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Tess e Giuliana – Collana Femminilizzazione Forzata Vol. II

By 8 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Tess stava concludendo il contratto di un anno presso Miss Morgana e Mr. Martin non sapeva cosa fare di lei, mancavano solo due mesi alla scadenza. La fenomenale shemale era diventata una grossa fonte di guadagno, in alcuni mesi guadagnava più di lui, ovviamente poi bisognava detrarre quanto dovuto a Miss Morgana, ed era più della metà. Guadagnava comunque molto, tanto che lui stava meditando di mettere in produzione anche l’altra sua schiava shemale: Lucy. Ma Lucy lo adorava e non gli aveva mai dato motivo per punirla così duramente e poi, rimpiazzare Lucy sarebbe costato moltissimo. Infine, ritornando ad essere seri, Mr. Martin aveva affidato Tess a Miss Morgana per punirla e non per guadagnare.

Anni prima, Mr. Martin aveva rapito Mark, un bel giovanotto e l’aveva trasformata in Tess. Per molto tempo Mr. Martin un famoso e ricco chirurgo si era goduto Tess che aveva subito una femminilizzazione forzata cercando dapprima di ribellarsi alla sua sorte e poi rassegnandosi ed infine accettando con piacere la sua nuova condizione.
Tess era bellissima, bruna, alta, giunonica, ma allo stesso tempo fragile ed indifesa, aveva un seno immenso ed era tutta burro e crema.
Tess era diventata la schiava di Mr. Martin, ma era una schiava privilegiata, servita e riverita, viveva nel lusso e tutto quello che doveva fare era mantenersi bella e desiderabile. Il suo unico scopo nella vita era quello di piacere e compiacere Mr. Martin e, a volte, le sue due amiche Mistress, che, con il dottore, vivevano in un lussuoso buon ritiro chiamato Il Promontorio, in ville fenomenali affacciate sull’oceano ed immerse in un immenso parco.
Mr. Martin era sempre vestito in modo elegante e spesso formale, emanava potere e fascino. Non molto alto, ma robusto, con spalle larghe e il viso squadrato, occhi celesti e capelli sale e pepe, duro e determinato. Tess ne era succube e di fronte a lui si era sentita sempre sottomessa e fragile. Lui l’aveva plasmata come l’aveva desiderata fino a farla sentire femmina.
Purtroppo, Tess era diventata talmente femmina che era arrivata ad innamorarsi di un maschio. Era stata conquistata dall’autista di Mr. Martin, Mr. Smith, e di lui si era invaghita perdutamente. Mr. Martin aveva scoperto la tresca, aveva allontanato Mr. Smith ed aveva punito Tess.
Tutto sommato Tess l’aveva scampata, ma la shemale non era rinsavita e, qualche mese dopo, era scappata di nuovo, sempre con Mr. Smith. Mr. Martin l’aveva ripresa e questa volta non l’aveva perdonata. L’aveva mandata in un bordello. Il bordello di Mistress Morgana, dove Tess era stata usata e degradata oltre ogni limite. Tess era ancora giovanissima e nonostante le prove subite sempre bellissima. In quell’anno era comunque cambiata, rassegnata ad essere una schiava, sempre più sottomessa, alla mercé di chiunque, non aveva più dignità e nessuna autonomia. Ubbidiva. Non aveva più grilli per la testa, si era convinta che era nata per servire e soddisfare maschi e donne dominanti.
Ora l’anno di concessione a Mistress Morgana stava per scadere e Mr. Martin si trovava ad affrontare questo nuovo problema. Cosa farne della bellissima Tess?

Mr. Martin non era un ruffiano, ma ora le cose andavano riconsiderate. I consigli delle sue due amiche Mistress o della sua schiava o di Nicolette, la sua governante, non gli erano di grande aiuto. C’era chi, le due amiche Mistress, gli consigliavano di rinnovare il contratto con Miss Morgana, chi, come Nicolette, di farla rientrare a casa, sicura che la lezione era servita e Tess non avrebbe sbagliato più, chi di far diventare Tess una puttana di lusso che lavorava su appuntamento, come consigliava la sua bella schiava Isabelle. Padrone, gli aveva detto, ci penserò io a prenderle gli appuntamenti ed a farla rigare diritto, lei non si dovrà preoccupare di niente. Mr. Martin stava considerando anche questa possibilità.

