è arrivato. Non avevo idea di quanto abbigliamento avrei dovuto prendere. La mamma mi ha detto di riempire lo zaino come per una normale vacanza, nel caso in cui non abbia voluto passare tutto il tempo sdraiata a prendere il sole. Anche mamma e papà hanno riempito la valigia di un mucchio di vestiti. Solo con Michelle si è risparmiato tempo per imballare gli indumenti. Spazio ne ha occupato tanto ugualmente con tutti i suoi giocattoli preferiti. Praticamente tutti.

Con l’approssimarsi della partenza, continuava a ripetere che non le occorrevano molti vestiti visto che durante il giorno sarebbe stata nuda e solo per andare in città si sarebbe dovuta vestire. I nostri genitori e io, non dicevamo e non menzionavamo la parola nudo o nudità, e a queste cose ci pensava costantemente lei a ricordarcelo. Non passava un’ora che lo diceva o lo ripeteva in continuazione. Tutto questo ci stava mettendo in ansia e spesso in imbarazzo con i conoscenti più intimi. Sia io che i miei genitori eravamo nervosi. Non l’avevo mai notato fino al giorno in cui siamo partiti, ma dopo anni, loro mi avrebbero rivista nuda, mentre io praticamente da quel lato non li conoscevo affatto!

Quando siamo arrivati al campeggio i ricordi sono emersi dalla volta precedente che ero sull’isola di Corsica. Il raffronto con le persone che ci avevano accolto o che stavo vedendo in giro con quelli della baia era d’obbligo. In entrambi stavo vedendo come la media dell’età fosse piuttosto alta se non addirittura decisamente più anziani. In seguito scoprì che vi erano pochi campeggiatori che si avvicinavano alla mia età, ma in compenso vedevo molta pelle e molto grasso corporeo. L’unico vantaggio a prima vista che ebbi potuto vedere subito, fu che per Michelle vi sarebbero stati molti amici per giocare.

Indossando solo un paio di pantaloncini, Giorgio ha iniziato a montare la tenda assistito dalla moglie, copiato a sua volta da papà con indosso solo gli slip. Sorrisi nel vederlo piegato e affaccendato in avanti esponendo il sedere. Mi chiesi se la stessa posizione l’avrebbe tenuta ugualmente se fosse stato completamente nudo. Per esperienza o praticità, la tenda di Giorgio è stata la prima ad essere stata sistemata e la macchina scaricata e spostata al parcheggio. Quando è tornato, si è infilato nella tenda ed è uscito dicendo che sarebbe andato a farsi una doccia. Sua moglie Debora, terminate di sistemare le cose all’interno, è comparsa indossando solo un sorriso. I miei nervi erano tesi come corde di violino e facevo di tutto per non ridere. Prima di quel momento non avevo realizzato che il restare nuda era diventata una cosa reale. Papà è andato via con la macchina e ha detto che si sarebbe fermato a farsi la doccia anche lui e indossando ancora gli slip, ha preso un asciugamano ed è andato via.

Dopo che furono trascorsi più di 10 minuti, li vidi ricomparire da dietro la tenda con Giorgio ed entrambi erano nudi. è stato impossibile non guardare al di sotto della cintura di papà. Non è stato come se avessi avuto un qualche tipo di inappropriato pensiero nel vederlo così. Non avevo mai visto prima il suo cazzo ed ero semplicemente curiosa. Vedendo papà nudo, Michelle ha detto qualcosa del tipo ‘Io vado a spogliarmi subito…’ E il suo abbigliamento è volato a terra sparpagliandosi ovunque.
Fino a quel momento aveva girovagato attorno alla tenda come un cane pazzo. Per il resto della giornata non ho avuto il coraggio di indossare qualcosa di più confortevole che non fosse il mio nuovo bikini e un sarong, oltre a non allontanarmi molto dalla privacy della mia ‘camera’. Anche la mamma ha mantenuto indosso il suo abbigliamento ed è stata l’unica con cui abbia scambiato qualche parola.

Non sono per niente andata in giro quel primo giorno. Eravamo arrivati già alle 3 quel pomeriggio e quando abbiamo finito di sistemare tutte le nostre cose avevamo già fatto le 7 di sera. Insieme a Giorgio e Debora, con tutti noi vestiti normalmente, siamo andati al paese vicino sul mare per mangiare pizza e pesce. Giorgio ci ha mostrato dove era la spiaggia, anche se a quell’ora non vi era nessuno. Il luogo era decisamente molto più bello che sull’isola di Corsica perché vi era la sabbia invece dei ciottoli.

Quando siamo tornati al campeggio, pur essendo notte, papà si è spogliato nuovamente e Michelle lo ha copiato. Siamo andati al ‘Social Club’ (una tettoia con frigo bar, musica al lato della piscina o TV sulla terrazza del ristorante e tavolo per giochi di carte o di società) e vi abbiamo trascorso il resto della serata. Nessuno ha detto una parola sul fatto che ero rimasta vestita o perché non mi sono spogliata durante il giorno. Più tardi ho scoperto che era normale aspettarsi dagli adolescenti un simile comportamento. Non ci badavano o non lo facevano pesare. Chi si voleva uniformare spogliandosi era libero di farlo altrimenti avrebbero rispettato il suo modo di proteggere la timidezza o le sue vergogna.

