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Racconti di Dominazione

Il questionario

By 13 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Giovanni ed io siamo, modestamente, i due fighetti della facoltà. Giocatore di rugby lui e pallanuotista io abbiamo fatto felici tantissime fanciulle della facoltà. Quelle belle, naturalmente, ma anche quelle simpatiche e spiritose.
A Giovanni il più fantasioso dei due, un giorno venne un’idea. Navigando in Internet si era imbattuto in un sito dichiaratamente tutto al femminile. Era rimasto esterrefatto. Oltre a consigliarsi su come fare per apparire più snelle e più belle, le rappresentanti del gentil sesso non esitavano a intervenire in sondaggi lanciati sul sito da navigatori ospiti ovviamente di sesso maschile. E, a loro, senza mezzi termini, i maschietti chiedeva di tutto. Quanto e quando lo facevano, dove, come ma anche, tra l’altro, ad esempio, se piaceva loro lo sperma.
‘Dai Antonio, facciamolo anche noi ‘ mi disse un giorno tutto eccitato Giovanni – . Sono sicuro che avrà un successone. Anche perché lo voglio fare, e questo è il bello, in diretta, via webcam. La più bella e la più disinibita partecipante al sondaggio-questionario ‘Sesso & sesso’ ci avrà in premio. Infatti, in palio, a scelta, ci mettiamo noi due, l’uno, l’altro o, perché no, entrambi. Oppure per chi lo preferisse, uno splendido weekend da sola o accompagnata da moroso, marito o chicchessia nel paradisiaco centro benessere del mio amico Luca. Per gradire, nella mail d’invito, allegherò quella nostra foto di quest’estate al mare. Sì, certo, non eravamo molto vestiti ma’ ciò non ti crea grandi problemi, vero? Ovviamente nel regolamento scriverò chiaramente, come i temi che verranno trattati, pure l’invito a spogliarsi davanti alla webcam, come l’abbiamo fatto noi davanti alla macchina fotografica. Quanto vogliono, ma più lo faranno maggiore sarà il loro punteggio di partenza’.
L’idea, per quanto balzana, mi aveva divertito. Non immaginavo però quante avrebbero aderito al sondaggio-questionaro, dal vivo e in diretta, proposto loro dal mio amico. Bastarono pochi giorni per avere la risposta. Fioccarono le adesioni e le richieste di appuntamento. Giovanni ed io fummo costretti, si fa per dire, a selezionare e a stilare un’autentica lista di appuntamenti. Tutti notturni, ovviamente, e compatibilmente con impegni e problemi ben intuibili. Ne fissammo due a notte. E partimmo.
Davanti alla webcam si presentarono in tante. Femmine di tutti i tipi. Ragazzine e donne. Single, fidanzate e’ sposatissime. Simpatiche e non. Alcune belle, carine e altre’ un po’ meno, ma simpatiche. Tutte, visto il tipo di questionario, molto molto disinibite. Alla trentina di domande poste loro, alcune molto molto’ particolari, hanno risposto nelle maniere più diverse. Talvolta però non ce l’hanno fatta o l’hanno fatto con molto fastidio’ Nascondendo a stento il loro imbarazzo.
Tra tutte abbiamo dovuto fare una scelta. Simona, Carlotta, Paola, Cinzia, Giovanna, Lucia, Corinna e Carla sono state eccezionali. E le abbiamo ‘registrate’. Non sarà facile proclamare la vincente’
Ecco la prima.
Come ti chiami e quanti anni hai.
‘Simona. Ma non si chiede l’età a una donna’ Comunque ne ho 35. Troppi?’
Non era una ragazzina, Simona. Era però indubbiamente una gran bella donna. Capelli neri, corti, due splendidi occhi azzurri, e, soprattutto, sembrava avere un bel corpicino, tutto da vedere.
Sei single, hai il moroso, il fidanzato, o sei sposata?
‘Sono sposata’ Quindi, attenzione ragazzi! E lo sono anche felicemente, anche se un po’ annoiata”
Conosci il regolamento. Prima di proseguire nel sondaggio dovresti spogliarti. Quanto vuoi. E’ una tua scelta. Ti dà il punteggio di partenza. Conosci i premi’
‘Mmm’ Sì, ho letto. Pensavo fosse uno scherzo’ Va be’, ma non voglio esagerare!’. Si alzò, si tolse velocemente la camicetta e più lentamente si sfilò la gonna. Sorrise e si mise per un attimo in posa. Mutandine e reggiseno neri, praticamente trasparenti. Non nascondevano molto, quindi. Le autoreggenti neri completavano il quadro, indubbiamente stuzzicante. Seno piccolo, ma rotondo. Ciuffetto nero, curatissimo. Sotto le mutandine, infatti, si intravedeva anche quello’
Che lavoro fai?
‘La commessa in un negozio d’abbigliamento del centro.’
A quanti anni hai visto il primo maschietto e, soprattutto, cosa gli hai fatto?
La donna non riesce a trattenere un sorriso. ‘Sedici, mi sembra. Non ricordo bene. Cosa gli ho fatto? Beh, puoi immaginarlo. Quello che fanno tutte le sedicenni che si trovano davanti per la prima volta quel coso lì’ lungo e duro. Mi chiese di accarezzarlo. E io l’ho masturbato, piano. Avevo paura di fargli male. Appena lo toccai, però’ Sì, insomma, mi venne subito in mano. Tralascio i mie commenti su quella roba lì che mi aveva sporcato le mani”
A quanti anni la prima scopata?
‘Quello stesso anno. Con quello che allora era il mio fidanzato e che sarebbe dovuto diventare il mio marito. Mica vero!’
‘Ti masturbi? E se sì, come lo fai?
Simona, per la prima volta, arrossisce, un po’. ‘Sei un po’ indiscreto… Sì, comunque. Con le dita, comunque, senza attrezzi strani”
Hai mai spiato? Se sì, quando.
‘No, io non ho mai spiato. Un uomo una volta è però riuscito a farsi spiare. Volutamente. E’ venuto in negozio ad acquistare degli slip per lui. Mi era sembrato subito un po’ strano. Si provò diversi tipi di mutandine. E ogni volta che mi chiamava e mi faceva sporgere dentro il camerino voleva sempre darmi l’impressione di essersi rivestito frettolosamente. Una volta mi rese gli slip provati con la cerniera dei suoi calzoni ancora abbassata, la seconda indossando solo i suoi slip e la terza, volutamente, si era addirittura dimenticato, il maiale, di rimetterseli! Naturalmente si era preparato e quando, chiamata, sporsi all’interno del camerino, mi ritrovai di fronte un gran’ insomma’ un cazzo di almeno venti centimetri, grossissimo, e soprattutto, in piena erezione. Rimasi pietrificata per alcuni secondi. Poi gli dissi che era soltanto uno stronzo di esibizionista. Se anche aveva un arnese di quel tipo non era autorizzato a fare quella esibizione di fronte a una donna sposata’ E gli diedi trenta secondi per rivestirsi e sparire!’
Ti sei mai fatta spiare? Dove e quando?
‘Sì, ma anche questa volta senza volerlo. Ero al mare in Grecia in una spiaggia molto appartata. Ero sola con mio marito. Approfittai, dopo avergli chiesto il permesso, per prendere un po’ il sole completamente nuda. Mio marito, molto geloso, vista la riservatezza del luogo, acconsentì. Poco dopo vidi, nella boscaglia dietro la spiaggia, un riflesso che era evidentemente quello di una macchina fotografica o di una telecamera. Non dissi nulla a mio marito. Volevo evitare una strage. Naturalmente mi rivestii immediatamente. Non voglio pensare a dove siano le foto scattate o il filmetto girato a mia insaputa’.
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
Ridendo rumorosamente: ‘Ma sì! A mio marito, e più di una volta. Dice che sono bravissima”
Ti sei mai fatta fotografare?
Simona torna nuovamente seria. ‘Sì, da mio marito. In tutte le pose. Naturalmente nuda. Era questo che volevi sapere, vero?’
Quanto ti piace vedere un uomo nudo in erezione?
Le scappa un sorriso. ‘Boh, insomma’ A parte gli incidenti che ti ho raccontato’ Sì, mio marito mi piace. Ma mi piace di più pensare a quello che farò dopo”
Ti piacciono i preliminare ed essere leccata dappertutto o preferisci passare subito al sodo?
La domanda la fa tornare nuovamente seria. ‘Ehm… Cominci ad andare sul pesante’ Sì dai, mi piacciono da impazzire i preliminari! Però, quello che io gli farò, lui deve sempre farlo a me, prima! Capito? Anche quella cosa lì, quindi”
Cosa pensi della sodomia?
‘Insomma’ Non è per me il massimo della goduria. Non mi piace tanto”
Ti sei mai fatta inculare?
Le dà fastidio la domanda. ‘Ehi, che parole’ Mi sembrava di avertelo comunque fatto già capire’ Mio marito ha voluto prendermi anche lì. Con il culetto poi che mi ritrovo’ Capirai! Mi fece un po’ male. Come mi fa male anche ora quando, raramente per fortuna, me lo richiede. Quando lo vedo arrivare con la cremina’ capisco’.
Ti piace di più fare una sega, un pompino o scopare?
Risponde, serissima, ma comincia a mostrare un po’ di imbarazzo. ‘Scopare, sicuramente!’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
Segue il primo lungo silenzio. Poi sbotta, fissando la telecamerina. ‘Che domanda! Ma lo sapevo, prima o poi ci saresti arrivato’ Posso non risponderti? Ma noi, dai, tanto chissà cosa mi aspetta’ Insomma’ Sì, naturalmente lo faccio. Come quasi tutte le mogli. Non li ho fatti però né ai morosetti né al fidanzato’.
Qual è il tuo rapporto con lo sperma?
Diventa rossa, rossa, abbassa il volto e rimane a lungo in silenzio. ” Ecco, dunque’ appunto! Pensavo lo avessi capito’ E’ questo il problema!’
Lo fai venire in bocca?
Risolleva i bellissimi occhi. Vuole mostrarsi forse indifferente. Ma riesce solo a sussurrare. ‘Non mi piace proprio. Cerco di evitarlo. Gli chiedo sempre di avvisarmi e lo invito a venire fuori. Ma non sempre lo fa o non riesce e allora’ No, non sopporto quando mi inonda la bocca! O sparge lo sperma sulle labbra, sul viso e tra i capelli. Nel naso, poi’ e negli occhi!’
Dove preferisci farlo venire?
‘Ovviamente dentro di me, nella mia passerina. Mi piace sentirlo, dentro di me, gonfiarsi e poi… Oppure mi piace tanto sentire il suo caldissimo sperma sul mio ventre’ sul ventre che per ciò tengo piatto. Faccio tanta palestra”.
Ti piace vederlo venire con lo schizzo o a colata?
Ride divertita. ‘Ma dai! Mio marito ne fa tanta di sperma! Prima fa schizzi, tanti, pesanti e caldissimi. Poi, alla fine, fa la gran colata. Quindi’!’
Il posto più strano dove lo hai fatto.
‘A mio marito, in macchina, mentre guidava. Confesso che ero un po’ brilla’ Lui non si è opposto, però, anzi!’
La cosa che ti ha dato più fastidio?
‘Sempre quella volta. Lo eccitai troppo. Schizzò prestissimo, senza preavviso. Fui costretta quindi a bere tutto. E quel poco che evitai di ingoiare finì sul viso, truccatissimo, e sui capelli. Che odore!’
