Skip to main content
Racconti di Dominazione

BASTARDO

By 20 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Devo ammettere di essere un gran figlio di puttana, erede di una delle famiglie più ricche e potenti della nazione, ho trascorso l’infanzia in vari collegi fino alla maggiore età, poi l’università e finalmente il contatto col mondo esterno.
Da quel momento mi sono divertito con una quantità di giovani donne che, sia per il mio aspetto da gran figo sia per i miei soldi, si facevano scopare alla grande inoltre la dimensioni del mio cazzo 33 x 20 mi ha dato grosse soddisfazioni .
Ma l’unica donna di cui mi sia innamorato e ricambiato &egrave stata mia sorella gemella Ramona che &egrave ora la mia compagna e segretaria particolare e mi affianca in ogni mia avventura.
Col passare degli anni abbiamo elaborato un metodo per dare sfogo alle nostre perversioni coinvolgendo belle donne obbligandole con l’inganno, il ricatto e via di questo passo a soggiacere ad ogni nostro capriccio, e devo dire che le soddisfazioni sono state parecchie.
L’ultima, in ordine di tempo, &egrave stata la conquista della signora Carla, la moglie dell’imprenditore XXX, una donna bellissima sofisticata e altera, innamorata del marito, dei suoi soldi e del tenore di vita che può permettersi, somigliante nei tratti e nel fisico a Monica Bellucci tanto per intenderci un seno stupendo alto e sodo di una terza misura abbondante le gambe lunghe ed un culo a mandolino da colpo apoplettico.
Il mio piano prevedeva, attraverso le opportune conoscenze, di rovinare completamente gli affari del Sig. XXX in modo da ridurlo in poco tempo quasi a dichiarare bancarotta e ritrovarsi improvvisamente senza un soldo, ma solo sulla carta, allora sarebbe intervenuta la mia banca, l’unica che potesse risolvere i suoi problemi con le dovute ‘garanzie’, anche perché gli altri direttori di banca, tutti miei complici e subordinati, si sarebbero rifiutati per timore di scandali vari.
Quindi approfittare di questo per scoparmi Carla convincendola che il suo ‘sacrificio’ avrebbe risolto i suoi problemi.
In poco tempo il panico si &egrave impadronito della famiglia XXX e su suggerimento di alcuni ‘Amici’ di famiglia la signora Carla ha telefonato al mio ufficio per un appuntamento per perorare la causa di suo marito.
La trappola era scattata e la preda si era presentata spontaneamente nella tana del lupo.
La segretaria fissò un appuntamento per le 16,00 ben sapendo che l’avrei fatta attendere almeno un’ora anche se non avevo nessun impegno.
Si presentò puntuale indossando un castigato talleur che mal celava le sue magnifiche forme e con un paio di scarpe col tacco di pochi centimetri, non si era preparata per sedurmi per ottenere ciò che voleva, certo non si aspettava di doverselo guadagnare.
Dopo circa un’ora, durante la quale la spiai con le telecamere a circuito chiuso scoprendola sempre più infastidita dall’attesa, la feci accomodare.
Entrò scortata da mia sorella
‘Buongiorno signora XXX si accomodi, posso offrirle qualche cosa?’
‘No grazie’ rispose ‘Le spiace se veniamo subito all’argomento della mia visita?’
‘Senza dubbio signora’ stava per parlare ma la precedetti
‘Suo marito si trova nei guai, guai molto seri che lo possono portare alla galera e lei a doversi lavare le mutande da sola’
‘Ma come”’
‘Silenzio Claudia’ ero passato al tu ‘Non sei nella posizione di poter parlare, io posso risolvere i vostri problemi all’istante ma voglio qualche cosa in cambio naturalmente’ e continuai senza lasciarle il tempo di replicare ‘Domani mattina alle 10.00 il mio autista verrà a prenderti e sarai mia ospite e a mia completa disposizione per l’intero fine settimana nella mia villa al lago , non c’&egrave bisogno che tu faccia le valige troverai quello che ti serve a casa mia, in mattinata un fattorino ti porterà gli indumenti che dovrai indossare per il viaggio’
‘Ma lei &egrave pazzo non le permetto”..’
‘Puoi sempre rifiutarti nessuno ti costringerà ma se alle dieci non sarai pronta arriverà la polizia a portare via tuo marito e a sequestrare tutto’
‘Sta a te la scelta, essere mia per due giorni o la bancarotta con tutto ciò che ne consegue’
‘Ed ora vattene il tempo &egrave scaduto’
Se ne andò sbattendo la porta furibonda ma nello stesso tempo spaventata dalla decisione che l’attendeva.
Mi ero eccitato da morire nel maltrattare quella bella donna e mia sorella, che aveva assistito a tutto il colloquio, altrettanto, il prossimo fine settimana avremmo avuto a nostra disposizione un corpo bellissimo per il nostro piacere.
Ramona si spogliò in fretta, del resto non indossava mai molto in ufficio, una gonna corta, autoreggenti, scarpe col tacco a spillo, una camicetta e niente intimo, era sempre pronta per suo fratello, venne da me si inginocchiò davanti alla poltrona tirandomi fuori l’uccello prendendolo golosamente in bocca.
La sua lingua disegnava arabeschi sulla mia cappella mentre le labbra circondavano l’asta congestionata, iniziò ad andare su e giù ingoiando ogni volta una porzione maggiore del mio cazzo fino a sentire la cappella in fondo alla gola, intanto si masturbava inserendo tre dita nella figa grondante, non ci misi molto a goderle in bocca riempiendola di sborra che ingoiò mugolando.
La rovesciai sul tappeto, alzandole le gambe sulle mie spalle, cominciando a leccarle la figa ed il buco del culo, in pochi secondi esplose in un orgasmo che la fece tremare tutta, allora puntai la mia grossa cappella sul suo culo e spinsi il cazzone nel suo budello, venni risucchiato dal culo di mia sorella ed entrai fino ai coglioni.
‘Sfondami Marco sfondami, rompimi il culo amore mio, fammi godere’ urlava Ramona in preda ad orgasmi multipli.
Cominciai a menare colpi su colpi che avrebbero sfondato una vacca fino a che le sborrai nell’intestino.
L’indomani mattina alle nove un fattorino si presentò a casa di XXX con un pacco per la signora Claudia.
Ella sapeva cosa conteneva ne era attratta e spaventata nello stesso tempo, lesse il biglietto che lo accompagnava, aveva deciso.
Alle dieci arrivò la mia limousine entrò nel giardino della villa di XXX, l’autista scese ed aprì la porta posteriore ed attese, pochi secondi dopo si aprì la porta ed apparve Claudia con indosso un paio di scarpe col tacco a spillo di 13 cm splendidamente nuda il pube completamente depilato ed i capelli corvini legati con una coda di cavallo ed un collare in pelle nera con le borchie d’argento chiuso con un lucchetto, percorse i pochi metri che la separavano dalla macchina senza affrettarsi e salì.
L’autista chiuse la portiera si mise alla guida e partì.
‘Vedo con piacere che hai accettato la mia proposta e che ti sei attenuta alle prescrizioni’ le dissi quando si fu seduta in macchina.
‘Avevo scelta?’ ‘No’
‘In questi due giorni sarai la mia schiava, dovrai chiamarmi semplicemente Padrone o signore, dovrai tenere sempre lo sguardo a terra e fare esattamente quello che ti ordinerò non avrai nessun diritto ed ogni intemperanza sarà punita severamente, in questi giorni sarai la nostra troia, la nostra cagna, il nostro cesso, sarai solo un contenitore di sborra e piscio ‘
‘Ramona &egrave la mia segretaria’ le dissi indicando mia sorella che indossava un paio di stivaloni a mezza coscia in pelle nera una corta gonna e un reggiseno sempre in pelle, da cui facevano capolino i due capezzoli, ed un frustino ‘Qualsiasi cosa ti verrà ordinata da lei sarà come lo ordinassi io stesso hai capito bene’
‘Si’
‘Si che cosa? Puttana’ ringhiò Ramona colpendole un capezzolo col frustino.
Il dolore arrivò al cervello di Carla come una stilettata ed urlò, subito un altro colpo raggiunse l’altro capezzolo.
‘Si Padrone’ si corresse subito cercando di coprirsi il seno con le mani.
‘Leva le mani, dovrai tenere le braccia sollevate con le mani dietro alla testa o lungo il corpo a seconda di come ci piacerà ma non dovrai mai usarle per coprirti, hai capito?’ disse ancora Ramona.
‘Si padrona’ rispose abbassando le braccia.
‘Il collare ti verrà tolto Domenica sera, mentre questo bracciale sarai tu a decidere se vorrai restituirlo o tenerlo per sempre’ le porsi un cofanetto, lei lo aprì e ne tolse un bracciale d’oro e brillanti con una chiusura speciale, all’interno vi era anche la piccola chiave per aprirlo.
