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UNA NUOVA VITA

By 24 Luglio 2020No Comments

Capitolo 1 – Affari di cuore

Quel giorno andai con Francesca da un notaio per concludere un affare che le avrebbe sistemato parecchie cose.

Sulla via del ritorno non disse una parola, e senza che glielo chiedessi mi accompagnò a casa mia. Arrivati mi fece scendere, mi salutò e se ne stava andando, ma arrivata quasi alla fine del vialetto tornò indietro, scese dall’auto di corsa e mi abbracciò. Cademmo a terra e baciandoci ci rotolammo sul prato verde fino a fermarci, lei sopra di me. Si sedette a cavalcioni e guardandomi in faccia mi disse: “Non dovevi, era un mio problema, che centri tu?” ed ancora “Chi ti credi di essere per entrare così nella mia vita…” e mi prese a pugni e schiaffi. Io allibito la lasciai fare, poi le afferrai le braccia per i polsi e le dissi: “Mi piaci, non posso vederti triste…” e neppure finii di parlare che si chinò su di me e cominciò un lunghissimo e tenero bacio.

Le sue labbra morbide, la sua lingua, il suo respiro dentro me… stava risvegliando un qualcosa che da tempo non provavo… Mi staccai da lei, la feci alzare e tenendola per mano la portai dentro casa, mi sedetti sul letto e l’avvicinai a me. Mentre l’abbracciavo con la testa sui suoi seni cominciai a sfilarle il vestito e lei a tirarmi via la camicia dai pantaloni. Stavamo io a torso nudo e lei con la parte superiore del vestito calata, tanto da poter godermi la visione dei suoi seni avvolti da un elegante reggiseno nero che glieli teneva ben alti. Sempre stando seduto sul letto, l’abbracciai, le sbottonai il reggiseno e la tirai a me stendendomi sulla schiena. Nel venire a me si sfilò completamente il vestito e si fece scivolare ai piedi del letto in modo da sfilarmi via i pantaloni, l’aiutai nella manovra e lei via pure i miei slip.

Nel risalire verso di me anche lei si sfila via le calze e le mutandine restando nuda sopra di me. Ci stendiamo sul letto, abbracciati con le nostre nudità che si toccano, con il mio membro sento la pelle morbida delle sue cosce, sul mio petto sento i sui seni, le mie mani accarezzano la sua schiena e i suoi glutei sodi, le sue mani dietro la mia nuca mentre mi bacia. Le lingue si cercano e si trovano nelle nostre bocche mentre ogni minima parte dei nostri corpi è esplorata dalle nostre mani.

Ci accarezziamo, ci tocchiamo, con delicatezza le nostre intimità vengono prese in possesso dell’altro. E’ un intenso gioco di mani il nostro, le bocche non si lasciano per un istante se non per baciarci sul collo, dietro l’orecchio e sul petto… Non la penetro ancora, ma sento già uscire il mio seme, lei se ne accorge, prende con le dita qualche gocciolina e se le porta alla bocca mostrandomele sulla lingua per poi gustarle, poi fa lo stesso con lei, si infila il dito nella vagina e bello umido lo porta alla mia bocca per farmelo gustare e poi mi bacia. L’eccitazione e tanta che non mi trattengo e le vengo addosso senza averla penetrata. Le chiedo scusa, ma lei mi fa segno di no, preferisce così, sarà la prima notte di nozze a godermi del tutto completamente… Con la mano si pulisce sulla gamba e lecca tutto il seme bianco e con la bocca ancora sporca riprende a baciarmi, poi con la lingua mi lecca tutto il petto fino a giungere al mio membro… Lo pulisce per bene mentre con le mani tiene i miei testicoli alti, durante questo mega pompino sento tanti brividi fremere in me, vorrei venire ma sento che non ce la faccio, ancora devo riprendermi dalla precedente venuta. Vedo il suo sguardo desideroso, ed allora, sempre lasciandole il mio membro in bocca cerco di girarmi per ricambiarle il piacere e ritrovarmi con la sua fighetta umida sul viso. Ha un odore che mi manda in estasi e mentre la penetro con la lingua la sento che si contrae, ha un sussulto che la porta a stringere forte il mio cazzo nella sua bocca, mi viene abbondantemente in faccia così che molla un po’ la presa permettendo una nuova ed abbondante fuoriuscita di sperma nella sua bocca. Ci ripuliamo alla meglio con le mani e leccandoci, per poi metterci a dormire inebriati dei nostri odori.