Lo hai mai fatto con due uomini?
Sorride e alza gli occhi al cielo. ‘Fatto cosa? Non propriamente. O almenon non quello che pensi tu, credo’ Al tempo del liceo, nella soffitta di un mio compagno di classe, alla fine della solita festicciola, fui costretta a bere un bicchierino di whisky. Mi bastò. Due mie compagni, che mi piacevano da impazzire, mi fecero contemporaneamente una corte sfrenata. E, un po’ alticcia, accettai. Sì, hai capito. Quando rimanemmo soli, giocando, mi misero tutti e due i loro bellissimi cazzi in mano. Io mi vergognavo, ma egualmente feci quello che tutti e due mi chiesero. Quello che avevo da poco imparato. Per pochi secondi li segai, tutti e due, contemporaneamente. Vennero insieme, tanto. E dopo scappai. Ma non raccontarlo a mio marito!’.
In gruppo, unico donna?
‘Mio marito non me l’ha mai proposto. Per fortuna!’
Con un uomo di colore?
‘No, ma’ Si dicono poi certe cose”
Conosci il bondage?
Segue un lungo silenzio. E’ chiaro l’imbarazzo di Simona. ‘Non lo conoscevo. Ma mio marito me lo ha fatto conoscere’ Talvolta infatti mi ha legata. Ma l’ho legato anch’io lui un paio di volte! A lui piace soprattutto legarmi con il pancino in giù. Così, dice lui, non posso ribellarmi. Soprattutto quelle volte che decide di’ Insomma, hai capito, quando vuole il mio culetto. Sono troppo fastidiosa, dice lui’ E tu mi fai sentire una cagna, gli replico’ Forse questa mia finta rabbia lo eccita a dismisura. E allora mi viene, nell’intestino”
Conosci il bukkake?
‘Sì. So cosa sia. Ma non mi riguarda. Ovviamente’
Ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
Ancora una volta il rossore assale Simona. ‘Sì. Un paio di volte mio marito ha voluto riprendermi mentre in particolare mi prendeva, legata, da dietro. Non so che fine abbiano fatto i filmini. Speriamo bene. Del resto lui è così geloso. Non penso proprio che voglia mostrare sua moglie nuda a qualcuno”
Hai mai visto un film hard e dove.
‘Sì, in casa, con lui. Ero un po’ imbarazzata. Poi è finita come doveva finire. A metà film non abbiamo resistito”

Piccolina, biondissima, occhi espressivi color nocciola. Abbronzatura selvaggia e tante, tante lentiggini. Due labbra, sensualissime, con un abbondante rossetto, rosa. E’ veramente bella,
‘Il mio nome? Carlotta, ed ho diciannove anni. Mi hai incuriosito con il tuo sondaggio’ Lo so che è un giochino un po’ particolare”
Dovresti spogliarti’
Sorride. ‘Adesso? Ah sì, ho letto la mail… Devo levarmi proprio tutto?’ Non ottiene risposta. Senza aggiungere nulla si alza, si leva la maglietta, i jeans e, di scatto, fa saltare il gancetto del bianchissimo mini reggiseno. I seni sono piccoli ma rotondissimi, nervosi e abbronzantissimi. I capezzolini sono piccoli, scuri e appuntiti. E’ evidente che è già eccitata per questo anomalo spogliarello cui si deve prestare. Si piega per levarsi presumibilmente gli slippini. Ma si blocca ed evidentemente cambia idea. Sorride alla telecamera, si raccoglie i capelli tra le mani dietro la nuca e fa una lenta piroetta. Non usa slippini ma il tanga e l’abbronzatura è senza dubbio integrale. ‘Mi fermo qui, per il momento’ Proprio tutto, subito, no! Per il tanghino vedremo dopo, dai… Penso di aver acquisito comunque un buon punteggio di partenza! Vai con le domande e mi raccomando”
Sei single, hai moroso, fidanzato o marito?
‘Ho uno splendido fidanzato. E’ bellissimo e gioca a calcio. E’ un professionista. Ma non posso dirti il nome! Ti basta?’
Lavori?
‘No, sono studentessa. Sono all’ultimo anno di Scienze della comunicazione ma, da quando ho raggiunto il fidanzato nella sua nuova città, ho rallentato un po’ all’università. Lui mi ha detto che non poteva vivere qui da solo! E’ un po’ maialino, forse. Mi ha detto, tra l’altro, che se per tutta la settimana non dormo con lui, naturalmente nuda, non rende alla domenica nella partita!’
A quanti anni hai visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto?
‘Ehi, parti subito, tu! Comunque, in seconda liceo. Un ragazzo di quinta, ripetente. Mi piaceva da impazzire. Un giorno riuscii a farmi portare a casa con la sua macchina. Speravo di baciarlo. Lui fece un giro piuttosto strano. Mi ritrovai con lui da sola in un boschetto dell’estrema periferia. Mi chiese se ero brava. ‘A fare cosa? ‘ gli chiesi fingendomi preoccupatissima – . Penso di sì” In pochi secondi si spogliò completamente e mi mostrò il suo coso. Ricordo che era lungo e largo e mi sembrava una proboscide. E ancora più preoccupante era l’enorme e grande scroto che non sapevo cosa contenesse. Mi incoraggiò, ma di fronte alla mia immobilità con una certa violenza mi prese la nuca e mi fece piegare verso il suo ventre. Capii. Non avevo mai fatto un pompino! Ma istintivamente iniziai a leccare l’arnese mentre con le dita torturavo i suoi testicoli. Poi pensai che dovevo prendere il tutto in bocca. Ma era troppo grande. Allora mi limitai a scappellarlo abbassandogli il prepuzio. Con i denti gli circondai il glande e con la punta della lingua appuntita iniziai a stuzzicarli il forellino, quello in mezzo. Non so se fu una grande idea. Comunque in pochi secondi vidi la cappella diventare viola. Capii che stava per succedere qualcosa. Spalancai più possibile la bocca e ingurgitai oltre alla cappella tutto quello che riuscivo dell’enorme asta. Lo sentì scuotersi e sussultare. E poi, per la prima volta in vita mia capii come i maschi raggiungono l’orgasmo. Finsi naturalezza e il ragazzo naturalmente approfittò per bloccarmi lì e per farmi bere tutto il suo sperma. Io, da parte mia, ricordo che mi riempi tutta la bocca con uno strano liquido che era caldissimo, denso e non proprio profumato. Il tutto mi era però piaciuto. Soprattutto vedere il maschio in totale mio possesso. E della mia bocca. Almeno così mi era parso’.
E la prima scopata?
‘Un mese dopo, sempre con lui. Ma mi fece male perché era troppo grande’.
Ti masturbi?
‘Poco. Non mi piace e non ne ho bisogno. In caso di necessità so comunque accarezzarmi benissimo!’
Ti sei mai fatta spiare?
Resta un attimo in silenzio. La domanda non la turba ma la sorprende. ‘Temo purtroppo di essere facilmente spiata. A casa dormo e giro sempre tutta nuda. Per la grande gioia dei miei dirimpettai. Oramai sanno perfettamente come sono fatta e probabilmente anche come scopo. Inoltre sono una maniaca dell’abbronzatura, integrale naturalmente. Quindi appena spunta il sole mi piace tantissimo sdraiarmi sul terrazzino di casa. E naturalmente, come detto, mi piace prendere il sole su tutto il corpo…. E non mi preoccupo per nulla degli eventuali dirimpettai. Che guardino! Talvolta mi sono accorta di strani movimenti tra i tendaggi delle finestre della casa di fronte. Ma non posso farci nulla! Tra l’altro spesso anche il mio moroso, altrettanto patito dell’abbronzatura integrale, mi fa compagnia. Così, eventualmente, fa contente anche le mogliettine dei miei dirimpettai”
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
‘Spesso. Molto spesso le scopate sono precedute da uno spogliarello. Il mio fidanzato mi dice che lo farei rizzare anche a un morto!’
Vedere un uomo nudo?
Ci pensa su un attimo. ‘Non è sempre uno spettacolo! Vedere il mio fidanzato però, che ha un bellissimo fisico, è estremamente piacevole. L’uomo nudo è bello, se però ha un bel fisico! Soprattutto se è ben fornito, là”
‘Sì, mi sono fatta fotografare. Sono stata però anche presa in giro. All’università mi hanno presentato un uomo che si spacciava per grande fotografo. Mi ha chiesto di posare per alcune foto artistiche. Senza nulla addosso, naturalmente. Ho accettato. Mi piaceva l’idea perché sono una inguaribile esibizionista. Mi ha immortalato in tutte le pose, sempre rigorosamente nuda. Ma, poi, ho bloccato il tutto quando il grande e famoso fotografo ha fatto intervenire sull’improvvisato set un uomo. Voleva continuare a fotografarmi, lo stronzetto, assieme all’uomo e in particolare mentre gli facevo un lavoretto con la bocca. Mi sono opposta. Ma le foto, le altre, erano state fatte e non sono dove siano finite!’
E con la telecamera?
Carlotta rimane in silenzio. Si vede che non sa se rispondere o no alla domanda. ‘Una volta. Il mio fidanzato me l’ha chiesto. Voleva riprendermi mentre lo facevo, con lui naturalmente. Ero molto imbarazzata. Poi, però, l’ho fatto, tutto, fino in fondo’
Cosa pensi della sodomia?
Sorride e sottovoce risponde: ‘Che vuoi che ti dica’ Ho un bellissimo culetto. Il mio lui me l’ha chiesto’ Più di una volta!’
Ti piace più fare una sega, un pompino o scopare?
La giovane donna è in difficoltà. Ma finge indifferenza. ‘Scopare, penso”
Il tuo rapporto con il pompino.
La biondina, questa volta arrossisce visibilmente. Abbassa lo sguardo e risponde a fatica. ‘Ehm, c’è la domanda di riserva? Dai, come fai a chiedere queste cose’ Mi piace, sì. Non mi sono mai tirata indietro. Fa impazzire voi uomini! Un po’ meno noi donne, anche se in quei momenti siete in mano nostra’ O meglio, scusa, in bocca!’
E lo sperma?
Carlotta si gira. Fa finta di niente. Poi soffia, spalanca gli occhioni e li fa roteare. Quindi guarda, fissa la telecamera. ‘Mi dà fastidio risponderti. Però mi scoccia perdere punti’ Preferisco mostrarti qualcosa’. Repentinamente si slaccia il mini nodo del tanghino. Rimane così, nuda, davanti alla minitelecamera. Ha una passerina a dir poco da urlo. Un triangolino di peluzzi biondissimi, come i capelli, orna il suo sesso, ben in evidenza. Per qualche secondo si mostra, poi si siede e accavalla le gambe.
Lo fai venire in bocca il tuo uomo?
‘Uffa. Insisti. Ti piace mettermi in imbarazzo. Comunque te l’ho già detto. L’ho fatto la prima volta senza sapere esattamente quello che facevo. Poi, si sa, a voi uomini se non buttiamo giù tutto non siete contenti’ Sfido qualsiasi donna a dire che è buono. Voi, quando andate lì, fate volentieri a meno del nostro’ nettare. Dite che puzza! Il vostro sperma, invece, è profumato, sai! Insomma, hai capito? Gli chiedo anche, talvolta, di avvisarmi e di risparmiarmi l’ingoio. Ma lui non ce la fa. Almeno così mi dice sempre. Comunque, qualche volta, riesco a scappare. Lui non si accorge neppure’ ‘
‘Dove preferisco farlo venire? Ma dentro di me, naturalmente, con le gambe ben larghe. Mi piace però anche sentire gli schizzi sul pancino mentre ha le convulsioni dell’orgasmo’.
