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Racconti di DominazioneTrio

fascette da elettricista

By 10 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘non vedo niente Lorenzo’toglimi questa benda’
‘non ti preoccupare Cri, ci penso io e ti guido io’
‘dai Lorenzo fammela togliere, capisco che &egrave una sorpresa ma toglimela o me la tolgo io’
‘abbi pazienza Cri, sai che ti amo e che non ti farei nulla di male, dai un minuto e ci siamo’
‘ok’ replico poco convinta.
Non so cosa passa per la testa di Lorenzo, ieri mi ha telefonato e mi ha chiesto di mettermi la gonnellina che a lui piace tanto, la camicetta bianca e poi gli stivali al ginocchio. Ci saremmo visto l’indomani alle 14-15. Gli ho fatto notare che a luglio la campagna veneta &egrave quasi una giungla per il tasso di umidità e il caldo. Però lui insiste e io non obbietto. Lui &egrave quello dei giochetti strani, ha una fantasia estrema e mi fa divertire come pochi. Tante volte ci scambiamo i ruoli, delle volte sono io che domino altre volte &egrave lui. Mi viene a prendere con il furgone del lavoro. E già storco il naso. Quando scende glielo dico ‘ e tu vuoi che io mi sporchi la camicetta bianca e le mie mutande su quel coso?’ mi guarda imbarazzato e tace. Io vestita di tutto punto, bella, sensuale e sexy che salgo su un ducato chiuso! ‘questa me la paghi’ gli dico fra i denti. Lorenzo fa l’elettricista e il suo furgone &egrave pieno di attrezzi per il suo lavoro. &egrave ben attrezzato il furgone, ha scaffali fissi con tante cose sopra che mi hanno sempre affascinato e delle volte abbiamo fatto l’amore fra quei attrezzi, quando la sua casa era occupata e io vivevo ancora con i miei.
‘dove andiamo ‘ chiedo
‘ su in montagna, nella casa dei miei, passiamo il fine settimana insieme’.guarda dietro’
Do una occhiata al retro e vedo un frigo portatile che presumo pieno e diverse borse contenenti cose da mangiare e pacchi di bevande. Chiacchieriamo e come al solito sottolineamo il nostro affetto con piccoli insulti’ le coppie normali si danno nomignoli del tipo amore, cucciola, cucciollotto, cioccolatino mio, amoruccio, stella, stellina, passerotta, noi invece troia, puttana, frocetto mio, puttaniere, stronzo, pezzo di merda, scrofa, ecco del tipo ‘stronzo assaggia questo cioccalatino: &egrave una delizia’ oppure ‘troia, ti ho pensato tanto e mi sei mancata tanto, ti amo’ comunque dopo un paio di strada arriviamo alla casa dei genitori. Una gran bella casa immersa nel verde e isolata sull’altipiano di Asiago, lontano da sentieri e piste battute, scarichiamo il furgone, metto a posto tutto e preparo panini, una insalata e ci mettiamo fuori in veranda a gustarci il sole che tramonta mangiando soppressa, formaggio Asiago e bevendo vino. Sono innamorata di lui, ma lo stronzetto ha un difetto. Gli piace bere e non tiene l’alcool. Lo osservo e cerco di non farlo bere. &egrave una settimana che non trombo e oggi pensavo proprio che mi sarebbe saltato addosso appena arrivati e avrebbe soddisfatto la mia fame di sesso, invece un lavoro tira l’altro e si &egrave fatto tardi. Ora voglio farmi inculare. E li seduto nella veranda, non ci penso due volte. Mi siedo a cavalcioni su di lui. La gonnellina larga e svolazzante serve a questo. Basta che sposto la mutandina e sono pronta. Gli faccio sentire la mia eccitazione. Mi abbasso e gli apro i pantaloni. Gli tiro fuori il cazzo e comincio a fargli un pompino. Lecco tutto, me lo sbatto in faccia e mi do da fare come non mai. Lui seduto sulla sedia e io in ginocchio che glielo prendo in bocca. Sono troppo eccitata e mi voglio piena. Il cazzo in bocca non mi basta, voglio di più. Ho fame di sesso, &egrave una settimana che sono in astinenza e non ne posso più. Ho il fuoco dentro, e il cazzo di Lorenzo &egrave come un palo di legno secco da decenni pronto ad accendere ancora di più le fiamme che mi bruciano dentro. Mentre sono in ginocchio prendo una bottiglia di vino ancora tappata e me la infilo dietro. Non so resistere: &egrave troppo invitante con la sua forma affusolata che piano piano si allarga. Il collo &egrave sottile ma poi, spingo e dolorosamente, arrivo alla parte