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Racconti di Dominazione

Domina e l’Amica

By 17 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Anche oggi, come tutti i pomeriggi nei quali Domina mi ordina di raggiungerLa nel Suo appartamento, sono giunto con un leggero anticipo ed una forte eccitazione…
Come al solito trovo la porta accostata, entro, richiudo bene ed inizio a “prepararmi” come Ella vuole che io sia e cio&egrave spogliato di ogni vestito ed agghindato solo di polsiere e cavigliere in pelle che Le renderanno più facile immobilizzarmi se Le venisse la voglia di farlo…

Mi accorgo, da qualche rumore, che Domina &egrave in bagno, io, comunque, non sono autorizzato a parlarLe, devo solo recarmi in camera per “cambiarmi” e così faccio…

O meglio, inizio a fare quando…
“Non spogliarti, servo, abbiamo visite!”

Strano, io credevo che Domina intendesse mantenere tutti all’oscuro di questa nostra relazione, inoltre, quando mi aveva chiamato al telefono, pareva intenzionata a “giocare” col Suo trastullo, mi aveva anche detto di aver in mente “qualcosa” di speciale, di “nuovo” e proprio per questo mi aveva ordinato di recarmi da Lei…
Che senso ha che io sia presentato a qualche altra persona…!?
Sono un poco deluso, mi aspettavo un pomeriggio emozionante e rischio di ritrovarmi al th&egrave delle cinque…

In silenzio ed obbedendo alla mia Padrona, mi reco in sala, permettendomi di sedere sul divano, così aspettandoLa…

Non &egrave ancora uscita dal bagno, la Padrona, che uno squillo alla porta mi fa trasalire…

“Vai ad aprire, servo!”

Continuo a non capire ma, ovviamente, obbedisco…

Apro il portoncino di accesso e mi si presenta agli occhi una donna piuttosto alta, piuttosto formosa, piuttosto in avanti con gli anni, a dire il vero, anche piuttosto antipatica in quanto al mio..”Buongiorno, signora, Domina arriverà subito, &egrave in bagno..” , risponde con un … “Non importa, fammi accomodare in sala!”

Le faccio strada pensando a quanto questa donna sia ineducata e, con mia sorpresa, così mi sento apostrofare…. “Portami qualcosa da bere e.. dimmi… come ti chiami?”

Un poco confuso le rispondo..”Mauro, signora…”

“Vai, Mauro, vai..”

Vorrei che Domina uscisse da quel bagno per togliermi da questo impiccio e dal mio imbarazzo ma..non posso permettermi certo di chiederLe qualcosa e, quindi, vado in cucina a preparare tre th&egrave freddi, di quelli che ho visto più volte in confezioni di cartone…

Rientro in sala e la “donna” (che non si &egrave neppure presentata…), guardando il mio cabaret, mi dice… “Perch&egrave tre!?”
“Siamo in tre, signora, ho preparato qualcosa anche per Domina…”

“Per me e Domina, posso capire ma..per te…. chi ti ha detto che potevi servirti!?”

Comincio a capire a che si riferiva la mia Padrona allorquando, al telefono, mi aveva accennato a “qualcosa di speciale”…. Divento rosso e penso a come devo comportarmi, visto che Domina non mi ha avvertito e quindi non ho alcuna istruzione sul comportamento da tenere…

“Perdoni, signora, riporto subito in cucina la mia bevanda…”
“E bravo il nostro servetto, vedo che cominci a capire, bravo…!”
“Vedi di muoverti, ho appena acceso la mia sigaretta e non mi va di usare il portacenere, voglio che sia tu a raccoglierla!”

Ora &egrave tutto chiaro, corro in cucina, poso il cabaret con il mio th&egrave e rientro porgendo il palmo della mia mano destra vicino alla sigaretta della Signora la quale non esita a servirsene…

In quel momento Domina entra nella sala…

“Vedo che avete già fatto conoscenza..”

“Sì, carissima, ci ha messo un poco il tuo schiavo a capire ma ora devo dire che &egrave abbastanza obbediente…”
“Vuoi vederlo, Maria!?”
“Sono venuta apposta, dai, fammelo vedere…”

“Comincia a toglierti il maglione e la camicia, schiavo!”

Mi alzo in piedi del tutto, ripongo la cenere nel portacenere ed inizio a spogliarmi, rosso paonazzo dalla vergogna di essere così esposto…
Ora ho il petto nudo…

“Scarpe e pantaloni, servo!”
“Getta tutto nell’angolo!”
“Ora le mutande ma…fallo lentamente, voglio offrire all mia amica un vero e proprio spogliarello…!”

Abbasso gli slip come arrotolandoli…

“Girati mentre lo fai, vogliamo vederti il sedere, vero, Maria!?”

“Sì, le gambe non sono male, il sedere come sarà!?”

Ora sono completamente nudo e sto girando le spalle alle mie Padrone….

“Ficcati le mutande in bocca, tanto non devi parlare”, &egrave la voce di Maria….

Poi Domina:
“Giuocaci, Maria, &egrave tuo, puoi fargli quello che vuoi, anche quella cosa che non hai mai fatto e di cui mi parli sempre… E’ tuo, prendilo!”

“Grazie, Domina, accetto con piacere..”

Pare molto decisa, l’amica della mia Padrona tanto che, non appena avutomi in concessione, così mi apostrofa…
“Mettiti come si mettono i cani, per me, non sei molto di più..!”
“Bene, ora comincia a sgaiattolare verso il bagno, sù, precedimi ed apri ogni porta al mio passaggio!”