Preferisci gli schizzi o la colata?
La biondina ormai è imbarazzatissima e vorrebbe non rispondere. ‘Macchè schizzi o colata! Non puoi chiedere una cosa del genere a una ragazza, anche se disinibita come me’ E poi, te l’ho già detto’ Quando viene, il mio lui, inonda. Schizza, dappertutto, senza ritegno. Ha un fisico eccezionale. Se non provvedo io è capace di sporcare anche il soffitto e le pareti’ Ne fa poi tantissima! Non so come faccia”
‘Il posto più strano dove l’ho fatto? Non saprei’ Forse quella volta nel bagno turco di un albergo. Lui era in ritiro con la squadra. Io, senza che il mister si accorgesse, con la complicità di un suo compagno di squadra, riuscii ad avere un incontro con lui nel bagno turco dell’albergo. Lui non ne poteva più’ Ma non eravamo soli. Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui. Lo sfiorai: era già pronto. Nella nebbia del bagno mi bastò fargli sentire il mio profumo, scappellarlo dolcemente e, in silenzio, sotto l’asciugamano, due o tre volte scendere con le dita lungo la sua bella asta in piena erezione. In silenzio venne e mi riempì la mano e l’asciugamano. Nessuno si era accorto di nulla!’
La cosa che ti ha dato più fastidio.
Ci pensa su, Carlotta, poi sbotta. ‘Si, senza dubbio quella volta che sono stata costretta a cornificare il mio lui con uno stronzissismo professore dell’università. Mi aveva fatto capire che il diciotto non me lo avrebbe mai dato’ Oltre che essere impreparata nella sua materia, gli ero anche antipatica. Mi disse però che se fossi stata molto gentile con lui e soprattutto molto femminile si sarebbe forse ricreduto. Mi fece capire, insomma, che dovevo segarlo. Inizialmente, orgogliosamente, lo mandai a quel paese. Poi, il tempo passava e fui costretta a cambiare idea e gli feci capire che ero disponibile a mostrargli tutta la mia femminilità. Lui però decise anche di umiliarmi. Per la prestazione non mi invitò neppure a cena o a casa sua. Mi diede l’appuntamento nel bagno dei docenti dell’università. Mi ordinò di entrare precisamente in uno dei bagni e di aspettarlo. Chiaramente dovevo attenderlo già pronta. Voleva vedermi nuda, naturalmente. Ubbidii. Arrivò tutto sudato ed ansimante. Vedermi nuda lo fece ulteriormente eccitare. Fui costretta a slacciargli i pantaloni e abbassargli le mutande. Apparve il sesso. Era già in piena erezione, pieno. E dal gonfiore di tutto il resto capii che erano mesi che l’uomo non aveva avuto sfogo. Infatti non feci fatica. Due colpetti e una carezza là sotto e schizzò fin sul soffitto del bagno. Mi volli rivestire immediatamente, con la mano ancora sporca del suo sperma. Ma a quel punto, prima che potessi indossare il perizoma, volle sculacciarmi sul culetto nudo. Me lo meritavo proprio, disse. La settimana dopo appose la sua firma sul mio libretto’.
Hai mai fatto l’amore con due uomini?
Carlotta rimane un po’ in silenzio, poi, malvolentieri, ammette. ‘Sì. Ma io non volevo! E’ stata tutta colpa del mio fidanzato. Tutto cominciò con l’arrivo nella sua squadra di un nuovo calciatore, brasiliano. Il ragazzo, molto bello e di colore, fraternizzò in particolare con il mio lui. Era giunto in Italia da solo. Aveva lasciato la sua fidanzata in Brasile. Lei, che si chiamava Eva, lo avrebbe raggiunto solo alcune mesi dopo. Ma dopo qualche settimana l’uomo cominciò ad avere problemi. Facilmente intuibili. L’astinenza, per lui che aveva l’abitudine di scoparsi la fidanzata quotidianamente, gli provocava un gran nervosismo e le sue prestazioni sportive avevano iniziato a a risentirne. Fu così che, senza preavvisarmi di alcunché, il mio fidanzato mi convinse di accompagnarlo un giorno a casa del suo amico brasiliano. L’idea non mi piaceva, anche se non sospettavo nulla. Non mi andava di andare a casa di un uomo solo, anche se accompagnata dal mio moroso. Arrivati a casa di Louis, si chiamava così il giovane calciatore di colore, entrammo senza suonare. Il mio uomo aveva infatti le chiavi dell’appartamento. Ci dirigemmo verso la sua camera: lui dormiva ancora e dovevamo svegliarlo. ‘Io non entro nella camera da letto di un uomo solo ‘ dissi al mio moroso, sospettando qualcosa – . Vai tu a svegliarlo, io ti aspetto qui” ‘No, no Carlotta. Tu mi accompagni ‘ mi disse sorridendo ‘ E poi sei con me, non sei mica sola” Mi baciò appassionatamente. Fin troppo’ E poi mi prese per mano. Apri la porta. Quello che apparve mi frastornò e mi mandò subito in confusione. Come il mio fidanzato sapeva benissimo Louis dormiva sempre nudo. E così mi accolse. Sorrisero entrambi del mio imbarazzo. Era evidente che si erano messi d’accordo e confidavano sul fatto che rimanessi impressionata dalla nudità del bel ragazzo di colore. Questi aveva infatti tutte le cose a posto. Anzi, di più. Io mi lamentai della loro frontatezza e li rimproverai. ‘Siete due maiali’ dissi loro e sbuffando dissi loro che non ci si comportava così con una donna’ Fu allora il mio fidanzato a chiedermi, quasi supplicandomi, di aiutare il suo amico. ‘Non capisco’ Non capisco proprio cosa tu voglia io faccia” chiesi io. Il tutto mi fu chiaro quando il mio fidanzato si spogliò e si sedette anche lui sul lettone. Io rimasi li, inebetita. I due uomini, con fare provocatorio, mi scrutavano e si accarezzavano entrambi le loro aste. Ma io non volevo. Non l’avevo mai fatto. Fu a quel punto che il mio uomo si alzò e mi baciò di nuovo lasciandomi senza fiato. Poi mi cinse i fianchi e sempre succhiandomi iniziò a spogliarmi. Non aveva molto addosso e fui subito nuda. Louis mostrava di apprezzava molto la visione del mio corpo nudo. Soprattutto il biondo dei miei capelli e’ del resto. Pochi secondi e mi ritrovai con i due membri in mano. Il mio fidanzato mi sussurrò che stavo facendo due uomini egualmente felici. Vennero simultaneamente e soprattutto Louis produsse una quantità enorme di sperma. Confessò che non usava masturbarsi e quindi’ La cosa non si fermò lì. Altre volte andammo a trovarlo. Ed ogni volta dovevo accettare di far sfogare il buon Louis. Il quale, d’accordo con il mio ragazzo, mi chiese e ottenne anche altro. Tutto. Riuscii ad evitare solo di fargli il lavoretto con la bocca. Non ce la facevo proprio. Ma, per il resto, dovetti prestarmi a tutto e sempre contemporaneamente al mio fidanzato. Dopo alcuni mesi arrivò Eva. E Louis, dopo averci ringraziato, riprese nella sua frenetica attività quotidiana con la bella mulatta. E, mi sembra, la bella mulatta volle anche lei ringraziare. Il mio moroso, naturalmente’ ‘
Conosci il bondage?
‘Sì, ma non mi piace. Non sopporto di essere in balia di un uomo senza poter decidere alcunché’.
E il bukkake?
‘Nemmeno per scherzo!’
Hai mai visto un film hard?
‘Certo. Sempre in compagnia, però. E talvolta mi sono divertita ad imitare l’attrice. Ma il mio fidanzato è sempre giunto alla conclusione che l’originale, io, era senza dubbio meglio della copia, l’attrice. E ciò mi ha sempre riempito di orgoglio.’

(1 ‘ continua)

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it
‘Ciao, sono Paola, ho 32 anni. Sì, lo so, dovrei spogliarmi, o almeno dovrei levarmi qualcosa’ Per il punteggio. Ma, mi spiace, per il momento non ne ho voglia. Vedremo dopo’ Posso egualmente partecipare al questionario, vero?’
Paola è una donna molto bella. Alta, capelli neri lisci a caschetto. E’ molto formosa. Non vuole spogliarsi perché indubbiamente ha molte cose da mostrare. Sorride, i due enormi occhi azzurri la rendono molto dolce ma lo sguardo malizioso che offre alla telecamera è quello di una donna che vuole raccontare tante cose.
‘Sono sposatissima. Mio marito ora non c’è ed io ne approfitto. E’ medico e di notte è spesso al lavoro all’ospedale. Il tuo questionario sondaggio mi ha incuriosito troppo, soprattutto perché molto’ come dire’ molto intrigante! Però, ragazzino, stai calmo. Prevedo un po’ le domande, ma non è detto che risponda a tutte”.
Lavori?
‘Sì. Sono un’estetista. Ma non pensare male’ Quelle cose che tu pensi non le ho mai fatte! Almeno non sul lavoro”
A quanti anni hai visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto?
‘In che senso’ Intendi quello che avete tra le gambe? Beh, non ricordo esattamente. Mi sembra a quindici. L’ho aiutato con le mani, il ragazzino. Non ce la faceva più, poverino’ Non ti dico cosa ha combinato poi”
‘La prima volta? A 18 anni. Con un mio compagno di classe. A casa sua. Un disastro. Lui eiaculava come un cavallo, dappertutto. Io avevo solo dolore!’
Ti masturbi?
Paola sbuffa. ‘Non capisco quanto ti possa interessare’Un po’, qualche volta”
‘Spiare? No, assolutamente. Sono stata spiata, invece. Non me ero accorta, ma il mio vicino di casa si era gustato più di qualche volta la visione di’ Insomma, in casa giro spesso nuda e mi piace dormire senza nulla addosso. Me ne accorsi troppo tardi che tra la tende del salotto sbirciava e soprattutto d’estate con le mie finestre della camera da letto spalancate’.
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
La donna abbassa il volto e sospira. Si vede che comincia ad avere caldo. Si slaccia il primo bottone della camicetta. Fa una smorfia. Si vede che avergli nominato il marito l’ha indispettita. Infatti a sorpresa repentinamente si slaccia anche gli altri bottoncini della camicetta. Non porta il reggiseno. Dall’apertura fuoriescono parzialmente i seni. Sono candidi e, così intravisti, tremendamente sexy. Risponde con un tono da donna indispettita. ‘Spogliarelli a mio marito? Sì, sì, ne ho fatti. Ma mi ha chiesto di peggio”
Ti sei fatta mai fotografare?
‘Mio marito me l’ha chiesto un paio di volte. Ovviamente nuda. Io, invece, mi sono rifiutata. Completamente nuda, infatti, non volevo. Il perizoma è rimasto al suo posto. Nonostante le sue insistenze. Non mi fidavo di lui. Non avrei escluso che le foto sarebbero state esibite’. Non mi sbagliavo, infatti!’
