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Racconti di Dominazione

Amore folle – parte terza

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Manuela stava riaccompagnando la sua amica a casa in macchina dandole i compiti per il giorno dopo, guardandola..Monia aveva il visio roseo, tipico di chi &egrave soddisfatto..felice’

Domani le palpi il sedere..vero?

Si..

E non devi fare pipì fin quando non te lo dico io ok?

Si Manu..per te farei tutto, io ti amo

Anche io’e ricordati amore, gonna corta e top senza intimo e se puoi senza calze

Si amore

Ora vai a nanna..nuda..devi sentire il contatto delle cose sulla pelle

La notte seguente Monia dormì tranquilla e beata in attesa del nuovo giorno. L’indomani si preparò e si recò all’università, salì sul pulman’e le telefonò Manu..

Dove sei amore?

In pulman

Ti possono vedere?

No

Allora alzati la gonna e appoggia il sedere sul sedile..e dimmi cosa provi

Mah..mi vergogno

Lo so’per questo devi farlo

Monia alzò la gonna e appoggio il sedere sul sedile che la fece rabbrividire, ma anche eccitare’

Sento freddo al culetto..

Bene’d’ora in poi..quando non ti vedono alza la gonna e appoggiati sempre col sedere scoperto, lo farai?

Si..

Ti amo Monia’ciao e resta così fino a quando non devi scendere

Monia resto così, con sedere nudo, a contatto con quel sedile, freddo’freddo..ma che la faceva eccitare, d’un tratto una vecchietta si sedette acconto a lei ma non poteva vedere ciò che lei celava poiché la gonna seppur non molto le copriva le cosce’ma tanto da farla sentire spudorata, poiché nella sua mente urlava una voce che le ricordava che il suo culetto era nudo, come la sua anima al cospetto di Manuela. Prima di scendere si sistemo un pò la gonna ma alzandosi e passando davanti alla donna mostrò parte del suo sedere poiché non era riuscita a sistemarsi al meglio..la donna disse a voce alta..

Signorina si sistemi!!! Non si vergogna???

Senti gelare il sangue, sentì gli sguardi dei passeggeri posarsi su di lei, il cuore battere forte e le gote dipingersi di un rosso petalo di rosa..si volto imbarazzata verso la signora sussurrando le sue scuse’ma si stupì quando si accorse che si stava bagnando. Scese stando attenta a non mostrare il suo corpo alla gente che ancora la guardava..

Entrò in facoltà e parlo con le amiche e in particolare con Daniela che indossava un vestito a fiori non molto corto, scopriva appena il ginocchio. I collant carne ne ampliavano le leggiadria..tacchi alti, schiena dritta a evidenziare quel seno che la faceva sembrare bella e sensuale come un’amazzone. Il suo profumo riempiva la stanza come il cielo riempie l’atmosfera, come il mare riempie gli oceani. Monia la guardava quasi estasiata da tanta eleganza e leggiadria, dal suo modo di parlare che rendeva chiunque altro un essere senza capacità di farsi capire. Lei era attraente con la semplicità di chi sa di esserlo, era sensuale e ogni centimetro della sua pelle, coperto o scoperto era sesso..e Monia non restiva al desiderio di toccarla..

Le chiese di accompagnarla in bagno e Daniela, con la sua dolcezza, non le disse di no..entrarono nell’anti-bagno, Monia entrò in uno dei bagni..dopo pochi secondi chiamò l’amica

Dany puoi venire? Si &egrave bloccata la cerniera della gonna..

Certo

Daniele entrò nel bagno e vide la sua amica in balia della cerniera e la aiutò senza fatica, uscendo Monia si trovo la schiena..e allungò una mano sul culetto dell’amica che di scatto si voltò dandole un sonoro ceffone..

Monia ma sei pazza?

No..beh..io

Non cercare scuse sei una lesbica di merda non voglio più saperne di te! Addio

Daniela uscì sbattendo la porta, stizzita e innervosita, Monia era già pentita di averlo fatto, temeva di aver perso la sua amica di università. Si recò in classe cercando di non intercettare gli sguardi di ira di Daniela. Uscì verso le 14 e si recò in un bar per prendere un panino. Si sedette al tavolo con altre compagne di università e chiacchierò’la sua attenzione si soffermò sul cellulare, c’era un messaggio di Manu..

&egrave giunta l’ora che i tuoi amici sappiano che non indossi slip..quindi se devi usare il tecnigrafo..lo farai..e ti chinerai’più che puoi..e ricordati..niente pipì

Si pentì di averle detto che il pomeriggio avrebbe avuto disegno tecnico..ma oramai era in gioco e iniziava a trattenere..fortunatamente la prima ora la prof fece lezione.

