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Racconti di Dominazione

Eccitanti imbarazzi! (1°parte)

By 31 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccitanti imbarazzi!

Di Master E.
e-mail: master_master_40@yahoo.it

Muoverti tra la gente, mostrarti, nascondere ciò che provi’. In un eccitante imbarazzo.
Grazie a chi vorrà mandarmi commenti, giudizi o ‘ critiche

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Seduta rigidamente su quell’aereo, la mente in subbuglio, Lui accanto a te, e la mente torna al giorno prima, vola, ricorda.
Lo squillo del tuo cellulare sara, la Sua voce tranquilla, “buongiorno piccola mia, questo week end andremo a Parigi, io e te, passo a prenderti tra mezz’ora per qualche acquisto” ‘. Click
Il cuore impazzito, il fiato corto, gioia, felicità, due giorni voi, soli,
ansia e attesa per ciò che ti chiederà
certezza nel sapere che, ancora una volta saprai seguirlo..
un jeans, una maglietta, aspettandolo, e finalmente il citofono che urla, Lui davanti a te, sorridente, sali in auto, le Sue labbra sulle tue, i tuoi occhi luminosi, felici, mentre l’auto si avvia nel traffico.
Ora ti torna alla mente quella Sua ultima frase ‘ qualche acquisto’ che avrà voluto dire? Ma sai che &egrave inutile chiederselo, sai che nulla può essere banale e scontato con Lui.
Un parcheggio sotterraneo, scendete dall’auto risalendo in superficie, girovagando tra negozi, guardando vetrine.
Si ferma davanti ad una insegna, la guardi, arrossendo violentemente, uno sexy shop, trattieni il respiro, non vorrà ‘.
Ma sai bene che vorrà’.
Apre la porta, tenendola aperta e facendoti entrare, vuole che sia tu la prima ad entrare in quel negozio, il viso in fiamme, senza osare alzare lo sguardo, sentendoti osservata, giudicata forse, mentre Lui ti segue, silenzioso.
Giri lentamente lo sguardo agli scaffali, biancheria intima decisamente pacchiana, oggetti strani, falli spropositati, videocassette, DVD.
Senti crescere via via l’imbarazzo, e Lui, silenzioso, non si muove, non dice nulla.
Non sai che fare, immobile, finch&egrave senti una voce rivolgersi a te, sollevi lo sguardo, una donna non più giovanissima ti sta chiedendo in cosa può aiutarti, guardi Lui, chiedendo aiuto con gli occhi, il Suo sorriso gli illumina il volto, mentre risponde, “grazie, ma se non le spiace ci faremo servire dal suo collega”
Avvampi ancor più, perché? Perché non da una donna almeno?
Ma sai bene perché, vuole imbarazzarti ancor più, sapendo che quell’imbarazzo ti dà una perversa eccitazione.
Ti prende per mano dirigendosi verso il bancone in fondo al negozio, un uomo panciuto, lo sguardo laido, ti osserva sorridendo, le tue gambe cedono, fatichi a seguirlo, mentre il cuore batte forte nelle tempie.
Senti E. parlargli, in tono distaccato: “la signorina vorrebbe vedere qualcosa di particolare”
Stringi con forza la Sua mano, mentre il commesso chiede, mellifluo, “qualche capo di intimo? Qualcosa di un po’ particolare?”
Ti senti stringere lo stomaco dalla rabbia pensandoti con quei capi pacchiani addosso, ma ‘ il cuore pare fermarsi quando senti Lui rispondere “No, direi qualche oggettino, vero sara?” ora &egrave la Sua mano a stringer con forza la tua, invitandoti a rispondere, lasci sfuggire un “si” soffiato tra i denti, mentre il tuo viso brucia dall’imbarazzo, ma ‘.perversamente, il tuo sesso pulsa di desiderio ed eccitazione.
Il commesso, allinea sul bancone oggetti ridicoli, doppi falli, falli vibranti, stimolatori di ogni tipo; senti altra gente entrare nel negozio, guardarti davanti a quell’esposizione di merce, sei tentata di prendere il primo oggetto a caso pur di uscire subito da lì, ma la Sua voce rivolta al commesso ti blocca “no no, qualcosa di più raffinato, la signorina non ama queste cose, la signorina ha gusti più raffinati”
Senti lacrime di umiliazione bruciarti negli occhi, stronzo, sa bene cosa sta facendoti
