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Racconti Erotici

UN MASCHIO PER FIORELLA – 5) Il gioco si fa duro!

By 17 Settembre 2022No Comments

“Beh, ragazzi, ora che il ghiaccio è rotto, e non solo quello… possiamo continuare con un po’ di fantasia! Cosa dovrà fare il prossimo che sarà indicato dalla bottiglia?” Chiesi ai giovani ancora seduti in circolo.

I ragazzi cominciarono a chiacchierare tra di loro, suggerendo situazioni che per la loro fantasia erano il massimo del divertimento.

“Vieni un momento!” Mi chiamò Fiorella che stava dirigendosi verso la cucina.

“Dimmi tutto!”

“Ma questi non erano un gruppo di verginelli e verginelle, così come mi avevi raccontato? A me sembra che siano un branco di arrapatissimi ragazzi, esperti quanto basta, disinibiti, pronti a qualsiasi tipo di rapporto!” Mi chiese la mia donna, che nella sua nudità ma soprattutto nella sua indifferenza per quella situazione, mi aveva eccitato tantissimo.

“Così mi ha raccontato Samuele. Dici che anche lui è porcello come tutti? Senti, ma cosa ci importa? Si divertono, non stiamo usando violenza su nessuno… Se per loro va bene, perché non continuare?” Risposi convinto.

“Non vorrei che poi i genitori venissero a sapere di questa festa e ci denunciassero….”

“Ma sono tutti maggiorenni! Liberi di usare la loro sessualità come vogliono!” Replicai.

“Beh, per me va bene. Ma non ho nessuna voglia di farmi scopare da qualche ragazzino. Io mi ritiro in camera!” Concluse Fiorella.

“Tesoro, sei la regina della festa, da te le ragazze hanno preso incoraggiamento! Non farai ciò che non hai voglia di fare. Ma se appena ti va, puoi divertirti senza problemi!” Le suggerii candidamente.

“Ma sono tua moglie, non voglio tradirti!” Insisté Fiorella, guardandomi negli occhi.

“Ti pare un tradimento? Questi sono ragazzi e ragazze, giocano tra loro e giocano con noi. Non è una situazione dalla quale bisogna difendersi o temere che scocchi la scintilla dell’amore. Si gioca, ci si diverte in un modo diverso e poi…tutti a casa!”

“Sarà come dici tu. Ma se non mi piace, guarda che io mi allontano!” Concluse mia moglie.

“Certo, sei libera come tutti loro. Ma vedrai che il gioco che ho in mente ti divertirà! Dopotutto, non eri tu quella che mezz’ora fa succhiava l’uccello al ragazzo dai capelli neri? Ti è dispiaciuto tanto?”

“Ma era per fare coraggio agli altri! Certo che mi è piaciuto, ci mancherebbe! E poi, te lo confesso, quel pisello era davvero buono!” Rise di gusto nascondendo il viso.

“Ti vergogni? Ma no, non devi preoccuparti! Voglio che tu ti senta libera!”

“E dovrei farmi vedere da Samuele mentre scopo con un suo amico?” Mi disse perplessa.

“Beh, se questo può rassicurarti, Samu ci vede scopare da tutta la vita! Potrebbe fare un paragone, tutt’al più!” Risi per la mia battuta.

“Senti, tutta questa storia è strana. Vediamo come va a finire!” E tornò in sala, nella sua splendida nudità.

I ragazzi stavano ancora discutendo, e li interruppi.

“Sentite: se non siete arrivati ad un accordo, io avrei una proposta!” Dissi in tono solenne.

Si volsero tutti verso di me attendendo la fine del discorso.

“Prima di tutto voglio fare una premessa. Non so quanti di voi sono così liberi da potersi divertire come stiamo facendo. Non voglio fare violenza a nessuno, non voglio in nessun modo che qualche ragazzo o ragazza si senta costretto. Se non ve la sentite, potete solo guardare, oppure andare in un’altra sala. Tutto deve avvenire all’insegna della più grande libertà.”

