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CHI TROVA UN AMICO TROVA … UNA TROIA

By 9 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Nella società di oggi, purtroppo siamo tutti un po’ egoisti e trovare persone, amici di cui fidarsi è veramente difficile. In più al giorno d’oggi i matrimoni non sono solidi, sono fragilissimi, si littiga e ci si lascia per delle stupidaggini e spesso per egoismo. Chi viene abbandonato passa dei momenti molto brutti e se non si ha affianco dei genitori, dei famigliari, degli amici veri che ti sanno risollevare, diventa molto dura, diventa facile andare in depressione o commettere atti inopportuni.

Io avevo un amicizia fortissima con un altro ragazzo, ci conoscevamo da quando eravamo molto piccoli e veramente uno per l’altro avrebbe fatto qualsiasi cosa, la nostra amicizia era così forte che sarebbe passata anche sopra ad un matrimonio, sarebbe stata più solida di una famiglia.

Io ero felicemente sposato da qualche anno con mia moglie , una giovane e bella ragazza di cui avevo perso la testa per il suo modo di essere e di fare. Lei era una tipica bellezza mediterranea , calorosa , passionale, mora, con capelli lunghi lisci, un bel corpo, un seno prosperoso fatto bene, due belle gambe, un culetto da mangiare’insomma cosa chiedere di più.
Infatti lei era sempre piaciuta anche ai miei amici, tutti me la invidiavano sempre’, e lei lo sapeva’
I miei amici erano belli anche loro, ma alla fine me l’ero sposata io.

Il mio amico più caro di cui avevo sempre capito che avesse avuto un debole per lei, aveva sposato una bella bionda, tipica nordica, una di quelle ragazze che sicuramente ti viene voglia di farci un pensiero, di darle una passata’anzi due.
Purtroppo per lui, lei dopo qualche anno di matrimonio decise di lasciarlo per un altro; dall’oggi al domani, prese e se ne andò via. Per il mio amico fu una tragedia, ebbe un colpo troppo forte, andò subito in depressione.
Noi per cercare di farlo star meglio iniziammo ad invitarlo a casa nostra a mangiare, a giocare a carte, a parlare, a guardare la televisione e spesso anche a dormire’il nostro obiettivo era non farlo stare solo e cercare di ravvivarlo.
Era passato molto tempo da quando era stato lasciato e lui era diventato anche nervoso’., non so se fosse dovuto a quello, però sicuramente era tanto che non andava a letto con nessuna e almeno che non andasse avanti di seghe’, non sapevo proprio come potesse sfogarsi.
Io dissi a mia moglie’amore dobbiamo organizzare una serata per lui, farlo divertire, farlo riprendere.
Una sera, mai moglie, senza dirmi niente si vestì tutta carina.
Indossò un vestitino lungo fino metà coscia, metà gamba ed un collant nero velato, anzi velatissimo, che le dava un effetto sexy.
Sopra aveva un decolté molto accentuato che induceva a far cadere l’occhio dentro a chiunque le fosse davanti.
Lui arrivò e appena aperta la porta, si trovò lei ad accoglierlo, con dei tacchi belli alti a spillo che la slanciavano e lei tutta truccata con un rossetto rosso, inoltre aveva un profumo da far perder la testa. Lui non se lo aspettò e entrato le fece i complimenti. Per tutta la serata continuava a farle i complimenti ed a non toglierle lo sguardo di dosso.
Lei preparò del pesce, buonissimo e mentre lei cucinava lui continuava a guardarla anche da dietro.
Iniziammo a bere del vino bianco, fresco e per scherzare e distrarci io e lui continuammo a fare delle battute su mia moglie, a farle dei complimenti e battute anche un po’ pesanti e lei stette al gioco, anzi partecipò facendo la stupida.
Durante la cena, quando ci diede le spalle , si mise in punta di piedi per prendere una cosa e lì ci accorgemmo che portava le autoreggenti, lui subito mi guardò con sguardo da porco arrapato’come per dire’però hai visto la tua cara mogliettina cosa indossa? Io rimasi senza parole e feci finta di niente.
Finita la cena passammo agli amari e lei ce li servì al divano ed era uno spettacolo guardarla , mamma mia io e lui facevamo delle fantasie.
Ad un certo punto l’alcol aveva sbloccato i freni inibitori e lei si sedette in mezzo, tra me e lui’il vestitino si accorciò e si vide la balza dell’autoreggente.
..e lui’belli i collant ‘autoreggenti’.e lei arrossì’e cercò di accorciare il vestitino ma inutilmente’.ed io: amore non sapevo che avessi indossato le autoreggenti’e lei’sai quante cose tu non saii’ e lui : oooo’.io: aaa bene: le hai messe per lui ‘per farlo riprendere vero’? E lei: se bastasse così poco’farei ben altro’e lui: oooo e cosa faresti per me? ‘e lei: dato che sei un nostro caro amico farei qualsiasi cosa per farti felice’.e lui: tipo cosa?’e lei: non so’cosa vorresti che io facessi per te’per farti riprendere’lo sai che ti vogliamo bene’e lì lei allargò le braccia come segno di accoglienza e lui accettò e chinando la testa la immerse in mezzo alle sue tette morbide e per non cadere appoggiò le mani sulle sue gambe’
Ti vogliamo bene’ed io: io farei tutto per te’ti concederei anche mia moglie per te’.se questo ti facesse riprendere’.e lei: a si? Davvero? Veramente lo faresti? Ed io: per lui si’se questo lo facesse riprendere non esiterei un attimo’e lei: bravo è così che mi vuoi bene? ‘e lui: non dirmelo ancora perché altrimenti ne approfitto’una così bella ragazza’ed appoggiò di nuovo la sua mano sulla sua gamba sexy e si mise a passarla avanti ed indietro gustandola. Un ondata di eccitazione ci trasmise a me ed a mia moglie’e lei: sei un porco’veramente mi doneresti ad un altro? Ed io: lui è mio amico da quando siamo piccoli e ci siamo sempre aiutati, di lui mi fiderei sempre e gli devo tutto, proprio tutto’ed adesso lo vedo che sta male per una ragazza’quindi se questo lo facesse felice, sentirei che avrei fatto del bene ed anche tu dovresti farlo’e lei:ma ti rendi conto di quello che dici’? Lo faresti veramente? Lo dici sul serio? Non saresti geloso?’.ed io: no, per lui no’anzi sarei felicissimo’anzi dai amico mio’approfittane, lo so che mia moglie ti piace molto e ti è sempre piaciuta’me l’hai sempre detto che avresti sempre voluto darle una botta, che hai sempre avuto un debole per lei, che ti son sepre piaciute le sue gambe, il suo culo, le sue tette che tua moglie invece non aveva’che ti sarebbe piaciuto castigarla’.e lui: ehmm, beh certo lei è bella, anzi tu sei una bella morettina’sai cosa ti farei se fossi mia ‘ti aprirei come una mela’Mia moglie: ehi siete dei porcellini voi due, tu amore mio sei un vero porco e sapere che i vuoi concedere a lui mi fai incazzare, e se non la pianti guarda che vado a letto con lui così impari’dopotutto lui è molto carino.eheh, e tu vedo che non ti fai i problemi a dire certe cose’maialino’
Io:dai senti bene le sue gambe’le accorciai il vestitino per fargli sentire la pelle vera, senza collant’e lei: dai porci’che fate toccate? Io presi la mano del mio amico’senti che seni’gli portai la mano sulla sua tetta’.a brava amore neanche il reggiseno hai messo..vedo che anche tu ti sei preparata per farlo eccitare’e lei arrossita’no, non è vero’ma che fate giù le mani’mi palpate?..brutti porci’io non sono mica una mignotta’dai su..lasciati sentire il seno’e lui: però’ci fu uno scambio di sguardi tra tutti’ ed io dai baciala’presi la testa di lei e la spinsi verso lui e tirai la testa di lui verso quella di mia moglie.
Dai baciala’lei: daii’smettilaaa, e lui’ma sei sicurooo? Le due bocche si incontrarono’lo sguardo di mia moglie era eccitato e però fingeva di non voler fare niente.., dai baciala’limonala’
Misi una mano di lui sulla tetta e l’altra sulle gambe’palpala, guarda che ben di dio’
Allora dopo un minuto di titubanza iniziarono a fare sul serio, lui si lasciò andare e pure lei.
Dai scopatela’lei rimase senza parole ma con lo sguardo eccitato.
Iniziarono a limonare con foga, lui a palparla con ardore, ad entrare con le mani ovunque, dopo qualche minuto lei aveva i seni fuori dal vestito e la mini tutta su, lui le prese le mutandine ed iniziò a tirarle via.
Ed io: castigala’ e lei’no dai basta’non potete’.non possiamo’non voglio’dai smettila sei mia moglie e sua amica, devi vogliamo divertirci con te questa sera’tu sei al centro delle nostre attenzioni, dobbiamo farlo riprendere.