Eseguo l’ordine il più celermente possibile, non vorrei che Domina, così desiderosa di ben figurare, si adirasse per una mia mancanza…

Ora siamo in bagno..
“Chiudi la porta, qui ed ora sei solo mio e non voglio neppure la tua Padrona ad osservarci, lei ti ha ceduto a me, non hai sentito?!”

Si spoglia, Padrona Maria, ed io mi incanto a vederLa..
Seppur “forte” di corporatura &egrave molto aggraziata nei movimenti e pare che il vizio alberghi tra quelle rotondità, per come si muove…
Come Domina, anche Maria pare “danzare” in ogni Sua espressione erotica, ben calata nella Sua parte e compiaciuta di quello che sta per mettere in atto…

“Non guardare, schiavo, ora e tutte le volte che sarai dinnanzi a me dovrai tenere lo sguardo a terra, i tuoi occhi potrai alzarli solo quando avrai qualche comando da eseguire che necessiti una tale situazione, altrimenti…starai a cuccia e, come un cane, avrai lo sguardo a terra, hai capito, servo!?”

“Certo, Padrona, ho ben capito” mi ritrovo a rispondere avendo già il capo basso…
“Bene, bene… Un’altra cosa….. non &egrave necessario che tu aggiunga altro ad un -Sì, Padrona- oppure ad un -No, Padrona-, non serve, non ti &egrave chiesto e non ti &egrave comandato.. A me dovrai solo rispondere -Sì, Padrona- o -No, Padrona-!!”

“Sì, Padrona”

Ho il capo basso ma riesco a capire molto bene che Padrona Maria si &egrave spogliata completamente ed ora mi sta guardando da dietro, come soppesandomi, o forse sta solo pensando a come “partire” col giuoco che ha in mente…

Non parla ma, con un piede, scosta le mie gambe..
Dapprima un poco, poi di più ed ancora di più sino a quando una mia ulteriore divaricazione diventa impossibile, nonostante tutti i miei, evidenti, sforzi…
Ora &egrave la Sua mano a frugare, con il solo ausilio delle unghie, l’interno del mio esposto sedere…
Le mie natiche vengono così dilatate dalle unghie di Padrona Maria che, di tanto in tanto, le posa anche sul mio pertugio più intimo, scostando anche di questo le delicate crespature….
Una forte ed inesorabile “delicatezza”, questo &egrave quanto mi comunicano le Sue mani e, soprattutto, le Sue unghie … Capisco anche da questi pochi primi gesti che Maria &egrave donna e Padrona, ben calata nella Sua parte e ben decisa ad andare sino in fondo nel Suo progetto, in quella “fantasia” di cui Lei e Domina hanno appena parlato in sala…

“Giuocaci, se vuoi, &egrave tuo, puoi fargli quello che vuoi, anche quella cosa che non hai mai fatto e di cui mi parli sempre… E’ tuo, prendilo!”

Queste erano state, poc’anzi, le parole di Domina all’amica…
Ma che potrà mai esser quella “cosa” che Padrona Maria non ha mai fatto e di cui parla sempre a Domina, così importante da far sì che la mia Padrona Vera abbia deciso di cedermi a padrona Maria affinch&egrave possa, finalmente, soddisfare questo inespresso desiderio!?

D’improvviso le unghie lasciano la mia pelle e piccoli colpi dei piedi di Maria mi comandano a prendere una postura supina..
Niente parole, forse &egrave proprio questo il Suo stile, niente parole, non servono, tant’&egrave che io La capisco bene e La obbedisco comunque… Od almeno, così mi pare che sia…

In silenzio Ella si cala sulla mia bocca avendo dinnanzi a S&egrave tutto il mio corpo…
La sento incollare il Suo inguine alle mia labbra e, involontariamente, con l’intenzione di obbedire ad un Suo silenzioso Ordine, apro la mia bocca per suggere quanto la Padrona mi ha parato innanzi…

“Fermati, schiavo!”

Sento, dal tono della Sua voce, che &egrave adirata, e non poco, per il mio, istintivo, muover di lingua…
Chiudo la bocca, immediatamente, mentre i miei capezzoli gridano tutto il dolore possibile, d’un colpo presi, stretti, arpionati da unghie cattive e taglienti che, lungi dall’abbandonare la presa, paiono forsennate nella punizione…

“Come ti sei permesso di leccarmi!!….Di aprire la tua bocca immonda e bagnata per sporcare il mio piacere!!…. E’ incredibile!!”

Mentre dice queste parole pare ancor più, se possibile, ammorsare i miei capezzoli come volesse strapparmeli… Li solleva allo spasimo per poi, subito, riprenderne il possesso, con foga, con rabbia..

Io non posso parlare, &egrave chiaro, non posso neppure cercare di discolparmi spiegandoLe che volevo solo obbedirLa, sarebbe peggio, quindi, taccio…

“Tu devi farmi eccitare, questo &egrave il tuo compito ora, devi farmi eccitare perch&egrave io raggiunga l’atmosfera adatta a quello che dobbiamo fare tra poco ma…. voglio che tu inizi ad eccitarmi solo con il tuo sospiro, con il soffio del tuo dolore, con gli aliti spasmodici che la tua sofferenza può esprimere… Questo voglio e non la tua volgare lingua!”