Poi arrivò Miss Pamela. Una bionda matura sulla quarantina, pelle vellutata e levigata frutto di innumerevoli massaggi e costosissime creme, gli occhi grigi, le cosce lunghe, tette piccole, ma sode, e un culetto delizioso. Un portamento altero ed altezzoso. Carattere, bellezza ed eleganza, Miss Pamela era tutto questo e soprattutto conosceva il sesso come poche.
Miss Pamela, anche se stava dalla parte opposta degli States, aveva sentito parlare di Tess e ne era rimasta incuriosita. Approfittò di un viaggio che doveva fare a New York per trovare il suo datore di lavoro e Padrone e decise di andare a vederla. Ne rimase piacevolmente colpita. Era splendida e la prese per una notte. Miss Morgana si rese vagamente conto di avere davanti una trans che chiedeva i favori di un’altra trans, ma non si rese conto di cosa realmente voleva Miss Pamela. Lei pensava ancora che Mr. Martin le avrebbe concesso Tess per almeno un altro anno, ma si sbagliava. Quella trans aveva ottimi argomenti per convincere Mr. Martin, come tuti se ne resero conto poco tempo dopo.
Anche Tess si rese conto che chi se l’era accaparrata per quella notte era una trans solo quando l’avvicinò, ma non se ne preoccupò, non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. Molte trans potevano essere scambiate per donne per lungo tempo, lei compresa.
Pamela vide che Tess non portava nessun costrittore sul suo piccolo clitoride.
– Guai a te se quel cosetto diventa duro e soprattutto se emette qualche spruzzo. ‘
– Signora, &egrave già molto tempo che non rizza più. Al massimo si inturgidisce e ormai non spruzzo più, come vogliono Miss Morgana ed il mio Padrone, ormai io emetto umori e colo come una femmina. ‘
– Bene mi piacciono le trans passive, di attive basto io. Ora vieni qui e leccalo, vedi come &egrave bello duro. ‘
– Subito Signora. ‘
Pamela rifletteva, la devo proprio avere pensava, &egrave bellissima, passiva e sottomessa, ne ho già di molto belle, ma nel mio bordello questa diventerà una star. La star delle star.
Per il resto, quella notte non successe niente di particolare. Pamela si comportò come qualsiasi altro cliente, sicuramente più esperta ed esigente della media, ma niente di più.

Il giorno dopo Pamela chiese un appuntamento a Mr. Martin e l’ottenne, diceva che aveva una proposta molto vantaggiosa, ma che non era il caso di parlarne al telefono.
Anche Mr. Martin si rese conto di avere davanti una trans solo quando lei si accomodò nella poltroncina del suo ufficio.
Pamela era bella, elegante e fine, aveva la voce roca, come una fumatrice. Era bionda, snella e affascinante. La sua proposta era simile a quella di Miss Morgana, 60% a lei e 40% a lui, dopo le tasse precisò Pamela, ma prometteva un rendimento di Tess molto maggiore. Lei diceva che era proprietaria di un bordello di lusso, non di un localaccio in cui poteva entrare chiunque. Il suo era un luxury resort, in cui i clienti venivano a riposare, rilassarsi e scopare. Si trattava ovviamente di una clientela che amava un certo tipo di sesso, ma si trattava di clienti molto ricchi, disposti a pagare centinaia di dollari per trascorrere qualche ora con Tess. In più Tess, nel suo albergo, avrebbe ricevuto mance per decine di migliaia di dollari l’anno. Soldi che essendo Tess una schiava sarebbero finiti in tasca al suo Padrone. Ma non solo. Pamela propose a Mr. Martin di trasformare un altro ragazzo molto promettente.
– Una cosa come ha fatto con Tess ‘ disse Pamela.
– Vuol dire una trasformazione forzata! ‘
– Sì, per questo verrà pagato a parte. Faccia un buon lavoro ed il mio socio, che sarà il Padrone di questa nuova creatura sarà molto generoso. ‘
– Chi &egrave? ‘ chiese Mr. Martin.
– A suo tempo ‘ rispose Pamela, – quando le portiamo il soggetto? Deve essere pronta con Tess, ho intenzione di portarle dall’altra parte degli States con lo stesso viaggio, in furgone. ‘
– Allora non c’&egrave molto tempo ‘ disse Mr. Martin. ‘ Lo devo mettere sotto i ferri al massimo la settimana prossima. Dovrà stare con me diverse settimane se si vuole fare una cosa per bene. Ho le persone adatte per il primo addestramento, le stesse che si sono prese cura di Tess. Costerà molto. ‘
– Non si preoccupi del costo. ‘ Raggiunsero un pieno accordo in breve tempo.

