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OrgiaRacconti di DominazioneTrio

Il lupo perde il pelo ma…

By 4 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Era un po’ che ci pensavo, quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevo avuto l’ultimo schiavo? Bah, tra una cosa l’altra 5 anni, da quando mi ero sposata, insomma.

Difficile sia fare due vite che imporre all’altro le tue pretese..ed un marito schiavo…proprio no!

È un periodo di stanca questo ed il detto “il lupo perde il pelo ma non il vizio” mi calza a pennello.

È da qualche tempo che sento per telefono un ex collega di lavoro, ormai trasferito in altra sede.

Ha scoperto la mia natura quasi subito, non c’è stato bisogno di dovergli spiegare granchè, salvo limare le convinzioni cretine che youporn, o chi per lui, applica alla dominazione.

Che fare quindi? Non vorrei essere adultera ma ho paura che la mia natura possa essere un ostacolo a questo proposito.

Il mio collega tempo fa, tra le altre cose, mi ha risolto un bel problema senza chiedere soldi per la consulenza e senza lasciar trapelare che il lavoro fosse suo e non mio: sarebbe l’ora di ripagare la sua gentilezza.

Non sento il bisogno di scoparlo, semmai di regalargli una serata come si deve.

Ho deciso: a prescindere dalla serata esigo una serva.

Non avrebbe senso fare altrimenti, sono 5 anni che non sono più io, ho voglia di sentire quell’adrenalina che solo i ferormoni femminili sanno dare.

Il sito a cui mi sono rivolta per una vita è sempre quello, ma l’annuncio è sibillino: “cerco una serva, da sottomettere completamente, che non abbia mai avuto una padrona e che non abbia assolutamente remore”.

Le risposte cominciano ad arrivare quasi subito ma la maggior parte sono scartabili, ne rimangono 3 un po’ più interessanti, dovrò fare un’ attenta selezione, non mi piacciono le mute di cagnette, va sempre a finire che “si mordono”.

Indico una sorta di casting in un albergo come si deve, non mi piacciono le bettole, per fare quello che devo fare ho bisogno di discrezione ed assoluta pulizia, detesto gli odori di troppo nelle stanze, quegli olezzi di stantio di camere fin troppo abusate.

Alla reception dico che è una cernita tra aspiranti attricette e che durerà poco, avverto anche che non voglio essere disturbata dal telefono se non per avvertirmi che sono arrivate, il concierge non vuole sapere altro.

Le ragazze sanno già che non sarà una seduta di dominazione ma che devo scegliere chi tra loro diventerà la mia schiava;

non è stato dato nessun ordine sull’abbigliamento ma solo sulla pulizia dei loro corpi: esigo siano pulite dentro e fuori..in ogni caso, per essere sicura, ho portato il necessario.

Cominciano a salire, il receptionist pare un po’ turbato, non vorrei che qualcuna di queste stupide si fosse presentata già vestita da puttana.

Apro la porta, sono in due per adesso, manca la terza ma sono in anticipo loro, mancano ancora 10 minuti all’ora che le era stata assegnata.

“venite dentro!” dico, senza troppi giri di parole, ho la pressione a mille, vorrei già cominciare il lavoro, aspetto.

“toglietevi i vestiti e faccia contro il muro con le gambe ben divaricate”.

Si spogliano, una ha un culo veramente notevole, ma oggi non posso togliermi lo sfizio, se do un ordine devo essere la prima a rispettarlo!

Arriva la terza, bruna, carnagione olivastra, tette sode, il culo non è eccellente ma il seno è piuttosto notevole.

Stesso ordine. Mi siedo. Loro sono tutte di spalle.

Chiedo loro se sono pulite e se hanno fatto cosa ho chiesto.

Mi rispondono con un semplice “si”.

“si cosa? Vedete di aggiungere sempre Padrona quando vi rivolgete a me, qualunque di voi io scelga, se sgarrate venite punite e la cosa non m’interessa se potrebbe divertirvi o meno, se accettate siete roba mia, fino a che lo dico io non uscite, non mangiate, non bevete e tassativamente non venite, non scendo a patti, saprò ricompensarvi se sarete serve come si deve”.

Mi alzo e ordino “adesso piegatevi a 90 gradi che devo ispezionarvi”.

Comincio dalla seconda entrata, senza inumidirmi le dita le infilo due dita in vagina, la graffio con un’ unghia, è già bagnata, inutili novizie, sono allucinanti, gli basta un niente e grondano.

In ogni caso o ha già partorito o è decisamente troppo larga per i miei gusti.

Le tolgo le dita da dentro, lei mugola, la prendo per i capelli e le faccio strusciare la faccia contro il muro e dico a voce alta “non voglio sentire un fiato!”.

Le metto il pollice nell’ano, voglio vedere quanto sale senza bagnarlo, fa fatica: questa potrebbe, invece, essere una cosa positiva, non c’è niente di più brutto di una novizia con il culo già dilatato.

“accovacciati come se tu stessi facendo pipì”, le metto dentro una pallina di gommapiuma larga più o meno 4 cm di diametro “rimani in questa posizione e guai a te ce non ti cada tra le cosce, contrai i muscoli di quella passera sennò lo vedrete che succede”.

Passo all’ultima che ha varcato quella soglia, senza nemmeno aspettare che sia completamente in posizione comincio il lavoro fatto all’altra, ha una fica che non fa una goccia, molto molto molto bene, mentre le sono dentro con il medio in vagina con il pollice le penetro il retto, decido che un piccolo sfizio me lo posso togliere, le infilo l’unghia nella mucosa anale e intanto con il medio faccio la stessa cosa, la prendo in una sorta di pinza poco piacevole, soffre, dolce, mi accorgo che non è magrissima ma che dev’essere giovane abbastanza da considerare già questa una piccola oscenità.