Silenzio e martirio dei miei capezzoli, per qualche minuto, mentre il mio respiro affannato porta i suoi echi caldi tra le cosce umide di Padrona Maria la quale, lo percepisco inequivocabilmente, &egrave molto, molto eccitata…
Lo &egrave, sicuramente, più che per i miei aliti alle Sue intimità, per la situazione di dominio che Ella sente di avere su di me, per quella rara ebbrezza che pochi hanno il previlegio di assaporare…

Sottoposto a questo gioco, il mio membro irrigidisce allo spasimo e questo non sfugge alla mia Signora…
La sento calarsi, lentamente, in quella direzione, eppoi, dopo una subitanea sensazione di calore, un morso quasi feroce al mio stelo eretto mi riporta alla realtà…
Non freno, non potrei, un verso rauco che si spegne sulla bagnata corolla della Padrona, così eccitandoLa ancor più, così convincendoLa a proseguire…
I Suoi denti, cattivi ed impietosi, mi fanno rimpiangere le Sue unghie ai capezzoli mentre mi sforzo di mutare le mie grida in guaiti sommessi e inevitabilmente profondi…

Ora Ella, scossa da tanta parossistica eccitazione, scatta in piedi, come avesse deciso che il “momento” era giunto e… si siede, oscenamente scosciata, sulla immacolata e vasta tazza di ceramica in stile deco’ che pare troneggiare in quel bagno…

Per un attimo pare ricomporsi dal Suo arrossamento e dallo stravolgimento di sensi che ha appena vissuto per poi…

“Mettiti in ginocchio qui, davanti a me, la tua faccia a sfiorare i miei peli, qui, subito!!”
“La faccia la voglio ritta e gli occhi ben aperti, voglio che tu mi veda bene, hai capito!?”
“Sì, mia Padrona..”
“Dimenticavo, la bocca….aperta, anzi, spalancata!”

Obbedisco, ovviamente, anche se un poco terrorizzato da quelli che potranno essere gli sviluppi della situazione… Non ho mai capito le pratiche “escatologiche” e, quando ne ho percepito un qualche sentore, l’ho fatto con disgusto oltre che con un calo di eccitazione da far crollare ogni “atmosfera”…
Anche stavolta provo la medesima impressione ma…insieme a questa, “sento” uno strano piacere, forse quello che si verifica ogni volta che si apre una porta nuova senza conoscere quello che ci si può trovar dietro…

Forse quello che mi sta accadendo &egrave dovuto al fatto che Padrona Maria mi ha portato ad un livello di eccitazione tale da farmi accettare anche una situazione come questa mentre altre volte questa comprensione della parte dominante, spesso tesa alla propria esclusiva soddisfazione, non c’&egrave stata, non so, siamo tanto complicati che non sempre &egrave possibile aver risposte… Di fatto, comunque, quello che io definisco “vizio felice” sta prendendo il sopravvento sulla razionalità e sul ragionamento rendendomi così incosciente, “idiota” ed, appunto, felice…

Non posso vederLa in volto, l’ordine &egrave quello di guardare “altrove” ma…La immagino godere di quello che sta accadendo, altrimenti &egrave mio parere che non avrebbe trovato la forza per iniziare…
Mi confermo in questa idea allorquando Padrona Maria scivola un poco in avanti, posa la Sua schiena sul rivestimento a mosaico della parete dietro l’immacolata tazza, quasi sdraiandosi, e pone le Sue gambe sulla mia schiena…
Ora il Suo inguine, la Sua schiumante fessura e la Sua rosetta anale sono completamente esposti in erotico allineamento…

Qualche momento di innaturale silenzio ed un fiotto bollente lambisce le mie labbra ed i miei denti, ruscella e dilava in ogni dove, sul mio volto qualche goccia, sul mio collo e sui miei capelli, sul mio petto…

Senza rendermene conto, con moto naturale, deglutisco una, due, tre volte…

“Bravo, schiavo, bravo…”
“Stai addirittura bevendomi.. Pensavo di non ordinartelo ora, pensavo di obbligarti a questo la prossima seduta, così, tanto per abituarti piano piano ma….bravo, continua..”

Dolce ed aspro, come deve essere il gusto del vizio, così mi &egrave parso il sapore del Suo primo nettare…

“Ancora, schiavo, ho ancora di che dissetarti, non hai idea di quanta acqua abbia bevuto prima di giungere qui…. Bevi, schiavo, d’ora innanzi non sprecherò la mia pioggia in un luogo qualunque ma, tutte le volte che potrò, verrò a trovare Domina e mi scaricherò nella tua bocca…”
“Ringraziami per questo!!”

“Grazie, Padrona..”

Mentre esprimo la mia gratitudine un altro ruscello caldo invade il mio spalancato orifizio orale e mi sorprendo a pensare di quale diabolica abilità sia dotata Padrona Maria per riuscire a “dosare” e controllare in tal modo, quasi a comando, il Suo esprimer di liquidi….

Mentre penso ciò, Padrona Maria, inaspettatamente..
“Vieni, Domina, vieni a vedere, subito!!”