Un paio di ragazze parlottarono tra di loro e poi una di loro mi disse “Possiamo cominciare guardando soltanto? Non siamo esperte, non vorremmo poi doverci ritirare!”

Risposi senza esitazione. “Siete libere. Se avete scelto un ragazzo potete appartarvi con lui, oppure aspettare l’occasione. Se non volete fare altro, state a guardare e se per caso mentre guardate vi viene la voglia di partecipare, basta solo dirlo ed entrerete nel gioco.”.

“Ma di cosa si tratta?” Intervenne un maschio alto e robusto.

“Semplicemente il gioco si chiama “questo lo prendo io”. I maschi si dispongono in piedi lungo la parete e le ragazze davanti a loro. Avete qualche minuto per guardarvi e scegliervi. Ma ricordate, la scelta deve essere effettuata dalle ragazze, voi potete solo acconsentire o negare.”

“Acconsentire … a cosa?” Chiese Ambra, una ricciolina dagli occhi azzurri e una bocca morbida.

Una risatina di un paio di ragazze mi fece voltare. Una diceva sottovoce all’altra “Ma lei ha gusti diversi!”

“Ecco, ora vi spiego. Le ragazze scelgono il maschio con il quale vogliono fare l’amore questa sera. Lo guardano bene, lo toccano mooolto bene, si mettono in mente le caratteristiche di quel ragazzo. Nella fase della scelta, possono fare qualunque cosa. Ho detto qualunque, pensate voi a cosa servirebbe. Una volta scelto, le ragazze si spostano dall’altra parte della sala e vengono bendate.

A questo punto, ogni ragazza dovrà riconoscere il maschio che ha scelto per potersi appartare e finalmente fare l’amore con lui. Potrà riconoscerlo solo usando l’odorato, il gusto e la bocca, non le mani che saranno dietro la schiena nel momento del riconoscimento. Ai ragazzi non sarà permesso parlare, fare alcun cenno per farsi riconoscere, pena l’esclusione dal gioco. Una volta che la ragazza avrà deciso che è proprio quello, dichiarerà : “questo lo prendo io !” E se lo porterà per mano in un angolo della sala. Tutti sapranno se la sua scelta era stata giusta, ma lei se ne accorgerà soltanto dopo che il maschio avrà infilato il suo bastone nella vagina della sua compagna. Inizierà così la scopata, che durerà un minuto esatto, terminato il quale scioglieremo la benda dagli occhi della femmina e capirà se ha indovinato il maschio giusto. Se sarà il prescelto, potranno andare insieme dove vorranno a terminare il loro incontro d’amore. Se invece avrà sbagliato e non vorrà continuare, il maschio tornerà in gioco e la femmina si metterà in coda con le altre aspettando un nuovo turno.” Dissi finalmente concludendo. “E’ tutto chiaro? Qualche domanda?” Nessuno rispose.

“Allora cominciamo. Ragazzi, tutti al muro! Fuori i piselli, è ora di divertirsi!” Esclamai con decisione.

Le ragazze si avvicinarono ed ognuna cercò nel gruppo quel maschio che desiderava portarsi a letto. C’era qualche disputa, due ragazze avevano puntato lo stesso maschio e tutt’e due vollero provare a individuarlo.

La sala era diventata un fermento di sesso, dove la tensione al calor rosso si poteva percepire solo entrando.

Tra i ragazzi, anche Samuele era con le spalle al muro e Greta sorrideva toccandolo sul viso, sul petto, prendendo in mano il suo sesso eretto. Poi arrivò Loredana, una ragazza bruna dagli occhi accattivanti. Spostò gentilmente la ragazza e cominciò a toccare, lisciare, saggiare. Poi si abbassò e aprì la bocca per saggiare la consistenza di quel pisello. Lo succhiò brevemente poi, soddisfatta, si allontanò e tornò nel gruppo delle femmine.

