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Come benzina sul fuoco

By 24 Gennaio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivò il sabato dell’appuntamento. Il corso di recupero si teneva a scuola naturalmente, ogni primo sabato del mese alle 20.00 in punto.
Io e Marina eravamo in auto per raggiungere la scuola, la preside ci aveva dato appuntamento alle 18.00 per parlarci, di cosa non lo so, Marina miaveva detto pochissimo e io avevo le idee sempre più confuse al riguardo.
In auto era Marina a sostenere la conversazione, io ammetto di essere piuttosto preoccupato.
‘La preside &egrave molto bella, &egrave molto sexy. se un uomo la vede pensa subito a come deve essere a letto.’
Lo penso pure io, ogni mattina che la vedo.
‘E tu l’hai scoperto come &egrave?’ sorrido. Marina non risponde.
‘Ha due gran belle tette.’
‘Ma noi stasera stiamo andando là a scopare? O cosa?’
‘Non so nulla, non mi ha detto niente. Ma non credo ci abbia convocati per fare conversazione. Mi accennato qualcosa, ma le stavo leccando la figa. enon ero molto presente. Vito mi stava fottendo da dietro, questa volta non nel culo.’
Io ero all’oscuro di tutto ma non riuscii ad incazzarmi, anzi adoravo ancora di più la mia donna.
Prima di scendere dall’auto le do un bacio e lei con la mano va in mezzo alle mie gambe, mi trova già un pò duro.
Viene ad aprirci la Preside. E’ bellissima, il suo corpo esplode sotto il vestito, resto inebetito. Le due donne si salutano con un bacio, sulla bocca, con la lingua. Quando vedo la Preside palpare il culo alla mia donna il cazzo mi fa male dentro i pantaloni.
Finiscono di baciarsi, mi guardano e ridono.
Con fare autoritario la Preside mi afferra la cravatta, mi tira dentro. Stasera verrò formato al corso di recupero, &egrave un compito che mi spetta.
Entriamo nella mia aula, le due donne mi si avvinghiano addosso. Faccio fatica a seguire tutti i movimenti, ma dopo poco io sono nudo. Loro due ancora completamente svestite.
‘Oggi proverai quello che succede ai ragazzi a cui metti i voti bassi e capirai molte cose’
Non ho più nulla in contrario. Mi fanno inginocchiare sul pavimento e mettere con il petto su una sedia. Quattro mani e due bocche mi esplorano il corpo, la schiena, le gambe, il cazzo, il collo, le braccia, i piedi, il culo. Sto impazzendo e ora capisco perch&egrave i maschi della classe non studiano più.
La Preside &egrave un diavolo, autoritaria anche fuori scuola, anzi di più. Una vera Mistress. E non riesco a non offrirmi a lei. La preside ordina a Marina di leccarmi l’ano. Istintivamente inarco la schiena e le mie chiappe si schiudono. Marina trova il buchino e obbedisce. Non me lo aveva mai fatto in tanti anni, io invece spesso ed &egrave sempre impazzita. Con la mano mi tocca il cazzo, &egrave durissimo, sono agitato ma non voglio che smetta con la lingua. La preside ci aveva lasciati soli e ritorna con un paio di manette.
Mi torna in mente la goduria provata con le dita di Irma nel culo e capisco che essere un oggetto sessuale nelle mani di una donna &egrave una delle sensazioni che preferisco.
La Preside mi stende le braccia in avanti, sento qualcosa attorno ai polsi e mi ritrovo ammanettato alla sedia. Sono un po’ confuso, non realizzo subito e comunque non mi viene da preoccuparmi.
Sento la Preside che continua a dare ordini: ‘Prova a infilargli un dito, comincia a prepararmelo.’
‘Prepararlo per cosa?’
Marina anticipa la domanda che stavo per fare, ho un attimo un brivido, emozioni contrastanti.
‘Per questo.’
La Preside si &egrave sollevata la gonna, si sta allacciando in vita una cintura, dalla quale pende un pene di lattice. Sembra molto grosso.
Mi giro a guardare Marina che si &egrave tirata su. Con la mano continua a tenermi il cazzo, ma si &egrave immobilizzata. Mi guarda e sorride in modo perverso. Ho già visto quel sorriso, in lei colgo una grande eccitazione, mista a curiosità.
“Lui non vorrà, figuriamoci se accetta questa inversione di ruoli. Avrà paura di sembrare meno uomo mentre a me sembra molto poco virile averne paura.
“Si rifiuterà?” domanda la Preside come se io non ci fossi, come se non fosse a me che dovesse chiedere il permesso.
“Però mi sembra che il cazzo gli sia diventato più duro di prima. Possibile?” Marina rincara la dose.
‘Cosa? No, no. Ma stiamo scherzando. Io sono venuto qui per scopare, non per essere scopato.’
cerco di dire.
‘Dai, lasciatelo fare. A me piacerebbe. Se vuoi dimostrare di essere uomo non puoi aver paura di un cazzo finto. Tu quante donne hai inculato? E non sei capace una volta di fartelo fare a te?’ mentre Marina mi dice queste cose mi ha già infilato un dito in culo e sta spargendo un olio che la Preside le ha passato.
Mi ricorda il lavoro di Irma e mi sta piacendo molto. Se ne accorgerà? Continuo a negare di volerlo.
‘Se non vuoi farlo, perch&egrave il tuo cazzo &egrave così duro?’
‘Perch&egrave me lo stai toccando.’ cerco di dire.
Le sue dita entrano facilmente nel mio ano, davanti a me c’&egrave la Preside, eccitata, completamente vestita. Io nudo, col culo per aria e la schiena arcuata.
La Preside si china su di me per sussurrarmi nell’orecchio che fra poco mi sodomizzerà, proprio come fa con tutti i ragazzacci che prendono voti bassi nella mia materia.
“Ti infilerò questo bel cazzone di gomma nel culo e ti piacerà, come piace a tutti. E’ bello essere la prima. Ti piacerà così tanto che non sarò l’ultima, puoi chiedere a Polla, mi pare sia il tuo alunno preferito no?”
“Forza, basta. Ho detto di no. E smettila di eccitarmi con quelle parole. Perch&egrave aspetti? Perch&egrave la tiri così in lungo? Tanto non ti dirò che lo voglio”.
‘Ok basta. Non vuole farlo, togliamogli le manette e lasciamo perdere.’ decide la Preside seccata.
‘Nooo, perch&egrave?’ Marina &egrave delusissima.
Ho le mani libere ma non mi muovo. Quasi involontariamente inarco di più la schiena.
‘Che stronza!’ mormoro a mezza voce
‘Perch&egrave sarei una stronza? Ti ho liberato. Perch&egrave non ti alzi?’
Sto zitto, non so cosa dire. O meglio lo saprei ma non riesco.
‘Su, forse la tua ragazza, non ha capito. Dicci perch&egrave non ti alzi.’
‘Non mi alzo perch&egrave non vedo l’ora che mi infili quel coso su per il culo. Prima stavo mentendo. Pensavo di conservare maggiore dignità facendo finta che non era una cosa che desideravo. Invece l’idea di farmi sodomizzare da una donna &egrave da tempo un mio desiderio. Voglio provare quello che provate voi quando vi inculo. E farmelo fare da una donna ha dei risvolti psicologici di sottomissione e inversione dei ruoli che mi turbano. E mi eccitano. Farlo di fronte alla mia ragazza che mi guarda vogliosa &egrave ancora più pazzesco. Voglio sembrare più troia di lei. E farmi sverginare da una donna come te rasenta la perfezione del sogno erotico.’