Capitolo 2 – Addio al celibato

La vita scorreva tranquilla, l’avere iniziato quella storia con Francesca mi rendeva ogni giorno più sereno, stavo tornando a vivere, ritrovando la mia dimensione. Avevamo deciso di sposarci e tutti i preparativi furono organizzati in breve tempo.

Per restare fedeli alla tradizione un paio di sere prima i ragazzi del paese organizzarono rispettivamente una festa di addio al nubilato per Francesca e di addio al celibato per me.

Mi portarono in città a bere birra in un noto pub di cui uno dei miei accompagnatori conosceva il proprietario. Restammo fino all’ora di chiusura, quando si aprirono le danze: due ballerine di danza del ventre entrarono in sala e nella penombra delle luci basse si vedeva il luccichio dei loro abiti che si muovevano come stelle al vento. Inutile nascondere la sensualità che emanavano nei miei confronti… e sebbene cercavo di restare lucido nonostante l’effetto della birra, non potevo non cedere alle loro carezze. La più disinibita delle due mi tirò per le braccia e mi fece mettere in ginocchio davanti a lei mentre continuava a far oscillare il suo ventre verso di me, fino a ritrovarmela con la lunga gonna alzata e le gambe aperte sopra il mio volto. Fu a quel punto che mi accorsi che sotto non aveva nulla. Sempre con i suoi leggiadri movimenti si abbassò pian piano fino a mettermi la sua figa in faccia e a ricoprirmi con la gonna, a quel punto non potetti che fare l’unica cosa che un qualsiasi uomo nella mia posizione avrebbe fatto: leccare la sua liscia e rasata bernarda tra le urla di compiacimento dei miei compagni che pur non vedendo la scena immaginavano cosa stesse succedendo lì sotto. Uno di loro stava per alzare il sipario ma fu fermato dall’altra danzatrice che intanto continuava il suo ballo intorno alla compagna lasciandosi andare ad effusioni lesbiche.

Quando lo spettacolo per i miei compagni fu finito io rimasi nel locale con le due ragazze che completarono l’opera facendomi venire più volte sopra di loro e nelle loro bocche che continuavano a baciarsi con le labbra sporche del mio sperma. Non ci furono penetrazioni di alcun genere se non con le dita e la lingua nelle loro intimità e con il mio cazzo nelle loro bocche.

Tornai a casa e Francesca già si era ritirata dal suo addio al nubilato. Ci eravamo ripromessi di raccontarci tutto, qualsiasi cosa fosse successa e dopo il mio racconto mi accorsi che era molto eccitata e si toccava la figa bagnata. Poi mi disse che anche lei aveva goduto da impazzire.

Capitolo 3 – Addio al nubilato

Dopo il mio racconto Francesca cominciò a toccarsi le parti basse e mi disse che non sapeva se era più bagnata per il mio racconto o per quello che aveva vissuto lei.

Si era incontrata con altre 3 amiche, Marta donna in carriera tutta lavoro e divertimento, Gilda, cinquantenne madre di 4 figli e con un marito che la considera solo per le sue doti sessuali e Lucia, separata che da quando ha lasciato il marito violento pensa solo a godersi la vita.

Dopo una cena leggera a base di verdure e frutta avevano invitato tre spogliarellisti che Lucia aveva conosciuto in uno dei tanti locali che frequentava. Il primo un ragazzo di colore dalla pelle scura come la notte alto circa 2 metri e di una muscolatura corposa, il secondo un ragazzo biondo di media statura con la pelle bianca ed un fisico come scolpito nel marmo ed il terzo  un ragazzino bruno di piccola corporatura. Insomma, ce ne era per tutti i gusti.

