Skip to main content
Racconti di Dominazione

Da signora a schiava

By 21 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa vuole essere una serie di racconti scritti con la mia slave Laura,la quale &egrave partita un po’ per gioco fino a coinvolgermi nella stesura di questo inizio.
Speriamo entrambe che sia accolto positivamente dai lettori di questo sito.
Serena e Laura

Il mio nome &egrave Eliana.
Sono considerata una bella 40ene,certo la chirurgia mi ha dato una mano,ma come si dice “la base era buona”.
Mi sono sposata con un ricco avvocato che mantiene tutti i miei capricci economici,per quelli sessuali ho svariati amanti pronto a soddisfarmi in ogni momento,anche in coppia.

Avevo per l’appunto passato il pomeriggio con il mio stallone di colore,quando tornata a casa mi accorsi che la domestica non era a l suo posto,e che mio marito Alfredo era in salotto in compagnia di un uomo.
Mi stupì vederlo con una persona malvestita e anche un po’ sporca,ma feci finta di niente e li andai a salutare.
“Caro chi &egrave il signore ?”
“Ti presento il Signor Pallari,un mio fidato collaboratore.”
Con un po’ di ribrezzo gli strinsi la mano,poi gli offrì da bere,cosa che rifiuto quasi bruscamente.
“Allora Avvocato io la saluto,per quei conti non ci sono problemi.”
“Ho già dato disposizioni in merito,un attimo che l’accompagno alla porta.”
Quell’uomo così insignificante mi salutò con uno strano sorriso,poi usci di casa lasciandoci soli.
“Scusa ma chi &egrave quel tipo.”
“Un attimo,mi metti questo DVD nel lettore,in queste cose tu sei più pratica di me.”
“Certo caro siediti pure sul divano.”
Misi il Dvd nel suo posto e accesi il televisore,poi mio marito mi fece cenno di sedermi al suo fianco.
“Vorrei un tuo giudizio su queste riprese,io le ho trovate molto interessanti.”
Non feci in tempo a rispondere che sul televisore comparve la mia figura insieme a quella di due ragazzi con i quali mi ero fatta una bella scopata alcuni giorni prima.
Anche se la qualità del video non era eccezionale,non potevo neppure provare a negare che quella fossi io,certo con un cazzo in bocca e uno nel culo non &egrave che ci sia molto da sentire se non sospiri e gemiti.
Il filmato andò avanti per una decina di minuti durante i quali mio marito non disse nulla,anzi si accese una sigaretta come se niente fosse,poi all’improvviso lo fermò.
Il suo sguardo era quello di sempre,un misto di dolcezza e cordialità,la voce ferma,ma non dura.
“Allora cara moglie vuoi che vada avanti e mi veda come ti fai sbattere da uno di colore ?”
Nonostante sia considerata una persona con una ricca parlantina non riuscivo ad aprire bocca, mentre il suo viso s’irrigidiva sempre di più.
“Allora brutta puttana vuoi parlare o no !”
“Ti prego perdonami.”
“Come no fosse una scappatella,potrei ancora pensarci,ma sei buona solo a prendere cazzi.”
Inizia a piangere a dirotto,non potevo biasimarlo se avesse deciso di cacciarmi di casa,ma non volevo che ciò accadesse.
“Alfredo lascia che ti spieghi…”
“Spiegarmi cosa ? Che ti piace prendere cazzi a ripetizione,dimenticavo ti piace anche la fica,ho devo ricordartelo mostrandoti quanto sei brava con le ragazzine !”
Oramai era furioso,non parlava ma urlava,lanciandomi sguardi carichi d’odio.
“Ti do un’ora per farti le valigie,ho già bloccato le tue carte di credito e trasferito il denaro dal conto comune al mio personale. Tanto per mantenerti non avrai problemi,vorrà dire che per farti scopare ti farai pagare,in fondo sei solo una troia.”
In un attimo vidi tutta la mia vita crollarmi addosso,il lusso alla quale ero abituata,la vita sociale, tutto distrutto.
Cercai d’avere un sussulto d’orgoglio.
“Non puoi farmi questo,chiederò il mantenimento,me lo devi.”
“E come no,trovami un solo giudice che dopo averti visto all’opera te lo possa concedere,senza considerare che non avrei problemi a farne capitare uno mio amico.”
Aveva stramaledettamente ragione,ero senza via di fuga,se non far appello alla sua pietà.
“Ti prego,farò qualunque cosa mi chiedi,mi segregherò in casa se lo vorrai,ma non mi lasciare,lo sai che ti amo.”
Alfredo si accese un’altra sigaretta e si versò da bere,il suo silenzio mi faceva più male di tutti gli insulti che mi aveva detto prima,ma potevo solo aspettare la sua decisione.
“Sei davvero disposta a tutto pur di restare in questa casa ?”
“Si,non devi che chiedermelo.”
“Voglio che tu diventi la mia schiva.”
Rimasi stupita davanti alla sua richiesta.
La sua schiava ?
E cosa voleva dire ?
Mi avvicinai a lui cercando le risposte alle mie domande.
“Cosa intendi per schiava ?”
“Tu farai tutto ciò che ti ordinerò,subirai punizioni fisiche e mentali,uscirai solo con me,non avrai più nessun diritto,ma solo doveri,non ti potrai opporre a nulla pena l’uscita da questa casa. Ti darò da mangiare e ti vestirai come vorrò io,sarai la mia puttana personale. Ti rivolgerai a me chiamandomi Padrone o Signore e dandomi del lei,se vorrò avere un’altra donna tu non dirai nulla come nel caso ti voglia far scopare da chiunque mi passi per la testa. Queste sono le condizioni, prendere o lasciare.”
“Ma tu non sei un sadico.”
La frase mi usci quasi senza che me ne accorgessi,la dissi a bassa voce,ma non tanto da non fargliela sentire.
“Se &egrave per quello tu non sei una donna,ma solo una sgualdrina,allora aspetto la tua risposta,la voglio ora,quindi deciditi in fretta.”
Mi sentivo come un pugile nell’angolo che aspetta solo di buttare la spugna,e io buttai la mia.
“Va bene,accetto.”
Lo dissi a bassa voce,quasi sussurrandolo.
“Non ho sentito,parla più forte.”
“Accetto le tue condizioni.”
“Accetti di diventare cosa ?”
“La tua schiava,ora va bene.”
“Chissà perch&egrave lo sapevo che avresti detto di si,ora spogliati,ti devo dare la prima lezione per avermi tradito.”
Inizia a spogliarmi fino a ritrovarmi nuda davanti a lui. Anche se non era certo la prima volta che mi vedeva senza niente addosso,mi sentivo a disagio e coprì la mia intimità.
“Ma guarda questa puttana ora si copre,che fai ti vergogni.”
“No &egrave che non so cosa fare.”
Il suo schiaffo mi prese in pieno volto facendomi girare la faccia.
“Come ti ho detto che mi devi chiamare puttana.”
“Padrone.”
“E allora perch&egrave non lo fai stupida.”
“Mi scusi Padrone,non succederà più.”
“Lo spero bene perch&egrave ogni volta che lo farai ti punirò,ora vieni qui che mi diverto col tuo sporco culo rotto.”
Prima di sedersi sul divano prese una racchetta da ping pong,io non ci feci neanche caso e mi misi davanti ad Alfredo.
“Come mi devo mettere Padrone.”
“Pancia sulle ginocchia e gambe aperte.”
Mi sistemai come lui aveva richiesto sentendomi un po’ stupida,da bambina mio padre non mi aveva mai sculacciata e mi veniva quasi da ridere a pensarci.
Ma una volta che lui fu pronto il mio mezzo sorriso sparì subito.
Prese a colpirmi sulle natiche con forza,sentivo continuamente la pala della racchetta sulla pelle e ben presto inizia a lamentarmi.
“Così mi fai male.”
“Taci troia questo &egrave solo l’inizio e poi ricordati il tuo ruolo.”
“Ti prego abbi pietà.”
Ma più parlavo e più mi colpiva con violenza,mi teneva ferma per la testa con la mano sinistra spingendola in basso,mentre con la destra mi colpiva senza nessuno scrupolo.
Iniziai a supplicarlo di smettere,ma più lo pregavo e più lui mi colpiva con violenza,fino a smettere quando fu esausto. Avevo il culo in fiamme,mi girai solo un attimo per guardarlo e quasi non potevo credere ai miei occhi,era completamente violaceo con il solo solco ancora del suo colore naturale.
“Vammi a prendere una sigaretta e in fretta.”
Cercai di muovermi,ma non mi sentivo le gambe,allora Alfredo mi tirò giù come un sacco di patate.
“Se non riesci a camminare striscia come un verme,ma muoviti.”
Inizia a muovermi sulle braccia,i pochi metri che mi separavano dal tavolo sembravano kilometri,ma riuscii a prendergli il pacchetto e l’accendino e portarglieli.
“Mettiti in ginocchio mentre fumo,non credere che sia finita così”.
Quello che mi metteva più paura era il suo tono,era freddo,quasi glaciale,non lasciava trasparire nessuna emozione,neanche un po’ di rabbia o soddisfazione.
Quando ebbe finito mi prese per i capelli e mi portò sul divano fino a mettermi a carponi,quindi riprese a battermi.
