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Racconti di Dominazione

Il gioco di Elisa 2

By 2 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Elisa e’ in piedi, immobile nell grande sala spoglia.
Non si puo’ certo dire che sia una ragazza minuta: e’ alta, piu’ di un metro e settanta, e sebbene sicuramente non si possa dire che sia troppo robusta e’ decisamente florida; eppure adesso, nel centro di quel salone dal soffitto cosi’ alto, in quello spazio occupato solo da un grande divano rosso ed un paio di poltrone Elisa si sente piccola e fragile, ha l’impressione di trovarsi in uno spazio vuoto, prova il bruciante desiderio di ranicchiarsi in un angolo cercando la protezione di una parete.
Il dottor Riccardo e’ comodamente seduto ad un scrittoio sotto una delle grandi finestre, la osserva fumando lentamente, senza tradire nessuna emozione particolare.
“…eccoti, finalmente…” dice dopo un silenzio che sembra infinito.
Elisa e’ scossa da un brivido; solo ora si rende conto di essere fradicia di pioggia. Nonostante l’aria dell’appartamento sia tiepida, i vestiti inzuppati la avvolgono in un abbraccio freddo e fastidioso.
“Hai dei vestiti per cambiarti…?” le dice, gettando uno sguardo allo zainetto che ha abbandonato sul pavimento.
“…si…”
“…allora spogliati… Fallo qui davanti a me… ora!”
Elisa esita solo per un attimo, poi si china ed estrae degli indumenti dallo zaino, il cui interno e’ perfettamente asciutto.
Jeans, una t-shirt chiara, calze, un paio di mutande bianche. Si rende conto di non aver portato un reggiseno.
Si toglie le scarpe e le calze. Poi sembra riflettere per qualche secondo, e si slaccia la gonna; la lascia scivolare a terra, guardando l’uomo negli occhi, lo sguardo carico di odio. Si leva il maglione, lo getta via; poi inizia a sbottonare la camicetta bianca, la toglie. Rimane immobile, si sforza di non tremare sotto lo sguardo del dottor Riccardo, che la osserva compiaciuto, la sua bella vittima, in slip e reggiseno al centro della sua ragnatela.
“…togli tutto…” le dice.
Lei chiude i bellissimi occhi blu, porta le mani dietro la schiena e slaccia il reggiseno; l’uomo stringe appena gli occhi quando vede le belle tette pesanti apparire da sotto il tessuto bianco. Elisa non riesce a fare a meno di coprirsi i seni con gli avambracci, in un rigurgito di pudicita’. Poi lascia scivolare le spalline dell’indumento verso il basso, lo lascia cadere a terra, e porta le mani lungo i fianchi, offrendosi allo sguardo del “dottore”.
E lui la guarda, avidamente ma senza scomporsi, e la luce nel suo sguardo le dice quanto gli piaccia cio’ che vede. Elisa e’ una ragazza modesta, ma sa di essere bella; ogni volta che si e’ spogliata davanti ad un ragazzo ha visto quella luce nel suo sguardo, sa che il suo corpo non e’ perfetto ma attraente, sa che tipo di sensazione trasmettono le sue curve dall’aspetto morbido, la sua pelle cosi’ chiara e delicata…
“..gli slip…” dice lui un po’ rauco.
E lei ubbidisce; abbassa le mutandine scoprendo il ciuffo di peli che le copre il pube, un piccolo triangolo scuro che contrasta con il chiarore quasi luminoso del resto del suo corpo.
Elisa e’ nuda. E’ una morbida forma chiara, di un pallore quasi innaturale. Gli unici contrasti cromatici in quel candore sono dati dal nero corvino dei suoi lunghi capelli mossi, dalla macchia scura tra le sue gambe, dal blu intenso dei suoi occhi e dal rosa pallido delle sue labbra e dei suoi capezzoli. Elisa e’ nuda, e si sente indifesa e vulnerabile, ma ciononostante si sforza di non cedere e mantenere un atteggiamento fiero e dignitoso. Cerca di pensare ad altro, di guardare altrove, ma presto si scopre intenta a fissare l’uomo che la osserva continuando a fumare, senza muoversi o parlare…
“…voltati! ” le ordina.
Elisa ruota su se stessa, offrendo le natiche carnose al dottor Riccardo, che ora si alza e si muove verso di lei. Elisa chiude gli occhi quando lo sente fermarsi dietro di s&egrave, appena alla sua sinistra, vicinissimo. Le tocca i capelli bagnati, raccogliendone una ciocca appena dietro l’orecchio, con la punta di due dita le sfiora il collo ed una spalla.
“…hai paura…?” le chiede sottovoce.
“…no…!”