E lui: allora mi posso lasciare andare’rivolto a me? Ed io ‘certo..vai.
Si mise a leccarle i seni, tutti e due assieme, e poi uno e dopo l’altro, lei si sentì presa d’assalto, lui si mise a succhiare i capezzoli come fosse la prima ed unica volta nella sua vita.
Lui: la mia ex era piatta’avevo sempre desiderato i tuoi seni’sai quante seghe mi ero fatto su di loro’.mia moglie allora si mise a ridere e quindi da una situazione di sorpresa e quasi disagio ne andò orgogliosa e le mise ancor più in primo piano e disse: adesso sono tutte tue, gustatele tutto il tempo che vuoi e quando vuoi, sono felice di allattarti e di lasciarti sfogare i tuoi sogni.
Anzi caro marito felice di esser cornuto vieni qua e succhiami l’altra tetta.
Allora entrambi ci mettemmo li lei col petto in fuori, seminuda coi seni esposti e noi a succhiargliele, ognuno con 2 mani e con i denti,, la lingua a succhiargliele e mentre lo facevamo ci guardavamo negli occhi con complicità, condividendo il piacere e poi guardavamo lei che eccitatissima con le sue mani ci accarezzava le teste, bravi figli miei succhiate il latte’vi allatta io’e noi tiravamo , succhiavamo alla grande e le strizzavamo forte’andando avanti ci mettemmo con passione e sentimmo le ansimare sempre più, si il fatto di avere due maturi in allattamento sui suoi seni prosperosi non fece altro che darle piacere, le davamo come delle scosse di eccitazione che si ripercuotevano dritte sulla fregna.
E lei si lasciò andare ‘ansimando sempre più finchè non raggiunse l’orgasmo’.gridando come una vera porca’e noi ci guardammo negli occhi’orgogliosi di averla fatta godere’

A quel punto lo spogliammo completamente, lasciandola coi tacchi a spillo e le autoreggenti da mignotta, lei sdraiata per riprendersi dopo l’orgasmo.
Noi ci spogliammo completamente ed iniziammo a masturbare i nostri falli’
Lui sempre un po’ titubante, gli dissi: dai aspetta che le apro le gambe’.e poi senti i suoi glutei’gli presi la mano e fatta partire dalla gamba la portai su fino ai glutei’senti che belli’morbidi, tonici e senti la ciccetta, sotto. Guarda la mia mogliettina come si cura, come tiene le labbra della figa belle depilate’e lei distrutta sorrise ‘dai’come mi reclamizzi’senti il suo interno coscia che bello, amore apri bene, distendi bene le gambe’e lei: dai mi vergogno’.vergogno di cosa che sei nuda’che sei nostra’senti le sue labbra’come son bagnate’e li lui prima di farlo mi guardò in faccia’.come dire..sei sicuro? Sei sicuro che posso toccare la figa di tua moglie? Ed io’si vai’fai come fosse tua moglie’e lei: ma ‘sei uno stronzoooo e sentì la sua mano affondare in mezzo alle labbra bagnate ed arrivare al clitoride’oouhmmm, fece mia moglie.
Lui prese il nettare e se lo portò in bocca’.e lei..no dai non farlooo’si stai buona, deve gustarti fino nel profondo del tuo intimo’
A quel punto lei si stava riprendendo e giratasi vide i due cazzi in tiro’oo però’vide per la prima volta quello del nostro amico.

Ed io cosa stai li ferma’hai paura? Prendiglielo in mano’e lei dopo qualche secondo di titubanza guardò me e poi lui con uno sguardo da troia ed allungò la mano’uhmm, però sono anni che non en vedo e tocco altri’però è durissimo’ed iniziò a masturbarlo’lui prese uno sguardo compiaciuto , eccitato’
Io: dai fai come se fosse tua moglie, anzi peggio, sfoga le tue voglie, le tue fantasie più perverse, tanto non è tua moglie, usala come fosse una puttana di strada’e lei: ehi, smettila, puttana sarai tu’, ed io: anzi se hai mai avuto fantasie, su mia moglie o qualsiasi punizione che tu abbia mai voluto darle fin ora approfittane’e lei con lo sguardo ed il tono di voce da mignotta’mentre lo masturbava..disse: c’è qualcosa che vorresti io facessi per te?
Allora lui invaso dai nostri inviti e dalle nostre provocazioni disse: si inginocchiati e prendimelo in bocca’voglio un bel pompino da te, l’ho sempre sognato, ogni volta che ti vedevo lo pensavo sempre e l’ho sempre immaginato’secondo me tu sei una vera pompinara’quindi inginocchiati e succhiamelo.
Lei rimase senza parole, allibita, mai si sarebbe aspettata una reazione simile da lui e per non disobbedire e non rimangiarsi le parole, si inginocchiò e aiutata dall’invasione dell’amico col suo membro non fece in tempo a connettere che si trovò il cazzo sulle labbra semiaperte che spingeva per entrare.
La cappella era grossa e aveva un po’ di sborra che era uscita e lei non potè fare altro che succhiarla.
In un secondo mia moglie aveva il cazzo del mio migliore amico in bocca, lui si mise subito a pompare infilandolo tutto fino in fondo, fino alle palle, lui le prese la testa e la usò come buco da scopare.
A si..caro amico adesso me la trombo finalmente tua moglie, ho sempre sognato questo momento e finalmente è arrivato, si la tua bella figa in ginocchio come una puttana schiava a spompinarmi il cazzo’.dai succhia puttana’.sei solo una lurida puttana.
Io rimasi senza parole, a sentirlo così, lei ancor peggio di me.
Hai detto che è mia e posso farle quello che voglio vero? Ed io..s’s..si’.e lui: bene allora guarda come te la uso, guarda come spompina’dai troia, io lo so che spompini da dio, adesso mi fai vedere come lo fai bene, altrimenti non ti lascio e lo so che ti piace averlo in bocca.
Voglio che fai vedere a tuo marito come ti piace succhiare il cazzo di un altro, come dai le attenzioni, l’impegno e provi piacere a succhiarlo ad un altro a tal punto da venire’.fai vedere a tuo marito la troia che sei, a lui piace vederlo, a lui piace esser cornuto, quindi fallo felice, fammi il tuo miglior pompino della tua vita, molto più bello di quello che tu abbia mai fatto a lui, fagli vedere che ti ecciti di più con gli altri, che ti paice di più succhiare lo sperma degli altri maschi, che a lui lo fai solo per farlo felice ma non godi, mentre se lo fai a me raggiungi l’orgasmo e ti inzuppi, perché a te piace esser puttana, la puttana degli estranei, degli amici, la puttana del cornuto, perché a te sotto sotto ti piace cornificarlo, umiliarlo, farlo sentire impotente verso gli altri, perché a te piace sentire i complimenti dagli estranei, dagli altri maschi, perché questo ti da certezze di come sei ricercata, voluta, desiderata, di come i maschi forti vogliano abbracciarti nelle loro possenti braccia e gambe’.mentre gli estrai tutta la sborra dalle loro palle anche se loro non volessero, dai succhiacazzi, succhiaaaa’e lei a sentire tutto questo non ebbe neanche il coraggio di alzare lo sguardo ma solo di concentrarsi e di usare tutta l’energia sprigionata dal porco sul suo cazzo per esaudirlo.
Vidi lei ogni tanto guardarlo con degli occhi da suddita che guarda quasi di nascosto il proprio re, sperando di vederlo felice e pensava solamente a farlo godere, lei era eccitatissima.
Lui continuò a parlare: amico mio tua moglie è una puttana, una lurida puttana schiva, succhiacazzi, ed erano anni che mel volevo sfottere e da adesso in poi la voglio rombare quando voglio io’oooooo’dai mignotta, succhia daiiiii’.ooooaaaaa’cornuto, cazzo sei un cornuto..si come succhia bene tua moglie, tua moglie in ginocchio che mi succhia il cazzo siiiii, mamma mia , la mia ex non succhiava così bene, l’ho sempre saputo che la tua era una vera succhiacazzi, lo si capiva guardandola, mamma mia dai puttana succhia , succhia, non rallentare, mignotta’., e prende poi la cinghia dei suoi pantaloni e le sferra una cinghiata sui suoi glutei’.dai schiava spompina slashh, cornuto, è stupendo sentire la bocca di tua moglie sul mio cazzo, adesso fammi sdraiare..vieni qua baldracca, adesso continui a succhiarmelo ed intanto ti mungo e ti sculaccio’puttana’io continuavao a vederla umiliata e mi eccitava.
Si mise a sculacciarla senza pietà, vedevo lo sguardo di mia moglie sofferente’i suoi glutei erano diventati rossi’.anzi blu, lui le mise una mano nella figa e sentì che la porca stava godendo’godendo come una cagna’in calore’dai porca’.ma lo sai che tua moglie è una vera troia, mamma mia come succhia bene, guardala, guarda che faccia da pompinara’guarda come lo fa bene ai tuoi amici’dai adesso fammi sborrare.
A quel punto le prese la testa e la schiacciò con tutte e due le mani sul mio cazzoil piùpossibile, sembrava come se stesse soffocando’muovi la lingua’mordimelo’voglio venire grazia lle tue succhiate e morsi’daiii suu.. lei si mise impegno, io a vedermi lo spettacolo avevo i ciglioni pieni che esplodevano , lui me ne disse di tutti i colori, io e mia moglie fummi umiliati totalmente dal nostro amico, anzi dal mio amico ed alla fine sentimmo lui ansimare’.ooo, siiiii, e gli dissi’toglile la testa che lei non ingoia, le viene da vomitare’.infatti vidi lei che cercò di alzare la testa, di togliersi, ma lui non ne volle sapere.uuhmmm, noooo, e lui aaaaaaa, si mise a sborrarle direttamente in gola e la costrinse ad ingoiarla tutta’un po’ le usci sul suo cazzo, ma alla fine lui la costrinse a leccarla ed a ingoiarla.
A quel punto vidi che anche lei era venuta nuovamente, aveva raggiunto l’orgasmo, sentendo lui godere’.era diventata la sua cagna.