“Basta ti prego,non ce la faccio più.”
“Zitta puttana,pensa a quanto ti piace farti sfondare il culo.”
“Ti supplico…”
“Allora pregami di sfondarti il culo.”
Si fermò per un attimo poi mi diede un colpo fortissimo che mi butto in avanti.
“Allora pregami troia.”
“Ti prego di sfondarmi il culo.”
Un altro colpo sull’altra natica mi fece quasi perdere l’equilibrio.
“Come ti ho detto che mi devi chiamare puttana ?”
“Padrone la tua puttana ti prega di sfondargli il culo.”
Dopo averlo detto mi sentivo umiliata come mai mi era successo,ma speravo che almeno quello placasse la sua ira.
“T’accontento subito troia.”
Si alzò per sfilarsi i pantaloni e gli slip,poi senza fare altro iniziò a spingere la cappella sul mio ano.
“Non così,fammelo bagnare almeno un pochino”.
“Così forse lo sentirai sfondata come sei non sentiresti nulla.”
Sentii la cappella violarmi il buchetto e iniziai a piangere,lui allora mi prese per i capelli e spinse forte fino a farlo entrare dentro quasi tutto.
“Ahh,mi spacchi.”
“E’ quello che voglio,romperti per bene questo culo di merda.”
Presi a gemere dal dolore sempre più forte mentre lui riprese a colpirmi il culo,questa volta con la mano libera.
“Scommetto che troia come sei ti stai bagnando.”
Allungò la mano fini alla mia fica trovandola inspiegabilmente umida.
“Vedi che sei solo una puttana da strada,stai tranquilla d’ora in poi godrai per quello che sei.”
Non so come ma stavo godendo,il dolore mi eccitava ed il suo cazzo che mi stava sfondando senza riguardi mi dava piacere,anche se non osavo dirglielo fino a quando non fu lui ad ordinarmelo.
“Dillo che ti piace,dimmi che vuoi che ti sfondi.”
“Si Padrone sfondami,fammi tua.”
Il suo ritmo si fecce sempre più alto,ormai gemevo senza ritegno,presa da quella violenza che mai avrei pensato mi fosse piaciuta.
Alla fine venne dentro di me,il suo sperma mi diede un po’ di sollievo inumidendo il mio sfintere ormai mal ridotto.
“Ora puliscimi il cazzo,lo voglio vedere senza una goccia di sborra.”
Mi girai e iniziai a leccarglielo,sentivo il suo sperma colarmi dal culo,ma non potevo farci nulla.
Per fare prima lo presi tutto in bocca mentre lui m’insultava in continuazione fino a spingermi a terra.
“Ora va a lavarti il culo,ho sonno e domani sarà una giornata impegnativa.”
A fatica mi alzai in piedi e andai a lavarmi dandomi un po’ di sollievo con l’acqua fredda,quindi mi recai in camera da letto per prendere il mio posto.
“Dove cazzo pensi d’andare,fino a nuovo ordine dormirai per terra ai piedi del letto,non sei degna di starmi vicino,quindi prenditi un cuscino e non rompermi le palle.”
“Ma Alfredo che dici.”
Mi diede l’ennesimo schiaffo della serata.
“Allora non hai ancora capito nulla ?”
Solo in quel momento compresi che nulla sarebbe stato più lo stesso.
“Mi perdoni Padrone,dormirò per terra.”
Presi un cuscino e una coperta dall’armadio e mi sistemai sullo scendiletto,per quanto dolorante e umiliata non ci misi molto a prendere sonno,solo prima mi sembrò di sentire una risata sarcastica,ma rimane solo una sensazione.

Era passata una settimana da quando mio marito aveva scoperto le mie scappatelle ed era iniziata per me una nuova vita.
Alfredo mi aveva tagliata fuori dal mondo,niente telefono e il cellulare che avevo poteva solo ricevere le sue chiamate in quanto nessuno sapeva il numero.
Ero sempre in casa,lui provvedeva alla spesa e io ero diventata la donna di casa oltre alla sua puttana privata. Giravo sempre nuda,pronta ad ogni sua richiesta,mi ero abituata a chiamarlo Signore o Padrone e a fare sesso come e quando lo voleva lui,di solito erano rapporti orali e anali e sempre molto violenti. Non mi picchiava molto,ma quando lo faceva mi lasciava il culo a pezzi,con grossi segni viola lasciati dalle sue mani o dalla racchetta da ping pong.
In cuor mio speravo che prima o poi la rabbia gli passasse e che potessi tornare ad una vita normale, certo senza amanti,ma senza essere più segregata in casa.
Quando sabato pomeriggio mi disse che saremmo usciti insieme ne fui felice,non immaginavo a cosa sarei andata incontro.
“Per iniziare truccati come la puttana che sei,non vorrei tu potessi sembrare qualcosa di diverso.”
Le sue parole mi colsero di sorpresa,lui amava il trucco leggero e considerava volgare quello marcato.
“Certo mio Signore,dammi solo il tempo per farlo.”
Mi misi davanti allo specchio e iniziai a truccarmi senza esagerare,ma quando mi vide cominciò a rimproverarmi.
“Sei forse scema o la stai facendo ? Lavati la faccia e rincomincia,ho detto che devi sembrare una troia non una ragazzina.”
Feci come mi aveva ordinato e questa volta mi truccai in maniera pesante,con tinte forti,marcando al massimo occhi e labbra.
Tornai da lui che questa volta non fece osservazioni.
“Vedi che quando vuoi sai obbedirmi,ora mettiti una camicetta bianca e una minigonna,la più corta possibile.”
“Ma Padrone non ho mini,lo sai che non ne porto.”
“Però hai il gonnellino da tennis ?”
“Si quello nero,l’abbiamo comprato insieme.”
“Allora indossalo e fai in fretta.”
“Devo indossare sotto qualcosa di tuo gradimento Padrone.”
“Certo nulla.”
“Scusa non ho capito.”
“Sotto non porterai nulla,indosserai solo la camicetta,il gonnellino e le scarpe,anzi scegliine un paio con un bel tacco,mi fido di te per questo.”
“Ma così si vedrà tutto !”
Lui si alzò e mi colpì con uno schiaffo,non forte,ma di quelli che fanno male lo stesso.
“Lo so che si vedrà la tua lercia fica e il tuo culo di merda,ma &egrave proprio quello che voglio,comunque stai tranquilla andremo dove nessuno ti conosce.”
Mi andai a vestire sentendomi male,sarei stata praticamente nuda alla merce dello sguardo di chiunque m’avesse vista,volevo piangere,ma sapevo che avrebbe solo peggiorato la situazione. Mentre mi mettevo addosso quel poco che lui voleva guardavo il mio armadio pieno di bei vestiti e pensavo a quando li avrei potuta rimettere. Una volta finito mi guardai allo specchio,era peggio di quanto avessi mai potuto pensare,la camicetta lasciava vedere il seno,i miei capezzoli scuri di certo non si nascondevano e la gonna mi arrivava all’altezza del pube,lasciandolo scoperto ad ogni anche piccolo movimento. Ero peggio di una puttana del porto,almeno quelle un perizoma lo portavano.
Così vestita mi presentai a lui che mi accolse con entusiasmo,quasi fosse felice di vedermi in quello stato.
“Sei perfetta,una vera troia,avrei quasi voglia di sfondarti il culo adesso,ma &egrave meglio andare,non vorrei incontrare troppo traffico.”
Lo seguii in garage e insieme salimmo in macchina,porta e cancello si aprirono automaticamente e in breve fummo in strada.
Cercavo di coprire il volto con la mano senza farmene accorgere,ma lui era intento alla guida e non diede importanza ai miei strani movimenti.
Durante il viaggio non ci parlammo,mise un Cd di musica classica ben sapendo che l’odiavo,ma non era certo il caso di farglielo notare.
Dopo un’oretta arrivammo in un grande parcheggio semivuoto,e li iniziarono i guai.
“Che aspetti scendi.”
Mi guardava divertito mentre io piena di vergogna cercavo di camminare a piccoli passi per non far muovere troppo la gonna,ma come al solito ci si mise di mezzo il destino.
Una folata di vento fece alzare dietro il gonnellino e un gruppo di ragazzi iniziò subito a gridarmi di tutto,facevamo pesanti apprezzamenti sul mio sedere e di quanto dovesse essere aperto,che ero una puttana e che se volevo mi avrebbe scopata tutti insieme.
Alfredo faceva finta di nulla però di certo godeva nel vedermi insultata in maniera così volgare,mi sembrava impossibile che lui sempre così educato e a modo,provasse piacere nel vedermi umiliata davanti a degli sconosciuti.
Non feci quasi caso a dove stavamo entrando,solo una volta dentro mi resi conto che era un sexy-shop.
Dentro c’erano una quindicina di uomini di tute le età che subito iniziarono a guardarmi mentre Alfredo si dirigeva verso il bancone.
“Mi scusi dov’&egrave il reparto sadomaso ?”
“In fondo a destra.”
Il proprietario quasi non credeva ai suoi occhi e di certo lui doveva averne viste e non poche.
“Seguimi cagna,ora faremo un po’ di spesa.”