Mi faccio ripulire le dita dai suoi umori alla fine di questa prova, lo fa, non fiata.

La faccio girare, ha dei seni enormi, le prendo un capezzolo tra le dita, lo torco, lei si irrigidisce, fa una smorfia, una di troppo, la schiaffeggio e la faccio mettere in ginocchio.

“quello che dovete capire tutte è che, chiunque io scelga, non ci sarà pietà, dovrà sapermi conquistare, vi sto facendo il favore d’insegnarvi qualcosa, quindi evitatemi smorfie, le lacrime le adoro, le smorfie da ragazzetta viziata proprio no.”

non faccio in tempo a finire di parlare che mi accorgo che la pallina della prima è già a terra, e lei, ovvio, trema;

arrivo alla borsa, estraggo la pagaja e la pinza, le chiedo di venirsi a distendere sopra le mie ginocchia.

Le altre hanno il dovere di guardare, ma devono rimanere pancia a terra in modo tale che sforzino un po’ i muscoli del collo per farlo.

Le stringo le labbra della sua fica nella pinza e la comicio a sculacciare con le mani, cambio, le inumidisco quel buchetto da collegiale che si ritrova, le infilo due dita, allargo, non è completamente pulita. A questo penserò dopo.

Le do una decina di botte con la pagaja, le si arrossano le natiche, le ordino di tornare al suo posto e di sedersi sulla moquette ruvida.

Faccio rialzare le altre due e ordino alla seconda schiava di andare a fare un clistere alla sua amica in bagno, la roba è già pronta lì, c’è un clistere di profondità e una bacinella, inutile dire come deve usarli, che non tornino finchè quel catino e lei non sono completamente pieni, clistere acqua e tanto sapone.

Tocca all’ultima, me la sono lasciata per ultima per essere sicura di godermi quel culo a dovere.

Le faccio fare la prova della pallina per un paio di minuti,tanto che le altre due hanno ben altro a cui pensare, non cade, bene;

la faccio rialzare, schiena al muro, gambe sempre divaricate, la guardo: un po’ magra per i miei gusti, le tette non sono grandissime ma ad una terza ci arrivano;

le mordo un capezzolo, le scende una lacrima, soavi lacrime di schiava, che solcano quelle guance magroline, le do uno schiaffo leggero e le metto 2 dita in una fichetta un po’ pelosa, sebbene sia solo una strisciolina di pelo “avevo detto pulite dentro e fuori e quel pelo è di troppo, hai capito?”, fa cenno di si, vedremo poi se mi piacerà il resto.

La faccio voltare, ho un grano di peperoncino, glielo inserisco nel suo culetto d’oro, non ho proprio resistito, diventa tutta rossa, fortunatamente era pochissimo sennò vai a capire cosa succedeva.

La lascio lì, apro la porta del bagno e trovo le due sciocchine intente nell’atto ancora di infilare la sonda, benedetta gioventù;

intervengo, mando di là la servetta stolta, e comincio ad infilare il tubo nel retto della donnetta che ho davanti, lei geme, a me sembra di essere tornata a dieci anni fa, quando sapevo bene quanto bruciasse il sapone nell’intestino. Quando sapevo bene gli effetti prodotti da qualunque cosa mi fosse introdotto.

La mia prima mistress, quella che mi ha insegnato tutto quello che so sulla dominazione.

Rinvengo dai miei pensieri quando la servetta è praticamente colma, e dolorante.

La faccio accovacciare sul catino, riversa fuori quasi tutto subito, segno che quello che avevo trovato erano rimasugli.

Geme, trema, piange. Non è proprio adatta a me.

Le faccio ripulire il catino, non vorrà certo che lo faccia io.

Le altre due guardano attonite e a me comincia a sobbalzare nella testa l’idea di averle entrambe.

Due schiave sono impegnative, devo pensarci.

Faccio rivestire la ragazza che sembra essersi svuotata e la congedo, lei se ne va, abbastanza dubbiosa di veder rimanere le altre due, la ringrazio e se ne va.

“la vostra amica è già stata scartata, su di voi devo pensare, vi farò sapere non appena avrò scelto, intanto voglio sapere alcune cose di voi, vi avverto che non voglio una confidenza tra amiche, voglio solo sapere delle cose per poter scegliere.

Quanto tempo fa siete state sverginate? Avete già avuto rapporti anali? Quanto tempo è che non avete rapporti sessuali?”

“15 anni” mi dice la bruna “ dietro non l’ho mai fatto, solo una volta ci ho provato, ho un fidanzato, lui è un poliziotto, lo vedo pochissimo”.

L’altra mi dice che la prima volta lo ha fatto 2 anni fa, con un suo amico, che un rapporto anale lo ha già avuto ma che non è fidanzata”.

Le congedo, non prima di avergli chiesto di fare del sesso orale l’una all’altra davanti a me e senza mezzi termini metto la testa della bruna tra le gambe dell’altra.

Lecca, succhia, morde ma si vede che è completamente digiuna;

ordino di cambiare, adesso è la bruna che sembra addirittura essere sul punto di godere nella bocca della compagna.

Ordino di smettere, di rivestirsi ed uscire, chi tra le due sarà richiamata sarà la mia schiava, l’altra ha il dovere di non scocciarmi con e-mail o motivi per cui avrei dovuto scegliere lei.

Fatto tutto, scendo, pago, monto in macchina e comincio a tirare le somme.

La strada è lunga ;-)

 

 

 

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