Fino a quel momento, solo Loredana aveva preso l’uccello in bocca, ma vedendo questo modo di riconoscere il maschio, tutte le ragazze si avvicinarono nuovamente al maschio prescelto e imboccarono senza indugio quei membri esposti, cercando di memorizzare forma, morbidezza, caratteristiche.

Fiorella era rimasta nel gruppo senza avvicinarsi a nessuno in particolare. La incitai con lo sguardo a cercare tra ai maschi quello che le sarebbe andato a genio. Lei dapprima rifiutò, poi si avvicinò a Roberto, un giovane bruno e bello, dalle spalle larghe e un prepotente pisello che sfidava tutti gli altri per dimensioni. Guardò il ragazzo, si avvicinò al suo viso, incollò le labbra a quelle del maschio e poi scese baciando il petto, il ventre ed infine imboccando decisamente quel grosso arnese che era diventato ancora più rosso. Con le mani, Fiorella scorreva lungo la schiena per fermarsi sulle chiappe sode e lisce di Roberto. Le tastò, accarezzò mentre la bocca continuava il suo lavoro di indagine. Era un pompino in piena regola quello che mia moglie stava facendo al ragazzo, e per di più, Roberto sembrava gradire enormemente quell’approccio. Infine, Fiorella si staccò, baciò di nuovo la bocca che sapeva di sesso e si unì al gruppo delle femmine.

Guardai i maschi. Tra loro, Jamie aveva l’aria imbronciata e triste. Era stato scelto da Rebecca, una ragazza carina, non particolarmente formosa ma con un sorriso splendido. Anche Rebecca aveva cercato di memorizzare le forme di Jamie con le labbra ed aveva circondato il grosso uccello con la bocca e con la lingua, prima di ritirarsi.

Eleonora fece una cosa diversa dalle altre. Avvicinatasi al suo maschio, lo fece girare. Con la bocca percorse il filo della schiena fino ad arrivare all’apertura delle chiappe. Infilò la lingua tra esse e cominciò ad assaggiare, a lambire, scendendo fino alle palle. Soddisfatta di quella memorizzazione, si allontanò per raggiungere le altre.

“Avete scelto? Tutte?” Chiesi al gruppo contatto che, divertito, vociava in un angolo della sala.

“Noi no!” Avanzò una delle due ragazze che si erano appartate.

“Allora fatevi sotto!” Dissi sorridendo.

Sonia, la ragazza più alta si avvicinò a Roberto, noncurante del fatto che fosse stato già scelto da Fiorella, e cominciò a toccarlo. Aveva la pelle molto chiara, e i seni candidi e abbondanti, terminavano con due minuscole aureole appuntite. Il ventre terminava in una peluria leggera, che scendendo oltre l’inguine non riusciva a nascondere un grosso clitoride prominente. Sembrava un piccolo pene, sicuramente sensibilissimo. Prima accarezzò il viso, poi il petto, poi il ventre, infine impugnò decisamente l’asta che nel frattempo aveva perso consistenza. Forse era stata la timidezza a convincerla a fare questi gesti, senza tener presente che il tatto con le mani non sarebbe stato consentito, ma solo con le labbra. Mentre stava per allontanarsi, ci ripensò e si avvicinò nuovamente a Roberto, arrossendo violentemente. Senza guardare in giro, prese in mano l’uccello del ragazzo e lo infilò dritto in bocca per saggiarne le dimensioni. Chiuse gli occhi e succhiò lentamente, mentre il bastone si muoveva per irrigidirsi nuovamente.Finalmente sazia, si allontanò lasciando spazio all’altra ragazza che si avvicinò decisa. Era più piccola, e scelse un ragazzo della sua statura, che non era stato scelto ancora da nessun’altra.