Tutti i presenti ci vennero dietro quasi fosse una processione,parlando fra di loro a bassa voce anche se non era difficile immaginare i loro discorsi.
Una volta arrivati nel reparto sadomaso mio marito si fermò e iniziò a guardare con attenzione ogni oggetto esposto. C’era ogni tipo di frusta e strumenti d’immobilizzazione,oggetti in pelle e Dvd dal titolo molto esplicito.
Alfredo alla fine frese un frustino e iniziò a muoverlo per aria,ma non era soddisfatto e prese una grossa frusta con più code.
“Questa mi sembra più adatta ora abbassati che voglio provarla.”
Sapevo che era inutile oppormi e piena di rabbia abbassai le spalle mettendo in mostra il culo davanti a tutti. Lui mi colpi all’inizio senza forza,poi all’improvviso fece calare sul mio culo una frustata che mi fece gemere di dolore. Ma più che il dolore era il sentirmi osservata e desiderata da tutti,perch&egrave sapevo che ogni uomo li presente mi avrebbe voluta prendere,scoparmi come meglio credeva fino a venirmi in qualsiasi orifizio.
“Questa va bene,ora proviamo un’altra.”
Un ragazzo si fece avanti con una pala in mano.
“Provi questa,&egrave l’ideale per il culo.”
Alfredo prese la pala in mano e cominciò a guardarla mentre io ero sempre col sedere all’aria.
“Certo &egrave un bello strumento,ora però mostrami tu come si usa.”
“Vuole che la colpisca io ?”
Il ragazzo non credeva a quelle parole,si stava eccitando in maniera assurda e presto avrei dato sfogo alla sua libidine.
“Certo in fondo l’hai trovato tu,ora colpiscila.”
Quello prese la pala in mano,si mise vicino a me e cominciò a colpirmi con forza.
Mentre i colpi si susseguivano senza che me ne accorgessi cominciai a bagnami,mi stavo eccitando da quella situazione,in quel momento avrei voluto soddisfare tutti i presenti prendendo i loro cazzi in bocca,nella fica e nel culo. La vergogna e l’umiliazione non se n’erano andate via,solo avrei voluto essere davvero come lui mi voleva e farmi sfondare da chiunque lo volesse,avevo un falle voglia di godere fregandomene di chi fosse a darmi quel piacere.
Alfredo se ne accorse,ma fece finta di nulla,anzi incitava il ragazzo a colpirmi più forte con le motivazioni più assurde. Alla fine avevo il culo in fiamme e una voglia matta di cazzo.
“Ora basta,mi sei stato di grande aiuto e ti ricompenserò,basta che ci segui mentre compriamo altre cose.”
“Certo con piacere,a proposito io sono Edo.”
“Piacere Alfredo e lei &egrave la mia puttana,non ha un nome solo puttana,ora rialzati e seguimi.”
A fatica mi misi dritta e gli andai dietro,con l’aiuto dei Edo riempì diverse buste di oggetti commentandone l’uso che ne avrebbe fatto su di me,fino ad arrivare dove c’era la biancheria più sconcia.
“Che taglia hai puttana ?”
Sapeva bene la mia misura,ma ormai non smetteva d’umiliarmi ad ogni occasione per togliermi ogni traccia anche minima d’orgoglio.
“La terza mio Signore.”
Era la prima volta che aprivo bocca da quando eravamo entrati e non volevo farlo arrabbiare non chiamandolo come voleva.
“E’ vero,ma &egrave sempre meglio provare,entra dentro il camerino spogliati e indossa questo.”
Mi tirò un corpetto di pelle e con quello entrai nello spogliatoio,non ci misi molto a spogliarmi e indossarlo,quindi lo chiamai.
“Se vuole vedermi Padrone sono pronta.”
Alfredo entrò con Edo subito dietro che chiuse la porta,io mi portai subito le mani sul pube come se fosse la prima volta che quello sconosciuto lo vedesse.
“Stai davvero bene,non trovi anche tu Edo ?”
“Certo &egrave proprio un troia perfetta.”
Iniziarono a fare commenti su quanto fossi puttana e di come quel corpetto esaltasse le mie forme.
Io ero al massimo dell’imbarazzo,ma quella continua umiliazione mi stava eccitando in maniera quasi incontrollabile,era come se più scendessi in basso più diventavo quello che Alfredo voleva, una vera puttana disposta a tutto pur di soddisfare le sue voglie.
Ad un certo punto mio marito smise di ridere e diventò improvvisamente serio.
“Ora &egrave il momento di ripagare Edo per il suo aiuto.”
“Certo mio Signore,cosa devo fare.”
Pensavo che dovessi mostrarmi meglio,al limite farmi toccare,ma il suo ordine mi colpì come uno schiaffo in piena faccia.
“Inginocchiati e fagli un pompino,di certo ha il cazzo già bello duro.”
Non ci potevo credere,lui che mi stava punendo per le mie scappatelle voleva che avessi un rapporto con uno sconosciuto davanti ai suoi occhi !
Cercai di prendere tempo,ma lui m’incalzo senza darmi tregua.
“Allora puttana,non vorrai mica che glielo tiri fuori io ?”
Così mi inginocchiai davanti al ragazzo e gli aprì i jeans,il suo pene era già ben visibile e quando tirai giù gli slip mi sbatte sul volto.
Di certo non si era lavato da poco,aveva un odore forte e disgustoso,cercai di farlo entrare in bocca ma senza riuscirci,riuscivo solo a prendere la cappella fra le labbra.
“Edo bisogna che tu dia una mano a questa troia,&egrave ancora un po’ inesperta,scopala in bocca a tuo piacimento,poi sborrale pure in gola,non sai quanto le piace.”
Edo mi mise le mani fra i capelli e cominciò a spingermi il cazzo in bocca fino a farlo entrare tutto quanto,avevo voglia di vomitare tanto mi faceva schifo,ma riuscii a resistere.
Mi appoggiai a lui e feci la mia parte,mentre lo spompinavo lo leccavo con la lingua anche per farlo venire il prima possibile,poi Alfredo si mise dietro di me e senza tanti preamboli mi ficcò due dita nella fica.
“Vedi che sei troia,sei tutta bagnata,lo so che sei una succhiacazzi nata,quindi divertiti.”
Più io spompinavo Edo più lui mi masturbava facendo salire in me il piacere,in quei momenti non m’importava più di dove fossi e con chi,volevo solo il mio orgasmo.
Solo che quello che ormai era il mio Padrone non la pensava nella stessa maniera,poco prima che venissi si fermò e subito dopo Edo mi riempì la bocca col suo sperma.
Fu una sborrata lunga e copiosa che a stento riuscì a mandare giù,ma alla fine neanche una goccia uscì dalla mia bocca,solo che avevo la fica in fiamme e mi sarei fatta scopare da tutti quelli che erano rimasti fuori ad origliare pur di godere ancora.
Invece pulì il cazzo di Edo e mi rivestì,quindi uscimmo tutti e tre dal camerino sotto gli sguardi degli uomini che ci aspettavano increduli.
Alfredo prese i sacchetti e con me dietro si recò alla cassa per pagare,una volta saldato il conto andammo verso la macchina e ripartimmo verso casa.
Durante il viaggio di ritorno mio marito non disse una parola fino a che non si fermò in un’area di parcheggio deserta.
“Allora brutta troia sei ancora bagnata ?”
Era inutile che provassi a negarlo,gli sarebbe bastato farmi aprire le gambe per scoprirlo.
“Si Padrone non mi hai fatto venire e ne ho voglia.”
Per tutta risposta si allungò verso i sacchetti da dove tirò fuori delle palline vaginali che presto sparirono nella mia fica.
“Non provare a venire fino a che non saremmo a casa o ti porto via la pelle a frustate.”
Iniziò così un nuovo calvario,le palline si muovevano in continuazione mandandomi in estasi,ma la paura delle sue minacce non mi faceva venire. Una volta a casa fu ancora peggio,ad ogni passo avevo una fitta di puro piacere e a stento riuscì ad entrare in ingresso.
Li Alfredo mi butto a terra,tirò fuori il cazzo e cominciò a scoparmi con violenza.
Venni subito,ancora prima che il suo pene fosse entrato del tutto,non mi aveva neanche tolto le palline e mi sentivo incredibilmente piena senza ormai nessun freno.
Mi sborrò dentro quasi subito,ma non smise di sbattermi e continuò come se non fosse venuto. Solo che ora il suo cazzo scivolava dentro senza nessun attrito,fra il suo sperma e i miei umori avevo la fica ridotta ad un vaso pieno di liquidi. Così prese a scoparmi con ancora più forza e violenza, insultandomi in continuazione fino a quando non lo tirò fuori per mettermelo nel culo.
Come era diventata sua nuova abitudine fece entrare la cappella,poi mi prese per i capelli e diede un violento colpo come se volesse spaccarmelo,solo che era tanto lubrificato che entrò tutto subito facendomi meno male del solito. Un nuovo orgasmo mi sconquassò il cervello,mi era sempre piaciuto prenderlo dietro,ma senza sentire troppo dolore e questa volta era stato proprio come piaceva a me. Prese così a incularmi senza sosta picchiandomi sulle natiche con la mano libera,era tanto preso che non si accorse che avevo fatto scivolare una mano sotto di me per masturbarmi e godere ancora di più.