Si sara, lo sa bene, come sa bene cosa risveglia in te tutto questo.
Altri oggetti allineati sullo scaffale, cerchi di evitare lo sguardo del commesso, ormai sai che Lui ha già deciso cosa dovrai acquistare, non puoi scegliere a caso, raddrizzi le spalle, ti dimostrerai degna di Lui, osservi con attenzione ora quegli oggetti, e ‘.
‘ Le palline, le palline cinesi, lisce, in avorio, trattenute da una sottile cordicella; ne avete parlato a volte, scherzato, ‘ ora hai capito, ora sai.
Con gesto deciso le afferri, le osservi con attenzione, sollevi lo sguardo verso Lui, incontrando il Suo, leggendoci approvazione
La tua voce più ferma ora “prendo queste grazie”
Il commesso sorride, dicendo frasi banali, ma quasi puoi leggere nella sua mente, vedere i suoi pensieri perversi mentre cerca un sacchetto per incartare la tua scelta.
Ma non basta ancora, ancora la voce di E., “‘ non importa, lasci pure ‘ inutile incartarle ‘ tanto ‘..”
Una frase quasi banale, quasi innocente, ma che lascia sottintesi molto chiari; abbassi il capo, faticando a respirare, infilando quelle palline nella borsetta, seguendolo verso l’uscita.
In silenzio Lo segui, altri negozi, altre vetrine, una boutique d’abbigliamento, ti invita ad entrare;
la commessa premurosa si avvicina, lui chiede dei capi per te, top, camicette, gonne corte e leggere, scegli con calma davanti a quel tripudio di tessuti e colori, osservando le Sue reazioni, cercando ciò che Lui vuole tu scelga.
Due camicette, una gonna colorata, primaverile, un’altra un po’ più lunga, con uno spacco generoso, Lo guardi, sorride, “si, molto carine sara, provale”
Ti segue al camerino, mentre la commessa premurosa porta i capi da provare, entri chiudendo la porta, ma’. Lui la socchiude ancora “provali sara ‘. Prova TUTTO”
Un tuffo al cuore, ora sai’
Sfili il top, lo specchio ti rimanda immagini del tuo seno, dei tuoi capezzoli già turgidi al pensiero di ciò che ti ha chiesto, lotti con il jeans aderente, sfilandolo, in piedi, davanti a quello specchio ‘ ora ti osservi, lentamente prendi dalla borsetta quelle palline, le osservi lentamente, la tua lingua le sfiora, la tua mano scende sul tuo sesso, scoprendolo già umido, abbassano il perizoma, le dita lo schiudono, lo accarezzano ‘ un attimo di esitazione, ma solo un attimo, poi lentamente la prima pallina entra in te, la senti aprirti, scivolare sulla tua voglia, inghiottita dal tuo desiderio ormai bruciante, lentamente le tue dita la guidano, la spingono, la muovono, poi’. la seconda, con più frenesia ora, dettata dal piacere e dalla voglia, trattenendo un gemito, guardando i tuoi occhi accesi, il volto arrossato, il fiato corto;
muovi piano quella cordicella che sporge da te, sentendo il ventre accendersi ancor più, ti appoggi alla porta del camerino, le gambe aperte davanti allo specchio, il perizoma oscenamente abbassato sulle cosce, muovendo la tua mano, gesti abili, decisi e dolci, il ritmo sale, il respiro accelera ”’
“come va signorina?” la voce petulante della commessa ti ruba ai tuoi pensieri, vorresti risponderle che va bene, che va molto bene, vorresti gridarle di tacere, di non impicciarsi, vorresti urlare a Lui di aprire quella porta, di entrare, per mostrargli come stai seguendolo ‘
“tutto bene grazie, un attimo ed ho fatto” solo queste parole riesci a dire, strozzate in gola dalla voglia
Lui ora, la Sua voce “sara apri un attimo, ti passo anche quest’altra gonna”
Immagini il Suo sorriso, Lui sa
Lentamente apri la porta, restando nascosta alla commessa, mostrandoti a Lui attraverso lo specchio, le gambe aperte, il sesso umido di voglia, la peluria intrisa di te, e quella cordicella tra le dita ‘.. muovendola piano
Ti sorride, dolcemente “si sara, quello ti sta decisamente bene, tienilo e prova il resto'”