Un uomo nudo davanti a te’
‘Ne ho visti tanti. Capirai, con il mio lavoro’ Mi piace, ma non impazzisco. Preferisco altro. Per non parlare poi di quelli che, volutamente, durante il massaggio si esibiscono. Alcuni, per mettermi in difficoltà, e sperando forse in qualcosa, si autoeccitano per poi presentarmi l’erezione. Io, invece, ho imparato addirittura a spostare delicatamente la loro asta con le dita, senza tradire la benché minima emozione e ostentando indifferenza. Alcuni non riescono talvolta a trattenersi, si scusano tanto e affannosamente si schizzano addosso. Allora, indispettita, chiedo loro se hanno bisogno del bagno”
‘I preliminari? Sì, mi piacciono e li pretendo. Dopo lavorerò anch’io, naturalmente’.
Cosa pensi della sodomia?
Rimane silenziosa per un po’. Poi sbotta. ‘Penso che tutte le donne la conoscano. A riguardo si comportano diversamente”
Ti sei mai fatta inculare?
Ride. Guarda la telecamera dal basso verso l’alto e subito precisa: ‘Era qui che volevi arrivare, ovviamente. Ma che termini, ragazzo! Vuoi proprio sapere se sono vergine dietro’ Mi dà un po’ fastidio dirtelo. Ti lascio ragionare. Ho 32 anni, sono sposata da dieci anni e, dicono, ho un sedere da sballo. Fa un po’ te’ Posso non averglielo dato?’
Ti piace più fare una sega, un pompino o scopare?
Paola non ride più e scuote la testa. ‘Fare l’amore, ti basta?’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
Per la prima volta il rossore ricopre il bel volto della giovane donna. ‘Non mi sembra una gran domanda’ Non rispondo.’
Qual è il tuo rapporto con lo sperma?
Paola si alza. Sembra voler chiudere la telecamera e andarsene. Potrebbe farlo. Poi, invece, si ferma. E a sorpresa, quasi rabbiosamente si sfila la camicetta e si leva i pantaloni. Appare il perizoma. Per un attimo, istintivamente, si copre il seno con le mani. Poi desiste e si sforza di esibirsi. I due seni, lo sa, sono splendidi. Piccoli, bianchissimi, sono leggermente appuntiti. I capezzoli sono tirati, a punta. La donna è infatti eccitata. Le due areole, di un colore rosa tenue, sono grandissime e ricoprono parzialmente i due seni. Invitano a essere succhiate, avidamente. ‘La domanda è troppo sciocca. Non posso rispondere. Preferisco quindi spogliarmi, per non abbandonare tutto’ Ti piacciono vero le mie tette’ Volevo però aggiungere solo una cosa. Hai mai sentito una donna dire che lo sperma è buono?’
Lo fai venire in bocca?
Scuote la testa. Sorride e sembra rassegnata al tipo di domande che la stanno incalzando. ‘Dovevo prevederlo che andava a finire così. Marchi stretto, vero? E non ho più tante scappatoie’ Va bene. Adesso rispondo. Dunque, allora’ veramente’ insomma’ Ma a te piace succhiare il nettare che anche noi donne riusciamo a produrre quando ci eccitiamo? Non puzza ed è disgustoso? O no? Noi donne, invece, quasi tutte quando il nostro uomo ci chiede quella cosa non possiamo proprio rifiutarci. A me, in particolare, lo avrai ormai ben capito, il rapporto orale non piace. Ma lo faccio. E quando sei lì’ Io chiedo sempre a mio marito di avvisarmi quando viene e di non scaricarmi tutto in bocca. Ho delle difficoltà. Non è dolce, sai, quella roba. Ma lui non può fare a meno invece di riempirmi la bocca e vedere le mie smorfie e sentire i miei lamenti. Dice che gode ancor più. E ti assicuro che non sarebbe necessario. Fa tantissimi schizzi e tutti grandi e pesanti. Mi riempie più volte la bocca. Non riesco a deglutire i primi schizzi che sono quelli più violenti che già mi investe di nuovo. Non mi dà alternative. Mi tiene stretta, amorevolmente dice lui, con le mani e non riesco a divincolarmi. L’unica alternativa che mi concede, talvolta , e quella di spruzzare tutto il suo caldissimo e vischiosissimo liquido sul viso. La bocca, il naso, gli occhi e anche i capelli vengono tutti ricoperti. E il mio volto si trasforma in una maschera, bianca. Ti basta così, o devo andare avanti nei particolari? Se mio marito sapesse che ti racconto queste cose’ Del resto, con quello che mi combina”
Dove preferisci farlo venire?
‘Là, dove dovrebbe! Sono ultraprotetta, quindi non vedo il problema”
Ti piace vederlo venire con gli schizzi o con la colata?
Paola strabuzza gli occhi. Non pensava proprio che le facessi una domanda del genere. Finge di non capire. ‘A colata? Schizzi? Non capisco’ Non lo vedo mica sempre quando’ insomma, quando viene. E’ sempre dentro di me. Pretende di esserlo. Pulsa, e poi schizza, mi sembra’ Anzi. Sicuramente. Contento?’
‘Il posto più strano dove l’ho fatto? Sai, mio marito è un po’ particolare. Anzi, diciamola tutta: mio marito è perverso e mi ha costretto a fare cose che non avrei mai pensato di dover fare’ Se sono qui è anche per questo e per punirlo. Non so se mi spiego. Non saprei scegliere tra i posti strani dove ha voluto possedermi o per lo meno farmi fare qualcosa! Ad esempio folle è stato il suo desiderio di un rapporto orale nel suo ufficio in ospedale. Con la porta ovviamente semichiusa. Ma si è superato nel chiamare con l’interfono la sua segretaria personale proprio mentre mi veniva in bocca. Voleva umiliarmi e mostrare alla sua infermiera di fiducia come sporcava sua moglie. Infatti quando entrò nello studiolo la donna mi sorprese ancora tutta impiastricciata dello sperma di mio marito’Quel giorno capì quanto mio marito poteva diventare pericoloso.’
La cosa che ti ha dato più fastidio’
La donna sospira. Poi socchiude gli occhi e si alza. Si avvicina alla telecamera ed inizia ad armeggiare con lo zoom. Punta e mette bene a fuoco il suo piattissimo ventre. Poi scende. Bello il perizoma. E’ nero. Poco trasparente. Ma non è un problema. Paola aveva deciso infatti di levarselo. E lo fa. E mostra, in tutto il suo splendore, lo splendido sesso. E’ bello, ma soprattutto è estremamente curato. L’estetista ha scelto per sé lo stile ‘nature’. Esibisce infatti un pelo nerissimo, esteso, con una sottilissima rasatura solo alle estremità del magico triangolino. Detesta evidentemente le rasature tanto di moda tra le sue simili. Chissà quante, lei stessa, ne ha cesellate… Sulle clienti, però. ‘Ecco, vedi, io sto facendo quello che mio marito mi ha costretto a fare più di una volta. Hai capito, no? A lui piace costringermi a mostrarmi, ai suoi colleghi, ai suoi amici’ Ma la cosa che mi ha dato più fastidio, indubbiamente, è stata una sua decisione presa senza il mio consenso. A una mia esibizione ha voluto aggiungere anche la mia dominazione. Quella volta, a casa del primario, ha infatti proprio esagerato. Alla presenza del padrone di casa e di due suoi giovani colleghi, alludendo a una presunta confidenza tra i presenti che invece non c’era, ha preteso da parte mia uno spogliarello. Ovviamente erano presenti anche le gentili consorti dei tre medici che ben si guardarono dal partecipare alla proposta indecente di mio marito. Io invece dovetti subire. E mostrarmi nuda a tutti i presenti. Lo spettacolo offerto era indubbiamente estremamente eccitante. Ma mio marito, non pago, andò oltre. Svelando alcune nostre abitudini di bondage, invitò i tre uomini ad approfittare della disponibilità che in passato gli aveva dato. In privato, però. Tra i gridolini delle mogliettine e le frasi a dir poco oscene degli uomini fui letteralmente trascinata nella camera da letto del padrone di casa. Qui fui costretta a sedermi divaricando per bene le mie lunghissime gambe e i miei polsi furono legati ben stretti alla struttura del letto. Pensavo che fosse bastato loro la mia umiliazione di essere legata in quella posizione. La mia passerina era infatti ben visibile. Qualcuno addirittura notò e apprezzò le dimensioni piuttosto notevoli del mio clitoride. Invece no, non era finito. E fu mio marito a iniziare la seconda parte del programma. Eccitatissimo si abbassò i calzoni e quindi gli slip. E iniziò a masturbarsi, tra i commenti divertiti degli uomini e increduli delle donne presenti. Naturalmente raggiunse presto l’orgasmo e mi riversò addosso tutto il suo liquido bianchissimo. Io, dimenandomi, cercavo di evitare l’autentica pioggia di sperma. Almeno sul volto. Naturalmente non ci riuscii. Appena ebbe terminato gli altri uomini si sentirono autorizzati a fare altrettanto. E così mi esibirono i loro membri e, una alla volta, dopo una veloce masturbazione davanti ai miei occhi, si scaricarono. Erano, i due giovani colleghi, ben forniti e, purtroppo per me, eccitatissimi. Erano gonfi di sperma. E me la scaricano tutta addosso. Le mogli non gradirono, ma fecero buon viso a cattivo gioco. E tremenda, alla fine, fu la prestazione del primario. Ben più anziano iniziò, per aiutarsi, a palpeggiarmi. Io, purtroppo non potevo e non dovevo ribellarmi. Non pago, poiché continuava ad avere difficoltà, appoggio la sua cappella alle mia labbra. Inizialmente si limitò al contatto, poi invece iniziò anche ad effettuare una certa pressione. Voleva evidentemente entrare. Sollecitata da mio marito che si stava di nuovo masturbando fui costretta a offrire all’anziano maschio la mia bocca. Mi guardai bene di usare la lingua. La penetrazione ebbe però l’effetto sperato. Sentì il glande inumidirsi. L’uomo estrasse velocemente l’asta e schizzò senza alcun ritegno sul mio volto. Non furono risparmiati gli occhi, il naso e i capelli’. Mio marito si era veramente superato, vero? Dopo quella volta non ebbe più alcuna limitazione’ Questa volta, però, il mio sesso lo mostro io”
Lo hai fatto in gruppo, unica donna?
‘Certo. Sono stato costretta a partecipare sia a serate particolare dove ero io l’unica donna sia a piccole orge organizzate da mio marito cui hanno partecipato anche altre donne. Ovviamente gli uomini in questi casi non si erano limitati alla masturbazione. Insomma, l’hai capito, vero, sono stata posseduta anche da due uomini contemporaneamente. Non ero legata però’ ed altre donne, in quel momento facevano la stessa cosa.!’
Ormai la donna non ha più alcun freno inibitorio.
‘Bondage, bukkage? Ovvio che li conosco. Li ho subiti, anche. Ma il bondage, a dire il vero, all’inizio, talvolta mi era anche piaciuto”
Ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
Paola sorride e risponde non nascondendo sorpresa per la domanda. ‘Ti puoi immaginare se mio marito, oltre alle foto, non mi abbia anche ripreso con la telecamera. Ti confesso però che in certi momenti non mi ha dato tanto fastidio. Anzi. Mi sono quasi divertita. Soprattutto dopo, rivedendomi. Forse sono un po’ esibizionista”
Hai mai visto un film hard? Se sì, quando e con chi.
