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Racconti Erotici

Valzer Viennese – Vecchi racconti di ErosItalia

By 1 Giugno 2022No Comments

Per lavoro viaggio molto. Quella volta ero a Vienna e la mattina verso le nove una giovane cameriera orientale entrò nella stanza dell’albergo proprio mentre mi stavo svegliando. Mi chiese scusa ma io, piacevolmente sorpreso per la sua gradevolissima presenza la invitai a fare il suo lavoro perché tanto mi sarei dovuto alzare. La guardai mentre svuotava il portacenere e il cestino dei rifiuti. Dallo spacco del suo grembiule intravedevo delle cosce perfette e bianchissime. Quando fu vicina al mio letto allungai un braccio e le carezzai il polpaccio. Rimase immobile. Incoraggiato da questo la feci sdraiare sul letto vicino a me e le aprii il grembiule leccandole dei piccoli seni sodi. Aveva la pelle fresca e profumata. Sotto portava solo delle mutandine bianche. Non gliele sfilai ma le presi le mani e la guidai sotto i pantaloni del mio pigiama. Lei afferrò il mio sesso già teso e prese a masturbarlo. Mi distesi sul letto lasciandola libera di farmi ciò che voleva. Abbassò un poco i miei pantaloni e prese il cazzo fra le labbra. Il pompino più dolce della mia vita: le venni in bocca quasi subito e lei, servizievolmente ingoiò ogni goccia. Ancora eccitato la volli distesa su un fianco accanto a me e le carezzai il fianco fino a lambire i bordi dei suoi slip. Sempre senza sfilarglieli la carezzai fra le cosce dove trovai la sorpresa: un piccolo gonfiore riempiva la mia mano.
“Ma che cosa…?” feci stralunato. Lei continuò a restare immobile e muta. Infilai allora la mano sotto lo slip e mi ritrovai nel palmo un piccolo cazzo duro che pulsava freneticamente. Come lo ebbi in mano lei strabuzzò gli occhi e si lasciò andare a un rantolo di godimento, leccandomi come un cane prima sul volto e poi sul petto. Non sapevo che fare ma istintivamente la masturbavo. A quel punto lei si voltò, fece in modo che io la abbracciassi da dietro e le riprendessi fra le mani il suo sesso. La leccai sul collo e sulla schiena continuando a massaggiarle il suo piccolo pene. Quando con la lingua arrivai al solco fra le natiche non esitai nemmeno un momento e mi infilai nel suo buchino posteriore, leccandoglielo e insalivandolo abbondantemente. Quando le puntai sull’ano la punta del mio cazzo fu lei stessa a spingere col suo sedere perché la penetrassi. Gridò di piacere. Stantuffai a lungo dentro di lei e venni di nuovo, inondandole l’intestino di liquido caldo. Quasi immediatamente anche lei spruzzò il suo liquido nella mia mano. Subito dopo la prese, se la portò al volto e guardandomi negli occhi, leccò tutto il suo sperma come un gatto fa con il latte dalla sua ciotola. Ero estasiato dal suo modo di fare così docile e terribilmente sensuale. Prima di andar via mi leccò ancora a lungo su tutto il corpo. Poi mi disse finalmente le sue prime parole: “Cinquanta dollari”. Pagai senza rimpianto. Anzi, le dissi di ripassare quella sera stessa perché ero disposto a spendere molto di più. Il mio soggiorno in quell’albergo doveva durare una settimana e la mia fantasia cominciò a volare.

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