Ci fu un silenzio tremendo e interminabile.
‘E’ sufficiente?’ mi apro le chiappe ‘sono pronto. Fammelo sentire.’
E’ fantastico il contrasto con il corpo di lei, femminile ma dominante. Sto godendo. Il mio cazzo gocciola sperma.
Credo che l’incontro con questa donna ci aprirà strani mondi.
Mi lasciano esausto, steso per terra. La Preside ha lasciato il pene finto dentro di me. Pian piano lo spingo fuori.
Marina mi da un bacio e poi vado con la preside giu per le scale, mano nella mano.
‘Mi ha eccitato tutto questo. Ora però sbrigiamoci che stanno arrivando i ragazzi per il corso di recupero’.
Sembrava un periodo molto tranquillo, troppo tranquillo, e infatti era solo apparenza. Marina continuava a spassarsela con Vito e Francesco, a volte alternandoli, molto spesso insieme e io non chiedevo di meglio. Non solo perch&egrave vederla appagata mi piaceva sempre di più ma soprattutto perch&egrave di scopare in quel periodo non ne avevo alcuna voglia. Il mio cervello continuava a ripensare all’esperienza di dominazione vissuta con la preside Laura e non mi davo pace. Era la mia unica voglia al momento. Più ci pensavo e più mi tormentavo senza agire. Non poteva durare a lungo quella situazione. Dovevo capire se ero sotto effetto di una suggestione dovuta alla novità o quello di farmi scopare da una donna tanto bella quanto autoritaria era un piacere a cui non sapevo rinunciare.
E c’era un solo modo per scoprirlo. Un pomeriggio dopo scuola presi coraggio e invece di tornare a casa e godermi lo spettacolo della mia donna alle prese con due uomini come mi aveva anticipato, chiamai Marina inventando che ero stato trattenuto a scuola per un collegio straordinario, non ci fece troppo caso presa come era dalla voglia dei suoi amanti.
Mi misi in macchina diretto verso casa della preside. Arrivato al cancello la tentazione di tornare indietro fu fortissima e invece la chiamai: ‘Sono Davide, mi fai entrare?’
Laura mi accoglie sulla porta, &egrave elegante, ma fredda, quasi ostile.Non sapevo spiegarle cosa mi aveva spinto là per cui non persi altro tempo.
‘Vorrei rifarlo’ sono le uniche parole che riesco a dire.
Laura sorride e mi guarda dai piedi fino alla testa.
‘Sono venuto qui da solo, Marina non lo sa. Non ho resistito, ci ho pensato un sacco dall’altra volta. Mi sono fatto molte seghe’
Laura mi fa entrare ma non sembra ancora affatto convinta. Mi fa accomodare sul divano e mi spiega calmissima, in contrasto alla mia agitazione: “Nessuno a cui l’ho fatto si &egrave mai lamentato, ma pochi si sono dimostrati così impazienti di rifarlo. Voi uomini siete molto più troie di noi donne.
Comunque no, non lo faremo. Se venivi con lei era un altro discorso. Il mio cazzo finto non &egrave a tua disposizione. Mi dovrai implorare, ma sarò io a decidere quando scoparti.
Se vuoi c’&egrave mio marito, ti può sodomizzare lui. l’hai mai fatto con un uomo?”
Rispondo ovviamente di no. “Non hai mai avuto esperienze omosessuali” e sono sconvolto, perch&egrave non &egrave assolutamente quello che volevo, almeno spero. Sarebbe stato solo un ripiego. &egrave qualcosa che non mi intriga.
Dopo questa doccia gelata sono costretto ad andarmene con un nulla di fatto e senza aver risolto i miei dubbi.
Tornato a casa trovo Marina su di giri, &egrave soddisfatta, felice e ancora più porca.
Scopiamo per un pò ma nemmeno il pensiero di essere per lei il terzo della giornata mi coinvolge e sono costretto a chiedere a lei di essere penetrato per raggiungere finalmente l’orgasmo. s
Non lo avevamo mai fatto e sento subito la differenza. Marina &egrave svogliata, maldestra, a lei il cazzo piace prenderlo non darlo e mi ritrovo a pensare a come deve essere un cazzo vero. Marina:
Avevo appuntamento con Davide in un grosso centro commerciale aperto da poco per un pomeriggio di shopping. Davide non &egrave un uomo comune come avrete capito, a differenza della maggior parte della popolazione maschile portarmi a fare shopping a lui piace molto. Lo eccita proprio. Ma quel pomeriggio era in ritardo, trattenuto a scuola come al solito.
Decido di aspettarlo in un grande negozio di scarpe per iniziare a guardarmi intorno. Il negozio &egrave davvero grande e tutto nuovo, praticamente deserto. Sono sola in mezzo a tutte quelle scarpe. Cio&egrave non proprio sola. C’&egrave un ragazzo, molto giovane, si direbbe poco più che adolescente. Immagino sia un commesso quindi mi avvicino per chiedergli delle informazioni sui prezzi che non sono esposti.
Il ragazzo &egrave cordiale, sembra molto professionale e disponibile, ha voglia di parlare, fa il brillante, fa battute.
Dal momento che sono ancora l’unica cliente si dedica completamente a me. Mentre parla delle scarpe ci infila dentro molti complimenti, espliciti e mascherati, e lentamente gli argomenti di discussione virano verso la sfera privata, così scopro che ha compiuto 18 anni da una settimana, si chiama Michele ed &egrave fidanzato. Ama il suo lavoro, nonostante sia solo un commesso, perch&egrave lo mette in contatto con molte donne, la sua passione sono quelle più grandi. Le sue coetanee sono troppo omologate, Con una come me potrebbe perdere la testa all’istante.
Gli sembro una che sa quello che vuole, dice che lui le donne le conosce, nonostante la giovane età, ha imparato molto dalle scarpe.
Torniamo a parlare degli stivali che avevo puntato, dice che sono aggressivi ma non troppo, per le donne che non hanno bisogno di ostentare sensualità.
Gli chiedo se fa così con tutte, sperando che qualcuna abbocchi.
Mi risponde di no, anzi &egrave super fedele, fino a quel momento.
Gli stivali sono in promozione, potrei averli veramente a poco, decido di prenderli e aspetto Davide per pagarli. Michele &egrave abile nel far scivolare nella scatola, senza che me ne accorga il biglietto con il suo numero di telefono.
Ma Davide non arriva e Michele si mostra impaziente di vedere come mi stanno gli stivali, quasi mi prega di indossarli e mi fa strada verso un camerino. Non sono sorpresa quando lo vedo entrare con me. Faccio finta di nulla anche quando sedendomi per provare gli stivali lo vedo inginocchiarsi. Capisco cosa vuole e lo voglio anche io. Insieme alle scarpe levo anche le mutandine e mentre infilo lentamente gli stivali mi lascio leccare e accarezzare, fino a farmi venire con la lingua.
Vorrei sentirlo dentro di me ma mi delude. “Meglio un’altra volta, non c’&egrave tempo”, ma per accontentarmi me lo fa vedere. Un cazzone di tutto rispetto, che stringe in mano mentre mi sfila gli stivali per leccarmi i piedi.