La donna rimane un attimo in silenzio. Evidentemente non le piace ricordare qualcosa. Poi sospira e, abbassando un po’ la voce, risponde. ‘Anche qui mio marito si è superato. E ha esagerato. Ha iniziato invitandomi, in casa, a fargli compagnia guardando un film un po’ spinto. Poi i film sono diventati sempre più audaci e particolari. Non riuscivo a nascondere, talvolta, un certo imbarazzo. Durante la visione, naturalmente, gli piaceva che io lo trastullassi. Dovevo tenerglielo in mano, per capirci. Talvolta così, in silenzio, mi è anche venuto in mano. Ma il tutto non mi infastidiva troppo. Poi le cose sono degenerate. Mi propose, anzi mi costrinse ad accompagnarlo in una di quelle sale dove si proiettano film per soli uomini. Ed io, indubbiamente, sono una donna, gli dissi. Gli ripetetti più volte che non mi piaceva l’idea. Anzi, non volevo. Ma, come sempre non mi ascoltò e una sera d’estate mi portò nel cinema vicino a casa dove ogni sera proponevano film dai titoli più allucinanti. Inoltre avevo notato che la sala era frequentata da parecchi uomini del nostro quartiere, tra cui Carmine, il commesso della macelleria, e Raffaele, il garzone del bar all’angolo. Entrambi, senza speranza, si erano lasciati andare in passato ad apprezzamenti nei miei confronti talvolta anche pesanti. Per non ferirli mi ero limitata sempre a sorriderne. Entrando quella sera nella buia sala speravo non ci fosse nessuno. Invece, sparpagliati, nelle ultime file si notavano le sagome, indubbiamente tutte maschili, di alcuni amanti del genere. Mi letteralmente aggrappai a mio marito, per mostrare che ero lì accompagnata. Come risposta lui mi guido alla penultima fila. Eravamo finiti volutamente in mezzo a guardoni , omosessuali e uomini pronti a tutto pur di soddisfare le proprie voglie. Per l’ultima volta pregai mio marito di portarmi via di li, finchè eravamo in tempo per farlo. Ma lui rimase irremovibile e concluse dicendomi che mi sarei divertita anch’io. Sarebbe bastato volerlo. Faceva caldo e, visto il tipo di cinema, non c’era l’aria condizionata.. Per questo avevo indossato solo un vestitino bianco leggerissimo, piuttosto corto. Sotto solito bianchissimo perizoma e, visto il posto dove mio marito mi aveva portato, un bel reggiseno coprente in seta. Di solito infatti non lo uso. Posso permettermelo. Già quando ci dovemmo infilare nella fila scelta delle poltroncine qualcuno, al mio passaggio in particolare, non arretrò le ginocchia, anzi. Più d’uno, infatti, al mio passaggio davanti alla sua poltroncina, alzò percepibilmente le ginocchia per poter sfiorare e quindi sentire la consistenza delle mie cosce. Per un momento, proprio per evitare questo volontario strofinio, ebbi la pessima idea di tentare di infilarmi girandomi tutta verso la schermo. Fu allora il sedere ad essere studiato. Finalmente ci sedemmo. Eravamo quasi al centro della fila. Ero molto infastidita per quello che era successo e, soprattutto, perché mi sentivo osservata. Mio marito era alla mia sinistra. Mi strinsi a lui, stretta stretta, invadendo volutamente la sua poltroncina. Volevo che tutti vedessero che ero in compagnia del mio uomo. Il film era intanto iniziato. Come previsto il contenuto era altamente porno. Scorreva lo sperma. Giovani e belle fanciulle si superavano in prestazioni indubbiamente ad altissimo contenuto erotico. Una scena mi sconvolse e mi fece stringere ancor di più a mio marito. Se fosse stato possibile. In una fattoria due bellissime ragazze russe, indubbiamente arrabbiate con il sesso maschile umano, non avevano trovato di meglio che iniziare a masturbare rispettivamente un grosso cane e un cavallino. Il cane cominciò a guaire mentre il cavallino iniziò a scalpitare. Erano sempre due maschi. E quanto le due giovani donne videro che i due animali avevano raggiunto la massima erezione, addirittura preoccupante quella equina, avvicinarono le loro bocche. Se la biondina non ebbe troppe difficoltà con il pene del cane, la moretta invece, pur spalancando a dismisura le bocca riusciva appena a inserire nella bocca una minima parte dell’enorme arnese del cavallo. La scena era forte. Attorno a me sentii dei sospiri sempre più affannosi. Poi dei gemiti. Infine, distintamente, dei rumori che sembravano l’infrangersi di qualcosa sullo schienale delle poltroncine. Poi capii. Era lo schiocco degli schizzi di sperma. Avevo capito infatti, dal rumore, che era normale per quegli uomini sbrodolare tutto il loro seme sullo schienale della poltroncina davanti. ‘Oh no!’ mi dissi sottovoce pensando allo schienale della mia poltroncina. E sussurrai al mio uomo, al quale ero ormai incollata, un patetico ‘Amore, ti prego’ portami via’. Lui sorrise e come risposta mi chiese di prenderglielo in mano. Tentai di fargli capire che, visto il posto e la situazione, non era proprio il caso. Lui mi prese allora la mano e la schiacciò sulla patta dei suoi calzoni. Mi rassegnai e, dopo avergli abbassato la cerniera e sfilati leggermente gli slip, gli liberai con le dita l’asta. Era già in erezione, naturalmente. Mi chiese, provocatoriamente, se doveva fare da solo. Chiusi gli occhi ed iniziai un lento su e giù. Ingenuamente, speravo di non essere vista e sentita. Speravo di farlo venire prestissimo. Così mi avrebbe portato via. Forse nessuno si sarebbe accorto di nulla. Intanto, addossandomi su mio marito, non mi ero accorta di aver purtroppo sollevato la mia gonna. Senza volere esibivo generosamente le mie lunghe a affusolate gambe. Mio marito però non voleva saperne di venire. Cominciava a farmi male la mano. ‘Amore, allora’?’ gli dissi per spingerlo a rilassarsi e quindi a venire. Lui rispose, provocatoriamente, di levarmi il reggiseno perché voleva vedermi le tette. Non sapevo come fare. Non era facile levarmi l’indumento senza dare spettacolo. Tentai di farlo. Abbassando le spalline del vestitino e parzialmente la scollatura dello stesso gli offrii la visione desiderata delle mie tette. Ero certa però che qualcuno aveva notato e approfittato del mio armeggiare. ‘Pazienza’, mi dissi, l’importante è sbrigarmi. Ma mio marito, come sempre, aveva architettato un piano ben più perverso. Avevo deciso, mentre gli regalavo la visione delle tette e avevo ripreso a segarlo, di baciarlo appassionatamente. Ad occhi chiusi. Mi sussurrò, improvvisamente, di succhiarglielo. Sapeva benissimo cosa mi stava chiedendo di fare. Costringendomi ad abbassarmi ulteriormente, infatti, oltre a farmi sollevare la gonna che già aveva raggiunto il limite, faceva capire a tutti i presenti che la sua bella moglie, quella della fila davanti, lo stava’ insomma’ lo stava spompinando. Era in pratica un invito a tutti a vedere cosa stessi facendo e, soprattutto, se ero brava.!’Ti prego, no! Sono tanti’ E se qualcuno” Non mi feci finire la preghiera. Platealmente, con la mano prese la mia nuca e mi fece piegare. E naturalmente me lo mise in bocca. Chiusi gli occhi. A sorpresa sentii che era già gocciolante. Probabilmente, pensai, la solita sottomissione della moglie lo aveva già eccitato. Non era proprio vero. O meglio. Era sì eccitato, ma per bel altri motivi. In quel momento, infatti, sentii sulla coscia generosamente scoperta e poi tra le cosce scorrere una mano. Aprii gli occhi e vidi che, alla mia destra, senza che me ne fossi accorta, si era seduto un uomo. Aveva già i calzoni abbassati. Era senza slip. Ma soprattutto aveva un membro smisurato. Alzai lo sguardo e lo vidi in volto: era Carmine, il commesso della macelleria! Provai un’enorme vergogna. Mi girai di scatto verso mio marito ed ebbi un’altra sorpresa. Anche questa, viste le mie condizioni, assai sgradevole. A fianco di mio marito, in evidente attesa, c’era un altro uomo, pure lui con il membro ben esposto. Era meno elefantiaco, ma estremamente tozzo alla base. Un autentico mattocino. Alzai lo sguardo e anche qui grande fu la sorpresa. Era Raffaele, il compare di Carmine. Era infatti, ahimé, il barista sotto casa mia, quello che ogni mattina mi preparava il caffè. Tante volte ci aveva provato, anche pesantemente. Ma aveva ricevuto in risposta solo sorrisi di circostanza. Non volendo pensare a cosa stava per succedere mi ributtai disperata sul pene di mio marito. La situazione lo aveva evidentemente eccitato a dismisura. Ebbi appena il tempo di baciargli il glande e quindi di salire e scendere per pochi secondo lungo la sua asta. Senza preavviso, come sempre, mi esplose in bocca. I miei gemiti non lo impietosirono. Anzi. Bevetti tutto, fino all’ultimo goccia. Speravo così di appagarlo in modo particolare e quindi convincerlo ad andare via, subito. Ma mi ero illusa. Lui infatti si alzò e cedette il posto all’uomo che attendeva al suo fianco. Raffaele, evidentemente incoraggiato dal comportamento di mio marito, immediatamente mi fece riabbassare. Dovevo fare quello che avevo fatto a mio marito. E nello stesso momento anche Carmine mi prese la mano e la portò sul suo enorme uccello. Ero in balia dei due uomini. Capii che non avevo alternative. A quel punto pensavo solo a fare presto. Quindi cominciai a segare velocemente l’uno e a spompinare freneticamente l’altro. Raffaele mi palpeggiava, tormentandomi i capezzoli. Carmine, invece, con prepotenza, mi infilò due dita dentro. Sobbalzai. Per fortuna mi superai. Con le mani e con la bocca. In pochi secondi i due uomini vennero. Come volevano loro, comunque. Tralascio i particolari. Mi rialzai di scatto ed uscii furente dal cinema. Mio marito mi seguiva, sorridente, senza dir nulla. Il maiale! Quel giorno decisi però che mi sarei vendicata. L’ho fatto, e continuo a farlo. Anche con te, forse. Immagini come?’

