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Cap 3 la festa dopo la gara

By 24 Ottobre 2024No Comments

Per chi volesse leggersi la puntata precedente la trova
La gara degli schiavi
I pochi che avevano vinto puntando su di me si recarono al banco delle scommesse a ritirare la loro vincita,
Isabel invece fu abbordata da un signore molto elegante sui 60 anni che se la prese sottobraccio e portò via.
Brigitte mi venne a salutare ficcandomi la lingua in bocca salvo poi dirmi che se ne andava con una coppia che aveva conosciuto lì ma che mi lasciava le chiavi della macchina nella stanza dove mi ero cambiato.
Nella zona dell’arrivo se ne andarono anche gli altri concorrenti e restarono solo i fantini.
Capii subito che non tirava una buona aria, io ero il cavallo che aveva impedito loro di incassare i 2000€ del premio vittoria e volevano sfogare il malumore su di me infliggendomi torture e trattandomi come la peggiore delle bagasce. La cosa anziché spaventarmi mi arrapò ancora di più. Non avevo mai fatto sesso dominato da tre che volevano sfogarsi su di me, era il momento di dimostrare che ero una brava zoccola.
Il fantino blu si avvinò e mi disse “ti pentirai di avere vinto, ti sfonderò il culo, non ti siederai per un mese”.
Quello giallo, il meno bellicoso proseguì: “ti riempirò le viscere di sborra, poi tirerò fuori il cazzo e te lo farò ripulire da tutto ciò che ci sarà attaccato ed infine ti useremo tutti e tre come latrina facendoti bere il nostro piscio. Ti lasceremo così distrutto che ti passerà la voglia di venire a romperci i coglioni”. Finì la frase e mi mollò un calcio nelle palle che mi fece piegare in due e cadere in ginocchio.
Il verde, che aveva seguito tutta la scena ed aveva iniziato a menarselo fino a farlo indurire per metà, mi prese per i capelli con una mano mentre con l’altra mi tappava il naso costringendomi a spalancare la bocca per respirare. Me lo ficcò subito dentro e mi disse: “succhia puttana che ti sei meritata i nostri cazzi”.
Quindi mi sussurrò piano all’orecchio: “non ti preoccupare, non ti faremo troppo male, dobbiamo fare un po’ di scena per il pubblico, vengono per la corsa ma anche per la sodomizzazione post gara, fa da carburante, vedrai si scatenerà un’orgia qui intorno”.
Presi a leccare per bene l’uccello del fantino verde che lasciè la mano sul naso consentendomi di respirare.
“E’ una brava pompinara questo frocetto!” disse rivolta agli altri due.
I cazzi degli altri due erano enormi ma mosci, si avvicinarono e me li misero in mano così che cominciassi a segarli.
“Datti da fare mignottella” mi disse il blu. Il suo cazzo era talmente grosso che, pur avendo mani grandi, faticavo a tenerlo e man mano che segavo il problema cresceva con le dimensioni del suo uccello.
Il giallo intanto era diventato completamente duro quindi passò dietro di me, estrasse il plug anale con la coda, ed appoggiò la cappella. Il cazzo era di buone dimensioni ma leggermente più piccolo rispetto a quelli di Isabel e Brigitte per cui anche se me lo spinse dentro di colpo, non mi fece particolarmente male. Iniziò a pomparmi alla pecorina. Intanto era comparsa una panca ed avevo appoggiato il busto alla stessa in modo che potessi reggere la posizione avendo comunque le mani libere.
Intorno a noi intanto stava succedendo di tutto, il pubblico rimasto, quelli più laidi ed esibizionisti, erano mezzi spogliati. Le escort erano rimaste con le calze il reggicalze e le scarpe e la maggior parte di loro era accucciata davanti ad uno o due uomini e li stava spompinando. I trans erano in parte intenti a succhiare cazzi o leccare fighe o a farseli leccare a loro volta. Qualcuno si era messo sui lettini a bordo piscina poco più in là, e li usava per scopare.
Sentii un fiotto caldo dentro il mio culo quindi il giallo si riportò davanti facendo segno al verde di prendere il suo posto. Il verde infatti ormai era pronto in piena erezione. Avevo invece qualche problema con il blu che date le dimensioni avrebbe avuto bisogno di una trasfusione per erigersi completamente. Il giallo mi porse il suo uccello ormai semi barzotto e mi intimò di ripulirlo. Fortunatamente prima di uscire, prevedendo cosa sarebbe successo, mi ero fatto due clisteri e l’uccello che mi veniva porto era sporco solo di residui di sborra che ripulii con molto piacere assaporandone il gusto acre.
Il verde, che lo aveva più o meo di 20 centimetri ed abbastanza cicciotto, spinse dapprima la cappella nel mio culo, poi si fermò per un attimo guadagnando centimetro per centimetro ad ogni colpo. Lo sentivo bene, il mio culo era abituato a quelle dimensioni per cui dimenai il culo per favorirne l’accesso.
Il verde lo prese come un invito e gli ultimi centimetri li spinse dentro in un colpo solo strappandomi un gemito misto di piacere e di dolore.
Prese a martellarmi proprio mentre il giallo si ritirava. Avevo davanti a me il blu con il suo mostruoso cazzo e mi resi conto che se avesse raggiunto l’erezione completa, mi avrebbe squartato.