circolare più larga. Mi dilata all’inverosimile. Tengo ferma puntata la bottiglia con i piedi contro il mio culo e comincio a muovermi su e giù con tutto il corpo. Ho il palo di Lorenzo in gola e la bottiglia che mi apre. Vado avanti così. Ho un attimo di esitazione, ma decido per una spinta maggiore, urlo per il dolore e appena il mio sfintere cede, stringo i denti in un riflesso non controllato. Lorenzo urla: gli sto mordendo il cazzo e mi allontana con uno strattone. ‘ che cazzo fai?’ mi urla. La bottiglia esce spinta dai miei muscoli anali che ora non controllo più. Chiedo mille volta scusa e dico che &egrave stato un riflesso incondizionato. Sono in pena per lui. Mi tranquillizza ma dice che non ha più voglia di fare l’amore. Lo capisco, sono mortificata e insoddisfatta. Mi dice di andare a dormire e obbedisco senza dir nulla. Vado a farmi una doccia e cerco di soddisfarmi, ma sinceramente anche a me &egrave passata la voglia. Mentre sono di sopra sento Lorenzo che fa una telefonata. Quando viene a letto gli chiedo a chi e perché ha telefonato. Mi risponde che ha telefonato a George per lavoro ed &egrave molto evasivo. Gli chiedo ancora scusa e gli chiedo di perdonarmi.
‘domani ti perdonerò’ mi risponde, si gira e si mette a dormire. Lo abbraccio e mi addormento anche io.
La mattinata passa tranquilla, vedo Lorenzo che va più volte in bagno a medicarsi il suo povero cazzo. Non dico niente. Dopo pranzo vado da lui e vorrei farmi perdonare. Lui mi guarda con un sorriso e guarda l’orologio. ‘ok ti perdono solo se farai quello che ti dico io’. Tutta entusiasta dico di si. Si alza e va a prendere una benda e me la mette. Mi ordina di stare seduta che lui torna subito. Sono un po’ agitata. Sento la porta di casa che si apre, sento i suoi passi sulla veranda, sento il furgone aprirsi e poco dopo il portellone che sbatte chiudendosi, sento i suoi passi avvicinarsi’.
‘lorenzo, cosa vuoi fare’
‘non preoccuparti, troia’ ok’.&egrave tutto ok mi dico
‘ tu resterai bendata e andremo a fare una passeggiata’
Voglio essere perdonata e quindi sono ubbidiente.
Mi prende per un braccio e mi invita ad alzarmi. Mi prende le mani e me le porta dietro la schiena, mi dice che vuole farlo strano e allora sorrido. Mi mette delle fascette da elettricista ai polsi e le stringe e poi le unisce con una ulteriore terza fascetta. Ora sono alla sua merc&egrave. Usciamo, lui mi guida e mi accompagna, capisco che prendiamo la direzione del bosco. Sono agitata ma mi fido, chiedo dove stiamo andando, facciamo un giro &egrave la laconica risposta. &egrave circa mezz’ora che ci inoltriamo nel bosco, Lorenzo mi guida e sono inciampata una sola volta. Altra mezzora e finalmente sento di nuovo il solido pavimento della veranda. Gli chiedo se &egrave scemo a farmi fare un giro nel bosco bendata per poi portarmi di nuovo a casa. Ride a aspetta mi dice. Mi guida ancora verso le stanze e mi porta, credo, nella grande cucina. Mi ordina di restare ferma. Si allontana e poi ritorna. Sento il rumore di altre fascette da elettricista che si chiudono. Dopo si allontana di nuovo e sento di nuovo il rumore del furgone che viene aperto e poi chiuso. Mi avvisa che ora mi libera le mani e di portarle avanti . Obbedisco. Come le mie mani sono protese in avanti, sento che vengono subito legate. Dopo le alza sopra la testa e subito un’altra fascetta che si chiude. Si allontana! Sono legata al soffitto! Altre fascette che si chiudono, ora anche le caviglie sono bloccate anche se mi lasciano un certo grado di apertura e movimento. Rido, finalmente capisco le sue intenzioni! Vuole trombarmi in piedi, legata e bendata’..ma non capisco il giro nel bosco. Sento le sue mani che esplorano il mio corpo. Si insinuano sotto la mia gonnellina e si fermano sul mio culo. Sento una sua mano sul seno e una che viola il mio sfintere. Vuole andare sul davanti ma gli ricordo che &egrave off limits e se ci prova alla prima occasione glielo stacco. Ci ha provato ma questa &egrave un’altra storia, e da allora, quando glielo ricordo desiste immediatamente. Si allontana ma non capisco’.c’&egrave qualcun altro’.sento il suo respiro dietro di me.