Mi venne di nuovo dentro e dopo si fermò ormai esausto.
“Da domani cominceremo ad usare quello che ho comprato.”
“Va bene come vuoi tu Padrone.”
“Solo non provare più a toccarti o ti rompo le dita.”
Essere colta così in fragrante mi umiliò più di tutto quello che avevo passato nel pomeriggio,ma cercai di nasconderlo.
“Hai ragione Padrone,non lo farò più.”
“Ora vai a preparare la cena,ho fame e cerca di non fare le tue solite schifezze che dopo ricominciamo.”
Mentre andavo in bagno per lavarmi pensavo al dopo cena,in fondo avevo goduto,dovevo solo abituarmi a farlo coi suoi nuovi sistemi.

Era già passato un mese da quando avevo cambiato la mia vita,anzi Alfredo aveva distrutto la mia precedente esistenza sostituendola con quella di sua schiava personale.
Mi aveva fatta arrivare al più basso livello della mia autostima umiliandomi in continuazione e usando ormai per dar sfogo ai suoi istinti più bassi e violenti.
Era una settimana che non mi malmenava e in me si stava facendo largo la convinzione che qualcosa in lui stava cambiando,ma come al solito stavo sbagliando.
Un sabato pomeriggio mentre pulivo nuda la casa mi disse di prepararmi che la sera saremmo andati a mangiare fuori e se da un lato ero felice perch&egrave sarei di nuovo potuta uscire di casa,dall’altro temevo che anche questa occasione si sarebbe trasformata in una umiliazione pubblica come quella subita al sexy shop.
In ogni caso mi diede due ore di tempo per lavarmi,truccarmi e vestirmi,fu lui a scegliere l’abito dopo aver a lungo cercato nel mio armadio. Ne prese uno molto elegante,lungo e nero,molto semplice ma allo stesso tempo molto sensuale con le spalline sottili e un bello scollo sia davanti che dietro. Scelse anche dei sandali in pelle lucida nera con tacchi alti a spillo,borsa in tinta e un reggiseno push-up in raso anch’esso nero.
Quando finì di lavarmi e truccarmi indossai quello che mi aveva imposto,ma non potei non notare l’assenza di mutandine di qualsiasi genere.
“Forse il mio Padrone si &egrave dimenticato qualcosa ?” fu il mio timido tentativo di fargli notare quell’assenza.
“Non penso proprio,che cosa manca alla mia troia.”
“Qualcosa da mettere sotto per coprirmi l’intimità.”
“E’ vero,ormai sono tanto abituato a vederti col culo per aria che non ci faccio più caso.”
Ridacchiando fra se e se aprì il cassetto col mio intimo e tirò fuori un perizoma molto ridotto di pizzo rosso che mi aveva comprato per l’ultimo veglione di fine anno.
“Questo &egrave abbastanza per una puttana come te.”
Non osai rispondergli nulla di compromettente,anzi lo ringraziai per il suo gesto.
Il viaggio in macchina fu insolitamente piacevole,e passammo tutto il tempo a chiacchierare dei suoi colleghi e delle loro mogli,insomma sembravamo una coppia normale che va a cena fuori senza tanti problemi.
Alfredo scelse un ristorante di lusso ad un’ora di macchina dove non eravamo mai stati,ma del quale si parlava un gran bene sia per la qualità del cibo che per quella del servizio.
Come entrammo fummo accompagnati al nostro tavolo dove lui scelse con calma il vino per la cena mentre io mi guardavo attorno per vedere se c’era qualche faccia conosciuta,cosa che per fortuna non trovai.
“Siccome sei solo una puttana dovrai guadagnarti da mangiare.”
La sua voce era bassa ma decisa,con quel tono che ormai conoscevo bene,quello che non permetteva repliche.
“Si mia Padrone,cosa desideri che faccia.”
“Prima che il cameriere porti gli antipasti devo vedere il tuo perizoma sul tavolo.”
Come poteva chiedermi questo ?
Sapeva bene che era rosso e che su quella tovaglia bianca sarebbe risaltato in maniera inequivocabile.
“Ma il cameriere capirà subito cos’&egrave !”
“Certo,ma ricordati che sei una troia e per tale devi apparire.”
Non so dove trovai il coraggio,ma senza farmi vedere dagli altri riuscì a sfilarmi il perizoma e metterlo sul tavolo.
Quando arrivò il cameriere fece finta di nulla,ma un sorriso compiaciuto gli si stampò sul volto,mentre io sprofondavo nella vergogna.
Mentre mangiavo pensavo solo a quello che mi avrebbe fatto fare,il bastardo aveva ordinato anche primo,secondo e dolce,e ormai non potevo aspettarmi altro che umiliazioni,come se il trattarmi da schiava in casa non gli bastasse più.
Lo stesso cameriere venne ha riprendere i piatti vuoti una volta che finimmo quella portata,e appena se ne andò mi diede il secondo ordine della serata.
“Ora prendi il bicchiere del vino bianco e riempilo col tuo piscio,basterà che ti sposti un po’ in avanti per non farti vedere da nessuno.”
Ma non era certo questo quello che mi preoccupava,ma un bicchiere pieno di liquido giallino ad un tavolo dove c’era solo vino rosso.
Comunque non potei che obbedire,anzi ci riusci senza troppa fatica e evitando di pisciarmi sulle mani.
Il solito cameriere arrivò coi primi,all’inizio non fece caso ai bicchieri,ma poi il suo sguardo si fisso su di me come per dirmi,so quello che hai fatto brutta puttana.
Il suo sguardo era peggio di una frustata tanto mi faceva male,ma allo stesso mi eccitava pensare che in quel momento doveva essere bello arrapato e con una voglia matta di scoparmi in qualche angolo del ristorante.
Alfredo del resto era sempre sorridente,l’umiliarmi era diventata la sua attività preferita e il suo sadismo stava scoprendo nuove vie,non fermandosi più alla solo violenza fisica.
“Fra poco arriverà il secondo,come pensi di guadagnartelo brutta zoccola.”
“Non lo so mio Signore.”
“Te lo dico subito,apri la borsa,dentro ci sono due palline cinesi,ficcatele nella tua fica marcia e resta con le cosce aperte.”
Come un automa aprì la borsetta e presi le palline,che mi misi dentro la vagina leggermente umida.
Restare con le gambe aperte fu più difficile anche perch&egrave nessuno mangia seduta in quel quel modo,ma cercai di agganciare i piedi alle gambe del tavolo per rimanere il più immobile possibile.
Mio marito si fece subito sotto,si sfilò una scarpa e mise il piede sulla mia passera,cominciando a massaggiarla con movimenti lenti e continui.
In breve tempo cominciai ad eccitarmi sempre di più,mi sentivo colare gli umori sulle cosce e trattenevo a stento il piacere.
Quando arrivò il cameriere cercai di trattenermi,ma il bastardo premette con forza sul mio pube e mi usci un piccolo ma udibilissimo gemito di piacere.
Appena si allontanò cercai di supplicare mio marito a smettere di torturarmi.
“Ti prego così non resisto.”
“E allora lasciati andare,fai vedere a tutti che sei una puttana.”
“Ti supplico,dammi un momento di tregua.”
Ma le uniche parole mentre mi masturbava col piede riguardarono la cottura del cinghiale.
Stavo soffrendo,più lui mi eccitava col suo piede,più facevo fatica a trattenermi soprattutto dopo che iniziò a penetrarmi con le dita stimolandomi il clito ormai gonfio.
Quando portarono via i piatti vuoti rientrai in subbuglio,non sapendo cosa m’aspettava prima del dolce.
“Lo sai che il dolce te lo devi guadagnare ?”
“Si Padrone.”
“Bene,vedo che hai capito il meccanismo,ora prendi la borsa e vai in bagno,dentro ho messo un bel plug che farai sparire fra le tue chiappe,dopodich&egrave tornerai da me.”
“Vado e torno.”
Ormai volevo solo farla finita con quella messinscena,ma soprattutto volevo avere un orgasmo che non riuscivo più a trattenere.
In bagno mi chiusi dentro e senza perdere tempo presi il plug,lo bagnai con la saliva e me lo misi nel culo senza tanti fronzoli,ormai Alfredo me lo aveva aperto in tutte le maniere sfondandolo coi più diversi oggetti. Ma come lo sentì dentro venni senza bisogno di toccarmi con un orgasmo improvviso e violento,trattenendo a fatica un urlo liberatorio.
Mi sentì come liberata,ma allo stesso tempo avevo ancora più voglia di cazzo come sei quei gingilli servissero solo come antipasto per un rapporto vero,e non m’importava se mi avesse scopato lui o un altro,volevo solo godere ancora.
Come mi ricomposi tornai da lui che mi accolse col solito sarcasmo.
“Allora puttanone,avuto l’orgasmo che volevi ?”
Decisi di sfidarlo anche se sapevo che mi sarebbe costato caro.
“Si sono venuta come me lo sono messa nel culo,peccato che tu non mi abbia vista godere.”
“Per quello ci sarà il suo tempo,stai tranquilla che ti do la tua razione di cazzo.”
