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Racconti di DominazioneTrio

FEMALE BODYBUILDER III –

By 13 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo la mia prima inculata da parte di Miss Powell, la vita nella casa-palestra della Padrona e di mia moglie, riprese ai ritmi abituali. K.che era il caposchiavo e io e J.che ubbidivamo a tutti, ultimi nella scala sociale di quella realtà. Legati con quel sistema di corde e fili con campanellini che funzionavano alla grande, ci occupavamo di tenere pulito, di preparare il cibo o servirlo, obbedire agli ordini di mia moglie o della Signora Powell e a quelli di K. A sera eravmo stanchi morti e ci ritiravamo presto se le due donne non avevano compiti da assegnarci.
Miriam partecipò ad un concorso e arrivò prima.
Entusiasta del risultato e incoraggiata da MissPowell si mise ad allenarsi ancora più duramente. Il suo corpo era una macchina di muscoli tesi e pompati. Le sue gambe erano dure e atletiche, le sue braccia guizzanti e piene di muscoli ovunque. Il suo petto era una tartaruga e le tette naturali ci stavano bene. Miriam era forte e accanto alla Padrona si sentiva invincibile. MissPowell era raggiante e fiera di lei. Quella donna nera, bellissima e dominante infondeva fiducia a mia moglie e gestiva quella casa come una Regina. k.la serviva ubbidiente e si sorbiva l’onore e anche l’onere di quel compito. Ambito, ma duro. Lei era una donna esigente che sapeva cosa voleva e lo otteneva sempre. k. Sgobbava duro e si sorbiva capricci e violenze varie, ma si godeva anche il contatto diretto e quotidiano con quel corpo perfetto, quella figura mitologica di muscoli e carne, bellezza e femminilità virile e potente. Lei era una donna bionica, fiera e crudele, ma anche appassionata. Il ricordo di come mi aveva sfondato il culo con lo strap-on con le sue iniziali sulla cappella, mi faceva addormentare contento pensando e sperando che mi capitasse ancora. La foga con la quale mi aveva scopato, la maestria dei gesti, i suoi colpi secchi e dirompenti, il suo fallo nel mio culo, lei che gemeva e spingeva, la sua violenza controllata, la sua forza di donna. Di campionessa. Sentivo ancora la sua potenza su di me, legato, il culo sfondato dal quella Regina nera. Mi eccitavo e volevo che accadesse ancora.
Domani partiamo per la Germania. Disse Miss Powell
Ci sarà un concorso al quale mi sono iscritta. Aggiunse Miriam.
Verrà solo K.con noi. Staremo via una settimana. Tenete pulito ed in ordine. Manderò qualcuno a controllare. Fate i bravi, schiavetti… disse la Padrona.
Partirono la mattina presto e io e J.rimanemmo soli.
Wuhhh….una settimana libera! Certo fare lo schiavo di mia moglie e di quella donna fantastica della Padrona era eccitante e mi piaceva da pazzi, ma un po’ di libertà fa bene.
Io e J.ci divertimmo. Niente impegni. Niente ordini. Mangivamo, tenevamo in ordine e passavamo i pomeriggi in piscina oppure a giocare alla playstation fatti di erba.
Ci riempivamo di gelato e RedBull.
La sera tv e birra fino a cadere esausti e fatti.
Miriam telefonò una sera per dire che era arrivata in finale.
Guardammo la gara sul computer.
Mia moglie arrivò seconda. Un buon piazzamento, ma lei sperava nel primo posto.
quando tornerà di rimpirà di botte per questo secondo posto, lo sai? Disse J.
E perché? Cosa c’entro io?
…perch&egrave tua moglie fa così…tu sei il suo marito-schiavo, perché non dovrebbe sfogarsi con te?
…questo &egrave vero… dissi ridendo. Eravamo alla terza birra. Fra due giorni le due donne e quello stronzo di K.sarebbero tornati
…e avrebbe ragione…mio caro…. fece J.
…vero anche questo…amico….sai? Perché non ci sbronziamo stasera? Tanto a prendere le botte…siamo in tempo….
..oh…vedo che capisci amico….ok…ci sto!rum!! rum e rum….andiamo!
Ci ubriacammo e J.era allegro e spensierato. Ballava e beveva, io ero steso sul divano. La casa era calda. La musica carina.
‘.lo sai che Miss Powell regista le sue scopate con gli schiavi? Ha registrato anche la tua!
Cazzo!!! mi alzai di botto, con l’eccitazione a palla! Esisteva una copia di quella scopata? La volevo!!! subito!!
ed io so dove tiene i file
hai la password?
Certo! K.tiene un quaderno con tutte le password, &egrave un palestrato con un cervello di un ragazzino di 12 anni…un mentecatto…non ricorderebbe neppure il suo nome….
sei grande J.!I LOVE YOU!!! voglio rivederla. Voglio riviverla quella scopata. Ti prego, dammi quel file,J., ti prego….
…oh….sentiamo…oh….cavolo…sei ci tieni….sei eccitato…brutto porco rottoinculo…vorresti rivedere la Padrona in azione mentre ti rompe il culo?

…ohhhhh

…che figliodiputtana…..
ti prego J…..ti scongiuro….fammeli vedere….
Ok.
grazie.
ok. ti piazzo uno spettacolo….siediti sul divano….ti collego allo schermo…vedrai tutto quanto sul maxischermo della sala….sarà fantastica credimi….
sei un genio! Sei un amico, J. E sei un genio fottuto!!!
vai. Scolati pure la bottiglia e goditi il film porno! E se ne andò di sopra.
Trafficò con cavi e computer. Io mi bevvi il resto della bottiglia ed eccitato mi sedetti al divano. Dopo qualche minuto sul maxischermo della sala apparve il video. Io ero legato al soffitto e Miss Powell entrò: enorme, nera, sexy, decisa, violentemente bella.
Ero ubriaco. Mi sbottonai e cacciai fuori l’uccello già mezzo duro. Rivissi tutta la scena con video. La mia prima scopata con la Padrona. La risuluzione era un pocco sgranata ma si vedeva tutto: la potenza di lei, io che mi beccavo quel cazzone con le iniziali della Padrona impresse sopra. Si sentivano le mie urla di dolore e piacere, di dolore e piacere mentre il cazzone mi rompeva tutto, le spinte di Lei, la sua forza, le braghe di cuoio comode ondeggiavano sotto i colpi dei suoi fianchi. Lei spingeva e mi trapanava, io urlavo di dolore e di piacere. Un piacere violento e psicologicamente appagante, una donna nera, bellissima con un corpo perfetto che mi scopava, io suo servo.
Il cazzo di lei entrava e usciva sotto i suoi colpi fortissimi. Le catene facevano un rumore duro mentre le mie urla coprivano anche quel suono. L’inquadratura si muoveva, forse K.stava riprendendo, forse un tecnico, comunque mostrava sia le catene spinte dalla violenza della Padrona, sia il mio culo che si beccava quella ramazza di gomma dura nel culo, con le iniziali di Miss Powell sulla cappella che mi deflorava violentemente.
Si vedeva bene anche il culo della Padrona, inquadrato giustamente spesso nella sua perfezione anale. Un culo sodo, nero, due metà precise, divise in mezzo dalla striscia nera di pelle dello strap-on con il quale mi inculava.
Mi stavo masturbando estasiato dalle immagini e dal ricordo di quella scopata.
j. si sedette accanto a me e mi toccò le palle, un tocco leggero, puttanello, ma piacevole, lo lasciai fare, certo volevo godere da solo, se avesse provato a succhiarmelo avrei rinunciato, ma quel tocco leggero alle palle era divertente e solleticante. Mentre sul maxischermo Miss Powell mi fotteva duro e selvaggiamente, mentre il suo culo nero e perfetto era inquadrato e si sentivano le mie urla di goduria nel video, mi segai e venni copiosamente sulla mia pancia e forse su J. Lui sorrise, mi toccò la fronte.
eccitnate!
..sì…
favoloso? Vero? Lei scopa divinamente!
..sì
&egrave una potenza animale. Con me lo ha fatto in altri modi, vedrai toccherà anche a te…
…sì….Non sapevo dire altro. Ero stanco, ubriaco e avevo avuto un orgasmo vedendomi in un video in cui la Padrona mi scopava con suo strap-on con le sue iniziali sulla cappella.
…&egrave selvaggia e controllata. &egrave forte e femmina…
…sì
vorrei essere K.a volte, per prendermi il suo cazzo più volte….ma ci vuole un fisico migliore del mio….lei &egrave troppa…&egrave troppo….cio&egrave….cazzzoooo…quanto &egrave forte?
…sì…
…una Potenza. La amo.
…sì…pure io….
J.cercò di baciarmi, ma io lo allontanai. Mi alzai fingendo di dover vomitare e mi chiusi in bagno.
Ero sbronzo e avevo avuto un orgasmo. Nel bagno mentre J.rimettava in ordine si sentiva ancora il video che riproduceva quella scopata mitica. Con le mie urla di gioia e quelle della Padrona che si prendeva il suo schiavo.
Mi addormentai nella vasca qualche minuto dopo.

