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Il debito

By 4 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Torno a casa, accendo il computer, digito la userid e la password che mi era stata assegnata ed eccola lì, mia moglie, capelli neri sciolti, alta 170 cm, carnagione chiara, le sue splendide tette terza abbondante, quel suo schianto vita un po’ abbondante come tutte le sue forme, quel viso con lineamenti dolci e con due occhi da cerbiatto, come al solito completamente nuda (non le era consentito altro stato), ma insolitamente sola. Si notano benissimo e segni delle frustate recenti e quelle più tenui dei giorni passati (veniva frustata quasi tutti i giorni)

Stava approfittando di questo raro momento di pace per prepararsi un caffé nell’appartamento tipo grande fratello che le era stato assegnato. Erano ormai pi’ di 3 mesi che non la vedevo se non via web. Non finisce il suo caffé che entrano due uomini, uno bianco e uno nero, appena entrati la mia lei si mette in posizione come le era stato insegnato: in ginocchio, busto eretto, mani dietro la schiena e bocca socchiusa in attesa di istruzioni. L’uomo di colore estrae dalla patta un cazzo di dimensioni ragguardevoli e lo infila in bocca alla mia sposa che diligentemente comincia a succhiare e dice:

“vedi, &egrave completamente a nostra disposizione, non può dire di no a nulla, se vuoi puoi provarci” e il bianco:

“sei sicuro che non la rovino, in poche riescono a contenermi”,

“questa &egrave ben navigata, prende da tre mesi decine di cazzi al giorno ovunque vogliano metterlo, e ti garantisco che il buco preferito &egrave quello che tu ambisci; guarda!” Poi rivolgendosi alla mia donna ordina:

“in posizione!” Lei prontamente mette la fronte a contatto con il pavimento e con le mani allarga le chiappe mostrando i suoi accessi. Allargando le chiappe il buco del culo si apriva da solo, era stata sicuramente usata diverse volte in giornata, i suoi buchi non avevano mai il tempo di riprendere le misure originali.

“Però!” Esclama il bianco

“forse ho trovato il buco che fa per me!”

“Te la preparo” dice il nero. Punta la grossa cappella nel buchetto e affonda come nel burro nella mia sposa. Comincia a pompare con foga provocandole un evidente godimento,

“lecca la figa a questa troia che già gode” disse all’amico. Questi si spoglia e restando in mutande’ si infila sotto a 69 e comincia a succhiare la clitoride. Quella troia di mia moglie comincia a godere senza pudore, al che le viene ordinato di sfilare le mutande al suo leccatore. Esegue e si trova davanti la faccia un cazzo di dimensioni mai viste prima. E’ ancora mezzo floscio e gli arrivava quasi al ginocchio, lo prende in mano se lo porta in bocca, e comincia a succhiare, il suo piacere si &egrave spento e nel volto é evidente la preoccupazione, infatti ben presto si ritrova a leccare un palo di 35 cm’ per 10 di diametro e ben sapeva dove sarebbe finito di lì a poco. Non si sbagliava. ll nero esce dal culo dicendo:

“dai prova te”, le sale a cavalcioni sulla schiena per’ tenerla’ ferma con le gambe e con le mani le allarga le natiche offrendola all’amico superdotato. Questi appoggia la sua cappella sul foro sbadigliante e comincia a spingere. Quell’enorme strumento appena comincia a farsi strada nel pur ben allenato pertugio provoca un dolore lancinante e un senso di sfondemento alla povera donna, che istintivamente si sdraia a terra, divincolandosi dalla morsa del nero. Questi infuriato prende uno scudiscio e comincia a colpire sulle natiche e sulla schiena con forza lasciandole evidenti striature rosse e strappandole grida di dolore.

“In posizione!” grida. Lei con il viso striato dalle lacrime, appoggia la fronte nel pavimento e allarga le natiche con le mani.

“Sfonda questa troia” incita l’amico. Questo si rimette in posizione e con una decisa spinta vede sparire la sua grossa cappelle nel povero culo delle mia sposa. Si ferma per godersi quell’anello di carne che gli fasciava la punta del suo uccellone, mentre il compare allarga con le mani per facilitare la spinta decisiva. Dopo aver dato il tempo al povero foro di adattarsi all’intrusione,’ esce , prende del lubrificante e lo applica a piene mani nella voragine che aveva lasciato, poi con un unica spinta lo pianta fino alla radice strappando un grido disumano alla povera vittima.

Il nero allora porta una mano nel sesso fradicio della mia sposa e comincia a masturbarlo portandola ben presto al godimento. Era veramente una grande zoccola, riusciva a godere anche in situazioni di estrema sottomissione, o forse era proprio ciò che voleva, e pensare che io non ero riuscito mai neppure a incularla, non me lo aveva mai dato, ora era lì con il culo completamente sfondato che godeva come non l’avevo mai vista!

Al superdotato non gli pareva il vero, visto le misure che si ritrovava, non gli rimaneva facile trovare culi disponibili e la sodomia era la sua passione. Pompava con sempre maggior vigore fino a raggiungere una furia animalesca, vedevo il suo membro uscire quasi completamente per poi affondare di nuovo fino in fondo. La troia, presa dal godimento, inarca la schiena e va incontro ai colpi del suo inculatore per cercare la massima penetrazione. Lo stronzo era anche prestante e resistente, martella per un quarto d’ora senza sosta prima di svuotarsi negli intestini di mia moglie distrutta dopo orgasmi multipli. Resta piantato in lei per qualche secondo per godersi gli ultimi spasmi di piacere per poi uscire.

‘Il nero subito le ordina:

“‘in posizione e non stringere il culo”, lei allarga le chiappe mostrando il suo buco devastato: gli restava incredibilmente aperto, per un diametro di un grosso uovo. Dopo averlo contemplato compiaciuto, anche lui gli scivola dentro senza la minima resistenza; dopo qualche minuto di pompaggio esclama:

“l’hai completamente sfondata, non sento praticamente niente!” e così dicendo estrae il suo uccello e lo pianta nel buco canonico. La troia sentendosi riempire la figa dà evidenti segni di godimento, cosa che fa eccitare nuovamente il bianco, che gli si pianta davanti pretendendo un pompino. Dopo poche leccate ritrova il vigore perso poco prima nel suo culo e propone all’amico:

“perch&egrave non ce la facciamo in due?!”. Questi senza proferir parola si sdraia sulla schiena, fa accomodare la mia sposa sopra il suo uccello piantandolo fino in fondo nella figa, l’altro gli si pone dietro, cerca la strada con la sua enorme cappella e appena la trova lo spinge nel culo con un unico poderoso affondo. Mia moglie strabuzza gli occhi e emette un gridolino, ma appena i due cominciano a muoversi risponde ai colpi con partecipazione ed entusiasmo. Non riuscivo a credere che fosse lei, in mezzo a due energumeni che le devastavano le intimità; il mio sguardo era fisso sul suo culo: non credevo che potesse mai ricevere senza danno un arnese del genere, eppure il suo godimento era evidente, con le mani si teneva le chiappe divaricate per accogliere appieno quelle virilità che la stavano squartando. Vengono quasi assieme dentro provocandole un ulteriore orgasmo.

La lasciano lì, carponi, con il culo sbadigliante e con un rivolo di sperma che le usciva da entrambi i buchi e le colava lungo la coscia. Prima di alzarsi per andare in bagno a svuotarsi passano qualche minuto, si siede sul water, si odono evidenti i rumori dell’aria mista a sperma che le fuoriescono dal culo. Rimane un quarto d’ora come in trance, poi passa sul bidé a rinfrescare le mucose arrossate. Non fa in tempo ad alzarsi che irrompono sette giovani.

“Facci vedere come ti ha ridotto l’amico di Amir (il nome del nero), in posizione!” Si era già sparsa la voce del trattamento che aveva appena subito. Questa smonta dal bid&egrave si inginocchia, fronte sul pavimento e allarga la chiappe con le mani mostrando la voragine. I sette si spogliano in fretta contemplando e commentando le rosse mucose che si vedevano attraverso il suo culo spalancato, poi cominciano a prenderla a turno, prima gli passano tutti nel culo, poi, toltasi lo sfizio di una sodomia così facile, cominciano a prenderla in tutti i modi per diverse ore. Doveva soddisfarne sempre tre o quattro contemporaneamente, quindi la doppia penetrazione era una costante e gli altri si alternavano nella bocca. Ad un certo punto uno dei giovani si sdraia sulla schiena e ordina a mia moglie:

“Inculati!” Lei gli sale sopra dandogli la schiena, afferra l’uccello con le mani, se lo punta sullo sfintere e si impala fino in fondo, si ferma per qualche istante, poi comincia a fare dei movimenti circolatori con il bacino come per cercare una penetrazione più profonda, dopodich&egrave comincia con un saliscendi sempre più veloce. Si ritrova subito con due cazzi davanti al viso che comincia a succhiare alternativamente e a volte contemporaneamente. Uno poi gli si pone davanti e la prende nella passera con foga, ma dopo pochi colpi esce e cerca di entrare anche lui nel culo. Non trova molta resistenza, dopo poche spinte riesce ad incuneare la cappella tra la parete alta dello sfintere e l’uccello dell’amico, poi con una energico affondo, si pianta anche lui allargando a dismisura’ il già tormentato buchetto. La mia lei ha un piccolo sussulto, la doppia intrusione non sembrava causarle troppi problemi, ma era evidente che non godeva più tanto, era stanca, sopportava sperando che finissero presto. Da quel momento la doppia anale diventa una costante, tutti vogliono provare questa esperienza e la rigirano in tutti modi pur di metterle due cazzi nel culo. Per finire la mettono “in posizione” e uno alla volta le sborrano nel culo, poi le porgono un bicchiere e le dicono:

“caga qui la nostra sborra”. Lei si inginocchia, mette il bicchiere sotto e comincia a spingere. Era evidente il suo imbarazzo per la tanta aria che insieme allo sperma usciva dai suoi intestini. Riempie per metà il bicchiere e senza aspettare l’ordine scontato se lo porta in bocca e beve tutto il disgustoso contenuto.