Arrivò il dolce,una millefoglie davvero deliziosa,che mi gustai fino in fondo anche perch&egrave era tempo che non mangiavo una leccornia così ben fatta.
Alla fine ci alzammo,e dopo aver pagato il conto uscimmo dal ristorante.
“Facciamo due passi così si favorisce la digestione.”
“Hai ragione e poi &egrave una così bella serata.”
Che stupida che ero stata,come se non avessi ancora fica e culo pieni dei suoi oggetti.
Dopo pochi passi le palline iniziarono a farsi sentire,la mia andatura diventò più incerta,e Alfredo non tardò ad accorgersene.
“Allora mia bella schiava,com’&egrave che non cammini come tuo solito.”
“Lo sai bene il perch&egrave,mi sto bagnando tutta.”
“Certo che so che sei una troia,voglio solo vedere quanto resisti.”
Mi fece camminare per più di un’ora,ma a me sembrò un secolo. Ogni tanto cercavo di fermarmi,ma lui mi prendeva per il braccio e mi faceva continuare a camminare fino a quando tornammo alla macchina.
Tornammo a casa quasi correndo,anche lui era bene eccitato anche se non voleva ammettere e durante tutto il viaggio non smise mai di toccarmi fra le gambe impedendomi di venire di nuovo.
Appena chiuso il garage però mi piegò sul cofano della macchina,tolse il plug e mi spinse dentro il cazzo che si era appena liberato.
Aperta com’ero mi penetro senza alcuna fatica facendomi sentire subito le palle che mi sbattevano sulla fica,ma eravamo entrambi troppo eccitati e vogliosi per durare a lungo.
Io venni subito e lui poco dopo riempendomi di sperma urlandomi che ero solo la sua troia da culo.
Ma subito dopo che lo ripuli mi riprese,questa volta davanti,ma senza togliere le palline.
Entrò dentro senza alcuna fatica,ero un fiume in piena di voglia di cazzo
Fu devastante e magnifico allo stesso tempo,il suo pene e quelle due sfere mi dilaniarono la fica facendomi godere come raramente mi era successo in vita mia,sembrava che le volesse spingere ancora più dentro per poi scivolarci sopra o sotto.
Non riuscivo più a trattenermi e nonostante lo odiassi per quello che mi faceva non potei non urlargli contro il mio piacere.
“Si scopami,fammi godere.”
“Vedi che sei troia,la mia troia,dillo che sei la mia troia.”
“Sono la tua puttana,scopa la tua puttana,ahh.”
“Vedi che l’hai capito,solo che adesso sei solo mia,sei la mia puttana e non quella di tutti.”
“Si Alfredo sono tua,solo tua,fammi godere ancora,ho voglia di te.”
Lui sembrava un pazzo per come si muoveva,l’essersi appena liberato da tutta l’eccitazione della serata lo fece durare più a lungo del solito,e mentre mi sbatteva vedevo il suo sguardo carico di odio,ma allo stesso tempo pieno di passione.
L’orgasmo ci prese insieme lasciandoci a terra senza fiato,lui si fece ripulire colla lingua mentre io ero distrutta dalla serata.
Arrivammo a letto per crollarci sopra senza dire una parola,ma una cosa era certa, l’appartenergli in maniera così totale aveva qualche lato positivo,bastava che riuscissi ad indirizzarlo nella giusta direzione,o almeno dovevo provarci.
In fondo prima che mi scoprisse era stato un bravo marito,ma non certo un grande amante,mentre adesso anche se mi trattava peggio di una donnaccia,mi faceva avere orgasmi incredibili che mai mi sarei sognata d’avere.

La serata al ristorante e tutto quello che era successo dopo mi avevano profondamente sconvolta.
Mi ritrovavo in una situazione di amore-odio dalla quale non riuscivo ad uscire,i sentimenti che provavo verso mio marito erano talmente contrastanti che bastava un nonnulla per mutarli in una direzione o nell’altra.
In ogni caso il momento di puro sadismo gli era in parte passato,non che non mi facesse più male,ma non con la violenza e l’intensità dei primi giorni,quando per dirla in parole povere,vivevo a pane e botte.
La sua ultima direttiva era quella di farmi trovare al suo arrivo con un abbigliamento il più sexy possibile,questo per farmi ricordare quant’ero stata puttana e per invogliarlo a prendermi in qualunque maniera gli passasse per la mente.
Mi ero adeguata come al solito,anzi il sentirmi più donna anche se costretta da lui,mi stava facendo tornare la voglia di vivere il sesso non come una costrizione,ma bensì come un piacere della vita.
Non &egrave che ogni volta che tornava a casa finivamo col farlo,però i nostri rapporti erano certamente più numerosi che prima della mia riduzione a sua schiava privata. Inoltre era diventato più maschio,non che prima non lo fosse,solo che ci metteva più passione,più voglia di godere di me e anche di farmi godere,seppur sempre alla sua maniera.
Quella sera avevo deciso di mettere un intimo di color rosso,un po’ volgare,ma decisamente audace che mi aveva comprato in un sexy-shop su internet. La particolarità del reggiseno,davvero di dimensioni minime,&egrave che aveva dei pon pon all’altezza dei capezzoli,la stessa applicazione era presente sui lati del perizoma,in realtà due fili legati fra loro.
Per sembrargli ancora più disponibile avevo indossato delle autoreggenti a rete larga e dei sandali con allacciatura alla schiava dotati di tacchi da diciassette centimetri.
Una volta finita la ‘vestizione’ e il trucco mi guardai allo specchio per controllare l’insieme.
Mi sentivo di un porco unico,il solo fatto che il perizoma m’entrasse in mezzo alle labbra intime era già un chiaro segnale di cosa desiderassi quella sera,il contorno,se così lo si può chiamare,era talmente volgare da sfociare nell’oscenità.
Così agghindata mi misi a preparare la cena,ma poco prima del suo arrivo ebbi un forte mal di pancia e di gran corsa mi recai in bagno per svuotarmi.
Proprio in quel momento rientrò Alfredo che subito fu preso dalla rabbia per non avermi trovata vicina alla porta per il consueto saluto.
Quando entrò nel bagno mi stavo pulendo,di solito quello era l’unico momento in cui mi lasciava un minimo di privacy,ma quella sera non fu così.
Iniziò a guardarmi carico d’eccitazione e di disgusto allo stesso tempo,e quando mi ricomposi m’impedì d’uscire dal bagno.
Cercai di farlo ragionare,ma inutile dirlo,fu inutile.
‘Padrone la cena si fredda.’
‘Taci serva,già sono incazzato perch&egrave non ti ho trovata dove dovevi essere al mio arrivo.’
‘Chiedo perdono mio Signore,ma non sono riuscita a resistere al mio bisogno corporale.’
‘Perdono un cazzo e poi perch&egrave sei vestita così ? Ti ho dato il permesso per indossare quello che porti ?’
Aveva ragione,mi ero dimenticata che era lui a decidere quando ‘battezzare’ qualche nuovo abito o completo,solo che la voglia m’aveva fatto perdere la testa.
‘Credevo che il mio Padrone trovandomi così avrebbe avuto più voglia d’usarmi per il suo piacere.’
Come scusa non stava in piedi,ma erano le sole parole che mi uscirono dalla bocca.
‘In pratica hai voglia di scopare,in fondo sei la solita puttana di sempre.’
Non sapendo che rispondere imboccai la via del silenzio,cercando di capire in anticipo le sue prossime mosse.
‘Almeno hai lavato il tuo culo di merda visto che hai cagato ?’
‘Non me ne hai dato il tempo,lo sai che non sono certo sporca.’
‘Allora lavatelo e fai in fretta.’
Mi tirai giù il perizoma e mi feci il bid&egrave il più velocemente possibile,ma lui non era ancora soddisfatto.
‘Per me sei ancora piena di merda e odio metterlo in un colo sporco,quindi provvederò di persona a ripulirti per bene,ora aspettami qui che torno con l’occorrente.’
Rimasi come una statua non avendo capito le sue intenzioni,in realtà temevo che mi volesse frustare per chissà quale motivo,ma stavo sbagliando.
Alfredo tornò quasi subito con tutto l’occorrente per un clistere e un piccolo plug.
‘Abbassati che non voglio perdere tempo.’
Mentre mi piegavo sul lavandino lui riempì a metà la sacca con dell’acqua tiepida che poi fissò in alto su un mobile del bagno.
Con calma unse il mio buchino per infilarvi dopo la cannula e infine aprì il rubinetto vicino alla sacca.
Non avevo mai fatto un clistere e già il fatto che l’avesse comprato mi aveva turbata,ma non potendo dire nulla al riguarda speravo solo che si dimenticasse di quell’acquisto.
E invece era stato pronto ad usarlo alla prima occasione buona e ora me lo stava facendo guardandomi divertito.
Man mano che l’acqua entrava nelle mie budella,aumentava il dolore e la voglia di svuotarmi,ma quando mi sentivo allo stremo e mi girai,la sacca non si era svuotata che per la metà di quanto fosse stata riempita.
‘Padrone ti prego,mi fa male.’
‘Taci troia questo &egrave solo l’inizio e stai tranquilla che non sarà l’ultimo.’
Quelle parole mi terrorizzarono letteralmente.