Ora ragazzi tirate fuori i fogli e fate questa proiezione

Il momento era arrivato, doveva svelare la sua intimità, dopo quella lezione tutti avrebbero saputo che sotto quella misera gonna non c’erano mutande. Iniziò a disegnare e chinandosi mostro il sedere ai ragazzi dietro il suo tecnigrafo e li senti sbavare, ma i patti erano chiari..doveva fare come se fosse tutto normale’sentiva i loro sguardi penetrarla, come se fosse al centro di uno stupro di massa..si sentiva nuda, profanata, ma continuava a disegnare imperterrita. Verso le 18 mise tutto a posto e andò via, la seppur la sua gonna non permettesse più di vedere niente’sentiva ancora le gocce colare lungo le cosce quasi a lambire le autoreggenti’il corridoio era vuoto e uno dei ragazzi le si avvicinò..

Ciao Monia..ti và un caff&egrave?

No..devo andare..

Dai Monia’

No’un’altra volta

Il ragazzo la prese di forza sbattendola al muro e palpandole le chiappe nude..la mise su un banco e le aprì le cosce..stava per farsi scopare..e forse era la cosa che più desiderava ma si ricordò delle parole di Manu..e iniziò ad urlare, il ragazzo si ricompose e scappò lasciandola a gambe larghe visibilmente eccitata. Si ricompose e si avviò verso la fermata, la vescica iniziava a premere davvero forte. Scese alla fermata della casa della sua dolce aguzzina e salì, lei la accolse con suo fare calorose e la fece spogliare, sempre sul pianerotto..e la baciò con passione..Monia sembrò svenire..era felice quando sentiva la lingua fondersi con la sua erano una cosa unica e inimitabile..si amavano davvero. La porto su letto e la fece sdraiare facendole allargare le cosce’poi prese un contenitore di 8 cm di diametro e la penetrò, anche stavolta il dolore si appropriò della ragazzina che urlò’forte’ma presto il dolore si tramuto il godimento che la fece gridare ancora, un primo orgasmo e poi un altro..

Non fare pipì ricorda..trattieni’

Infatti la vescica di Monia era al massimo ma non le impediva di godere..la stava aprendo e lei lo sapeva..sentiva la carne aprirsi..e teneva gli occhi chiusi e non vedeva ma senti qualcosa intrufolarsi nel buchetto di dietro’la stava penetrando anche lì’e con qualcosa che di certo non era piccola’ancora urla..dolore lancinante’e poi un altro orgasmo..Monia era distrutta, in preda al piacere, rossa in viso ma incapace di chiere pietà..si sentiva nata per questo..per essere aperta’per essere un giocattolo nelle mani della sua amante. Era bagnata’il liquido scendeva lungo le cosce lubrificando il contenitore che Manu spingeva dentro di lei..e questo sapeva essere solo l’inizio..

Dopo averla fatta godere Manu prese il viso di Monia e lo portò tra le sue gambe, lei iniziò a leccarla ma vista l’eccitazione non ci volle molto per portarla a godere..

Come tutte le sere la donna lavò ben bene la ragazzina, e la rivestì accompagnandola a casa..durante il viaggio Monia le racconto della giornata che aveva trascorso nei particolari

Monia sono fiera di te..ti amo

Per domani mi basta che non fai pipì neanche una goccia..

Mi spiace per la tua amica..ma sono sicura che capirà’e magari..che ne sai’

Sorrise con aria maliziosa e fece scendere Monia, salutandola con un lungo bacio..poi prese qualcosa dalla sua borsetta..della schiuma da barba e una lametta..ecco Monia’stasera ti rasi per bene..ok? mi raccomando..su la gonna e appoggia il sedere nudo dove puoi’e inizia a scoprirti i seni ed appoggiarli sui muri’lo che ti piacerà..a domani.

Ti amo..

La notte Monia non riuscì a dormire, la vescica la tormentava, premeva, non resisteva, aveva quasi le lacrime agli occhi..e verso le cinque scoppiò..a malapena fece in tempo ad alzarsi..alcune gocce scesero lungo le gambe..ma riuscì a fermarsi..si lavò e mando un messaggio all’amica dicendole dell’accaduto’e lei rispose l’indomani mattina

Non deve accadere più.. non godi per tre giorni..ed &egrave solo la prima parte della tua punizione. Esci prima e passa da casa mia..

Monia si reco da Manuela, che le diede una gonna..

Questa &egrave per te

Ma &egrave cortissima!

Hai pisciato?

Si ma poco..

Non ti ho chiesto quanta ne hai fatta ma se l’hai fatta

Si..

E quindi ora la indossi e vai all’università, non curarti di tirarla giù pensa solo a lasciarla salire..anche se la sua corsa sarà breve..

La accompagno davanti allo specchio facendole notare che le copriva a malapena il sedere..

Ti concedo i collant..ma se pisci ancora..via anche quelli..ok?

Si..

Ora va che &egrave tardi..e ricordati che te lo faccio fare perché ti amo e perché sol che ti piace’

Monia camminava per la strada ma la vergogna le saliva..anche se ora aveva la giacca a coprirla..ma l’idea di toglierla la impauriva..ma le gocce che bagnavano i collant..le ricordavano che era eccitata..eccitata da morire..la vescita premeva e non le permetteva di camminare bene, l’effetto era certamente di un donna che aveva dato tutto di sé..e anche questo non si discostava dalla realtà’

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