I sette se ne vanno a tarda notte dopo averla usata in tutti i modi possibili, lasciandola nel letto sfinita.

Voi vi chiederete cosa ci facesse mia moglie in una casa dove chiunque possa disporne come meglio creda.

Mia moglie qualche anno fa, stanca di fare la casalinga, decide di intraprendere un’attività commerciale. In un primo momento gli affari non andavano male, ma poi nel giro di poco tempo l’esposizione con le banche diventa insostenibile e l’inevitabile richiesta di rientro non tardò. Per non perdere tutti i nostri averi, casa compresa, ci siamo rivolti a uno strozzino del posto, non sapendo che lavorava per il potentissimo e spietato boss che controlla il territorio. Lo impariamo quando, scaduto il debito non avevamo neanche un centesimo dei 500.000 euro prestatici. Nel chiedere la proroga lo strozzino ci dice che dovevamo rivolgerci a Don …… Panico!! Solo allora ci rendiamo conto in che guaio ci eravamo cacciati. Don …… era famoso per non tollerare ritardi e per i metodi della sua organizzazione. Ci presentiamo all’appuntamento sapendo che per mia moglie non ci sarebbe stato scampo, insolvenze di tale entità venivano saldate con la vita. Suoniamo al citofono di un enorme villa poco fuori città. L’enorme cancello in ferro battuto si spalanca automaticamente, dall’altra parte ad attenderci c’era un maggiordomo sulla cinquantina minuto, che con fare gentile e distaccato ci fece strada. Dal lungo il’ viale che attraverso il parco conduceva alla villa potevamo intravedere decine di uomini armati che sorvegliavano la villa. Dopo essere stati perquisiti fummo introdotti in un piccolo ufficio dove, dietro una scrivania ci aspettava il boss con alle spalle tre energumeni di due metri di colore’ come guardie del corpo. Ci sediamo sulle due sedie con la morte nel cuore. Dopo un lungo silenzio, il boss esordisce:

“Carissima signora, lei mi deve a tutt’oggi 534.241,23 euro, cosa vogliamo fare, io non posso tollerare oltre, le posso concedere altri tre giorni per raccimolare il contante, dopo di che sa ciò che l’aspetta.”

Dopo qualche secondo di interminabile silenzio provo a dire:

“Ecco, noi…”

“Lei taccia, sto parlando con la signora” mi interrompe il boss.

Mia moglie era paralizzata per il terrore e riuscì a stento a dire:

“ecco… veramente… cio&egrave… contante non ne abbiamo… potremmo vendere la casa… 200.000 potremmo metterli assieme… se potessimo trovare un accordo…”.

“BASTA!!” grida il boss e fa un cenno al bestione che gli stava dietro. Questi estrae’ un coltellaccio e si avvicina a mia moglie, l’afferra per i capelli e gli piazza l’arma nel collo attendendo l’ordine di sgozzarla dal capo. Nel frattempo la mia sposa terrorizzata si piscia addosso facendo una grossa piscolla sotto la sedia. Tremava come una foglia e fissava il suo aguzzino attendendo l’ordine. Dopo un interminabile silenzio dove si sentivano solo i singhiozzi della mia lei,’ don … si appoggia sullo schienale della sua poltrona e dice:

“una soluzione ci sarebbe” e fece seguire una lunga pausa dove il silenzio divenne assoluto.

“Lasciala” ordinò al suo uomo, e rivolgendomi alla mia signora

“si rilassi e ascolti bene, io, come avrà notato, ho una grossa organizzazione, ho al mio servizio centinaia di uomini. Sa qual’&egrave uno dei maggiori costi di gestione di un tale esercito?” Breve pausa durante la quale mia moglie fece timidamente di no con il capo.

“Le puttane”.

“Le dò un’alternativa alla morte… la schiavitù”.

“Lei dovrà essere completamente a disposizione dei miei uomini per una durata di cinque anni, durante il quale riscatterà il suo debito con le prestazioni che le verranno richieste, di qualunque genere esse siano, non potrà mai dire no. Unico limite: non le saranno inferti danni permanenti; per danni permanenti non s’intende la dilatazione degli orifizi che, mi creda, sarà inevitabile.”

“Prendere o lasciare, ha un minuto per decidere.”

La mia lei mi fissò negli occhi, poi abbassò lo sguardo e sotto voce disse

“accetto”. Non aveva altra scelta.

Il boss allora suona un campanello sulla scrivania, entra subito dopo il maggiordomo al quale dice:

“prepara la signora”. Questi sempre con fare garbato comincia a spogliarla lasciandola completamente nuda, poi le spiega la posizione che doveva tenere in presenza di uomini dell’organizzazione e la posizione fronte al pavimento e natiche divaricate quando le veniva ordinato. Si crea una situazione surreale: mia moglie in quella posizione con il boss le guardie e il maggiordomo che osservano e commentano le sue intimità come se io, il marito, non ci fossi. Il boss le infila un dito nel culo, poi a fatica due e mi dice:

“&egrave strettissima, non l’hai mai inculata?” Io imbarazzato faccio cenno di no.

“Il culo andrà per la maggiore, ma se la concediamo così la rompono subito, bisogna prima allargarla un po’!” E rivolgendosi al maggiordomo

“procedi pure”. Questi prende un flacone di lubrificante e unge con cura l’orifizio anale fuori e all’interno, poi estrae dai pantaloni un cazzo non tanto lungo la di un diametro almeno doppio del mio lo appoggia sul buchetto e con grande perizia comincia a farlo scivolare lentamente dentro. Mia moglie urlava come se la scannassero, cercò di divincolarsi, il boss prende uno scudiscio e comincia a colpirla con ferocia urlando

“in posizione troia!”. Io ero paralizzato. Si rimette carponi singhizzante, allarga le natiche e il maggiordomo riprende la sua intrusione. In pochi minuti riesce a piantarlo fino alla radice senza far uscire una stilla di sangue dal quel culetto vergine, poi comincia a pompare e dopo pochi minuti esce dal culo e si porta davanti e garbatamente dice:

“mi permetta di ieacularle in bocca signora”. la poverina con il viso striato di lacrime, comincia a succhiare ed a ingoiare tutto lo sperma che quasi subito gli scarica in bocca. A quel punto il boss si rivolge alle tre guardie e dice:

“volete approfittare pure voi?” Non se lo fanno ripetere due volte, in pochi istanti sono tutti nudi già eccitatissimi addosso alla mia sposa. Uno si sdraia fa accomodare la donna sopra di lui e comincia a scoparla con gusto, subito l’altro glielo infila in bocca affondandolo fino alla gola. Il terzo non tardò a spingerlo senza complimenti nel culo appena preparato dal maggiordomo. Cominciano a pompare all’unisono, e successe qualcosa di incredibile, quella troia della mia consorte comincia a mugolare, non potevo credere che potesse godere in una situazione di simile sottomissione e violenza. Ben presto i mugolii si trasformarono in versi di evidente godimento, i nostri sguardi si incrociarono per un momento, ma lei abbassa lo sguardo per la vergogna del suo piacere, poi non resiste più e si lascia andare ad un devastante orgasmo. I tre soddisfatti inveiscono sulla sventurata e ben presto la riempirono di sborra in tutti i buchi.

A quel punto io vengo congedato, mi viene indicato il sito internet dove potevo vedere la mia sposa, e mi accompagnano alla porta. Prima di uscire mi volto e vedo la mia dolce sposa sdraiata nel pavimento con un rivolo di sperma che le uscì dalle natiche e uno dalla bocca che mi guardava con uno sguardo disperato come per chiedere aiuto… ma non potevo fare nulla.

Era più di un anno che non vedo mia moglie se non attraverso quel maledetto monitor. Più la vedo usata da decine di uomini al giorno e più la desidero, più la vedo godere della sua condizione di schiava, più mi innamoro di lei.