Come non era l’ultimo ? Quante volte avrei dovuto sopportare quel supplizio.
Cercai di resistere facendo leva sul mio orgoglio,forse l’unica cosa che ancora non mi aveva tolta del tutto. Così arrivai a svuotare la sacca,sentendomi però piena come un’otre.
Alfredo tolse la cannula e inserì il plug,come se dovesse tappare una bottiglia di vino non finita.
‘Ora cammina,così ti ripulisci per bene,non vorrei sporcarmi il cazzo quando t’inculo.’
Cercai di fare due passi,ma il dolore mi bloccò subito piegandomi in due.
‘Non ci riesco,fa troppo male.’
‘Forse hai bisogno di un piccolo stimolo,vuoi che prenda la frusta ?’
‘No,farò quello che vuoi,ma non mi picchiare.’
Tenendomi la pancia comincia a camminare su &egrave giù per il bagno fino a che non caddero alcune gocce dal mio buchetto.
‘E’ meglio mettere un tappo o fai un casino,quindi piegati.’
Mi misi a novanta gradi e lui subito infilò il plug fra le mie chiappe.
Tanto era il dolore per il clistere che quasi non lo sentì,solo che il suo effetto fu veramente breve e poco dopo uscì dal suo posto insieme ad altra acqua.
‘Siediti e svuotati,&egrave meglio rincominciare e procedere in un altra maniera.’
Fu una liberazione,come mi sedetti sul water mi svuotai completamente di tutta l’acqua che avevo dentro,alla fine mi sentivo non solo ripulita,ma molto rilassata.
‘Che fai li ferma,pulisciti che te ne faccio un altro.’
‘Ti prego un altro no,farò tutto quello che vuoi,ma mi fai troppo male.’
‘Taci troia e mettiti in posizione.’
Così dopo che mi pulii ripresi la solita posizione a novanta e lui mi fece un nuovo clistere.
Solo che questa volta lo accusai di meno,il dolore fu minore nonostante usasse la stessa quantità di liquido.
‘Ora mettiti in ginocchio che te l’attappo come dico io.’
Mi misi a pecora in attesa del plug,ma vidi che si stava spogliando e subito non capii le sue intenzione.
Solo quando si tolse i boxer e vidi il suo cazzo in erezione compresi le sue intenzioni.
‘Non vorrai mica scoparmi in questo stato ?’
‘Perch&egrave no,in fondo sei solo una puttana da culo e poi ora sei di certo ben pulita.’
Non mi lasciò neanche il tempo di replicare che si mise dietro di me,le mani ben salde sui fianchi e la cappella dritta verso il mio buchetto. Eccitato com’era lo mise subito dentro senza tanti fronzoli, ma non sentii alcun dolore,anzi.
Un sottile piacere mi prese fin da subito,un misto fra il sentirlo godere ed il dolore per la mia pancia piena d’acqua. Così lo lascia fare senza dire nulla fin quando non potei più nascondermi.
‘Si Alfredo mi piace,mm.’
‘Vedi che sei puttana dentro,ora lo prendi dietro senza tante storie.’
‘Continua,ancora,mi fai godere.’
‘Si prendilo tutto troia che ti sfondo come piace a te.’
Il suo ritmo diventò infernale,entrava e usciva senza sosta,spesso tirandolo del tutto fuori per rimetterlo dentro con ancora più forza. Mi sentivo sempre più aperta,ma nello stesso tempo godevo in maniera incredibile e avrei voluto che non finisse mai.
Lui m’insultava come una cagna,ma le sue parole non mi ferivano più,anzi mi eccitava sentirmi dire bagascia o troia e avrei voluto masturbarmi la passera ormai in calore,ma non osai spingermi a tanto.
Alla fine mi venne dentro,quasi non sentì i suoi schizzi di sperma caldo se non quando cominciarono a spandersi intorno al suo cazzo. Per un po’ rimase immobile dietro di me e solo quando si tolse tornò a parlarmi.
‘Sei davvero unica,prima sembri che ti stia sgozzando e poi godi come una vacca,va bene ora lavati che ho fame.’
Mi svuotai di nuovo,ma questa volta fu più piacevole,poi mi lavai con cura e andai a finire di preparare la cena.
Mangiammo entrambi con appetito,di certo quello strano rapporto nel bagno aveva sfiancato tutti e due,solo volevo ripetere subito quell’esperienza,solo non sapevo cosa dirgli.
Quando finì di riassettare la cucina lo trovai in sala che faceva zapping,così corsi il bagno e presi il clistere e tornai da lui.
‘Mio Padrone,mi sento lo stomaco un po’ scombussolato,non &egrave che potrebbe provvedere a svuotarmelo e rendermi più pulita per essere degna della sua persona’ gli dissi col tono più seducente che potevo.
‘Certo,sarà un piacere.’
E così tornammo in bagno.
Erano un po’ di giorni che Alfredo era insolitamente tranquillo,ormai avevo capito che quello stato preludeva a qualcosa di nuovo e sempre più perverso.
La sera prima aveva portata in casa una lavagna da ufficio,di quelle su cui si scrive con un pennarello e si cancella con una spugnetta. Non osai chiedergli il motivo di quell’acquisto,ma non facevo altro che pensare a come l’avrebbe usata,perch&egrave era certo che prima o poi avrebbe fatto capolino nella nostra nuova vita sessuale.
Il giorno dopo era tornato in anticipo senza avvisarmi,ma trovandomi seminuda come al solito,non aveva trovando modo di punirmi,e si ritirò nel suo studio fino a che la cena non fu pronta.
Mangiò di fretta mentre io lo guardavo inginocchiata al suo fianco,poi non mi diede tempo di pulire,ma m’impartì un ordine col suo tono secco e deciso.
‘Vai in camera e vestiti come la troia che sei,ai piatti penserai dopo. Quando sei pronta raggiungimi in salotto e vedi di non farmi aspettare troppo.’
‘Si Padrone,vado subito.’
Corsi in camera ed aprì l’armadio,di certo non mi mancava la scelta su cosa indossare. Oramai i bei vestiti avevano fatto posto a minigonne inguinali e top cortissimi. Scelsi un microperizoma nero, un reggiseno push-up e autoreggenti a rete larga dello stesso colore,poi una mini di pelle rossa ed un maglia in rete bianca. Mi truccai in maniera volgare come sapevo sarebbe piaciuto a lui,finendo l’opera con un rossetto rosso fuoco dato in abbondanza. Per dare il tocco in più misi anche degli stivali alti fino al ginocchio con tre dita di zeppe,di colore rosso e mi misi davanti allo specchio.
Sembravo davvero una gran puttana,di quelle dei viali che chiedono trenta euro a prestazione,ma il fatto non mi dava fastidio anzi mi eccitava oltremodo.
Così conciata andai in sala dove Alfredo mi aspettava impaziente,sculettando in maniera esagerata.
‘Però sembri più troia di quello che sei,e di certo sei una gran puttana.’
‘Sono come mi vuole il mio Padrone’ gli risposi in maniera ruffiana.
‘Allora ti spiego subito cosa dovrai fare,come vedi c’&egrave un telecamera e la lavagna,in quella scatola vicino al divano ho messo un po’ di giochini che ti piacciono tanto. Devi prima spogliarti,puoi tenere addosso solo il peri,calze e stivali,poi ti metterai sul divano e ti masturberai con quello che scriverò sulla lavagna mettendoti come ti dirò io. Spero d’esser stato chiaro,se hai domande falle subito.’
‘No,ho capito tutto,solo ti vorrei chiedere un po’ di musica,giusto per avere un tempo da seguire mentre mi spoglio,io uno strip non l’ho mai fatto.’
‘In fondo hai quasi ragione,scegli tu la musica che vuoi,e dopo inizia lo spettacolo.’
Non ci misi molto a trovare un Cd di musica adatta allo scopo,e lo misi senza ulteriori indugi.
Mentre mi spogliavo mi sentivo ridicola,io che facevo uno strip a suon di musica !
Però lui sembrava apprezzare,guardava il monitor della cinepresa e quasi mi sosteneva anche se non proprio con parole finissime.
Mi ritrovai ben presto come lui voleva,era peggio che essere nuda tanta era l’umiliazione di sentirsi come una puttana.
Iniziò a scrivere sulla lavagna ‘prendi un cazzo di gomma e siediti sul divano’
Con fare felino presi il giochino dalla scatola e mi sedetti a gambe aperte sul divano.
Cominciai a baciarlo sulla punta,poi a leccarlo fino a mettermelo tutto in bocca. Mi sentivo strana nel fare un ‘pompino’ ad un fallo per quanto realistico,ma quando lo portai sulla passera,dopo averci giocato col seno,mi scoprì bagnata,mi ero eccitata senza quasi rendermene conto.
Lo feci entrare dopo averlo fatto ben inumidire contro l’apertura della fica che ormai era un laghetto. Lo senti dentro e subito mi misi a gemere di piacere,con la coda dell’occhio vidi Alfredo che si toccava la patta dei pantaloni,anche lui chiaramente su di giri.
Mi masturbai a lungo,in fondo lui non scriveva niente,fino a girarmi col culo per aria e continuare in quella posizione.
Poco dopo mi accorsi che voleva la mia attenzione e lessi lavagna ‘mettitelo nel culo troia’.