Evidentemente Domina era dietro la porta visto che, non appena chiamata, abbassa la maniglia ed entra…

Ha, evidentemente, un fallo allacciato alla vita col quale, senza tanti preamboli, dopo averlo posato un attimo tra i miei glutei per “indirizzarlo”, mi possiede decisamente e violentemente, schiacciando, ad ogni affondo, il mio volto tutto verso l’inguine immenso e rudagioso dell’amica… A Sua volta Padrona Maria mi prende la nuca e costringe la mia bocca, sempre attentamente spalancata, ad ingurgitare le inesauribili stille del Suo liquore…

Io, tra queste due Meduse, tra umori ed afrori inebrianti, immerso in una atmosfera di perversione densa e palpabile, tra dolore e piacere, emozione e paura, vivo un momento di altissimo erotismo…

D’un tratto, ormai sono abituato a questi “scatti”, Padrona Maria pare accasciarsi, soddisfatta ed esausta per la tensione mentre Domina, in sincronia con la complice, mi sfila, di colpo, il tribolo anale e, servendosi dei capelli alla mia nuca come fossero redini, dirige la mia bocca alla necessaria pulizia di quel nero fallo…

“Ora ci facciamo lavare dallo schiavo, Maria, poi io e te giocheremo davanti a lui, ho voglia di sentire la sua lingua sui miei piedi mentre noi ci godiamo a vicenda, che ne dici..!?”

Non ha neppure, Domina, terminato queste parole che, con fare dolce e lento, si avvicina a Maria e con la punta della lingua, estroflessa al massimo e quasi appuntita, raccoglie una gonfia goccia d’oro rimasta impigliata, quasi appesa, ai rami scuri di quel bosco di piacere…

Maria, quasi trasognata per quel gesto e per il languore precedente…
“Certo, Domina, in qualche modo questo cagnetto ci farà comodo, portiamolo pure con noi…”

“Prepara la vasca, servo, fa in modo che l’acqua sia tiepida e che i sali siano giusti, muoviti!”…dice Domina mentre aiuta Maria, un poco stordita e quasi barcollante per il piacere, a rialzarsi da quella inusuale seduta…

“Fammi sentire….” dice Domina frugando a mano aperta l’inguine dell’amica…
“Credo sia la prima volta che un uomo ti rende tanto fradicia di piacere… E pensare che non l’hai neanche preso..l’hai solo comandato..”

“E ti pare poco!? Tu sai meglio di me quanto forte può essere il gusto della dominazione e, anche se non ne avevo avuto esperienza prima d’oggi, a furia di sentirtene parlare la mia voglia era montata alle stelle… Credo anche di essermela cavata bene, che ne dici!?”

“Per quello che ho visto e sentito, credo proprio di sì…Maria…Maria…Maria…ora, lascialo stare il nostro servetto, pensa un poco a me, apriti, ho voglia di toccarti e di essere toccata, mi hanno fatto eccitare tutti i vostri rumori mentre ero fuori dalla porta ed anche un poco ingelosire… Sai, penso che quando te ne andrai punirò il mio schiavo per la sua troppa zelanteria nel servirti, lo sculaccierò e forse lo frusterò in modo che si debba ben ricordare che io, prima di ogni altra, sono la Sua Padrona….”

“E che doveva fare, non ti ha forse obbedito!?”

“Sì, troppo, sino a renderti sguaiata, stordita dal piacere, a volte non sei così stravolta neppure con me..”

“Non &egrave vero, Domina, solo &egrave che oggi era una giornata particolare, una assoluta novità, ne converrai, credo..”

“E’ lo stesso, lo punirò lo stesso, io posso farne ciò che voglio, mica devo rendergli spiegazioni, se mi va di frustarlo lo faccio e basta… Visto quello che &egrave accaduto oggi credo che, punendolo, starò meglio, mi sentirò più sollevata, quindi…”

“Beh, fai tu, sei tu la sua padrona ma…dimmi…ti dispiacerebbe se io assistessi!?”
“Sai, non ho mai visto una scena simile e…. tu capisci, vero!?”

“Se vuoi, rimani pure ma…sarò io, io sola a poterlo fare, d’accordo!?”

“D’accordo..”

Ovviamente io ascoltavo tutto e, con la voce un poco rotta dall’eccitazione del momento e dalla paura per quanto sarebbe accaduto “dopo”…
“E’ pronta l’acqua, mia Padrona..”

Sono entrate insieme in quella gigantesca vasca tipo Jacuzzi, io Le ho insaponate, risciacquate e nettate con una spugna naturale per poi, una volta uscite dal lavacro, asciugate accuratamente…

“Noi andiamo..-dice Domina-.. tu lavati nella nostra acqua e quando avrai finito, raggiungici in camera da letto!”
“Sbrigati!” aggiunge Padrona Maria…

Prendo un poco di tempo, vuoi per riordinare le idee riguardo il mio atteggiamento nei confronti di Padrona Maria (a questo punto non so più come devo comportarmi, credo che la cosa migliore da fare sia obbedire a Maria in modo freddo e distaccato cercando di non manifestare la mia eccitazione o il mio, eventuale godimento, sì, credo proprio che farò così..), sia per riposarmi un poco dalle fatiche, fisiche e psicologiche, cui mi ha sottoposto l’inaspettata ospite.