‘Indossalo al polso destro, chiunque lo vedrà capirà che tu sei di mia esclusiva proprietà’
Lo indossò rassegnata ma sicura che alla fine di quel benedetto fine settimana si sarebbe liberata di tutto.
‘Abbiamo ancora un’oretta prima di arrivare a destinazione che ne dici Ramona di cominciare a saggiare la nostra troietta?’
‘Mi sembra una splendida idea Marco’ e continuò ‘Vediamo come sei fatta sotto, apri bene le gambe troia’
Claudia allargò le gambe mostrando la figa glabra, nell’aprire le cosce le labbra si dischiusero lasciando vedere l’interno già umido.
Ramona si avvicinò accarezzandole prima il seno poi lentamente verso il pube ed infine cominciò ad accarezzarle in clitoride che sotto le sue abili dita cominciò a gonfiarsi mentre il respiro si faceva più affannoso.
‘Hei la troietta &egrave già fradicia, &egrave bastato darle due frustate per farla partire, penso che ci divertiremo parecchio’
Ramona cominciò a leccarle la figa inserendo la lingua sempre più a fondo, Claudia cominciò ad ansimare sempre più forte gemendo, si stava avvicinando l’orgasmo.
Presi una pinza e le pinzai un capezzolo gonfio d’eccitazione, il male respinse l’orgasmo imminente e dalla bocca uscì un gemito di dolore, Ramona intanto continuava a leccarla e a titillarle il clitoride con la lingua portandola nuovamente verso l’orgasmo.
Ancora le pinzai l’altro capezzolo con un’altra pinza ed ancora l’orgasmo svanì.
Claudia mi guardò con uno sguardo misto di odio e di supplica.
‘Le cagne non devono godere prima dei loro padroni e tu ora non sei altro che una cagna’ l’ammonii
‘Ed ora sarai tu a leccare la figa di Ramona, inginocchiati davanti alla tua padrona e lecca’
Si mise carponi e si mise di buona lena a leccare la figa fradicia di Ramona mostrandomi le terga, aveva un culo magnifico ed in quella posizione le chiappe si dilatavano naturalmente mostrando il buchetto e più sotto la figa gonfia di desiderio ed il clitoride eretto come un piccolo cazzetto.
Nel frattempo anche io mi ero spogliato, il mio cazzo era già in erezione, mi posi dietro Carla ed appoggiai la cappella all’entrata della sua figa e cominciai ad accarezzarla col glande lubrificando al tempo stesso la grossa cappella.
Claudia cominciò ad agitare il bacino spingendolo all’indietro per farsi penetrare, sentire un cazzo contro la sua figa mentre leccava un’altra donna le dava un piacere mai provato unito al sottile languore in cui si era trasformato il dolore ai capezzoli la faceva bagnare come non mai mentre l’orgasmo ricominciava a montare, proprio allora le pinzai il clitoride gonfio d’eccitazione con una terza pinza.
Urlò inarcando le reni ed io la penetrai col cazzo teso allo spasimo.
La troia era stretta ma l’abbondante lubrificazione mi consentì di entrare in lei con una certa facilità fino ai coglioni sbattendo la cappella sul collo dell’utero.
Si sentì riempita come non lo era stata mai e subito il dolore al clito si trasformò in godimento, spingeva il culo incontro al mio cazzo sempre più velocemente.
‘Dai sfondami, fammi godere, non ne posso più’
Aveva smesso di leccare Ramona ed una frustata sui capezzoli martoriati la riportò con la bocca sulla figa di mia sorella.
‘Non devi parlare, sei una cagna al nostro servizio ricordalo’
‘Adesso bevi troia, bevi tutta la mia sborra godooooooo’ urlò Ramona che quando veniva pareva sborrasse come un uomo, ed inondò la bocca ed il viso di Claudia che continuò a leccare ripulendole la figa.
Anche il suo orgasmo era vicino accellerò il ritmo della scopata costringendomi a prenderla per i fianchi per bilanciare le spinte.
Con un ultimo affondo mi svuotai nella sua figa inondandola di sborra bollente e contemporaneamente esplose in un orgasmo colossale.
‘Godo, godooooooooo!!!’
Sentivo le pareti della vagina contrarsi ritmicamente sul mio uccello mungendo le ultime gocce del mio seme.
Lo sfilai da quella guaina bollente, lei gemette contrariata, mi avvicinai alla sua bocca e premetti la cappella sulla sua bocca.
Aprì le labbra ma subito si rese conto della grossezza del cazzo che si trovava davanti e dovette faticare non poco per accogliere l’enorme cappella nella sua bocca.
‘Brava cagnetta pulisci tutto il cazzone del tuo Padrone’
Dalla vagina oscenamente aperta colava un rivolo di sborra che subito Ramona si affrettò a raccogliere con la lingua suggendo contemporaneamente gli abbondanti succhi vaginali, poi con la bocca piena baciò Claudia riversandole in gola parte di quel nettare che questa ingoiò golosamente.
Claudia era sconvolta era appena all’inizio della sua avventura e si era rassegnata a subire le perversioni del sig. KKK ma non aveva previsto che avrebbe goduto in questo modo assoluto e coinvolgente e che il suo corpo avrebbe reagito al dolore tramutandolo in piacere.
Non si rendeva conto di come avesse potuto prendere dentro di se quel cazzo enorme che l’aveva penetrata, era abituata a quello del marito che nulla aveva a che vedere con quel mostro ed anche pensando alle sue esperienze prematrimoniali non ricordava un membro che si avvicinasse a quelle dimensioni.
Solo l’esperienza lesbica con Ramona le ricordava i tempi dell’adolescenza quando in collegio con la sua compagna di stanza si divertivano con le mani e con le lingue ad esplorare i loro corpi acerbi in cerca del piacere.
Intanto il tempo era trascorso ed arrivammo a destinazione Ramona agganciò un guinzaglio al collare di Claudia senza togliere le pinze dai capezzoli e dal clitoride, l’autista ci venne ad aprire la portiera ed io scesi seguito da mia sorella e dalla nostra cagna.
All’ingresso c’era il maggiordomo di colore e due cameriere, una bionda l’altra rossa di capelli, che indossavano dei corpetti in pelle nera molto stretti in vita che sostenevano senza coprire il seno, un paio di calze a rete sorrette da un reggicalze anch’esso in pelle nera, un paio di scarpe col tacco a spillo di 15 cm. ed un grembiulino bianco che copriva appena il pube .
I capelli erano legati in una lunga coda di cavallo.
Appena scesa dalla vettura Claudia si accorse che il maggiordomo teneva in mano due guinzagli ai quali erano agganciate altre due donne completamente nude, se si eccettuavano il collare il bracciale d’oro come il suo e le scarpe col tacco altissimo, entrambe bellissime una doveva avere circa 40 anni e l’altra molto più giovane non più di 18.
Mantenevano lo sguardo basso ma la loro curiosità di conoscere la nuova venuta vinse il timore di una punizione e guardarono entrambe verso Claudia.
Claudia si sentì gelare il sangue, quelle donne erano Daniela e Cinzia la stupenda moglie e l’altrettanto bella figlia del senatore ZZZ.
Cosa facevano qui? Eppure la loro tenuta ed il bracciale le identificavano inequivocabilmente come proprietà assoluta del sig. Marco.
‘Buon giorno Signore, ben tornato’ disse il maggiordomo
‘Buon giorno Alì tutto bene?’
‘Certo Signore le sue cagnette erano impazienti di servire il loro Padrone ed un po’ nervose per la mancanza della loro razione di frustate e cazzo’ continuò ‘Mi sono permesso quindi di calmarle un pochino sculacciandole ed inculandole, ora hanno le chiappe belle rosse ed il buco del culo pronto per lei Signore’
‘Ottimo lavoro Alì sanno che questa sarà la loro ultima sera e sono certamente nervose ma ora andiamo a mangiare ho fame’
Entrarono in casa e si recarono in un salone dove era apparecchiata una tavola con almeno venti posti, a capotavola sedette il Padrone alla sua destra Ramona e alla sinistra le tre cagne.
Claudia si accorse che le sedie, dove dovevano sedersi le donne, erano munite di un fallo in lattice grosso poco più di un dito proprio nel centro della seduta, rimase un attimo sorpresa ma subito vide le altre che si accomodavano facendosi penetrare la figa dal fallo e così fece anche lei, credeva di avere qualche difficoltà ma si accorse che era abbondantemente bagnata dai succhi che uscivano dalla sua figa.
Le cameriere arrivarono con dei bracciali di cuoio con cui legarono i polsi delle cagne allo schienale delle sedie in modo che non potessero usare le mani per mangiare, infatti al posto dei piatti vi erano delle ciotole per cani.
Durante il pranzo il Padrone e Ramona conversarono amabilmente del più e del meno mentre le schiave in silenzio mangiavano dalle ciotole direttamente con la bocca, Claudia era un po’ più impacciata ma ben presto si abituò cercando di copiare la tecnica delle altre due.