Mr. Martin all’inizio era rimasto perplesso, poi capitolò. Le mise una mano sul ginocchio e quello che seguì servì a coronare l’accordo. Pamela ci sapeva fare e non era solo attiva, capiva, come in quel caso, quando doveva essere passiva e sottomessa. Mr. Martin apprezzò, il feeling era perfetto.

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Albert cenava da solo nel lussuoso ristorante del casinò con annesso hotel. Non si sentiva dell’umore giusto per incontrare persone, ma due tavoli più in là una stupenda bionda, anch’essa sola, lo guardava con interesse. Non era giovane, poteva essere vicina ai quaranta, ma era una bella e matura bionda, elegante e curata in ogni dettaglio. Le donne con cui Albert aveva a che fare di solito pur di andare a letto con lui facevano carte false e si dimostravano sempre remissive e disponibili, questa sembrava fare eccezione, sembrava essere affascinata dall’uomo, ma aveva lo sguardo ironico e condiscendente. Albert era sicuro di sé, si avvicinò e le offrì da bere. Lei accettò e fecero conoscenza. Si chiamava Pamela aveva gli occhi grigi, molto sofisticata, abbronzata e sicura anche lei.
Andarono nella sua camera. Lei si spogliò, un corpo stupendo, cosce lunghe e snelle, un bel seno, non molto grosso, ma sodo e svettante, tenne le mutande. Lui le fu addosso e la baciò con impeto. Lei lo trattenne e lo spogliò. Si sdraiarono e lei gli mormorò all’orecchio. ‘ Posso soddisfarti in tanti modi, ma non mi puoi scopare davanti. Ho le mestruazioni. ‘ Gli disse queste cose mentre gli massaggiava il cazzo e lo baciava sul lobo. Non gli diede modo di riflettere, si chinò su di lui e glielo prese in bocca. Fu un pompino superlativo. Per non farlo venire gli strinse i testicoli e poi lo massaggiò di nuovo facendolo ritornare duro. ‘ Deve essere una puttana ‘ pensò Albert, – ci sa fare come poche. ‘
Lei gli montò sopra e accompagnò la verga nel culo. Albert la penetrò senza difficolta.
‘ Proprio una gran zoccola ‘ si disse Albert sprofondandole dentro, – ma che culo delizioso che ha. ‘
Lei lo fece venire innumerevoli volte godendo a sua volta come una matta. ‘ Se gode così prendendolo in culo figuriamoci che succede quando lo prende davanti ‘ pensò Albert continuando a stantuffare. Poi, due ore dopo, Albert esausto si addormentò ed anche lei guardandolo sorrise e si voltò dall’altro lato addormentandosi a sua volta.