(per commenti o critiche: dorfett@alice.it) l risveglio fu traumatico. Il campanello della villa di MissPowell iniziò a suonare con violenza. Una mano pesante squassava il silenzio. Mi ripresi in fretta e uscii dal bagno proprio mentre J.mi venne incontro:
Ehi, come stai? Tutto ok?
…sì, credo di sì..chi sarà?
…mah…la Padrona parlava che avrebbe mandato qualcuno a controllare….ma non preoccuparti &egrave tutto ok…del casino di ieri sera ho pulito io. – il campanello suonò ancora minaccioso.
Ok. grazie J.
Di niente…
Andò ad aprire e una donna nera, bodybuilder a giudicare dai muscoli e la stazza in tuta entrò in casa:
Cazzo fate minchioni?!! quanto ci avete messo ad aprire? Dove eravate?
…ci scusi…- balbettò J. – …eravamo in palestra a rimettere in ordine….
Controllerò! In ogni caso ci avete messo troppo…
Ci scusi, Signora…?’
Alexxa, sono un’amica di MissPowell mi ha mandato a controllarvi….e dato che sono qui…farò due allenamenti e mangerò qualcosa…
Sicuro, Signora…cosa desidera?
Oh, pollo alla griglia e due carote lesse andranno benissimo. Succo di frutta e yogurt greco con un cucchiaio di miele.
Certo, Signora, sarà fatto! – dissi io per darmi una svegliata. Ero un poco intontito dall’alcool e dalla dormita in bagno.
Alexxa sorrise. Non era alta, ma le spalle erano due pertiche. Sotto la tuta le gambe possenti facevano intravedere il lavoro di duro allenamento. Il volto era segnato da una pelle spessa, dura, invecchiata, anche se la donna non doveva avere più di trenta anni. I capelli erano lunghi, fini, lucidi e neri. Le arrivano all’altezza del sedere, ma mentre ci fissava se li raccolse dietro. L’attaccatura era molto alta e la caratteristica principale del suo volto era questa fronte ampia, lucida, nera. La bocca era larga ma sottile. Il naso lungo e con le narici molto grandi, gli occhi scuri.
‘.e così…voi due siete gli schiavi di MissPowell?!
…sì, Signora….ma non siamo gli unici…c’&egrave anche K.che adesso &egrave in Germania con la Padrona…e talvolta altri… – fece J.
…ehi!bell’idea quella di avere degli schiavi per casa…e voi fate cosa, di preciso?
…beh..tutto quello che ci &egrave ordinato…puliamo casa, prepariamo da mangiar, teniamo in ordine la palestra…serviamo a tavola..e… -rispose J.
…e?
Tutto quello che la Padrona ordina, naturalmente… – disse J.
…naturalmente…quello che le va di fare….
…ehm…sì….
e il tuo amichetto perché non parla? – chiese Axxana rivolgendosi a me.
Io…io…cio&egrave…. – mi si parò davanti, mi afferrò i capelli con forza e mi buttò in basso. Urlai di dolore.
…tu cosa?chi sei?cosa fai?
…io…- la sua presa era potente mi spingeva su facendomi dolore ai capelli e al corpo – ‘.io sono il marito di Miriam…forse la conosci….si allena qui con MissPowell…lei..insomma…
Dunque sei già uno schiavo e adesso sei a casa di MissPowell e fai lo schiavo anche a lei…giusto?
…giusto…Signora…
mi lasciò i capelli e mi fissò.
Ho capito…divertente…dovrei passare di qui più volte….mi paicciono i servi bianchi…sono docili e cretini…
…sì, Signora…
Pensate che potrei procurarmene un paio anche io?
…certo…Signora ‘ dicemmo entrambi.
..ah…forse lo farò….bene..adesso vado in palestra….poi la cena….non sbagliate…mi raccomando..
e per sottolineare il comando mi rifilò uno schiaffo. Quindi andò da J.gli afferrò un orecchio e lo strattonò via.
-Mostrami la strada..coglione!
Andarono di là e ripresi fiato. Ero stanco, stordito e quella donna mi aveva fatto male.
Andai in cucina e controllai che ci fosse tutto quello che Axxana avesse richiesto. Per fortuna non mancava nulla. Aspettai che J. Tornasse e ci mettemmo a lavoro. Era rosso in faccia e sudato.
Come &egrave andata di la?
Questa &egrave una stronza, ci farà il culo stasera. Mi ha sbattuto per terra e mi ha obbligato a fare delle flessioni con lei sopra che spingeva, la stronza…ho restito un poco, poi sono crollato, ha una forza…
Si vede, speriamo si stanchi presto e non decida di restare a dormire qui stanotte….

Dopo la doccia Axxanna venne in cucina.
Stanotte dormirò qui. – annunciò.
Certo, Signora…come desidera Signora…le prepariamo la stanza degli ospiti di sopra…
Bene. Tutto pronto per la cena?
Sì, Signora..tutto quello che aveva ordinato…pollo..carote…succo…yogurt..
ok.ok..ho capito…
Si spaparanzò su una poltroncina e ci guardò. Dopo la doccia si era cambiata. Adesso indossava dei pantaloni elasticizzati verdi e un reggipetto rosso da atleta che le schiacciava le tette che non sembravano poche, anzi. I capelli erano raccolti dietro con una coda di cavallo e si era passata del rossetto sulle labbra fini.
..e voi come servite a tavola, così?
..ehm..come Signora…noi…cio&egrave…di solito siamo nudi a parte i boxer…e poi….
…forse la Signora si riferiva al guinzaglio..J…?
Ecco!! mancava qualcosa! Vi tiene a guinzaglio?
..sì…
E perché non lo indossate brutti stronzetti? E in un balzo ci fu addosso. Ci afferrò alla testa con le sue possenti braccia da bodybuilder. Ci soffocò in una presa senza esitazioni. Forte, dura. Massiccia.
…ehm… provavamo a dire noi, ma nella tanaglia delle braccia di Axxana era impossibile rispondere.
Dove lo tenete?!!!!!!!!!!!!!!
Stavamo soffocando in quella morsa. Lei era forte e cattiva. Ci mollò un attimo, quindi ci afferrò i capelli e ci sbatt&egrave al muro. La botta fu forte e cademmo a terra. Axxanna ci prese la testa e ci disse di andare a prendere il guinzaglio.
Muovetevi!!!
Salimmo di sopra e indossammo il lungo guinzaglio con le campanelline e tornammo di sotto. Il suono delle campanelline irruppe nella cucina e Axxanna rise di gusto:
A che carini……che servetti…..&egrave proprio una bella visione….MissPowell &egrave una tosta…lo dico sempre….&egrave mitica….avere degli schiavetti bianchi per casa che si muovono come due api attorno all’ape Regina….
in effetti l’immagine usata dalla donna era vera. Tutti quanti noi in quella casa-palestra ci muovevamo come in un alveare con rigide gerarchie, tutto per obbedire agli ordini e ai capricci della Nostra Ape Regina. Miss Powell.
Adesso servite la cena. Sbrigatevi! – ordinò Axxanna e noi eseguimmo. Muovendoci con il suono dolce dei campanellini le servimmo il pollo e la verdura, lo yogurt con il miele e quando lei fu sazia afferrò la cima del guinzaglio e ci condusse di là.
…in ginocchioni! Servi! Come pensavate di camminare? Siete dei luridi servi, culibianchi…scommetto che MissPowell i sfonda il culo ogni tanto? Vero?
…sì,Signora… – rispondemmo entrambi mentre tirati da Axxanna percorrevamo il parquet come due cani. Io ripensavo al video della sera prima e mi sentivo eccitato.
Ci fece fermare e ci ordinò di alzarci.
Fatevi vedere…signorine…….così…in piedi…..braccia lungo i fianchi…andiamo culibianchi….datevi una mossa!così…petto indentro…avanti…
Ci sistemammo come voleva. Fermi di fronte a lei. In attesa.
Spogliatevi, femminucce…avete un fisico da ragazzine….
Ci togliemmo i boxer e rimanemmo in piedi di fronte a lei, nudi. I nostri cazzi impauriti esposti al suo scherno.
Che cazzetti da bianchi rottinculo….e che spalle…. – ci venne in mezzo. Ci toccava le braccia e sorrideva esasperata dalla inconsistenza. Paragonati poi ai suoi bicipiti, alle sue braccia muscolose non c’era gara.
‘.quanto pesate?merde?
…ehm…non saprei…io….
Non mi importa! Disse Axxanna e mollò uno schiaffo a J.quindi si rivolse a me
E tu maritino…..sei alto…ma fisico….. – mi torse un capezzolo e mi fece urlare di dolore.
Adesso andate in fondo alla stanza. Non avete capito!?? e ci mollò due calci per farci correre.
In piedi là in fondo!petto in fuori!
Eseguimmo. Nudi aspettavamo di capire che intenzioni avesse quella donna sadica.
Tu!maritino!vieni qua di corsa!
La raggiunsi con uno scatto.
Fai pena…hai una corsa da vecchia ottantenne… – mi mollò uno scpaccione e poi mi prese i capezzoli ancora e li tirò. Rideva sadica mentre li torceva. Urlai di dolore.
Prendi i boxer e metteteli in testa!
Lo feci, quindi mi ordinò di tornare al mio posto e attendere istruzioni. Lo feci.
Vieni tu rottoinculo!corri!
J.la raggiunse a anche lui si prese uno scapaccione e una tirata di capezzoli. Rideva mentre agiva con quelle sue mani possenti. j.urlava di dolore come me.
Anche tu le mutande in testa!siete delle testa di cazzo e meritate di portare delle mutande sulla testa!! torna a posto!di corsa!!
J.tornò vicino a me. Respiravamo piano per darci forza. Quella belva ci avrebbe fatto impazzire quella sera.
Correte fino qui!subito!!
obbedimmo e la raggiungemmo. Lei ci mollò due schiaffi.
Che piacere prendere a schiaffi due culibianchi come voi!! così dovrebbe essere!vi meritate solo degli schiaffoni, luridi inferiori! – e ci mollò due ceffoni a testa. Forti a mano aperta. Duri, le nostre facce volarono sotto i suoi schiaffi. Quindi ci afferrò i capezzoli e li tirò con forza. Godeva nel farlo, i suoi occhi neri brillavano, la sua faccia si contraeva in una smorfia crudele. La fronte ampia e alta era come se brillasse.
Tornate a posto!dicorsa! Ci fece corremmo. Per il dolore e la stanchezza ci mettemmo troppo tempo secondo i suoi gusti. La faccia ci faceva male per i colpi.
Qui!subito! Fece quando fummo in fondo alla stanza. Corremmo di nuovo. Arrivammo da lei stanchi e senza fiato. Axxanna ci riempì dis chiaffi allora. Per diletto.
Tornate in fondo!!
corremmo ma eravamo senza forze e gonfi di schiaffi. Faticammo. Le mutande ci calavano dalle testa.
State fermi lì adesso!
Riprendemmo fiato mentre lei scomparve. La faccia mi esplodeva dagli schiaffi presi. I capezzoli erano rossi e segnati. Axxanna aveva una forza clamorosa. j.era preoccupato quanto me. Tremavamo in fondo alla stanza, la schiena alle parete e i nostri sessi all’aria. Le mutande ci facevano sudare la testa. Passarono lunghi minuti, quindi Axxanna tornò.
Era mutata.
Indossava degli stivali di gomma gialli e rossi stile Wonder Woman delle mutande rosse, il reggipetto di prima da atleta, e ai gomiti aveva due grossi paracolpi gialli. Sorrideva contenta. A vederla era una wrestler donna, incazzata e dura.
Adesso ci divertiamo…culibianchi….CORRETE DA MEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!
(per domande, critiche, ecc.: dorfett@alice.it) L’ordine risuonò nel corridoio ed io e J.ci guardammo impauriti. Sudavamo e tremavamo di paura.
CORRETE STRONZI O VI VENGO A PRENDERE IO E VI RIEMPIO DI BOTTE!!!!!
urlò Axanna. Intimoriti iniziammo a trotterellare verso di lei. Quando giungemmo a metà strada quella si dette slancio e scattò verso di noi. Un proiettile giallo e nero si mosse nella nostra direzione. Noi rallentammo ma non c’era tempo, non c’era spazio. La Wonder woman nera, atletica, muscolosa, cattiva ci piombò addosso come una palla di cannone infuocata, ci abbatt&egrave con violenza colpendoci alla gola. Sbattemmo a terra con violenza. Senza fiato. A terra rantolammo per il dolore tenendoci la gola. Ma Axanna ci fu addosso. Ci prese per la testa e tirandoci ci sollevò. Con la presa prepotente delle sue braccia da lottatrice ci teneva senza difficoltà, come due uccellini indifesi. Ci sbatt&egrave contro il muro e poi ci abbranchiò alla vita con i suoi bicipidi muscolosi. Rideva mentre noi urlavamo di dolore e paura. Le sue tenaglie ci tolsero il fiato, lei stringeva senza difficoltà. Due uomini adulti, bianchi, tenuti a bada da una wrester nera, incazzata. Ci sbatt&egrave a terra di nuovo, quindi mise un piede sul mio petto e mi strinse giù con forza, con un piede solo. Immobile, bloccato dalla potenza della sua gamba destra. Axanna prese poi J.per il collo e lo soffocò. Stingeva e rideva come una pazza, con quella faccia tesa, l’attaccatura dei capelli molto alta, soffocava il povero J.mentre tenva comodamente un altro uomo a terra col solo piede. Mollò J.per il collo e lo afferrò al corpo. Lo alzò senza fatica, le sue braccia potenti tenevano il mio amico per aria senza difficoltà. Poi quella troia sorrise ghignando beffarda, mi guardò e salì sopra di me con J.sulle braccia. Urlai e piansi forte, il dolore fu pazzesco. Già quella massa di carne nera, allenata, potente mi schiacciava da sol, figuriamoci con un altro uomo in mano. Urlai ma quella salì su di me. Pensai di morire dal dolore ma quella rimase lì. Ridendo mentre teneva J.in aria che urlava di paura a quell’altezza.
VI MANGIO VIVI STTONZETTI BIANCHI. VI ROMPO IN DUE STASERA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
urlò in preda a un delirio di onnipotenza. Ma finalmente scesa dal mio corpo ed io per poco non vomitai dallo sforza. Caddi svenuto credo.
Perché mi risvegliai più tardi, con un dolore al petto che non mi faceva alzare in piedi e uno alla pancia. Ero distrutto. Quando riuscii alla fine a tirarmi su vidi J.legato al soffitto, stremato, il corpo segnato da frustate e il culo rosso di colpi secchi e violenti. Poverino pensai Axanna doveva aver scaricato su di lui la sua violenza. Lei non c’era o almeno credo. J. Tutto segnato di colpi ondeggiava appeso al soffitto. Dal culo pendeva un plug a forma di coda di cavallo piazzato nel suo culo.
**