All’inizio della seconda portata il Padrone disse solo ‘Cambio’
E le donne si alzarono facendo uscire i falli dalle loro fighe ed infilandoli nel culo,
Claudia che non aveva mai praticato la sodomia esitò ma immediatamente Ramona tirò le catene che aveva attaccato alle pinze dei capezzoli procurandole un dolore lancinante, esitò ancora ed un’altra strattonata ai capezzoli la convinse a sedersi col culo su quel fallo, il membro era ben lubrificato dai suoi succhi vaginali ed apertasi la strada nello sfintere le entrò tutto nel retto fino a che le chiappe si appoggiarono alla sedia.
Si sentiva impalata e faceva fatica a muoversi ma pian piano il suo culo si abituò alla intrusione.
Alla fine del pranzo venne ordinato ad una cameriera di portare Claudia nella sua stanza e di prepararla per la sera.
Venne portata nella sua stanza e fatta sdraiare sul letto mentre la cameriera andava in bagno a preparare la vasca, quando tornò Claudia era immersa nei suoi pensieri.
Tutto sommato pensava, a parte qualche parolaccia due scudisciate e un po’ di dolore ai capezzoli e al clitoride, aveva goduto veramente come mai le era capitato e quel grosso cazzo che l’aveva penetrata l’aveva portata ad un orgasmo incredibile, forse non sarà così male questo fine settimana.
Si era bagnata e con le lunghe dita si stava masturbando languidamente.
Improvvisamente una frustata la colpì in pieno in mezzo alle cosce e la voce di Ramona le urlò:
‘Cosa stai facendo cagna? Non ti &egrave permesso masturbarti ma solo dare piacere ai tuoi padroni’ ed un’altra frustata la colse su un capezzolo ancora stretto nelle pinze.
‘Angela’ riprese Ramona rivolgendosi alla cameriera ‘Porta questa troia nella Stanza delle torture ed immobilizzala’
In breve Angela la portò in una stanza tutta tappezzata di drappi rossi ed alle cui pareti pendevano innumerevoli anelli, catene, carrucole ed altri strumenti di tortura, su un’altra parete erano appese fruste frustini, bracciali, ed ogni sorta di falli finti, in mezzo alla stanza una gogna ed un cavalletto foderato in pelle.
Fu immobilizzata con dei bracciali uniti dietro la schiena che le bloccavano i gomiti dietro le spalle e rendevano i seni più esposti, le fu applicato un boccaglio a palla ed un cappuccio con l’unica apertura per il naso, da quel momento era completamente cieca. Fu obbligata a colpi di staffile ad allargare le gambe che furono bloccate al pavimento con delle cavigliere e delle catene, infine le furono applicate nuove pinze con anelli ai capezzoli.
Angela si ritirò lasciandola sola, rimase così un tempo indefinito, cominciava ad avere un po’ di paura.
La cecità, più che la posizione comunque scomoda a gambe larghe in equilibrio sui tacchi alti, le braccia bloccate e il dolore ai capezzoli la mettevano a disagio ma nonostante tutto si sentiva eccitata e dalla figa cominciava a distillare il piacere.
Ad un tratto intuì la presenza di qualcuno nella stanza che la guardava, non vedeva ma ‘sentiva’ uno sguardo sul suo corpo, poi udì la voce di Ramona.
‘Questa vacca credeva di venire qui a divertirsi, in macchina l’abbiamo fatta godere come una troia e pensava di continuare da sola ‘ e cominciò a sculacciarla con una paletta di cuoio alternando i colpi su entrambe le chiappe, i colpi erano secchi e decisi ed in breve aveva il sedere in fiamme.
Presi delle catene le appesi a delle carrucole fisse al soffitto e ne agganciai un’estremità agli anelli delle pinze, Claudia ebbe un fremito sentendosi toccare il seno, all’altra estremità attaccai due pesi di circa 100g. l’uno e li lasciai andare.
Il peso fece tendere le catene e di conseguenza i capezzoli vennero tirati violentemente verso l’alto, Claudia lanciò un grido soffocato dal bavaglio e spinse il petto in fuori per cercare di attutire il dolore.
Le misi una mano fra le cosce, era fradicia, presi un fallo di lattice di 20cm. e lo appoggiai alle grandi labbra poi lo spinsi nella sua figa, era talmente bagnata che entrò tutto fino alla base.
‘Troia guai a te se lo fai uscire’ le ordinai
Claudia non capiva più nulla aveva male al seno tirato dai pesi ma nello stesso tempo godeva del fallo che la penetrava, sentiva che, a causa dei suoi abbondanti succhi il vibratore le stava uscendo dalla vagina e si sforzò di trattenerlo usando i muscoli della figa e lo risucchiò dentro di se, appena però si rilassava questo riscendeva obbligandola a stare sempre in tensione.
Godevo nel vedere il suo corpo stupendo tutto teso dal piacere e dal dolore avevo il cazzo durissimo.
Mia sorella si stava masturbando infilandosi l’intera mano nella figona rorida.
‘Daniela vieni a succhiare il cazzo al tuo signore e tu Cinzia vai a leccare il culo di Ramona’ dissi rivolto alle cagne che attendevano ordini.
Daniela non se lo fece ripetere due volte ed inginocchiatasi davanti al Padrone imboccò la grossa cappella mentre con la lingua titillava il filetto, piano piano aprendo il iù possibile la bocca si fece penetrare dal grosso cazzo fino in gola, la presi per le orecchie e cominciai a scoparla in bocca come fosse una figa, intanto Cinzia si dava da fare col culo di mia sorella penetrandola con la lingua.
A questo punto tolsi il cappuccio a Claudia mentre Daniela continuava a pomparmi il cazzo ed aggiunsi altri due pesi ad ogni catena, il seno era teso ed i capezzoli erano diventati duri e lunghi, ne aggiunsi alti due, ora i capezzoli erano tirati da 500g di piombo.
Le tolsi dalla figa il fallo e lo sostituii con uno più lungo e grosso che la sua vagina accolse per intero e lo agganciai con dei lacci ai suoi fianchi perché non uscisse, Claudia godeva, aveva un orgasmo dopo l’altro.
Presi Cinzia la portai di fronte e Claudia la legai immobilizzandola alla pecorina col culo bello alto e le braccia legate alle caviglie e mi posizionai dietro di lei.
‘Claudia guarda come inculo questa cagnetta, le piace farsi rompere il culo, poi romperò anche il tuo puoi starne certa’
‘I miei buchi sono i tuoi buchi Padrone prendimi dove più ti piace’ urlo la ragazzina
Claudia non credeva alle sue orecchie, una ragazzina di 18 anni completamente soggiogata.
Appoggiai la cappella al suo buco del culo e spinsi, l’ano si aprì non senza difficoltà ma l’enorme palo cominciò ad entrare nel retto della ragazzina fino alla radice, la puttanella aveva le gote rigate dalle lacrime ma non si lamentò anzi ringraziò il suo Padrone.
‘Grazie Padrone per aver scelto il mio culo per il tuo piacere’ disse.
‘Vieni a leccare la figa di tua figlia mentre la inculo, e tu lecca quella troia di tua madre’ ordinai.
La donna si sdraiò sotto la figlia e cominciò a leccarle la fighetta completamente fradicia mentre Cinzia faceva altrettanto con la figa di sua madre.
Cominciai a pompare quel culetto facendo uscire quasi per intero il cazzo per poi ricacciarlo dentro con violenza.
Ramona nel frattempo aveva preso un fallo di dimensioni abnormi circa 50 x 30 e, dopo averlo lubrificato con del gel si era seduta su di esso facendosi penetrare la figa, l’abitudine alle dimensioni del mio cazzo e l’uso quasi quotidiano di falli sempre più grossi le consentivano penetrazioni incredibili sia in figa che in culo.
Continuai ad inculare Cinzia per parecchio tempo poi estrassi il cazzo ordinando alla madre di tenerle ben aperte le chiappe.
‘Guarda questo culo’ dissi a Claudia mostrandole la voragine che era al posto del buchino della giovane ‘ Presto sarà così anche il tuo’
Poi presi un grosso plug in lattice infilandolo completamente nell’ano.
‘Cagna! Slega tua figlia’ ordinai a Daniela
La donna slegò la figlia, che ebbe qualche difficoltà ad alzarsi e a camminare con quel grosso arnese nel culo, poi andarono entrambe a posizionarsi in un angolo della stanza in attesa di ordini.
Rivolsi quindi le mie attenzioni a Claudia, il suo bellissimo corpo era teso come una corda di violino, costretta a mantenersi in equilibrio sui tacchi alti con le gambe divaricate e le caviglie imprigionate negli anelli, i capezzoli stretti nella morsa delle pinze che reggevano le catene, alle cui estremità vi erano due pesi di 500g. ognuno, le braccia legate dietro la schiena e, dulcis in fundo, un vibratore di grosse dimensioni infilato nella figa.
Nonostante il dolore che le pinze le procuravano ai capezzoli e al seno, teso verso l’alto, la troia godeva e rivoli di umori le scendevano lungo le cosce ed il fallo nella figa era completamente bagnato.
