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Racconti CuckoldRacconti di DominazioneTrio

Fantasia No. 1

By 18 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando Marco arriva davanti al mio portone, vede una donna che citofona e poi entra. Gli tiene la porta aperta e lui entra dopo di lei e la segue visto che si dirige anche lei verso la mia scala. Porta un vestitino nero di maglina, che si muove con lei ma a tratti le si stringe contro mettendo in evidenza un bel culo rotondo e abbondante. “Non e’ messa male nemmeno di tette – riflette tra se e se – e con quei tacchi e le unghie e il rossetto di un rosso acceso ha proprio una bella aria da troia…deve essere una bella tipa”, continue a pensare salendo le scale con lei, senza smettere di fissarle il culo.

E’ assorto in questi pensieri da vero porco e non si accorge che la tipa si sta dirigendo verso la mia porta, che si apre. Ci sono io sulla soglia, con la camicia da notte verde acqua, il rossetto viola e…collare e guinzaglio. Resto interdetta un attimo e dico: ” Giovanna, cosa ci fai qui? Marco…io…”. “Sono venuta per quello scialle, ricordi? Passavo dalle tue parti ed ho approfittato per fare un salto da te”, risponde pronta Giovanna e poi, voltandosi verso di lui, aggiunge: “Ho scelto un brutto momento?”, con un tono da vera sgualdrinella, che le viene così naturale.

Sentiamo tutti e tre il suono della chiavi che aprono dall’interno la porta del mio vicino di casa e io mi affretto a dirvi: “Entrate, su, andate in cucina che vi raggiungo subito e vi faccio un caffè”, mentre vi lascio la porta aperta e mi dirigo in camera per infilarmi qualcosa.

Sto armeggiando col collare quando sento Giovanna dire: “Allora questo sarebbe il famoso Marco. Piacere, Giovanna: ho sentito tanto tanto parlare di te”…ancora quel tono ammiccante. “Giovanna e’ proprio una vacca – penso – speriamo non esageri: forse ho sbagliato a fidarmi di lei e raccontargli tanti particolari del mio rapporto con Marco…”. Passa un minuto di silenzio ed ecco la voce di Marco, chiara e autoritaria che mi grida: “Non osare toglierti il collare, cagna…tanto la tua amica sa benissimo che troia sei…e sei in buona compagnia, ahahahah” – aggiunge chiaramente divertito. Sono paralizzata, non so cosa fare. Ancora mi ordina dalla cucina: “E non coprirti…anzi vieni a farci compagnia e arriva con le tettone di fuori”

Panico: un brivido di panico mi percorre, mentre già reagisco al suo ordine, risistemandomi il collare ed abbassando le spalline per scoprire le mie tettone. E’ solo un attimo: prima di uscire dalla camera, sono già tranquilla. Di più: sono soddisfatta perché come schiava sto prontamente ubbidendo ad un ordine del mio padrone…e sono così eccitata che ho paura di gocciolare mentre faccio i pochi passi che mi separano dalla cucia. “Sono proprio zoccola”, penso, e come sempre sorrido al pensiero.

Arrivo in cucina tenendo gli occhi bassi.’Marco si è’tolto i calzoni ed è’seduto, e Giovanna e’ seduta sopra di lui con il vestito chiaramente sollevato dietro. “Cazzo, ma sono enormi”, dice Giovanna, “Con i vestiti addosso si capisce che sono grandi ma così fanno impressione”…”Prova ad accarezzarle – le dice Marco’- sentirai che morbide e vellutate sono”, aggiunge. E lei allunga prontamente una mano, mentre uno strattone al guinzaglio da parte di Marco’mi fa avvicinare, portandole i miei seni proprio davanti alla bocca. Chiudo gli occhi e mugolo piano, ben consapevole del fatto che il piacere che provo non sia tanto legato alla lingua e alle mani di Giovanna che giocano con i miei capezzoli, quanto al fatto che’lui mi veda ricevere le sue attenzioni dopo che’proprio lui’le hai ordinato di farlo.