Era stupenda vederla praticamente tutta nuda, in ginocchio, con un perizomino da mignotta, scelto completamente da lei per l’evento, che mostrava il suo gusto, il suo stile, un perizoma ricercato, particolarissimo, molto bello, sensualissimo, non volgare, non di basso livello, non scadende, ma proprio adatto a lei, che ti faceva rizzare veramente il cazzo.
Ti mostrava bene le sue labbra non ancora slabbrate, in mezzo all’apertura del perizoma.
Era una tentazione, ti veniva voglia di buttarti di testa in mezzo a quello spettacolo, le labbra nude e crude, senza peli, i peli si vedevano sopra fatti bene, non si era depilata così totalmente togliendo quindi tutto e spiattellandoti un pezzo di carne sul banco, ma aveva dedicato un certo tempo della sua intimità, da sola, in posizione scomoda, davanti allo specchio , con le gambe aperte, a depilarsi con cura, per lasciare quel cuoricino, che aveva disegnato, largo e alto al punto giusto, distante al punto giusto dal clitoride, e lungo non troppo, ma soprattutto curato, non folto, non coi peli lunghi ma neanche troppo corti, lunghi in modo da poterli sentire con la mano e per poter vedere quel cuoricino, così candido, così innocente, come se lei non avesse capito cosa servisse l’utero che la natura le aveva donato, come se non avesse mai capito che il maschio avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di accedere a quelle labbra, come se lei avesse voluto giocare a disegnare al posto che su un pezzo di carta, sulla sua pelle un modo diverso dal tatuaggio lavabile o dalla penna, ma avesse voluto stupire lo sguardo di altri con l’originalità immatura , incontaminata da pensieri perversi, innocente su quel punto solo perché c’erano più peli e solo perché essendo un punto normalmente nascosto avrebbe avuto un effetto sorpresa.
Ma siccome io come qualsiasi altro maschio conoscevamo la sua età che era più che maggiorenne e vedendo che normalmente aveva degli occhietti belli svegli e vispi e avendo la conferma che il perizomino così candido era al tempo stesso provocante e difficile da trovare, capivamo, o meglio, dato che il nostro cervello anche se composto da neuroni che vanno alla velocità della luce e quindi riusciamo a ragionare in modo veramente veloce’, nonostante questo, il nostro cervello involontario, cioè il nostro cazzo, era diventato di colpo duro quanto il marmo, dritto , lungo e largo quanto una quercia in un tempo ancora più breve.
Tutto quello che aveva fatto mia moglie con quel cuoricino era arrivato lì direttamente, lì sulla cappella di ognuno, a tal punto che quasi potevamo raggiungere l’orgasmo anche al primissimo e sfregamento con le mutande .
Il nostri cervelli, le nostre teste pulsavano, i cuori lavoravano al massimo della propria capacità, i nostri mastelli si erano ingrossati con una tale velocità che avevamo sentito il sangue pulsare dentro, da serpenti a riposo, si erano fatti spazio nelle mutande che li contenevano a tal punto da uscire.
Mamma mia che moglie che avevo, che troia, che zoccola, era una mignotta di classe, una che sapeva come far morire di infarto i maschi, una a cui piaceva provocare e sapeva farlo senza che noi potessimo mai dirle chiaramente che fosse una baldracca. Faceva tutto in modo così innocente che se il nostri cazzi non ci avessero svegliato, quasi ci saremmo cascati.
Ti veniva voglia di prenderla e gustarla, e di punirla, di castigarla, di farle di tutto.

Insomma si era impegnata per noi maschi, per farci eccitare, anzi impazzire, senza spiattellarci niente, ma tenendo il suo capolavoro pronto alla nostra vista, per farci eccitare come matti’.che troia, era proprio una vera troia, o come piace definirsi lei’un po’ mignotta.

Ci mettemmo in piedi per farci succhiare i nostri cazzi, mamma mia come li succhiava bene, con foga, con gusto, e guardando dal basso verso l’alto con quegli occhi come si guarda il proprio padrone, il proprio cliente, con quegli occhi che cercano quelli del fortunato spompinato, con quello sguardo alla ricerca di approvazione

Mia moglie è bella, molto bella, sensuale, ha delle belle gambe, e salendo un bel culo, non piccolissimo, ma bello da palpare, ma neanche è un culone, la fighetta non è ancora slabbrata, è tutta curata e salendo ha una vita stretta per arrivare ai suoi seni belli sodi, porta una quarta, a volte striminzita, ma sempre una quarta a volte una quarta abbondante. I suoi capezzoli non sono enormi, le areole si vedono bene, e i suoi seni son fatti bene all’insù. Sopra ha un viso molto carino, degli occhi da cerbiatta ed è molto sensuale, ha i capelli lunghi, lisci e talvolta li porta liberi, slegati, a volte, come in questo caso li ha raccolti, a cipolla, con una pinzetta li ha raccolti e qualche punta spara a destra e a sinistra. Da un cipollotto di capelli quasi pieno, data la lunghezza non troppo lunga ma neanche corta che le dà quella femminilità, da ragazza, però vederla nuda, senza niente, al massimo un perizoma che ha la sola funzione di eccitare, di esprimere la sua voglia di provocarti e al massimo i collant autoreggenti o col reggicalze incorporato, fatte bene, che le danno quella sensualità, quell’aria da porca, da mignotta come le piace autodefinirsi, perché son collant velati, neri setosi, morbidi da toccare, palpare, belli da vedere e pronti per lasciarti accedere ai suoi punti più importanti: la figa ed il culo.