La mattina seguente mi sono alzata molto presto e sono andata ai bagni igienici prima di chiunque altro. Indossavo una t-shirt e pantaloncini come se fossi a casa, non essendo ancora pronta a vivere pienamente in libertà. Dopo le abluzioni obbligatorie e la doccia sono tornata alla tenda. Nessuno si era ancora svegliato. Sono rimasta fuori per non disturbare i miei e ho pensato che sarebbe una buona opportunità per andare a fare un giro.

Nella bruna mattutina, il sorgere del sole stava dando un colore diverso alle cose e ho pensato di approfittarne… Di provare… La maglietta è volata da sopra la testa e i pantaloncini l’hanno seguita poco dopo. A piedi scalzi sull’erba umida, ho iniziato a camminare senza una meta. Passato il primo senso di terrore, mi sentivo effervescente. Camminavo con passo silenzioso e attento. Non sapevo dove stavo andando. Erano i miei piedi che mi portavano senza una meta precisa. Ero in un luogo sconosciuto, completamente nuda e mi sentivo euforica. Era come se tutta la natura del luogo stesse interagendo con ogni mia cellula.

Dopo aver fatto oltre 100 metri lungo il campeggio ho deciso di tornare indietro. Stavo vedendo sempre più persone intente ad andare verso i bagni. Chi mezzo vestito, chi mezzo nudo, ma tutte non davano adito di interessarsi a mé. Dopo aver fatto un poco di ginnastica, ho iniziato ad annoiarmi e mi sono sdraiata sulla sdraio. Con la maglietta e i pantaloncini ho fatto una sorta di cuscino e ho iniziato a leggere uno dei miei libri. Ogni tanto qualche persona mi salutava, mentre era intento a tornare o andare verso i servizi igienici. Erano tutti molto cordiali ed educati e non mi parevano che notassero la differenza in me dal giorno prima.

Giorgio è stato il primo ad uscire dalla tenda. Come mi ha visto si è avvicinato e sedutosi sulla sedia a fianco a me, abbiamo iniziato a parlare. Era la prima volta che avevo qualcosa da parlare con lui da quando lo conoscevo. Essere nudo con la gente rompe un sacco di ostacoli e differenze. C’era una grande diversità di età fra noi, ma essere nudi ha annullato questo handicap che ci divideva. Abbiamo avuto più cose in comune di quante non potevo immaginare prima e tutto questo grazie al naturismo. L’intimo momento che abbiamo passato assieme mi ha fatto sentire un’altra. Non mi stavo guardando più come prima, ma mi consideravo alla pari degli altri.

In un campo naturista non vi è nulla di intimo naturalmente, ma da all’ora ho passato molto tempo a parlare insieme con Giorgio. Abbiamo discusso profondamente e toccati molti temi che diversamente se non fosse stato per il naturismo che ci legava, non l’avremmo mai fatto. Era molto socievole, cordiale e intelligente. Conosceva molto bene la musica, i libri e le vicende socio-politiche del mondo. Io l’ho aggiornato sulla scuola, i complessi di musica moderna e i temi che andavano di moda fra i giovani. Non mi sembrava più che facesse parte di un’altra società. Eravamo alla pari e quella prima volta che ho parlato con lui, mi sono sentita veramente alla pari e non più vista come una bambina. Tutto questo lo devo al naturismo che mi ha fatto sentire confortevole con me stessa e senza pregiudizi.

Quella mattina, come il tempo passava, sempre più campeggiatori emergevano dalle loro tende. Anche la temperatura si è fatta più gradevole e finalmente anche la mia famiglia è emersa dal letargo.
‘Ho dormito veramente bene.’ Ho detto a mio padre, cercando di apparire rilassata, ma allo stesso tempo cercando di nascondere parte del mio corpo. Michelle non mi ha dato l’impressione che avesse notato lo stato in cui ero. Papà invece la differenza l’ha notata subito. Ha cercato di comportarsi il più normalmente possibile, ma vedevo come dava ogni tanto lunghe occhiate al mio corpo. Ero certa che stava notando la differenza di come era cambiata e da come ricordava la sua bambina. La mamma ha preparato la colazione restando vestita ed era l’unica ad esserlo, ma come è stato tutto pronto, si è spogliata e si è seduta con noi.