Quella situazione imprevista ha rivelato la sua vera indole: una puttana che gode in situazioni di estrema sottomissione e umiliazione. Nei cinque anni di matrimonio era sempre stata una sposa timorata di Dio, il sesso per lei era quasi un dovere, pochi pompini per farmi piacere, l’orgasmo per lei era un eccezione di cui quasi se ne vergognava, la sodomia poi era innominabile. Ora da più di un anno &egrave a completa disposizione di più di un centinaio di uomini, che dispongono di lei come e quando meglio credono. All’inizio si sentiva violentata, ma ora &egrave evidente che gode continuamente, che si eccita ad essere un oggetto di piacere pubblico, di non essere proprietaria del proprio corpo. Negli ultimi tempi ha cominciato a godere anche sotto i colpi dello scudiscio.

In ogni ora del giorno e della notte &egrave in compagnia di qualcuno che la usa, quasi sempre sono in più di uno a prenderla in tutti i modi possibili. Non potevo stare oltre senza lei. Mi sono fatto coraggio ed ho scritto al boss per poterla rivedere . Dopo un paio di settimane mi arriva un invito per un ballo di gala nella villa al mare del megaboss: obbligatorio smoking e maschera.

Mi presento puntualissimo ed emozionato all’ingresso della villa, mostro l’invito e, prima di essere introdotto, mi invitano ad indossare la maschera: l’anonimato &egrave obbligatorio.

Entro in una grande sala da pranzo, al centro ci sono due tavole apparecchiate, con un centinaio di commensali tutti mascherali già accomodati. Saranno stati una settantina di uomini e una trentina di donne. Vengo accompagnato al mio posto, mi accomodo. Al mio fianco era seduto un uomo dall’età indefinibile e di fronte una bella ed elegantissima signora che sembrava stesse godendo. Il mio vicino alza la tovaglia tra noi e mi invita a guardare sotto al tavolo. Mi trovo uno spettacolo interessante. Una giovane donna completamente nuda alla pecorina intenta a leccare la passera delle bella signora. In quella posizione il suo bel culo mostrava evidenti segni di usura. Il mio vicino mi dimostra subito quanto fosse navigato, attira la mia attenzione, mi mostra la mano a cuneo , punta le cinque dita sul buco del culo e inizia a spingere e ad affondare, nel giro di pochi istanti la mano scompare fino al polso. Comincia poi a pompare con forza e senza tanti riguardi. La ragazza, che evidentemente era ormai abituata a tali trattamenti, non si scompone più di tanto e continuando il suo lavoro sulla bella signora che ormai godeva senza ritegno, sembrava quasi gradire rispondendo alle furiose spinte che le devastavano quel bel culetto. Dopo qualche minuto estrae improvvisamente la mano lasciando un vuoto che non si richiudeva. Era una vista arrapantissima: una splendida biondina, esile, piccoletta, alta non più di 160 cm ma ben proporzionata, con due tettine che non arrivavano alla 2′, un culetto piccolo e sodo, ma con in mezzo un cratere aperto e sbadigliante al posto della rosellina. Il mio vicino mi invita a prendere il suo posto. Non me lo faccio ripetere. Affondo tra quelle mucose palpitanti e, preso dall’eccitazione, spingo in profondità superando abbondantemente il polso. Mi fermo solo quando mi rendo conto che la povera ragazza dava evidenti segni di sofferenza, stavo esagerando. Ma la poverina non osa ritrarsi, evidentemente &egrave nella medesima situazione di mia moglie: una schiava che sconta un debito con il proprio corpo. Estraggo il pugno che lascia la voragine che aveva trovato. Cominciano a servire la cena e la ragazza passa a succhiare altri cazzi e a leccare fighe dei commensali, probabilmente &egrave il suo compito della serata. Mentre servono le varie portate in fondo alla sala aprono una grande porta e portano dentro dei panchetti o cavalletti su rotelle con sopra donne completamente nude, bendate e legate nelle posizioni più svariate tutte con gli accessi ben esposti e accessibili. Sono una decina molte legate su cavalletti sulla pancia con il culo ben sporgente, altre sulla schiena con le gambe legate ben divaricate. Riconosco mia moglie, &egrave legata su un panchetto adagiata sulla schiena, le gambe legate dietro la nuca passando dietro le braccia, una posizione da contorsionista che poteva assumere senza danni grazie al suo passato da ginnasta. In quella postura ha la passera e il culo tremendamente esposti. In molti cominciano ad alzarsi e si avvicinano alle vittime. Erano a disposizione di chiunque in sala volesse farne uso. Intorno alla mia sposa si avvicinano in quattro o cinque e cominciano a tastarla a leccarla e ad assaggiare i buchi con le dita, poi cominciano a spogliarsi e a turno a scoparla e a farsi spompinare. Notai che nessuno la prendeva nel culo; mentre tutte le altre da subito venivano inculate senza tanti riguardi a lei veniva risparmiato. Mi avvicinai pure io e notai che sul suo panchetto c’era un cartello con scritto “no anal”. Chiedo spiegazioni a quello che la stava scopando e mi dice che non veniva inculata da un mese circa, le veniva conservato stretto per lo spettacolo di stasera. Aspetto il mio turno e, nonostante fosse piena di sperma, non esito a penetrarla. Finalmente dopo più di un anno riusco ad entrare di nuovo dentro mia moglie: una sensazione splendida. Comincio a pompare con forza, lei, essendo bendata, non poteva sapere che fossi io, era già stata scopata da sei o sette uomini prima di me quella sera e era sempre intenta a succhiare altrettanti cazzi. Quando l’uomo che stava succhiando scarica nella sua bocca, prima che venisse sostituito da un altro, la bacio. Lei obbediente risponde al mio bacio, sapeva si sperma, ma non m’importava, la volevo per un attimo tutta per me. E’ stato veramente un attimo visto che uno con un cazzo ragguardevole reclama la bocca della mia sposa, gli lascio il posto o lo vedo sparire completamente nella gola della mia amata. A quella vista non resisto e scarico il mio sperma in mezzo a quello degli altri. Dopo me quello che le era in bocca passa nella fica. Resto a guardare per un bel pezzo la mia donna passata da innumerevoli stalloni, era gettonatissima nonostante non fosse inculabile. Poi mi sposto in un panchetto vicino dove era legata sulla pancia una donna rossa di capelli, stava spompinando un tipo distratto che le si era posto davanti e in quel momento non c’era nessuno che la scopasse. Controllo che non ci fossero cartelli con indicazioni, e presi ad incularla con rabbia, come se fosse colpa sua. Poi vedo nel tavolo dei falli di gomma di varie dimensioni, ne prendo uno bello grande e lo infilai nel culo della rossa con un unica spinta per cercare di farle male. La poverina caccia un urlo disumano e sputa il cazzo che stava ciucciando. Il tipo le molla un gran manrovescio e gli rinfila fino in gola il cazzo provocandole conati di vomito e grossi lacrimosi; poi porgendomi uno scudiscio mi dice “frusta ‘sta troia”. Non me lo faccio ripetere, la rabbia saliva in me e la sfogo sulle natiche e sulla schiena della poveretta. Mi fermo tutto sudato solo quando l’avevo riempita di striature rosse e bluastre; getto lo scudiscio e mi allontano lasciandola singhiozzante. Il tipo gli estrae l’arnese gli avevo lasciato nel culo e comincia ad incularla eccitatissimo. Mi siedo al mio posto e mi limito a guardare; in un altro panchetto c’era un’altra schiava legata come mia moglie, avevano chiamato due servi negri con una mazza incredibile e se la inculavano a turno, quando usciva uno il buco non faceva in tempo a richiudersi che entrava l’altro. Poi uno, sempre inculandola, si sistema in una posizione più rialzata, l’altro da dietro sembrava volesse inculare il compagno, invece riusciva ad arrivare pure lui al culo della sventurata. Dopo un po’ di smaneggi anche lui entra accanto al compagno. Con due cazzi nel culo di quelle dimensioni la poveretta comincia a gridare, ma i due energumeni imperterriti gli infliggono terribili colpi sincronizzati. La stavano letteralmente squartando. Uno spettatore li vicino, preso dall’eccitazione, prende uno scudiscio e comincia a frustare con forza il seno della inculata. Non osavo pensare cosa sarebbe spettato alla mia dolce metà. I negri nonostante la scomoda posizione pompano con gran vigore per un tempo incredibile accompagnati delle frustate, poi insieme scaricano nel povero culo. Appena usciti, gran parte della sborra uscì fuori, il buco del culo, anche per la posizione molto esposta, restava aperto, la pancia e le tette e le cosce erano rosso fuoco per le frustata, dalla maschera che le copriva gli occhi colavano copiose le lacrime.