Le tolsi lentamente i pesi ed infine le pinze, un gemito accompagnò questa operazione che aumentò di intensità quando le presi tra le dita i capezzoli tumefatti stringendoli.
Le slegai anche le caviglie e, prendendola per il guinzaglio, la portai verso la gogna le imprigionai la testa e le braccia allo strumento di tortura e le caviglie a due anelli fissati al suolo lasciandola a 90′ con i seni che pendevano verso il basso.
– Nella mente di Claudia intanto un turbinio di sensazioni la tormentava, aveva provato dolore per le pinze ai capezzoli e per i pesi che le avevano tirato i seni ma nello stesso tempo aveva goduto come non mai e la sua figa colava costantemente abbondanti succhi tanto che a fatica era riuscita a non far scivolar fuori il primo cazzo finto che le avevano introdotto, quando poi le avevano tolto la benda dagli occhi la vista del grosso cazzo del suo Padrone, anche nei suoi pensieri ormai lo chiamava così, che profanava il culo della ragazzina le aveva procurato un moto di gelosia, voleva per se quel cazzo voleva risentirlo dentro e avrebbe accettato tutto pur di averlo -.
Chiamai Alì e le due cameriere ed ordinai al primo di scopare Claudia e alle altre due di succhiarle i capezzoli poi mi avvicinai alla sua bocca infilandole la cappella tra le labbra.
Le dimensioni del cazzo di Alì non avevano nulla da invidiare alle mie in quanto a lunghezza mentre in larghezza era decisamente più piccolo, ciò nonostante era pur sempre un cazzo fuori misura che la figa di Claudia accolse per intero fino a che i coglioni urtarono il clitoride sensibilissimo.
Le due servette si dedicarono a succhiarle i capezzoli tormentandoli con la lingua e con le labbra in un misto di dolore e piacere che faceva contorcere lo splendido corpo della cagna.
Era preda di un godimento continuo senza soluzione di continuità che si rifletteva sul mio cazzo ben piantato nella sua gola, la sua lingua vorticava attorno al glande mentre con le labbra stringeva l’asta che la scopava in bocca.
Infine Alì mi chiese il permesso di venire ed io gli concessi di riempire la figa di Claudia della sua calda sborra poi fu il mio turno ma non volli venirle in bocca, come sicuramente si aspettava e bramava considerato il no prolungato che uscì dalla sua bocca, ma mi allontanai e sborrai in gola di mia sorella che, ancora impalata sull’enorme fallo di plastica, bevette fino all’ultima goccia il mio nettare.
‘Cagna dovrai guadagnarti la mia sborra’ le dissi con un ghigno.
Ad un mio cenno Cinzia si gettò in ginocchio tra le gambe di Claudia leccando e ingoiando la sborra di Alì che usciva copiosa dalla figa ancora spalancata.
Claudia era sfinita dai continui orgasmi ed idem le altre donne.
‘Voi!’ dissi rivolgendomi alle cameriere ‘accompagnate le cagne nelle loro stanze fatele riposare e poi preparatele per questa notte……..avranno parecchio da fare ah ah ah’ poi rivolto a Ramona ‘ Vieni cara andiamo a riposare’.
Claudia era stravolta, si immerse nella vasca e chiuse gli occhi mentre Angela la lavava passandole una morbida spugna profumata su tutto il corpo.
Il contatto della spugna coi suoi capezzoli doloranti la fece sobbalzare riportandola alla realtà.
‘Angela cosa mi succederà?’
‘Non sei autorizzata a parlare……sei solo la cagna dei padroni…….ora ti riposerai qualche ora poi verrò a prepararti’
‘Ma anche tu sei costretta…’
‘Smettila di parlare puttana…….altrimenti ti faccio punire’ poi continuò ‘Io e le altre cameriere siamo qui spontaneamente, profumatamente pagate dal Padrone, inoltre ci piace ciò che facciamo ha ha ha ………ed ora basta cerca di dormire’ e se ne andò.
Il sonno dalla donna fu agitato, continuava a pensare al cazzo enorme del Padrone ed ogni volta questi si ritirava, negandole il piacere di assaporarne la sborra, poi si vedeva mentre leccava le fighe di Ramona e di Cinzia mentre il Padrone che la frustava sul culo e Alì inculava Daniela.
Si risvegliò con la figa completamente fradicia ma questa volta non si azzardò a toccarsi, appena si fu alzata entrò Angela.
‘ Vieni che ti devo preparare’ disse trascinandola in bagno.
Anche se agitato il suo sonno doveva essere stato profondo perch&egrave nel bagno tutto era pronto per il clistere e lei non si era accorta di nulla.
‘Mettiti a pecorina ed alza bene il culo’ le ordinò la cameriera indicandole un punto del bagno davanti ad un grande specchio, Claudia ubbidì senza fiatare dando le spalle allo specchio, poi le divaricò le gambe assicurando le caviglie a due anelli infissi nel pavimento.
La ragazza prese la cannula lunga una quindicina di centimetri e grossa come un pollice e si posizionò dietro di lei.
La figa di Claudia cominciava a colare ed Angela se ne accorse
‘Sei proprio una vacca……..al solo pensiero di fare il clistere ti stai già bagnando……….lo sai a cosa serve vero?’ e senza attendere risposta continuò ‘Devo pulirti bene il buco del culo per il Padrone………questa sera festeggerà rompendoti quel bel buchino da santarellina’
‘Nooo….non voglio!!’
‘Zitta troia…….senti come sei bagnata’ ed infilò quattro dita nella figa fradicia di Claudia.
‘Non l’ho mai fatto……’
‘Ha ha ha la mogliettina non ha mai dato il culetto al maritino e adesso sbrodola al pensiero che il cazzone del Padrone la sfondi………sei proprio una cagna….peggio della piccola Cinzia’
Poi prese la cannula la infilò nella figa per lubrificarla e quindi la introdusse nel buchino quasi per intero.
Claudia sentì solo un piccolo fastidio, qualche volta aveva provato il clistere per liberare l’intestino e non le era dispiaciuto, poi il liquido tiepido cominciò ad invaderle le viscere, il ventre le si gonfiava, si sentiva riempire sempre di più ed iniziava a provare un po’ di dolore, il liquido non accennava a diminuire di intensità.
‘Basta!!….sono piena…….ahhhh……basta’
‘Silenzio….sei solo a metà………un’altro litro e poi potrai scaricarti’
‘Un’altro litro??? Noooo…..basta…….’
Sciafff una scudisciata la colpì sulla natica destra seguita immediatamente da un’altra su quella sinistra.
‘Ti avevo detto di tacere….puttana’
Angela tolse la cannula e contemporaneamente introdusse un cuneo di plastica, impedendo di fatto a Claudia di liberarsi, le sciolse le caviglie e le ordinò di alzarsi.
Claudia sentiva la pancia gonfia e i crampi cominciavano a farsi sentire.
Angela la prese per il guinzaglio e le fece fare il giro della stanza poi finalmente la fece inginocchiare nuovamente con le spalle allo specchio legandole le caviglie e le tolse il cuneo.
‘Bada a non sporcarmi’ la ammonì
Per la donna fu una vera liberazione mentre il liquido le usciva dal culo con forza ed un insolito languore si fece sentire nel basso ventre.
La cameriera si accorse subito del godimento che provava e ne approfittò per insultarla ancora.
‘Ma brava la nostra troiona………gode anche col clistere…….e sono solo due litri!!!’
‘Ora vediamo se sei pulita’
Angela la masturbò per alcuni attimi strappandole alcuni gemiti di piacere poi introdusse due dita nella figa estraendole completamente bagnate, così lubrificate le inserì nell’ano affondando completamente tutte le falangi nel buco cedevole, cominciò a rotearle facendole entrare ed uscire poi ne inserì un terzo e quindi un quarto.
‘Mmmmh……..aaaaah……..mmmmmh’ Claudia gemeva con le quattro dita della ragazza infilate profondamente nel culo.
Stava godendo col culo!!!!
L’orgasmo si trasformò in un urlo di dolore quando sentì le pinze stringerle i capezzoli sensibilissimi.
‘Non sei autorizzata a godere da sola’ ghignò Angela ‘Però sei quasi pronta per il Padrone’ poi prese una cannula più larga infilandogliela nel buco del culo ed aprì il rubinetto.
Il getto più potente invase gli intestini riempiendo e gonfiando ogni ansa ed il dolore ricominciò con più intensità.
Questa volta Claudia resistette senza lamentarsi e il rituale si ripet&egrave con la differenza che il cuneo che le venne infilato nell’ano era grosso il doppio dell’altro e che lei riprese la posizione per liberarsi senza che le fossero legate le caviglie.
Si stava abituando al suo ruolo di cagna!!!
Io avevo assistito a tutto comodamente seduto sulla poltrona di camera mia, attraverso una serie di telecamere a circuito chiuso, mentre la mia amata sorella si dedicava a succhiarmi il cazzo.
