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Racconti di DominazioneTrio

ancora con il collega

By 22 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Perché stava tornando da lui?
Dopo la serata a teatro, o meglio il dopo teatro, era rimasta sconvolta un paio di giorni. Lui le aveva mandato un paio si sms, i soliti messaggi, senza accennare a quanto era successo. Il Lunedì, quando lo rivide al lavoro, capì che le era mancato. Le erano mancate le sue attenzioni, era atterrita dalla solitudine, forse però le era mancato anche il sesso. Prima dell’incontro, erano almeno 8 mesi che non stava con un uomo. Si era arrangiata un po’ da sola ma certo non è la stessa cosa. E anche gli ultimi periodi con il coglione da cui aveva divorziato non è che fossero stati fantastici, anzi’ciulatina ogni tanto, di solito non raggiungeva nemmeno l’orgasmo. Certo che si era sentita offesa dal modo in cui l’aveva presa. Senza nessun riguardo. Le aveva fatto anche male, perché praticamente era la prima volta che lo prendeva nel culo. Però’
Lo saluto con una certa freddezza, che si sgelò in un paio di giorni. Il Venerdì accetto un invito per il Sabato sera. Stavolta avrebbe dovuto lasciare i bambini dalla madre, la cosa non le sfagiolava molto. Eppure accetto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma si trovava seduta in macchina ad aspettarlo. Indossava miniginna, body nero che le valorizzavano il seno, giaccone. Perché la mini? In definitiva metteva raramente le gonne, ma 2 volte che usciva e accidenti aveva sempre messo la gonna. Arrivò con il suo SUV che si posizionò di fianco alla sua utilitario, da cui scese per salire velocemente sull’altra. Andarono in un disco pub, frequentato da persone piuttosto giovani. Aveva un’antica passione sopita per il ballo, musica e disco. Dopo un po’ si sciolse un po’ e iniziarono a divertirsi. Le sembrava di essere tornata ad anni lontani. Oltre che con lui ballò con un ragazzo, forse albanese, bel fisico che le strusciò addosso mica male. ‘ Ehi, ci dai dentro stasere! ‘ le disse divertito quando torno da lui. Non sembrava geloso, ma il tono le sembrò piuttosto allusivo. Aveva anche bevuto un po’ troppo, si recò al bagno dove incrociò il ballerino che provo a isolarla verso un angolo, provando a strusciarsi contro di nuovo. Dovette liberarsi con una certa energia. Lui aveva visto la scena ma non era intervenuto.
Riportandola verso casa deviò per una stradina appartata, vicino ad una zona industriale. Se l’era aspettato, meglio lì che al parcheggio. Spenta la macchina iniziarono a limonare, ebbe subito la sua mano in mezzo alle cosce, oppose qualche resistenza pro forma. In breve la mini era arrotolata alla vita e il tanga a mezza coscia. Le stava facendo un ditalino e iniziava ad avere la figa fracida. Le avvicinò la faccia al pene già sull’attenti. Non amava molto i pompini, ma era piuttosto eccitata e si chinò per prenderlo tutto in bocca. Ora il culo svettava, sentiva la sua mano che le ravanava vicino all’orifizio mentre l’altra dava in ritmo al pompino. Sentì un clack, aria gelida sulle chiappe e una terza mano fredda che la accarezzava. Ebbe un sussulto, ma la sua mano che premeva la bocca sul cazzo le impedì di sollevarsi. Provò ad accucciarsi sul sedile per essere meno esposta, ma lo sconosciuto prevenne il movimento bloccandole il culo con le mani, ed iniziando a toccarla tutta attorno alla figa. ‘ Sta tranquilla, è un amico, vuole solo divertirsi un po’ con noi! ‘ mi disse. Provai ancora a sollevare la testa per rispondergli, ero infuriata, impaurita, ma sentii lo sconosciuto che iniziò a leccarmi sulla figa, e mi bloccai di nuovo. La mano sulla testa ricominciò a darmi il ritmo del pompino, mentre le slinguate iniziavano mio malgrado a farmi provare piacere. ‘ E’ un bel troione, solo un po’ troppo pelo per leccarla ‘ adesso non sentivo più la lingua ma qualcosa che doveva essere la cappella dello sconosciuto. ‘ Metti il preservativo, e ricordati che il culo è solo mio – ; Il cazzo si stacco un attimo, poi lo sentii di nuovo e con decisione me lo ritrovai dentro. Non era entrato tutto subito, dovette spostarmi un po’ in bacino e me lo trovai dentro. Era piuttosto grosso, e iniziò subito a pompare. Aprii un attimo la bocca, subito mi sentii l’altro cazzo ancora più in profondità nella gola. Ero preso dal ritmo dietro che mi scopava la figa e davanti che mi scopava la bocca. Non capivo più niente fino a quando capii che mi stava per venire un bocca. Si irrigidì, venne e mi lasciò quando ebbi un colpo di tosse. Quello dietro aumentò ancora il ritmo, mi fece aprire una gamba e mi sentii quasi spaccata a metà, poi venne anche lui. Riuscii a girarmi e mi accorsi che era l’albanese. Con un ghigno disse che le mancava ancora qualcosa. Mi sollevò il body per palparmi il seno, poi tolse il condom, mi sollevò il reggiseno e ci ficcò in mezzo il suo cazzo ancora umidiccio per una spagnola. Lui era fuori dalla macchina in piedi, io dentro seduta sul sedile passeggero. ‘ ha proprio due belle pere!- Nel frattempo il cazzo stava tornando duro. Estratto il cazzo dalle tette mi prese la testa con le due mani e mise la mia bocca davanti all’asta. Non volevo aprirla. ‘ il pompino li voglio anch’io, con le buone o le cattiva ‘ Dietro mi sentii presa per i fianchi e spinta fuori, quasi caddi. Sentii una gran pacca sul culo: – Apri la bocca o mi incazzo. La aprii e presi il cazzo dell’albanese, che aveva un pessimo sapore. Poi mi sentii tirare indietro sempre per i fianchi, la sua cappella sul mio buco del culo, quindi uno strattone vigoroso all’indietro ed ero impalata senza nessuna lubrificazione. Dal dolore aprii la bocca. Iniziò a pomparmi muovendo l’inguine. ‘ Vediamo se sei un atleta. Disse all’albanese. Questi capì subito: estrasse il cazzo dalla bocca, mi sollevò le gambe e mi penetrò in figa. Mi mancò il respiro. Avevo due uccelli pulsanti che si muovevano dentro di me, si muovevano giocando sull’equilibrio del mio corpo in bilico tra loro. Sentivo bruciarmi il culo e stantufarmi in figa. Non ce la facevo più. Prima mi venne in culo, poi l’altro in figa, stavolta senza condom. Quando mi rimisero in piedi perdevo sborra da tutti i buchi. ‘ Sei proprio una gran troia. E mi obbligò a ripulire il suo uccello. Come sfregio l’albanese mi diede due manate sulle chiappe e se ne andò.

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