La sua indagine fu accurata. Partì dai capelli, che sfiorò con le labbra, quindi percorse il viso, muovendosi lentamente e sporgendo una linguetta rosa, ad ogni movimento. Lambì gli occhi, il naso, leccò decisamente la bocca, percorrendola più volte, per poi scendere sul mento, sul collo e giù giù fino al ventre. Il viso inciampò nel turgore del sesso che era prepotentemente eretto, ma Luna non si fece distrarre. Continuò il suo percorso affondando le labbra e poi il naso nella folta peluria del pube, prima di emergere con la sola lingua per percorrere l’asta e giungere alla cima. Senza farsi aiutare dalle mani, Luna imboccò il lungo pisello e lo assaggiò. Con la lingua cercò la pelle che lo copriva, la spostò per assaggiare meglio la cappella che, sgusciata dal suo contenitore, era profumata e lucida di umori.

Mentre la guardavo, pensai che quella ragazza aveva le idee chiare. Voleva quel maschio e lo avrebbe trovato tra mille altri.

Quando alla fine si ritirò, il gioco era pronto per la seconda fase.

“Ma perché non possiamo anche noi scegliere le nostre femmine con lo stesso criterio? Possiamo fare una prova. Se esiste reciprocità, si può andare più decisi!” Disse Roberto, che si era allontanato dal muro.

“E come pensi di fare? In questo modo, le ragazze scelgono e se sbagliano vengono scopate da chi hanno scelto. Nel modo che tu suggerisci, come succederebbe?”

“Reciprocità. Noi cerchiamo di memorizzare le donne che vogliamo scopare, poi quando siamo pronti, con la sola lingua dobbiamo riconoscerle. Se sbagliamo…” Si fermò Roberto, incalzato dagli altri che vedevano in questa appendice del gioco un modo stupendo per tuffarsi tra le gambe delle ragazze.

“Va bene, se siete tutti e tutte d’accordo, possiamo fare così: i maschi si mettono in ginocchio davanti alle ragazze che siederanno sui divani. Con il solo aiuto della lingua, i maschi potranno memorizzare le femmine che desiderano. Poi si ritireranno. Il gioco continuerà come avevo stabilito all’inizio, salvo che, nell’eventualità che una ragazza abbia un dubbio, chiederà l’intervento del maschio che dovrà riconoscerla tra le altre. Badate bene, tra tutte le altre, anche quelle che sono già state scelte!” Aggiunsi.

“Quindi, se – mettiamo – Luna riconosce il suo uomo ma non ne è sicura, gli chiederà di riconoscerla con il metodo che lui avrà scelto. Se lui ne sarà sicuro, dovrà semplicemente infilarsi dentro di lei e iniziare a scopare. E’ così che succede?” Chiese Jamie.

“Potrebbe essere così. Ma se lui non la riconosce? Come fa a farlo capire?” Un altro si fece avanti.

“Semplicemente si allontana. E la ragazza dovrà ricominciare a cercare tra gli altri.”

“Mi sembra divertente!” Disse Fiorella che si stava appassionando.

“Ma ora cominciamo, altrimenti ci dimentichiamo delle caratteristiche e finisce che ci scoperemo tutti i maschi sbagliati!” Intervenne una voce femminile.

“Ora, le ragazze sedute. I maschi in fila, tutti in ginocchio. Fuori la lingua e voi, apritevi come lo scrigno fatato”

Tutti eseguirono senza indugiare. Pensai che per far ubbidire una ventina di giovani, l’unico modo era quello di metter loro davanti una bella topa da leccare.

Sul tavolo centrale della sala, gettai una manciata di preservativi colorati, per la sicurezza di quei ragazzi.

Le ragazze sul divano accoglievano i maschi sorridendo, anche se qualcuna non aveva alcun pretendente e ne era delusa. Solo una era indisposta, e si era accomodata alla fine del divano indossando gli slip. Lo spettacolo di quelle gambe spalancate, delle teste affondate tra le cosce, era veramente eccitante. Per riconoscere le loro donne, i maschi succhiavano, leccavano decisamente, poi spostavano il viso sul pube, odorando, insinuandosi tra le pieghe della pancia, raggiungendo l’ombelico per conoscerne la consistenza.