Dopo la scorribanda di Axanna la nostra esistenza nella villa-palestra della regale MissPowell riprese come prima.
Noi servivamo le nostre Signore che si allenavano duro in palestra, K.ci teneva alla corda, preparavamo da mangiare, tenevamo pulita la casa.
Una sera, dopo cena, la Padrona ci ordinò di passare in salotto che voleva giocare un po’ con noi.
Indossava una camicia di seta nera con lustrini lungo le braccia, l’ampia scollatura metteva in luce le sue tette perfette, due palle di carne vellutata nera extralusso, una gonna bianca e calze a rete. Ai piedi splendide scarpe di vernice bianca, con lunghi tacchi.
tutti e tre! – ordinò ‘ in ginocchioni, culo in aria!
Sì,Signora, voi due, cani a terra!non avete sentito!?? sbraitò K.da stronzo quale era.
Tu stai zitto!stupido!qui parlo solo io!
Sì, Signora!
Miss Powell mollò un calcio con le scarpe col tacco sulle palle di K.così violento che lo mandò al tappeto, soffocante per la violenza.
– Miriam, mia cara, vai di là e prendimi quel nuovo giocattolino che mi &egrave arrivato stamani per posta..
Certo, Cara.. disse mia moglie.
Noi tre ci guardammo atterriti.K.di sicuro sapeva qualcosa,ma non sembrava aver capito bene di cosa si trattasse.
Miriam tornò con una busta gialla piuttosto grande. La consegnò alla Padrona. Noi cercavamo di capire cosa fosse.
VOI non impicciatevi, stronzetti! – urlò lei e colpì K.sul culo talmente forte che ci fece cadere tutti
E’ per voi, brutte merde bianche! Si tratta di un bel giocattolino che ci farà divertire.
Aprì la borsa gialla e ne trasse qualcosa. Qualcosa che faceva un rumore metallico. J.si voltò a sbirciare e una pedata al culo lo fece voltare subito.
‘..palle…. farfugliò a noi due
zitto…stupido… disse K.e gli mollò uno scapaccione.
FERMO TU!! come osi?
La Padrona fece volteggiare qualcosa nell’aria e poi udimmo il gong di palle di metallo che sbattevano fra loro. Più volte. Sinstramente.
Wuuuuuuuuu che figata! Urlò mia moglie.
Carine…vero?…e guarda come sono lunghe…e quante…..
Favoloso…tutte per loro?
Sì…voglio legare queste quattro troie per il culo, infilare palline nei loro cessi di schiavi e poi passare da uno all’altro…una palllina dietro l’altra…ancora una…e ancora una….e legarli per il culo…così
E prese a colpirci il culo e offenderci trattandoci da luridi servi. K.massiccio si prendeva più colpi essendo al centro della triade di schiavi ai piedi della padrona. Miss Powell prese le palle e ce le fece assaggiare sulla schiena, facendocene intuire la pesantezza e la durezza. Era palle di acciaio, forse non grandi, ma pesanti. Miriam ci fece sistemare a culo in aria e infilò in ognuno dei nostri orfizzi una peretta di gel. Ce la infilò e basta, uno a uno. Poi la Padrona si avvicinò a J.che stava a sinistra e spinse la siringa di gel dalla peretta nel suo culo. Lo schiavo emise un piccolo gemito. La Padrona gli piazzò due sculaccioni fortissimi con quelle sue mani enormi, due pale di carne nera, abituate a sollevare pesi ed altro. Due colpi violenti che fecero gridare J.di dolore. Estrasse la peretta e armeggiò con l’ano di J.per aprirlo. Forzò l’orifizio, introdusse un dito, poi due, quindi tre. Poi li tolse. Fece leccare le mani a K.quello lappò il gel e gli umori del suo sottoposto che stavano sulla punta delle dita della Padrona. Leccò e poi Lei tornò al culo dello schiavo. Infilò la prima palla facendolo gridare di dolore. Spinse forte dentro. Conficcandola in basso nel culo spanato diJ.che stringeva i denti per lo sforzo, ma sapevo che un poco godeva. Una palla in culo direttamente da MissPowell era un onore per noi.
La seconda! Disse Lei.
Infilò la seconda palla e spinse. Lo schiavo genmette. Lei spinse ancora, più forte con quelle mani possenti, neri, curate, dipinte, agili, forti, padronali. Spinse dentro la palla e rise forte.
La terza!!! annunciò
infilò anche la terza palla di metallo nel culo di J.entrò anche quella, ,ma la Padrona dovette spingere forte. J. Gridava dal dolore e K.cerava di tenerlo sotto con la testa.
Prendi le palle della Padrona,Cane!!e ringrazia piuttosto!Signora le infili a me, io sono pronto…. disse K.con forza volendo riprendere il suo ruolo con noi sottoposti. Ma la Padrona lo mise a tacere con uno schiaffo talmente forte che gli ruppe il labbro. K.urlò di dolore e si tamponò la ferita.
QUI PARLO SOLO IO CANE!!!!!!!!!
Spinse J.a terra con forza e cercò di infilare la quarta pallina. Era difficile, lei spingeva e sbatteva lo schiavo a terra, ma la quarta pallina nel culo era difficile da incassare anche per lui. Così aperto e sfondato da mesi di militanza a servizio della Padrona.
Ma MissPowel non era certo una che si lasciava fermare da una resistenza.
ADESSO TU PRENDI ANCHE QUESTA CAZZO DI PALLA NEL TUO CULO STRONZO O TI FACCIO RIMPIANGERE DI ESSERE NATO. – urlò la Padrona e prima tirò la corda dell’ultima pallina infilata nel culo dello schiavo facendolo gridare dilaniato dal dolore, poi prese a spingera anche la quarta palla nel suo culo.