Davide:

Dopo una buona mezz ora in cui giro per il negozio alla ricerca di Marina, la vedo venirmi incontro dal fondo del negozio. Eppure ci ero passato ben due volte, non ci faccio troppo caso, o meglio vengo distratto subito dal vederla vestita in quel modo. Per fortuna siamo in pochi, a fare shopping a quell’ora.
Con quelle pantacalze, a vita bassa e che arrivano sotto il ginocchio, di solito ci si va in palestra.
Viene spontaneo far scivolare lo sguardo, cercare un segno che non c’&egrave. Nulla &egrave lasciato all’immaginazione.
Mi mostra gli stivali che ha comprato raccontandomi una buffa storia su un commesso galante e uno sconto stratosferisco.
I pochi occhi maschili nel negozio sono quasi tutti su di lei, o almeno questa &egrave la mia percezione, il mio desiderio. Un ragazzo poco più che adolescente fa movimenti assurdi per riuscire a guardarla senza che lei ci dia peso. Senza che io me ne accorga e senza che la sua ragazza lo scopra.
Marina gli fa un sorriso, io una occhiataccia, la sua ragazza una gomitata.
Lui la guarda come se la vedesse nuda. Nel negozio non c’&egrave quasi nessuno e io mi sono eccitato.
Accompagno Marina in un camerino, le abbasso lentamente il pantalone e le mutandine, mi inginocchio e la lecco dietro, poi la faccio girare e la lecco davanti, fino a farla venire.
E’ stato più facile del previsto, era già bagnata, troppo bagnata. Non aspetto che si rivesta ed esco lasciandola così. Le vado a compare dell’intimo.

Michele:

Non sono molto abituato a presentarmi, a differenza degli altri io non sono un bull, o meglio non ancora. Sono un ragazzo comune che mai avrebbe immaginato di fare quello che ho fatto in quel negozio. Ovviamente non sono nemmeno un commesso, vado ancora a scuola, quest’anno ho la maturità. Conoscevo di vista il Prof. Davide e non avevo idea che quella a cui ho leccato la figa nel camerino di un negozio in pieno giorno mentre aspettavo Ornella, la mia ragazza, come sempre in ritardo, fosse la sua donna! E le ho perfino lasciato il numero, credo di essere spacciato. Cio&egrave lo sono se quel bigliettino con il numero lo trova lui prima di lei. Se lo trovasse lei non dovrebbe esserci pericolo, magari lo butta. Buttalo, buttalo, buttalo.
O magari no. Magari mi chiama, di nascosto. E io che faccio? Non voglio sesso, non per forza. Mi basterebbe poter godere ancora dei suoi piedi. Lo so per molti &egrave strano, ma &egrave così. Sono un feticista. Da sempre, da quando ho iniziato a farmi le seghe guardando di nascosto i piedi perfetti di mia zia. Ci ho perfino provato una volta, ma questa &egrave un’altra storia che appartiene ai miei 16 anni. Poi mi sono fidanzato con Ornella e tutto sembrava passato. Ho iniziato a scopare, molto prima dei miei coetanei e per un pò la figa ha sostituito i piedi. Ma era solo una questione di novità, in realtà Ornella (che amo tantissimo sia chiaro) a letto &egrave una noia pazzesca. Non fa pompini, dice che il cazzo troppo da vicino le fa impressione, non lo prende nel culo perch&egrave le due volte che ho provato si &egrave fatta un male cane. Si lascia solo leccare e scopare, quasi sempre nella stessa posizione, spesso senza nemmeno collaborare. Venire per me &egrave diventato un dramma, in quelle condizioni potrei durare anche ore. Se solo mi lasciasse i suoi piedi in faccia mentre la scopo. Ma sarebbe chiedere troppo a una ragazzina. Magari Marina mi chiama di nascosto. Con lei sarebbe diverso, lei &egrave una donna, capirebbe. All’epoca dei fatti alcune certezze:
– Marina era sempre più prossima ai suoi primi 40 anni, e le voglie di una quarantenne sono difficili da soddisfare per un uomo solo, specie se quell’uomo sono io.
– Nel giro di un paio di mesi aveva avuto già un numero considerevole di flirt ed esperienze al di fuori della coppia ma di tutti questi amanti io conoscevo solo Vito, il mio migliore amico.
– Io ero rimasto molto in disparte ma non per questo all’asciutto avendo conosciuto altre donne molto diverse da loro che mi stavano aprendo (in molti sensi) a nuovi desideri e fantasie che neanche sospettavo.
In totale:
– Marina era stata a letto: molte volte con Vito; alcune con Vito e Francesco insieme; un’avventura non completa con Michele al centro commerciale e una sola notte di seduzione senza sesso con Stefano.
– Io (Davide) invece: avevo goduto un paio di volte del (e nel) culo di Irma, la bidella della scuola dove lavoro; avevo fatto godere del mio culo a Laura, la preside della mia scuola e sparato una quantità incalcolabile di seghe tra l’una e l’altra.

Marina-Davide: 4-2

Nota importante su alcuni personaggi nuovi e poco approfonditi:
– Michele, il ragazzetto feticista &egrave molto probabile che esista davvero nelle fantasie della vera “Marina”.
– Francesco, l’amico di Vito &egrave liberamente ispirato a un personaggio di uno dei miei scrittori preferiti, molto più bravo di me di cui vi invito a leggere i racconti. Si tratta di un’elaborazione del Francesco di Via del Mirto, se siete incuriositi dal suo passato di studente fuori sede lo potete trovare da giovane qui: https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=31609
– Anche Ilaria, la fidanzata bellissima di Stefano il seduttore, da ragazza ha abitato in Via del Mirto, all’epoca era fidanzata con un altro ma per sapere come sono andate le cose dovete tornare al link precedente.
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Partecipanti all’orgia:

DONNE (5):
Marina, padrona di casa e ideatrice della festa
Irma, aiutante tuttofare
Laura, mente ispiratrice
Gabriella, attuale compagna di Francesco
Ilaria, fidanzata di Stefano

UOMINI (6):
Davide, padrone di casa
Vito, amante principale di Marina
Francesco, complice di Vito
Michele, il più giovane
Stefano, fidanzato di Ilaria
Diego, mister X

Le regole dell’invito:
L’invito di Marina &egrave stato fatto a tutti i suoi uomini, fatta eccezione per Laura e Irma che non avranno un uomo che le accompagni con poche regole ma precise:
Per gli uomini l’appuntamento era fissato per le 22.00, per chi volesse portare la propria donna, queste dovranno invece arrivare per le 21.15 ed essere ben consapevoli che si tratta di una festa ad esplicito contenuto sessuale, ognuno doveva valutare se era il caso o meno di coinvolgerle.
La festa si svolgeva in costume carnevalesco veneziano, era obbligatoria la maschera che non potrà mai essere tolta a differenza del costume, sotto il quale era assolutamente vietato ogni tipo di intimo.
Per il resto ognuno sarebbe stato libero di trasgredire come voleva, con il proprio partner o con altri, tutto dipendeva da quanto si sarebbero voluti mettere in gioco.