Verso l’alba Albert ebbe una nuova erezione. Assonnato allungò una mano verso Pamela e la tastò in mezzo alle gambe. Non capì bene, ma qualcosa guizzò tra le dita della mano che la tastava, lui continuò ad accarezzarla e sentì che qualcosa s’inturgidiva. Ora Albert era sveglio e confuso, un po’ di luce filtrava dalla persiana e Albert si dovette rassegnare all’evidenza. Pamela o come diavolo si chiamava lì davanti aveva un rispettabile cazzo, grosso e rispettabile. Sconcertato girò il suo sguardo verso il viso di lei. Pamela ora era sveglia, anche lei insonnolita aveva seguito le manovre di lui, ma da qualche istante era completamente desta e lo guardava beffarda. ‘ Dimmi Albert ‘ disse all’uomo ancora stranito, – pensi di volerlo prendere in culo. ‘
Lui le saltò addosso, ma lei fu abile alzò una gamba ed Abert sbatté con la pancia contro il suo ginocchio rimanendo mezzo tramortito e dandole il tempo di uscire dal letto e mettersi in piedi. Mentre lui cercava di riprendersi lei gli parlò. ‘ Sei tu che sei venuto a cercarmi e ti sei divertito come un maiale. Se non mi vuoi più possiamo finire qui, ma non osare picchiarmi o chiamo la polizia e ti faccio mettere in galera. ‘ Pamela aveva un candelabro in mano, per Albert sarebbe stato duro avere il sopravvento e poi le cose stavano proprio come diceva lei. ‘ Bastarda ‘ ringhiò – mi hai ingannato. –
– Si può anche dire così ‘ rispose lei, – ma con reciproca soddisfazione. A me sei piaciuto. Ora vado in bagno mi faccio una doccia e quando torno non voglio più vederti. –
Nessuna gli aveva mai parlato a quel modo. Albert la vide nuda, di spalle, dirigersi verso il bagno e gli venne duro, non c’era niente da fare quella che si stava allontanando era una femmina bellissima, con davanti un rispettabile attrezzo.
– Aspetta ‘ gridò. Lei si voltò, lui sollevò le mani in segno di resa. ‘ Vieni qui. Non voglio farti del male. ‘ Pamela si avvicinò cautamente, lui l’abbracciò e la baciò sul collo, quindi ritornarono a letto. Lui se la scopò accarezzandola per tutto il corpo e tenendo le mani lontano da quel pene che rimaneva floscio, ma lei se lo accarezzò a lungo moltiplicando il piacere che le veniva dalla penetrazione. Mentre sborrava nel culo di Pamela le ritornò in mente il biondino finocchio. ‘ Forse anche il culo di Giuliano era così accogliente ‘ pensò. Erano a Las Vegas entrambi per affari. Albert le chiese se si sarebbero rivisti in serata. Lei acconsentì e lui rinviò la partenza all’indomani. Ancora non sapeva che si sarebbe trattenuto a Las Vegas per più di una settimana.

Quella sera approfondirono la conoscenza o per meglio dire lui conobbe di più Pamela perché Mr. Duke rilevò molto poco di sé stesso. Pamela raccontò tutto di lei. Era una puttana molto ricercata e di gran successo, fotteva con gli uomini e se li fotteva, fotteva anche con le donne e con i transessuali come lei e guadagnava molto. La sua clientela era particolarmente selezionata, gente ricca. Si era sempre sentita donna, ma le piaceva anche usare il cazzo e molti lo apprezzavano, molte sue simili erano generalmente passive, lei invece godeva in tutti i modi. La sua ambizione era quella di mettere in piedi un bordello di lusso con belle donne che davanti avevano un cazzo invece che la fica. Tutte ragazze selezionate e raffinate. C’era una gran clientela, lei conosceva decine di possibili clienti, tutti molto ricchi, e lo stesso le sue ragazze. Aveva già trovato il luogo, aveva in mente le ragazze, ma non aveva i soldi per fare partire tutto. Si trovava a Las Vegas in cerca di finanziamenti.
‘ Quanto ti serve? ‘
– Due milioni di dollari. –
Lui strabuzzò gli occhi, non per la cifra, aveva trattato cifre anche cento volte superiori, ma perché? Si domandava a cosa servissero. Avevano finito di cenare. Lei si alzò dal tavolo e gli disse: – Vieni con me. –