Ovviamente Miss Powell fece entrare anche la quarta palla nel culo del povero J. Contenta passò a K. Le prime due palline sparirono nell’anfratto profondo del buco del culo dello schiavo. Dopo che avevo visto coi miei occhi il culo di K.beccarsi il cazzo equino giunto per posta non mi meravigliavo di certo di due palle di metallo. Anche la terza sparì rapida. K.da vero ruffiano quale era aveva accompagnato l’entrata delle palle con un GRAZIE PADRONA, ma MissPowell non si fece incantare. Rifilò due scapaccioni a K.e continuò ad infilare palle. La quarta, la quinta, alla sesta trovò resistenza, ma il gel e la forza bruta della Padrona ebbero la meglio.
Settima palla. K.stringeva i denti dal dolore.
Ottava palla.
Urla di K.
Botte.
Sculaccioni pesanti con mani da atleta.
Nona palla di metallo.
Grido dello schiavo.
Ancora botte. I colpi muovevano anche il culo di J.legato dalle palle e perché uniti dalle corde del gioco erotico.
Decima palla.
La Padrona sembrava felice.
Toccava a me.
Prima palla. Facile. Seconda. Pure. Terza. Dolore. Dolore. La mano di MissPowell era decisa, ferma, esperta.
La quarta entrò male, con rabbia. Urlai di dolore.
FINITE!! annunciò la Padrona.
Che carine….. disse mia moglie
Non trovi? Tre culi bianchi legati assieme da tante palle ficcate nel profondo dei loro intestini!
Sei grande Dolcezza!
Lo so!
Divertiamoci Bellezza!
Lo faremo. Adesso vedrai….
Si mise distesa sulla poltrona ed iniziò a tirare le palle. Il colpo fu duro. Secco, uno strattone che ci fece urlare tutti e tre. Lei strattonò di nuovo. Era come se degli artigli ci tirassero con forza. Urlammo ancora. Lei si fermò.
E’ divertente! Vuoi provare?
Sìììììììì disse Miriam.
Avanti allora tira!
Lo fece due palle uscirono dal mio culo con forza. Anche gli altri due schiavi erano stati deflorati con quelle palle e urlarono.
E’ bellissimo! Mi piace! Divertente!
Rimettile e tira di nuovo!
Subito.
Sentimmo Miriam armeggiare con le palle e poi, paertendo da me, suo marito, rinfilò le due palle uscite dai nostri culi. Poi tirò di nuovo con forza la corda che teneva unite tutte le nostre palle nel culo e ci fece urlare dal dolore. Ancora due palline uscirono devastandoci l’ano.
Sei brava! Passamela adesso!
Certo, ma prima: queste vanno rimesse dentro! Annunciò e ci rimise le palle nel culo, con forza, da dominatrice, pure lei, luce riflessa della Padrona.
Bene! Dammi!!!
Miss Powell si alzò e si allontanò un attimo. Quindi tirò la corda con rabbia. Il dolore fu immenso. Lo strappo durissimo, una frustata e poi lo stappo. Violento. Crudele. Lei rise. Noi piangemmo dal dolore e urlammo. Aveva fatto uscire tutte le palline dal mio culo! E anche da J.pensai. k. Doveva averne ancora dentro. Lei tirò e le palle uscirono dal culo dello schiavo.
Wuuuuuuuuuuuuu
sei grande! Amore!!!!!!!!!!!
Sììììììììì &egrave divertente! Rimettiamole le palle al loro posto e continuiamo.
Miriam obbedì ed infilò le palle nei nsotri culi.
Maritino non sai quanto mi diverte tutto questo. Che brivido…….
Sono contento per lei moglie. Dissi piangendo pensando al dolore in arrivo.
Ed infatti quando le palle furono di nuovo nei nostri culi, Miriam tirò la corda con forza e le palle uscirono. Non tutte. Ma il dolore fu clamorosamente forte.
Il gioco riprese presto. Ancora palle nei nostri culi, le padrone che si passavano la corda divertite e poi tiravano sempre più forte. Il rumore di stappo era deciso e ben distingubile. Seguivano urla da parte nostra e risate da parte delle due donne.
Di nuovo palle, di nuovo tiri, ancora urla di dolore.
Quando ebbero saziato la loro voglia di strappi ordinarono a me e J.di sederci gli uni di fronte all’altro. La Padrona divise le palle (che si potevano allungare e ritirare per mezzo di piccole giunture di metallo)e le consegnò a J.
Ficcatevele in culo una alla volta, dividetele. Tu Miriam sorvegliali e divertiti con loro. Adesso veniamo al mio culo preferito: K.Guarda quante palle ho in serbo per te! Apri il culo bianco dolcezza. Te lo riempirò di regalini stasera!!! annucciò.
Noi ci sedemmo per terra ed iniziammo a dividerci le palle. Una nel mio culo, una in quello di J. Mia moglie ci servoglieva che ci dividessimo tutto da bravi schiavi. Infilammo quattro palle a testa. Ne restavano fuori due. Eravamo stati avvicinati dal ridursi della corda e da quello delle palle di metallo.
Bravi! Ci prendeva in giro mia moglie.
Adesso l’ultime due…andiamo…dentro…su…avanti…spingetele nel culo…da bravi servetti…..
Lo facemmo a fatica. Ma entrarono. Cinque palle! Il dolore era fortissimo.
Miriam allora prese a tirare la corda con lentezza esasperante. Piano piano aumentando il nostro dolore, la nostra sottomissione. Tirava piano. Piano. Con arguzia. Dolore, ma anche un brivido di piacere. Le palle uscirono piano, regalandoci attimi di delizia pura. Dolce dolore per dolce piacere. Ancora una e poi le palle furono per terra. Tutte. Mia moglie ne raccolse una e me la ficcò in bocca. Sapeva di gel, di metallo e di odori del mio culo o di quello di J. Ero eccitato e godevo mentre mia moglie mi faceva succhiare una palla di metallo. Intanto K.era seviziato dalla padrona che infilava una palla dietro l’altra nel suo culo. Lo teneva sulle ginocchia e quelle gambe d’acciaio, muscolose, nere e potenti sembravano tenerlo su senza la minima fatica. Infilava le palle nel culo esposto dello schiavo e lo sculacciava. Era un’immagine bellissima. Una Padrona nera, muscolosa, con due tette gigantesche che teneva sulle ginocchia senza fatica un uomo grosso come K.1,80 di altezza per quasi cento kili di muscoli. Infilava le palle e sculacciava quel culo bianco, pieno di palle di metallo esposto alla sua mercé.
(per commenti o suggerimenti: dorfett@alice.it) Miriam e MissPowell tornarono ad allenarsi duramente. Si preparavano al GrandLucasClassic for bodybuilder, una competizione molto importante che si teneva a S. Allenamenti pesanti, senza sosta, cibo controllato e riposo dopo le 8 di sera. Io e J.avevamo molto da fare durante il giorno per stare dietro al funzionamento della casa-palestra, K.ci tempestava di ordini e obblighi e lo stare legati con quelle strane corde, le catene, i campanellini e tutto il resto, per quanto ci fossimo abituati, non era facile. La sera, quando mia moglie si era ritirata e MissPowell era in camera con K.,anche noi avavamo la possibilità di tirare il fiato.
Ogni tanto, sul portatile, mi riguardavo le immagini della inculata che avevo subito dalla Padrona e mi eccitavo al ricordo.
Anche J.aveva la sua, più fornita della mia, galleria di immagini e video della sua esperienza in casa di MissPowell.
In un file teneva le foto: feste a casa-palestra, lui succube di nerborute donne in pantaloncini da palestra o vestite come donne normali, ma sotto i vestiti alla moda muscoli enormi, bicipiti scolpiti, addominali da statue greche, pettorali grossi, tette rifatte, volti segnati dalla lampada o neri di pelle ebano come quelle delle amiche intime di MissPowell.
In alcune foto J.era sotto le grinfie di queste donne. Sottomesso, servo, seviziato, frustato, inculato con enormi falli appesi alla vita mastodontica di queste donne palestrate. Lo prendevano come un bambino, lo tenevano a sé o lo sculacciavano. Lo scopavano coi loro cazzi colorati. j.era felice.
Nei video si ritrovavano immagini delle feste.
Quando le ragazze della Padrona scendono in città &egrave una baldoria. Guarda qui!
Vedo. Cazzo che fiche!
Puoi dirlo. Grosse. Belle. Incazzate.
Ci danno pesante.
Certo. Scoapano e ti trattano come una nullità. E tu sei una nullità di fronte a loro, così grosse, così muscolose, così donne.
Cazzo…non vedo l’ora…
manca poco….manca poco..per fortuna…
Il giorno della competizione, Miss Powell e Miriam partirono presto per l’aereoporto. K.le accompagnò col Suv. Avemmo le prime notizie dal telefono di K.lui stava guardando la tv in soggiorno, padrone e dispettoso, mentre noi eravamo obbligati a pulire la dispensa, la palestra, i bagni e tutto quanto. Quanto lo odiavamo! Se ne stava spaparanzato al megaschermo lasciando a noi ogni incombenza.
Miriam &egrave passata in semifinale.
Bene! Dissi io e J.usultò con me.
Silenzio bestie! Tornate alle pulizie. Muovetevi! Ma prima portatemi dei biscotti e del latte, caldo, mi raccomando, stronzi!
Fanculo pensammo mentre assieme andammo in cucina per obbedire all’ordine di K.quel fottuto culo sfondato che, senza la Padrona in giro, comandava come un re indiano.
La sera telefonò in chat la Padrona.
Come vanno le cose,K?
Benissimo Signora, tutto fila liscio… disse mentre si aggiustava la camicia e faceva sparire le tracce delle bottiglie e delle riviste dal soggiorno.
ok. stronzo. Qui fila tutto al massimo. Miriam &egrave in gran forma e ho un buon feel sulla gara.
Ottimo.
Silenzio, coglione! Quando parlo io tu stai zitto, intesi?
..sì..
ti ho detto silenzio deficiente! Tirati uno schiaffo, dato che da qui io non posso farlo!
Come?
Uno schiaffo. Tiratelo. Cosa c’&egrave non ci senti più?
..ehmm
Avanti! Fammi vedere, scemo! Ordinò e noi ridemmo da dietro. Se le meritava due cazziatoni quello stronzo di K.
…così? E si tirò uno schiaffo.
Più forte scemo!fammi sentire il colpo!
…così? E si tirò un nuovo colpo, più forte. Noi ridevamo come scemi.
Più forte!ho detto!!! e K. Si colpì ancora
ancora una volta! Fammi sentire bene!!
Altro schiaffo. La Padrona sorrise.
ok. dicevo che ho buone vibrazioni per Miriam domani. Voglio che tu chiami Gillian della SturrePointNews. Devi dirgli che gli ho mandato una mail con le indicazioni per il servizio delle 6.00pm di domani. E che poi manderò il resto. Voglio copertura sul concorso. Hai capito?
..sì, Signora…
guarda di non sbagliare. Ciao stronzetti, filate a letto.
Sì, Signora…subito.
E chiuse il collegamento chat video. Noi ridevamo ancora. Ma K.era furioso.
Stronzetti figliditroia rottiinculo!cosa avete da ridere?andate subito in camera vostra. Non voglio vedervi in giro stanotte!
…sì…subito…. dicemmo continuando a ridere di lui. Stronzo, coglione.
Eccitati per l’umiliazione di K.da parte della Padrona e senza sonno ci mettemmo a guardare i vecchi video di J. Me ne mostrò uno relativo alla punultima festa a casa di MissPowell con le amiche. C’era lui legato ad una ringhiera. Di sopra. Catene ai piedi per non allontanarsi troppo, catene ai polsi. Legato alla ringhiera in modo tale che la sua testa fosse posizionata fra le assi della ringhiera e le mani legate sopra. Immobilizzato. Si vedeva una bodybuilder che si divertiva a metterlo a suo piacimento. Era una donna grossa, nera, nuda. Lunghe gambe di ebano scuro, piedi lunghi e pesanti, braccia di puro acciaio impreziosite da polsini da schiava attorcigliati sui suoi possenti bracci. Oro su ebano. Il volto non era particolarmente interessante. Aveva lunghi capelli che teneva liberi sulla schiena piena di muscoli di ferro. Giocava col corpo di J.lo legava e lo colpiva, scherzando. Si sentivano urla e battiti di mani, risate, il video era poco fermo, ma il corpo della donna era grosso e bello. Indossò uno strap-on di medie dimensioni e premette sul culo di J. Quello era legato alla ringhiera e con il capo penzolava fuori. La donna prese a spingere. j. Urlava. Lo strap-on penetrava. Con due rapidi colpi fu dentro. Spinse. Urla. Applausi. Grida. j. Penetrato. Iniziava lo show. La donna prese a fottere il mio amico con gioosa potenza. Una macchina da fottore. Un corpo da sodomizzare. E lei spingeva. Il video si posizionò su qualcosa e si vedeva J.in primo piano che urlava di dolore e goduria inculato da quella donna prepotente e bella nella sua fisicità femminile e violenta. j. Urlava spinto nel vuoto dai colpi secchi di lei. Il cazzo entrava e usciva. Lei spingeva e aveva una forza leonina. Spingeva colpi duri. La testa di J.era fuori dalla ringhiera, era legato e stuprato da una donna con uno strap-on. Quella forza della natura, coi muscoli che si muovevanon assieme, potenti e divini spingeva. Dentro e fuori. Forte. Violenta. j. Urlava nel vuoto. Grida e applausi. Lei spingeva, il cazzo andava e veniva. Sempre più rapida, sempre più forte. J.gemeva e godeva. Urlava di dolore e si godeva l’estasi di quel corpo di pantera che usava la sua agilità e la sua forza per incularlo per bene.
Cazzo se era forte quella donna!
Fortunato!
Era bellissimo…fantastico…
ti credo
mi ha scopato così per non so quanto. Spingeva e fotteva. Una belva….. Prima di raccontarvi come andarono le cose nella villa-palestra di MissPowell in assenza della padrona, e prima di sapere come si classificò mia moglie Miriam al concorso, voglio illustrarvi una situazione che capitò qualche settimana dopo, quando la Padrona e la sua allieva erano già tornate a casa. Secondo me &egrave interessante.
Ecco la scena:

Al centro della stanza un comodo lettino di pelle chiara, molto comodo sul quale &egrave adagiato il muscoloso corpo nero della Padrona. Muscoli di pelle guizzante e tirati che riposano su quel lettino. Blocchi di carne allenata e potente, meravigliosi addominali scolpiti sui quali emergeva, prepotente, avvincente, seducente l’ombelico di MissPowell. Non un ombelico normale, ma date le dimensioni e la stazza della donna, si trattava di una sorta di metà di un guscio di noce rovesciato, compatto, grosso. E poi il suo busto sul quale troneggiavano due tette gonfie, enormi, siliconate ma di una perfezione unica. Il collo tarino, e più sopra la faccia splendida di quella regina nera. Una bocca carnosa e perfetta, rossetto viola acido su quelle labbra spumose e cariche, le gote gonfie di bisturi, ma al solito molto sexy, un mento appena a punta, duro. Due occhi di principessa di ebano neri ora nascosti dagli occhialini per i raggi uva. Siamo infatti dentro un mega solarium. Una luce bianca e viola illumina tutto cio&egrave il corpo bellissimo di MissPowell, il costume sulle tette meravigliase e i rilflessi delle sue ciocche di capelli di colore giallo in mezzo a quelli neri.
Io e J. Invece eravamo appesi al soffitto. Per mezzo di cariole eravamo fissati al soffitto ma in grado di muoverci sopra il lettino e il corpo della nostra padrona. Dovevamo prenderci cura del suo corpo mentre si faceva il bagno di sole. Dovevamo idratarlo con spray con acqua e essenze balsamiche. Nutrire la sua pelle secca con gel costosi e profumati. Massaggiavamo i suoi muscoli delle gambe e i piedi mentre andavamo sopra e sotto con le cariole. Lei si godeva il bagno di sole. Eravamo nudi e alle spalle portavamo delle ali di angelo di piume. Eravamo ridicoli ma la Padrona aveva gradito l’allestimento. Sfrizionavamo, bagnavamo, massaggiavamo sempre muovendoci attorno al suo corpo di ebano come angeli appunto, angeletti schiavi di una Padrona nera. Portavamo occhiali da sole particolare per proteggerci dai raggi. Lavorammo mentre la Padrona si godeva quel bagno di sole nutriente(non certo abbronzante…). Tuttavia noi, quando uscimmo avevamo la schiena segnata dal sole, bruciava e ne avevamo anche in faccia come rigati, sulle braccia strisce di sole dove avevamo beccato la luce lavorando sul corpo della nostra padrona. Eravmo ridicoli con qui segni di sole e le ali di piume. k.rise di gusto vedendoci emergere dalla stanza coi raggi uva.
che roba…!
Zitto tu! Sono divertenti invece. Vi brucerà stasera…comunque non mi servite più…sparite di sopra e tu K.seguimi in camera..devo prepararmi per uscire…
..subito Signora. Disse K.
Certo Padrona… aggiungemmo noi.

Andammo di sopra come ordinato e riponemmo le nostre ali da angioletti schiavi.
Interessante, no?
Spero di sì.
__
Ma torniamo a noi. Eravamo rimasti che MissPowell aveva ordinato del lavoro a K. Che fino a quel momento ci aveva tenuti, me e J.a servizio suo e della casa. Lo stronzo. Uscì e andò a fare quanto doveva.
Il giorno dopo seguimmo in diretta la finale del GrandLucasClassic: Miriam vinse il primo premio e pianse sulla passerella mentre veniva incoronata vincitrice della sezione femminile B-2.
Le mandai un messaggio di congratulazioni subito:
AMORE!!!SEI LA NUMERO 1. LA MIGLIORE.
Lei ovviamente non mi rispose se non a tarda notte quando rientrò dai festeggiamenti con la Padrona per la vittoria.
Mi chiamò lei, la voce alterata dall’acool:
MARITINO…..GRAZIE….SONO APPENA RIENTRATA DALLA FESTA PER IL TROFEOOOO…..NUMBER1 FINALMENTE!!!!!! HO BEVUTO CHAMPAGNE E MI SONO SCOPATA IL TERZO CLASSIFICATO DEL CONCORSO MASCHILE……SI CHIAMA….LUC…O LACK….NON SO…UN FISICO….VEDESSI….ANZI POSTO LE FOTO SU FACEBOOK….MARITINO?MI ASCOLTI?CI SEI?
ci sono..Miriam…sono felice per te..
Grazie….lo so….che mi ami….sì…lo so…anche io ti amo…ma capisci che devo divertirmi con quelli della mia stazza….
capisco Signora…
lo so…
capisco…
bene…ecco….insomma sono felice…e lo devo anche a te….tu che stai con me….che mi sostieni sempre….che sei il mio schiavo e anche mio marito…
sì, signora…
sìììì…ecco…..io…e te…insomma…lo sai che ti amo…dolcezza…..lo sai?
Lo so Miriam.
Bene. Quando torno giuro che passiamo una giornata assieme….lo giurooooo…..sì….io e te….chiedo il permesso a MissPowell….vedrai….lo giuuuurooo
grazie Miriam.
Ciao maritino…
buona notte Signora.