Non le danno tempo di riprendersi: appena i negri si allontanano subito si ritrova un cazzo che sguazzava nel culo ed uno che cerca di farsi strada nella sua gola. Appena quello del culo scarica ed esce, quatto o cinque scudisciate ben assestate nelle chiappe e via dentro un altro. Dopo qualche ora durante le quali le povere donne erano state sfondate e massacrate in tutti i modi (a parte mia moglie che non viene ne inculata ne frustata), si apre di nuovo il portone in fondo alla sala ed entra un omone abbondantemente sopra i due metri, con le mani legate dietro la schiena scortato da due giganteschi negri che a suo confronto sembravano nani. Il gigante si dimena, &egrave evidente che sia un ritardato, &egrave calvo, sguardo assente, bava alla bocca, corpo massiccio, ventre abbondante e un po’ flaccido. Viene fatto sdraiare su un grande tavolo alto 50 cm da terra e gli vengono legati mani e piedi ai quattro angoli. Nel tavolo sono fissate delle cinte che gli vengono legate in vita per tenere fermo il tronco. A quel punto si fanno avanti due belle signore tra le invitate, una giovane, alta, con un abito da sera nero e lungo fino ai piedi con uno spacco laterale vertiginoso che rivela l’assenza di biancheria intima. L’altra un po’ più su d’età, forse di qualche anno sopra i quaranta, con un elegante taieur appena sopra il ginocchio ed una modesta scollatura che lascia intuire un generoso seno. Le due armate di forbici tagliano la tunica di Lello (così chiamano il gigante) e lo denudarono completamente. Rimango sbalordito nel vedere l’armatura del demente: un cazzo di dimensioni impressionati, moscio adagiato tra le gambe arriva alle ginocchia, ed anche a riposo avrà avuto un diametro di 10 cm., veramente uno scherzo della natura. Le due si avventano sulla proboscide di Lello, comincino a masturbarlo a quattro mani, a leccare l’enorme cappella (metterla in bocca &egrave impossibile) fino ad ottenere una paurosa erezione. Orgogliose mostrano il risultato del loro lavoro al pubblico che si era radunato attorno al gigante. Quasi tutti gli invitati hanno infatti lasciato le schiave (dandole un po’ di respiro) per godersi lo spaccatolo. Lello grugnisce come un’animale, mentre una signora tiene il suo pauroso uccello perpendicolare rivolto verso l’alto, l’altra con un metro prende le misure: 52 cm di lunghezza per un diametro di quasi 15 cm! Il pubblico, con un tifo da stadio, le esortano ad impalarsi. Dopo un attimo di perplessità, la più grande si decide, si spoglia completamente, restando con solo le autoreggenti e mostrando un fisico con curve generose e un seno di una splendida quarta, unge abbondantemente il palo fremente di Lello, sale in piedi sopra il tavolo dandogli la schiena. La compagna tiene dritto quel maestoso cazzo afferrandolo con entrambe le mane alla base e, dopo una breve pausa, la bella signora flette le gambe, punta la pulsante cappella sulla sua passera completamente depilata e, con smorfie di dolore, comincia a sedervicisi. Scende di qualche centimetro poi si ferma per fare adattare i tessuti tesi al limite dello strappo dall’enorme intruso, poi prova a introdurne qualche altro cm. Ha il viso contratto e i muscoli addominali tesi. Ad un certo punto Lello si agita e con un colpo di reni riesce, nonostante fosse legato in vita, ad affondare in un sol colpo tutta la cappella. La donna caccia un urlo spaventoso, ma rimane immobile impalata in modo pazzesco. La sua amica comincia allora a succhiargli il clitoride. Ben presto il piacere sale e la zoccola comincia a muoversi con un andirivieni prima lento poi sempre più veloce fino a raggiungere l’apice, si sfila la cappella di Lello (era riuscita ad infilarsi solo quella) e traballante ritorna vicino al suo uomo che bacia con passione. Ora toccherebbe alla più giovane che rimasta con il pilone in mano esita, fa no con la testa rivolta al suo uomo, che invece la incita; allora sale pure lei sul tavolo, sposta a lato il vestito mostrando le sue grazie afferra il tronco e guardando con aria di sfida il suo uomo senza fare una piega se lo infila per un terzo della lunghezza, ci fu un’ovazione, anche lei comincia a salire e scendere fino a raggiungere l’orgasmo; scende dal tavolo raggiunge pure lei il suo uomo che eccitatissimo la gira e glielo scaraventa nel culo con foga sussurrandogli nell’orecchio che la prossima volta voleva vederla impalata nel culo. Altre invitate si fanno avanti per provare Lello, ma il boss le ferma dicendo che cominciava lo spettacolo. Ad un suo cenno i due negri vanno da mia moglie e la portano al centro della sala accanto al gigante, chiaramente lei non ha visto nulla essendo stata sempre bendata. I due la slegano dal panchetto, le lasciano le gambe legate dietro la nuca e le legano le braccia dietro la schiena, poi le inseriscono una specie di imbraco sotto le ascelle su cui legano una corda che scendeva da un paranco attaccato al soffitto. A questo punto azionano un motore elettrico che raccoglie la corda e solleva la mia sposa. Mi ritrovavo davanti uno spettacolo incredibile: la mia donna appesa a mezz’aria in una posizione da contorsionista che da sotto mostrava il buco del culo insolitamente chiuso (anche se era evidente che era un culo ben usato) e il buco della passera dal quale, appena sollevata, esce una gran quantità di sperma. Manovrando il paranco la posizionano sopra Lello, una delle invitate afferra il cazzo del gigante e lo punta verso l’alto. Cominciano a calarla; poco prima del contatto vedo che l’uccellone veniva puntato verso il buchino posteriore. Mi spavento, temo che la rompano, ormai ha preso di tutto in quel culo, ma non ha mai subito una dilatazione simile. Appena la cappella tocca il buco del culo fermano il paranco. La tipa che teneva l’uccello si preoccupa a ungerlo il tutta la sua lunghezza, poi applica con due dita dell’unguento fuori e dentro il povero buchino. Mia moglie respira con affanno, cerca di capire cosa le stesse succedendo. Probabilmente a quel punto immaginava che sarebbe stata impalata, ma non certamente da un attrezzo simile. Ad un cenno del boss il negro aziona il paranco, c’era un silenzio di tomba, gli occhi di tutti sono fissi sul punto di contatto del cazzone col culo. Comincia a scendere con una lentezza esasperante, l’enorme cappella comincia a farsi strada sfondando quel culo che io ancora non avevo mai provato. L’entrata della punta della cappella ben oliata non provoca nessuna reazione su mia moglie che aveva un culo ben elastico per le innumerevoli inculate che aveva preso nell’ultimo anno, comprese quelle dell’amico di Amir che ormai la veniva a trovare tutte le settimane lasciandogli un cratere al posto del culo, ma a mano a mano che scendeva comincia a serrare le mandibole e a lamentarsi, poi arrivati a mate cappella comincia a urlare “Bastaaa, mi si straccia il culo!” Al punto di massima dilatazione urlava come un ossesso e cercava di piegare il tronco per sottrarsi a quello scempio. Mi accorsi che il boss mi osservava, studiava le mie reazioni, ero preoccupato speravo che si fermassero, ma lei continuava a scendere ed ad impalarsi. Si fermano solo ad un terzo, aveva circa 20 cm di quel mostruoso cazzo piantato nel culo. Lei aveva gli occhi fuori dalla testa, singhiozzava senza ritegno, Lello grugniva era infoiato, voleva godere. La lasciano così per diversi minuti, durante i quali la donna, che prima indirizzava il cazzo, comincia a leccarle la passera e un’altra prende a frustarla nella schiena e sui seni. Il culo nel frattempo si adatta all’intrusione e la mia troia inizia a godere del trattamento: il culo con un diametro di 15 cm, la figa sapientemente lappata e le scudisciate che, da buona masochista quale si era scoperta, apprezzava. Appena la leccatrice si accorge che lo sfintere si &egrave rilassato allenta la cinghia che legava la vita di Lello quel tanto per dargli un gioco di 10 cm. e si rimette a leccare. Lello allora inizia a spingere affondando e uscendo dal povero culo per l’escursione consentitagli. Le prime spinte provocano un nuovo grande dolore alla poveretta, ma ormai il piacere &egrave partito, 30cm di quel supercazzo che le massacrava il culo, le leccate e le frustate la portono presto ad una serie infinita di orgasmi. Dopo circa 15 minuti anche Lello riesce finalmente a godere scaricando in quel povero culo tutta la sua sborra. A quel punto il negro al comando del paranco aziona in senso inverso il motore che solleva lentamente la sposa; guardavo quel cazzo sfilarsi, non finiva mai, arrivato alla cappella fa una lieve resistenza poi esce all’improvviso con un rumore di una bottiglia stappata e un mare di sperma fuoriesce da quel culo che rimase oscenamente dilatato.