“Anche le tue tette sono di tutto riguardo”, le dice Marco’e nel frattempo le afferra i’seni da dietro, prima da sopra il vestito, poi infilando le mani dentro il suo reggiseno. La vedo muovere le anche strusciandosi sul suo pacco e urlare piano quando le strizza i capezzoli. La mia figa e’ in fiamme come se ci fossi io al suo posto.’Lo guardo negli occhi, con uno sguardo da troia persa che conosce bene, e ci vedo il fuoco dell’eccitazione per la situazione che si sta creando ed una profonda soddisfazione per come sto reagendo ad essa, rispondendo prontamente ai suoi comandi, da vera schiava assolutamente devota al suo padrone. Mi sorride e mi sembra di morire di piacere.

“Lucrezia, non fare la bella statuina, sono convinto che anche tu hai qualcosa che vuoi dire e fare a Giovanna”, mi dice con tono divertito, “e non farmelo ripetere”, aggiunge in tono più duro che immediatamente mi fa rispondere: “Certo, mio signore”. Sollevo lo sguardo e vedo gli slip di Giovanna sul pavimento: la troia ha la figa nuda appoggiata al suo pacco. Mi viene da sorridere pensando: “E’ proprio da lei non lasciare il minimo sotto inteso”. Poi avvicino la bocca al suo orecchio e le sussurro: “Hai sentito il mio padrone? Vuoi che ti scopiamo entrambi? Devi solo stare attenta a non morire di piacere…puttanella senza slip”.

Giovanna e’ già chiaramente pronta a fare tutto quello che vogliamo. Sorrido mentre la spoglio rivelando i suoi capezzoli già duri. La faccio appoggiare sul tavolo freddo strappandole un gemito, le apro le cosce e affondo il viso nella sua figa, già calda e bagnata. Lecco con metodo le grandi labbra e la piega dell’inguine, poi apro bene il suo fiore e mi ci tuffo con ingordigia. E’ tanto che non assaporo una donna e devo dire che la figa di Giovanna mi piace molto: rasata sotto, ma con un po’ di pelo sul monte di Venere…e’ caldissima…e’ dolce…la mia lingua entra dentro per poi dedicarsi al suo clito. Ora i gemiti e gli incitamenti di Giovanna sono più espliciti, mi chiede di non smettere, di andare più forte, si lamenta piano quando le mordo il clito e guaisce come una vera cagna mentre glielo succhio…mi viene in bocca e la continuo a leccare, piano piano.

Mi accorgo che mentre mi dedico alla figa rosa e succosa di Giovanna non posso non pensare che’Marco è li’ a guardarmi…che’si sta gustando la scena. L’ho sentito mentre’si liberava dei vestiti ed ora è dietro di me, in piedi a dominare la scena. Si avvicina e da una leccata alla figa aperta e sbrodolante di Giovanna, poi mi prende il viso e mi volta verso di lui. Mi bacia ed io perdo il lume della ragione, vagamente consapevole solo del fatto che la mia bocca sia completamente impregnata del sapore di Giovanna. Mi prende una mano e me la porti sulla sua figa, guidandomi le dita dentro di lei. Comincio a masturbarla, con due e poi con tre dita, i suoi gemiti e lamenti non lasciando nessun dubbio su quanto le stia piacendo.

Marco si stacca dalla mia bocca e si rimetti in piedi, proprio accanto a me. Il suo cazzo e’ duro e svetta di fronte al mio viso. Lo guardo e gli dico sorridendo: “Questa troietta ha bisogno di un bel cazzo come il tuo, mio signore”, senza che l’espormi in pieno nel mio ruolo di tua schiava e troia anche di fronte a Giovanna mi provochi il minimo scombussolamento. E’ quello che sono e io non solo lo accetto completamente ma ne godo ogni singolo istante.

“Allora non possiamo farla aspettare troppo”, mi risponde, “andiamo in camera che stiamo più comodi”. Faccio alzare Giovanna dalla sua posizione piegata sul tavolo, le do una bella leccata alle tette e le succhio i capezzoli, con la mia mano calda le chiudo e strizzo la figa. Poi la bacio e le sussurro: “Mi hai inondato la bocca con il tuo succo, lo senti?! Sei una vera cagna in calore e credo che faresti bene a metterti a quattro zampe sul letto da brava cucciola, aspettando il cazzo di un vero uomo per soddisfarti”. So di essere molto fuori di me, tutta la situazione e’ molto eccitante e la presenza di Marco piuttosto silenziosa la rende carica di eros.