‘Brava….stai imparando…….vedrai che presto riuscirai a prenderne anche quattro o cinque litri…….per ora siamo arrivati a tre ha ha ha !!! Adesso liberati poi vai in camera, indossa ciò che ti ho preparato ed attendi di essere chiamata’ infine Angela se ne andò.
Claudia si liberò e poi, come ordinatole, andò in camera per indossare ciò che le era stato preparato, oltre alle solite scarpe col tacco vertiginoso sul letto vi erano, una guepiere in pelle nera con le coppe a balconcino che lasciavano scoperti i capezzoli, un paio di calze nere ed infine una maschera in pelle, anch’essa nera.
Prima di indossarla la guardò attentamente, sembrava una maschera per immersioni che le avrebbe coperto completamente la testa ed il viso eccetto il naso, sulla nuca vi era un buco per far passare i capelli legati a coda di cavallo, e sul davanti due cerchi per gli occhi che potevano essere chiusi con una membrana scorrevole ed un cerchio per la bocca dove al momento era stato applicato un grosso fallo di lattice che poteva essere tolto in ogni momento per liberare la bocca.
Si vestì come le era stato ordinato e così agghindata attese di essere chiamata.
Non dovette attendere molto ma era la prima volta nella giornata che aveva un attimo solo per se, si guardò in giro, la stanza era arredata con gusto, c’era un grande letto un armadio che però non osò aprire e una toilette con una sedia, decise di attendere seduta su quella sedia e si accorse con stupore che anche questa, come quelle della sala da pranzo, aveva al centro della seduta un fallo di lattice con la differenza che questo era decisamente più grosso, esitò un attimo poi si accomodò facendosi penetrare la vagina dal membro finto, la difficoltà fu minima perch&egrave la sua figa era costantemente lubrificata dai suoi succhi.
Così seduta ripensò al giorno precedente.
Quando era uscita dall’ufficio del Padrone era furibonda aveva deciso che non avrebbe mai accettato poi, tornata a casa, trovò il marito in lacrime, tutto tremante che le annunciava che avevano perso tutto e che per non andare in galera era pronto a fuggire all’estero promettendole che presto lei lo avrebbe raggiunto.
Che stronzo, pensò, lui scappa e mi lascia nella merda, come al solito pensava solo a se.
Il mattino successivo, quando arrivò il pacco del Padrone, aveva deciso che avrebbe accettato la proposta, lesse la lettera dove erano scritte delle brevi istruzioni che riguardavano l’acconciatura dei capelli che dovevano essere legati a coda di cavallo, la depilazione che doveva interessare anche il pube e poi indossare quello che era contenuto nel pacco e null’altro.
Si era limitata a farsi la coda di cavallo in quanto il pube era sempre rasato ed ultimamente, in un centro estetico aveva reso la cosa permanente, poi aveva aperto il pacco un po’ timorosa, all’interno vi era uno splendido paio di scarpe nere con il tacco di 13 centimetri, un collare in pelle con borchie d’argento ed un lucchetto aperto e senza chiave che evidentemente serviva per chiudere il collare……..era tutto.
Rilesse le istruzioni, non doveva indossare null’altro, quindi si spogliò nuda, indossò le scarpe ed il collare chiudendolo col lucchetto ed attese l’arrivo del Padrone.
Le ore successive erano state dense di godimento mai provato.
L’arrivo di Angela la distolse dai suoi pensieri, la cameriera si era cambiata, ora indossava un completo a rete, una specie di collant che però comprendeva anche le maniche ed il busto, con una apertura all’altezza dell’inguine e le immancabili scarpe col tacco a spillo, i suoi capelli rossi sempre legati a coda di cavallo.
‘Vieni cagna &egrave arrivato il momento’ le disse tirandola per il guinzaglio
Venne portata in un salone simile a quello del pomeriggio, tutto drappeggiato in rosso e in nero, ma molto più grande dove facevano bella mostra vari strumenti di tortura di tipo medievale, dalla ruota alla gogna, dal tavolo di tortura coi vari attrezzi terrificanti immersi in un braciere ardente alle gabbie irte di chiodi.
Un brivido di terrore la pervase ed una goccia di sudore le scese lungo la schiena.
Sul lato più corto della stanza vi era una specie di trono dove era seduto il Padrone con accanto Ramona la sua segretaria e complice, alle sue spalle c’erano Alì e l’autista completamente nudi ed i membri imponenti appena eccitati ed altre due cameriere quella bionda del mattino ed un’altra mora che indossavano i medesimi indumenti di Angela.
Angela la portò ai piedi del padrone facendola sedere senza dire una parola.
Ai fianchi del padrone vi erano due uomini per parte seduti su delle poltroncine ed ai loro piedi avevano una ragazza ciascuno.
Queste tutte bellissime erano quasi completamente nude se si eccettua qualche capo intimo, come calze o reggicalze, e scarpe coi tacchi a spillo ma niente mutande o reggiseno, inoltre tutte avevano un collare col guinzaglio.
Claudia sapeva che non doveva alzare lo sguardo ma la curiosità fu più forte della paura e si mise a scrutare questi ultimi personaggi.
Erano tutti uomini tra i 35 e i 50anni, non particolarmente belli ma senza dubbio interessanti, tre di loro indossavano pantaloni e camicia mentre il quarto, sicuramente il più anziano indossava una tunica rossa da prelato.
Non li aveva mai visti ma quello vestito da prete la incuriosiva, cominciò a guardarlo con più attenzione…….no non era possibile…….era solo una somiglianza…….eppure!!!
Non aveva avuto molte occasioni per vederlo, lei non era praticante, ma quell’uomo sembrava proprio il vescovo della sua città!!!!
Ad un mio cenno entrarono Cinzia e Daniela.
‘Avvicinatevi….come promesso questa sarà la vostra ultima sera con noi….domani mattina sarete riaccompagnate a casa ma ora dovrete decidere se accettare il prezioso bracciale che avete al polso destro e quindi diventare di mia esclusiva proprietà oppure liberarvene e tornare alla vita di tutti i giorni certe che non sarete mai più importunate’
‘Avete avuto tre giorni per provare cosa vi aspetta e per decidere, ora Cinzia uscirà e tu Daniela deciderai autonomamente, su quel tavolino ci sono le chiavi che aprono il bracciale ed il collare, poi sarà la volta di Cinzia’
Cinzia uscì.
‘Padrone con te sono stata bene, ho imparato l’ubbidienza, a dare godimento col mio corpo e a riceverne anche con le giuste punizioni che hai voluto elargirmi……..ma &egrave con grande rammarico che devo rifiutare la Tua generosa offerta……il mio posto &egrave accanto a mio marito’ detto questo prese le chiavi e si liberò del collare e del bracciale.
‘Ti chiedo solo di farmi partecipare ancora una volta a questa riunione’
‘Vedremo……ora esci da quella porta’ indicai una porta opposta a quella da dove sarebbe entrata Cinzia, non volevo che la vista della madre libera le precludesse una decisione propria e spontanea, anche il bracciale ed il collare furono fatti sparire.
A questo punto entrò Cinzia, era stupenda, i seni ancora acerbi erano alti e sodi coi capezzoli già turgidi, la lunghe gambe inguainate in calze autoreggenti terminavano in un culetto fantastico, un mandolino perfetto.
‘Cinzia dimmi qual’&egrave la tua decisione’
‘Padrone…io sono molto giovane e prima di incontrarti non avevo avuto molte esperienze ma dentro di me speravo di trovare un uomo che facesse venire fuori la donna che era dentro di me……..devota, sottomessa, e puttana……..Ti amo Padrone e Ti amerò per tutta la vita per cui accetto con piacere…….sarò la Tua schiava, la Tua puttana e tutto ciò che vorrai che io sia’
‘Non rivedrai mai più tuo padre e potresti non rivedere neppure tua madre!!’
‘Mio padre &egrave un bastardo che non ha esitato a venderci a Te per salvarsi il culo, e a questo punto dovrei quasi ringraziarlo per avermi fatto conoscere il mio Signore, in quanto a mia madre, benché sia una gran troia che non ha indugiato quando l’hai costretta a fare l’amore con sua figlia e a guidare il Tuo cazzone dentro la mia figa vergine, penso che abbia rifiutato e che tornerà da mio padre’
‘Bene se &egrave questa la tua decisione prendi le chiavi e mettile in questo scrigno’ le dissi porgendole un cofanetto che conteneva una ventina di chiavi.
‘Ed ora iniziamo la cerimonia…….Angela porta Claudia al centro e preparala’
La cameriera prese la donna per il guinzaglio e la portò al centro della stanza, la fece mettere a quattro zampe su un tavolato girevole imprigionandole polsi e caviglie ad alcuni anelli fissi al legno, in modo che le gambe fossero oscenamente aperte, poi chiuse la membrana sugli occhi lasciando Claudia nel buio assoluto, infine azionò un motorino che faceva girare lentamente il tavolato in modo che tutti potessero vedere comodamente seduti.