Lei era in ginocchio, ormai completamente nuda ed io le spinsi la testa verso il cazzo del mio amico il quale era in piedi col suo cazzo proprio in corrispondenza della sua bocca.
Lei inizialmente faceva quella che non voleva, guardandomi, come per dire’, ma amore..non sono la donna della tua vita?, perché fai questo? Perché vuoi che prenda in bocca il pisello di un altro? Di un tuo amico che probabilmente ti sputtanerà in giro, che da questo momento in poi mi cercherà in futuro per avere il bis, che da questo momento in poi anche se non succederà mai più, lui mi ricorderà per il pompino che gli ho fatto, per avermi messo l’arnese che usa per far pipì, nella bocca che userò sempre per dialogare con lui, con te, con altri che non sanno niente?
Ogni volta che vedrà le mie labbra col rossetto ricorderà che in mezzo aveva riposto il suo mastello, ricorderà come usavo la lingua sulle sue zone erogene, come gli ho leccato i testicoli, come li ho messi nella mia boccuccia e come li ho eccitati con la lingua e le mie manine tutte curate,con le unghie un po’ lunghe e colorate di quel rosso provocante o quel rosa candido.
Perché, io che potrei andare a letto 24 ore al giorno , tutti i giorni con chi voglio e quanti maschi voglio, ho deciso di concedermi solo ed unicamente a te e tu vuoi sprecare questo mio dono, questa mia devozione per te, queste mie cure ‘., perché?’.mi chiedo perché?
Questo era quello che mi trasmetteva con quegli occhietti mentre aveva in mano il cazzo duro del mio amico, che stava iniziando a succhiargli, con quella lingua che iniziava ad usare , da un modo costretto e forzato, stava per iniziare ad usarla con voglia, con gusto, con amore, con affetto e devozione, con piacere, con sensazione, cioè con morbidezza, facendole seguire ogni scanalatura della cappella che stava tirando giù con la sua manina dolce.
La lingua da rigida e forzata, la stava per usare proprio in modo attivo, concentrato, come una mano che al posto di esser rigida su un corpo che sfrega, sta per rilassarsi e passare gustando e palpando delle gambe, dei glutei, dei seni morbidi.
Lei aveva gli occhi ancora puntati su di me, aspettando una risposta alla sua domanda, perché?’sei sicuro di quello che vuoi? Ci tieni proprio? Vuoi veramente che lo faccia?’se è questa la cosa a cui tieni di più, per l’amore che ho per te lo farò’.cercherò di farti felice, di farti fare bella figura, di far vedere al o ai tuoi amici quanto sono brava, quanto ti faccio impazzire come dici tu, quanto sono mignotta, se vuoi vedermi come mi fanno godere gli altri, quanto mi piacciono, cosa provo per loro’lo farò per te’mi lascerò andare solo per te.

Io sapevo del suo amore, della sua fedeltà, del fatto che anche a lei piacciono gli altri uomini ma non voleva rovinare il nostro matrimonio, non voleva essere traditrice nei miei confronti per l’amore e l’affetto che aveva.
Però ogni volta che la scopavo, capivo che talvolta, le sarebbe piaciuto lasciarsi andare totalmente ai pensieri, alle voglie più spinte. Capivo che talvolta magari non ero al meglio e le sarebbe piaciuto avere affianco un altro più prestante o che dalle mie fantasie , talvolta le sarebbe piaciuto provare ad esser al centro dell’attenzione, essere lei coccolata da più maschi, logicamente carini, scelti da lei, con cui provare quei piaceri multipli, provare a gustarsi , succhiandolo un bel cazzo e nello stesso momento sentirne uno dentro il proprio corpo sensuale.
Magari essere in mezzo, averne uno davanti ed uno dietro, e palpata, accarezzata , baciata nelle zone erogene.
Lei dentro dentro avrebbe voluto, ma i suoi sensi di colpa, la sua moralità, il lavaggio di cervello della società , il fatto che farsi più uomini, soprattutto assieme era segno di ragazza poco di buono, facile, invece per noi uomini è sempre stato un complimento.
Quindi per l’amore che ho sempre avuto per lei, volevo vederla raggiungere il massimo del piacere, volevo vederla servita e riverita, , volevo vederla coccolata, viziata, esaudita per tutte le sue fantasie. Mi immaginavo sempre che diventasse vogliosa, ninfomane, con un unico pensiero perla testa, sia nei sogni che appena sveglia, voglia di avere almeno un cazzo a disposizione, ed usarlo come voleva, scapricciarsi. Mi piaceva vederla di nascosto o come cosa normale, toccarsi, desiderosa costantemente di godere, come una gatta, una in calore, che pensa solo a comprarsi vestiti e biancheria per esser eccitante, non volgare.
La amavo così tanto che volevo tutto questo per lei, volevo esser anche un suo amico, un suo confidente, uno con cui scegliesse come vestirsi e quanto provocante essere e poi andare in giro e dirmi.
Lei: quel ragazzo mi piace, ma anche quei due uomini, secondo me quello moro’ha una voglia di farlo, guarda come mi punta’che dici se lo faccio eccitare un po’? mi accorcio la mini?
Ed io: si, fai vedere le autoreggenti, ma anche quell’altro come ti sembra?
E lei: amore, ne ho visto un altro, quello mi piace troppo, mi ispira un sesso, guarda che pacco, avrei una voglia di sentirlo in bocca, mamma mai, che voglia di mettermi in ginocchio in bagno e succhiarmelo e sentire la sua mano grande che mi tiene la testa ferma e mi obbliga ad ingoiare il suo sperma’amore’che dici’lo voglio divorare’dai su amore, fammi felice, portamelo qua, ho una voglia , fammi sbattere, li voglio tutti, li voglio svuotare, voglio vederli felici’

Questa era l’amicizia che avrei voluto avere con mia moglie , che comunque avrei sopportato una fuga di sesso per alcuni giorni, anche per una settimana, dove si sarebbe fatta sbattere,, ma dopo essersi scapricciata, fosse tornata indietro , mi avrebbe raccontato tutto e poi l’avrei scopata io per altrettanto tempo.
Io dovevo essere il suo unico amore della sua vita, ma volevo che non rimasse repressa, triste, annoiata, volevo che fosse felice, che non potesse mai dirmi che si fosse annoiata, la volevo vedere libera come una farfalla di poter volare ed appoggiarsi su tutti i cazzi che avesse mai desiderato.
Vederla così bella con quegli occhietti , non potevo fare altro se veramente l’amavo, altrimenti se avessi dovuto pensare solo ed unicamente ai preconcetti ed alla mia gelosia l’avrei repressa.
Logicamente tutto questo non si poteva fare con conoscenti.

Ma vivendo lontano da casa, l’amico o gli amici che ci eravamo fatti, non avrebbero rovinato la nostra vita.
Quindi il mio più caro amico di quel posto era la soluzione migliore per iniziare questo processo di liberazione di mia moglie.

Tutto questo era il pensiero che io e lei ci eravamo scambiati in un secondo e che comunque io pensavo da tempo.
L’amore andava veramente sopra ogni cosa.

Quindi mia moglie visto il mio consenso, trasmesso con i mie occhi verso i suoi e confermato dalla mia mano che delicatamente si appoggiò sulla sua nuca ed iniziò a spingerle la sua testa verso il cazzo del mio, nostro amico, lei sentì l’energia, l’eccitazione, la determinazione del mio volere, del mio desiderio, lo sentì sulla testa e quindi lei quasi non sentì le mie dita, ma sentì la mia energia che le comandava la sua testa, di andare e lei così fece, aprì le sue labbra, la sua bocca, con le mani scappellò il suo cazzo ed iniziò a sentire nella propria bocca, sulle proprie labbra bagnate, quella cappella un po’ più grande della mia.
Lui mi guardò felicissimo, non gli sembrava vero, ma al tempo stesso data la nostra complicità tra uomini era felice del gesto che io stavo facendo per lui, lui aveva sempre desiderato la mia femmina, ma mai ci aveva provato per amicizia nei miei confronti, per onestà.
Adesso aveva capito, sentito, sapeva della mia unione con lui, sapeva delle mie perversioni, sapeva tutto di mia moglie, di come era brava perché tutto gli avevo raccontato, lui sapeva di ogni cosa che avevamo fatto; sapeva che lei succhiava divinamente, sapeva che a lei piaceva prenderlo dietro, sapeva di ogni desiderio della mia amata e sapeva di tutta la biancheria intima che indossava e aveva già visto qualche filmino e foto porno di lei.
Io avevo creato nel tempo cercando di conoscerlo bene, quell’affiatamento con lui.
Lei e lui si conoscevano ormai da un po’ e sapevo che a mia moglie un po’ piaceva quel ragazzo.

Insomma avevo studiato tutto e il mio sogno stava iniziando.
Mia moglie quindi iniziò a ricevere delicatamente il tronco, e lei iniziò a concentrarsi a quello che aveva in bocca, erano anni che ormai aveva solo ed unicamente il mio. Lo stava studiando e pian piano si stava affezionando, stava provando delicatamente ad abituarsi a quello e stava provando a vedere le reazioni.
Non ebbe il coraggio si alzare subito gli occhi per vedere lo sguardo se era di piacere oppure no, del proprietario di quel mastello.