‘chi c’&egrave’ chiedo allarmata
‘nessuno tesoro’ mi risponde. Ora sono preoccupata.
Sento la camicetta che viene sbottonata. Mi strappa le mutandine, e con fare rozzo da dietro mi allarga le gambe. Una mano grande e callosa si posa sul mio ventre e mi spinge il bacino indietro. Sento una mano sul mio culo che mi infila due dita dentro. Non sono le dita di Lorenzo. Voglio fare resistenza ma cavoli’il culo’.io non capisco più niente quando mi toccano li’. Potrebbe essere un vecchio bavoso o un ragazzino, a me non farebbe nessuna differenza’.quando mi toccano li voglio solo prenderlo e basta. Ansimo. Di più prego. Prego che sia una inculata coi fiocchi’.mettiti sul quel cazzo una prolunga, mettiti 10 preservativi fino a farlo diventare enorme, ma ti prego inculami come si deve. Si stacca. Sono venti secondi di vuoto che però non mi fanno riconnettere con la realtà anzi sono li che imploro Lorenzo di continuare. Un liquido mi bagna lo sfintere. Lo sento colare lungo le gambe’.credo che sia olio. Sento un cazzo che comincia a intrufolarsi fra le chiappe. Una fascetta delle mani viene stretta e quindi mi solleva, così sono costretta ad inarcare di più la schiena. Un cazzo preme. L’olio facilità il compito. Lentamente sono penetrata. Non &egrave il cazzo di Lorenzo. Non mi riempe così. Mi spingo contro quel cilindro. Sono limitata nei movimenti, ma per quanto posso spingo come una matta. Improvvisamente lo sconosciuto accelera. Il suo cazzo &egrave lungo e di spessore. Si diverte a sfilarlo e spingerlo fino in fondo. Continua così per un tempo interminabile. Sento la macchinetta fotografica che scatta foto a ripetizione. Quasi sento il calore del flash sul mio corpo. Scatta le foto quando &egrave quasi tutto fuori. Così immagino che si veda meglio che mi sta inculando e poi quando &egrave tutto a fondo. Quando mi tocca gli intestini in fondo, fa male ma &egrave piacevole. Inizio io a muovermi contro il palo. Scivolo sui tacchi, ma le mani legate al soffitto e il cazzo piantato nel culo mi aiutano a tenermi su. Le grosse mani si impossessano delle mie tette. Poi passano al basso ventre. ‘non toccarmi lì, ti prego non farlo o distruggi tutto quello che stai facendo’ . Lorenzo sottolinea questa mia richiesta confermando di non toccarmi. Mi avvolge con le grandi mani e mi preme il basso ventre contro il suo cazzo. Sono in delirio. Mi muovo verso il mio penetratore sconosciuto e lui verso di me. Come al solito il mio davanti va per i fatti i suoi, sento solo che mi sto bagnando all’inverosimile e ogni colpo di affondo spinge in fuori un po del mio piacere liquido. Mi riempe in maniera pazzesca e vengo. Urlo come una matta. Voglio vedere chi &egrave e chiedo che la benda mi venga tolta, ma tutte e due ridono. Il mio inculatore continua fino a quando viene, lo sento svuotarsi dentro di me e urlare con un suono molto gutturale. Sono scossa fremiti e imploro Lorenzo che ne voglio ancora. Sento la sborra calda colarmi lungo le gambe’. Sento un grosso grumo di sborra che si stacca da mio culo e, immagino, che con un filo di sborra ancora unito al mio culo, arrivi per terra a unirsi ai miei umori. La visione rieccita lo sconosciuto che riprende a trombarmi. Ora si. Ora si &egrave svuotato, riprende a martellarmi il culo con più foga. Urlo tra piacere e