Nonostante la paura iniziai a segarlo, leccarlo e pomparlo a due mani. La cappella mi entrava in bocca e lui con la mano dietro la mia nuca provava a spingerne dentro quanto più possibile.
Arrivavo al limite del soffocamento e lui se ne accorgeva ritraendosi e lasciandomi prendere un po’ di fiato salvo poi rificcarmene dentro quanto più possibile.
“Sei proprio una gran vacca, quando andremo via ti lascerò il mio numero, sono sicuro che vorrai riprovare il mio cazzo anche fuori di qui” mi disse il blu.
Intanto il verde mi pizzicava i capezzoli con forza facendomi male ogni volta che affondava la sua nerchia nel mio culo.
Resistette circa 5 minuti poi scaricò almeno 5 lungi fiotti di sborra nel mio intestino ed il buco del culo cominciò a gocciolare liquido biancastro.
Venne davanti e pretese di essere ripulito pure lui, cosa che feci, il suo cazzo mi aveva leggermente ferito così oltre alla sborra c’era qualche striatura di sangue.
Il blu si sdraiò per terra col cazzo ormai duro, era grosso come un avambraccio.
Mi fece cenno di calarmi su di lui e gli altri due mi presero per le braccia per evitare che mi divincolassi.
Cercai di rilassarmi e minimizzare i danni che quell’enorme uccello mi avrebbe sicuramente inferto.
Mi accovacciai sopra di lui e vidi che si stava spruzzando abbondantemente il cazzo con un olio lubrificante.
La cappella era grossa come una pesca, il mio buco ormai sfondatissimo dai due passaggi precedenti, non si chiudeva nemmeno più. La prima parte della cappella entrò bene ma non era arrivata a metà che il culo non poteva ospitarne di più.
Eppure pian piano mezzo centimetro alla volta, il blu riuscì a far entrare tutta la cappella.
Non fu indolore, i bordi del mio culo iniziarono a sanguinare per le ferite da strappo. Il blu fu molto bravo, si fermò per 5 minuti buono facendo solo movimenti minimi per mantenersi eccitato. Quando vide che mi stavo riprendendo disse agli altri due di calarmi un po’ alla volta così aiutato da loro e dalle mie gambe, riuscii a far entrare quasi tutto il cazzone del fantino trans.
Mi sollevò di peso come fossi un fuscello e mi rimise alla pecora col petto sulla panca.
Iniziò poi a cavalcarmi con lena, mi sculacciava e mi pizzicava i capezzoli sussurrandomi all’orecchio che ero una checca sfondata e che mi avrebbe riempito di cremina buona. Fece un cenno agli altri due e mi liberarono il cazzo dalla gabbietta. Subito il mio uccello si indurì come pietra per la situazione e il blu lo prese in mano segandomi mentre mi inculava con ritmo sempre maggiore.
Lo sentii crescere e lui anziché sborrarmi nel culo, saltò fuori si mise davanti e si segò sborrandomi in faccia. I fiotti furono 5, non potenti come quelli degli altri due, d’altra parte con le dimensioni del suo uccello non poteva essere diversamente.
Fui ricoperto ed accecato e venni senza che nessuno mi toccasse più.
Crollai a terra, i tre tolsero la panca quindi vidi che il giallo cominciò ad indirizzare il getto di una pisciata verso di me seguito poco dopo anche dal verde e dal blu.
“Tieni, ti ripulisco mignotta” furono le parole del giallo che indirizzava il getto dove ero più sporco di sborra.
Il blu si mise dietro e mischiò il suo piscio alle sborrate che colavano dal mio culo.
Ero distrutto ma non era finita.
Il verde aprì il cancelletto del recinto dentro cui eravamo e da cui diversi si erano goduti lo spettacolo trasformandolo in carburante per le loro combinazioni sessuali, quindi disse: “chi vuole pisciare su questa latrina è libero di farlo”
Lo fecero una decina di uomini e tre donne, mi sentivo umiliato ed eccitato al tempo stesso, comunque senza forze per reagire, la sessione con i tre trans mi aveva distrutto.
Quando tutti quelli che volevano ebbero finito di fare i propri comodi, si avvicinò un inserviente con una canna e mi lavò con un getto fresco che, data la serata calda, non fu nemmeno male.
Quindi mi porse un telo e mi accompagnò fino alla stanza dove mi ero cambiato. Li mi feci una doccia.
Intanto in giardino imperversava un’orgia con ogni tipo di configurazione possibile, se avessi avuto forze mi sarei fiondato ma ero troppo affaticato.
Quando meno me lo aspettavo spuntò Isabel: “il mio amichetto è stato velocissimo, ti ho guardato durante la prestazione, sei proprio una gran mignotta. Ora ti porto a casa che in queste condizioni non puoi certo guidare”. MI bruciavano le chiappe per le scudisciate ricevute, mi bruciava ed aveva smesso di sanguinare da poco il buco del culo. Mi sentivo le viscere rivoltate dal passaggio dei tre uccelli ma ero contento della serata. Mi sdraiai sul divano posteriore dell’auto e mi addormentai. Isabel mi chiamò quando arrivammo davanti a casa sua: “vuoi dormire da me o preferisci che ti porti a casa”.
Le risposi che era più comodo se mi fossi fermato.
Salimmo e ci spogliammo per infilarci nel suo letto king size, il giorno dopo non lavoravo e mi addormentai tranquillo.

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