Io ero elettrizzato più del solito, ammiravo l’inventiva di Marina, avrei potuto conoscere finalmente i suoi amanti e con buona fortuna vederli all’opera e avrei rivisto Laura che magari nella libertà dell’anonimato mi avrebbe fatto rivivere l’esperienza che desideravo. Fedele alle regole mi preparai e uscii di casa per rientrare solo un minuto dopo l’appuntamento riservato a noi uomini. Uscire da casa mia per essere trattato esattamente come gli altri, perdendo ogni priorità sulla mia donna mi eccitò in modo incredibile, tanto che fui tentato di masturbarmi per alleviare la tensione e durare di più ma non lo feci.
Vito era nella mia stessa situazione, la sua condizione di single incallito era da privilegiato: non aveva nulla da perdere e solo da guadagnare.
Francesco ci pensò poco sull’opportunità di invitare Gabriella, la decisione fu quasi immediata. Avevano già partecipato in passato a feste del genere, un cazzo in più non avrebbe fatto la differenza, tanto più che lei sembrava in un periodo più lesbo che altro e la cosa non guastava.
Per Michele non c’era scelta, Ornella era troppo piccola e troppo poco interessata al sesso già con lui figuriamoci con altri. Il vero tormento era la possibilità di essere riconosciuto da me, un Prof. della sua scuola, ma trovò il travestimento migliore di tutti, che lo rese praticamente irriconoscibile e si rassicurò. Magari sarebbe stato in disparte solo nella speranza di poter ammirare i piedi femminili di donne più grandi di lui.
I dubbi più grandi li aveva Stefano, per mille motivi. Partecipare, molto probabilmente lo avrebbe messo in condizione di fare del sesso anonimo con Marina e lui non voleva questo, voleva sedurla, conquistarla, distinguersi dagli altri ed essere scelto da lei. In più c’era Ilaria. Come l’avrebbe presa? Andarci di nascosto era fuori discussione. Era innamorato e tradirla di nascosto non rientrava nei suoi piani. Viceversa se fosse stata lei a tradirlo alla festa avrebbe compreso, si sarebbe trattato di una debolezza o della follia di una notte. Lei l’aveva già conquistata, il suo piacere era saperla sua, se fosse andata con altri non sarebbe cambiato nulla. Il punto però era che Ilaria da quando stava con lui era diventata una vera rizzacazzi, una femmina di quelle che provano piacere nel dimostrare il potere della figa sugli uomini senza mai concedersi e questo forse avrebbe stonato un pò con l’atmosfera libertina della festa. Ci pensò a lungo e alla fine trovò le parole giuste per dirglielo, tanto che Ilaria ne fu entusiasta al sol pensiero di tutti gli uomini che avrebbe rimandato a casa con le palle piene e doloranti.
E infine Diego. Della sua esistenza non ero nemmeno a conoscenza, fu l’ospite a sorpresa di cui per correttezza non vi rivelerò nulla in anticipo.
Tutto funzionò secondo i piani, tutti rispettarono in pieno le regole e alle 22.05 la festà pot&egrave iniziare.

L’APERITIVO:
Come ogni orgia che si rispetti, diverse scene avevano luogo contemporaneamente. A differenza delle feste classiche in cui si era in coppia con l’obbligo di presentarsi reciprocamente, qui ognuno agiva da solo in libertà, ognuno secondo i propri obiettivi.
Il mio principale era quello di conoscere gli uomini che andavano a letto con la mia compagna, e non fu difficile. Dopo il primo giro di cocktail la maggior parte degli uomini era già nuda, fatta eccezione per la maschera. Io conoscevo solo Vito quindi mi avvicinai al primo che incontrai. Si trattava di Francesco, un ragazzo molto cordiale e loquace, parlammo a lungo di Marina e di quanto lui la trovasse molto dolce e remissiva quando si incontravano, prima di scoprire che da qualche parte alla festa c’era anche la sua Gabriella ma che con quei vestiti buffi era difficile da individuare. Francesco mi fece un’ottima impressione, mi piaceva il fatto che si scopasse Marina tanto che mi venne spontaneo salutarlo stringendogli il cazzo invece che la mano, lo trovò un gesto goliardico e credo apprezzò la classica sportività dei cornuti e il suo cazzo accennò un leggero gonfiore. Quando vidi avvicinarsi a lui una ragazza bellissima e completamente mascherata mi allontanai per non disturbare, continuando a seguire la scena da lontano.
Si trattava di Ilaria. Era in dubbio se averlo riconosciuto o meno, non si vedevano da 5 anni e la maschera sul viso non agevolava il compito. Il dettaglio che però le diede la certezza definitiva fu proprio il suo cazzo in semi-erezione. Il cazzo di Francesco era stato per molto tempo l’osessione di Ilaria ai tempi di Via del Mirto. Quella scena le richiamò alla memoria la prima volta che se lo vide davanti in modo inaspettato. Si avvicinò cercando di parlare il meno possibile per non essere subito riconosciuta. Francesco in questi cinque anni era molto cambiato, non era più il ragazzo timoroso che lei aveva conosciuto a Via del Mirto, anzi forse proprio grazie ai fatti di allora era diventato un uomo deciso e sicuro di s&egrave, e non perse l’occasione di dimostrarlo alla sconosciuta mascherata. Lei non sembrava averlo avvicinato per parlare e allora la sua mano decisa si infilò sotto la gonna, consapevle di non trovare nessuna mutandina a fare da ostacolo. Raggiunse facilmente figa e culo, la ragazza era fradicia ma si ritrasse quando lui provò ad infilare un dito. Un classico di Ilaria che fece scoppiare il cazzo di Francesco abituato ad avere tutto e subito. Ilaria glielo afferrò con ancora più decisione e prese a masturbarlo ricordando i vecchi tempi mentre lui le infilò in bocca tutta la lingua che pot&egrave, prima che la stronza Ilaria si staccò lasciandolo con il cazzo più duro di tutta la sala. Francesco non la seguì, come lei sperava, e fece male.
Io proseguivo il mio giro e trovai Marina in ginocchio davanti a un altro uomo che non conoscevo. In realtà mi sbagliavo ma la maschera sul suo volto mi impedì di collegare quel ragazzo molto giovane che si stava facendo leccare e insalivare il cazzo di notevoli dimensioni al commesso che incontrammo al centro commerciale. Non volli disturbarli con le presentazioni e mi limitai ad osservare più da vicino il pompino dolce che lei gli stava facendo. Notai che il ragazzo si sistemò meglio la maschera, ci teneva proprio all’anonimato e la cosa mi intrigò parecchio. Riuscii a sentire Marina dirgli che non voleva farlo venire e lui rispondere che non c’era alcun pericolo. Giovane, misterioso, molto dotato e pure resistente, anche questo secondo uomo mi piacque.
Il mio giro fu per il momento interrotto da Vito che stanco di preliminari decise di prendere in mano la direzione dei giochi. Convocò tutti i partecipanti maschili e organizzò una fila ordinata prima di far sistemare Marina comodamente a pecora. Poi mi venne a chiamare dicendo che era venuto il momento di conoscere come scopi con gli altri. Generosamente Vito cedette il primo posto della fila proprio a quel ragazzino, intrigato quanto me dalla sua giovane età e dai suoi centimetri durissimi.
Davide