Nel frattempo hanno sistemato un fallo di silicone della misura di quello di Lello, applicato su un treppiedi. Vi calarono mia moglie, la rimpalarono e la lasciano alla merc&egrave degli invitati che a turno eccitatissimi se la scoparono in figa diventata stretta per l’ingombrate penetrazione anale. Adesso le scudisciate non mancano anche per lei. Lello viene slegato e sistemato in una gabbia.

La serata non era ancora finita e ci vengono promesse altre sorprese.

Dopo che gli invitati sfogarono l’eccitazione accumulata dallo spettacolo di mia moglie, il boss annunciò l’acquisizione di due nuove schiave permanenti, che sarebbero state presentate da lì a poco.
Uno degli invitati mi spiegò che esistevano due tipi di schiave quelle temporanee, cio&egrave quelle che dovevano scontare un periodo di schiavitù all’organizzazione per saldare qualche torto o debito (vedi mia moglie), estinto questo tornavano in libertà. Queste subivano un trattamento duro, erano sessualmente a completa disposizione di tutta l’organizzazione ed a chiunque questa volesse concederle, potevano essere maltrattate , ma senza lasciare danni permanenti, infatti venivano frustate solo con scudisci che lasciavano segni per qualche giorno, venivano allargate ma senza mai provocare lacerazioni. Erano quelle che avevamo usato fino a quel momento.
Poi c’erano appunto le schiave permanenti, queste erano state cedute definitivamente all’organizzazione, sempre per sanare qualche grosso debito o qualche torto, fuori dalla casa erano morte, era stato organizzato il funerale, certificata la morte con medici corrotti, non esistevano più. Con queste poverette era concesso fare veramente tutto, solo le mutilazioni e la morte erano prerogative del boss. Tutte le feste culminavano con la presentazione e l’abuso di queste disgraziate.
Come di consueto venivano introdotte una alla volta partendo da quella con più anzianità. Entrò una donna che dimostrava una cinquantina d’anni, completamente rasata ovunque, alta circa 165 cm., seno abbondante ma cadente e rovinato, cicatrici ovunque in tutto il corpo, sulle natiche anche queste cadenti era marchiato a fuoco il numero 1, queste non avevano più un nome ma un numero, ed in mezzo nonostante fosse in piedi si vedeva un buco del culo completamente devastato. Mi spiegarono che quella era qui da tantissimo tempo, era sopravvissuta ad ogni nefandezza, tutte la permanenti venivano prima o dopo gettata in “pasto” a Lello slegato, che, nella maggiore parte dei casi, le squartava letteralmente. Lei era sempre riuscita a resistere, tanto che era diventata l'”amate” fissa di Lello. Durante la presentazione il boss la fece inchinare leggermente in avanti, gli infilò otto dita nel culo e cominciò ad allargare per dimostrarci come l’avesse ridotta il bestione in tutti questi anni: impressionante, si vedevano le rosse mucose degli intestini attraverso un cratere. Poi venne aperta la gabbia e scaraventata dentro con il suo “amante”. Ormai sapeva come trattare Lello, e questo con lei era più tranquillo, lo fece sdraiare , gli salì sopra e se lo infilò nella passera per circa 30 cm., era evidente che fosse a fine corsa, comincia così a cavalcarlo con foga cercando di farlo venire il più presto possibile. Il boss si avvicina alla gabbia apre la porta e comincia a frustarla urlando “non fare la furba: inculati!!”. La povera donna sotto le frustate che non si arrestavano, estrae l’obelisco dalla fica, se lo pianta nel culo e si accovaccia impalandosi. Dopo una quantità infinita di frustate con le chiappe toccava i testicoli, solo allora il boss si fermò. Incredibile, non mi capacitavo come potesse contenere un attrezzo del genere senza danno. Grondava sangue dalla schiena e dalle natiche. Poi si alza, per sfilarselo fino alla cappella doveva quasi arrivare in posizione eretta, e si riaccovaccia. Dopo 5 minuti di questo trattamento, Lello la prende per la nuca e la sfila come una bambola di pezza, si alza, la mette a pecora e la impala fino ai coglioni. Nonostante le dimensioni del culo della schiava, questa tira un urlo disumano. Lello pompa con energia tenendola ferma con la mano nella nuca cercando il piacere. Ad un comando del boss i due negri entrano nella gabbia, sottraggono a fatica la disgraziata dalle grinfie del bestione e la portano fuori. La mettono a pecora semisvenuta davanti agli invitati per mostrare il risultato, prendono un metro e misurano il diametro del buco che non accennava a chiudersi: 7,5 cm, ci fu un applauso per il record. Anche questa volta era sopravvissuta. Viene quindi lasciata a disposizione del pubblico. Nessuno se la scopa o se la incula, perché anche uno ben dotato sfondata com’era non avrebbe provato granché. Alcune donne si divertono ad infilare il braccio fino al gomito nel culo per sondarne la profondità e per accertarsi che non ci fosse il trucco altri la frustano, ma ben presto viene abbandonata legata ad un panchetto in un angolo.

E’ la volta della n 2 e la n. 3 anche chiamate le amputate. Si apre la solita porta ed entra una donna sempre completamente nuda, ovunque rapata e depilata a cui erano state amputate entrambe le gambe all’altezza dell’inguine. Questa si trascina sulle braccia e dal culo le esce una corda, alla quale dal capo opposto &egrave agganciato un carrellino con sopra adagiata la n. 3 , un’altra donna, anche lei depilata ovunque, lei pero con lunghi capelli corvini. Quest’ultima aveva le gambe amputate come la n. 2, inoltre aveva il braccio destro amputato all’altezza della spalla e il sx al gomito, praticamente un tronco con un moncherino. Entrambe, nonostante le mutilazioni erano delle donne splendide, due chiappe scolpite (sempre marchiate a fuoco), uno schianto vita finto e due tette perfette. Chiedo chiarimenti sulle loro menomazioni, mi viene spiegato che la 2 era scappata, era riuscita ad arrivare ad un posto di polizia. La poveretta era ignara che l’intera sezione di polizia era al servizio del boss, che tutti partecipavano regolarmente a queste feste e quindi sicuramente tutti l’avevano usata più volte a proprio piacimento. Appena si presentò fu rinchiusa, inculata da tutti, narcotizzata e restituita alla villa. Quando si svegliò si ritrovò in quello stato in modo che non tentasse di nuovo la fuga. La n. 3 tentò il suicidio e per farle capire che la vita non le apparteneva più e per toglierle completamente l’autosufficienza fu ridotta in quello stato, il perché del moncherino l’avrei capito a breve.
Le due amputate erano piuttosto richieste, a molti piaceva scoparsi questi tronchi, avevano i buchi subito accessibili, erano completamente alla mercé dei loro violentatori, anche senza legarle.
Arrivate al centro della sala, la n. 2 afferra la corda che le usciva dal culo e comincia a tirare. Il buco comincia ad allargarsi fino a che non esce attaccato alla corda una sfera dal diametro di una decina di centimetri. A quel punto arrivano i negri di servizio, legano i polsi della 2 ad una corda che scendeva dal soffitto e la sollevano a 40 50 cm da terra, poi con un calcio fanno rotolare giù carrellino la n 3, che, incitata da diverse frustate, striscia come un lombrico, aiutata dal moncherino, fino a sotto la 2. Comincia lo spettacolo, la 3 punta il moncherino nel culo della 2 e comincia spingere . la 2 per evitare la penetrazione si solleva sulle braccia. Una scarica di frustate la fanno desistere e allungando le braccia va incontro alla pesante intrusione. Il moncherino si fa strada nel culo non senza difficoltà e non si ferma fino a metà bicipite. Interviene un negro e posiziona la 3 sul fianco in modo che riesca a penetrare più a fondo. Infatti questa riprende a spingere e da questa posizione riesce ad affondare fino alla spalla. Il boss armato di frusta si avvicina alla coppia e comincia a colpire le poverette gridando: “più a fondo, ancora”. Le due spingono ancora una contro l’altra con evidente dolore della 2 che già aveva i culo di un diametro considerevole e più di 20 cm di braccio piantato nelle viscere. Si fermano solo quando riescono ad infilare tutta la spalla.