Ora ho finito, vado sin innanzi la porta della camera dalla quale escono inequivocabili rumori, mi metto carponi ed entro, scostando la porta con il capo e…richiudendola con il capo…
Mi reco dalla parte di Domina e…mi accuccio, testa e occhi al basso…

Stanno leccandosi a vicenda, in un groviglio di profumi ed umori, di pelle e di fresco ed erotico sudore…
Il tempo dei preamboli, lungo come la mia assenza prolungata, &egrave finito ed ora Le vedo immerse in un godimento forte, libero da freni, solo apparentemente sguaiato e “gridato”… Il vero piacere, prima o poi, ha questo animalesco aspetto…

Paiono non accorgersi del mio arrivo, in fondo io non sono che un complemento al loro rapporto, un diversivo, un trastullo, una sorta di coadiuvante erotico, perch&egrave dovrebbero interessarsi a me in ogni momento!?

Domina &egrave sopra Maria, alza la chioma dal Suo erotico pasto, ha una espressione “sconvolta”, sì, piacevolmente sconvolta, mi degna di un’occhiata rapida e…
“Vai a leccarmi il sedere, sai come fare, muoviti!!”

So come fare, ogni volta che la mia Padrona decide di godere masturbandosi davanti a me, mi ordina la stessa cosa… So come fare, o meglio, so come preferisce che io esegua il Suo comando…

Con delicatezza le mie mani aprono i Suoi glutei e li tengono il più possibile distanti, senza mai farLe male, inizio così a nettarLa all’esterno del Suo bruno fiore, la inumidisco per poi, facendo dura e ruvida la mia lingua, asportare la saliva appena posata.. faccio questo lungo una zona piuttosto vasta, a Domina piace sentirsi pulita bene… Poi raggiungo l’increspato e stretto pertugio ed inizio a titillarlo, a leccarlo, a succhiarlo, a picchiettarlo, alternando morbidezza e durezza di lingua e facendo ben sentire alla mia Padrona tale differenza di strumento…
Ora Lei non può parlare ma in altri e più solitari momenti &egrave Ella stessa a comandare ogni momento di questa laboriosa “fatica”…. “Lecca….succhia….sorbisci…più morbido…bagna…lingua dura….tutt’attorno…entra… ora entra…entra…”
Questo, alla fine, &egrave il risultato cui giunge sempre, la mia lingua dentro il Suo prezioso e sensibile forellino anale…

Sto eseguendo il mio classico repertorio quando mi avvedo che Maria, il cui volto &egrave, ovviamente, a pochi centimetri dal mio, pur continuando (e con foga..) a donar piacere all’amica, tiene gli occhi fissi verso i miei, con l’intenzione, voluta e chiara, di incrociarli il più spesso possibile…
Che vorrà!?
Che messaggio vorrà significarmi con quelle occhiate!?

Ora anch’io la guardo, si stabilisce una sorta di comunicazione pur in quella, per lo meno singolare, situazione…
Maria mi fa un cenno, quasi impercettibile, col capo, uno spostamento di capo in sincronia con un analogo spostamento degli occhi e pare dirmi….”Vieni, vieni con me, non appena puoi…Vieni…”

Posso tradire Domina!?
Sì, posso, in definitiva ogni situazione &egrave diversa dall’altra, ognuna vive nella sua dimensione e nessuna disturba o limita l’altra …

Sì, posso ma…come farò a contattare Maria, non so nulla di Lei n&egrave Domina me n’aveva parlato prima di oggi, &egrave una donna molto riservata ed attenta alla Sua privatezza, giustamente, peraltro…
Come farò!?

Domina sta giungendo all’apice del godimento ed ha deciso di fare l’ultimo passo, ne sento gli ansiti profondi ed il gonfiare del piacere…
Ne sento la voce….”Entra, schiavo, entra!!”

Domina &egrave scoppiata, in preda a tremori convulsi ed a gemiti rauchi e profondi, &egrave “scoppiata” e si accascia sul ventre di Maria, distendendo le Sue braccia lungo le gambe dell’amica…. Con le mani le stringe il collo dei piedi e così, a questo calore femmineo, accompagna l’affievolirsi del Suo piacere… Il Suo volto affondato tra la cosce amorose di Maria che paiono stringerlo e confortarlo…

Maria non ha ancora goduto, pur essendo vistosamente eccitata…
Ora ha il volto ed i seni scoperti, liberi dal possesso di Domina, e le mani sui glutei e sulla schiena dell’amica, le mani a carezzar, senza sosta, quella pelle che ha appena fatto fibrillare e scomporre..

Tutto &egrave lento e naturale, tutto &egrave silenzio carico d’eros, tutto &egrave placato.

In questa “strana” atmosfera, gli occhi di Maria continuano a fissare i miei sino a quando la sua bocca si apre e la sua lingua esce, si arriccia e rientra, esce, si arriccia e rientra…
Non so se &egrave un ordine, so che anche la mia bocca si accosta alla sua ed il nostro bacio, così ricco dei mille umori raccolti, ha il senso del “vizio felice” ed appagato…
Un bacio rubato, da ambedue, all’amica ed alla Padrona, un bacio con il piacere ed il timore sottile che possa esser visto o sentito…

Ora si scuote, Domina, e si “scolla” dal suo morbido appoggio per sdraiarsi, occhi ancora un poco socchiusi e sognanti, supina al fianco dell’amica la quale non tarda a spostarsi sino a posizionarsi testa a testa con Domina…
Pare un rituale in cui tutti sanno quello che accadrà di momento in momento e, così, Domina e Maria, si baciano… la prima pare più “tranquilla”, Maria un poco scomposta, tanto da non frenare il suo muover di bacino…
“Ho voglia di venire, Domina, ma non voglio staccarmi da te, ora …. Ordina allo schiavo di leccarmi e dammi la tua bocca, ti prego…”

Io sono ai piedi del letto, in ginocchio ed a capo chino quando…
“Hai sentito, servo!? Obbedisci!!”