L’ORGIA DEL CULO:
Feci tutti gli sforzi possibili per non girarmi e vedere l’ordine con cui mi avrebbero sodomizzata. Nonostante le maschere sarebbe stato troppo facile riconoscerli dal cazzo, volli provare a riconoscerli dal modo di inculare, anche se non tutti li avevo provati già e ci riuscii.
Se &egrave vero che ognuno scopa in modo diverso e nessun cazzo &egrave uguale all’altro, questo &egrave ancora più vero quando si scopa nel culo. Ognuno dei miei amanti ha il suo carattere anche in quello.
Il primo mi fece lanciare un grido fortissimo, segno del male tremendo che la sua inesperienza mi fece provare. Non poteva che essere Michele. Lo riconobbi dalle dimensioni e dal fatto che seppur ben lubrificato dal mio pompino non fu ne paziente n&egrave delicato. Non conosceva così bene la differenza tra la figa e il culo e pensò di agire come faceva di solito entrando praticamente tutto in un colpo. Gli diedi istintiva una gomitata e provai a farlo uscire ma ci riuscii solo per metà, aveva già perso la testa e stava scopando senza sosta, tornarono a mio vantaggio i suoi tempi di durata che mi permisero di abituarmi a quelle dimensioni e prendermi il mio piacere prima di lui. Michele era venuto attratto solo dai piedi e si era già ritrovato un pompino e un culo da aprire. Sentendomi godere si sfilò per sborrarmi copiosamente sui piedi, sua vera passione.
Il mio buco aperto e già arrossato passò al secondo, che non riconobbi dal cazzo subito nonostante ci fossi molto abituata, ma dalle parole che mi diceva spingendo. Mi ripeteva quanto fossi puttana, non solo non mi bastava il cazzo del mio uomo e il suo che era il mio amante. Quelle parole ovviamente mi eccitavano perch&egrave erano vere, lui era il mio amante e a me il cazzo non bastava mai. Il tocco inconfondibile di Vito furono le due dita piazzate nella figa fino in fondo mentre venivamo insieme, lui nel mio culo io sulle sue dita.
Mi aspettavo il terzo cazzo, che invece non arrivò. In compenso sentii due mani molto calde e delicate massaggiarmi le natiche provate. Non conosceva il suo cazzo ma le sue mani si. Era Stefano che veniva a prendersi cura del mio culo a modo suo. Sapevo che non mi avrebbe mai scopata in quella situazione e infatti non lo fece. Si limitò a divaricarmi le natiche con le mani, osservare il buco dilatato facendomi sentire sotto la durezza del suo cazzo senza darmelo. Lasciò che mi svuotassi dello sperma preso lasciandoselo colare sul cazzo e lasciò il posto al prossimo.
Nonostante la pausa regalatami da Stefano non fu del tutto indolore il terzo cazzo. Ma questo me lo aspettavo, Francesco di suo non era uno particolarmente delicato, ma non perch&egrave fosse maldestro come il primo, anzi! Fottermi con foga era la sua caratteristica e a me non dispiaceva, iniziai a godere fin dai primi colpi, resi ancora più decisi dall’arrapamento che Ilaria gli aveva lasciato in corpo. Si svuotò anche lui dentro di me ma più in fondo.
In base ai conti ne mancava solo uno più Davide, ma su lui non ero certa che mi avrebbe presa.
Con mia grande sorpresa e un pò di delusione invece Mister X non mi inculò. Lo sentii inginocchiarsi dietro di me e con tutta la difficoltà della maschera si dedicò ad una lunga e intensa leccata al mio buco in fiamme. Il piacere che provai nel sentirmi rilassata e ripulita da quella lingua non fu minore degli altri e pensai che tanto non avrei potuto riconoscerlo in nessun modo, non sapendo proprio nulla di lui.
Davide invece volle incularmi e ci rendemmo conto entrambi che fu l’unico con cui non mi piacque. Ero restia a prendere il suo cazzo, il mio ano si opponeva e la sua cappella larga fece molta più fatica del solito, tanto che dopo solo un paio di colpi rinunciò. Più duro che mai.
Messi fuori gioco per un pò la maggior parte degli uomini, fu la volta di Laura organizzare una cosa analoga con Davide. Ma fu una cosa più riservata. Lo condusse in camera nostra, dove sul letto lo aspettavano tutte le donne, opportunamente istruite dalla preside e munite di un grosso dildo in mano che a turno fecero sparire nel culo del mio uomo, regalandogli piaceri mai provati provati prima.
Marina
FINALE A SORPRESA:
La festa volgeva al termine, le coppie furono le prime a salutarci, lasciandoci soli con i single a cui permettemmo di levare le maschere. L’unico che volle mantenerla fu Michele ma considerando che era il più piccolo sembrò una richiesta comprensibile. Anche se nudi e visibilmente soddisfatti, la festa diventò una normale serata tra amici. Sul divano di casa Marina, Irma, Laura Vito e Michele chiacchieravano per fare conoscenza.
Gli unici a cui sembrava non bastare ancora eravamo io e Mister X che ci appartammo in camera a fumare una sigaretta. Diego si stese nudo sul nostro letto e in maniera del tutto inspiegabile fui totalmente attratto dal suo membro tanto da volerglielo toccare senza nemmeno chiedergli il permesso. Al ragazzo non dispiacque tanto che si indurì alla svelta e io fui incoraggiato a proseguire verso i suoi coglioni e anche più sotto. Mi lasciò fare prima di piegarsi per succhiarmelo. Credevo che quello che si dice sui pompini maschili fossero solo dicerie, Diego quella sera mi smentì facendomi apprezzare la differenza. Da là a vederlo sistemare a pecora fu un attimo, e ancora meno ci volle a convincermi che se non avevo potuto scopare un culo femminile tanto valeva rifarsi in quel modo. Il mio cazzo eretto sembrò non accorgersi di trovarsi per la prima volta davanti ad un culo molto più muscoloso ma comunque tondo e ben fatto e ne violò con lo stesso gusto di sempre il forellino già predisposto.
Fui il primo a levare la maschera ma lui già mi conosceva e mi chiese se fossi sicuro di voler vedere chi fosse. Dopo quello che avevamo fatto mi sembrò la cosa di meno conto, e forse mi sbagliavo.
Quando si tolse la maschera riconobbi un viso noto.
“Diego!” quasi urlai.
“Piacere Prof., si sono io, il tuo collega di informatica”.
Davide Ero senza dubbio nel mio periodo migliore. Avevo praticamente a disposizione il cazzo giusto per ogni occasione: 5 amanti più un compagno. Sei uomini così diversi tra loro da essere complementari e diventare irrinunciabili per le mie voglie.

Con Davide potevo fare l’amore quando mi sentivo sentimentale, con Vito facevo dell’ottimo sesso quando prevaleva il bisogno fisico, con Francesco potevo sentirmi domata quando necessitavo di sentire la forza del maschio, quando invece volevo sentirmi padrona dei desideri altrui mi rifacevo con il giovane Michele sempre soggiocato dalla sua passione per i miei piedi, con Diego esploravo nuove fantasie quando avevo voglia di novità e infine con Stefano non facevo sesso ma serviva a soddisfare il mio bisogno di sentirmi desiderata e corteggiata.

Quello che mi mancava era però una compagna di giochi, un’amicizia al femminile con cui condividere tutto questo, una complice e perch&egrave no magari un’amante per godere della dolcezza che gli uomini non hanno.

Passai in rassegna tutte le possibilità e decisi di puntare su Ilaria, la bellissima e inarrivabile fidanzata di Stefano.

Invitarli entrambi a cena mi sembrò un’ottima idea. Con Stefano non era ancora successo nulla e magari sarebbe stato un modo per capirci di più, anzi avrei fatto in modo di conoscere più a fondo Ilaria, lasciando i due uomini confrontarsi sul loro modo di intendere questi rapporti tra coppie.

Stefano e Ilaria erano liberi quella sera e io passai buona parte della giornata nuda ai fornelli. Quando Davide rientra mi trova con indosso solo il grembiule e finiamo di ingannare l’attesa con una sveltina in piedi che mi mise di ottimo umore per tutto il resto della serata.