‘Ciao, sono Cinzia. Ho 22 anni. Ho letto sai il tuo invito. Eccome, ed eccomi qui. Scommetto che sei convinto di metterci tutte in crisi e di imbarazzarci a tal punto con le tue domande provocatorie da non poter decretare una vincitrice. Ti sbagli, sai. Ci sono tante come me che non si fanno alcun problema’ Di fare e di dire anche certe cose!’ E’ piccolina, capelli lisci neri corti con frangetta sbarazzina. Porta un paio di occhialini di tendenza che non nascondono due enormi occhi azzurri da cerbiattina. Bocca piccola, sensuale, con rossetto di un colore stranissimo tra il rosa e il bianco che esalta le due labbra bellissime e ben disegnate. Indossa un vestitino leggerissimo e si presume piuttosto corto. Sotto non mancano delle belle rotondità. ‘Mi hai capito? Comunque, ti anticipo e ti informo che lavoro come infermiera professionale in uno studio medico privato e che ho uno splendido moroso di 23 anni che scopo volentieri soprattutto perché è bello ed ha un cazzo dalle dimensioni indubbiamente fuori della norma. E’ molto geloso. Adesso è via e approfitto. Faccio questa cosa perché mi va, e soprattutto mi va l’idea, in caso di vittoria, di assaggiarvi per un intero weekend. Tu e il tuo amichetto della fotografia. Mi piacerebbe infatti tantissimo sperimentarvi per davvero, senza dovervi fare quelle domande che voi infatti fate a noi tutte’ Ah, dimenticavo, non ho alcune intenzione di esibirti, per il momento, qualcosa. Non ne vedo il motivo, anche se usiamo la webcam. Tu e il tuo amico, del resto, non vi siete mostrati poi tanto. Avete fatto intravedere, quindi”
A quanti anni hai visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto?
‘A 14 anni. Una mia amichetta mi aveva già raccontato qualcosa ma non avevo ancora avuto l’occasione per sperimentare. Ed io ero molto curiosa. Allora piacevo da impazzire a un ragazzino della mia stessa età. Pensai bene di usarlo. Approfittai un pomeriggio dell’assenza a casa dei miei genitori e con la scusa dei compiti lo feci salire nella mia cameretta. E giocherellando lo spogliai. Vidi per la prima volta un maschio nudo. Poi, ricordando quello che mi aveva raccontato la mia amichetta, iniziai ad accarezzarlo su quella che mi sembrava una piccola proboscide. Questa si ingigantì e si gonfiò. Simone, così si chiamava il ragazzo, era imbarazzato. Non si era mai fatto una sega in vita sua e, soprattutto, non aveva mai sborrato. Ricordo che iniziò ad ansimare. Poi si irrigidì ed iniziò a sussultare dal piacere. E improvvisamente iniziò a zampillare. Uno strano liquido bianco, e tantissimo, gli uscì dal suo arnese. Non aveva un buon odore e riempì tutto il pavimento. Capii che, per la prima volta, avevo fatto sborrare un uomo. E dall’estasi da lui raggiunta intuii che anche per lui era stata la prima volta. Bellissimo!’
A quanti anni la prima scopata?
‘Diciamo che un anno dopo, circa, un compagno di classe inserì dentro di me, anche un po’ violentemente, il suo membro. Non mi piacque troppo e anzi mi fece un po’ male. Ma solo la prima volta”
Ti masturbi?
‘Mi piace accarezzarmi. Ma non mi piace raggiungere l’orgasmo da sola. A cosa serve poi il moroso? Mi piace mettergliela in bocca. E soprattutto mi piace sbrodolargli addosso, preferibilmente in bocca’ Non gli piace tanto, dice, perché non ha un buon odore. Ma a me non interessa e godo ancor più a sentire i sui lamenti e intravedere le sue smorfie. Vedere poi i suoi peli della barba tutti bagnati dal mio liquido mi fa impazzire”
Hai mai spiato?
‘Lavoro in un ambulatorio medico. Lavoro con molti medici uomini, ma anche con alcune dottoresse. Quando il turno è tutto al femminile e capita un bel maschietto come paziente, beh, ci divertiamo un po’. Con un cenno d’intesa architettiamo il solito piano che prevede lo spogliarello del paziente, anche se ha una distorsione del polso. E la mia presenza, come infermiera professionale, è fondamentale. Con la scusa di accurati controlli, facciamo spogliare l’ignaro maschietto. E ci godiamo un po’ le sue nudità. Talvolta alcuni si imbarazzano, altri, vedendosi circondati da donne che lo scrutano, non riescono a nascondere la propria fastidiosa eccitazione. E sono io che, sfrontatamente, chiedo loro se hanno bisogno del bagno. Una volta un maschietto, invitato a recarsi al bagno per risolvere il suo evidente problema, aveva in silenzio accettato. Poi, dal bagno mi aveva chiamato fingendo un malore. Accorsa all’interno del bagno non mi aveva dato il tempo di proferir parola. Mi appoggiò infatti il cazzo in mano e mi disse che allora toccava a lui divertirsi. Dovetti così, in silenzio e senza protestare, fargli una gran sega. E provocatoriamente mi schizzò una quantità industriale di sperma sul camice verde’
Sei mai stata spiata?
‘Oh sì, tante volte. Al mare, dall’estetista, dal massaggiatore. Mi piace mostrarmi. Sono evidentemente un po’ esibizionista. Il massimo lo raggiunsi una volta dall’estetista. Mentre mi facevo il solito lettino abbronzante, per un gioco di specchi della stanza, vidi un bellissimo inserviente del centro di estetica che mi sbirciava da dietro la porta. Lo lascia fare e, per un paio di sedute, feci finta di nulla. Alla terza, invece, con sua grande sorpresa e paura, gli dissi che poteva anche entrare per vedermi meglio. A condizione però che mi mostrasse per bene quanto apprezzava lo spettacolo. Inizialmente lui non capì. Quando però gli feci abbassare i pantaloni e gli slip intuì. Volevo infatti vedere come il bello dello studio estetico si faceva una sega e, soprattutto, come sborrava davanti a me. La paura di essere denunciato alla direzione lo convinse ad ubbidire. Era indubbiamente umiliante per lui dover farsi una sega da solo, in piedi come un cavallo, davanti a una femmina che solamente lo guardava compiaciuta. Faticò un po’, ma alla fine si spruzzò addosso una bella quantità di sperma”.
Ti sei mai fatta fotografare?
‘Vuoi sapere se ho posato nuda, vero? Sì più di qualche moroso mi ha chiesto delle foto, sì, quelle un po’ particolari. Partivano sempre facendo finta di niente, immortalandomi in pose normalissime. Poi, poco alla volta, pensando che non capissi, mi chiedevano di scoprire qualcosa’ sempre di più. Alla fine, senza che me lo chiedessero, anticipandoli, mi levavo tutto e chiedevo loro come dovevo mettermi’ Ma il mio moroso attuale si è superato. Non mi ha fotografo ma mi ha ripreso con la telecamera. Tanto, mi ha detto, dai fotogrammi del film, con un programmino del computer, avrebbe potuto recuperare tutte le foto che avrebbe voluto. Così ha piazzato la telecamera in alto sopra il lettone e giocando con il telecomando mi ha fatto un vero e proprio filmino hard. Dopo avermi fatto spogliare mi ha chiesto un pompino con tanto di sborrata finale in bocca, sul viso, tra i capelli. Dopo si è divertito un mondo a scegliere i migliori fotogrammi e ancor più, dopo, mostrarmi le foto ricavate dagli stessi. Non mi ero mai vista in un film mentre facevo un pompino e, soprattutto, non avevo mai visto, in una fotografia, l’espressione del mio volto mentre succhio avidamente il cazzo del mio uomo e, soprattutto, quando lui mi riempie la bocca con il suo bianchissimo sperma. Ma anche negli occhi appena socchiusi, tra i capelli’ A me piace, così”
Quanto ti piace vedere un uomo nudo, in erezione’
‘Un sacco. Soprattutto se è un bel maschietto. E soprattutto se è imbarazzato, come lo è sempre, soprattutto se in erezione. Io, invece, non mi vergogno. Sì lo so cosa pensi. E va bene, ora ti accontento. Con un po’ di musica, però!’ Si alza, accende lo stereo della stanza ed inizia a spogliarsi. Balla e così facendo fa volare il leggerissimo vestitino. Sorride ed inizia ad armeggiare con lo zoom della webcam. Le è rimasto un piccolissimo perizoma. Fa una piccolissima piroetta. Il culetto, piccolo e rotondissimo, viene esibito senza alcun pudore. E anche il piccolissimo perizoma nero scende, piano piano. Ci sa fare, evidentemente. Poi si gira e mostra tutta se stessa. Le due tettine sono piccoline, bianchissime ma rivolte al cielo. Piccoli e scuri i due capezzolini. La curatissima strisciolina di nerissimi peli sul pube mostra l’attenzione della femmina per il proprio sesso.’Soddisfatto? Quando il tuo uccello?’
‘Come? I preliminari? Eccome! Mi piacciono tanto. Il mio lui deve leccarmi. Proprio lì e mi piace bagnarlo. Sì, hai capito bene. Mi piace iniziare a venire subito, magari in bocca. Sì, lo so, non è proprio un buon succo, ma mi piace fargli subire il mio primo orgasmo; non se pentirà dopo”
Cosa pensi della sodomia?
Sorride. ‘Vuoi sapere se permetto ai miei uomini di incularmi. Ma certo. Con il culetto che mi ritrovo come potrei negarglielo. Le prime volte mi hanno fatto anche male. Ma poi sempre meno e, soprattutto, mi piace sentire alla fine la calda sborra risalire il mio intestino. Il piacere immenso giustifica quindi un piccolo dolorino’.
Ti piace più scopare, fare una sega o fare un pompino?
‘Dipende dall’uomo che ho di fronte e dal momento. Mi piace tutto. Ti basta?’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
La disinibita Cinzia tradisce un leggero rossore. Poi lancia un’occhiataccia alla telecamera. Abbassa leggermente il tono della voce. ‘Mi sempre di avertelo già detto. Mi piace. Tanto. Me lo hanno chiesto tutti ed io non mi sono mai tirata indietro. Sono convinta che in quel momento l’uomo è il tuo giocattolo del piacere. Quando hai il suo cazzo in bocca lui è totalmente tuo. Decidi tu donna quello che vuoi. Quindi puoi farlo impazzire dal piacere, puoi tormentarlo, puoi farlo schizzare, puoi’ tutto!’
Il tuo rapporto con lo sperma?
Questa volta ride divertita. E’ un po’ imbarazzata, ma non vuole mostrarlo. ‘Beh, la prima volta non mi era poi tanto piaciuto. Poi, invece’ Ebbene sì. Mi piace da impazzire. Mi piace sentire gli schizzi calda in bocca e il colare del liquido seminale in gola. Comunque, ogni uomo ce l’ha diverso. Varia infatti la consistenza e il sapore’ Il mio moroso ce l’ha insapore, ma non cattivo. E’ molto denso, però. E’ come uno yogourt caldo. E a me lo yogurt piace! Sembra poi che dipenda anche da cosa il maschio ha mangiato e bevuto prima’ Talvolta, per precauzione, gli faccio bere bevande dolcissime in quantità industriale. Lui allora capisce e si diverte un mondo al solo pensiero’ Ricordo poi che una volta mi capitò di spompinare il mio boy friend americano. Era di colore. Come per tutti gli altri non mi tirai indietro al momento della sborrata. Ebbene, a differenza del mio attuale moroso che fa sempre zampillare dal suo cazzo una bella quantità di liquido caldissimo, Robert produsse solo due goccette, liquidissime e di un odore e sapore nauseabondo. Eppure le dimensioni promettevano ben altro! Un altro mio ragazzo, al contrario, mi sorprese’ con degli effetti speciali. Non particolarmente dotato, anche se bravo, quanto mi chiese la bocca mi avvisò che mi avrebbe sorpresa’ Incredula non diedi ascolto alle sue parole. Ma quanto iniziò a schizzare’ Mi riempì con la sua sborra liquidissima più volte completamente la bocca. Ed era buona. Non riuscivo però a mandar giù tutto, e lui continuava’ A un certo punto, anche se un po’ a malincuore, lo feci uscire. Ma lui non si arrestò. E continuò a riempire il viso, gli occhi, il naso e, alla fine, i capelli. ‘Scusa per lo shampoo’ mi disse lo sfrontato davanti alle mie lamentele ‘ma ti avevo avvisata’. Quindi, come hai ben capito, mi piace lo sperma, sempre, di qualsiasi tipo e sapore’ Preparati!’