Facendo la tonta ne presi un altro dalla scatola,lo bagnai per bene coprendolo di saliva e me lo ficcai decisa nel buchino.
Vedendomi così mio marito prese a segarsi di gran gusto,se per me non era facile muovere due dildi,per lui era certamente più semplice far scorrere una mano.
Mi resi conto che non badavo più a lui,pensavo solo a masturbarmi culo e fica e a trarne piacere.
Non mi sentivo più sporca,ma solo vogliosa,sapevo che prima o poi mi avrebbe preso e non certo con le bune maniera,ma in quei momenti il mio piacere era al centro della mia mente,e del resto non m’importava nulla.
L’occhio mi cadde poi dentro la scatola dove c’era un dildo doppio,non ci pensai neanche un secondo e lo presi girandomi verso di lui. Leccai entrambi i membri con cure cercando d’essere il più porca possibile,non solo tiravo fuori la lingua quasi fino a staccarmela,ma era l’espressione del mio viso che mostrava quanto stessi godendo.
Inizia a giocare con un rivolo di saliva che avevo posato sulla punta di un fallo,con la bocca lo succhiavo piano,per poi farlo allungare di nuovo sotto il suo sguardo sempre più arrapato.
Mi misi quindi seduta sul bordo del divano con le gambe aperte al massimo e feci scivolare tutte e due i membri di gomma nei miei buchi.
Non mi accorsi quasi che ero venuta,di certo lui non voleva,ma ormai era troppo tardi,così urlai il mio orgasmo senza cercare in alcun modo di mascherarlo.
Lui mi venne davanti,e dopo pochi colpi di mano,mi sborro in faccia,dicendomi in continuazione quanto fossi troia. E da troia glielo presi in bocca fino a farglielo tornare duro,lo volevo dentro,non importava dove,ma volevo che mi scopasse in qualunque modo,anche il più violento.
Alfredo mi capì al volo,così mi tolse il doppio cazzo e mi mise a pecora,mettendo il suo membro vicino alla mia fica.
“Allora puttana vuoi il mio cazzo ?”
“Si dammelo,ti prego.”
“Devi implorarlo brutta troia che non sei altro.”
“Ti prego Padrone scopa la tua schiava.”
“Così non basta,”
“La tua serva e puttana privata ti supplica di sfondarla come meglio credi e di godere di lei.”
“Dillo ancora zoccola.”
Mi stava umiliando come forse non c’era mai riuscito fino a quel giorno,ma la mia voglia era tale che avrei detto qualunque cosa per un po’ di cazzo.
“Sono la tua schiava e ti chiedo di scoparmi a tuo piacimento,non per godere io,ma per dare piacere al mio Signore e Padrone.”
“Ora ci siamo,prendilo tutto.”
Lo spinse dentro la fica con un colpo unico e,per quanto cercassi di trattenermi,venni quasi subito sotto la sua possente spinta. Venni di nuovo quando m’inculò nella stessa maniera,era incredibilmente violento,ma anche passionale oltre ogni misura.
Tenendomi per i fianchi mi fotteva il culo ormai aperto,sentivo le sue palle sbattermi sulla fica,le sue parole ingiuriose,la sua forza animalesca.
Mi venne nel culo riempendomi del suo piacere e rimanendo a lungo dietro di me,più sconvolto di quanto non lo fossi io. Poi mi passo un piede sul culo che si sporco inevitabilmente di sperma.
Tenendomi con l’altro piede con la faccia a terra si fece pulire quello sporco,prima che passassi al cazzo.
Anche se mi sentivo sconvolta e umiliata avrei voluto che continuasse ancora,avrei desiderato che mi prendesse ancora con quella forza che prima non mi aveva mai mostrato,ma non ebbi la forza di chiederglielo.
Così dopo averlo pulito mi accovacciarmi ai suoi piedi,come una cagna fedele fino a quando non andammo a dormire.
Stavo però scoprendo nuovi lati piacevoli dell’essere la sua serva,solo non sapevo quando avrebbe deciso di smettere,se mai l’avesse fatto. La fine della mia schiavitù arrivò all’improvviso,senza nessun segno premonitore.
Alfredo mi aveva avvisata che nel pomeriggio sarebbero arrivati due uomini per portare e montare alcuni mobili per il suo studio,così mi ero vestita in maniera ‘normale’,come se il nostro rapporto fosse uguale a tanti altri.
I due uomini arrivarono verso le cinque e,dopo aver portato gli scatoloni coi singoli pezzi nello studio,si misero a montarli.
Io li guardavo non avendo nient’altro da fare,ma non potevo non notare le occhiate che mi lanciavano.
Nonostante fosse più di un anno che vivevo come una schiava,ero pur sempre una bella donna,anzi forse in quel periodo ero diventata più femminile,per meglio dire più reale,togliendomi per sempre di dosso la maschera di signora fin troppo ricercata.
Con la mente cominciai a vaneggiare su quanto dovesse esser bello esser presa da quei due sconosciuti sul tavolo che avevano appena finito di montare,accogliendo i loro cazzi in ogni mio orifizio fino a farmi sborrare in bocca per bere il loro sperma.
Così non mi accorsi quasi dell’arrivo di mio marito che subito si scusò coi due operai e mi portò in camera.
Li senta tanti fronzoli mi mise una mano dentro le mutandine scoprendo che ero bagnata.
‘Sei proprio una cagna da cazzi,appena ne vedi due non capisci più niente.’
Cercai di difendermi dicendogli che non potevo tenere a freno il cervello,ma lui non volle sentire ragioni.
‘Dopo che se ne vanno facciamo i conti,ora fila in cucina.’
Non potei che eseguire il suo ordine,ma anche da li non facevo che sentire i due uomini che ora parlavano con mio marito.
Ad un certo punto crebbi quasi che mi volesse far sbattere da loro due,ma alla fine li senti uscire di casa e vidi Alfredo entrare in cucina.
Mi tirò il collare che indossai senza dire nulla,poi mi prese per quello tirandomi fino al suo studio.
‘Ora spogliati,nuda.’
Mi tolsi in fretta quello che mi ero messa per l’occasione,fino a rimanere con le sole scarpe.
Lui mi prese per i capelli e mi portò fino al nuovo tavolo da lavoro,li mi legò braccia e gambe a quelle del tavolo stesso,lasciandomi alla sua completa mercé.
Lo vidi prendere tutte le fruste che aveva per metterle su un tavolino basso li vicino,poi afferrò un paio di paddle e alcune canne di bambù,ponendole poi vicino alle fruste.
‘Siccome sei puttana dentro ti darò una lezione come non l’hai mai avuta,ti dovrà rimanere in mente tanto a lungo da farti ripensare bene a fare pensieri sconci la prossima volta che ti lascio sola.’
‘Alfredo,amore mio,ti prego..’
‘Taci cagna,ti lascerò solo decidere con cosa iniziare,però fai in fretta.’
Non che avessi tanta scelta,solo avendo un’insana paura verso le canne di bambù optai per il paddle,sperando che l’oggetto del mio terrore non venisse usato.
‘Se il mio Padrone vuole iniziare col paddle,la usa schiava gliene sarà grata.’
‘Bene troia,cominciamo subito.’
Prese il più grande di quelli che aveva a disposizione,e davvero senza perder tempo me lo fece sentire subito nella peggior maniera sulle natiche.
Se all’inizio,quando cio&egrave era passato dal semplice ruolo di marito a quello di padrone,Alfredo mi colpiva ‘alla meno peggio’,ora &egrave diventato un vero maestro. Col tempo ha imparato a colpirmi con estrema precisione,e anche se il paddle non &egrave il suo strumento preferito, stasera non viene meno alla sua fama. La pala colpisce sempre entrambe le chiappe facendole diventare subito rosse,che mi bruciano nella stessa maniera.
Però non dico niente,non voglio dargli la soddisfazione d’implorare il suo perdono fin da subito,preferisco subire che cedere dopo i primi colpi.
Del resto di quello che dico se ne &egrave sempre fregato,anzi spesso più lo pregavo di smettere,più mi picchiava o frustava.
Solo che adesso sembra non voglia smettere mai,come se usare quella pala di legno,ma soprattutto con quella forza,non gli costasse nessuna fatica.
Mentre mi batte non smette mai d’insultarmi,ma quel che &egrave peggio &egrave che quando si ferma un attimo mi mette una mano fra le gambe trovandomi bagnata.
‘Certo che sei proprio una cagna in calore,neanche colpirti serve a farti smettere di bramare il cazzo,forse &egrave meglio se cambio strumento.’
Lo vedo andare al tavolino e provare diverse cane di bambù,sembra che nessuna lo soddisfi e tiro quasi un sospiro di sollievo, Invece alla fine ne afferra una e si avvicina a me.
I primi colpiscono più che altro per prendere bene la mira,poi inizia l’inferno. Ne alterna uno molto forte ad uno più blando,cambiando in continuazione zona da colpire. Inutile dire che con quel trattamento gemo subito di dolore,ma lui &egrave impassibile ai mie lamenti,anzi ne gode e ne trae ancora più forza. Mi colpisce sul culo e sulla parte delle cosce,lasciando segni ben visibili,strisce rosso-violaceo che s’intersecano fra di loro,in un disegno senza fine.