“Fallo cominciare dai piedi, Domina, dai piedi…”

“Comincia dai piedi, lecca le dita di Maria una per una e le piante ed il collo del piede, lecca tutto….!”

Un poco paffuti ma aggraziati, profumati e dolci, sono i piedi di Maria ….
Non ,mi limito a leccarli ma anche li carezzo, intendo dimostrarLe tutta la mia devozione affinch&egrave Ella si ricordi del messaggio che mi ha poco prima inviato e perch&egrave il bacio che ci siamo appena scambiati non sia fine a se stesso…
Avvolgo ogni dito con la mia lingua, ripulisco ogni anfratto tra un dito e l’altro, le faccio sentire la mia lingua “dura” solcare ogni centimetro delle sue piante per asportarne qualche granello di polvere raccolto nel percorso tra il bagno e la camera da letto… Netto e succhio, ripulisco e deglutisco, proprio come vuole Domina quando mi ordina di ripulirLe i piedi dopo una passeggiata coi sandali… In questi casi la Sua eccitazione monta quando mi vede deglutire il mio raccolto sulla sua pelle impolverata….

“Risali, adesso, subito, ho voglia di venire!!” Stavolta &egrave la voce di Padrona Maria…

E non mi faccio pregare, affondo la bocca ed i denti su quell’inguine rorido ed aperto…
E’ tanto inzuppato che ritengo giusto asciugarlo per cui, prima di tutto, faccio penetrare la mia lingua a raccogliere quei densi umori, non senza far sentire alle mie Padrone il rumore del mio inghiottire…

Poi, mi dedico con perseveranza e dolcezza al duro pistillo che circuisco con amore e non abbandono più fino a quando non sento la “chatte” di Maria contrarsi a più riprese…
Forse perch&egrave soffocati dalla bocca di Domina, i versi di Maria paiono più composti, più modesti e così anche i suoi movimenti al momento del piacere….

Ora, appagate e distese, lasciano spazio solo a qualche carezza leggera mentre io mi ritiro sul pavimento vicino al lato di Domina…

Sta venendo tardi, tra meno di un’ora io dovrò andarmene, comincio a pensare che la mia Padrona abbia dimenticato il proposito di punirmi quando Maria, sollevando il busto sui fianchi…
“Domina, non avevi detto che l’avresti frustato!?”

“Sì, l’avevo detto ma…me n’&egrave un poco passata la voglia, sto così bene, qui, eppoi non c’&egrave più tanto tempo, alle sette devo lasciarlo libero…”

“Ascolta, Domina, il tempo, se vuoi, c’&egrave, sono le sei ed un quarto ed a me farebbe piacere vederlo, dai, tira fuori la frusta…”

“Va bene, Maria ma…c’&egrave un altro problema, &egrave estate e il mio servo dovrà andare al mare, non possiamo segnarlo … non sarebbe giusto, ci sono dei limiti a tutto…”

“Facciamo una cosa, Domina, se io ti prometto che lo potremo frustare e far gridare un poco senza segnarlo minimamente, tu prometti che sarò io ad impugnare la frusta!?”

“Non so come farai ma…va bene, &egrave tuo ancora…”

“Dammi il frustino, quello rigido da cavallerizza, quello che mi hai fatto vedere l’ultima volta, quello andrà bene..”

Domina si alza, prende dall’armadio una capace valigia in cui ha nascosto i Suoi attrezzi, ne estrae quello desiderato e lo consegna all’amica con…
“Sono proprio curiosa….E tu, schiavo, in piedi, faccia contro la porta, braccia alzate e gambe divaricate!!”

“No, Domina, non lo voglio così, per quello che ho in mente io deve stare inginocchiato a terra…
“Hai capito, schiavo, a terra, in ginocchio!” Ormai Padrona Maria ha preso il controllo della situazione e così continua:
“Bene, ora apriti bene le natiche con le mani, avrai la prima dose di frustate, poi ti farò cambiare di posizione e potrai avere la seconda parte, sei contento!?”

“Sì, Padrona”

Il primo colpo arriva proprio sul mio sfintere, già provato dalla penetrazione di Domina in bagno e quindi sensibilissimo, non riesco a trattenere un grido…

“Ogni volta che griderai troppo vistosamente, sappilo, riceverai una frustata ancor più pesante di quella per cui avrai gridato, regolati di conseguenza, servo!”

“Domina, quanti colpi posso regalare a questo nostro schiavetto!?”
“Tutti quelli che non si vedranno, Maria…”
“E tu pensi che qualcuno potrà mai veder segni di frusta qui!?”
“Hai ragione, Maria, dagliene fin che vuoi, &egrave tuo, no!?”

“Come &egrave vero che mi chiamo Rossi gliene darò quanti sono i numeri romani del Papa che ha dato il nome al viale in cui abito…”

Ora capisco il perch&egrave della sua insistenza a voler frustarmi, in qualche modo sarebbe riuscita a comunicarmi il mezzo per ritrovarLa… Rossi, via Giovanni XXIII…
Eh, sì, perch&egrave ventitr&egrave sono stati i colpi che Padrona Maria ha inferto al mio sedere divaricato…

Per completare la seduta, forse per non ingenerare sospetti ma secondo me anche per esser certa che il Suo messaggio fosse chiaro, Padrona Maria ha poi preteso di regalarmi altri ventitr&egrave colpi sotto le piante dei piedi e, per dare il massimo verismo alla scena, non ha lesinato in forza e violenza tanto che, per vari giorni, la mia camminata ha cambiato di stile, apparendo più incerta e precaria…

Maria Rossi, via Papa Giovanni XXIII, un indirizzo “sofferto”….