Ancora una volta al buio, cominciava ad avere paura ma il suo corpo rispondeva diversamente e la figa cominciò ad inumidirsi ed un ruscello di umori iniziò a colarle lungo le cosce.
‘Cinzia ora che sei ufficialmente la mia schiava ti ordino di sculacciare per bene quella cagna che si sta già bagnando senza permesso’
Cinzia prese una paletta di cuoio e cominciò a colpire le natiche di Claudia che ben presto divennero rosso vivo, ciò nonostante non smetteva di bagnarsi.
‘Avvicinatevi amici ora assisterete alla rottura di questo bel culo, vi assicuro che &egrave ancora vergine ma ha già dimostrato questo pomeriggio di poter essere accogliente’ una risata collettiva seguì quelle parole.
Claudia senti la voce del vescovo che ordinava alla sua schiava di leccarle il culo per prepararlo al meglio ed immediatamente dopo la lingua guizzante della ragazza solcava le crespe del buco cercando di penetrare più a fondo possibile poi le dita della giovane cominciarono a farsi strada nel suo retto lubrificate dai suoi abbondanti succhi vaginali e da un gel che le era stato applicato.
Volevo godere di quel culo, del dolore che avrei provocato in quella cagna ma non volevo certo rovinarla, ero intenzionato a fare in modo che godesse il più intensamente possibile nell’essere sottomessa perch&egrave decidesse di restare per sempre la mia schiava come Cinzia e tante altre.
Intanto un’altra schiava aveva portato una serie di falli in lattice di varie grandezze che a cominciare dal più piccolo le vennero introdotti a turno nel culo.
‘Angela, Valentina, portate Daniela e legatela alla gogna’ tuonò la voce di Ramona
Le due cameriere ritornarono con Daniela completamente nuda e la imprigionarono a 90 gradi alla gogna.
Cinzia si accorse che la madre si era tolta il collare ed il bracciale ed inveì contro di lei.
‘Puttana….mi hai abbandonata……..lo sapevo che eri una vacca…..adesso che hai imparato a godere come si deve ti farai scopare da chiunque…….Padrone posso punire questa vacca?’
‘Va bene puniscila come credi…….Ramona amore e tu Alì e Anna aiutatela……..mi raccomando nessun segno sulla pelle’
‘Sarà fatto Padrone’ rispose Alì
L’ano di Claudia era stato preparato a dovere ed ora sembrava una bocca aperta in attesa del pasto e palpitava al ritmo dei battiti del suo cuore.
Se le avessero toccato il clitoride avrebbe certamente goduto, invece le applicarono delle pinze con dei pesi ai capezzoli, sempre molto sensibili, facendole recedere l’orgasmo imminente.
Tutto era pronto, Claudia attendeva quasi con impazienza il momento in cui il bel cazzone del Padrone avrebbe violato il suo culetto, resa cieca dalla maschera che indossava respirava a fatica e tutti i rumori erano attutiti.
Sentiva i colpi che Cinzia comminava a sua madre e le grida di supplica di quest’ultima.
‘Angela! Mettiti a pecora davanti a questa cagna e mettiti il cazzo che esce dalla sua bocca nella figa e non muoverti!’ Ordinai alla cameriera.
Angela eseguì l’ordine con gioia.
Attorno alla pedana girevole dove era prigioniera Claudia gli amici del padrone, compreso il Vescovo si erano denudati e le loro schiave, inginocchiate ei loro piedi avevano cominciato a succhiare i loro cazzi.
La schiava del Vescovo era una giovinetta di colore alta e slanciata di una bellezza sconvolgente che non doveva avere più di 19 anni.
Dai seni, della seconda misura, alti e sodi spuntavano due capezzoli scuri, lunghi un paio di centimetri, a cui erano stati applicati degli anelli d’oro uniti tra loro da una catenella, ugualmente, sulle grandi labbra, vi erano degli anelli uniti da un piccolo lucchetto che impediva di fatto la penetrazione, un paio di autoreggenti bianche, le scarpe col tacco a spillo dello stesso colore e l’immancabile collare col guinzaglio completavano l’abbigliamento.
La ragazza in ginocchio in adorazione del suo padrone gli leccava e pompava l’enorme cazzo lungo e grosso, circa 30 x 18.
Il mio cazzo era pronto per la penetrazione e quindi mi posi alle spalle di Claudia, appoggiai la cappella all’entrata della vagina e spinsi, la troia era in un lago e l’asta la penetrò completamente senza alcuna fatica.
‘Aaaaaaah siiiii’ mugolò Claudia e spingendo la testa in avanti penetrò più profondamente la figa di Angela.
La scopai per alcuni momenti in modo da lubrificare bene il cazzo poi lo estrassi puntando decisamente sul piccolo buco del culo che attendeva di essere violato.
Tenendomi saldamente ai fianchi della cagna cominciai a spingere la cappella dentro lo stretto budello, e più spingevo più Angela veniva penetrata dal fallo finto.
I clisteri, le manipolazioni precedenti e l’abbondante lubrificazione naturale fecero il loro dovere e poco dopo lo sfintere cedette e l’enorme cappella le sprofondò nell’ano.
Un urlo sovrumano seguì la penetrazione
‘Noooo………..aaaaaah………bastaaa………noooo’
‘Silenzio cagna! Questo &egrave solo l’inizio………e poi stavi sbavando dal desiderio…..ed ora ti lamenti? Valentina metti dei pesi alle tette di questa cagna’
La giovane cameriera agganciò due pesi da 200 grammi l’uno alle pinze che martoriavano i capezzoli di Claudia mentre io spingevo il cazzo sempre più in fondo al suo culo, il dolore ai seni sostituì per un attimo quello dell’ano.
Continuai incurante delle grida di dolore e non mi fermai che quando i coglioni sbatterono sulla sua figa fradicia, si perch&egrave dalla sua vagina continuava ad uscire un fiume di lava.
Ormai ero tutto dentro, anche il culo della moglie di quello stronzo di XXX era stato conquistato, ora si trattava di conquistarne completamente anche la volontà.
Mi bloccai un attimo poi estrassi completamente il cazzo per sprofondarlo nuovamente nel retto della donna in un sol colpo, un aaaaaah ma non più solo di dolore accompagnò questa nuova penetrazione che ripetei più volte sempre più velocemente.
I movimenti inconsulti della testa di Claudia portarono ben presto Angela all’orgasmo.
‘Levatele la maschera………voglio che veda ora……..e che supplichi di essere inculata dal suo padrone’
Claudia riemerse dal buio, di fianco a lei due uomini si facevano spompinare dalle loro schiave, vedeva i loro grossi cazzi sparire nelle loro bocche fameliche.
Nel frattempo Cinzia frustava sua madre eccitandosi.
‘Vieni Alì……vieni a scoparmi mentre frusto questa vacca’ urlò Cinzia
‘Posso Padrona Ramona?’ chiese il maggiordomo
‘Va bene …..ma prima aiutami’
Ramona ed Alì liberarono Daniela dalla gogna ma solo per girarla ed imprimi onarla a pancia in su, con le ginocchia piegate e le gambe spalancate, sopra un tavolo di legno.
Poi Alì prese Cinzia penetrandola da dietro col suo lungo cazzo.
‘Siiiii…..dai scopami……..aaaaah Padrone ti amoooo’
Daniela aveva il culo in fiamme, aveva provato dolore ma ciò nonostante si era eccitata per le frustate ricevute dalla figlia, non aveva accettato di restare col Padrone ma sicuramente la sua vita sessuale non sarebbe stata più la stessa.
Sopra il tavolo una serie di carrucole non presagivano nulla di buono per la donna, infatti Padrona Ramona prese delle pinze e strinse i capezzoli nella loro morsa poi, incurante delle urla di dolore agganciò delle catene ed attraverso le carrucole citate le collegò a dei pesi di 500 grammi l’uno.
Daniela inarcò la schiena tentando di diminuire la tensione delle catene, i suoi splendidi seni erano tirati verso l’alto mentre, quasi indipendentemente dalla sua volontà, dalla figa spalancata uscivano fiotti di nettare che Ramona si affrettò a leccare.
Tirai fuori il cazzo dal culo di Claudia, una vera voragine si apriva tra le sue splendide chiappe.
‘Bravo Marco!!…Ottimo lavoro’ si complimentò il Vescovo ‘Neppure io avrei saputo fare meglio!!! Vero Amina’ continuò rivolgendosi alla sua schiava che annuì senza peraltro togliersi il cazzo del suo Padrone dalla bocca.
‘Vieni a sentire come &egrave bagnata questa troia’ dissi mentre ficcavo tre dita nella sua figa.
Il Vescovo si avvicinò immergendo anche le sue dita nella figa allagata di Claudia.
‘Ti piace essere inculata?……..Rispondi cagna……lo vuoi il cazzo del Padrone?’
‘Siii……lo voglio’ disse Claudia con un filo di voce
Un colpo di scudiscio la colpì sul clitoride gonfio
‘Non sento puttana…….più forte’
‘Aaaaaaaaaaahh……lo voglio!!’ Urlò.
