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Racconti di Dominazione

Chiara ricattata – Capitolo 4

By 8 Aprile 2020No Comments

Capitolo 1: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/chiara-ricattata-capitolo-1/
Capitolo 2: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/chiara-ricattata-capitolo-2/
Capitolo 3: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/chiara-ricattata-capitolo-3/

Sono destata dalla sveglia che impietosa echeggia nella stanza, mi sento a pezzi fisicamente, ancora in stato di dormiveglia arranco verso il bagno, senza pensarci mi butto sotto la doccia nella speranza di recuperare lucidità e lenire quei dolori.
Più l’acqua scorre e più i pensieri affiorano, passo la spugna imbevuta di doccia schiuma sulla pelle, con delicatezza la passo sulla vulva arrossata e sensibile, mi fa male anche dentro, basta uno sfioramento e sento una sorta di dolore fastidioso.
In quel momento mi metto a piangere, una ondata di ricordi invade la mia mente, le sue parole finali riecheggiano mi rannicchio sotto il getto dell’acqua.
Mi dico che devo darmi una scossa, non posso permettere ad un ragazzino di ridurmi così devo reagire, affollo la mente di pensieri di lavoro, di scadenze da rispettare e mi preparo incurante della confusione e del disordine. Ogni volta che cammino, che mi siedo sento le mie parti intime arrossate, il mio povero ano dolorante… mi sprono in continuazione sino a perdermi nel lavoro… anestetizzata.
Quando rientro, la prima cosa che faccio è pulire, sistemare come a voler cancellare ogni traccia del giorno prima, sino ad arrivare alle 23.00 mentre stanca mi complimento per il lavoro che ho fatto, è perfetta, ordinata pulita come piace a me.
Mangio al volo un boccone in piedi e mi butto sul divano accendendo la televisione, una fitta mi ricorda del mio stato e mestamente mi metto a pancia in giù, maledicendolo per come mi ha ridotta.
Durante tutta la settimana mi buttai nel lavoro non lasciando spazio ad altri pensieri se non per sentire assiduamente il mio ragazzo. Giorgio non lo incrocio più da giorni e questo aiuta a mettere quanto successo in un cassetto come a voler dimenticare, ho ripreso ad andare in palestra per scaricare la tensione e stancarmi sino al punto di non pensare.
Cerco di riprendere la mia vita normale, i miei sogni e i desideri, così decido che venerdì vado dai miei per poter passare un fine settimana spensierato con Mario, e farmi coccolare, dalle premure amorevoli dei miei genitori, trasportare dalla dolcezza del mio ragazzo, il suo modo gentile, premuroso, delicato che ho sempre apprezzato in lui, fare l’amore è stupendamente dolce.
Ma anche questa avventura passa e con la tristezza nel cuore riparto per tornare a casa la domenica sera, rientro e la vista del mio appartamento perfetto mi fa sorridere come a dimostrazione di aver archiviato il tutto, sento il mio ragazzo per la buona notte, preparo tutto per il giorno dopo e mi lascio rapire da Morfeo.
Un’altra settimana intensa che mi aspetta, un caffè e via a capofitto, sino ad orari assurdi, palestra e lavori domestici, tra due settimane il mio ragazzo verrà da me, ha preso le vacanze per essermi vicino, purtroppo io non posso ma lui è cosi dolce e premuroso che mi ha detto “Non Preoccuparti ti aspetto a casa, passeremo insieme le serate e il fine settimana”, intanto al telefono pianifichiamo cosa avremmo fatto, luoghi da visitare, ristoranti da provare.
Alla fine ero talmente stanca che mi buttai nel letto senza cenare, in quel momento un pensiero irruppe della mia mente… e se Giovanni avesse ragione su di me?
Mi risposi che ero una stupida, sono io l’artefice della mia vita, sono io che devo decidere che strada intraprendere e non sono come quella gente corrotta nella mente e nello spirito.
Domenica, mi sveglio tardi… come uno zombie faccio colazione, scrivo qualche messaggio alle mie amiche e mi dilungo ancora con il mio ragazzo, il quale mi dice di avermi mandato una email con tutti i posti che ha trovato e di sceglierne alcuni.
Armata delle migliori intenzioni gli rispondo che la leggerò in giornata, che adesso volevo bighellonare un po, Mario come al solito tenerissimo comprende e mi dice che ho tutti i diritti del mondo perché poverina sto facendo un sacrifico per lui e che capisce e accetta qualsiasi cosa deciso di fare per lenire lo stress di quella lontananza forzata, prima di chiudere mi ricorda che mi ama, che gli manco e gli manca far l’amore con me, ma che pensa a me ogni sera.
Torno a sdraiarmi sul letto e ripenso alla telefonata, da un certo punto di vista mi sento lusingata, quella sua dolcezza, quella sua incondizionata remissività, poi però mi tornano in mente le parole di Giorgio… su di me ed il mio ragazzo e un tarlo inizia a lavorare nella mia testa con quella parole dette alla fine della telefonata, cosa intendeva dire, cosa significava e se fosse come aveva detto Giovanni?
Penso di essere pazza, che sto ragionando come una perversa che non è certo quello il senso, così passo parte del pomeriggio davanti alla televisione in pieno stato di pigrizia.