La scena era intrigante: una splendida donna senza gambe appesa per le braccia, con sotto una’altra bella donna anche lei senza gambe e senza un braccio, che sembrava avesse infilato tutto il braccio compresa la spalla nel culo. La mancanza di arti rendeva gli accessi molto esposti e mi accorgo che lo spettacolo aveva sortito il suo effetto sugli invitati, che aspettavano il via libera del boss per avventarsi sulle due. Il cenno non tarda. Sollevano la 2 sfilandola dal moncerino,la posizionano ad altezza uomo, che se avesse avuto le gambe starebbe in piedi, e subito in due la mettono in mezzo e la sottopongono ad una doppia penetrazione. I primi vengono ben presto sostituiti, e tutt’intorno si era formata una capannello di persone che aspettavano il proprio turno. Le donne prendono possesso della 3, una le lecca la passera ed altre a turno si fanno scopare dal moncherino. Mi avvicino pure io alla 3 prendo il posto della leccatrice e mi rendo conto che la povera mutilata stava godendo sotto i colpi della mia lingua. La porto all’orgasmo poi mi inginocchio, la sollevo e le inforco in un unico affondo il culo. Era incredibile: la rigiravo con estrema facilità, passavo dal culo alla passera con disinvoltura, la donna che prima di me la leccava, riprende l’opera mentre io le pompavo con foga il culo provocandole svariati orgasmi, esco e scarico in bocca del’ ospite.
Lascio il posto ad altri invitati che si avventano come fiere sulla preda.
Scorgo mia moglie rimasta sola, mi avvicino e osservo da vicino l’incredibile penetrazione, dalla vagina le usciva una gran quantità di sperma che cola lungo il palo che le entra nel culo, i piedi legati dietro la nuca le sono ormai diventati viola per la mancanza di circolazione. Lei non ha percepito la mia presenza e appena . sente il mio uccello entrarle all’improvviso nel buco libero sobbalza, ma subito dopo comincia a sospirare. Pazzesco, dopo quello che aveva subito, nella umiliante posizione in cui si trovava appena veniva infilzata godeva. Mentre lentamente mi godevo la mia amata, noto che il boss mi osserva.
Intanto anche le 3 viene appesa, i lunghi capelli corvini le vengono legati ad una corda e con questa viene sollevata ad altezza uomo come la compagna, una ospite le si inginocchia davanti, le scosta le grandi labbra con le dita e comincia a succhiarle la clitoride, un negro le si piazza dietro e le sbatte in un sol colpo il suo immenso cazzo nel culo e il boss preso uno scudiscio e la colpisce sulle tette a ritmo degli affondi del negro. Questa comincia a gridare di dolore, ma ben presto le sapiente lingua sul clitoride e il gigantesco cazzo piantato nello sfintere sortono il loro effetto trasformando anche il dolore delle scudisciate in godimento. Il seno e la pancia sono ormai in modo uniforme rosso fuoco, in negro pompa con una foga che sembra la voglia aprire in due, la poveretta suo malgrado sente salire un orgasmo devastante, inonda con spruzzi il viso della sua leccatrice.
La n. 2 viene lasciata appesa per le braccia a disposizione degli invitati. Sotto la 3 viene imbullonato nel pavimento un fallo in alluminio di circa 3O cm x 10 di diametro e viene abbondantemente lubrificato. Un negro la slega dal soffitto, se la mette sotto braccio a testa in giù, le sputa sul buco del culo e ci infila 4 dita girandole per allargarlo. Poi la rigira, le allarga le natiche appoggia il buchetto posteriore sul grosso fallo e la gira come un pupazzo fino a che la punta non le forza l’anello. A questo punto la lascia tenendola in equilibrio verticale soltanto per il moncherino. La forza di gravità e l’abbondante lubrificante fanno il resto. Il viso della giovane si contrae per il dolore, poi a metà discesa contrae lo sfintere e riesce ad arrestare la penetrazione, al che il negro spazientito le appoggia le manone sulle spalle e con una spinta vigorosa verso il basso le pianta nel culo il palo fino a toccare le natiche nel pavimento. La ragazza, intuendo le intenzioni del suo aguzzino, riesce in extremis a rilassare i muscoli, evitando che gli stracciasse completamente il culo.
Così impalata restava perfettamente in posizione eretta e aveva la testa all’altezza del bacino della, compagna. In questo modo gli invitati comodamente
Inculavano la 2 per poi scaricare nella bocca della 3. Una delle ospiti prende un dildo di notevoli dimensioni e lo pianta con estrema facilità nel culo dell’appesa, poi chiama un negro che stava scopando un’ospite e gli ordina di entrare anche lui nel culo, questi obbedisce e non senza difficoltà e strappando urla di dolore alla poveretta si affianca al dildo, non contenta si guarda intorno ed individua un invitato che stava osservando la scena con evidente eccitazione, lo invita ad avvicinarsi, gli prende l’uccello in bocca, lo spompina un po’ e lo fa poi entrare nella passera della 2. Il nuovo entrato si sincronizza le sue spinte con il negro che insieme al dildo stava devastando il culo della poveretta, poi all’improvviso tutti e due escono e se ne vanno, anche il dildo scivola fuori, ma il buco resta aperto, sbadigliante.
In questa posizione vengono lasciate come sempre per chi voleva usarle, nonostante la stanchezza, non mancava chi approffittasse per dare ancora qualche colpo alle poverette.
La serata stava volgendo al termine, tutti gli ospiti mostravano evidenti segni di stanchezza, solo alcuni ancora si divertivano qua e la con le povere schiave. I negri di servizio cominciano a slegare le poverette che da un po’ non venivano usate, due si avvicinano a mia moglie, gli sfilano il palo che aveva piantato nel culo, analizzano lo sfintere dilatato che in quella posizione non accennava a chiudersi, e borbottano tra loro indicando una porta che non avevo notato. La slegano completamente e la lasciano cadere per terra, aveva le gambe completamente anchilosate per la mancanza di circolazione dovuta alla posizione che era stata costretta a tenere e non riusciva ad alzarzi, i due negri impazienti le sferrano due calci poi la prendono per i capelli e la trascinano dietro la misteriosa porta. Io li seguo, appresi poi che quella era la stanza del mulo, infatti c’ era un mulo con un uccello in erezione di mezzo metro, con un diametro di una decina di centimetri, alcune ospiti gli applicavano un anello sui 18/20 cm (le più intraprendenti arrivavano fino a 25/30) per non farsi sfondare, e si facevano scopare per ore dall’animale infoiato. Mi spiegarono che la bestia veniva imbottita di vigra per mantenere quella maestosa erezione tutta la sera a disposizione delle signore più troie. Alla fine della sera però non si poteva lasciare l’animale in quello stato e il veterinario aveva disposto che doveva scopare fino a che l’erezione non sfiorisse. Capii quindi quale sarebbe stato il compito della mia sposa quella notte, praticamente a fine serata prendevano una schiava, la legavano prona su un panchetto sotto il mulo e la facevano scopare ad oltranza. Infatti la sistemarono come previsto, posizionarono l’anello a metà asta e vedendo le dimensioni del buco del culo di mia moglie quella sera, dopo i trattamenti appena subiti, decisero di cambiare programma. Puntarono l’enorme cappella sul buchetto slabbrato e con una serie di spinte si fece strada sparendo dentro la mia sposa fino a che l’anello sbatt&egrave sulle chiappe ad indicare il forzoso fine corsa. Mia moglie sempre bendata, ha un sussulto a quella maestosa penetrazione e una leggera smorfia lasciava intravedere una certa sofferenza, probabilmente non realizzava di essere inculata da un mulo. Quando però l’animale comincia a pompare, la troia come al solito gode e non ha neanche il pudore di nascondere la sequenza di orgasmi che gli provocava quello spaventoso arnese. Il mulo raggiunge l’orgasmo, si ferma ma l’erezione non accenna a diminuire. Le signore presenti cominciano ad insultare mia moglie dandogli della troia per come godeva con il culo, poi una con malizia si avvicina e toglie l’anello di protezione. Quella puttana appena sente che c’&egrave ancora cazzo, spinge il culo indietro per essere impalata più a fondo. L’animale che aveva appena goduto stava fermo, ma le legature di mia moglie avevano un gioco sufficiente per permetterle di inserire completamente l’inumana daga. La bestia sentendo quella penetrazione, si risveglia dal torpore e comincia un su e giù incredibile. Quasi mi spaventava vedere quello spaventoso uccello uscire quasi completamente e rituffarrsi negli immondi abissi di mia moglie, ma lei era completamente in estasi, era diventata una ninfomane. Il mulo ha un secondo orgasmo e si ferma, completamente conficcato nella troia. La gente cominciava ad andare via, mi dissero che prima che il mulo tornasse a riposo ci potevano volere dalle 12 alle 24 ore e che mia moglie sarebbe dovuta restare lì per tutto quel tempo con in culo il mulo, doveva restare con lei un assistente che lubrificasse di tanto in tanto l’uccello della bestia per evitare che asciugandosi stracciasse letteralmente il culo alla donna. Mi offersi io. Restammo soli, mi avvicinai, feci indietreggiare il mulo per sfilarlo dal culo, presi il lubrificante che mi era stato dato, lo applicai abbondantemente sul cazzo e sul culo spalancato della mia sposa, senza fatica introdussi tutta la mano fino al polso e così lubrificai abbondantemente anche l’interno. Lei continuava a gemere, era insaziabile. Mi accorsi di essere eccitato, ero ancora seminudo, tolgo al mano dal culo e ci metto l’uccello. Era troppo slabbrata, non sentivo nulla, allora passo nella figa e comincio a scopare con passione. Lei continua a godere. All’improvviso mi sale una gran rabbia, prendo uno scudiscio e comincio a colpirla sulla schiena e sulle natiche strappandole urla di dolore, poi comincia a godere anche sotto i colpi, la cosa mi imbestialiva, comincio a colpire più forte e miro all’interno coscia, dove la pelle e più sensibile, poi accecato dal furore, miro sulle grandi labbra e qualche colpo riesco a piazzarlo sulle piccole labbra sul clitoride. A quei colpi le urla diventano rantoli, mi destano e mi fermo. Le avevo spellato le chiappe, e la passera era gonfia e rossa e colava di umori di piacere misti a sangue. Al cessare delle scudisciate, si rilassa sul panchetto singhiozzando e il buco del culo le si riapre. Prendo il mulo, lo riposiziono e questi riprende ad incularla. “Cosa mi sodomizza?” mi chiese, “un asino” gli risposi camuffando la voce perché non mi riconoscesse, poi le metto il mio uccello in bocca e notai che l’idea di essere inculata da un’animale l’aveva riportata all’orgasmo e succhiando con passione fece sborrare ben presto anche me.
Anche il mulo si era fermato, probabilmente aveva ancora goduto, stava fermo, sornione con l’inossidabile erezione piantata nella mia sposa, questa si addormenta, viene svegliata di tanto in tanto dal mulo che ricomincia a pompare, gode e si riappisola. Io mi limitavo qualche volta a sfilare il mulo, lubrificare e rinfilarlo. Andò avanti così tutta la notte e il mattino seguente, solo nel primo pomeriggio il micidiale attrezzo cominciò ad afflogliarsi. Chiamai l’assistente, che portò via il mulo, poi slegò mia moglie, questa alzandosi le uscì una gran quantità di sperma dal culo che non accennava a chiudersi. L’assistante si arrabbiò, prese la povera donna stremata per i capelli, la spinse a quattro zampe e le fece leccare il liquido biancastro sul pavimento, in quella posizione si evidenziava la voragine che aveva al posto del buco del culo, con scerno gli infilò tutto il pugno fino a metà avambraccio, poi la prese per i capelli e la trascinò fuori. Stanco mi rivestii e me ne andai a casa. Presto quella donna sarebbe tornata a casa, ero spaventato, non era più la moglie che conoscevo, ma sentivo di amarla ancora di più.