Altro colpo ‘Lo voglio cosa?’
‘Aaaaaaaaaahh……lo vo..glio……il cazzo del Padrone’
Un terzo colpo la colpì sui seni
‘Cagna tu non vuoi niente…….devi implorare il cazzo del Padrone’
‘Ti prego Padrone……dammi il tuo cazzo’
Mi portai di fronte al suo viso col cazzo a pochi centimetri dalla sua bocca
‘E dimmi…..dove lo vorresti’
‘Nel culo…Padrone….lo vorrei nel culo’ supplicò
‘Non sei in condizioni di chiedere nulla….sono io che decido ah ah ah…….adesso succhia’ dissi mettendole la cappella sulle labbra.
Claudia cominciò a succhiarmi il cazzo con foga, come un affamato di fronte ad un pezzo di pane, cercando di ingoiarne il più possibile.
Alì contemporaneamente scopava Cinzia con buona lena facendola urlare di piacere.
‘Si….si…..ancora……..sbattimi……più forte’
‘Hamed!!’ chiamò Ramona ‘Vieni ad incularmi mentre scopo questa troia’
Hamed, che non si era ancora mosso, si avvicinò alla Padrona col cazzo durissimo infilandole nel culo i suoi quasi 30 centimetri.
‘Dai scopami….rompimi il culo’ urlò mentre infilava tre dita nella figa spalancata di Daniela.
Cominciò a scoparla con le dita mentre con l’altra mano le titillava il clitoride gonfio, poi aggiunse un’altro dito e un’altro ancora finché l’intera mano sprofondò in vagina.
‘Mmmmmmmhh……siiii…….scopami……..sfondami…..allargami la figa……godoooo!!’ urlava Daniela mentre la Padrona cercava di infilarle anche le dita dell’altra mano.
Sfilai il cazzo dalla avida bocca di Claudia e ripresi la posizione alle sue spalle puntando nuovamente la cappella sul buco del culo che nel frattempo si era richiuso.
Spinsi con forza sprofondando nelle sue viscere come una spada nel burro
‘Siiii…..rompimi……..aaaah padrone…….sono tua…..fai godere la tua cagna’
Incitato dagli amici cominciai a scopare quel culo con violenza entrando ed uscendo quasi del tutto fino a che raggiunsi l’acme e le sborrai nell’intestino un fiume di lava bollente
‘Oooooh…….siiiiii……riempimi di sborra……siiiii……godo……piena di sborraaaaa’
Sentivo lo sfintere che pulsava attorno alla mia asta segno inequivocabile che la puttana stava godendo col culo, estrassi il cazzo invitando il Vescovo a servirsi della mia schiava.
Questi super eccitato dalla scena e dal magistrale pompino della sua schiava inculò Claudia con foga riempiendola di sborra dopo pochi minuti, altrettanto fecero gli altri amici e quando l’ultimo si fu scaricato dal suo culo sfondato usciva un rivolo di sperma che mi affrettai a raccogliere in una tazza che diedi a Claudia perché lo bevesse.
‘Grazie Padrone’ disse mentre ingoiava tutto lo sperma.
Anche Alì e Hamed si erano scaricati nella figa di Cinzia e nel culo di Ramona che avevano goduto come cagne in calore.
‘Slegate Claudia e Daniela e portatele qui da me’ ordinai
Le due cagne spossate dai ripetuti orgasmi e doloranti per le punizioni vennero portate nel centro della stanza e messe in ginocchio.
‘Brava Claudia ti sei comportata bene….cominci ad imparare……penso che diventerai una brava schiava…….ora andrai a riposarti perch&egrave domani sarà ancora una lunga giornata ed io e i miei amici abbiamo tanta voglia di divertirci col tuo corpo……e con la tua mente’
‘Tu Daniela verrai accompagnata a casa da Alì ed Hamed che, se vorranno, potranno approfittare ancora di te poi ti lasceranno e sarai libera……ma non farti mai più vedere!!’
Il sonno di Claudia fu parecchio agitato, gli avvenimenti degli ultimi giorni avevano sconvolto la sua vita.
A meno di 48 ore non ricordava quasi più il viso del marito, la sua mente era completamente occupata dal grosso cazzo del suo Padrone e dal piacere incalcolabile che provava ogni qual volta le veniva inferta una punizione.
Mai avrebbe pensato che farsi stringere i capezzoli con delle mollette con attaccati dei pesi le avrebbe procurato degli orgasmi così intensi.
I momenti poi in cui la bendavano lasciandola cieca, in balia di chiunque volesse approfittare di lei, la facevano bagnare come una cagna.
Cominciava a capire come quella bella ragazzina potesse essere felice di essere una schiava.
Claudia era sulla buona strada.
Durante le prime ore della notte si era svegliata parecchie volte con la figa in fiamme ma si era ben guardata dal masturbarsi”’non ne aveva il diritto, e poi era quasi sicura che era spiata.
Alla fine la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò.
Venne svegliata verso le dieci del mattino dalla luce che filtrava dalle persiane, nel momento in cui fu sveglia vide Angela e Padrona Ramona ai piedi del suo letto.
‘Buon giorno Claudia’ era la prima volta che Padrona Ramona la chiamava col suo nome e non cagna ‘Ti sei riposata?……..Angela ti aiuterà ad indossare i nuovi indumenti’..oggi faremo un po’ di equitazione!!!!’
Infatti era vestita come un’amazzone, pantaloni a stivali in pelle nera una giacca rossa, tipo caccia alla volpe, molto stretta che riusciva a malapena a contenere il bel seno della donna e, naturalmente, non poteva mancare un frustino.
‘Hai tuoi ordini Padrona Ramona’ si affrettò a rispondere.
Angela nel frattempo si era avvicinata con un borsone e cominciò ad estrarre gli indumenti, la prima cosa fu una maschera in pelle nera, col solito buco per far passare la coda dei capelli, corredata di paraocchi e finte orecchie in pelle, alcune cinghie di pelle nera, con anelli un acciaio, che formavano dei triangoli da posizionare come ‘reggiseno’ collegato ad un collare borchiato.
Inoltre vi era una cintura con delle catenelle collegate con dei bracciali, una catenella alle cui estremità c’erano delle pinze, alla cui vista Claudia ebbe un fremito di voluttà’..sapeva benissimo a cosa sarebbero servite, ed infine un paio di scarpe molto particolari, sembravano delle normali scarpe col tacco alto ma la suola si arrotondava comprendendo il tacco formando una specie di zoccolo completo di ferro da cavallo.
Fu aiutata da Angela ad indossare tutti i ‘paramenti’, i polsi le vennero chiusi con i bracciali legati alla cintura che le mantenevano le braccia piegate in vita e le limitavano i movimenti.
Quando le strinse le pinze ai capezzoli gemette più di godimento che di dolore.
Alla fine Claudia si guardò allo specchio”’.sembrava proprio una cavallina!!!!
Padrona Ramona aveva assistito a tutta la vestizione.
‘Bene”.sei pronta”.seguimi e mi raccomando alza bene le ginocchia mentre cammini e batti bene i piedi a terra’. voglio sentire bene il rumore dei tuoi zoccoli sul pavimento’
Claudia era molto impacciata, le braccia piegate e legate alla cintura non l’aiutavano molto nel tenere l’equilibrio, ma fece del suo meglio per accontentare la padrona.
La parte più difficile fu scendere le scale ma un paio di scudisciate sul bel culo l’aiutarono a riprendersi.
Quando arrivarono in sala da pranzo trovarono Cinzia abbigliata nello stesso modo di Claudia.
Vennero legate ad una sbarra fissata al muro dove c’era una mangiatoia con la loro colazione a base di carote tagliate fiocchi d’avena e latte.
Invitai mia sorella al tavolo per la colazione.
Terminata la colazione portammo le nostre cavalline nel parco per una lezione d’equitazione ma prima inserimmo nei loro ani dei cunei alle cui estremità c’erano dei lunghi crini di cavallo che formavano una bellissima coda.
Claudia, Cinzia furono aggiogate a dei leggeri calessi dove si accomodammo, io su quello di Claudia, Ramona su quello di Cinzia.
Partimmo quindi per una breve gita attorno al parco.
Claudia si sentiva al settimo cielo perché il padrone aveva scelto lei come cavallina e nello stesso tempo era preoccupata di fare bene, infatti più di una volta ricevette una frustata sul culo perché non andava al passo come voleva Lui.
La gita fu comunque di breve durata, anche perché le ragazze non erano abituate ad essere Ponygirl.
Arrivammo quindi alla stalla dove le Pony furono staccate e portate all’interno dove si trovavano una decina di giovani maschi, anch’essi bardati come cavalli pronti per la monta.
Erano tutti piuttosto giovani, tre i 18 e i 25 anni e tutti forniti di cazzi notevoli, ma i più dotati erano due stalloni neri ed un ragazzo bianco molto magro ma dotato di un cazzo lungo quasi 30 centimetri e grosso come un braccio!!