Anzi chiuse gli occhi e con tutte e due le mani cercò di accarezzarlo con cura, di sentirne bene la sacca depilata e piena di sperma.

Con una mano ogni tanto lo segava dolcemente, delicatamente e lentamente, così da scappellarlo ogni volta.
Lei ancora non se la sentiva di guardarlo, quindi iniziò a concentrarsi, a pensare di farselo piacere, di togliersi i freni , quei freni che non volevano lasciarla andare, non volevano farle rilevare che iniziava a d affezionarsi, che iniziava a piacerle quel cazzo nuovo, di proprietà di un maschio che non fosse suo marito che le avrebbe dato un giudizio sul suo operato.
Le labbra sfregavano sul cazzo, ma il momento di usare anche la lingua era arrivato.
Iniziò a piegare la testa ed a portare la lingua sotto la cappella, nella zona esogena, la lingua era bella lubrificata, liscia, morbida, lei sapeva come usarla.
Iniziò, io vidi la faccia del mio amico fare un espressione di piacere, come se la mia bella moglie si stesse conquistando il parere positivo dell’estraneo.
Io vedendo il suo sguardo e sentendo il muggito di piacere, che pervenì anche alla mia femmina, li messa in ginocchio col perizoma e basta e con le tette in mostra, dissi a mia moglie:
Io: brava, così, continua così che mi piaci, vedo che lo stai facendo godere, fagli le stesse cose che fai a me, anzi di più, fallo impazzire, fagli perdere il controllo come sai fare tu.
Lei allora sorrise, si mise a sogghignare e da quel momento si concentrò e trovò la forza ed il coraggio mentre lo stava succhiando di alzare un po’ la testa, semprecol cazzo in bocca e di guardarlo negli ochi, inizialmente con uno sguardo curioso, innocente, poi vista la faccia dell’amico che stava godendo, che si stava perdendo nel piacere, lei cambiò lo sguardo e gli occhi diventarono da triglia, da cerbiatta, sicuri, occhi provocanti, consapevoli che aveva lei il controllo, si trasformò in uno sguardo da mignotta e iniziò a morsicargli il cazzo, i diversi punti , si mise coi dentini a tirarle la pelle, i morsetti lo fecero saltare dal quel piacevole dolore, che veniva poi seguito da carezze della sua lingua che attenuavano le ferite.
SI mise a succhiarlo con grinta, cercò di metterlo tutto dentro fino a farlo arrivare in gola.
Lei fece sedere il mio amico, gli disse di sedersi, anzi di sdraiarsi sul letto che voleva coccolarlo, meglio non voleva più che lui stesse in piedi.
E così fu, lui si sdraiò e lei si mise come una micetta e sempre guardandolo da mignotta, con le tette penzolanti, si mise a succhiarglielo con foga, lo voleva, ormai quel cazzo era di mia moglie, non apparteneva più al mio amico, lui non poteva dire e fare più nulla.
Lei si accanì, lo voleva divorare, era il suo gioco, ormai, lei si era sciolta, ormai lei aveva dimenticato che fosse sposata, che mi stava tradendo, che stav succhiando il cazzo di un amico, ormai lei si era lasciata andare, noi non c’eravamo, si era dimenticata anche di me, c’era lei e quel cazzo e guardava la faccia del mio amico per divertirsi, per vedere le reazioni di quel mastelloa quello che lei faceva.
Lei aveva la fighetta un po’ rialzata e vidi il suo nettare uscire, lei era venuta e continuava a provare piacere.
Lei provava piacere nel vedere quel maschio godere, a lei piaceva quel tronco, si era affezionata, le piaceva da morire averlo in bocca, giocarci come più le aggravava.
Le piaceva anche vedrla stremato, vedere che un po’ di sperma usciva perché non riusciva a contenerlo.
Lei normalmente non piaceva lo sperma, ma in questo momento, la perversione la eccitava nel succhiarglielo, e quindi nel farne uscire un po’, e tenerlo in bocca, sentirne il gusto, mandarlo giù, in gola, cibarsene, e quando finiva, aumentava il piacere che dava al ragazzo, vedendolo distrutto in viso e sentendolo ansimare con forza come se non riuscisse a contenersi, come se stesse per esplodere da un momento all’altro’e proprio in quei momenti lei si fermava , si riprendeva quella quantità di sborra che aveva voluto ancora , cercava di assaporarne il gusto perverso, si, assaporare il liquido seminale che se fosse entrato in mezzo alle sue gambe le avrebbe cambiato la vita, facendole ingrossare la pancia, ingravidandola, ma invece aveva in bocca, e presa da un altro maschio.
Lei assaggiava quella sostanza bianca strappata da quel maschio, che non era il suo.
Ormai lei sentiva pulsare quel cazzo, aveva capito che il mio amico era sfinito, lei si era guadagnata la stima sessuale, come brava pompinara, indiscussa, ormai doveva dare il colpo finale , ma non tanto per lui, ma perché loveva dare il meglio di se e vedrla sfinito, oltre che voleva gustare un po’ piùdi sperma e tutto questo le stava per dare il secondo orgasmo.
Allora lei si mise di impegno e massaggiando e segando le palle e il tronco, si mosse da vera pompinara, alzando ed abbassando la testa , quindi segando quel cazzo con le proprie labbra e la propria lingua, e risucchiando al massimo.
In più lo guardava continuamente, da vera zoccola, per vedere le reazioni e più lei sentiva lui ansimare e lo vedeva che godeva e che quindi stava per cedere e più si concentrava per dare se stessa.
Io vedevo lui con gli occhi che si stavano quasi rivoltando e quando lui la guardava , la vedeva come assatanata dal suo cazzo, come se lo volesse mangiare e come una vera ninfomane.
Lei la vedevo se stessa, come se proprio s stesse lasciando andare, come se veramente stesse facendo quello che voleva, quello che avesse sempre voluto fare dentro i suoi desideri più nascosti, lei mi piaceva da morire, finalmente vedevo la mia moglie vera, una vera assetata di cazzo, come se permanete l’avesse voluto mangiare.
Io e lui non mettemmo neanche la mano, capimmo che quella testa non si sarebbe tolta quando lui avrebbe sborrato e così fù.
Lui gridò dal piacere come un matto, lei nenahc elo ascoltò, andò avanti, lui andò avanti a gridare per 30 secondi, io vidi lei leggermente in difficoltà per quanta sborra lui le stava buttando in bocca, come se facesse fatica ad ingoiare, ma si vedeva che la voleva, si fermò un attimo, la tenne in bocca, un po’ le uscì dalle labbra, ma mettendosi in ginocchio le cadde sul seno nudo e poi la vedemmo come si gustò il liquido procreativo, ed ingoiandolo pian piano strinse le cosce raggiunse l’orgasmo.
Il fatto di averla ingoiata davanti a noi, come segno di devozione, di ubbidienza, nei nostri confronti, le diede quel piacere da farle raggiungere il secondo orgasmo.
Le era piaciuto esaudire i nostri desideri perversi e dimostrarci che anche a lei era piaciuto a tal punto che l’aveva voluta tenere dentro il suo corpo, in mezzo ai suoi seni, dentro il suo ventre.
A quel punto volle completare l’opera e si chinò nuovamente a succhiarglielo per pulirglielo tutto, quel cazzo ancora un po’ in tiro. Il mio amico era annientato’