“Ehi tu!” Esclamò una ragazza al massimo del piacere. “Così mi fai venire!” Disse al maschio che le stava tra le gambe. “E tu vieni!” Le rispose il ragazzo, allontanandosi solo un attimo da quel profumato bocciolo. La risposta fu uno schizzo lungo che colpì il viso del ragazzo, che si allontanò nuovamente ridendo. “Ma allora fai sul serio! Aspettami che quando sarò dentro di te…” promise alla ragazza.

“Avete assaggiato tutti? Adesso mettetevi in fila, che bendiamo le ragazze. Dovremo bendare anche i maschi, altrimenti il gioco sarebbe troppo facile!

Fiorella camminando per la sala, mentre i suoi splendidi seni ballavano al ritmo dei passi, portò molti teli bianchi, ricavati da un vecchio lenzuolo, e cominciò a bendare le femmine. Per ultima venne da me e si fece bendare prima di accomodarssi con le altre.

“Sei sicuro che vuoi proprio questo? Guarda che posso fermarmi quando voglio!” Mi sussurrò mia moglie prima di allontanarsi.

“Certo che lo voglio. Voglio sentirti mugolare dal piacere!” Le risposi arrapato.

“Avanti il primo ragazzo!” Dissi solennemente.

Si avvicinò il festeggiato. Con il pisello dritto, andò dalla prima ragazza che aprì la bocca per assaggiarlo. Si accorse subito che non era quello che aveva scelto, e disse “no”.

Passò quindi alla seconda ragazza che prima di assaggiare l’uccello, odorò il petto, baciò il ventre e infine, quasi convinta, scese sul sesso imboccanolo timidamente. “No” disse anche lei.

Intanto la prima ragazza aveva già provato il secondo maschio, aveva la bocca che sapeva di sesso, ma non aveva ancora riconosciuto il suo cavaliere.

Fu il turno della terza, poi della quarta e tutte, prima di assaggiare gli uccelli si servivano dell’odorato e del gusto per ricordare.

“Questo lo prendo io!” Gridò Greta, convinta di aver trovato il suo compagno.

Giulio, che nel frattempo si era staccato dalla sua bocca, la prese per mano senza dire una parola e la portò sul divano, dove le fece aprire le gambe, mentre infilava il preservativo con un gesto abituale, poi introdusse il suo membro nella vagina, grondante di umori.

“Ohi ohi!” Disse Greta, mentre l’uccello aveva cominciato il suo lavoro dentro di lei.

“Cosa succede?” Chiesi alla ragazza che era ancora bendata.

Non ebbi risposta, sentivo solo il mugolio della ragazza che stava godendo.

Trascorso il minuto, mi avvicinai alla coppia e tolsi la benda a tutti e due. Greta guardò l’uomo che la stava scopando, gli disse “Ciao!” e continuò a farsi cavalcare con lo stesso ritmo.

Samuele capì che la sua donna non era più disponibile ed attese di essere scelto.

Il gioco riprese, da una parte con le donne che succhiavano e odoravano, dall’altra con la coppia che si godeva la scopata davanti a tutti.

“Ho un dubbio! Vorrei la conferma”. Disse Fiorella, che aveva appena succchiato la cappella di Roberto, riconoscendolo sicuramente ma volendo dare vigore al gioco.

“Sei pronto a riconoscerla?” Dissi al ragazzo che si inginocchiò.

“Si, voglio provarci!” Rispose Roberto. Lo avvicinai a tre ragazze, che non riconobbe. Poi si avvicinò alle gambe spalancate di mia moglie e dapprima annusò, poi leccò avidamente quel bocciolo profumato infilando la lingua tra le grandi labbra e leccando il clitoride indurito.