Dove ti piace farlo venire?
‘Che domanda! Ovvio, dentro di me. Dentro il mio sesso. Mi piace sentirlo pulsare e, alla fine, sentirmi inondata. Colata? Schizzi? Ma dai, l’importante per me, donna, è sentirlo e vederlo venire. Il tuo maschio schizza e ti regala tutto il suo sperma: per te, femmina, è il tuo trionfo.’
Il posto più strano dove lo hai fatto’
Cinzia rimane in silenzio, pensierosa. ‘Non lo so. L’ho fatto dappertutto. I miei morosi hanno avuto spesso molto fantasia. L’ho fatto in macchina, nella toilette del treno, al mare, sulla barca, in ambulatorio’Anche a letto!’
La volta che ti ha dato più fastidio?
Questa volta il rossore diventa evidente. La domanda l’ha colta di sorpresa e il ricordo di qualche esperienza la infastidisce. Evidentemente non vorrebbe parlarne. ‘Più di una volta. E’ il fastidio è stato enorme! Sono molto disinibita e disponibile. Non ho alcun pudore. Non sopporto però i ricatti o le imposizioni. Si chiamano dominazioni, mi sembra. E io non sopporto subire! Più di una volta ho dovuto invece sottomettermi. E sempre per necessità o desiderio dei miei morosi. E Rudy, il mio penultimo moroso, alcuni mesi fa, ha proprio esagerato. Voleva vedere fino a che punto fossi disinibita, mi disse. Un giorno andai a casa sua. Lo trovai nudo che girovagava per la casa. Ciò, naturalmente, non mi turbò. Ma mi indispettì molto quello che mi chiese poco dopo. Chiamò Fritz, il suo cane, uno splendido pastore tedesco. ‘Sai ‘ mi disse ‘ sta male. O, meglio, è incasinato. Ha tanta voglia, ma non è riuscito negli ultimi tempi a scaricarsi” Io non capivo, lo guardai stralunata e con lo sguardo gli mostrai tutta la mia indifferenza. ‘Non potresti aiutarlo tu ‘ mi chiese – . Dopotutto è un maschio” ‘Non se ne parla proprio ‘ gli risposi subito decisa cominciando a intuire cosa volesse chiedermi – . Non l’ho mai fatto, non ho insomma mai masturbato un animale, non mi piace l’idea e anzi, scusami per il tuo Fritz, il tutto mi fa un po’ schifo!’. ‘Ma dai ‘ mi zittì Rudy – . Puoi sempre non guardare e pensare di prendere il mano il mio’ Non lo vedi, poverino, quanto è eccitato” Sbirciai tra le zampe dell’animale e vidi effittivamente il sesso del cane, rosso rosso e a punta. Mi sembrò che stesse già gocciolando. ‘No, ti prego ‘ gli dissi ancora una volta – . Non ce la faccio proprio’. Fu allora che il mio lui, dolcemente, mi prese la mano e la portò sul cazzo, non tanto piccolo a dire il vero, del suo Fritz. E contemporaneamente nell’altra mano pose il suo cazzo, gonfio e pronto anche lui a sborrare. ‘Vai, pensa di voler far godere due uomini ‘ mi suggerì – . Ed io, chiudendo gli occhi feci così. Rudy, vedendo la sua ragazza segare il suo cane si eccitò. Dopo pochi secondi mi inondò la mano con la sua caldissima sperma. Fritz, invece, resisteva. ‘Sai ‘ mi disse Rudy vedendo che nonostante il mio impegno il cane non veniva ‘ lui è forse abituato ad appoggiarsi sulle cagne da dietro’ ‘ ‘E allora ‘ gli chiesi preoccupata – . Non vorrai mica che mi metta alla pecorina” Perché no? ‘ mi disse lui – . Dopo che si sarà eccitato sarà più facile farlo scarica con la tua manina. Dai, levati le mutandine, fagliela annusare e poi lascialo che si appoggi, da dietro, su di te’ Vedrai lo farai impazzire.’ Era evidente che il mio ragazzo stava delirando, ma a quel punto non sapevo più come uscire da quella situazione. Mi levai i jeans e le mutandine, e appoggiai il mio sesso, che profumava di femmina, al suo umido naso. Il bel pastore tedesco iniziò a guaire e come mi girai mi letteralmente montò da dietro. Sentì distintamente il suo cazzo, e in particolare la sua appuntita cappella, puntare al mio sesso. E sentì anche che iniziava a pulsare. Repentinamente, perché non avevo alcuna intenzione di farmi sborrare dentro da un cane, mi rigirai e glielo presi in mano. E iniziai, questa volta, a menarglielo con una certa velocità e violenza. Iniziò a scalpitare e guaire. E anche lui, come il suo padrone, mi sborrò in mano. Mi sporcò tutta con la sua sperma liquidissima e quasi trasparente. E, contemporaneamente sentì il mio ragazzo schizzarmi di nuovo sulla schiena. La scena lo aveva infatti eccitato a dismisura e aveva ben pensato, guardandomi, di segarsi di nuovo. ‘Sei proprio un maialino ‘ gli dissi – . ‘E tu una splendida cagna ‘ mi rispose ridendo di gusto -.’ Effettivamente, pensai, non si era sbagliato”.
Lo hai mai fatto con due uomini?
La donna sorride, maliziosa. ‘Sì, più di una volta. E ogni volta mi è piaciuto in particolare sentire i due sapori diversi’No, in gruppo unica donna, no. Non riesco a gestire più di due uomini e poiché mi piace dirigere e non essere esclusivamente un contenitore di sperma mi sono sempre rifiutata di partecipare a certi tipi di festicciole’.
Con un uomo di colore?
‘Sì, una volta. Per curiosità. Me lo ricordo ancora. Era veramente enorme. Un autentico bastone. Scarsi, però, i fuochi d’artificio finali e lui volle a tutti i costi venirmi in bocca’.
Conosci il bondage?
‘Sì, ma non mi piace essere immobilizzata. Bukkake? Beh, te l’ho detto, mi piace prendere il cazzo in bocca e assaporare, alla fine, il suo succo. Non mi piace però essere ricoperta di sperma. E poi, con più di due uomini non se ne parla, quindi”
Hai mai visto un film hard? Se sì quando, dove e con chi.
Cinzia sorride e socchiude gli occhi. ‘Anche ieri. Il mio lui ha noleggiato un film hardissimo. Si è spogliato completamente e si è disteso sul divano. Ha quindi preteso che mi spogliassi anch’io e che mi sdraiassi vicino a lui. In particolare dovevo appoggiare il mio volto sul suo ventre. E in quella posizione mi ha invitato ad accarezzarlo e pure, quando volevo, a prenderlo in bocca. Praticamente l’ho masturbato e l’ho spompinato, ininterrottamente per più di un’ora. Mentre davanti ai miei occhi scorrevano le immagini di colossali sborrate. E quando sul video è comparsa la scritte ‘Fine’ anche lui ha voluto’ finire. Facile immaginare come. In più ha voluto questa volta sottomettermi. Anche se non necessario mi ha voluto bloccare con le sue mani con una presa ferrea. Non voleva pensare che scappassi. E io ho bevuto, tanto”

(2 ‘ continua)

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Come ti chiami e quanti anni hai.
‘Intanto ciao. Potresti almeno salutare! Non mi stai mica facendo un verbale di interrogatorio! La tua invasione nel sito che spesso visito mi ha sorpresa. Nello stesso tempo però la tua video indagine mi ha incuriosita e volevo vedere fino a che punto sei capace di arrivare. Mi sembra evidente che deciderò io quanto collaborare’ Il mio nome, comunque, è Giovanna, ho trent’anni e sono sposatissima. Naturalmente non ho assolutamente voglia di spogliarmi davanti alla cam davanti a uno sconosciuto.’ Giovanna è infatti vestitissima. Capelli neri raccolti in una sbarazzina coda ha degli splendidi lineamenti. Ha gli occhi chiari ed è molto curata nel suo leggerissimo ma particolare trucco. Camicetta bianca, leggermente aperta, e gonnellino corto presumibilmente nera a piegoline. Abbigliamento molto serio. Concede infatti solamente la visione, dalla camicetta leggermente aperta, di una minuscola strisciolina del pizzo del reggiseno.
Che lavoro fai?
‘Sono dirigente in un’azienda privata della mia città.’
A quanti anni ha visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto.
Giovanna sorride. ‘Mi fai faticare. Mi sembra che avevo quindici anni. Era un mio compagno di classe ed era molto bello. Iniziò col chiedermi dei baci. Ed io glieli diedi. Poi mi prese la mano e contemporaneamente iniziò ad armeggiare con lo zip dei suoi calzoni. E mi chiese dell’altro’ Rimasi immobile, perché mi vergognavo tanto. Non avevo mai visto prima quella roba lì. Ricordo che mi colpì per le dimensioni e per la rigidità. E soprattutto mi preoccupò il suo’ malessere. Decisi allora di aiutarlo e feci quello che mi chiedeva. Mi mostrò lui, con la sua mano, come fare’ Non l’avevo mai fatto! Puoi immaginare la mia sorpresa quando’ insomma, hai capito, no? Fu un’esplosione. E mi sporcò tutta!’
A quanti anni la prima scopata?
‘Ho fatto l’amore con il mio fidanzato a diciassette anni. Non fu una grande esperienza. Lui mi voleva assolutamente. Io un po’ meno. Mi fece male”
Ti masturbi? Se sì come.
Giovanna rimane in silenzio per un po’. Vorrebbe già dirmi qualche parolaccia. ‘Sono sposata. Ho un uomo a disposizione, quindi’ Non ne vedo la necessità!’
‘Io spiare? Ma scherzi! Sono stata spiata, invece. E più volte. Ma non me ero mai accorta. Quando lo avevo scoperto era già troppo tardi. Come quella volta al mare. Prendevo il sole. In topless. A un certo punto mi girai e vidi, tra le cabine, un uomo che sbirciava. Ma quello che maggiormente mi diede fastidio fu il vedere che si masturbava. E proprio in quel momento, vedendo che l’avevo visto e che lo stavo osservando iniziò ad eiaculare. Mi alzai di scatto e andai dritta verso di lui. Ma scappò e non riuscii a dirgli tutto quello che pensavo di lui.’
Giovanna è indispettita al solo ricordo dell’uomo che aveva goduto approfittando del suo seno nudo. E rimane silenziosa a lungo.
‘Spogliarello per il mio uomo? Beh, nella coppia c’è una certa intimità’ Qualcosina la moglie regala talvolta al marito. Farmi fotografare? Una volta ho perso una scommessa con mio marito. Ho dovuto pagare pegno. E lui ha voluto farmi alcune foto. Sì, ma erano delle foto artistiche”
Quanto ti piace vedere un uomo nudo in erezione?
‘Pensi che vuoi uomini siate proprio così belli con quel coso tirato in quel modo in sù? Non mi dispiace, comunque, vedere mio marito nudo con tanta voglia addosso!’