Nei giorni successivi a quello del mio esser stato prestato da Domina all’amica Maria, non ho potuto fare a meno di pensare a quella mia nuova Padrona. Da come si era svolto l’incontro e dai discorsi tra le due amiche era chiaro che Maria doveva aver avuto, quel giorno, la sua prima esperienza di dominazione.

Eppure Maria si era comportata come una Padrona esperta, come se nella sua vita erotica non avesse respirato altra aria che quella della Dominazione, di certo, mi son detto, sviluppando questa sua inclinazione Maria avrebbe potuto rivelarsi la più eccitante delle Mistress!

Un altro fatto appariva chiaro: Ella non era ‘bella’, e neppure poteva definirsi ‘un tipo’, le sue forme un poco abbondanti ed il suo aspetto del tutto anonimo inducevano a pensare che nessun maschio incontrato per la strada avrebbe per quella figura femminile girato il capo..

Eppure il suo piglio deciso, i suoi ordini giustamente cadenzati, le sue maliziose ed intelligenti voglie mi avevano conquistato, se Maria non poteva certo definirsi fisicamente interessante, come Padrona era una stella!!

E così mi ritrovai a gironzolare lungo la strada che lei furbescamente mi aveva indicato.. Via Giovanni XXIII” Una via di quelle vicino al centro ma non invase dal disturbo di troppe auto e decorata, in ambedue i lati, da una serie di odorosi tigli con almeno mezzo secolo di vita..

Una via..accogliente.

Al n’ 23, una palazzina primi novecento, in perfetto stile Liberty, di piccole dimensioni e graziosissima per i suoi decori tra cui spiccavano diverse finestre a bifora, pareva immersa in una specie di bosco, tanta era la vegetazione a ridosso di quelle mura.

Una casa che pareva sortita da una fiaba, mi son detto..

Col cuore in tumulto mi avvicino alla vecchia ma lucidissima pulsantiera in ottone situata di fianco al cancelletto d’entrata.. ‘Rossi Erminia’ e ‘Rossi Maria’ recitavano le scritte al fianco dei due dorati pulsanti..

Due donne, nessun nome maschile, che strano..

Mi faccio forza e suono il campanello di Rossi Maria.

Dopo qualche secondo mi risponde una voce femminile, ma non &egrave quella della Maria che io conosco, &egrave la voce di una donna anziana, all’apparenza rauca e stanca..

‘Chi &egrave’?

Stupido che sono, la fretta e la eccitazione mi hanno fatto dimenticare che io non sono conosciuto in quella casa, neppure da quella Maria che pure mi ha usato ed abusato tanti intimamente.. Dovevo stabilire come presentarmi e non l’ho fatto. Ed ora, che rispondo alla voce che esce da questo gracchiante citofono?

‘Chi &egrave’!?

‘Sono un collega di Maria’ dico, senza capire da dove e come mi sia provenuta questa scusa..

Silenzio per qualche lunghissimo secondo, il citofono &egrave ancora aperto, ne sento l’elettrico fruscio di fondo, poi la stessa vecchia voce che dice..’Maria, c’&egrave un professore che ti vuole, vieni qui’!!

Una professoressa.. Maria &egrave una professoressa, certo, magari di lingue!!

Che battuta del cavolo, così volgare poi, mi viene alla mente proprio in un momento d’imbarazzo!

Il cancelletto non si apre, evidentemente colei che dev’essere la madre di Maria non si fida di un perfetto sconosciuto ed aspetta che sia la figlia a decidere.

‘Entra, ti ho riconosciuto, entra, non temere, sono alla finestra, mi vedi?!’

Alzo gli occhi (e penso che &egrave la prima volta che posso farlo con lei) e vedo quel volto incorniciato dal marmo bianco che fa da contorno alla finestra, volto che in questa situazione mi pare quasi celestiale, come fosse proveniente di un altro mondo.

Stavo per risponderle ‘Sì, Padrona’, ma per fortuna riesco a frenarmi da questo istintivo moto, ci mancherebbe che ‘la vecchia’ mi sentisse!!

Entro, mentre Maria scompare per poi riapparire nella cornice del portoncino.

‘Entra, che piacere averti qui, una bella sorpresa, bravo!’

Non ho il tempo per risponderle, per ringraziarla almeno, che lei mi apostrofa subito con un ‘Seguimi!’ secco e deciso, come fosse già entrata nella sua parte dominante.

Saliamo le scale, io scodinzolante dietro lei, e giungiamo in un bel saloncino, ben arredato, mille tappeti a terra e mille ninnoli su di ogni mobile o consolle, una specie di tiepida bomboniera..

E lì c’&egrave anche ‘la vecchia’, evidentemente la madre di Maria.

‘E’ il professor Franchi, mamma, te ne ho parlato tante volte, ricordi?’

‘Ah, sì, ho capito, quello di latino..’

‘Sì, proprio lui..’