La serata &egrave davvero piacevole e la loro compagnia squisita. Stefano &egrave un vero signore, lascia intendere i suoi desideri senza mai eccedere, Ilaria &egrave super figa e rotto il ghiaccio non se la tira nemmeno più di tanto, anzi parlandoci mi sorprendo a scoprire una tipa simpatica e imprevedibile. Ci racconta del suo passato da studentessa fuori sede e non risparmia al racconto dei dettagli più piccanti di quel periodo. Ci parla di un ragazzo, Francesco le pare si chiamasse, che un giorno all’improvviso le mostrò l’uccello duro sul pianerottolo dell’appartamento. Scoppiammo a ridere e solo a me, indagando sui dettagli di quell’uccello, venne in mente di collegarlo al nostro Francesco. Una buffa coincidenza a cui non diedi troppo peso.

Dopo cena decidiamo di separarci, una specie di scambio di coppia al contrario, per conoscerci meglio. I due uomini sarebbero usciti per una birra mentre io e Ilaria restavamo a casa a sistemare e continuare a confidarci tra donne.

Nude.

Non so come ne perch&egrave ma ci venne abbastanza naturale restare nude dopo l’uscita dei nostri fidanzati, era tutto molto intimo, complice e naturale. Così come mi venne del tutto spontaneo e istintivo scattare una foto con il cellulare alla bella Ilaria nuda in piedi, dopo che lei mi aveva confidato la sua passione per le foto.

Era piuttosto dipendente da instagramm dove amava pubblicare foto provocanti sempre al limite della troiaggine per suscitare ammirazione e commenti, anche espliciti dalla popolazione maschile.

“Sai quella cosa di Via del Mirto, quel Francesco deve avermi segnata. Da allora godo nel giocare la parte di quella che te lo fa tirare e non te la da”

“E Stefano?” volli indagare.

“Oh lui lo hai visto come &egrave, &egrave peggio di me su questo. Si eccita da matti in questo gioco, un pò come lui fa con te”.

Mi piacque questa complicità.

‘Scusami, per la foto, non ho resistito. Eri così bella. se vuoi la cancello.’

‘Ma figurati. A me piacere essere fotografata. Anzi mi piacerebbe farti da modella, dai, fammela vedere.’

Decidiamo di inviare la foto a Stefano e Davide per dire di non disturbare. Riceviamo in risposta la foto del loro pacco gonfio sopra al jeans, erano in un bar e non potevano osare di più ma era il segno che avevano capito il messaggio e approvavano.

Scatto un sacco di foto a Ilaria, quasi sempre senza veli.

Inizialmente c’era un certo pudore da parte mia non certo sua, poi non ci faccio più caso. Le prime foto gliele faccio in stanza, poi diventiamo sempre più audaci, e altre le scatto pure sul balcone, sempre nuda.

Ci prendo gusto e le chiedo di indossare una gonnellina che il vento di fine inverno, sbatte qua e là. Con il cellulare cerco di cogliere il momento giusto in cui il suo sedere viene scoperto. In una foto riesco a cogliere in lontananza due uomini che ci guardano.

Le dico di sentirmi anche un pò strana ad ammirare così tanto un corpo femminile. pur avendo avuto esperienze saffiche. lei non se la sente, ma mi promette che se mai vorrà sperimentare lo farà con me.

La foto del culo di Ilaria sotto la gonna &egrave troppo bella, decido di inviarla a Vito.

Ilaria protesta, &egrave un pò imbarazzata, non ha mai scattato foto così esplicite ma &egrave troppo tardi, Vito riconoscendo il balcone di casa ha già citofonato.

Si erano intravisti alla festa ma quelle maschere avevano reso più difficile l’approccio.

Vito con la consueta ironia e semplicità &egrave in mutande in un attimo e decidiamo di continuare il servizio fotografico in tre.

‘Vi chiedo solo di non essere inquadrata in viso.’ ci dice Ilaria ormai eccitata.

All’inizio seguono le mie indicazioni, ogni tanto a lui cala l’erezione per le interruzioni e per l’imbarazzo e sono sempre io a toccarglielo per risvegliarlo.

Dopo un po’ ci lasciamo andare ed &egrave come se ci conoscessimo da sempre. Le foto migliori sono venute in quel momento, on mi sono neanche accorta che ce ne stava facendo così tante.

Ilaria non &egrave riconoscibile. le abbiamo guardate insieme per verificarlo. Vito sì, ci sono alcuni primi piani intensi. Soprattutto di quando era intento ad appoggiare il suo glande sullo spacco del sedere di Ilaria e poi di quando senza più controllo l’ha scopata, per bene, nel culo.

La più bella di tutte era quella in cui Ilaria a pancia in giu con un cuscino
che le teneva rialzato il fondoschiena e gli schizzi di sborra sulle natiche. per terra un preservativo.

Quella foto così bella e così porno prese la destinazione di Francesco e questa volta fu Ilaria a chiedermi di inviarla. Lo aveva incontrato alla festa ma non aveva il numero, e così mi diede un altro indizio probabile sul suo passato di Via del Mirto.