La nostra prima esperienza naturista in famiglia era seduta fuori di una tenda, in un campeggio a Sassello al Costalunga, mentre mangiavamo pane e marmellata e sorseggiando latte e caffé. Avremmo potuto essere in una qualche località molto più affascinate in quel momento, ma nessuna che poteva essere tanto piacevole e unica. Era un giorno speciale che per tutta la vita lo ricorderemo e che ci lega profondamente. Il naturismo non è essere in un posto esotico e godersi dell’acqua blu con la dorata spiaggia sotto i piedi (anche se è sempre bello vedere). è fare le stesse cose tutti i giorni in maniera normale, ma con nessuna costrizione sul corpo. Leggere, mangiare e parlare e ogni altro aspetto della vita quotidiana in totale nudità.

Per il resto della nostra vacanza ho preso pieno vantaggio della libertà a mia disposizione. La mia timidezza è stata di breve durata. Durante tutto il primo giorno ero costantemente al corrente della mia nudità. Quando hai passato tutta la vita chiusa negli abiti (a parte le ovvie volte) ed essere completamente nuda, ci si sente in maniera molto diversa. La trama di ogni singolo oggetto viene in contatto con te e il tuo corpo. A volte alcuni animali volanti ti fanno saltare per paura che ti possano pungere, ma a dispetto di tutto, ti sembra di confrontarti con loro. Sono stata sorpresa come ho percepito il caldo, il freddo, la ruvidità, il liscio, la morbidezza e durezza delle cose. Ho fatto più attenzione alle cose, agli oggetti e alle loro diversità.

Non si è mai seduti senza un asciugamano e a parte le prime volte che lo dimenticavo, poi faceva parte di me. Non ci si siede nei luoghi comuni senza qualcosa fra te e la sedia. Ho notato la igienicità della cosa e la pulizia che ognuno aveva del luogo che occupava e proprio corpo. Al principio avevo l’impressione che quando andavo da qualche parte, avessi sempre un pubblico attento che controllasse il mio corpo, ma non è mai stato così. Nessuno si è mai comportato in maniera differente, o guardato,o trattato, nonostante la mia nudità.

è stata una sorprendente vacanza e mi sono sentita come una celebrità. Ero una adolescente e facevo parte di una rara minoranza. Tutti mi hanno detto come fossi stata coraggiosa ad aver fatto un tuffo nel naturismo nel particolare periodo della vita in cui mi trovavo. Generalmente si tende a nascondere il corpo dai cambiamenti che si sta attraversando e non renderlo partecipe e condividerlo con il mondo. Ripensandoci, diventando una naturista durante la pubertà, è stato un sicuro vantaggio. Sì, ero timida, insicura e mi vergognavo per il mio corpo.

è imbarazzante sentire le modifiche che si sta attraversando e sentirsi poco attraenti.

Essere totalmente nuda e interagire con altre persone, mi ha dato una montagna di fiducia. Nessuna delle persone che ho incontrato mi ha mai detto qualcosa di negativo. In realtà, quelli che hanno detto cose positive sul mio corpo è quando ci mimetizzavamo da tessili. Tutto ciò, mi ha fatto sentire molto più sicura e autonoma, assicurandomi il viaggio attraverso l’adolescenza molto più facile. Ora ho un sacco di fiducia in me stessa e non mi toccano gli argomenti che altre hanno generalmente sui loro corpi.

Il rientro a scuola non è stato facile. Avevo detto alle mie amiche più intime dove ero stata in vacanza con la mia famiglia e sapevo che era solo una questione di tempo prima che tutta la scuola lo venisse a sapere. Le cattiverie e i dileggi non sono durate per più di due settimane comunque, per poi tornare tutto alla normalità o quasi. Sono sempre stata conosciuta in seguito, come la ragazza che ha un sacco di nudo.

Le voci maligne non mi riguardano affatto e non intaccano l’attuale livello di fiducia cui ho raggiunto. Ho imparato a difendermi dagli insulti e poco tempo dopo ho conosciuto il mio attuale amore, Michele.

Cosa ho guadagnato dal naturismo?
Come avrete capito, molte cose, ma sostanzialmente una ed importantissima. Se solo la gente si toglierebbe di dosso i falsi pregiudizi, capirebbero i benefici che esso comporta. Essere naturista annienta le differenze e porta le persone ad accettarsi per quello che si è e di porsi al prossimo senza falsi pregiudizi. Guardi gli altri come guardi te stesso. Trovo molto più facile rilassarmi quando sono nuda, indipendentemente dal fatto che vi siano delle persone attorno o che sono da sola chiusa in casa.

Come risultato, si è molto più pratici.

Tornare a casa, spogliarsi, fare un bagno o una doccia e non pensare a cosa indossare o asciugarsi perfettamente. Tutto ciò rende la vita leggermente più facile. Il nostro giardino è diventato (in seguito al campeggio fatto) un area in cui l’abbigliamento è opzionabile (i nostri vicini sono consapevoli e l’accettano) in modo che, io possa avere una uniforme e fantastica abbronzatura in estate. Tutti i miei amici sono morti di gelosia e quando mi vengono a trovare non le obbligo a spogliarsi. C’è una sensazione di totale libertà che proviene dall’essere completamente nudi. Non ho trovato fino ad ora, nulla di paragonabile con esso.

Maxtaxi

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Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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