Ad un certo punto mi riprendo, rammento della email che mi ha inviato Mario, cerco il portatile, non l’ho più usato da quel giorno e non rammento dove lo avevo messo, rigiro tutta casa finché lo trovo in un cassetto sotto la tivù.
The caldo in una mano ed eccomi intenta a leggere la sua email, rispondo velocemente accettando tutte le sue proposte, poi cancello quel dannato spam, leggo emails di amiche e parenti, sino a sentirmi fiera sorseggiando il mio The, mentre mettevo a posto i file trovo una cartella che non ricordavo di aver creato, doppio click, in poco tempo si creano le anteprime, di colpo la gola divenne secca, il cuore mi batte a mille, sono tutte le foto e i filmati che aveva fatto Giovanni, rimango imbambolata, tutti gli sforzi che ho fatto per dimenticare ed ora tutto riaffiora, cancello subito la cartella e mi allontano come a voler scappare, mi illudo che una bella doccia sia il rimedio.
In un batter d’occhio sono sotto tutte quelle gocce d’acqua, sento solo il rumore dell’acqua, soddisfatta della mia scelta, godo del calore e della sensazione di pulito che mi scivola sul corpo, esco prendo l’accappatoio pensando a cosa farò domani.
Il fischio del bollitore richiama la mia attenzione, l’acqua fumante si tinge di quel colore ambrato, appoggio la tazzina e guardo il monitor – Che stupida non ho svuotato il cestino – non lo so cosa mi è preso ma apro il cestino e recupero il contenuto… penso di essere impazzita… inizio a vedere le foto… lo stomaco mi si riempie di farfalle, sono oscena, apro un video… vedo e sento me, sembra un’atra persona quella la ma no, tutte quelle oscenità non erano di altri ma mie, come un fiume in piena riaffiorarono i ricordi di quel giovedì…
Il respiro si fa affannoso, mentre rivivo quei momenti, estremamente umilianti come quello nella doccia ma il colpo finale fu il video di me distesa sul letto, guardo il mio viso straforato dalle smorfie del piacere, sento quello che dicevo, vedo lo stato del mio ano, l’oscena esposizione.
La telefonata del mio ragazzo interruppe quel momento, dandomi la forza di buttare via tutto per cercare di riprendere il controllo della mia vita.
Sentire la voce di Mario mi fa stare bene, gli confermo che lo aspetto domenica e sono felice devo solo aspettare un’altra settimana, lui mi conferma che avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare per il mio sacrifico… che era disposto a tutto.
Lunedì, riprendo il ritmo della settimana.
Martedì tutto procede magnificamente come sempre.
Mercoledì assorta e stanca dalla palestra rientro verso casa, apro il portone, salgo le scale
– Ciao troietta – mi si gela il sangue, alzo lo sguardo è li con il suo sguardo penetrante, abbasso gli occhi e sento le guance diventare rosso fuoco, sono pietrificata, Giovanni scende lentamente qualche gradino fino ad avvicinarsi a pochi centimetri dal mio visto
– Come sta il tuo culo rotto? – un “Bene, grazie” sommesso mi esce dalle labbra, la sua mano inizia a palparmi oscenamente il culo
– Il tuo fine settimana sicuramente è stato all’insegna del dolce e delicato mezzo frocietto del tuo ragazzo, lo so che stai cercando di convincerti che ti può bastare ma ora sai cosa vuol dire venire, godere intensamente da cagna in calore quale sei… hai già cenato? – non riesco a controbatte, sento il cuore che batte a mille e mi sorprendo a rispondere – Si hai ragione… no non ho ancora cenato – Giovanni apprezza la mia sudditanza e imperterrito con la sua mano continua a palpeggiarmi, insinuandosi dentro i pantaloni della tuta mentre con l’altra strizza un capezzolo, sopra la maglia attillata che porto, come a volerlo mungere
– Se vuoi ti do la cena che meriti direttamente in gola… ma lo devi meritare un privilegio del genere… – il suo dito finisce dentro il mio ano – mmmm come cede te l’ho rotto bene dietro e davanti… il tuo cucciolo si sarà accorto di quanto sei larga? Ti ha fatto sentire piena o sei venuta solo perché lo ami e non perché ti fa godere… RISPONDI GIUMENTA DA MONTA! – mi sentivo travolta da una tempesta ormonale, era riuscito in pochi minuti a portarmi ad uno stato di piacere che non mi capacitavo, più mi trattava male, più mi umiliava più mi sentivo oscenamente eccitata, incapace di reggere il suo sguardo e in balia dei suoi perversi desideri
– Si hai ragione, mi sembrava piccolo, ma ho goduto lo stesso non con la medesima intensità… ohhh… Ti prego mi stai… Ohhh… – un rumore ai piani superiori ha attirato la sua attenzione, in un lampo ritrae le mani, mentre in una parte della mia testa riecheggia un urlo  “NO! NON FERMARTI” e nell’altra un insulto “Sei una poco di buono, reagisti, dargli un ceffone ed vattene”.
Senza il minimo rispetto mi da una pacca sul culo mentre si allontana dicendomi – Finisciti da sola sborratoio… ci divertimento la settimana entrante… arriva il tuo frocetto vero?
Malferma sulle gambe cerco di guadagnare l’ingresso di casa, mi sento maledettamente sporca, bagnata, eccitata; in un attimo mi butto sotto la doccia come a voler mortificare il mio corpo, spegnere il fuoco che aveva acceso, ma porto il doccino li al centro della tempesta, variando l’intensità e la temperatura dell’acqua mi lascio conquistare dal piacere inizio a toccarmi da sola con tre dita dentro la fica e due nell’ano fino a lasciarmi devastare dall’orgasmo mentre flash di immagini e situazioni affollano la mia mente di quel maledetto mercoledì.
Spossata arranco fino al letto, lasciandomi possedere dai sensi di colpa per quello che è successo, per quello che ho lasciato succedere, con rabbia verso di me prendo il telefono messaggiando con il mio amore, cercando una forma di conforto.
Messaggi sdolcinati, da parte sua, continua a dire che mi sto sacrificando per lui, per noi, che lui non fa nulla per aiutarmi, che capisce il mio stato, che sarebbe pronto a tutto per soddisfarmi, che capirebbe ed accetterebbe ogni mia scelta. Sono contenta per la sua dolcezza ma quel continuo colpevolizzarsi, quella sua continua arrendevolezza, quel suo continuo dire che è pronto ad accettare qualsiasi cosa per farmi felice, per darmi piacere mi da una certa sensazione di fastidio di rabbia… sopratutto perché venerdì sera arriverà e rimarrà per una settimana.