Il cuore che pulsa nelle tempie, lo sapevi, sapevi che era questo che volevi, rapidamente provi i capi che hai scelto, tieni una camicetta ‘ un attimo di esitazione, poi ‘.. decidi di tenere anche la gonnellina leggera, colorata, sai che &egrave ciò che Lui vuole, ed esci, sentendo in te ‘ perversamente, quelle palline colmarti, eccitarti, muoversi in te senza pudore.
Senti le gambe molli, piegarsi ad ogni passo, cedere a quelle sensazioni nuove.
Senti il Suo sguardo che non ti abbandona, mentre restituisci alla commessa i capi che hai deciso di non prendere, insieme al tuo jeans ed alla maglietta “se non le spiace signorina tengo indosso i capi nuovi, mi può mettere questi in un sacchetto?”
Quasi ti stupisci della calma nella tua voce, una calma che contrasta con il fuoco che ti brucia il ventre, con la voglia che inzuppa il tuo perizoma.
Uscite da quel negozio, in silenzio, tu al Suo fianco, Si dirige verso il parcheggio, senza una parola, senza guardarti; la Sua auto, il cicalio del telecomando che la apre, sale e ‘ richiude la portiera, guardandoti attraverso finestrino, un sorriso sul suo volto, quel sorriso che ben conosci, che temi e desideri.
“credo che ti facciano bene quattro passi a piedi sara, in fondo la metro &egrave così comoda, ti aspetto davanti a casa tua”
il rombo dell’auto che si allontana, lasciandoti li, quasi inebetita, senza sapere, senza capire.
No, non &egrave vero sara
Sai, capisci
Sai che vuole che tu ti muova tra la gente, provando imbarazzo e piacere per ciò che si muove in te, sentendoti spudoratamente eccitata e dovendo nasconderlo, per Lui.
Lentamente risali da quel parcheggio, ad ogni passo fitte roventi accendono il tuo ventre, impari a conoscerle, a prevenirle, ad attenderle, dosandole.
Senti i capezzoli che bucano la tua camicetta, oscenamente mostrandosi, mentre ti mescoli tra la folla della metro, mentre senti sguardi su te, su quel seno che si solleva civettuolo ed invitante, su quei capezzoli che mostrano la tua voglia impudica, sulle tue gambe nude che spuntano dalla gonna leggera, immaginando.
Accogli quelli sguardi, li sfidi quasi, mentre, seduta sullo scomodo seggiolino del metro, accavalli le gambe, stringendo i muscoli, per meglio “sentire”.
Mentre lentamente lasci ondeggiare il bacino su quel seggiolino, ad occhi chiusi ora, sapendolo li, davanti a te.
Il tuo corpo si muove appena donandogli la tua danza, inarchi il busto, reclinando il capo, la gola tesa, offerta a baci o strette, a collari o catene.
Ti pieghi piano in avanti, e di nuovo ti abbandoni contro la parete della vettura spingendo in avanti il ventre, schiudendo appena le gambe.
Apri gli occhi ora, un ragazzo davanti a te ti osserva, sa, capisce, non ne conosce la causa, ma sa.
Leggi le mille domande nella sua mente, il suo farsi coraggio cercando le parole per parlarti’per ‘. Chissà ‘
La tua fermata, scendi guardandolo con un sorriso ed ancheggiando spudoratamente. sadicamente scegli le scale e non la scala mobile, sussultando ad ogni gradino, quasi sentendo i tuoi umori colare, e finalmente Lui, la Sua auto ad attenderti, il suo sorriso fiero mentre ti apre la portiera, facendoti salire.
Hai il respiro corto, il corpo teso dal desiderio, appena velato di sudore, trattieni un brivido mentre la Sua mano accarezza la tua coscia, ti sfugge un gemito quando si insinua decisa tra le tue gambe, sfiorando il tuo perizoma fradicio, premendolo, muovendo sapientemente quella cordicella’..
“sei stata brava sara, si, sei stata brava e ‘. So che ti &egrave piaciuto, vero?”
soffochi un “si” tra i gemiti che le Sue dita ti strappano
il Suo sorriso, le Sue labbra che sfiorano le tue
Ti aspetto, tra mezz’ora abbiamo l’aereo.
Sali in fretta gettando in un borsonel e prime cose che ti capitano tra le mani, scendendo in fretta, accanto a Lui.
Ed ora, seduta rigidamente sulle poltrone di businness class dell’aereo, aspetti
Sai che ciò che &egrave stato &egrave solo l’inizio
e’ aspetti sara’

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