__

In effetti passò una giornata di libertà con me. Andammo al mare. Mangiammo pesce in un ristorantino romantico sulla spiaggia. C’era poca gente, la giornata era fresca ma c’era il sole. La bacia sulla bocca e lei, mia moglie ricambiò il mio bacio. Le sue labbra fini sapevano di sale e fragola, l’abbracciavo per quanto potevo con quella massa di muscoli appena trattenuti da un vestito a fiori e sopra una maglietta di cachemire. Doppo passeggiamo sulla sabbia.
Lei guidò fino a casa di suo padre. Mi lasciò in auto ad aspettarla mentre lei entrava in casa. Ci restò per più di due ore. Io chiuso in auto. Rientrò in auto commossa. Miriam venerava suo padre, campione bodybuilder, lo amava.
‘..mi ha detto che sono brava. Che ho delle grandi qualità!
…che bello Miriam… e l’abbracciai ancora. E la baciai. Lei rispose al mio bacio nelle lacrime di goia.
..andiamo…
dove?
oh..non so….ma voglio che questa serata continui…sono contenta…
allora continuerà!
Bravo. Portami via. Vai.
Andammo a nord fino a Pale City in N.M.e ci fermammo a mangiare in un tacos vicino alla statale 81. a fianco c’era un motel. Eravamo stanchi. Perché non prendiamo una stanza suggerii io. E mia moglie approvò.
Salimmo nella stanza, carina, pulita e lei accese la tv e si spogliò. Rimase solo in reggipetto e mutandine rosse. Un fisico possente, grossa, alteltica, muscoli ovunque. Mia moglie campionessa.
Perché non vai in bagno e ti fai un bel clistere marito-schiavo?? che dopo ti prendo da dietro come piace a te e ti scopo tutta la notte?
Subito Signora…non vedo l’ora……
andai in bagno e preparai il clistere come ordinato. Lei nella borsa da palestra portava tutto l’occorrente sempre con sé. Amava spurgarsi a quel modo. Sapevo che era MissPowell a metterle il clistere in culo e pompare acqua. Preparai tutto e mi misi nella vasca con la peretta in mano. Mi misi del gel sul culo e piano piano feci entrare la peretta. Nel mentre entrò Miriam in bagno.
Ummm…vedo che sai il fatto tuo…..bravo….
grazie Signora… e spingevo l’acqua nel culo.
Dammi qua!! disse lei e mi strappò la pompetta e la ficcò più a fondo con fare sbrigativo e con la sua forza da bodybuilder. Entrò nella vasca e si prese il mio culo, lo dilatò e spinse forte il clistere e prese a pompare come una forzennata. Pompò l’acqua calda nel mio culo e in pochi colpi finì. Mi dette uno sculaccione e disse ficcandomi un dito in gola da succhiare:
adesso fai il tuo dovere e pulisciti bene….poi torna in camera e preparati….al mio strap-on colorato….vai….
subito….
e Miriam andò di là. Chiusi la porta e mi sedetti sul water. Cercai di non pensare e riuscii a liberarmi le viscere.
Buttai tutto fuori, anche acqua naturalmente e mi pulii bene. Pulii il culo e lo spalmai di gel. Attentamente.
Andai in camera e mia moglie mi aspettava sul letto. Nuda, un cazzo rosso appuntato al ventre. Grosso. Mi fece segno di avvicinarmi.
A quattro zampe come si conviene a un marito-schiavo…come te…
sì, Miriam..
avanti…vieni qua…su da bravo…. e mi chiamò a sé. Andai carponi e le leccai il dito e poi le baciai i piedi. Baciai e mi sentivo pronto per quel cazzo rosso che svettava sopra di me. Mi sentivo pronto per essere inculato da mia moglie.
Per prima cosa mi fece distendere sul letto e controllò che il mio retto fosse libero da impurità. Quindi prese a massaggiarmi l’ano affondando con delicatezza un suo dito. Entrava leggera e poi faceva girare la falange dentro di me, quindi usciva. Rinfilava il dito e girava. Piano. Dolce e sadica. Quindi prese ad immergere nel mio culo tutto un dito e a girare con più forza.
Mi strappava urla di dolore
e di piacere. Intenso.
Passò a due dita, girando forte.
Ne infilò una terza e mi fece urlare di dolore:
Avanti…non esagerare…ho visto sai il video nel quale MissPowell ti scopa col suo cazzo con le iniziali…lo prendevi bene…e lo prendevi tutto fino in fondo….questi manco li senti…
…oh…Miriam….certo…fai come vuoi…
lo faccio maritino…
E affondò ancora con quattro dita e poi tutta la mano.
Urlai ma provai anche piacere.
Prese del gel e se lo mise sulle dita e ficcò di nuovo il pugno dentro il mio culo. In effetti era piuttosto largo e spanato dopo i trattamenti vari ricevuti negli ultimi tempi. Quando ebbe finito di mettere il gel direttamente dalla sua mano dentro il mio culo, puntò il mio ano con lo strap-on e lo infilò al primo colpo. Urlai ma lei mi sedette sulla schiena. Sentii il peso di una donna di 80 kg di muscoli allenati. Possente. Femminile, padrona. Mi schiacciò e mentre mi spiaccicava sul letto il suo cazzo posticcio mi penetrava in profondità. Urlai di dolore e di soffocamento per quel corpo di budybuilder che mi schiacciava. Poi sentii solo il cazzo. Il cazzo di Miriam che mi scopava. Mi fotteva andando avanti e indietro.
Dentro fuori.
Prese ritmo e i suoi colpi atletici mi devastarono il culo.
Con forza mi scopò senza sosta per qualche minuto.
Ero schiacciato dal suo corpo ateltico, da tutti quei muscoli di campionessa. Lei rideva e spingeva. Sentivo solo quel cazzo che mi fotteva. Per fortuna non era grosso ma i colpi che assestava mia moglie erano di quelli tosti.
Dentro fuori.
Dentro e fuori.
Il suo corpo che mi schiacciava e la sua verga che mi trafiggeva.
**
Rientrammo il giorno dopo in mattinata. Stanchi ma contenti. Io distrutto dalla scopata della sera prima cio&egrave.
MissPowell ci attendeva sulla porta.
tu fila a cambiarti e ad allenarti. Ordinò a mia moglie che eseguì subito l’ordine. Era succube pure lei della Padrona.
Tu invece vai in camera tua.
**
I giorni passavano.
Una notte, saranno state le una e mezza, io stavo pisolando sul mio letto e J.stava scrivendo mail a sua sorella Ives, quando l’interfonico della stanza trillò. Solo la Padrona poteva essere a quell’ora, J.si alzò di colpo e rispose:
Sì, Padrona…a disposizione…
Venite in camera mia subito. Tutti e due.
Sì, Signora… – disse J.riagganciando e già dandomi colpi sul letto per farmi alzare.
Muoviti…
Mi tolsi il pigiama e rimasi in mutande. La Padrona quando ci chiamava al suo cospetto in camera voleva sempre vederci nudi. Anche J.si tolse pantaloni e maglietta. Uscimmo dalla stanza incamminandoci in fretta lungo il corridoio. Quando la Padrona chiamava voleva che fosse subito. Non fra cinque minuti. Ma a metà corridoio J.si bloccò:
…che scemi!dobbiamo legarci!…siamo senza collare..
…merda…che dici ce la facciamo a tornare indietro?
No. speriamo non se ne accorga. Andiamo!
ok….
era un bel rischio, ma fare tardi era ancora più rischioso. Entrammo in camera inchinandoci. COMANDI PADRONA.
Bene. Domani ho un servizio fotografico importante. Doveva essere fra due giorni ma ci sono stati dei casini….comunque…andate nello studio. Pulite tutto e…
La Padrona ci stava impartendo ordini ma noi due potevamo vedere la scena. Lei era seduta su una poltrona mentre K.era appeso al soffitto. Testa in giù. Il culo e la schiena rossi di segni di bacchette e frustate, nel culo dello schiavo personale di MissPowell era infilato per metà un cazzo equino. La parte fuori dal culo dello schiavo era comuque enorme, altri trenta centimetri di cazzo di cavallo in gomma dura, marrone a chiazze bianche.
…e date una sistemata alle luci. Domani mattina poi andate a fare una spesa da Marr e comprate acqua, soda, energetici e robe varie, saranno almeno una ventina gli ospiti, forse di più, calcolate voi e mi raccomando agite bene. Adesso andate. Via.
Subito Padrona. K.era appeso al soffitto, un corpo atletico e robusto segnato di rosso. Bacchette di sicuro. Fruste. Il culo era enormemente dilatato dal cazzo equino.
Uscimmo dalla stanza divertiti per la scena. Anche se avavemo molto da fare fra quella notte e i giorni seguenti.
J.fuori dalla camera tirò un sospiro di sollievo e mi sorrise. Non si era accorta dei nostri collari mancanti. Tornammo in camera per vestirci e poi metterci a lavoro. L’interfonico suonò ancora.
Forse si &egrave dimenticata di dirci qualcosa per domani… – disse J.per rassicurarmi.
Ehi voi due. Andate allo pc e mettetevi in chat. Sbrigatevi.
Subito Signora…
Aprimmo la chat e Miss Powell era lì, di fronte a noi. Bellissima al solito, labbra rosa smeraldate e brilallanti, occhi truccati ed profondi, la massa del suo cullo di muscoli neri, le sue spalle magnifiche.
Fatevi vedere. Tutti e due!! – ordinò e noi ci sistemma affinch&egrave potesse vederci.
Siete venuti in camera senza collare! Lo sapete che non lo tollero….
..ma…
zitti!
Sì,
Per punizione andrete a pulire di sotto con due plug ficcati nel culo! Voglie vedere che ve li infilate. E guai a voi se li togliete poi! Vi scortico con le mie mani!

Subito Padrona… – aggiunsi io. Alle sue spalle si vedeva ancora il corpo di K.appeso al soffitto. Forse per lui la serata non era ancora conclusa…
muovetevi scemi!!!!!!!!!