Lei voleva far vedere di quello che era stata capace, che era stata brava, che se aveva voluto farci felici, allora era stata in grado di stupirci. Con la lingua lo leccò bene, lo succhio completamente, lo scappellò e si mise a succhiarlo ancora, per pulirlo anche dentro ed infatti un piccolo rigagnolo lo tirò fuori, il mio amico chiese di smetterla e lei si tirò su,mi guardò per vedere se ero stato orgoglioso di lei ed a quel punto mi baciò, mi baciò in modo prolungato’, voleva farmi assaggiare quello che lei aveva devotamente ingoiato, per la prima volta, così tanta , per farci felici.
A quel punto il nostro amico si sdraiò e si addormentò io e lei andammo sull’altro letto e ci mettemmo a parlare.
Io le spiegai di come fossi stato orgoglioso e le chiesi come lei si potesse sentire. Lei mi disse che era stato bellissimo, un esperienza mai provata e che era venuta più volte. Ma io andai nel dettaglio e le chiesi cosa avesse provato, allora lei pian piano li lasciò andare , capì che non doveva sentirsi in colpa e mi disse le emozioni provate, il gusto di assaggiarne uno diverso, l’orgoglio di vederlo impazzire, di sentirsi vogliosa di cazzo, di sentirsi mignotta. Finalmente si lasciò andare , era il primo passo, mi disse tutto quello che volevo sentirmi dire’.tutto quello che le era piaciuto nel fare sesso con lui, di quello che aveva provato.
Al risveglio del mio amico, la mia mogliettina, che si era ricomposta, mettendosi un maglione lungo sino metà gamba, si mise a cucinare e mentre lei preparava, lui, mezzo rimbambito si mise ad ammirarla, lei logicamente se ne accorse e gli sorrideva.
Lui le fece i complimenti, le disse che mai aveva goduto così tanto e mentre lei lo servì al tavolo, lui allungò la mano sulle sue gambe e pian piano le infilò dentro il vestitino risalendo alle sue natiche, per poi infilarsi in mezzo alle gambe.
Lei servito lui, lo guardò con malizia e intesa e poi si allontanò.
Il mio amico era cotto, era rimasto .
Lei adesso aveva sempre più rispetto per me, però come le avevo chiesto, lei era disponibile anche con lui, si lasciava toccare da lui, se lui insisteva faceva quello che le chiedeva, ero contento ero riuscito a fare il primo passo.
Ci mettemmo a parlare, accompagnati da una vodka, su i nostri desideri sessuali e sull’amico del nostro compagno, il suo amico che voleva presentarci a cui il nostro compagno luca desiderava che giocasse con mia moglie.

Il primo passo era stato fatto , lei si era lasciata andare, aveva succhiato al meglio il cazzo del mio amico, ingoiandone anche la sborra, ma non per forza come la prima volta, bensì per volere suo.
Non sapevo se la cosa migliore fosse gustarmela ancora con lui, magari scopandola assieme oppure potevo passare alla fase successiva, concederla ad un suo amico, per poi successivamente passare a scoparcela in gruppo.
Volevo che lui si sentisse il padrone di lei, volevo fidarmi ciecamente di lui, volevo vederla veramente come fosse del mio amico, che lei facesse quello che lui le avesse chiesto e lei fosse contenta di assecondarlo . sarebbe stato stupendo vedere come il mio amico l’avesse trattata.
D’altronde lui era rimasto solo, senza moglie, senza ragazza ed io non potevo fare l’egoista dovevo trovare il modo di concedergliela, di vederla come fosse sua’.comunque lei non gli aveva ancora dato ne il suo culo ne la sua fregna.

Sarei riuscito prima o poi a vederla in mezzo al gruppo di amici, e vederla gridare da piacere con ognuno di loro, vederla vestita od anzi svestita in mezzo a loro.
Mamma mia come mi era piaciuta, come l’aveva succhiato bene, con quegli occhi assatanati, assetati di piacere, assetati di cazzo, voglia, desiderio, di averlo in bocca, di gustarlo come un caffè, come un vino, mangiarlo, ingorda, tutto suo , solo ed unicamente suo, sgonfiato, spompato, mangiato, divorato, da un bastone in cemento armato a un tubetto floscio.
Vederla poverina, in difficoltà, perché non abituata, quando riceve il getto, quella quantità non minima di sperma, si proprio così, quel liquido che già dal nome e da come lo si pronuncia,eccita il maschio e intimidisce le femminucce, sperma o sborra, che sarebbe capace di far ingrossare, la pancia, lasciare il segno, cambiare la vita a tante povere e ingenue femmine, costringendole a cambiare vita, a non esser più spensierate, ma avere poi preoccupazioni.
Quel liquido denso, caldo, bianco, il colore dell’innocenza , lo stesso colore delle sposine che le identifica come candide.
Lo sperma, che ha gusti diversi, salati, forti, pesanti, non facili da mandare giù, e non liquidissimo, bensì denso e filiforme, non facile da ingoiare.
Vedere mia moglie così bella , giovane, porca, assetata, ghiotta di cazzo, in difficoltà a tenere la sborra del mio amico in bocca, a spompinarlo mentre i suoi getti le arrivano dritti in gola, ma lei continua, anche se col rischio di conati di vomito, le piace, il piacere, la perversione di sentirsi porca, mignotta, assetata di cazzo, assetata di sperma, golosa di quel ‘gelato’ e il sentire la sborra del nostro amico, non di suo marito, le da quel senso di perversione, di tradimento, di vogliosa, di mignotta che vince grazie al marito il comportamento da brava ragazza, la paura di esser bollata come troia, porca e quindi si disseta col cazzo di un altro.
Quindi con la sete di perversione, la sete di voler fare sesso, di trasgredire a tal punto da provare piacere, tanto piacere da inzupparsi le mutandine, quando si china, si umilia, si rende schiava per un maschio estraneo, soddisfandolo totalmente senza che lui le generi piacere direttamente.
Provare piacere, raggiungere l’orgasmo perché si sente serva , schiava del sesso , in ginocchio e protratta a cibarsi dal membro di quel maschio, dando il meglio di se, per avere come unico scopo l’orgasmo del maschio, provare piacere nel sentire sulla lingua , sulle labbra la cappella, il cazzo estraneo, pulsare dall’eccitazione, sentire i versi del maschio che gode grazie a lei, gode come un matto, vedergli il cazzo durissimo perché lui la guarda, perché lui vede quanto è bella e si eccita.
Per tutto questo lei diventa assatanata e anche quando lui la costringe, lei si eccita alla fine perché capisce che lui non è riuscito a tenere il controllo, data la bellezza della ragazza e la prende di forza per soddisfare le proprie eccitazioni.
E quando lei vede che è riuscita a ingoiarla tutta o quasi tutta ci tiene a farlo vedere a chi l’ha innondata, come fosse una cagnolina ubbidiente, stando lì, nuda, in ginocchio, sdraiata, seduta come una sirena con lo sguardo fisso verso il maschio che ha soddisfatto, che ha stremato.
L guarda incessantemente per vederlo stremato, in coma, senza forze, perché tale era il piacere che lei gli ha dato, u piacere irripetibile da altre, quindi migliore di altre.
Lo continua a guardare con gli occhi fissi da cagnolina bastonata, come se dicesse: hai visto padrone cosa ho fatto per te? Ti è piaciuto? Sono stata brava? Mi dai la soddisfazione, mi fai i complimenti, mi dai l’ossicino, me lo dici che ti ho soddisfatta? Hai visto che ho ingoiato la tua sborra? Hai visto padrone che brava? è stata dura ma sono riuscita’ho mandato dentro il mio bel corpicino da sirenetta che tanto ti eccita, il tuo liquido seminale che tu tanto ti eccitava che io bevessi, che normalmente a nessuno piace, ma io ho invece desiderato, dato che anche se ha un odore non buono, un gusto non buono, ma io per farti felice, per farti eccitare, per soddisfare le tue perversioni, per dimostrarti che io faccio tutte le cose più schifose pur di farti eccitare, pur di farti capire che sono tua, la tua serva.
Tutto questo era racchiuso in quello che era successo.
Mia moglie in quel momento se avesse avuto la possibilità, per aumentare la perversione, le attenzioni, le eccitazioni dei maschi, avrebbe succhiato ed ingerito la sborra anche di un altro, così che anche un altro avrebbe goduto come un matto.
Lei voleva essere l’unica femmina dentro di se, e quindi doveva sentire i complimenti di tutti.

Io e il mio amico ci incontrammo un altro giorno in un bar a berci una birra e ripensammo a quello che era successo, quanto fosse stato bello, eccitante e parlammo di come mia moglie si fosse comportata, di come le fosse piaciuto .
Si vedeva che lui era strafelice e che voleva ripetere la cosa, anzi aspirava ad andare avanti, a leccarle la figa con gusto, a farselo succhiare nuovamente, a potersela palpare, gustare, a poterla scopare.
Io gli dissi che il primo passo era stato fatto, che la cosa importante fosse rispettarla sempre e non esagerare, esser quasi sempre delicati e rispettosi, insomma farla sentire a suo agio così che da poterle tirare fuori la troia, la mignotta, insomma la voglia che c’era in lei.
Allora cercammo di organizzare un nuovo incontro, sempre a casa nostra e io gli promisi che sarebbe stato mio obiettivo cercare di convincerla ad andare avanti, a esser disponibile con li nuovamente.
Non potevamo dare per scontato che lei fosse aperta completamente.
Allora tornato a casa iniziai a lavorare mia moglie, a ricordarle cosa era successo, a quanto fosse stato bello per tutti, per lei, per lui, per me.
Le feci i miei complimenti per quanto fosse stata intrigante, eccitante, brava, a che vera mignotta era stata.
Le feci capire che il nostro amico aveva bisogno di lei, e che io avrei desiderato tanto vederla alle prese con due cazzi assieme, ma soprattutto che lei doveva lasciarsi andare , doveva lasciare spazio ai suoi desideri, doveva poter provare l’emozione di esser coccolata da due maschi, come una principessa, da due cavalieri, doveva lasciarsi viziare.

