Skip to main content
Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 34

By 10 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Ben presto sarebbe giunto il giorno della grande esibizione del giocoliere. I preparativi già erano stati fatti, per il suo gran debutto al Moulin Rouge.
Avrebbe mostrato al mondo la sua bravura di acrobata e di istrione; devo dire che lo attendeva un pubblico esigente, ricco e un po’ vizioso.
Da dietro i vetri appannati della sua finestra, il nostro eroe vedeva un immenso boulevard, dove passavano le carrozze dei borghesi, oltre ad alcune donne, vestite come bambole, che passeggiavano in punta di piedi, riparandosi dal sole di primavera con degli ombrellini decorati a fiori.
Di tanto in tanto, s’udiva l’urlo cupo di qualche cocchiere arrabbiato, di qualche garzone di bottega, che, col grembiule addosso, usciva dall’ingresso secondario di un caff&egrave per scaricare le vivande. Passavano anche degli eleganti signori, vestiti con lunghe giacche turchine e con il cappello a cilindro o la bombetta sul capo; alcuni leggevano il giornale, altri, discorrevano con le loro compagne.
Pareva di essere nella celebre Rue d’Antin, o in Place Vend’me, ma c’era più malinconia nel portamento dei passanti, più romanticismo in quei cavalli bianchi, riccamente bardati e dai bei paraocchi neri.
Dall’alloggio in cui si trovava il giocoliere, si poteva ammirare anche la vetrina di un negozio di bambole. Ve ne erano esposte di meravigliose; alcune avevano dei lunghi boccoli biondi, altre portavano delle lunghe trecce castane, altre ancora erano rosse; quei bei capelli ricadevano sulle loro spalle come mantelli. Indossavano dei braccialetti dorati, ai quali erano attaccate delle medagliette con incisi i loro nomi: Vanessa, Marilù, Marlene, Lulù, Emmanuelle, Margot e via dicendo.
A guardarle, facevano tenerezza e malinconia ad un tempo. In certi giorni, passava di là anche un signorino biondo, in sella ad un magnifico cavallo bianco, con degli stivaletti neri ed una lunga redingote vermiglia’ Ignoro chi fosse!
Più lontano, si distinguevano le torri di Notre-Dame, che spuntavano al di sopra dei tetti antichi e vetusti.
La gente non faceva che parlare di amori perduti e proibiti, di desideri fuggitivi, di fughe appassionate, di lusinghe, di divertimenti, di vestiti costosi e profumi ricercati, oltre che di tutte le altre mille spensieratezze, tipiche della vita borghese di allora.
Al Moulin Rouge, la sera dello spettacolo, il giocoliere venne a trovarsi in mezzo ad un nugolo di ballerine di cancan, vestite di giallo, meravigliosamente truccate ed agghindate, rese ancor più piacenti dai collarini neri e dalle belle scarpine col tacco alto.
Facevano girare la testa.
Il pubblico era affettuoso ed appassionato. Non si trattava soltanto di gente viziosa e un po’ annoiata; vi erano altresì dei signori facoltosi e ricchi, degli uomini del potere, con delle accompagnatrici che parevan bambole.
Alcune belle donne celavano i loro volti dietro i ventagli’ Che gesto pieno di civetteria e di poesia!
Purtroppo, tra i presenti, vidi un uomo vestito di scuro, dagli occhi di ghiaccio. Ohim&egrave, sì, era lui, il killer assoldato dalla Mercantessa! Io non so se avesse intenzione di uccidere, oppure no’
Il giocoliere si esibì con i birilli e con il fuoco e recitò un bel pezzo teatrale, in mezzo ad una ventina di ballerine, che portavano sul volto delle maschere bianche e avevano in testa dei graziosi cappellini ornati con piume scarlatte.
Una piccola orchestra suonava la musica necessaria per le danze’ Tra i violinisti, c’era pure la Rossa.
Le meravigliose danzatrici, mentre volavano nel ballo, mostravano al pubblico i loro petti grandi e sodi, le gambe lunghissime e tornite, le giarrettiere ricamate, le belle braccia nude. Si alzavano la gonna tanto spesso!
Alla fine, scoppiò un gran chiasso di voci e di fanfare, mentre il pubblico concedeva all’allegro burlone un applauso scrosciante.
Quanti inchini! Quante lacrime di commozione! Quanti baci, tirati alla folla! Che pazzie! Che slanci!
– Grazie! Grazie! A voi! ‘ esclamava il giocoliere.
Sorrideva. Oh, pensate che, prima che calasse il sipario, il maestro volle esibirsi in un’ultima, spericolata capriola!
La Rossa non resistette e corse a baciare il suo amore sulla bocca’ Voleva congratularsi con lui, sì! Che felicità!
Lo baciò davanti a tutti’ Perbacco, rischiava di essere strigliata dai moralisti!
Non vi nascondo che al giocoliere sarebbe piaciuto avere la chiave di qualcuno dei camerini in cui si ritiravano le ballerine. Ah, se solo avesse potuto entrarci! Ci sarebbe stato da divertirsi a fare la corte a una di quelle splendide ragazze, per poi consumare con lei del sesso bollente, bollente, bollente’
Anche la Rossa si era ritirata nel suo camerino.
Sentiva il peso della stanchezza e si stava dedicando ad una pratica erotica assai diffusa, anche all’epoca’
Il suo amante si fermò dietro l’uscio, attratto dai gemiti appassionati della sua lei. La osservò attraverso il buco della serratura.
La bella, rimasta senza veli dalla vita in giù, si era messa in una posizione strana, sulla seggiola di legno’ Stava a gambe divaricate, con tutti e due i piedi appoggiati sull’orlo delle traverse, le ginocchia le arrivavano quasi al mento’ Con una mano, si accarezzava velocemente la fica nuda; di tanto in tanto, bagnava il dito di saliva e lo usava per toccarsi il clitoride.
Teneva la bocca aperta e mugolava per il piacere. Doveva essere il quarto o quinto orgasmo, da quando aveva cominciato. Oh, quanto godono le donne!
Il giocoliere avrebbe voluto bussare, entrare e possederla, ma si trattenne. Preferì continuare a godere di quella vista ancora per un po’: quelle mani sapienti, quelle dita lunghe, ci sapevano fare per davvero.
La Rossa si infilò il collo di una bottiglietta nella vagina’ In quell’istante, dalle labbra le sfuggì un grido.
Non vi nascondo che gliene scapparono mille altri, dopo che il suo compagno fu entrato e glielo ebbe messo dentro. Lo fecero in piedi, alla luce di un lume a petrolio’
Oh, come sapeva lamentarsi bene quella donna! Ogni tre o quattro spinte, carezzava il suo amico e gli dava un bacio sul collo.
Le luci del Moulin Rouge brillavano sempre, nella notte. Anche tutte le altre stelle di Parigi scintillavano, languide e tranquille, quanto gli sguardi appassionati delle giovani donne della capitale.

Leave a Reply