sìì
Tu!mettilo in culo, subito! E tu? Non hai ancora trovato un plug?che aspetti?!!muoviti coglione!! – mi urlò e mentre J.si metteva un plug verde di fronte alla cam, io cercavo un fallo. Ne trovai alla fine uno mentre la Padrona mi urlava ingiurie.
Così!!ci voleva forse troppo???!!
…no Padrona…mi scusi…mi perdoni Signora…
andate scemi!!!
Scendemmo di sotto e lavorammo coi plug nel culo, anche se, verso le tre di notte, stanchi morti li togliemmo, contando sul fatto che MissPowell fosse a dormire per il servizio di foto del giorno dopo.
La svegliammo alla 11 come ordinato e andammo in camera sua con i nostri collari ben in vista quella volta e trovammo la Padrona che era sveglia nel letto. A suo fianco, ancora appeso nel vuoto, K.con il suo corpo segnato di rosso e un plug con una coda di cavallo infilato nel culo. Mente l’enOrme cazzo equino marrone a chiazze bianche, che la sera prima era nel suo culo oscenamente, era per terra coperto di gel e umori.
Il servizio fotografico si rivelò una cosa in grande stile. La troupe era almeno di 25 persone compresi gli attori, il direttore, un produttore e
fotografi e cameraman.
Gli attori in realtà erano 9 schiavi di proprietà di una bodybuilder amica di MissPowell, Ajira. Era una donna di due metri, con muscoli grossi come zucche ai bracci, un collo da bue, delle spalle gigantesche. Il volto era quello di una donna oltre i 40, con la faccia tirata che più tirata non si poteva, muscoli anche sul volto, occhi verdi, bianca con grosse vene rosse e blu in evidenza. Portava dei capelli ricci legati sopra. La Padrona e Ajira si baciarono e abbracciarono facendosi complimenti plateali. Gli schiavi erano tutti palestrati neri e bianchi. Metà e metà. Tutti rasati, indossavano solo stule bianche stile antichi senatori romani. Ma le gambe erano massicce, i muscoli forti. Erano tutti con grossi orecchini neri su entrambi i lobi in modo tale che essi si deformassero verso il basso. Tutti avevano tutuaggi. Scritte e disegni, molti erano osceni. Donne uomini trans che si fottevano immersi in nuvole e fulmini colorati, angeli e demoni in mezzo a rose, grossi falli alati. Uno schiavo, uno dei più grossi era inquietante. Bianco, massiccio, quasi due metri. Senza ciglia, rasato ovunque, due spalle da toro, sulla schiena nuda(che notai quando si spogliò per le prove)aveva un enorme serpente verde che nella parte superiore si trasformava in un fallo la cui asta era tatuata sul collo del tipo e poi saliva sulla nuca, e infine sulla testa, ancora un’asta lunga di un pene gigante, alla fine della quale una grossa cappella che sborrava era disegnata sulla fronte dell’uomo, la cappella rosa che veniva a fontana sulla sua faccia e sul volto erano tatuati rivoli di sperma. Era incredibile. Rimasi esterefatto a guardarlo. Lui se ne accorse e venne da me. Mi sovrastava di un metro. Enorme. Mi fissò. Respirai a fatica, intimidito, impaurito. Quel bestione era gigantesco.
Cosa hai da guardare, stronzo?
..mi scusi signore…
gira il culo e vai a fare il tuo lavoro stronzetto…o ti rompo una spalle con una manata. E per farmi capire mi strinse una scapola, fancendomi urlare di dolore.
Cosa cazzo combinate voi due? Fece Ajira. Enorme, quel collo che pareva una portaerei, le labbra pitturate di rosa, gli occhi di ghiaccio.
Nulla…. fece lo schiavo.
Siamo qui per lavorare…
certo signora…
sparite!
Ordinò ad entrambi e ci dette due sculaccioni con quelle mani di pala. Forti. Due colpi che risuonarono nella stanza. La Padrona mi vide. E mi incenerì con lo sguardo.
Dopo le prove iniziarono gli scatti e le riprese.
Miss Powell era la regina, ovviamente. Dritta sopra il corpo teso di uno schiavo portava solo un costume da gara. Bikini verde e rosso con brillanti. Era maestosa sopra quello schiavo, le sue gambe nere massicce di muscoli strafottenti e perfetti erano ben piantate sugli addominali del palestrato, un bianco. Poi fu issata su due schiavi, anche questi sulla pancia. Un nero e un bianco. Poi sopra le loro spalle, quindi altri due schiavi ancora a coppie miste furono stesi ai suoi piedi. Flash. Scatti. Riprese. Lei si issava sopra le loro schiene e fissava in macchina austera. Magnifica. Pause. Caff&egrave che io, J.e un rintronato K.servivamo nudi legati dalle corde, fra le battute pesanti dei fotografi e dei cameraman. Andavamo di qua e di là facendo risuonare i nostri campanellini. Dopo i caff&egrave altri scatti. MissPowell sopra corpi nudi, padrona della scena. Flash. Scatti. Fu portata una sorta di lettiga da regina araba. Due grosse fasce di legno erano sormontate da un letto coperto da un baldacchino bianco. Per consentirne il trasporto dei pali di legno erano posizionati a poca distanza. Tre schiavi da una parte e tra schiavi dall’altra, dopo prove lunghe e faticose, tre bianchi e tre neri sollevarono la portantina con sopra MissPowell straiata. Scatti. Flash. La portantina fu fatta girare con gli schiavi che faticavano a portarla, grossa, di legno pensante con la Padrona dentro. Ma lo fecero. I cameraman ripresero la scena. Fu data una frusta a MissPowel e quella la fece roteare in giro. Colpì e frustò. Scatti. Flash. Nuova pausa. Altri caff&egrave.
Poi ripresero da come lasciato. La portantina e la Padrona che faceva scatti incitata da Ajira e dal produttore.
Poi fu la volta dello schiavo bianco enorme col cazzo tatuato in faccia. Da solo fu messo di fronte a MissPowell che salì sopra di lui e frustandolo con colpi micidiali lo fece trotterellare per la stanza. Lo spingeva con le gambe di ebano portentose e quello subiva tutto senza sforzo. Era proprio grosso, la cappella che sborrava sulla sua faccia, fissa, gli dava un’espressione da pazzo spiritato. La Padrona lo rimpì di calci per farlo trottare e quello tranquillo come se niente fosse. Lei capì che quello la stava sfidando sul suo campo…era abituato a Ajira, molto più grossa di lei, ma MissPowell non era certo una che perdeva uan sfida. Così quando il produttore annunciò un’altra pausa per cambiare le luci, la Padrona fece:
Fermi tutti! Questo servo osa sfidarmi…
cosa dici cara… fece Ajira.
No, lo so.
Ma non ci prova neppure, quella merda fa solo quello che io ordino di fare, &egrave più docile di un cagnolino….l’ho domato io…quando come gli ho ridotto la faccia!!quando si guarda allo specchio vede un cazzo sulla sua fronte!!
Ti dico che questo osa sfidarmi….
‘.garantisco che…. fede Ajira. Lo shiavo era a terra, in silenzio ma il suo non fiatare non chiedere scusa era un’aperta sfida alla gerarchia. Lei non poteva certo sopportarlo. Mai.
Passatemi la frusta. Ci penso io!!
..ti dico….
la Frusta subito!! ordinò e J.giela dette. Era una frusta robusta, non lunga, nera di pelle. Lei l’agitò nell’aria, era un rumore fortissimo. Un mulino, un jet che mulinava nella stanza. Quando si abbatt&egrave sulle chiappe del servo fu un colpo durissimo, da spellarlo. Infatti quello urlò di dolore e la sua faccia col cazzo sulla fronte tatuato si contrasse in una smorfia di sofferenza pura. Ma niente in confronto al secondo colpo che venne giù come un tuono. SKIAFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
Lo senti adesso?????!!!!!!!!!!!!!!

Lo senti schiavo??? e un altro colpo, fortissimo, seguito da un altro ancora più forte.
‘.noooo
sìììììììììììììììììììììììì…lo senti’luridoverme?????!!!!!!!!!!!!!!!!!
i colpi della frusta piovvero giù con una forza potentissima e violenta. Il servo urlava di dolore. Erano urla micidiali. Tutto era ripreso e il produttore era eccitato e urlava a MissPowell di continuare a colpire. Quella colpì. Violentissima. Frustate di una forza straordinaria. Colpi gravi e secchi. La pelle del servo schizzava. Si allontanò d’istinto per ripararsi, ma Ajira lo raggiunse, con una mano solo gli bloccò il collo e lo mise a terra, fermo, bloccato.
Fagli sentire la frusta a questo verme!!! disse rivolta a MissPowell che prese a colpire il culo e la schiena del servo con colpi ancora più forti. Una furia. Quello piangeva e si dimenava ma Ajira lo teneva fermo con una mano e puntndo una gamba sul suo braccio. Così quello prendeva i colpi di Miss Powell con il produttore eccitato che urlava e tutti che facevano foto.
Chi comanda qui???!!!!!!!!!!!!CHIIIIIIIIIIIIII????????????????????????????????
‘…………………..leiiiiiiiiiiiiiiii……………leiiiiiiiiiiiiiii…………..padronannnnnnnnaaaaaa