Pamela guidava la sua macchina sportiva come un pilota di formula uno, in pochi minuti erano fuori città ed in meno di mezzora arrivarono in pieno deserto. Il ranch era molto esteso, c’era una valletta con un bel boschetto, una grande ed imponente villa e molti annessi. ‘ Questo &egrave il mio bordello ‘ disse Pamela, – vogliono cinquecentomila dollari all’anno solo d’affitto. – Entrarono nella villa. ‘ Ce ne vorranno altrettanti solo per arredarlo lussuosamente. Al piano terreno c’erano grandi saloni completamente spogli. Al piano superiore venti stanze molto grandi. ‘ Queste sono le camere dei clienti. I miei clienti non verranno qui per una bottarella, come minimo si fermeranno per una settimana. Ogni tanto andranno ai casinò, più spesso passeranno la giornata qui. Il posto offrirà tutto: piscina, bar, ristoranti, palestra, sauna’ e potranno fare con le ragazze quello che vorranno ‘ precisò Pamela, – ci sono altrettante stanze al secondo piano. – Albert non fece fatica a pensare che le stime di Pamela non erano per niente esagerate.
– E le ragazze dove vivranno? –
– Le ragazze vivranno come delle schiave, incatenate giù nel seminterrato. Usciranno da lì solo per lavorare e servire i clienti. –
– Scherzi? ‘
– Ti sembro una che ha voglia di scherzare. Questo &egrave un posto che offre una privacy invidiabile. I miei clienti pagheranno un sacco di soldi e pretenderanno molto. Devono sentire che quelle ragazze sono loro proprietà per il periodo in cui rimarranno qui. Naturalmente oltre certi limiti non potranno andare, ma per il resto dovranno avere tutti i confort. Ed io devo essere sicura che le ragazze faranno quello che i clienti vogliono, che non potranno ribellarsi. Saranno sorvegliate. –
– Quanto pagheranno i clienti? ‘
– Anche ventimila dollari a settimana. –
– E chi sorveglierà le ragazze? –
– Ci saranno delle guardie, delle belle e fidate transessuali che saranno pagate per questo lavoro. –
– E come convincerai le ragazze a lavorare a questo modo? E se arriva la polizia? Se qualcuna ti denuncia? –
– Sembri molto interessato ‘ rispose Pamela, – vuoi finanziarmi? –
Albert la guardò freddamente senza rispondere. Forse &egrave interessato pensò Pamela e rispose.
– Le convincerò con le buone e con le cattive. Siamo al confine della legge, ma so come domare queste puttane. In verità quelle che ho in mente non sono neanche tutte puttane e quelle che ora lo fanno per mestiere sono puttane di classe. Le altre sono più modelle che puttane anche se qualche cliente lo hanno. Non fanno la vita perché si sono date un’aria rispettabile e vogliono mantenerla, ma qui non correranno pericoli. ‘
– Ed allora come le convincerai ‘ ripeté spazientito Albert.
– Darò loro centomila dollari all’anno. Cinquantamila subito e cinquantamila a fine anno e solo se si saranno comportate bene. Ne guadagneranno facilmente altri cinquantamila solo di mance. Sono tanti soldi. Firmeranno un contratto capestro. Se non faranno le brave potrò rivalermi su di loro anche per dieci volte la somma offerta. Per il resto le convincerò con le buone e con le cattive. Ovviamente se vado fuori legge tutte queste clausole decadono, ma tra i miei clienti ho magistrati e poliziotti che fanno quello che voglio e ci sono alcune cantine a prova di perquisizione in cui rinchiuderò le ribelli se sarà necessario fino a quando non faranno le brave. –
– Fammi vedere ‘ ordinò Albert.
Scesero giù. C’erano una ventina di stanze molto confortevoli con delle finestre chiuse da inferriate da cui poteva entrare luce ed aria. Alcune di queste stanze saranno usate come stanze di punizione altre come dispensa, le rimanenti verranno occupate dalle ragazze, generalmente due per camera. Avrò una ventina di ragazze, cinque o sei guardie, cinque o sei cameriere. –
– E le stanze segrete? –
Pamela prese un telecomando dalla borsetta, spinse il bottone e lentamente si aprì una parete in fondo al corridoio. Scesero. Quel piano era completamente interrato ed insonorizzato, c’erano solo quattro camere molto grandi.
– Sei mesi fa ho trovato questo posto. Ho versato una caparra di cinquantamila dollari e ne ho spesi altrettanti per adattarlo. Questo &egrave un lavoro che ho fatto fare io e sono l’unica che lo conosce, anche il padrone di casa ne &egrave all’oscuro. –
– E tu hai fatto tutti questi lavori senza avere i soldi per proseguire? –
Pamela era sconfortata. ‘ Il mio finanziatore &egrave morto in un incidente stradale ed ora se non ne trovo un altro, sono nella merda. –
Lei sperava che lui la confortasse, ma Albert era un gran bastardo e stava già pensando a come sfruttare la situazione. Si tirò giù la patta e lo tirò fuori.
‘ Succhiamelo troia. ‘ Lei ebbe un attimo di esitazione, poi lo guardò negli occhi grigi e freddi e vide lussuria, ma anche determinazione. Non era sicura, ma era disperata e quindi s’inginocchiò e glielo prese in bocca. Mentre Pamela ciucciava Albert tra un grugnito e l’altro le parlò. ‘ Dovremo fare i conti per bene e mi dovrai dimostrare che con questo bordello ci guadagno. ‘ Pamela succhiò voracemente.
‘ Nessuno dovrà sapere che dietro ci sono io, anzi, il mio nome non lo dovrai conoscere neanche tu. So come sistemare le cose senza correre rischi. Ti chiamerò io quando vorrò sapere qualcosa. Il padrone del bordello sarò io. ‘ Pamela ebbe un singulto che aumentò il piacere di Albert, – ma io con le mie dipendenti ‘ continuò lui, – sono generoso. Ti darò uno stipendio, centocinquantamila dollari, quanti ne guadagneranno le tue troie, ed in più il 30% dei profitti. ‘ Pamela s’impegnò e lui venne. Mentre glielo ripuliva lui le disse: – una di quelle stanze segrete mi serve. Ti manderò un bel ragazzo da trasformare come una delle tue belle troie. –
Pamela ebbe paura delle possibili conseguenze, ma era disperata, se non trovava un finanziatore era rovinata, non disse niente e lui le dovette chiedere – d’accordo? –
– Va bene ‘ rispose Pamela con un filo di voce.
– E’ meglio se dici: va bene padrone. –
Lei si piegò. ‘ Va bene padrone. ‘