Era stato loro somministrato un ‘beverone’ che li aveva eccitati ed i loro cazzi svettavano tesi e congestionati.
Contrariamente alle Pony i giovani erano stati dotati anche di lunghi guanti di cuoio che terminavano con degli zoccoli in modo da impedire loro di masturbarsi e comunque di usare le mani.
Ramona prese la cabezza delle due puledre ordinò loro di mettersi a quattro zampe e, aiutata da Alì ed Hamed, le fece entrare in una arena da circo, con attorno delle poltrone per il pubblico, dove furono legate in modo che non potessero muoversi.
I dieci giovani stalloni vennero fatti mettere in riga davanti alle troiette, scalpitavano proprio come puledri in calore che non vedevano l’ora di montarsi le cavalline.
A quel punto venne aperta una porta dalla quale entrarono una decina di persone tra uomini e donne che presero posto sulle poltrone.
Claudia, che aveva i paraocchi, e quindi poteva vedere solo davanti a se, vide passare il Vescovo che teneva al guinzaglio la piccola Amina, completamente nuda, un uomo che non conosceva sulla sessantina che teneva sottobraccio una splendida fanciulla bionda ‘vestita’ con calze e reggicalze rosse, una bellissima donna di circa 40 anni vestita come un’amazzone che portava al guinzaglio una coppia di giovani maschi completamente nudi, se si eccettua una specie di gabbia che racchiudeva le parti intime, ed infine vide un uomo abbracciato a due ragazze, una rossa ed una bionda, abbigliate con una tuta di rete e le scarpe col tacco a spillo.
Quando questi si girò un attimo verso di lei lo riconobbe immediatamente, era suo marito!!!
Il Sig. XXX, ovviamente ignaro del fatto che una delle troie da monta era sua moglie Claudia, era stato invitato ad assistere allo spettacolo ed aveva accettato con entusiasmo, felice che i suoi affari si erano risolti per il meglio ed incurante del fatto che sua moglie era praticamente sparita da quasi due giorni.
Tra gli spettatori c’era naturalmente anche il padre di Cinzia, gran puttaniere, felicissimo che le cose all’interno del partito si fossero rimesse in carreggiata, che si era portato la giovane figlia del suo segretario per assistere allo spettacolo.
Quando Cinzia riconobbe suo padre tra gli astanti si convinse ancora di più che la scelta che aveva fatto era quella giusta.
Da parte mia gongolavo la mia vendetta sarebbe stata completa Cinzia era già mia mentre Claudia, ne ero certo, lo sarebbe stata tra poco.
‘Carissimi amici’ iniziai ‘Ora assisteremo alla monta di queste giovani puledre da parte di questi aitanti stalloni’
‘Vedrete queste troie mentre verranno ripetutamente scopate e riempite di sborra, solo al termine della monta verranno liberate e la mora dovrà scegliere se tornare alla sua vita normale o restare la mia schiava per sempre’
Mentre passavano i minuti l’intruglio che era stato messo nel latte delle ragazze cominciava a fare il suo effetto e l’eccitazione aumentava sempre di più tanto che dalle loro fighe cominciavano a colare abbondanti succhi vaginali.
Se da una parte le avrebbe rese pazze di voglia dall’altra le avrebbe aiutate ad affrontare una monta che si preannunciava veramente bestiale.
Mi sistemai su una poltrona con accanto mia sorella, che nel frattempo si era spogliata tenendo solamente le calze autoreggenti e gli stivali da cavallo, e diedi l’ordine di iniziare.
Hamed prese uno degli stalloni e lo posizionò dietro a Claudia mentre Alì ne prendeva un altro mettendolo dietro Cinzia che cominciò a sculettare e spingere le natiche all’indietro cercando il contatto col cazzo durissimo del giovane.
‘Guardate che troia’.non vede l’ora di farsi montare!!’ fu il commento del padre di Cinzia!!
Appena gli stalloni furono liberi si avventarono sulle giumente cercando di penetrarle coi loro cazzi, operazione resa più difficile dal fatto che non potevano usare le mani per indirizzarli, sbagliarono i primi tentativi che li resero ancora più infoiati poi le penetrarono quasi in contemporanea affondando i cazzi fino ai coglioni nelle giovani fighe impazienti.
‘Aaaah siiiii”.siiiiii’ nitrirono le puttane riempite fino all’utero.
Gli spettatori furono presto coinvolti Amina cominciò a succhiare il cazzo del suo padrone mentre le ragazze che accompagnavano il sig. XXX lo spogliarono cominciando a praticagli un doppio pompino, il padre di Cinzia aveva preso sulle ginocchia la sua ragazzina e le aveva ficcato tre dita nella fighetta senza mai smettere di guardare lo stallone che stava montando la puledrina, sua figlia!!
I due giovani coi cazzi ingabbiati ma già notevolmente eccitati si misero in ginocchio davanti alla loro padrona e cominciarono a leccarle uno la figa l’altro il buco del culo.
Mia sorella invece si dedicava, con la sua abile bocca, al mio grosso uccello mentre veniva inculata da Alì.
L’orgia era arrivata al suo culmine e le due cavalline avevano già ricevuto l’assalto di quasi tutti gli stalloni presenti, ognuno dei quali le aveva montate almeno una volta.
Dalle fighe, ormai ridotte a delle vere e proprie caverne, usciva in continuazione un rivolo di sperma che si raccoglieva in un catino posizionato tra le loro gambe.
Gli ultimi due furono il giovane superdotato magrolino ed uno degli stalloni neri, il primo era per Claudia il secondo per Cinzia.
Il Senatore ZZZ si era avvicinato per vedere meglio la monta di quella puttanella, che non sapeva essere sua figlia, mentre col suo grosso cazzo inculava la giovane figlia del suo segretario infilandola sempre più a fondo incurante dei suoi lamenti.
Il Vescovo aveva invitato Hamed a prendere Amina da dietro mentre lei continuava il suo lavoro di bocca, mentre il sig. XXX aveva fatto sdraiare le due ragazze l’una sull’altra su una panca e le scopava a turno riempiendo loro i quattro buchi che gli si presentavano davanti senza mai togliere lo sguardo su quella puledra mora che urlava il suo godimento come una cagna.
La donna aveva liberato i suoi schiavi dalle gabbie e si stava facendo scopare da entrambi in figa ed in culo.
Alì continuava il suo instancabile lavoro di trivellazione del buco del culo di mia sorella mentre io mi godevo lo spettacolo segandomi lentamente, il mio momento sarebbe venuto tra breve!!!
Il giovane stallone affondò il suo enorme palo nella figa fradicia di Claudia che emise un lungo gemito misto di dolore e godimento, era indubbio che quel cazzo era veramente spropositato e che Claudia, nonostante le ripetute penetrazioni subite, non era ancora stata del tutto aperta.
Cinzia che aveva già subito l’assalto dello stallone nero si era accasciata a terra quasi priva di sensi per i ripetuti orgasmi con la figa che colava sborra come una fontana.
Intanto gli spettatori avevano goduto dei loro partner e giacevano anch’essi completamente stravolti.
Quando anche il giovane stallone si fu scaricato nelle figa di Claudia anch’essa si accasciò a terra spossata.
‘Liberatele, lavatele e portatele qui’ ordinai alle cameriere.
Le ragazze sollevarono con dolcezza le due puledre e le portarono via.
Quando tornarono, benché visibilmente provate, erano sorridenti e felici, vestite con abiti eleganti anche se molto sexy furono portate davanti a me.
Potete immaginare la faccia del sig. XXX e del Senatore ZZZ nel vedere la moglie e la giovane figlia, ma non ebbero il coraggio di proferire parola.
‘Cinzia ‘ iniziai ‘ tu hai già fatto la tua scelta ora tocca a Claudia, dimmi cosa hai deciso?’
‘Padrone se mai avessi avuto qualche dubbio la giornata di oggi li ha sciolti completamente, ho deciso che sarò la tua schiava, puttana e tutto ciò che vorrai che io sia, fedele per la vita’ così dicendo prese la chiave che avrebbe aperto il suo bracciale e la buttò nel cofanetto.
‘Bene, ne sono felice, ora vieni qui e succhiami il cazzo, voglio venire nella tua bocca’
Claudia si precipitò sul mio cazzo durissimo e cominciò a succhiarlo come mai aveva fatto portandomi in breve ad avere un orgasmo incredibile, le riempii la bocca di caldo sperma che lei ingoiò completamente.
In pochi giorni avevo conquistato due nuove schiave a cui avrei potuto chiedere qualsiasi cosa e contemporaneamente avevo umiliato i miei avversari.
Ovviamente i problemi del sig. XXX a del Senatore ZZZ non erano certo finiti, come loro credevano, e presto si sarebbero trovati a dividere la cella di una prigione coi peggiori delinquenti!!!!

Sono graditi consigli e critiche fanserver07@gmail.com

Leave a Reply