Lo schiavo con un cazzo sborrante tatuato sulla faccia aveva osato sfidare la Padrona e si era beccato una lezione di frustate che non avrebbe dimenticato. Nonostante la mole eccezionale dello schiavo, MissPowell lo aveva ridotto a pezzi. Rantolava per terra piegato dai colpi. Gli altri schiavi del servizio fotografico e cameraman e fotografi erano ammutoliti.
Solo il produttore era eccitato e ripeteva:
_ Avete ripreso? Avete ripreso tutto? &egrave stato grande….Grandeeeeee!!
Ajira riprese il suo servo e lo condusse via.
Nuova pausa.
_ Come va, MissPowell? Chiese il produttore.
_ Oh, alla grande! Sono carica a palla!! Cosa filmiamo adesso?
_ Beh….non saprei…..il materiale &egrave già ottimo così per me….quella frustata…&egrave stata..beh…&egrave stata incredibile…
_ Ho la mano pesante….
**
Il set fu smontato e gran parte della troupe se ne andò. Ajira ordinò a gran parte degli schiavi di tornare a casa.
_ Me ne bastano tre…e naturalmente lasciatemi Dickeyy fece rivolta alla sua tribù. Dickeyy era lo schiavo frustato.
_ Cenate qui? Chiese la Padrona a Ajira e al produttore.
_ Perché no? Ho voglia di cibo thai. Conosco un ristorante che fa servizio a domicilio….
_ Ok, pensavo di chiedertelo Cara, sono stanca e non ho voglia di sobbarcarmi ora un viaggio fino a casa.
_ Puoi rimanere a dormire, Amoruccio….la casa &egrave grande..gli schiavi li hai….non ti manca niente amoruccio…
– Va bene.
**
Servimmo la cena in veranda, la serata era calda, io, J.e K.legati come al solito danzavamo fra i tavoli servendo le pietanse. Era rimasto anche Greg un fotografo, un tipo gay simpatico di Baltimora. Si fece un paio di piste di coca prima di cena, poi stette tutto il tempo a bere rum senza mangiare, parlare a raffica, toccarci il culo o ordinare ai servi di Ajira di mostrargli il cazzo. Ogni tanto ne prendeva uno in bocca e poi tornava a bere. I servi di Ajira era seduti in ginocchio al tavolo, dove le donne e gli altri parlavano. Ajira in realtà era seduta sulla schiena di Dickeyy che gli faceva da sedia umana. Ajira era grossa, una donna enorme, muscolosa, pesante che schiacciava il povero Dickeyy e la sua faccia tatuata. L’espressione era sofferente e spiritata. La schiena poi doveva essere una unica piaga per i colpi ricevuti da MissPowell una ex-campionessa del mondo di bodybuilder. Non so come potesse resistere.
Dopo cena Greg chiese il permesso di appartarsi con due dei servi di Ajira. Lei, ora seduta su una poltrona accanto alla Padrona e Miriam, acconsentì. Rimase solo Dickeyy che era al centro della stanza, rosso in volto per lo sforzo, la testa rasata e lucida rossa, la schiena a terra lungo il collo taurino, le braccia piegate per sostenere il corpo, il busto in tensione, arcuato per aprire le enormi cosce bianche, i piedi ricadevano a terra in una posizione di riccio, il volto seminascosto era in tensione, un grosso cero rosso infilato nel culo. Le dimensioni del cero erano gigantesche, ma Dickeyy accoglieva tutto con facilità. Ajira gli aveva piantato quell’affare senza problemi, un poco di gel da parte di K.,e cun colpo secco. Acceso il cero stava iniziando a colare. Tutti bevevano e mia moglie mi chiamò a sé, mi mise le sue gambe possenti sulla schiena e mi ordinò di farle da appoggio per i piedi e il bicchiere.
_ Questo &egrave mio marito-schiavo. Fece al produttore.
_ Suo marito? Davvero?
_ Sì.
_ Oh, beh..questa &egrave nuova…sposati?
_ Sì.
_ Felicemente…a quanto vedo…. disse ridendo e servendosi da bere.
Per non essere da meno, Miss Powell ordinò a K. di prendere un tubo di gomma dura. Lo fissò al pavimento. Era un tubo di una quarantina di cm., piuttosto massiccio come diametro e la bocca a tubo piuttosto larga.
Ordinò a K.di farsi una peretta di gel e di sedersi sul tubo. Quello obbedì, ma anche per un culo aperto come K.quel tubo era insidioso. Provò a cavalcarlo, ma non riuscì ade entrare, l’apertura era troppo larga e innaturale per un culo.
_ Sei un incapace!!un incapaceee!! urlò la Padrona colpendo K.con manate e schiaffi. Pale pesanti e violente. Io facevo da tavolinetto a mia moglie e vedevo tutto. J.fu chiamato ad aiutare K.per la riuscita dell’operazione. Risultò laboriosa e complicatissima. j. Si sforzò in ogni modo, K.uguale, la Padrona menava colpi e il produttore e Ajira ridevano. Dickeyy soffriva, piangendo, la cera era colata sul suo culo, lungo la schiena martoriata e bruciava, e quel cero piantato nel suo culo era proprio enorme.
k. a schiaffi e colpì alla fine entrò ne tubo e si scopò da solo col tubo che entrava ma non usciva più. Non era proprio una scopata, tutti ridevano, Greg tornò con uno dei servi di Ajira e si godette lo spettacolo di K.che era infilato da un tubo piantato per terra.
_ Io sono stato sposato ben 4 volte…ma mai ho avuto una…schiava…cio&egrave disse il produttore rivolto a mia moglie. Io a terra facevo da tavolino al suo bicchiere.
_ Oh…fa comodo avere un marito-schiavo…&egrave pratico….e poi…io….sono la schiava…a mia volta…di MissPowell…certo &egrave un livello diverso…di noi…bodybuilder…intendo…ma io eseguo gli ordini di Lei….anche se non sono come mio marito qui…. e mi dette una botta coi piedi sulla testa.
_ Interessante….la mia ultima moglie, Asa, una ventenne di Chicago aveva fantasie sadomaso….le piaceva essere legata e sodomizzata con falli finti….tanto più che io…insomma….hai capito…. e fece segno con la mano al basso ventre.
_ Le piaceva essere legata e soffocata con nastri di seta. La scopavo nel culo con falli sempre più grandi….
_ E poi?
_ Beh….iniziò a tradirmi…conobbe un regista di Philadelphia e un bel giorno se ne andò. Meglio così…credimi….molto meglio così…e tornò a bere.
_ Adesso? Asa cosa fa?
_ L’ho sentita per Natale….aspetta un figlio..dal regista. Chissà se le piace prenderlo ancora in culo legata..?
_ Credo di sì…. disse Miriam e rise di gusto.
_ E lei usa mai dei falli su suo marito?
_ Certo! Come no? L’altro giorno per dire, siamo usciti assieme…per festeggiare la mia vittoria….e abbiamo cenato e poi in camera mi sono scopato quest stronzetto per bene, gli ho rotto il culo, vero gioia?
_ ..sì….Signora…. dissi io dalla mia posizione di sottomesso.
**
La serata proseguì con rum e risate. Dickeyy era coperto di cera, spezzato in due. Non so come potesse resitere, ma lo fece. K. aveva il culo strappato per il tubo preso sotto gli ordini della Padrona. Greg ubriaco stava spompinando un servo nero di Ajira. Mia moglie parlava col produttore e ogni tanto mi posava il bicchiere sulla schiena o mi dava colpi con i piedi.
Miss Powell prese il suo portatile e annunciò:
_ Ehi, stamani ho visto un sito favoloso. MakeUpWithChatelle. Si tratta di un sito dove una transex nera della Georgia fa lezioni di make up con una donnona nera, ballano, si truccano, ridono, scherzano….sono favolose…mi sono divertita a guardarlo…ve lo mostro. E fece partire un video dove una transex nera molto robusta, non alta, ma gran seno naturale e bel volto da donna del Sud ballava e si truccava di fronte alla telecamera, cantava, prendeva in giro gente, e riceveva telefonate. Mostrava il suo cazzo, un biscione bello grosso, nero, depilato, massiccio e faceva la scema in chat. Era divertente e la transex piena di verve e brio. Allegra e sfrontata.
_ Vi giuro che &egrave forte! Fece la Padrona e mia moglie si avvicinò a lei per vedere e il produtt e Greg fecero altrettanto:
_ Bella nerchia fece Greg
_ E’ simpatica? Come si chiama?
_ Chantelle…
**
La serata finì con Greg ubriaco fradicio che vomitava in bagno. Miss Powell che andò a dormire presto e Ajira che rimase a parlare con il produttore. Lei era seduta sulla faccia di Dickeyy, mia moglie che si era appisolata con le gambe sulla mia schiena e un bicchiere in bilico. J.aveva portato K.al pronto soccorso per il culo slabbrato. Telefonò per dire che con qualche punto se la sarebbe cavata. Io sudavo e sentivo il peso della gambe possenti di mia moglie Miriam. Il bicchiere prese a scivolare per il sudore. Ma non potevo fare niente. Se mi alzavo avrei svegliato mia moglie e sapevo che lei si sarebbe incazzata. Quando il bicchiere cadde la botta fu clamorosa.
_ Stai attento! Coglioene! Mi fece Ajira.
Miriam si svegliò di botto.
_ Cosa combini stupido?
_ ‘..ma se….lp’avrei svegliata….signora…. tentai di giustificarmi, ma per tutta risposta mi presi calci in pancia e uno schiaffo violento.
_ Accompagnami a letto! Lurido cane!! ordinò e ci allontanammo lei altera nel suo fisico da bodybuilder ed io a quattro zampe che le trotterellavo dietro.
La seconda session di riprese si svolse negli studi del produttore. Questa volta erano coinvolte delle donne che si sarebbero misurate con la figa della Padrona. Le donne erano tutte e tre molto belle. Due bianche bionde alte ed attraenti, belle tette e beli volti sani da ragazze copertina. La terza era un’asiatica piccoletta ma bella tosta. Pelle liscia e brillante, seno sodo e dolce, un visino da ragazza ma con accenni da troia. Aje si chiamava, non era alta più di un metro e sessanta e dietro le due biondazze spariva, ma aveva pepe e brio giusti, era carica e seducente. Allegra e sprizzava sesso da ogni poro della sua pelle di brillante bellezza. MissPowell la notò subito e disse: _
_ Mi piace quella bambina…&egrave una vera cavalla di razza.
La prima scena si svolgeva in doccia. Le due biondazze si facevano insaponare e sciacquare dalla asiatica, limonavano fra loro fra acqua calda e schiuma bianca e poi passavano a massaggiarsi dolcemente e eroticamente. A quel punto entrava in scena la Padrona. Statuaria e bellissima al solito: costume blu elettrico che sembrava esplodere sotto i colpi di quelle tette gonfie nere ed enormi che erano una forza della natura e della geometria del chirurgo plastico. I capezzoli in tiro. Duri, missili di carne di razza padrona. Le gambe fasci di muscoli di marmo, neri e selvaggi nella loro perfezione femminile. La regale figa era dietro il sotto del costume, una minuscola pezza che copriva la sua passera depilata. L’inguine era segnato da muscoli. Sorrideva con la sua bella bocca di donna nera, pitturata di blu come il costume. Occhi truccati pesantemente. Braccia enormi che annunciavano potere. Le donne si meravigliavano della presenza di MissPowell sotto la doccia, si complimentavano per il fisico, per i muscoli possenti. Aje si attacava ad uno di questi e si faceva sollevare dal nuscolo della bodybuilder. Poi con le gambe allenate le si avvinguiava addosso con un numero da spiogliarellista da stripbar e le due biondazze si mettevano a toccare le gambe della Padrona e a insaponarle la schiena.
Dopo la pausa per luci e varie, la sequenza della doccia riprese. Dai massaggi si passò ai palpeggiamenti e ai baci. Aje si arrampicò sul busto di MissPowell e si sedetto sopra con garbe larghe e figa orientale in bella mostra. Le due bionde pomiciavano fra di loro e si toccavano.
Nuova pausa. La Padrona e Aje si misero a parlare in camerino. Servimmo caff&egrave e sandiwch, poi il produttore richiamò le donne e MissPowell.
Ancora in doccia Aje e la Padrona si misero a fare sesso. La donna baciava la figa della bodybuilder con un fare tutto orientale, mistico, allegro, rilassante. Ci sapeva fare la sua linguetta svelta andava a mille e il produttore fece i complimenti. La scena prese fuoco mentre le due bionde si leccavano le tette a vicenda. Aje leccava la figa nera della Padrona che ci prese gusto. Le piaceva Aje, le piaceva come la succhiava, si vedeva da come chiudeva gli occhi e accompagnava dolcemente la testa dell’amica sulla sua figa. Con noi schiavi sarebbe stata violenta ed esigente. Con Aje si godeva quella lingua di donna. La leccata andò avanti fino a quando la Padrona non si sollevò in piedi, afferrò Aje per le braccia e poi se la mise in groppa, quindi con un gesto atletico se la pasò sopra, afferrò le sue gambe e tendola salda la sollevò, capovolse Aje e mise la sua faccia all’altezza della sua figa. Mentre MissPowell aveva la sua bocca all’altezza di quella di lei. Aje si accomodò sulle spalle possenti della nera con il solito fare ateltico e sexy, mise la sua figa in bocca alla Padrona e le due presero a farsi un lavoro di bocca nelle rispettive fighe come non si vedeva da anni. MissPowell teneva la tipa su di se, portava tutto il peso lei, ma non sembrava nulla quella piccola massa di carne brilante e bianca. Era una scena portentosa. Il produttore eplose in applausi. Aje leccava la fica della Padrona in basso andando su e giù su quella passera nera. Mentre MissPowell aveva la passerina asiatica dell’amica avvinghiata al volto della nera che si era messa a leccare come una puttana. Leccava con forza e aje da sotto apprezzava, mandava grida di gioia e lussuria e poi tornava a leccare come una forzennata. Il lavoro in quella posizione plastica e avvincente andò avanti ancora a lungo perché MissPowell era eccitata a bestia e la partner era fenomenale, da sotto gridando di goduria per il servizietto della regale e potente lingua di MissPoweel, interallava leccate spasmodiche andando avanti ed in dietro nella leccata.
Alla fine la Padrona venne per prima urlando di goduria ed esplodendo in una pisciata sulla faccia di Aje. Posò l’amica, riprendosi dall’orgasmo mentre il produttore gridava ed applaudiva eccitato. La padrona la sollevò di nuovo Aje e la mise contro un muro. La spiattellò lì con forza e si mise la faccia all’altezza della figa asiatica, riprese a leccarla con forza come aveva fatto prima e con quella lingua enorme e compatta andava giù come una pazza. Aje godeva come una troia. La Padrona leccava e teneva premuta l’amica al muro sollevata da terra di almeno un metro. Alla fine Aje venne pure lei, grifando con me una ragazza stuprata. Ma era un grido di piacere intenso, di una donna, di una pornostar affermata. Venne nella bocca di MissPowell che bevve tutti gli umori dell’amica!! noi non potevamo credere ai nostri occhi.
Le luci furono spente. Aje e MissPowell andarono in camerino e poi a cena fuori. A noi schiavi fu detto di tornare a casa.

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