Mr. Duke rimandò un sacco d’impegni e si trattenne a Las Vegas fino a quando tutto non fu perfettamente pianificato, poi rientrò a Manhattan. Ritornò a Las Vegas due mesi dopo e tutto era pronto per essere inaugurato, Pamela aveva lavorato duramente. Tra l’altro aveva risolto anche la faccenda di quel giovane finocchio che in quel momento si trovava in uno scantinato dall’altra parte del continente, ma presto avrebbe fatto parte della sua scuderia.

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Vista di giorno la villa era bellissima e si prestava perfettamente allo scopo. Era protetta da basse colline, tutto intorno c’era il deserto, ma nella proprietà, un centinaio di ettari, la vegetazione non mancava, c’era anche un piccolo laghetto, prati e boschetti e proprio vicino alla villa una grande piscina. Vicino alla casetta delle guardie c’era quella delle cameriere.
Il giorno dopo arrivarono la cuoca e le cameriere, anche loro stupende trans. Responsabile di questo gruppo fu nominata la matura Jessica, una mora dai capelli corvini, abbondante e sensuale, con due grosse tette e capezzoli scuri e puntuti. Ai suoi ordini aveva una cuoca, Gabriella, e quattro cameriere. Pamela parlò anche con loro. ‘ Anche voi sarete a disposizione dei clienti, ma al contrario delle ragazze sarete libere di circolare per la villa, non sarete mai incatenate a meno di punizioni. Dovrete obbedire, oltre che a me e Jamie, anche alle guardie. Il vostro compito sarà quello di tenere pulita la villa e le camere, di cucinare e servire al bar o a tavola. ‘
Jessica era preoccupata. ‘ Tra clienti, ragazze e sorveglianti avremo più di cinquanta persone a cui badare, come faremo. ‘
– Tutte le ragazze sono a tua disposizione. Quattro o cinque di loro, ad ogni turno dipenderanno da te. Queste sono solo le cameriere professionali. ‘
Tra le cameriere c’era una particolarmente bella: Sabrina. ‘ Perché mi fai fare la cameriera? ‘ chiese. ‘ Sono giovane e bella, perché non sono con le altre ragazze. –
Pamela la conosceva bene. ‘ Perché sarai una bravissima aiuto cuoca. Come cameriera sarai più libera delle altre e per il resto non ti preoccupare. Guadagnerai come le altre e prenderai tanti cazzi e tante mance quanto le altre. ‘ Sabrina si convinse e le cameriere agli ordini di Jessica si misero al lavoro.