Francesca mi disse che non aveva mai vissuto un’esperienza del genere e all’inizio era imbarazzata ed impacciata quando a turno i tre ragazzi si avvicinavano a lei per strusciare i loro corpi sul suo volto, le veniva da ridere pensando alla situazione in cui si trovava. Così Gilda e Lucia cominciarono a mostrarle come fare con i tre ragazzi, mentre Marta le stava vicino e l’accarezzava per farla sciogliere. Marta era risaputo che avesse una certa indole lesbica, ma non disgustava gli uomini.

Nel frattempo i tre ragazzi fecero godere le due donne mentre Francesca senza saperlo si trovò a limonare con Marta e con una mano di lei nella sua figa. Ma il meglio doveva ancora venire.

Gilda e Lucia in estasi per la loro goduria si buttarono sul divano con due coppe di champagne mentre Marta prese Francesca e la guidò da prima verso il più mingherlino dei tre che stava già con i suoi attributi da fuori.

Francesca titubava nell’abbracciarlo perché la sensazione del contatto con il cazzo del ragazzo la bloccava, allora Gilda prese una bottiglia di whisky dal tavolino e la verso per metà nella bocca dell’amica. In parte ne sputò fuori addosso al ragazzo, ma per lo più la bevve in un solo colpo, allora le altre due donne si alzarono e cominciarono a ripulire il petto del ragazzo con le lingue leccandolo e mordicchiandogli i capezzoli. Francesca allora, ormai brilla, le spinse via e si dedicò in prima persona e ripulirlo, prima sul petto, poi lungo il corpo fino ad inginocchiarsi e ritrovarsi con il cazzo in bocca.

Nel frattempo il ragazzo biondo improvvisando una sorta di limbo, si piegò sulle ginocchia all’indietro per trovarsi con la faccia sotto la figa di Francesca ed il cazzo all’aria.

Marta allora si gettò con la bocca sul ragazzo e cominciò un magnifico pompino che andava a ritmo con la lingua del ragazzo che esplorava le intimità di Francesca.

Intanto Gilda e Lucia stese sul divano si toccavano mentre si godevano lo spettacolo del terzo ragazzo che con i suoi 23 cm di cazzo ballava facendolo roteare vicino i volti delle due donne.

Francesca venne abbondantemente sulla faccia del ragazzo che stava sotto di lei nello stesso attimo in cui un potente getto di sborra le finiva in gola. Era tanta che non riuscì a trattenerla, così le due donne si alzarono dal divano per andarla a ripulire con le loro lingue e scambiandosi intensi baci al sapore di sperma.

Marta intanto aveva lasciato il cazzo del biondino e si era dedicata a raccogliere gli umori dell’amica che ancora gocciolavano dalla sua fighetta, per poi baciarla e farglieli assaporare.

Naturalmente, così come ci eravamo messi d’accordo neppure lei subì alcuna penetrazione, cosa che invece a turno le sue tre amiche fecero: ognuna di loro a turno si fece penetrare contemporaneamente figa, culo e bocca, mentre Francesca stremata si godeva lo spettacolo bevendo champagne.

Il racconto di Francesca, forse molto più eccitante di ciò che era successo a me, provocò una forte erezione che dovevo sborrare quanto prima, ma avevamo fatto un patto, secondo il quale avremmo potuto avere rapporti mettendoci tutto l’erotismo che volevamo, ma senza avere penetrazioni fino al giorno delle nozze. La cosa mi rendeva nervoso, in quel momento il mio pensiero era tutto per il mio cazzo nella sua figa, ma dovetti rassegnarmi ed accontentarmi di uno dei suoi fantastici pompini.

Capitolo 4 – La testimone di nozze

La sera prima delle nozze io andai a dormire in albergo in modo da dare a Francesca agio di prepararsi aiutata dalle sue tre amiche.

Nella stanza accanto a me c’era Simona, una mia carissima amica che non vedevo da anni e che avrebbe fatto da testimone.

Verso le 3 di notte non riuscivo a prendere sonno, la tensione per quel nuovo passo che stavo per compiere era troppo forte, non sapevo se stavo facendo la cosa giusta o no… In quelle ultime settimane, tra la festa di addio al celibato ed i rapporti con Francesca, avevo messo da parte il mio passato, come se nulla fosse successo. Stetti tutta la notte fuori al terrazzino della camera tentato dal chiamare Simona, ma quasi come se mi avesse letto nella mente fu lei a mandarmi un messaggio, così la feci venire da me.