Inviai senza specificare il nome del soggetto. Durante la serata in cui lasciammo le nostre fidanzate a casa a fare le porche tra di loro ebbi l’occasione di conoscere meglio Stefano. Era un tipo veramente in gamba, simpatico, spigliato e molto alla mano. Mi spiegò perch&egrave pur avendone le possibilità non si era ancora portato a letto la mia Marina e la cosa mi piacque, la stava conquistando piano piano ed era chiaro a entrambi che sarebbe stata una scopata epica, eravamo parecchio su di giri entrambi. Mi invitò anche a provarci con la sua Ilaria, mi disse che era un osso duro ma che l’idea che qualcuno se la portasse a letto lo faceva impazzire. Era un pò come me ma comunque diverso, lo eccitavano le corna ma a differenza mia non voleva assistere n&egrave partecipare, anzi doveva perfino fare finta di non sapere nulla. Più che corna mi sembrò volesse il tradimento in piena regola: di nascosto, insomma aveva una modalità tutta sua di godere del mio stesso piacere.
Tra una birra e l’altra elaborammo un piano, o meglio una sfida. Prima di lavorare come barman, aveva lavorato in un paio di agenzie di viaggio e grazie al suo modo di fare era rimasto in buoni contatti con chi avrebbe potuto farci avere un week end per quattro sulla neve. Tre notti in un albergo era quello che serviva per vedere chi dei due fosse riuscito prima nell’intento di trombarsi la fidanzata dell’altro. Fece un paio di telefonate e organizzò i dettagli, poi stabilimmo le regole:
da parte mia lui poteva scopare con Marina solo se fosse stata lei a provarci, anzi di più doveva portarla a desiderarlo e far fare tutto a lei, io invece mi sarei dovuto fare Ilaria a sua insaputa, se solo si fosse accorto di qualcosa avrebbe fatto la parte del fidanzato geloso e io avrei perso il gioco.
Non poteva andarmi meglio: Ilaria era una figa pazzesca e unire al sesso un intrigo più mentale la rendeva ancora più appetitosa.
Il fine settimana seguente partimmo per la neve.
Nessuno di noi quattro era troppo pratico con sci e infatti già ai primi goffi tentativi Ilaria malferma sulle gambe si sbilancia, e cade, cio&egrave mi finisce proprio addosso praticamente. Non so bene come &egrave stata la dinamica, veramente non c’era nulla di previsto ma &egrave il segno di un destino che tornerà a mio favore se me lo gioco bene.
Ilaria si scusa
“Ma no, no, non &egrave niente. Solo una botta”.
Poi ci penso e annuncio al gruppo che l’indomani starò a riposo.
Ilaria &egrave mortificata. Vuole consolarmi.
“Non ti preoccupare, ma ok, se insisti tanto, non mi opporrò al tuo miglior pompino con ingoio” le dico come battuta e tutti ridono, tranne Stefano che mostra una smorfia prima di farmi l’occhiolino per incoraggiarmi.
Ilaria &egrave davvero molto carina, ha quella sensualità innocente che solo a quella età si può avere, ovvero sembra sensuale in modo naturale, spontaneo, inconsapevole, quasi ingenuo. Per come riesce ad attirare gli sguardi dei camerieri e della clientela maschile dell’hotel probabilmente in lei c’&egrave ben poco di ingenuo.
A cena si guarda attorno, incrocio il suo sguardo e sono io, dopo qualche intenso istante, a distoglierlo.
Il mattino seguente mentre lascio Marina farsi accompagnare da Stefano sulle piste io mi aggiro per l’hotel, in cerca di una strategia che mi avvicini al mio obiettivo. Un bagno in piscina, una sosta in sauna e un massaggio.
Sono in sauna, con gli occhi chiusi, a riflettere sul da farsi quando sento entrare qualcuno. E’ ovviamente Ilaria, che ha deciso di sfruttare come me la scusa della pausa dallo sci, avvolta in uno striminzito asciugamano. Mi saluta e sbarazzina si stende, a pancia in giù, lasciando coperta solo una sottile fascia sui glutei. Posso ammirare appena il sopra delle natiche.
E’ il momento di agire, voglio metterla alla prova. Voglio capire quanto si finge ingenua o quanto bleffa. Mi stendo anche io, a pancia in giù, ma evito di coprirmi. Vediamo come reagisce all’essere vicino ad un suo ormai amico completamente nudo.
Ilaria non si scompone, ma mi guarda più volte. Si tira su, si mette a sedere, l’asciugamano lo appallottola contro la sua vagina che ho comunque intravisto, nel movimento. E’ depilata. allarga le braccia contro la panca superiore, in bella mostra ci sono le sue tette, di taglia discreta a dispetto del fisico magro. A questo finora non avevo dato la giusta attenzione.
La situazione si sta facendo calda in tutti i sensi quindi esco dalla sauna. Nel farlo non mi preoccupo di coprirmi e lascio in bella mostra il mio uccello penzolante. Con la coda dell’occhio controllo dove posa il suo sguardo.
Dopo cena la fermo alla reception per scambiare due parole. Mi accorgo di guardarmi attorno nervoso per vedere se Stefano ci vede chiacchierare.
‘Anche domani rimani in albergo?’ mi chiede quando ci salutiamo
‘Eh, sì’ dico fingendo un ginocchio dolorante.
‘Allora magari ci si becca, io non amo sciare’
Stefano ha visto come la guardo e come lei ricambia. Ho visto che ci ho parlato, ma fedele alla parte mi chiede se volevo che domani rimanesse a farmi compagnia invece che andare a sciare con Marina. Rifiuto con troppa veemenza e Stefano soddisfatto fa due più due.
Eccitato raggiunge la sua Ilaria in camera per farselo succhiare e chiederle se pensava a me mentre lo faceva.
Lei non dice nulla, &egrave abituata a questi giochetti tra loro che fanno esplodere il cazzo di Stefano ogni volta. Finge di non sapere a cosa si riferisse e questo basta a far schizzare il suo uomo, geloso ma non troppo.
Mi sveglio tardi. A mangiare in hotel a pranzo ci siamo quasi solo noi due. Il cameriere &egrave quasi sempre da lei. Ilaria si fa servire, fa la sciocchina. Penso quasi che preferirà stare con lui.
Dopo pranzo vado a leggere un libro nella saletta comune, vicino al camino. Arriva Ilaria e si piazza davanti a me. Alzo lo sguardo e vedo il suo maglione lungo e le pantacalze spesse.
‘Non sarebbe meglio continuare a leggere da me?’
Altro che sensualità innocente! Entrati in camera sua si abbassa per slacciarmi i pantaloni: ‘fammelo rivedere’ mi dice. ‘Minchia se &egrave grosso’.
Il più grande rimpianto &egrave stato non aver scattato nemmeno una foto per Stefano a quel visetto impegnato nel pompino. Le labbra morbide, gli occhioni chiari, il contrasto tra il mio cazzo, rude e osceno, e lei così graziosa e angelica nell’aspetto e così disinibita nei gesti.
Si ferma prima di farmi venire, si spoglia e io mi faccio avanti.
‘No, non scoparmi. Adesso leccamela tu.’ comanda lei.
Mi preme la testa contro il suo sesso in fiamme, totalmente glabro. Urla, mugola, mi incita, dice cose volgari. Ogni tanto la guardo, voglio assicurarmi che sia veramente lei, la rizzacazzi inarrivabile.
Ci riprovo ma: ‘no, la figa &egrave solo per i fidanzati’. Mi faccio degli scrupoli immotivati a proporle l’entrata posteriore, per un attimo penso che lei non possa neanche considerare quell’ipotesi.
‘Aspetta’ si alza e va a frugare nella valigia. ne estrae un dildo lungo e colorato.
‘Ma Stefano sa che ce l’hai in valigia?’ scuote la testa, divertita.
“Ok’, dico, ‘a quello &egrave consentito l’accesso?’
‘Sì, a Ciccio sì’ si stende sul letto a gambe aperte. Glielo strofino contro, lei si apre, entra in lei come niente. Anche se non la sto penetrando io non &egrave male la visuale di cui godo mentre lei viene, ripetutamente. Con un dito provo a sondare le pieghe dell’ano, per vedere la sua reazione. Mi respinge, ma forse non definitamente: ‘no, lì no. Dopo. Forse’
Ormai lo ha preso in mano lei e se lo spinge dentro.
‘Se Stefano tornasse ora cosa direbbe?’ le sussurro nell’orecchio.Aapprezza il gusto del proibito.
‘Metti le mani contro il muro, lasciami fare’
Continuo a stupirmi dell’intraprendenza, della sicurezza con cui agisce. E io che pensavo di infastidirla solo mostrandogli il mio cazzo nella sauna!