Scaduto il termine mia moglie viene liberata, al giorno e ora stabilita mi presento alla villa a prenderla. Erano passati 5 anni, era entrata in quella casa una donna pudica, che aveva avuto solo me ed ora mi trovavo di fronte una donna che aveva subito ogni angheria, era stata presa in tutti i modi possibile da centinaia di uomini. Non era più lei. Io ero follemente innamorato, a sua insaputa mi ero recato spesso alla villa a possederla tra i tantissimi uomini che ogni giorni la usavano.
Mi fanno accomodare nel salone dove si tengono le feste, su un poltrona dicendomi di attendere che a breve sarebbe cominciata la cerimonia di accomiato. Rimango solo per qualche minuto, poi cominciano ad arrivare alla spicciolata gli uomini del boss che si sistemano in attesa nei vari salottini dell’immensa sala. Dopo circa 15/20 mn nella sala ci saremmo stati un centinaio di uomini, penso l’intero esercito del boss. Quando sembrava fossero arrivati tutti, si apre la porta in fondo al salone e appare la mia sposa a braccetto del boss, non era nuda come al solito, indossava un vestitino a fiori corto, fino a mezza coscia, sandali col tacco, il vestito le fasciava lo schianto vita, esaltando le sue forme e evidenziava in modo prepotente il suo superbo seno. Era bellissima. Arriva al centro della sala come in una sfilata, qui avevano sistemato un puf girevole sopra il quale le dicono di sistemarsi a pecorina. Lei come sempre obbedisce e in quella posizione il corto vestito metteva in mostra il suo splendido culo nudo. Lo osservo con attenzione, quando divarica le gambe la grandi labbra si schiudono appena, tradendo gocce di eccitazione, la rosetta era ben chiusa, poi mi spiegarono che la settimana prima non era stata usata per farla chiudere, ma la sua dimensione evidenziava le estreme dilatazione cui era stato sottoposto. Comincia la cerimonia, il boss si avvicina alla mia donna, le solleva il vestito in vita e da il segnale di inizio. Tutti gli uomini si spogliano, nel frattempo erano entrate in sala una decina di schiave che cominciano a succhiare l’uccello a chi si propone, erano le addette a preparare i maschi. Il primo che si presenta al cospetto della mia sposa era un nero enorme con una possente erezione che appoggia sul buchetto e con un’unica spinta lo affonda come una lama rovente nel burro. La troia non fa una piega, lo accoglie inarcando la schiera e gli va incontro per avere il massimo della penetrazione e comincia a godere immediatamente. Il nero non tarda a svuotarsi nell’intestino della mia donna, esce e subito il suo posto viene preso da un collega. Il boss mi si avvicina e mi spiega quello che ormai aveva intuito. Prima di liberarla sarebbe stata inculata da tutti i suoi uomini e tutti le dovevano venire dentro, me la consegnavano piena. Le schiave spompinavano senza sosta e a mano a mano che ottenevano l’erezione questi si mettevano in fila per inculare la festeggiata. Conto quanti cazzi avrebbe preso in culo quel giorno. Dopo che l’undicesimo gli sborra dentro, le fanno appoggiare la testa sul puf, con il culo ben in alto, non doveva uscire neanche una goccia. Notavo che gli uomini cercavano l’orgasmo nel minor tempo possibile, quasi fosse un compito da svolgere, poi si rivestono ed escono. Quando finisce il cinquantesimo lascia il buco completamente spalancato e la mia splendida zoccola ancora gode. La stavano inculando ininterrottamente da circa 3 ore e la sala era ancora piena, ma quanti erano!? Continuo a contare, 51,52, 53… 74, 75, 76… 103, 104, 105… la baldracca ha smesso di godere, dopo 5 ore dà segni di stanchezza evidenti, si lamenta, e dopo ogni inculata si volta per valutare quanti ne mancano ancora. Il buco del culo &egrave devastato, tra un cazzo e l’altro le rimane oscenamente aperto mostrando le rosse mucose infiammate. 140, 141, 142… ora ogni cazzo &egrave un supplizio come rivelano le smorfie di dolore a ogni nuova penetrazione. Fortunatamente gli ultimi per non affondare il loro uccello in quel mare di sperma, si facevano masturbare dalle schiave e lo infilano nel culo della mia sposa solo per sborrare. 150, 151, 152 e ultimo fa il suo dovere e scarica il suo seme nel povero culo devastato. Insieme al 152esimo escono dal salone anche le schiave sfinite. Quasi 8 ore di inculata senza sosta! A questo punto il boss si avvicina al puf con un butt plug di notevole dimensione e tappa il culo pieno di sperma di mia moglie, poi si porta davanti, e le infila il cazzo in bocca venendo quasi subito. La fa alzare e la conduce verso di me. Aveva il viso stravolto, mi guarda con indifferenza, cammina con fatica, sia per la stanchezza, per essere stata 8 ore a pecorina, sia per i litri di sperma che ha negli intestini, che le danno coliche evidenti, la pancia &egrave gonfia, &egrave evidente il suo impellente bisogno di liberarsi, operazione non possibile a causa dell’enorme tappo che le ostruiva il buco del culo. Don… mi consegna la mano di mia moglie e dice: “il debito &egrave saldato, potete andare”. Me la riconsegna dopo averla fatta inculare davanti ai miei occhi da 154 uomini, con il culo pieno di sperma fino a scoppiare. Ce ne andiamo in silenzio, usciti dal cancello ci avviciniamo alla mia auto, lei con viso sofferente dice: “non riesco ad arrivare a casa”. Si nasconde dietro la macchina, tira su il vestito, si accovaccia come per pisciare, afferra il butt plug e lo sfila. Una quantità incredibile di liquido biancastro le esce dal culo con imbarazzanti rumori di aria misto sperma che uscivano con pressione. Si alza sale in auto senza dire una parola e si addormenta quasi subito.
La routine della vita normale faceva fatica a ritornare, lei era fredda, distaccata assente. Quando scopavamo non godeva come la sentivo godere in villa, mi permette di prenderla solo per dovere, mai il culo e qualche pompino controvoglia. Non voleva parlare mai di quanto accaduto. Una sera rientro a casa dal lavoro e la trovo nel salotto che succhiava l’uccello a due giovani. I due vedendomi entrare si irrigidiscono, e lei: “tranquilli ragazzi, il cornuto &egrave abituato”, e riprende a succhiare. la aveva detto con disprezzo, ma era la verità, l’aveva vista fare cose che questo a confronto era una pomiciatina. Mi siedo e guardo gli sviluppi, i due giovani erano parecchio arrapati, ma inesperti, il gioco doveva condurlo lei e notavo che questo la irritava, a lei piaceva essere dominata. Sale sopra a uno lo cavalca mentre succhia l’altro, poi dice a questo di metterlo nel culo in doppia. Questo non capiva più niente, sicuramente non gli era mai capitato di scopare una figa di quel calibro e per giunta così troia. Con un pò di difficoltà riesce comunque ad entrare e non trattiene un commento di quanto fosse aperta, sapesse cosa non &egrave entrato in quel culo negli ultimi anni!! La troia poi , sicuramente per provocare me, si sfila dai due cazzi, prende quello da stava cavalcando e se lo infila nel culo ed invita l’altro a fare altrettanto. Il povero ragazzo ora ormai in stato confusionale aveva un’erezione da sembrava scoppiasse da un momento all’altro. Ci prova ma non ha la tecnica e gli scivola continuamente fuori. Allora interviene lei, lo afferra, lo affianca al compagno e lo invita a spingere. Non se lo fa ripetere, appena sente da la strada &egrave quella giusta da una poderosa spinta e mia moglie si apre ulteriormente senza difficoltà. I due vengono praticamente subito, lei si libera dal groviglio di corpi indispettita, li liquida, e se ne va in bagno. Questa scena si ripete spesso, varia il numero dei partecipanti, ma la sua insoddisfazione di fondo rimane immutata. é sempre più lontana, non abbiamo praticamente più rapporti, sembra perennemente arrabbiata con me, la sto perdendo. Non tardò infatti il giorno che decise di andarsene, tornando a casa una sera, invece di trovarla impegnata con le sue solite conquiste occasionali, la trovo impegnata a farsi la valigie.