Non so se quello fu il più grande sbaglio della mia vita, ma come per incanto mi ritrovai tra le sue braccia, nudi sopra il letto, con il mio cazzo dentro la sua figa.

Ecco come andò.

Stavamo fuori al terrazzino a parlare ed io le raccontai gli ultimi 6 anni della mia vita. Una vita fatta di rammarichi e rimpianti, il non aver potuto godere mai di una gioia. Poi l’incontro con Francesca… una svolta vissuta con molta serenità che mi aveva ridato la vita, il voler andare avanti.

Le confessai poi che da sempre lei era stata nei miei pensieri e che all’inizio del nostro frequentarci le mie erano tutte scuse per vederla e sentirla.

Lei mi disse: “Non preoccuparti, capisco appieno il tuo stato d’animo… Sappi poi che lo sapevo fin dall’inizio che tu eri attratto da me, pure io all’inizio ti ho dato corda per vedere fin dove arrivassi, giravano strani voci su di te in ufficio, ma volevo verificare di persona perché non ho mai creduto a ciò che mi hanno detto”.

MI aprii completamente con lei, al che mi accarezzò il volto e mi baciò sulla guancia dicendomi: “Tutti possono sbagliare, presi da momenti della vita che ci segnano”.

Mentre diceva ciò comincio a fumare, lei sposta la sedia di fronte a me e si avvicina. Mi sfila la sigaretta di bocca e tenendola tra le dita mi afferra il volto tra le mani, è a pochi centimetri da me, faccio fatica a vederla completamente in faccia tanto mi è vicina, cerca di guardarmi negli occhi, ma io tento di sfuggire al suo sguardo, ho paura di cosa possa succedere. “Ma davvero io ti piaccio e non faresti mai nulla con me?” e senza aspettare risposta mi baciò.

Quelle labbra, quella lingua, quelle mani che mi tengono il volto… Mai mi sarei aspettato che la piccola Simona potesse provare un desiderio per me. Sì tante volte in passato ho fantasticato su di lei, ma sapevo che era una cosa impossibile e poi le volevo troppo bene e nei suoi confronti solo il massimo rispetto.

Ma adesso eravamo lì a baciarci in una camera d’albergo, la notte prima delle mie nozze, io e lei, la mia testimone. Insomma in che razza di situazione mi ero cacciato, ma poi ci penso, io non ho fatto nulla, è lei che è venuta da me, e lei che mi ha fatto aprire completamente, è lei che mi sta baciando.

Mentre tutti questi pensieri invadono la mia mente lei si stacca da me, fa un ultimo tiro alla sigaretta e me la ripassa, beve un sorso di coca e mi dice: “Adesso è meglio che vada, tu domani ti sposi ed io in questo momento non sono in grado di fermarmi ad un bacio”

Si dirige verso la porta, ma io mi alzo, l’afferro per un braccio e le dico: “Aspetta”.

La tiro a me, l’abbraccio forte e ricambio il bacio di poco prima, adesso però ci metto passione, ardore. Ci portiamo verso il letto mentre le sfilo la vestaglia sotto la quale appare solo con un piccolo slip e un paio di seni che avevo sempre immaginato. Si stende sul letto e mentre mi spoglio si leva anche la mutandina.

Il mio primo obbiettivo è la sua passerina, leggermente depilata, che raggiungo con la bocca e mentre la scopo con la lingua le afferro i seni con le mani. Lei inarca la schiena come ad invitarmi a salire, così mi ritrovo steso su di lei a baciarla mentre con le gambe cerca di far fare strada al mio cazzo verso la sua fighetta. E’ bello duro, quindi le bastano pochi movimenti di bacino per farlo entrare.

Le sto dentro, non me ne sono neppure accorto come, visto la mia foga nel baciarla… La scopo sentendo la sua voglia stringersi intorno al mio cazzo e godere di quel momento magico. Le vengo dentro abbondantemente e ci rilassiamo.

Stesa accanto a me di spalle l’abbraccio sentendo il contatto di pelle, mi stringe la mano, di tanto in tanto si volta e mi da qualche bacio, io ricambio affettuosamente chiedendomi se abbiamo fatto la cosa giusta.

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