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Racconti di Dominazione

Da completare….

By 3 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero stanco del mio lavoro. E nemmeno la promozione che avevo da poche settimane ricevuto aveva cambiato il mio stato d’animo. Dopo quasi 10 anni spesi a sopravvivere nell’azienda che mi aveva assunto poco piu’ che 20enne, la dirigenza aveva infatti deciso di promuovermi a capoufficio. Da quel momento in poi, avrei dovuto essere il responsabile di 5 colleghi, 3 dei quali li conoscevo da anni. La promozione non mi aveva infastidito; cio’ che non mi entusiasmava, era la presenza di Laura fra le persone che avrebbero dovuto essere alle mie dipendenze. Laura era stata assunta un paio di anni dopo di me. L’inizio del nostro rapporto era stato apparentemente ‘normale’, di reciproco rispetto fra colleghi. Gli anni successivi avevano invece evidenziato profonde differenze che ci avevano procurato non pochi contrasti. La consideravo arrogante, insopportabile e permalosa. Partivo dal presupposto che molte persone considerassero accettabile il suo
atteggiamento solo grazie al suo aspetto fisico. Laura era infatti una donna affascinante, che non dimostrava affatto i suoi 35 anni. Le sue lunghe gambe, il suo viso angelico, le sue curve da notare, ma mai ostentate in maniera volgare, rendevano infatti il suo carattere ben diverso da quelle che realmente fosse.
Le nostre differenti personalita’, i nostri differenti modi di affrontare il lavoro avevano provocato momenti di tensione in ufficio. Il fatto che ora io fossi il suo responsabile, sebbene inizialmente mi avesse fatto assaporare il gusto della vendetta per alcuni screzi avvenuti in passato, ero certo mi avrebbe procurato ulteriori tensioni. Quelle, unite ad un relativo interesse per il mio lavoro, li consideravo inutili e fastidiosi. Nei giorni successivi alla copertura del mio nuovo ruolo avevo cercato in tutti i modi di evitarla. Fu un’email inaspettata a cambiare la situazione. Laura, per errore, mi aveva infatti spedito quella che avrebbe dovuto essere una email da trasmettere alla figlia 17enne del direttore generale dell’azienda. Nel messaggio, Laura riassumeva la notte trascorsa con Gaia. Descriveva ogni minimo dettaglio, come se fosse fiera di aver contribuito all’iniziazione sessuale di una minorenne. Ricordava i diversi orgasmi
avvertiti grazie alla lingua di quella ragazzina. Ricordava il sapore del liquido che copiosamente colava dalle gambe di Gaia, mentre la lingua di Laura cercava con insistenza il suo sesso. Mi colpirono i dettagli di quella lettera, che rilessi piu’ volte. Laura aveva anche allegato un paio di fotografie che le ritraevano in atteggiamenti espliciti. Fu impossibile non pensare al corpo di Laura, che in certi giorni vedevo coperto di leggeri tessuti che facevano comuqnue correre la mia fantasia. La sensazione di pesantezza, la mancanza di entusiasmo che avevo provato negli attimi successivi al nuovo incarico stavano infatti cambiando forma. Avvertivo sensazioni differenti, stuzzicanti. Dopo anni trascorsi a mal sopportare la sua arroganza, i suoi comportamenti che consideravo cosi’ ingiusti nei miei confronti, avevo finalmente la possibilita’ di prendermi quella rivincita che desideravo da tempo.
Decisi di conseguenza di alzare il telefono e comporre il suo interno:

A: ‘Laura, sono Andrea. Avrei la necessita’ di parlarti. Mi puoi raggiungere nel mio ufficio?’
L: ‘Andrea, ora non ho tempo. Dovresti saperlo che in questo periodo del mese sono oberata di lavoro’

Era questo l’atteggiamento che mi infastidiva. Lo stesso che avvertivo da sempre. Quel suo desiderio di vendersi come la piu’ impegnata dell’ufficio quando invece la realta’ era ben diversa.

A: ‘Nessun problema Laura. Passa quando hai un attimo disponibile, per cortesia’.