Qualche giorno più tardi, quando ormai le sorveglianti e le cameriere erano ambientate Pamela convocò le ragazze. Venivano da tutto il paese, alcune anche dal Sudamerica e qualcuna anche dall’Europa. Erano le più belle transessuali in circolazione.
Pamela le fece sedere sui lussuosi divani del grande salone principale e con accanto Jamie e Silvia le scrutò a lungo prima di parlare. Lungo le pareti erano disposte le sorveglianti. Indossavano alti stivali di pelle, un gonnellino ed un reggiseno anch’essi di pelle. Agganciate alla cintura portavano manette e fustino. Erano temibili ed incutevano timore, ma le ragazze non erano spaventate, chiacchieravano tra loro come ad una festa. Solo quando Silvia gridò silenzio, pian piano si acquietarono e lentamente iniziarono a realizzare che qualcosa stava cambiando. Pamela aspettò ancora, il silenzio era diventato opprimente. Le ragazze erano vestite nei modi più svariati, qualcuna come la bionda Raquel era estremamente elegante, qualche altra come la bellissima Maria indossava semplici jeans.
‘ In linea di massima sapete già di cosa si tratta. Questo &egrave un bordello, un bordello molto esclusivo per uomini ricchi e viziosi. Voi sarete le loro schiave e farete tutto quello che i clienti desidereranno. In questo posto non voglio confusione, non voglio litigi e voglio solo ragazze obbedienti. Per ottenere questo ci sono le sorveglianti, ma dovete essere remissive, altrimenti sarete punite duramente. Per evitare problemi, quando non sarete in servizio, sarete sempre rinchiuse nelle vostre camere. ‘ Un brusio accompagnò quelle parole Silvia fece sentire la sua voce. ‘ Silenzio puttane. ‘ Ora le sorveglianti si aggiravano tra le ragazze con sguardo minaccioso. Pamela continuò a parlare.
– Dovrete stare zitte. I nostri clienti verranno qui per scopare e passare qualche giorno o una intera settimana in relax, non per sentire i vostri stupidi pettegolezzi. Potrete parlare solo quando vi verrà rivolta la parola, altrimenti starete zitte. Solo nelle vostre camere, con la vostra compagna di camera potrete ciarlare, per il resto siete come l’arredamento di questo salone. Oggetti a disposizione dei clienti. ‘ Nessuna fiatò, sapevano che era rischioso contrastare Pamela, lei le pagava bene ed aveva ottenuto contratti vantaggiosi anche con molte case che producevano film porno. Potevano andarsene via, ma l’unica alternativa poteva essere solo quella di prostituirsi in mezzo ad una strada con clienti di basso livello e con grossi rischi ed infine guadagnando molto meno. Nessuna di loro era una puttana da strada, molte si guadagnavano da vivere con qualche film porno e pochi e selezionati clienti, altre solo con dei servizi fotografici, non facevano una brutta vita, ma lì avrebbero guadagnato molto di più. Prima di arrivare lì Pamela le aveva contattate tutte, una per una, ed aveva spiegato loro perfettamente vantaggi e svantaggi dell’operazione. Potevano guadagnare anche cinquantamila dollari extra con le mance, oltre allo stipendio. Nessuna ebbe il coraggio di sollevare le chiappe ed andare via. Jamie diede loro dei fogli da firmare e tutte firmarono il contratto, poi le guardie le accompagnarono al piano di sotto alle loro camere.