Cercai con insistenza giorno dopo giorno di farle capire che se si fosse lasciata andare ancora, non sarebbe stata catalogata come puttana, come ragazza facile, come disponibile, come una da usare, come svuotacazzi, come un buco, bensì come la nostra dea da venerare, da viziare, da coccolare.
Lei non voleva dirlo, ma facendo sesso con lei, mentre mi succhiava il cazzo le dissi di immaginarsi di averne anche uno nella figa e lei si bagnò tutta raggiungendo l’orgasmo.

Quindi capì che le sarebbe piaciuto ma dovevo convincerla.

A furia di insistere, giorno dopo giorno, riuscì a metterle in testa la voglia di provare, di trasgredire un’altra volta, di stare tranquilla che non sarebbe stata sputtanata, che doveva fidarsi, sfogarsi, che l’amavo a tal punto da volerla vedere sfogarsi sessualmente come non mai.

Arrivò il giorno , fu una domenica, vidi lei che si preparò già dal mattino, si fece bella, si curò tutta, i capelli, la pelle, si fece una lampada, si depilò tutta, e soprattutto si vestì non da troia ma comunque in modo intrigante.
Indossò delle scarpe col tacco semi a spillo e non troppo alte ma quanto bastasse per slanciarla, per snellire ancor di più i suoi polpacci e le sue gambe.
Mise una minigonna seducente, non inguinale ma comunque bella corta, sopra metà coscia, metà gamba e senza collant, autoreggenti o altro, ma solo con le proprie belle gambe lisce, vellutate, abbronzate. Sotto aveva messo un perizoma sexy ma non da baldracca.
Sopra mise una magliettina aderente ed un reggiseno sempre aderente, quindi si vestì sexy ma non da sdraiona, volgare.
Aspettando io e lei iniziammo a bere un aperitivo con degli stuzzichini e quando Luca , il nostro amico, arrivò, io gli andai ad aprire.
Anche lui era tutto vestito bene, profumato, lo feci entrare e lo feci accomodare sul divano.
Chiamai mia moglie dicendole che era arrivato e se potesse portarci qualcosa da bere.
Lei arrivò, salutò lui, lo guardò in modo teso, era nervosa e gli diede da bere, poi io la feci accomodare sul divano, in mezzo e lei si sedette.
Incominciammo a parlare e vedevo lei molto nervosa, ma a furia di bere tutti e tre ci sciogliemmo.
Io e lui le facemmo i nostri complimenti per quanto fosse carina e lui la continuava a guardare a mangiare con lo sguardo, sembrasse che la volesse scopare, ingravidare con lo sguardo e li lo sentiva.
Lei aveva messo un rossetto lucido trasparente, anzi rosa e aveva messo un profumo molto sensuale, buono.
Io con la scusa di sentirlo invitai anche Luca a sentirla, lei sentì le nostre attenzioni.
Lui si avvicinò al suo viso ed appoggiò una mano sul ginocchio della sola ed unica ragazza presente.
Io con la scusa che avesse le gambe abbronzate, invitai lui a guardarle ed a sentire quanto fossero vellutate.
Lei continuava a guardare me e lui, sorrideva , si sentiva che lei fosse nervosa, però era lì, era vestita non da zoccola, ma sensuale, si capiva che voleva il rispetto, ma voleva sedurre, eccitare.
Io iniziai a farle i complimenti aperti, e su quanto ci piacesse a me ed a lui Lui si avvicinò a lei senza paura ed iniziò a palparle le gambe ed a baciarla.
Lei era un po’ frenata e continuava a guardarmi, come dire, ‘amore, devo proprio, guarda cosa mi sta facendo..
Io le dissi che lei ci piaceva ad entrambi, che lei era stata stupenda la volta scorsa.
Luca le prese il viso ed iniziò a baciarle le labbra, ed io intanto guardavo.
Lui la baciò in modo più sensuale ed iniziò ad allargarle le gambe, perché lei non le aveva accavallate, ma unite e nonostante questo, la mini si era accorciata tantissimo e le sue belle gambe erano li, belle da guardare, palpare, leccare. Ma lei mise in mezzo il braccio e continuava a guardarmi e disse che era nervosa , chiedendo cosa le volevamo fare , se eravamo convinti.

Io le dissi subito che questa volta volevamo fare l’amore con lei assieme.
Lei si guardava in giro e disse che l’altra volta era l’altra volta, ma adesso non se la sentiva a fare cose simili, che anzi era imbarazzata.
Io le diedi dell’altra grappa che bevve immediatamente, in un sol colpo.
A quel punto lei mi guardò ancora , io mi mossi, mi avvicinai a lei, le misi una mano sul viso, come per tranquillizzarla e da quel punto la mano la feci scorrere giù passando sul suo seno, palpandolo dolcemente ma con decisione, perché era questo che lei aveva bisogno, non voleva due ragazzini indecisi ed esser lei a far la parte della mamma che prende l’iniziativa, come vogliosa, ma voleva, si aspettava che lei fosse la ragazzina spaurita, indecisa, con dentro la curiosità, la voglia e noi fossimo i maschi, gli uomini decisi che la desideravamo a qualsiasi costo e che avremmo fatto tutto e di più per averla e che quindi fosse lei ad esser trasportata ed indotta a fare certe cose.