Riattacco’ il telefono senza dire nulla. Laura non aveva ancora realizzato l’errore che aveva commesso. E io non avevo alcuna fretta di accelerare i tempi. Attendevo da tempo una situazione del genere. Ora ero intenzionato ad assaporarla per intero.
Era quasi mezzogiorno. Ed erano oramai passate oltre 2 ore da quella telefonata. Dalla mia porta socchiusa vedevo Laura in lontananza, mentre ingannava il tempo chiacchierando con delle colleghe, a loro volta poco impegnate sul lavoro.
Trascorsi la pausa pranzo a rilleggere piu’ volte quella email, con la consapevolezza che il break avrebbe probabilmente consentito a Laura di scoprire l’errore commesso. Le cose andarono pero’ diversamente. Vidi infatti Laura rientrare dalla pausa pranzo, mentre rideva e scherzava con le colleghe. Nemmeno quell’occasione aveva pero’ ricordato a Laura che poche ore prima avevo urgenza di parlarle. Attesi un’ulteriore ora prima di alzare nuovamente il telefono.

A: ‘Laura, sono Andrea. Ho urgenza di parlarti. Mi raggiungi in ufficio per cortesia?’
L: ‘Andrea, questa e’ la seconda chiamata. Possibile che sia cosi’ importante quello che mi devi dire? O ti sei gia’ montato la testa per la mezza promozione ricevuta?’
A: ‘Affatto, Laura. Ho solo bisogno di parlarti. Tutto qua. Passa quando vuoi.’

Riattacco’ nuovamente il telefono senza dire nulla. Le sue parole, con il solito tono, mi stavano dando meno fastidio del solito.
La vidi aprire la porta del mio ufficio dopo circa 20 minuti. Senza nemmeno bussare. Quasi infastidita dalla mia chiamata, si sedette poi davanti alla mia scrivania, su una delle due sedie disposte a poca distanza. Non feci in tempo a ringraziarla per essersi resa disponibile, sebbene con grosso ritardo.

L: Andrea, voglio ricordarti che questa azienda va avanti grazie al lavoro di persone che non hanno voglia di perdere tempo. Spero di conseguenza che quello che mi stai dicendo abbia un minimo di importanza.
A: Laura, mi dispiace farti perdere del tempo. A maggior ragione per qualcosa che non per forza riguarda il lavoro.

Vidi a quel punto l’espressione di Laura cambiare rapidamente, sebbene non avesse ancora realizzato a cosa facessi riferimento.

L: Se non c’entra con il lavoro non capisco il motivo per il quale ti permetta di convocarmi nel tuo ufficio.
A: Laura, credo invece fosse importante averti qui. A maggior ragione in privato. Posso quindi chiederti la cortesia di chiudere la porta del mio ufficio?

Seppur infastidita, vidi Laura raggiungere quella porta e chiuderla. Si trattava pero’ di una disponibilia’ che non era a lei comune. Forse in testa suo stava realizzando che cio’ che le stavo comunicando, potesse avere un minimo di importanza.

L: Quindi cosa dovresti dirmi di tanto importante?
A: Solo un piccolo dettaglio. Questa mattina, ho infatti ricevuto una email per errore.
L: E quindi?
A: Tu sei il mittente di quel messaggio. Il destinatario, avrebbe dovuto essere Gaia, la figlia del nostro direttore generale.

Vidi a quel punto Laura indietreggiare, restando seduta. La vidi portarsi la mano al viso, quasi in segno di disperazione. Furono attimi, nei quali non avevo alcuna intenzione di distogliere il mio sguardo dai suoi occhi, come se volessi godermi ogni secondo di quella scena.

A: Ti volevo solo ricordare che quel messaggio l’ho letto per bene, piu’ volte.

Passarono ulteriori attimi prima che dalla bocca di Laura uscissero delle parole.

L: Andrea, dimmi che nessun altro e’ a conoscenza di quella lettera.
A: Nessun altro.
L: Siamo colleghi da anni. Ti ho sempre stimato e considerato un amico oltre che un collega.
A: Laura, dovrei essere d’accordo? Sono anni che non fai altro che prenderti gioco di me, dei tuoi colleghi e a questo punto ho motivo di credere anche di tuo marito. Perche’ mi stai dicendo il contrario?
L: Andrea, non puoi rovinarmi cosi’. Sai che questo lavoro e’ tutto per me. Sai che ho un figlio e che sono sposata con un uomo al quale non vorrei procurare alcun fastidio. Mi devi fare la cortesia di cancellare quel messaggio.
A: Laura, quel messaggio fa ora parte del mio archivio. Il fatto che venga o meno divulgato ad ulteriori destinatari, dipende solo da te.