Sento la sua mano prendere la mia e portarla sul suo cazzo duro. Lo avvolgo e lo massaggio mentre Giovanna ci precede in camera e si posiziona sul letto col culo in aria strappandomi un sorrido. Marco mi fa sedere accanto a lei e si fa succhiare il cazzo dicendomi: “Brava la mia troia…mmm…ora mettimi il profilattico”, ed io lo faccio, succhiandolo ancora un po’. Quando’si posiziona dietro di lei ed entra piano piano allargandole la figa e cominciando a farla davvero godere come la puttana che e’, mi allontano leggermente.

Mi metto in modo da vedere il suo cazzo che entra ed esce dalla figa di Giovanna, le sue mani che le stringono il culo e lo schiaffeggiano ogni tanto strappandole un gemito. Lei si dimena, allarga le gambe e si spinge contro il suo bacino per accogliere tutto il suo cazzo. Io penso: “Dio come la sta facendo godere, senti come geme la cagna, lei non lo sa ma non sarà più la stessa dopo oggi, dopo di lui: nessuna può passare indenne dal suo potere, il suo marchio le resterà e chissà quante volte ripenserà al suo cazzo mentre si masturba, esattamente come faccio io…oh si, più forte, più in fondo, aprigliela in due quella bella fighetta calda…mmm…”.

Continuo con questi pensieri mentre’lui continua a scoparla. Mi accorgo che e’ venuta di nuovo, ma Marco continua a trapanarla, incitato anche da lei che non ne ha ancora abbastanza del suo cazzo. Prendo il lubrificante e mi avvicino. La bacio, le succhio la lingua e le stringo le tette che ballonzolano al ritmo dei suoi colpo. Le sussurro: “Ora il mio padrone ti apre anche il culo, troia”. Lei rimane un attimo interdetta e dice: “Ma mi farà male?” E io sorridendo le rispondo: “Un pochino, ma ti farà godere come quel gran puttanone che sei!”, e le pizzico forte i capezzoli mentre glielo dico facendola guaire, la cagna.

Marco si’stacca da lei e mi dice: “Lecca per bene il buchino di questa gran vacca da monta…ma tienile sempre la figa piena”, aggiunge passandomi il vibratore. Mi posiziono dietro di lei e faccio come mi ha detto, facendola di nuovo guaire: e’ proprio una gran cagna vogliosa di cazzi. Sotto l’azione combinata del vibratore e della mia lingua viene un’altra volta. La faccio sdraiare a pancia in giù e le faccio piegare la gamba e l’accarezzo piano per farla riprendere un poco.

Mi volto verso di lui, che seduto appoggiato ai cuscini si è gustato tutta la scena e il nuovo orgasmo di Giovanna e gli chiedo: “Posso succhiarti il cazzo, mio signore?!” Sorride e fa un cenno con il capo, allungandosi sul letto per farmi posto accanto a lui. Mi dedico al suo cazzo e come sempre penso che sono in paradiso. La mia lingua percorre la cappella e le mie labbra si stringono intorno all’asta e istantaneamente la mia figa e’ un lago di piacere liquido. Lo vedo accarezzare piano i capelli di Giovanna e mi accorgo di guaire indecentemente.

Giovanna geme e si muove, allungando le mani verso il suo cazzo. Le succhio le dita e subito mugola…che vacca. “Direi che l’intervallo e’ finito per Giovanna, non credi?!”, mi dice Marco’sorridendo. “Preparale il culo con lubrificante e vibro”. Mi posiziono ai piedi di lei e comincio a spalmarle il lubrificante con le dita, sul buchino e poi entrando. “Rilassati”,’sento Marco ordinarle e poi lo vedo metterle il cazzo in bocca. Una nuova stilettata di piacere mi percorre. Prendo il vibro, lo spalmo di lubrificante e lo infilo piano nell’ano di Giovanna, allargandole bene le chiappe. Si sta decisamente rilassando e comincia a muovere il culo per accogliere il vibro meglio, più a fondo.