dolore’.’fammi vedere chi &egrave fammi vedere chi &egrave’ niente da fare. Il tizio ne ha abbastanza e allora si sfila e mi infila tre dita dentro, poi quattro e alla fine tutta la mano. Sono in delirio’..mi sta distruggendo. Perdo l’equilibrio e ora tutto il mio peso &egrave sostenuto dalla fascette ai polsi. Lorenzo interviene e taglia le fascette. Ho ancora le mani legate ma sono crollata a terra. Lo sconosciuto non toglie la mano da dietro’.anzi con la mano libera mi riposiziona a pecorina’.potrei togliermi la benda ma non lo faccio, mi sta eccitando da morire la situazione e sento lo sconosciuto che vuole’.vuole si’..vuole aprirmi in una maniera estrema. Vuole un fisting con i fiocchi. Basta urlo! Basta! Immagino che il mio inculatore voglia infilare le sue mani dentro di me e allargarmi. Non voglio che questo accada’sento già ora che sta alternando le sue mani, a dilatare sempre di più. Ricorro alla parola magica’.alla parola che d’accordo con Lorenzo abbiamo deciso di usare quando si vuole smettere di essere sottomessi. Improvvisamente tutto cessa. Ancora bendata vengo girata per terra, ora sono supina, istintivamente muovo le mie mani per togliermi la benda, ma vengo fermata dalle grosse mani callose. Un cazzo di avvicina alla mia bocca. &egrave grosso e duro, &egrave dello sconosciuto: &egrave di un nero, riconosco l’odore. Con le mani ancora legate lo afferro e comincio a segarlo mentre mi tromba in bocca. &egrave talmente lungo che anche così una buona parte resta fuori. Vado in delirio, sento Lorenzo avvicinarsi ridendo, si mette per terra e mi tira su le gambe. Sento qualcosa che viene spinto nel mio culo: &egrave la bottiglia! Ne riconosco la forma. Con un ultimo strattone la spinge dentro fino a dove ieri avevo lanciato un urlo. ‘prova a mordere ora!’ sghignazza’.ma questa volta lo sconosciuto ha fatto il suo lavoro e non ho sentito dolore’anzi ora mi piace e vengo. Così piena inizio a spingermi sempre di più il cazzo in bocca, finch&egrave lo sconosciuto si scarica nella mia gola. Arriva Lorenzo dalla sinistra e anche lui mi sborra in faccia. ‘ ora sei perdonata’ io resto li con la bottiglia ancora nel culo che lentamente esce, con il sapore di sborra africana in bocca, ancora legata per terra sui miei umori e sulla sborra colata dal mio culo. Sento i passi di qualcuno che si allontana e il motore di una macchina accendersi. Sento le ruote mordere i ciottoli del viale davanti la casa e tutto ritornare alla normalità, al silenzio del bosco e alla quiete. Anche io mi spengo lentamente e ora comincio ad essere lucida. Comincio a farmi una idea di cosa possa essere successo. Lorenzo arriva e mi libera dalla benda e dalle fascette, mi bacia con passione e mi rimette in piedi. Mi accompagna in bagno e mi depone nella vasca con l’idromassaggio. Anche se &egrave caldo fuori, lo faccio volentieri. Mi rilasso e mi godo quel tepore e penso. Tutto mi &egrave chiaro ora. Sento Lorenzo che pulisce tutto. Dopo quasi un’ora lo raggiungo sulla veranda. Si sta bevendo un caff&egrave e me lo porge. Mentre lo afferro parlo per la prima volta dopo che tutto &egrave finito:
‘penso che ti morderò ancora il cazzo, ma di a George di portare qualche amico’..’ mi siedo accanto a lui e mi lascio coccolare.

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