Lo prego di smettere,ormai il mio orgoglio &egrave andato a farsi benedire,ma lui continua dicendomi le peggio parole siano mai uscite dalla sua bocca.
Penso a quanto possa esser diventato crudele e sadico,mentre mi colpisce un ghigno gli si stampa sul volto facendolo sembrare un diavolo e non più un uomo.
Solo ogni tanto si ferma,ma non per pietà,ma per bere dell’acqua fresca,ed io ne approfitto per riprendere un po’ di fiato.
Quando lascia la canna prende un robusto flogger e continua la sua opera.
Solo con quello,partendo dal basso verso l’altro,mi colpisce anche sul sesso lasciandomi senza fiato. Non che quando lo usi nella maniera più classica non mi faccia male,anzi sentire quelle strisce di pelle sulle ferite lasciate dalla canna mi fa fremere di dolore,solo quando mi prende la fica vedo le stelle. Più passa il tempo e più aumenta la sua forza,quasi se frustarmi non solo non gli costasse nessuno sforza,anzi ne traesse giovamento.
Ormai non riesco più a parlare,solo un movimento involontario,una specie di sobbalzo,segue ogni sua frustata,facendogli capire che provo ancora qualcosa.
Passa quasi un’ora da quando mi ha legata fino a che non decide di smettere.
‘Pensi che ti basti la lezione troia ?’
‘Se il mio Padrone crede sia sufficiente,lo credo anch’io.’
Cerco d’essere accondiscendente,sperando nella sua clemenza.
‘E ora cosa dovrei fare alla mia schiava ?’
Non so che dirgli,vorrei solo essere liberato per spalmarmi un’abbondante dose di crema lenitiva,ma so che sarebbe chiedere troppo.
‘Chiedo d’essere usata per dare piacere al mio Signore.’
‘Brava la mia puttana,almeno la lezione l’hai imparata.’
Sento che si spoglia,di certo ora mi scoperà facendomi ancora del male,ma almeno ha finito di frustarmi.
Invece lo vedo mollare il flogger e prendere un frustino,poi si mette dietro di me e mi penetra con violenza.
Dopo tutte le frustate prese ho la pelle sensibilissima,e mi fa male sentirlo entrare senza alcun riguardo nei miei confronti.
Mentre mi fotte mi colpisce il culo con le mani,incitandomi a muoverlo per fargli fare meno fatica.
‘Dai zoccola,muovi sto cazzo di culo di merda,tanto lo so che ti piace farti fottere,non sai fare altro che prenderlo dentro.’
‘Non ci riesco,mi fa troppo male.’
‘Allora forse hai bisogno di un aiuto.’
Lo tira fuori e mi fa sentire la cappella contro il buchino,m’irrigidisco pensando al male che mi farà,ma Alfredo vuole che io soffra e non poco,vuole vedermi in ginocchio dal dolore. Così mi passa il frustino sul solco delle natiche,prima di cominciare a colpirmi proprio li,centrando con la parte finale l’apertura posteriore.
Ormai non mi resta che piangere,le mie lacrime scendono sul viso mentre non ho più la forza di dire nulla,solo inarco la schiena ogni volta che sento il frustino arrivare sulla mia pelle. Quel supplizio per fortuna non dura molto,ma subito dopo aver lasciato cadere a terra il frustino,mi sodomizza con inaudita violenza.
‘Prendilo fino in fondo puttana,ti voglio aprire in due.’
‘No basta,mi fai troppo male,mi brucia tutto.’
‘Taci troia,pensa a tutto il cazzo che ti sfondato il culo quando facevi la puttana a mia insaputa.’
‘Ti prego,non sono più quella donna.’
Alfredo continua a scoparmi il culo fino a che non mi viene dentro. Il suo sperma se non altro mi da un minimo di sollievo,ma dopo che si toglie da dietro di me non mi slega.
‘Stanotte rimani così a pensare ai tuoi sbagli,domani ne riparliamo.’
‘Ma così mi spezzo la schiena in due.’
‘Ho deciso così e non cambierò idea,poi avrai tutto il tempo per rimetterti in sesto.’
Lo vedo andarsene e chiudere la porta dietro di se,avrei voglia di chiamarlo,anche d’insultarlo,ma so che non servirebbe a nulla.
Cerco di sistemarmi al meglio,ma sento solo la pelle che mi brucia,per di più inizio ad avere un po’ di freddo e non posso coprirmi in alcun modo.

Così inizio a ricordare come sono finita così.
Mi torna in mente la prima volta che tradì mio marito quasi per gioco,spinta da un’amica che mi diceva che ero una vergine insoddisfatta.
Ricordai quando uscendo dalla casa del mio primo amante giurai a me stessa che quella dovesse essere solo una sbandata a cui non dare alcun seguito e invece fu solo l’inizio di una vita fatta di sesso fine a se stesso. Ricordai tutte le bugie che dissi ad Alfredo per giustificare le mie assenze,compresa la creazione di un presunto comitato di beneficenza che serviva solo a nascondere un’alcova nella quale un giro di signore per bene andava a sollazzarsi con ragazzi e ragazze disponibili.
Di fronte ad anni vissuti in quella maniera,l’ultimo mi sembrava il giusto castigo per la mia perdizione,anzi per certi aspetti era ancora insufficiente.
Dedicarmi unicamente ad Alfredo,soddisfare la sua sete di vendetta,la sua voglia d’umiliarmi ad ogni occasione,era il minimo che potessi fare.
E anche se aveva da poco finito di frustarmi in tutte le maniere e mi aveva presa con un’insana violenza non mi sentivo di condannarlo.
Poi la stanchezza prese il sopravvento,i miei ricordi si annebbiarono sempre di più e crollai in un sonno profondo.

Non mi accorsi che era arrivata la mattina,che lui mi aveva slegata e stava cercando di svegliarmi.
‘Svegliati XXX,ci sono novità.’
Mi aiutò a sistemarmi sul divano dopo avermi coperta con una vestaglia,anche se ancora assonnata ero curiosa di sapere cosa volessi dirmi.
‘Vedi ieri ho capito che la mia &egrave una battaglia persa,e quindi m’arrendo.’
Il silenzio che seguì mi mise ancora più in ansia e non potei non chiedergli cosa volesse fare.
‘Alfredo parlami,dimmi cos’hai in mente,non lasciarmi nel dubbio.’
Lui era serio,impassibile.
Restava in piedi davanti a me cercando le parole giuste,quelle che non danno adito a malintesi.
‘Da oggi sei libera,ti darò abbastanza denaro per non doverti preoccupare di come tirare avanti e un assegno mensile finch&egrave sarai in vita. Solo alla mia morte non avrai nulla in eredità,quella non la meriti,ma manterrai il tuo mantenimento. Ora ti lascio il tempo di prepararti,potrai andare nell’appartamento in Corso Mazzini,&egrave vuoto ma arredato con tutto ciò che serve.’
Rimasi di sasso.
Libera,finalmente libera.
Libera d’uscire,di girare in città,di rifarmi una vita come meglio credessi.
Libera ancor più di un anno fa.
Ma qualcosa non mi dava modo di poter essere felice.
Avevo sognato quel giorno a lungo,ma ora che era arrivato mi mancava qualcosa,era come se una nube oscurasse ancora il sole che volevo vedere.
Poi all’improvviso tutto mi fu chiaro e la nuvola si dissolse nel nulla.
‘No,non me ne andrò.’
Non lo dissi,ma lo quasi lo urlai in faccia ad Alfredo che non riuscì a muovere un muscolo tanto fu sorpreso.
Dopo un tempo assurdamente lungo lui riuscì ad aprire bocca.
‘Come non te ne vai,sei libera lo vuoi capire si o no ?’
‘Non voglio la libertà,voglio te.’
Mio marito era sempre più sgomento,penso che si fosse preparato a lungo quel momento ed ora non succedeva quello che aveva progettato.
‘XXX sei pazza o cosa.’
Mi buttai ai suoi piedi stringendoli a me.
‘Quello che ho capita &egrave che ti amo,ho sbagliato,ma ho pagato,ora voglio solo rimanere con te,anche come serva o schiava,ma non posso più vivere senza di te,ti amo Alfredo come non ti ho mai amato in vita mia,quindi non mi lasciare sola,non puoi non darmi una seconda possibilità,la merito e la desidero più della libertà che mi offri. Ieri ho visto due uomini e la mia mente ha ceduto,ma come poteva essere diversamente visto che &egrave un anno che sono segregata in casa. Solo stanotte ho capito quanto male ti ho fatto e la tua sete di vendicarti,ma ho anche capito che anche tu mi ami,anche quando mi frusti,tu mi ami e non puoi negarlo.’
Avevo mille cose da dire,ma lui mi prese per la testa e delicatamente mi fece alzare.
Vidi le lacrime scendere dai suoi occhi e per un attimo mi ricordai di non averlo mai visto piangere.
‘bentornata a casa mia Signora,ora lascia che ti curi e iniziamo la nostra nuova vita.’
Mi prese in braccio per portarmi in camera da letto dove mi riempì di cure prima di fare l’amore.
E fu bellissimo.

Leave a Reply