“Vieni, mio signore”, dico a Marco e gli lascio il posto andando subito a ripulire il vibro casomai volesse usarlo per riempirle la figa. Mentre la incula, Giovanna comincia a lamentarsi e allora io le chiudo la bocca con un bacio. Ora anch’io gemo all’unisono con lei e’a Marco’bastano pochi colpi per farla venire di nuovo. “Sono stravolta”, sussurra Giovanna, senza più forze.

L’accompagno in bagno, dicendole che una doccia la rimetterà in sesto. Poi torno subito da lui, il’mio signore, ben sapendo che non ha ancora goduto. Quasi mi leggesse nel pensiero, mi dice: “Aspetto la tua bocca, mia adorata troia e schiava..il mio sperma e’ tutto tuo, fino all’ultima goccia”. Mi accomodo al suo fianco e gli tolgo il profilattico, leccandogli il cazzo per bene, come se fosse un cono gelato. Me lo infilo in bocca e lo faccio scivolare fino in fondo. Lo faccio scivolare fuori e tengo in bocca solo la cappella mentre’accarezzo l’asta con la mano. Lecco per bene la sua cappella, percorrendo con la punta della lingua il contorno e segandolo piano.

Seguo i suoi gemiti e ricomincio a succhiare e leccare, mentre continuo ad accarezzarlo. Aumento il ritmo con cui’lo massaggio e continuo a leccare la cappella. Apro la bocca e appoggio il suo bel cazzo sulla lingua, segandolo più forte mentre il suo bacino si muove piano verso la mia bocca, facendomi impazzire di piacere.

“Succhia troia…mmm…siii…ora ti riempio quella bocca da troia…” dice a denti stretti e così viene, schizzandomi in gola la sua dolcissima sborra. E io ingoio tutto, fino all’ultima goccia…mmm…quando faccio per allontanarmi mi ferma e mi dicie “Resta qui, rilassati” e il mondo si riduce al mio viso appoggiato al suo fianco e alle sue mani tra i capelli.

Presto il suo respiro si fa pesante e la sua mano si ferma, mentre io continuo ad accarezzarlo piano…è tremendamente eccitante anche quando riposa. Mentre penso alla mia perdizione per lui, che e’ davvero assoluta, torna Giovanna e si sdraia di fianco a me dall’altra parte, sussurrando: “La tua doccia e’ fantastica…mi ha proprio rimesso a nuovo…”

Mi volto verso di lei ed ho subito la sua lingua in bocca. Si stacca da me e mi dice: “Mmmm ma ha anche un buonissimo sapore! Avevi ragione su di lui: e’ un fantastico scopatore, mi ha fatto godere come una gran troia, anche quando mi ha inculato…mmm…” E dicendolo mi prende una mano e se la porta al seno e poi la fa scivolare fino alla sua figa. “Mettiti sopra la mia faccia che voglio mangiarti tutta…ma fai piano che dorme…” le dico in un sussurro.

Giovanna non se lo fa certo ripetere e si mette a cavalcioni su di me, allargando bene le gambe e abbassandosi in modo da farmi raggiungere bene la sua figa. Lecco, bacio, succhio…lei si muove sopra di me e geme mentre le stuzzico il clito…poi comincio a succhiarglielo con decisione fino a farmela venire in bocca, gridando a bocca chiusa. Sono forse i suoi lamenti a svegliare Marco. Quando Giovanna si accascia di fianco a me ed io mi volto verso di lui, è li che sorride e sussurra a denti stretti: “Troie…”

Si’alzi e annuncia: “Ora vado io a farmi una doccia…voi restate e riposatevi…poi voglio un bel caffè”. Ma prima di andartene, si china su di me e mi bacia, a lungo e mi dice: “La tua bocca sa davvero di troia…e vedessi il tuo viso…sei la mia troia adorata: riposa ora, sul serio!” E so che ancora una volta ha avuto la prova che la mia dedizione a’lui e’ assoluta e indissolubile…e che ha goduto anche per questo.

Mi sdraio sul letto e penso che questo pomeriggio e’ stato troppo bello per essere vero…ma se e’ un sogno spero di non svegliarmi mai!!

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