Mentre io le mesi le mani sui seni e mi misi a palparla, Luca le aveva allargato le gambe e le aveva tolto le mutandine, l’aveva già palpata bene e si era già addentrato con la testa dentro , tra le sue gambe lisce, aveva tirato via senza quasi che se ne accorgesse il suo perizoma, le sue mutandine angeliche da brava ragazza, da brava ventenne, coi disegni dei fiorellini, semi coprenti ma a tanga, quindi che mostrasse le chiappe.
Luca eri eccitatissimo, la voleva, se la voleva gustare, quindi le alzò le gambe, aprendole e si diresse a leccargliela direttamente, il fatto cheLuca riuscì a fare questo era dovuto al fatto che lei era eccitatissima e non riusciva a dirigere il gioco, si stava smollando, stava mollando le redini a noi, si stava concedendo, stava aspettando che noi le facessimo quello che volevamo.
Lei era la principessa da viziare e non doveva avere pensieri, doveva fare solo quello che desiderava, o quello che le chiedevamo.
Lei si trovò semi sdraiata sul divano, le gambe aperte in aria e Luca che le leccava la figa.
Lei mi guardava , chiedendosi cosa le avrebbe fatto, se realmente bisognava andare avanti, ricordandosi la prima volta come l’aveva presa e l’aveva costretta a succhiarglielo.
Mentre Luca la leccava, lei prese la mia mano e la accompagnò sui suoi seni, voleva esser palpata da me, voleva sentire che ci fossi anche io, voleva sentire non solo l’attenzione dell’altro.
Mentre Luca le leccava la figa, io la mungevo, le strizzavo le tette e lei godeva, le sue mutandine erano rimaste infilate su una gamba e basta, tutte arricciate.
La figa era tutta curata, depilata, Luca la leccava divinamente, avidamente, se la stava gustando, vedevo lui come era concentrato, eccitato, contento, aveva una figa tutta depilata per lui e lo aveva capito e questo era una conferma della disponibilità di mia moglie per lui.
Lo vedevo concentratissimo, guardava solo la figa di mia moglie, gli piaceva da morire, la leccava con gusto, teneva le gambe ben aperte, in su e leccava con ardore, a quel punto le tirò su completamente la minigonna, così facendo le gambe riuscì ad aprirle ancora di più, e mentre le palpava, le leccava, ma si accaniva soprattutto su quelle labbra rosa, infilandoci dentro la sua lingua da serpente, da cane, la sua spugna, assorbendo più nettare possibile che la mia donna doveva continuamente produrre per lui e per far questo doveva lasciarsi viziare dalle sue attenzioni dirette, chiare, esplicite, dalle voglie di quello che ufficialmente era un amico, ma che adesso era un vero porco assetato. SI vedeva una lingua lunghissima e larga, dava il meglio di sé per tirarla fuori e gustare quel nettare.
Mia moglie stava già godendo, era già nelle mani di Luca, si sentiva depredata della propria intimità, sapeva che Luca conosceva meglio di lei i suoi umori, perché li stava assaggiando, lui d’ora in poi oltre a catalogarla come la miglior pompinara , anche come bella femmina da leccare.
Lui godeva, aveva il cazzo durissimo, perché si stava degustando quel prodotto della natura ineguagliabile.
Le ostriche, l’aragosta chiunque poteva comprarla o pescarla in mare bastava avere i soldi, ma degustare il nettare di mia moglie, soprattutto essendo mia moglie e non la sua, era praticamente impossibile; quindi era eccitatissimo.
A quel punto le leccò anche l’orifizio .
SI sbottonò e si tirò fuori l’uccello bello in tiro.
Lei continuava a guardare me che la abbracciava e la palpavo, cercava un aiuto un appoggio, all’inizio di questa situazione, i suoi sensi di colpa, la sua coscienza l’aveva portata a guardarmi continuamente chiedendo anche apertamente, verbalmente se io ero veramente d’accordo in quello che stavamo per fare se veramente Luca volevo che le dasse le sue attenzioni, se io non fossi stato poi geloso.
Luca iniziò a metterle le dita dentro a sditalinarla , leccandole al tempo stesso il clitoride.
Lei era quasi totalmente distesa sul divano, con le gambe aperte all’aria e con la faccia di Luca in mezzo alle sue gambe, sulla sua figa.
Anche io mi ero tirato fuori l’uccello in tiro e avevo iniziato a menarmelo e con l’altra mano sempre le palpavo quella bella quarta abbondante di seno.
La faccia di mia moglie era eccitata ormai, era vogliosa, teneva su una gamba come una vera zoccoletta che stava godendo, con quelle scarpe col tacco ancora su suoi piedi.
Il porco di Luca si alzò , si tolse i pantaloni e preparò il suo arnese per quello che aveva tanto desiderato; mettere il suo uccello dentro la fregan di mia moglie e scoparsela.
Pian piano mise la cappella sulle labbra rosa e lei con la sua manina gli prese la cappella per indirizzarla meglio dentro; l’aiutò.
A quel punto quando lei sentì la cappella incandescente e durissima di Luca farsi spazio oltre che tra le labbra anche dentro la fregna, iniziò a sentirne il piacere/dolore, lui pian piano cercò subito di metterlo tutto dentro.
Lei con la sua manina e il suo braccialetto in oro bianco si mise a spingere la pancia di Luca per frenarne la penetrazione, per non farlo entrare tutto e comunque non in modo troppo violento.
Io allora le presi la mano e la bloccai; volevo che Luca potesse scoparsi mia moglie come meglio credeva, come meglio preferisse, mia moglie doveva sentirla sua, doveva potersela gustare.

Infatti appena cucciato dentro un paio di volte, il maschio che era in lui lo spinse a gustarsi la femmina come meglio credesse. Iniziò a pomparla, a scoparla come uno stantuffo con una certa frequenza e profondità, lui le teneva le chiappe ben aperte, per poterla profanare meglio.
Lo sguardo di mia moglie era adesso la sguardo di una cagna .
Io le misi il cazzo duro nella sua bocca vogliosa, sia per farmelo succhiare che per tappare quella bocca che godeva.
Lui si fermò e si mise a baciarla, a sentirle le labbra e le disse quanto lei fosse figa e quanto la volesse scopare.
Lei aveva una faccia di una cagna che godeva, lui riprese a scoparla con forza e la figa bella curata aveva anche un punto coi peli tagliati a triangolo e ben curati.
Mamma mia era bellissimo , stavo vedendo per la prima volta mia moglie scopare , anzi scopata da un altro.
Vedevo un altro uomo eccitato, che si gustava la mia femmina, si, proprio così, la mia donna.
Le stava facendo quello che lui desiderava, quello che la sua voglia, la sua tentazione, la sua perversione gli chiedeva di esaudire e lui senza problemi, senza limitazioni, senza freni di alcun tipo stava esaudendo.
Lei, la femmina tentatrice, lei, il corpo che serviva per esaudire gli istinti, lo stava soddisfando, era a disposizione del maschio, si stava rilassando, si stava lasciando fare tutto e stava godendo davanti a suo marito, senza problemi.
Per tutto questo ero eccitatissimo, stavo godendo come un matto.

Successivamente io e Luca, le tenevamo le mani ferme, lei godeva, le piaceva sentire il cazzo di Luca entrare dentro la figa, dentro il suo corpo.
SI vedeva il cazzo duro, lungo, con le palle depilate o poco pelose, ma piene, che pesavano, piene di sborra, lei sentendosi profanata, scopata le veniva ancora altra voglia di sentirlo, ne voleva un altro, il mio era lì e lei lo prese e lo mise nella sua bocca, come per sanare quella sete di cazzo, quella voglia di sentirne di più dentro di sé , dentro il proprio corpo.
A quel punto lei si mise a guardare lui, perché era lui che la scopava, che le stava dando piacere, che la soddisfala, quindi era lui da vedere con ricerca.
Mentre veniva scopata lei continuava a succhiarmelo con voglia e andammo avanti finchè non decidemmo di scambiarcela, così da sbattermela un po’ anche io e vedere lei che spompinasse Luca , la mignotta di mia moglie doveva provare le sensazioni nei due modi.
Io la pompavo e lui in piedi si faceva spompinare, era bella vederla saltare con lei che succhiava .
Ormai lei aveva la faccia eccitata, vogliosa di scopare, vogliosa dei nostri cazzi dentro di lei, vogliosa di esser coccolata e sbattuta.
La prendemmo e la mettemmo sdraiata di schiena, il reggiseno l’avevamo tolto prima e le sue tette erano libere.
Il porco del mio amico Luca si era ripreso la sua figa, non era riuscito ad accontentarsi di farselo succhiare, aveva ripreso a scoparla per bene e lei apprezzava, iniziava a guardare in alto dal piacere.
La mignotta gridava di piacere, io le misi il cazzo in bocca, doveva succhiarmelo’
Andammo avanti per 10 minuti a scoparla, lei in mezzo e noi ai lati a cercare di sfondarle i buchi.
Dopo la prendemmo per metterla in altre posizioni, in tutti i modi volevamo usarla.
La prendemmo e la mettemmo come una pecora, ripresi io a metterglielo nella figa e luca a farselo succhiare.
Io cercai di sfondarla al massimo e Luca che aveva voglia di scoparla, si mise a scoparle la bocca, la usò come fosse un buco, lei da brava puttana, si mise pure a segarlo e lui senza pietà ci mise tutto il cazzo, in bocca, fino alle palle e muoveva il suo mastello come se la scopasse’si..ma di bocca e lei non aveva una faccia da povera ragazza usata, bensì da bella donna assetata di questo piacere, di queste attenzioni, di questi cazzi tutti per lei ed anche se le sue tette penzolavano in conseguenza ai colpi che gli impartivo, lei si saziava.
E quando la ragazza si girò a guardarmi che la sbattevo, anche per un solo secondo e con la coda dei suoi occhi, Luca la prese con forza per la coda e la testa e la rimise in riga, col viso dritto a spompinare il suo cazzo.
Ormai era tanto che la stavamo gustando, volevamo venire e fare l’ultima cosa, metterla in ginocchio con la testa all’altezza dei nostri cazzi e farci spompinare per sborrare su di lei.
Io e Luca eravamo in simbiosi e uniti, prima uno e poi l’altro le facevamo succhiare i nosri cazzi, anzi le scopavamo la boccuccia.
Lei guidata dalle nostre mani libere, coi suoi capelli lunghi lisci, castani, lasciati liberi sulla schiena nuda, doveva ingoiare i nostri cazzi, si tenere dentro tutto il tronco.
Quasi contemporaneamente io e Luca le sborrammo in faccia, colpendola ovunque, sugli occhi, sul viso e in bocca.
I nostri cazzi si spomparono ma noi continuammo a metterglieli dentro per farceli pulire dalla sua lingua.
A quel punto io e Luca ci alzammo e andammo a rilassarci, lasciandola li, nuda con la sborra addosso’la troia l’avevamo usata per bene’

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