“Si, è lei!” Mentì Roberto che aveva invece scelto un’altra ragazza, che a sua volta lo aveva leccato molto accuratamente prima di sceglierlo.

Fiorella sorrise, quindi si alzò dal divano e seguì Roberto, che la teneva per mano. Guardai Jamie che schiumava di rabbia. In poche mosse, Fiorella fu adagiata su un altro divano e Roberto accarrezzò con le manii i seni, i fianchi e introdusse un dito nella passera di mia moglie che sussultò di piacere. Tuttti guardavano la scena, eccitante e stupenda. Roberto si posizionò sopra Fiorella le aperse bene le cosce e puntò il pene verso l’apertura della vagina. Era rossa, umida, pronta a riceverlo. Con un colpo secco, Roberto le fu dentro. Fiorella emise un lungo lamento di piacere a alzò il bacino per prendere meglio quella mazza che la stava trapanando. Provai una strana reazione. Vedere mia moglie che faceva l’amore con un altro uomo, mi dava i brividi e mi eccitava. Guardavo con attenzione i due corpi uniti, scorgevo tra le gambe l’uccello del ragazzo, lucido di umori,entrare e uscire lentamente,mentre le mani accarezzavano i seni di Fiorella. Le dita scorrevano sui capezzoli dritti per il desiderio e li intrappolavano.

Il minuto passò in fretta, mi avvicinai alla coppia mentre tutti attendevano la reazione dei due amanti. Slacciai simultaneamente le bende a Fiorella e a Roberto e vi fu un attimo di silenzio.

Poi Fiorella disse “non è lui!” sfilandosi l’uccello di Roberto dalla passera bollente. Un mormorio serpeggiò nella sala. Pensai a quanto porcella fosse mia moglie, che aveva preso un bell’uccello e con questo sistema, si metteva di nuovo in fila per prenderne chissà quanti altri.

Roberto si staccò da Fiorella dopo averle dato un lungo bacio sulle labbra. “E’ stato bello, sei una donna fantastica! Le disse alzandosi in piedi e raggiungendo nuovamente il gruppo dei maschi.

Nel frattempo, Fiorella si fece bendare nuovamente, e dopo avermi scoccato uno sguardo interrogativo, e ricevuto un cenno tranqullizzante, si unì alle femmine, ricominciando a cercare.

Jamie, questa volta, tirò un sospiro di sollievo. Era stato scelto da una ragazza e l’aveva già infilata, in piedi, contro una parete, quando giunsi a toglier loro la benda. “Non è lui!” Disse la tipa che si era goduta il grosso uccello ma sperava di prenderne altri. “Non è lei!” Aggiunse Jamie, lesto a rimettersi in fila per trovare Fiorella.

Luna, nel frattempo, aveva ricevuto la visita del suo maschietto. Volle scherzare, e dopo aver scorso tutto il corpo con la lingua, giunse al pube e vi affondò il viso. Poi scese ancora e prese in bocca l’uccello che era caldissimo. Non contenta del piacere che faceva provare al suo maschietto, Luna continuò il pompino, esageratamente lubrificato e accompagnato da leggeri soffi che eccitavano ancora di più il giovane. “Non ne posso più!” Disse il giovane tutto d’un fiato, facendosi squalificare. Luna non accettò la regola, disse “Questo lo prendo io!” E senza attendere, si alzò, prese il ragazzo per mano, lo fece accomodare su una sedia e senza tanti preamboli, ci si sedette sopra impalandosi fino in fondo con un OOOh di meraviglia. Non c’era altro da fare, quei due erano proprio giusti uno per l’altra! Tolsi le bende, e i due non attesero nemmeno un momento prima di baciarsi profondamente. “Ti voglio!” Disse Luna. “Ti voglio!” Disse il ragazzo. Continuarono a scopare sulla sedia, finché lui cambiò posizione e decisero di alzarsi per raggiungere un letto.

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