Furono quelle parole a creare un silenzio che per qualche attimo sembro’ eterno.

L: Che cosa vuoi da me?
A: Tu dimmi che cosa puoi offrire.

Laura era ora nervosa, impacciata. La sicurezza, l’arroganza che solitamente l’accompagnavano erano sparite di colpo.

L: Dipende….
A: …dipende da cosa…?
L: Andrea, non posso permettermi che quel messaggio venga divulgato. Farei ogni cosa per impedirtelo.

Erano probabilmente queste le parole che volevo sentirmi dire. Quelle che mi davano la consapevolezza di avere la situazione in mano.
Riattaccai di conseguenza in maniera esplicita.

A: Laura, sai bene che negli ultimi tempi non sono in alcuna relazione seria. Sebbene mi capiti saltuariamente di frequentare una persona con la quale facciamo sesso, la mia attivita’ sessuale dipende dalla mia stessa mano, dal mio desiderio di darmi piacere.

Laura mi stava ascoltando. Il suo sguardo confermava la sua attenzione, sebbene non le avessi mai parlato in quei termini.

A: La tua arroganza e il tuo atteggiamento non li ho mai sopportati. E’ per questo motivo che non mi attrae minimamente il fatto di avere un rapporto sessuale con te. Tu d’ora in poi, avrai pero’ la possibilita’ di contribuire attivamente a stuzzicare la mia fantasia, la mia immaginazione, affinche’ la mia mano possa portarmi al piacere.

Passarono pochi attimi prima che Laura riapri’ bocca.

L: ….non capisco cosa intendi….Che cosa dovrei fare per evitare che quel messaggio, quelle foto non vengano inoltratate?

A: Dovrai seguire degli ordini elementari. E renderti disponibile ad assecondare alcune mie richieste, senza arrivare ad avere alcun repporto sessuale completo con il sottoscritto. Ogni giovedi’ pomeriggio, provvedero’ a lasciare nel primo cassetto della tua scrivania un messaggio scritto a matita. Conterra’ degli ordini ben precisi che dovrai seguire nella serata stessa. Si trattera’ di conseguenza di un appuntamento settimanale, che ti terra’ occupata non piu’ di un paio di ore. Domani pomeriggio, riceverai di conseguenza il primo biglietto. Qualora non seguirai quegli ordini, il tuo messaggio e le tue fotografie saranno inoltrare sia a tuo marito, sia al nostro direttore generale. Ti posso ora chiedere di lasciare il mio ufficio e chiudere quella porta? Ho infatti la necessita’ di terminare alcune pratiche prima di stasera.

Laura non rispose nemmeno. Fece un cenno con il capo ed in maniera cortese si congedo’ dal mio ufficio.

Il giorno successivo arrivo’ rapidamente. Non mi ero affatto dimenticato di quello che avrei dovuto fare prima di quel pomeriggio. Ne approffittai di conseguenza per ritagliarmi qualche minuto, il tempo necessario per scrivere quel biglietto. Avevo deciso di partire con qualcosa di semplice; ero infatti curioso di conoscere la reazione di Laura. Il biglietto era il seguente:

‘alle ore 20 a casa mia. Via E. Ferri 24, Milano’

Approfittai della pausa pranzo dello staff per depositarlo nel cassetto di Laura. Il pomeriggio trascorse veloce, fra un appuntamento di lavoro ed un altro. Decisi di terminare la giornata lavorativa verso le ore 18. Laura era gia’ uscita quando attraversai la stanza nella quale lavorava. Fui a casa in pochi minuti, cenai velocemente e attesi le ore 20 sul divano, davanti alla televisione.
Mi stavo rilassando, senza pensare troppo alla serata quando udii il campanello suonare. L’orologio del salotto indicava le 20.03. Aprii non appena Laura mi confermo’ a voce la sua presenza. Udii l’ascensore scendere al pianterreno, per poi risalire e fermarsi al piano del mio appartamento. Sentii bussare la porta pochi distanti dopo. L’aprii appena per controllare chi fosse. Laura era li’ fuori immobile. La feci entrare mentre cerco’ di salutarmi appena. Tornai a sedermi sulla mia poltrona, quella che solitamente utilizzavo ogni qualvolta che desideravo rilassarmi.

….attendo Vostri suggerimenti su come continuare il racconto.

bbeta@hotmail.co.uk

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