Ha risposto troppo in fretta, e l’uomo sorride. Poi le sue dita scivolano lungo la schiena, in basso, fino ai reni, dove la carne dei glutei comincia a gonfiarsi, formando due meravigliose fossette; Elisa sa quanto piacciano ai ragazzi che apprezzano le ragazze non troppo magre. L’uomo sposta la mano fino ad aprirla sul suo fianco destro, impugnando la carne che le copre il bacino. Lei trattiene il fiato, ma la mano non si ferma e scivola aperta sul davanti, sul ventre morbido, sfiorando appena con la punta di un dito il ciuffo di peli scuro sul pube, dove esita solo un secondo, per poi salire decisa sino a soppesarle i seni, prima uno, poi l’altro. Elisa non riesce a trattenere un’esclamazione quando l’uomo la afferra per il collo, da dietro, impugnandola senza farle male ma con forza.
“…hai paura…?” le sussurra di nuovo in un orecchio.
“…sì…” risponde.
La sua voce e’ un gemito. I suoi occhi serrati; le labbra le tremano, il mento e’ contratto come quello di un bambino sul punto di scoppiare in lacrime.
La fa voltare di fronte a se’, vicinissima; abbassa lo sguardo sui suoi seni, sul ventre, la macchia scura del pube, le cosce carnose. Le accarezza il mento ed una guancia, le passa una mano tra i capelli, poi si allontana da lei. Per parecchi secondi Elisa rimane immobile, gli occhi chiusi, sforzandosi di non piangere. Poco dopo il dottor Riccardo ritorna verso di lei, in mano ha un asciugamano bianco di morbida spugna.
“…tieni, asciugati…” le dice porgendoglielo.
Elisa apre gli occhi e prende il telo con una mano; lentamente inizia a frizionare il corpo umido con il tessuto morbido e pulito.
Il dottor Riccardo si siede su una poltrona, la guarda mentre si asciuga con cura in ogni parte del corpo.
“…Tu lo sai, vero, che sei libera di andartene in ogni momento…? Voglio dire… sai che non sei obbligata a restare e ad ubbidirmi… Lo sai…?”
“…si, lo so…” risponde Elisa frettandosi i capelli
“…e sai che se vuoi restare devi fare esattamente cio’ che ti dico…”
“…sì…”
“…qualunque cosa…” le dice
“…lo so…”
Elisa getta l’asciugamano a terra insieme ai vestiti fradici, rimane in piedi di fronte all’uomo seduto.
“…posso vestirmi?” chiede alla fine con un filo di voce.
“…non ancora. Voglio che resti ancora nuda, in piedi.” le risponde.
Elisa abbassa lo sguardo
“Secondo te che cosa voglio da te…?” le chiede dopo un po’.
Elisa non risponde.
“…voglio dire…” continua “…ti sarai chiesta cosa succedera’ adesso…”
“…penso che vuoi scopare…” dice dopo un po’ lei senza guardarlo.
L’uomo sorride.
“…tutto qui? …be’ , intendiamoci, puoi giurarci che ti scopo! …E lo faro’ parecchie volte, se e’ per questo… ma non c’e’ altro?”
Silenzio.
“…Ti ho sempre detestata, Elisa… Ti ho trovata insopportabile fin dalla prima volta che ti ho vista, dopo che mio padre ti ha assunta… Ho sempre odiato il tuo modo di vestire, cosi’ ostentatamente diverso dal mio e tutti i tuoi colleghi, ho sempre detestato il tuo tono di voce ed il tuo modo di parlare, da troietta ingenua e volutamente naive, e non ho mai potuto sopportare il modo in cui mi hai sempre guardato, altezzosa e con aria di sufficienza, come se fosse evidente che non avresti mai avuto a che fare con un tipo come me se non fosse che ti do’ di che mangiare, puttana! E soprattutto ho sempre odiato il fatto di essere sempre stato, nonostante tutto, sempre cosi’ morbosamente attratto da te, e ti ho sopportata solo perche’ sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato… un momento che ho intenzione di godermi fino all’ultimo istante, maledetta stronza… e ora te lo chiedo ancora una volta: vuoi restare qui…?”
Elisa e’ costretta a mordersi un labbro per non esplodere in un singhiozzo. Poi raccoglie le forze per rispondere:
“…sì…”
“…allora dimmi che sei una lurida puttana!”
Elisa si morde ancora piu’ forte il labbro inferiore; i suoi occhi sono umidi, adesso.
“…dimmelo o ti caccio via a calci…” le ringhia
“…sono una lurida puttana…” mormora
“…non ti sento, vacca!”
“…Sono un puttana… Sono una lurida puttana…!” dice alla fine con la voce piu’ chiara possibile.
“…lo so…” dice lui, e sorride. “…Ora vestiti, ma non mettere i jeans! Solo le mutandine e la t-shirt! E poi siediti sul divano…” le ordina. E accende un’altra sigaretta.
Elisa, con le mani e le gambe che le tremano, ubbidisce.

-CONTINUA-

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