‘Ascolta, mamma, noi dobbiamo fare una relazione urgentissima per il Preside, andiamo in mansarda al computer, vai tu a far la spesa per favore, io proprio non ce la faccio’

‘Vado, in casa non c’&egrave niente..’

‘Grazie, ciao mamma, noi saliamo, ciao’

Un cenno, un comando chiarissimo per me che so decifrarlo, e continuo a scodinzolarle dietro sino a questa mansarda, un ambiente piccolissimo e foderato di legno alle pareti.. Un divano, altri mille tappeti a terra insieme a qualche cuscino, un tavolino con il computer..

Il rumore del portoncino, piccolo ma pesante, ci avverte dell’uscita della ‘vecchia’..

‘Abbiamo un’ora esatta, spogliati del tutto e getta in quell’angolo i tuoi straccetti!’

Se prima ero eccitato, ora, al sentire questi Suoi comandi, mi sento stravolgere di piacere, obbedisco fulmineamente.

Anche Maria si spoglia, del tutto e quasi con frenesia.. Poi si siede al centro del divano, a gambe larghe, le sue mani incrociate e strette dietro la nuca, il capo rilasciato all’indietro, occhi chiusi, certamente sognanti..

Una Oscena Dea, viziosissima e desiderabilissima proprio per questo.

‘Sapessi che voglia d’avere uno schiavo mio, con quel computer ho fatto mille viaggi con altri schiavi, ma tutti virtuali, proprio non ne potevo più di queste masturbazioni! Vieni qui, mio servo, inginocchiati tra le mie cosce e LECCAMI!!! SUCCHIAMI!!! FAMMI GODERE!!!!! CORRI PORCO!!!!!!!’

Ora sta gridando, invasata sta liberando la Sua libidine, certamente repressa da lustri in quelle mura affascinanti ma prive di maschie virtù.

La mia bocca incontra la Sua figa, fradicia all’inverosimile, anzi schiumante, e Maria a quel contatto ha un ulteriore sussulto.. Con uno scatto da posseduta del demonio le sue mani schiacciano il mio volto verso quel lago infinito, mi soffocano, mi dicono quanto Lei mi sia Padrona, ed io godo forse altrettanto pazzamente, forsennatamente..

Viene subito, Maria, ed almeno viene altre due, tre volte nell’arco dei dieci minuti successivi, in una tensione che riesce a trasmettere anche a me, sino a quando, sudata di piacere, soddisfatta nelle sue fibre, si accascia ed apre gli occhi, occhi che, per tutta la durata del mio operare di lingua, denti e bocca, erano rimasti serrati, quasi a stringere quel Suo godimento folle.

‘Ahhh che bello sapere che ogni volta che ti vorrò tra le mie gambe tu correrai con la lingua di fuori’ che bello!!’ Pare una bimba, ora, contenta del suo nuovo giochino..

Ma dura poco questo Suo ‘infantilismo’, la Sua voce, ora che Maria si &egrave un poco ripresa, si fa di nuovo imperiosa, anche se non grida più come prima, ma, anzi, pare sussurrare, maliziosamente quanto lucidamente..

‘Ora proviamo il tuo cazzo, vediamo se &egrave meglio dei mio vibratore!’

Il mio membro &egrave duro, &egrave in questa condizione da quando Lei mi ha ordinato di seguirLa, non servono altre sollecitazioni perché la Padrona se ne possa servire, però’

‘Sdraiati a terra, schiena a terra, mio schiavo!’

‘Braccia indietro e gambe chiuse, muoviti!’

Obbedisco rapidamente mentre Lei si alza e si posiziona, in piedi ed a gambe larghe, sopra di me, più o meno all’altezza delle mie ginocchia..

Chiudi gli occhi, schiavetto, ed apri la bocca.. Fuori la lingua!’

Ovviamente obbedisco ai Suoi comandi e.. rimango così per un tempo infinito, sicuramente per qualche minuto, in silenzio, cercando di capire quali possano essere le Sue intenzioni, a che gioco Ella intende sottopormi..

Sino a quando, penetrando il mio buio, uno strano calore raggiunge le mie cosce strette, il mio cazzo eretto e sensibile, il mio petto..

Poi La sento avanzare, i suoi piedi strusciano i miei fianchi, uno per parte..

Qualche altro interminabile eccitante minuto e qualche bollente goccia bagna le mie labbra, entra nella mia bocca, si fa scroscio lussurioso..

E bevo, con avidità, quanto Ella, la mia Padrona, mi sta donando, nulla c’&egrave di più intimo di questo dare e prendere, possedere ed essere posseduto..

Non apro gli occhi, Lady Maria non ma ne ha dato il permesso, mi godo il Suo vizio infinito ed ancora tutto da scoprire, un mondo inesplorato e di certo di emozioni ricchissimo.

‘Ahhhh’ Tutto potrò fare su di te, dentro di te, con te, bello, proprio bello..’

E mentre sussurra (a se stessa più che a me) queste parole, percepisco il Suo calarsi sul mio cazzo asperso da quel liquido divino, il Suo prendere possesso di cosa che &egrave Sua, il Suo godermi, senza limiti.

””””””.Finito il tempo che la spesa della ‘vecchia’ ci aveva concesso, sono stato liquidato frettolosamente, La mia Padrona ha solo preteso da me un numero di telefono e mi ha detto di attendere Suoi messaggi””””” E di correre, quando avesse chiamato.

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