Mi ritrovo appoggiato al muro col petto. Ho le gambe larghe e Ilaria da dietro che mi stimola i coglioni e mi afferra il cazzo. Poi ho un sobbalzo, mi sta leccando il buco del culo.
‘Dove le hai imparate queste cose?’ ke chiedo mentre vengo grazie alla sua stimolazione manuale e grazie alla sensazione del dildo che lei mi ha infilato, sapientemente e a sopresa, su per le mie viscere, come già aveva fatto alla festa di carnevale.
‘E se tornasse ora? Chi si vergognerebbe di più?’ stavolta &egrave lei che me lo sussurra nell’orecchio.
Stefano la sera a letto con Ilaria cerca di negarsi. Non &egrave da lui, deve aver capito tutto.
‘Ma come, sei stato fuori tutto il giorno e a sera non hai voglia di scoparmi? Cosa hai fatto?’ &egrave il solito gioco delle parti tra loro.
‘Nulla, nulla’
‘Cosa hai fatto? Hai scopato con quella puttanella di Marina tutto il pomeriggio?’ gli chiede Ilaria afferrandolo per le palle, con la faccia cattiva. ‘Ora mi racconti tutto.’
Non lo molla fino a che lui non inventa una scopata inesistente per farla eccitare e intanto si tocca.
Il gioco di finzione tra i due &egrave spettacolare.
L’ultimo giorno torno a sciare. La sera, prima di cena, sto tornando in stanza a prendere qualcosa da e mi trovo Stefano davanti. Mi fermo, non esco dall’ascensore. lui nota il mio movimento ed entra un po’ nervoso.
Blocca l’ascensore. Si avvicina e mi piazza una mano sul pacco: ‘Questo pisellone ha colpito e affondato! Sei stato bravissimo. Con lei intendo, la sfida &egrave tua’ mi fa l’occhiolino ed esce lasciandomi dentro l’ascensore che si richiude. Francesco era quello con cui finora avevo scopato di meno, e non perch&egrave non mi piacesse…anzi! Il suo modo di fare vagamente autoritario era una bella novità per me, abituata agli altri sempre pronti a soddisfare le mie voglie.
Mi capitava di incontrarlo per lo più insieme a Vito che era sempre più appassionato di triangoli, così decisi di approfondire la conoscenza anche da soli.
All’inizio fu titubante, solo in seguito mi chiarì che era solo un modo per farmi salire la voglia e insistere. La mia insistenza lo eccitava e lo metteva dell’umore adatto. Quando si convinse ad invitarmi a casa sua per stare tranquilli ci tenne più volte a specificare che non si sarebbe trattato di sesso “convenzionale”. Alla mia richiesta di chiarimenti rispose con un vago “vedrai” e la cosa mi eccitò da pazzi.
Il giorno dell’appuntamento però non si fece sentire tanto da farmi dubitare che avesse cambiato idea o avesse avuto problemi con la fidanzata, ma era strano, l’avevo conosciuta e tutto mi sembrava tranne che gelosa. E infatti, mi inviò solo un sms poco meno di un’ora prima dell’incontro: ‘fatti trovare pronta’.
Non un ciao, niente di vagamente galante o cordiale. Io dal canto mio non risposi ma indossai il reggicalze mettendo solo dopo le culotte in modo che si possano sfilare lasciandolo su, quelle scarpe col tacco così alte che riesco a portarle solo in casa, solo per fare sesso. Sopra una guepiere e dei guanti di seta nera senza dita che arrivano oltre il gomito. Ho tirato su i capelli, mi sono truccata in modo pesante, al collo ho messo una fascia elasticizzata.
Così mi trova quando viene a prendermi per andare da lui.
Senza dirci molto durante il tragitto intuisco l’antifona e mi preparo a recitare per la prima volta un ruolo nuovo. A casa, senza suggerimenti improvviso, vado a gattoni verso di lui, gli afferro la cravatta e lo bacio.
Quando gli i slaccio i pantaloni &egrave già duro. Mi salta sopra, mi fa sentire la possanza del tuo fisico. Mi sfila le culotte e mi gira. Mi mordicchia le natiche, mi sale sopra. Sento il suo cazzo nell’incavo dei glutei.
Fa come per sfilarmi la fascia che ho attorno al collo ma si ferma in modo che essa copra i miei occhi. Ora sono come bendata, non vedo nulla. Mi prende i polsi e io ho deciso di lasciarmi dominare, per la prima volta. Mi preparo a sentirmi penetrata.
E invece no. Non capisco subito cosa sta facendo ma mi lega i polsi alla testiera del letto. Non faccio resistenza, anche quando mi immobilizza perfino per le caviglie.
“Sei spettacolare così legata sul letto” sono le prime parole che sento pronunciargli.
Poi mi infila dei cuscini sotto alla pancia in modo che il mio culo sia spinto verso l’alto, per apparire ancora più disponibile.
‘Dai prendimi. Sono la tua troia. Mi hai legata, puoi farmi quello che vuoi. Dai, lo sai che mi piace sentirmi così vulnerabile? Cosa aspetti? Lo vedi il mio culo come si muove? Aspetta solo te.’
Francesco si avvicina lentamente come se non mi fossi rivolta a lui con quelle implorazioni. Mi scorge il buchetto che fa capolino tra i glutei.
Il suono del campanello ci interrompe.
‘Chi &egrave?’ sobbalzo.
Francesco va a rispondere. Non mi aspettavo nessuno. Spero che non sia una interruzione, mi ha fatto così eccitare.
Lo sento rientrare in stanza. Mi viene vicino e mi parla all’orecchio.
‘Non te l’ho detto, ma ho invitato i miei colleghi,alcuni li conosci pure. Ci mangiamo una pizza e ci guardiamo la partita. A te non dispiace vero?’
‘Cazzo, slegami subito, allora!’
‘E perch&egrave? Tanto a te la partita non interessa, no? Stai qui, dopo torno. Non ti preoccupare la porta la chiudo. A loro dico che siamo soli.’
‘Ma tu sei pazzo! Slegami!’ cerco di divincolarmi ma mi ha stretta bene. Oltretutto non vedo niente.
Gli urlo dietro mentre se ne sta andando. Mi dice di fare silenzio, se non voglio che mi sentano.
Rimango lì, nuda, col culo in bella mostra. Se qualcuno entrasse vedrebbe proprio un bello spettacolo. Sento le loro voci. Non capisco in quanti sono. Sento che arrivano le pizze. Io avrei anche fame. li sento esultare e imprecare mentre seguono la partita.
Ogni tanto sento passi che si avvicinano, gente che va in bagno passando vicino alla porta chiusa.
Sto sicuramente sporcando il cuscino, dalla mia figa continuano a colare gli umori del mio stato di eccitazione che permane.
Improvvisamente sento qualcuno che entra nella stanza. Sarà Francesco? Una mano sul culo.
‘Sei bellissima. Ti stai annoiando? Sento che sei ancora eccitata. Vuoi che ti mandi di qua qualcuno?’
‘Sì stronzo, mandami qualcuno dei tuoi amici.’
‘Senti, ho un’idea, se perdiamo li faccio venire tutti di qua così ci consoliamo?’
Ho dei brividi al pensiero, brividi di piacere.
Durante l’intervallo sento la porta del bagno aprirsi, sussulto perch&egrave non ero sicura se era quella o quella della stanza. Poi la partita riprende, ma a un certo punto qualcuno entra nella stanza. ‘Sei tu?’ chiedo. Sento che sale sul letto, si slaccia i pantaloni. Sento un uccello spingere contro la mia figa, che istantaneamente si bagna e che si apre per accoglierlo. Lo sento molto grosso, mi sembra quasi più grosso di quello di Francesco. Possibile che sia un suo amico? Non mi tocca quasi, non dice niente. Forse &egrave lui ma mi vuole lasciare questo dubbio.
Con il pollice mi allarga lo sfintere e poi vi sposta lì il cazzo. Due o tre colpi e mi riempie la pancia. Troppo breve, ma la sensazione &egrave che non fossi lui.
Mentre quel cazzo si svuota dentro di me li sento andare via. poi la casa rimane silenziosa.
Francesco entra in camera, mi sembra da solo. Con un dito mi tocca l’ano e poi me lo porta sotto il naso.
‘Sei sporca di sperma.’ dice e io gli lecco il dito.
‘Dimmi di chi &egrave’
‘E’ mio, di chi vuoi che sia?’
‘Non lo so. Non mi sembravi tu. Prova a mettermelo nel culo, vediamo se ti riconosco.’
Francesco mi scopa ma dura poco.
Mi sono lasciata sottomettere restando indifesa alle sue voglie.
Solo alla fine mi prendo una rivincita.
‘Non eri tu. Ce l’aveva più grosso del tuo. Grazie per avermelo mandato di là, ma ora mi dici chi &egrave. Altrimenti me li faccio tutti finch&egrave non lo trovo.’

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