‘Non ce la faccio più, questa vita ormai mi sta stretta’ con queste poche parole mi saluta ed esce dalla mia vita. Non potevo vivere senza di lei, era ormai un’ossessione, ero disperato, preferivo averla alla villa almeno era anche mia’ a quel pensiero mi viene un’idea! chiamo subito la segreteria del boss chiedendo un appuntamento per una proposta.
Al giorno concordato mi presento al cospetto del boss e gli propongo di comprare mia moglie, al 50%, loro la rapivano, simulavano un incidente per farla risultare morta ed era a loro disposizione come schiava, come era prima, in cambio mi avrebbero fatto entrare nell’organizzazione e mi davano un appartamento dove vivere con lei. Gli spiego che mi aveva lasciato e che preferivo condividerla con centinaia di uomini piuttosto che perderla. Il boss mi spiega che mia moglie sarebbe dovuta essere a disposizione in ogni momento di tutti, anche all’interno del loro appartamento e che come schiava permanente sarebbe stata sottoposta a trattamenti molto più duri rispetto alla precedente esperienza, inoltre il boss sarebbe stato il proprietario, al 100%, non facevano compartecipazioni. Accettai.
Dopo appena una settimana, bussa alla mia porta un tipo, apro e lui senza presentarsi: ‘&egrave nelle nostre mani, domani ci sarà l’incidente con incendio del veicolo, il medico riconoscerà il cadavere, tu organizza il funerale e presentati in villa a fine mese’ e se ne va senza proferir altra parola.
E così andarono le cose, ci fu l’incidente simulato, il cadavere carbonizzato, che non ho mai saputo di chi fosse, fu riconosciuto da un medico evidentemente al loro soldo. Io sbrigo tutte le pratiche burocratiche, il funerale, lascio il lavoro, vendo casa e mi presento puntuale dal mio nuovo capo alla data che mi era stata indicata.
Mi spiegano quale saranno le mie mansioni, sostanzialmente il custode. mi fanno vedere il nostro alloggio composto da una camera da letto zona giorno e bagno. a fianco la cucina c’era una croce il legno con mia moglie legata sia le braccia che le gambe agganciate alla parte alta, così che stava praticamente piegata in due, bendata, completamente nuda aveva la fica e il culo aperti e grondanti sperma e sotto nel pavimento c’era una pozzanghera di orina e sperma. Il mio cicerone mi spiega: ‘sono tre giorni che &egrave lì, come vedi ha ricevuto parecchie visite, ti aspettavamo perch&egrave te ne prendessi cura, vedi te se vuoi slegarla o se te la vuoi inculare, come ben sai &egrave a disposizione di tutti H24, chiunque può entrare giorno e notte e usarla a suo piacimento, quindi sappi che se la fai dormire con te potresti avere visite e potrebbero portarla via o scoparla qui. Anche se te la stai scopando te possono infilarlo in qualsiasi buco libero.’
Le nostra nuova vita entra in routine, lei fa i suoi servizi e se richiesta partecipa alle feste del boss, quando rientra la mattina la ispezione per vedere come l’avessero ridotta, infatti quasi sempre veniva frustata e trovavo il culo aperto. Tra le mie mansioni c’era quella di andare a sistemare la sala delle feste la mattina seguente, dovevo slegare e le schiave che avavano lasciato legate. Tra queste spesso trovavo anche mia moglie che non era riuscita a rientrare. Una volta la trovai legata a pecorina, aveva preso talmente tante scudisciate che tutto il corpo era un reticolo di strisce rosse, aveva una bottiglia di champagne infilata nel culo dal fondo, stava facendo un pompino ad un altro inserviente che approfittava. Mi avvicino, e mentre aspetto che finissero per slegarla, le sfilo la bottiglia dal culo e noto che aveva ancora infilato nella passera l’orgasmometro, un apparecchio con un sensore che si infila nella vagina, che registra gli orgasmi. Lo usavano per un gioco, lo applicavano ad una schiava, solitamente le più troie, e cominciavano ad incularla tutti, ordinandole di non venire, cosa impossibile per una come mia moglie. Ad ogni orgasmo partivano le frustate, la mandavano in loop, più veniva e più la frustavano, più la frustavano e più veniva. Si spiegavano i segni che aveva, praticamente non c’era una parte del corpo che non avesse un segno di frusta. Guardai il dispay dell’apparecchio ancora acceso, segnava 26 orgasmi! Il tipo non aveva ancora finito, approfitto anche io, il culo non era il caso, dopo la bottiglia era difficile trovare godimento, la scopo, vedo il collega che le viene in bocca, vengo anche io, esco guardo il display’ 27′ veramente insaziabile.
La nostra vita prosegue così per un anno e mezzo, ero felice, e anche lei lo era, era la sua natura, la sua dimensione, lei gode e si realizza nella totale sottomissione. &egrave diventata un oggetto, tutti possono usarla come meglio credono, viene scopata, inculata decine di volte al giorno, passa intere giornate o nottate legata alla mercé di chiunque. Il boss la noleggia o presta anche all’esterno della villa, in feste di amici o conoscenti. Però &egrave anche a mia disposizione, e anche se raramente, capita che resti tutta la notte solo con me, in quelle occasioni facciamo l’amore dolcemente, sento che si rilassa ma gode poco. Chiesi al boss se potevo averla tutta per me almeno una volta alla settimana o al mese, ma mi fu negato, era già molto la concessione che stia nei miei alloggi, per il resto &egrave di tutti. Capita spesso che la sera dopo cena, mentre guardiamo la tele entri qualcuno, mette mia moglie a pecora, se la incula e se ne va. Altre volte se la portano via nei loro alloggi dove organizzano orge, quando torna mi faccio raccontare cosa ha subito e mentre racconta le infilo dita nei buchi per saggiarne lo stato, mi eccito e la scopo dove ha più sperma, solitamente il culo.
Una mattina arrivano nei nostri alloggi 2 negri con una cassa da spedizione lunga 1,5 mt alta 1 mt e profonda 50 cm, aprono il coperchio tirano fuori delle corde e un cappuccio e un butt plug enorme molto allungato, sarà stato 25 cm di lunghezza e il punto più largo 12/13 cm. Ordinano a mia moglie di allargare le chiappe, lei chiaramente obbedisce girandosi &egrave sorgendo il culo verso i padroni. Uno dei due lubrifica il fallo e lo spinge nel culo della mia sposa fino in fondo senza molta difficoltà, poi la prendono e con le corde la incaprettano in modo professionale, noto che le corde passano tra le chiappe sopra il butt plug in modo che non potesse espellerlo. Il cappuccio che le mettono ha un tubo che le entrava in bocca. Con loro c’&egrave un’infermiera che con perizia le infila un catetere, quindi la sollevano la infilano nella cassa sulla pancia, collegano il catetere ad una sacca posta tra le gambe, collegano il tubo che usciva dalla bocca ad un flessibile attaccato al coperchio della cassa e infine chiudono, lo inchiodano, la sollevano e la portano via. La cosa mi &egrave sembrata strana, ne ha viste di tutti i colori, ma questa volta non c’&egrave nulla di sessuale, erano venuti ad imballarla. Dopo tre giorni che non la vedo tornare, chiedo di vedere il capo, ma riesco ad avere un appuntamento solo dopo 15 gg. Quando gli chiedo notizie di mia moglie mi informa che l’avevano venduta ad una organizzazione di trafficanti di schiave, lo facevano spesso, soprattutto con gli elementi come mia moglie, bellissime, calde e felici della loro condizione, valevano molto sul mercato. Mi cade il mondo, capisco di averla persa per sempre.

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