Sprofondo in un sonno agitato, sino a quando il crepitio della sveglia mi richiama alla realtà facendomi aprire gli occhi ad un nuovo giorno ad un nuovo giovedì, come un fulmine mi vesto, mentre mi dico che devo cambiare i miei orari, che devo sistematicamente riprendere il controllo, che ne sono capace e che ho la forza per farlo.
La giornata è tumultuosa, sembra che non vada bene nulla, la rabbia e la frustrazione aumentano con il passare delle ore, sino a farmi saltare il pranzo per cercare di recuperare, risolvere, raramente riesco ad alzare la testa per vedere cosa succede intorno a me, ma mentre fisso l’ufficio dei capi, il cuore si ferma di colpo… vedo Giorgio camminare verso di loro, mille domande si affollano nella mia testa, lo sento dire “ciao zio” ed eccoli sparire nell’ufficio. La curiosità mi assale, vorrei capire, morbosamente cerco di trovare un modo, ma una emergenza lavorativa mi porta con una collega a dover abbandonare l’ufficio per andare da un cliente.
Non riesco a fermare la mente, le domande, cerco di concentrarmi sul lavoro, anche quando siamo dal cliente mi sforzo di non pensare, fino a sentire la mia collega chiedermi – Ma cosa hai? E’ accaduto qualche cosa? Sembri sempre assente… da un’altra parte…  – rispondo con un sarcastico – Si si tutto bene è che finalmente il mio ragazzo viene da me questo fine settimana e mi sembra che sia passato un mese… – la vedo cambiare espressione, battermi su una spalla con dolcezza, come volermi rassicurare – Ti capisco devi mettere in pausa la tua vita sfrenata di piacere per vestire i panni della brava ragazza timorata di Dio… – Vedendo la mia espressione stupita rispondo – Scherzo su!! Sai che una più santa di te non la conosco – faccio un mezzo sorrisetto.
Rientrate ormai a fine pomeriggio, noto che non c’è più nessuno, ed ecco che inizio a pormi altre domande finché noto il mio cellulare lampeggiare. Penso che sia Mario ma rimango spiazzata nel leggere “La prossima volta che finisci da sola non usare tutta l’acqua calda del palazzo, fatti regalare dalla tua amica porca qualche giocattolo con le giuste dimensioni o altrimenti ti consiglio io cosa comprarti che vada bene ad una troia sfondata come te”.
Era lui, aveva il mio numero di cellulare privato, come poteva averlo ottenuto, come si permetteva, la rabbia stava  di nuovo montandomi, mi sentivo esposta umiliata usata.
Come un tarlo quella sua frase mi disgustava ma non abbandonava la mia mente, anche la sera tra una telefonata al mio ragazzo e la preparazione della cena non riuscivo a dimenticare quello che era successo nel pomeriggio.
Arrivai a video chiamare la mia amica che mi aveva regalato i giocattoli per il mio compleanno, senza rendermene conto la conversazione scivolò sul tema di ragazzi, sesso, perversità. Lei come al solito non risparmiò particolari piccanti e scabrosi facendomi arrossire più volte, io invece parlai delle persone che conoscevo per lavoro, senza rendermene conto accennai a lui definendolo un ragazzino, impertinente, osceno ed un porco.
Mi spiazzò la sua risposta, “benvenuta nel mondo dei ragazzi che imparano con internet e filmati di tutti i generi”.

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