Dalla sua stanza al secondo piano Albert aveva seguito tutto sul monitor che aveva davanti. Commutò sulla telecamera che inquadrava il corridoio del seminterrato e vide le sorveglianti che facevano entrare le ragazze nelle camere a due a due e le incatenavano o per il collare o per il cockring. Solo Jamie, oltre a Pamela sapeva delle telecamere. Jamie era l’unica che poteva entrare nelle stanze di Duke e Pamela. Tutto veniva filmato, poi alcuni spezzoni sarebbero stati utilizzati per film porno, altri per ricattare i clienti. Duke non pensava a ricatti in denaro, non era il tipo da scendere così in basso. Lì sarebbero venuti clienti ricchi e potenti, si sarebbero vendicati, ma quelle immagini potevano tornargli utili per facilitare in alcune occasioni i suoi affari. Al secondo piano c’era la sua stanza, quella di Pamela, quella di Jamie, lo studio di Pamela e sei camere libere per gli ospiti più importanti. Le due ragazze che entrarono nell’ultima camera erano incantevoli. Una sui venticinque con i capelli lunghi e corvini, il corpo formoso e l’altra sui trenta, bionda, anch’ella molto bella. La prima si chiamava Monica e la seconda Sue. Le due guardie che le accompagnavano erano Giudy e Tonya. La prima bionda dal corpo piccolo e nervoso, la seconda anch’essa bionda, alta e statuaria. Le due guardie fecero spogliare le ragazze ed applicarono ad entrambe le schiave dei cockring che agganciarono alle pareti. Le schiave potevano muoversi per qualche metro, sdraiarsi nel rispettivo letto o sedersi nella propria poltrona, ma non potevano avvicinarsi l’una all’altra. Giudy e Tonya si scambiarono un cenno. Giudy si levò la gonna aveva il cazzo dritto e mise la mano sulla testa di Sue che tentennò e protestò. Sue non era una vera puttana, aveva posato in alcuni servizi fotografici e aveva pochi amici generosi che la trattavano bene. Giudy le strinse una tetta e la strizzò facendo gridare la bella bionda. ‘ Zitta troia e datti da fare. ‘ Sue esitò ancora e Giudy la frustò sulle chiappe. – Su puttana, lecca e fallo bene se vuoi risparmiarti la punizione, altrimenti ti faccio rapporto e stasera sarai punita con una bella frustata. ‘ Sue tremò, era bella e sottomessa, se Giudy l’avesse chiesto con gentilezza non si sarebbe rifiutata, ma Giudy godeva nel sottometterla e lei iniziava a capire come sarebbero andate le cose in quella villa, era già pentita di aver accettato, ma ormai non poteva ribellarsi. Giudy e le altre guardie seguivano gli ordini di Pamela, la tenutaria del bordello aveva detto alle sue guardie di mettere subito alla prova le non professioniste, bisognava capire rapidamente come reagivano. Giudy strattono la catenella legata ai testicoli e la bionda trasalì. Infine, tremante si chinò e prese il cazzo di Judy in bocca. Con Monica, le cose a Tonya andarono meglio. Monica era una vera puttana e avendo visto come era stata trattata Sue si mise rapidamente a quattro zampe e Tonya la prese alla pecorina strizzandole le tette. Dopo averle riempite di sborra se ne andarono. Giudy diede una pacca sul culo di Sue e disse: – fate le brave, più tardi vi porteremo a cena. ‘ Sue singhiozzò e pianse, Monica la voleva abbracciare per consolarla, ma non riuscì a raggiungerla.

Albert aveva avuto una bella erezione, quella Judy era un bel peperino e quella Sue era stata messa in riga facilmente, iniziava a pensare che non sarebbero sorti problemi. Chiuse lo scaffale dove si trovava il monitor e al telefono chiamò le cucine, rispose Jessica. Disse semplicemente: – mandami Sabrina. –

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