La donna inizia a mostrare dei segni di nervosismo. Le domande iniziano a turbarla anche se tenta di nascondere il proprio imbarazzo.
‘Certo che mi piacciono i preliminari. Anzi li pretendo. Dopo il mio lui non si pentirà per le attenzioni che mi ha prestato”
Cosa pensi della sodomia?
‘E’ un altro modo di fare l’amore.’
Ti sei fatta inculare?
‘E allora? Volevi sapere questo! Sei molto indiscreto. Sono sposata, e quindi cosa ne pensi?’
Ti piace di più fare una sega, un pompino o scopare?
Giovanna sospira infastidita. Non le piace la domanda. Poi sbotta. ‘Come parli’ Sono una donna! Comunque’ mi piace fare l’amore.’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
‘Ti interessa proprio? ‘ chiede stizzita – . Sono affari miei! Il mio rapporto con lo sperma? Uffah, non ho alcuna intenzione di risponderti. Preferisco, piuttosto, mostrarti qualcosina’. Si leva la camicetta e mostra così uno splendido seno avvolto da un piccolissimo reggiseno completamente trasparente bordato di pizzo. Ha due seni piuttosto piccoli, nervosi e candidi e si intravedono chiaramente due capezzolini scurissimi e turgidi che rivelano l’eccitazione della donna. La donna intuisce l’inutilità dell’indumento e nervosamente se lo leva. Le due tettine, liberate, sembrano slanciarsi verso il cielo. Piccoline sì, ma di una perfetta rotondità. Tutte da accarezzare. E lei lo sa. ‘Soddisfatto? ‘ chiede con aria di sfida ‘ Hai altre domande di questo tipo?’
Lo fai venire in bocca?
Trasale. Non se l’aspettava una domanda del genere. ‘Sei proprio un maiale! Non te lo dirò mai’ E’ imbarazzata e le scoccia chiaramente raccontare certe cose.
Dove preferisci farlo venire?
Fissa la telecamera e arrossisce ulteriormente. ‘Dove dovrebbero venire sempre gli uomini. Dentro di me. Ti basta? Colata’ schizzi’? Ti basti sapere che certe cose non mi piacciono neppure vederle. Chiaro? Il posto più strano? Questo, rispondendo a certe tue domande!’
La volta che ti ha dato più fastidio’
Sorride. ‘Oggi, ma sapevo a cosa andavo incontro rispondendoti”
Lo hai mai fatto con due uomini?
‘Ti sembro il tipo? Un mio moroso, una volta, all’università, me l’aveva proposto. Addirittura con un suo amico di colore. Lo lasciai. Neppure in gruppo, anche se so che la pratica, tra i colleghi d’ufficio di mio marito, non è proprio sconosciuta. La maggioranza è composta da uomini single che approfittano della situazione per scoparsi la moglie non troppo seria di qualche loro collega. Contenti loro! No, neanche con un uomo di colore. Mi fanno un po’ paura, per tanti motivi”
Conosci il bondage?
‘Sì. Ma non mi piace. Preferisco essere libera quando mio marito mi prende’.
E il bukkake?
Ha uno scatto. Appoggia le mani sui fianchi e sfida la cam. I seni hanno un fremito. ‘E me lo chiedi, anche?
Ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
‘Assolutamente no. Ho il sospetto però che il mio maritino una volta mi abbia combinato, a mia insaputa, lo scherzetto. L’ho sospettato una volta che ha preteso’ sì, insomma, ha voluto un rapporto orale in una posizione un po’ strana. Forse aveva voluto immortalare la sua effettivamente splendida e abbondante performance’ Penso che tu abbia capito, maialino come sei. Vero? Non sono riuscita però a smascherarlo. La telecamera, se c’era, era ben nascosta e non sono riuscita a vederla. E naturalmente neanche l’eventuale filmino.’
Hai mai visto un film hard?
‘Sì. Ma non ho alcuna intenzione di raccontarti altro!’

Come ti chiami e quanti anni hai
‘Ehi, che tono, non è mica un interrogatorio! Lucia, comunque. Sono appena sotto la trentina. Ti basta?’. Anche Lucia è molto carina. Capelli a caschetto, neri, visino piccolino ma rotondetto. Due occhi grandi, chiari. Bocca piccola.
Ti spogli?
‘Non se ne parla nemmeno. Ho letto le condizioni del sondaggio. Pensavo scherzassi. Mi hai incuriosito, ma non esagerare, per il momento’ Sono già abbastanza comoda, come vedi’ Ti basti, per il momento.’ Indossa infatti una cortissima camicia da notte. E’ rosa, ma non è trasparente e i bottoncini, tutti, sono ben abbottonati.
Single, moroso, fidanzato o moglie?
‘Sono sposata ‘ risponde abbassando un po’ la voce – . Ora è al lavoro. Ma non farmi pentire di averti chiamato. Sono commessa. Sì, in un negozio che vende soprattutto intimo, maschile e femminile”
A quanti anni ha visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto?
Sorride. ‘Vuoi dire il primo moroso? Beh, il vero primo fu in seconda liceo. Lui era un po’ più grandicello di me, aveva già diciotto anni.. E a dire il vero non fui a vedere lui, ma fu lui a mostrarsi. A casa mia, dopo una settimana che uscivano insieme, rimanemmo soli e a lui non bastò più limonare e palpeggiarmi dappertutto. Senza darmi il tempo di fiatare si sdraiò sul mio letto e si spogliò completamento. Sì, completamente nudo. Cosa gli feci? Beh, lui supplichevole mi disse di non farcela più e mi implorò di farlo venire’ Mi prese dolcemente il volto e puoi ben immaginare cosa mi chiese! Ricordo che, ai miei occhi, l’aveva molto grande, anzi enorme. Ma quello che mi piaceva di più e che avevo particolarmente apprezzato quanto si era sfilato gli slip era il suo foltissimo pelo biondo. Era infatti di origini svedesi. Mi spogliò a sua volta e cercò di eccitarmi con le dita. Ma io, nuda, mi vergognavo ancor di più. E poi non sapevo farlo e soprattutto non volevo farlo. Insomma, come tutte le ragazzine alle prime armi, dolcemente glielo presi con entrambe le mani. E lo baciai sulla bocca perché, vergognandomi, non volevo che mi vedesse mentre lo masturbavo. Il sensualissimo bacio e il frenetico lavoro delle mie mani fecero subito effetto. Sentii le mie dita riempirsi di un liquido caldissimo e attaccaticcio. Capìì dai sussulti e dai gemiti di lui che l’avevo fatto raggiungere l’orgasmo. E abbondante! Ti basta come descrizione? La prima volta? Un anno dopo, in vacanza, con un ragazzo inglese. Non mi piacque tanto. Anche perché fu molto esigente. Insomma, hai capito, volle proprio tutto” Arrossisce, al ricordo, la giovane donna. E ancora più quando, pure sottovoce mi confessa: ‘No, non mi sono mai masturbata. A cosa servono poi, i morosi e i mariti?’
Hai mai spiato? Se sì dove e quando.
Lucia ha un sussulto. Non si aspettava questo tipo di domanda. ‘Beh ‘ risponde con un sorrisetto malizioso ‘ spiato veramente no’ Però mi sono cacciata una volta, senza volerlo, in una situazione un po’ così, insomma, imbarazzante, e ho dovuto pagarne le’. diciamo’ conseguenze! A dir la verità questa storiellina non l’ho raccontata mai a nessuno, neppure al mio Paolo, mio marito. Sposina, ho abitato con il mio marito in una casetta a due piani nella periferia della città dove tuttora abito. Di fronte c’era solo una piccola casetta, pure a due piani. Il primo piano era però disabitato. Il secondo, no. Vi abitava un giovane uomo, solo, che spesso riceveva però amici e amiche. Almeno così potevo vedere ogni giorno, visto che il biondissimo e palestrato uomo non si curava assolutamente dell’apertura o meno di persiane e finestre. Nella bellissima terrazza che si estendeva da quello che prevedevo fosse il salotto spesso lo avevo visto in primavera e in estate prendere il sole, da solo e in compagnia. Sempre con il costume. Le sue ospiti, invece, spesso dimenticavano la presenza di mio marito che pur intravedevano e il topless abbondava. Ma il tutto comunque si svolgeva sempre nella decenza. Non ci parlammo mai. Poco alla volta, però, le cose presero una piega un po’ particolare. Ci furono, diciamo così, dei piccoli incidenti . D’estate, l’uomo, fatta la doccia, era solito andare in cucina a farsi il caffè e sorseggiarselo quindi in terrazza. Mio marito era sempre via a quell’ora ed a me capitò anche di bermi il mio caffè appoggiata sul davanzale della mia finestra. Ed ecco che una mattina l’accappatoio dell’uomo non era stato proprio ben indossato. Ma lui non si era accorto della mia presenza. Il giorno dopo, confidando nel fatto che a quell’ora non potesse essere oggetto di sguardi indiscreti, l’uomo si prese il suo caffè indossando solo un minuscolo slippino. Era davvero un bel vedere. Il bellissimo e abbronzato fisico del maschio indubbiamente mi turbava e creò in me una aspettativa che ogni mattina veniva soddisfatta. Tanto, pensavo, non può succedere nulla, visto che lui è convinto di non essere sbirciato da nessuno’ Non paga iniziai a studiare altre posizioni di osservazione. Mi sentivo un po’ guardona, ma innocentemente sorridevo di questa mia piccola perversione. Le cose precipitarono il giorno che sbirciando dalla mia camere da letto lo sorpresi all’interno della sua camera, le cui finestre erano, come sempre, incredibilmente spalancate. Ed era nudo. L’uomo infatti, come fa spesso anche mio marito, dormiva nudo. La notte era poi stata caldissima. Era bellissimo e soprattutto le dimensioni del suo coso erano indubbiamente particolari’ Non riuscii a non eccitarmi’ Mi ripromisi, in futuro, di non farlo più. Ma alcuni giorni dopo, non potei però non scorgerlo mentre nella totale sua indifferenza passeggiava per casa. Naturalmente senza nulla addosso. Ma, grave fu il fatto che mentre sorseggiava il caffè in salotto, casualmente alzò lo sguardo e guardò fuori della finestra. Così facendo, improvvisamente, incrociò il mio. Non riuscì a trattenere un’imprecazione. E subito si alzò a chiudere la finestra. Io mi sentii arrossire violentemente e arretrai. Ma ormai, ahimè, ero stata scoperta. E bruttissimi pensieri mi passarono per la mente. Mi ripromisi di non affacciarmi mai più al mattino. Per alcune settimane resistetti. Nel frattempo un giorno lo incrociai alla sera mentre rientravamo entrambi dal lavoro. Il suo ‘Buona sera, signora’ con il quale mi salutò ebbe il poter di mandarmi in confusione e aver la certezza che stava meditando qualcosa. Lo scoprì il mattino dopo. Mio marito era già andato al lavoro. Io mi sedetti sul poggiolo a bermi il caffè. Lui non c’era, quindi mi sentivo tranquilla. Ma, improvvisamente, apparve sulla porta della terrazza. Languidamente appoggiato alla porta iniziò a sorseggiare da una bottiglia. Indossava, per fortuna, gli slip. Mi sorrise. Feci finta di nulla ma iniziai a temere che avesse qualcosa per la testa. Infatti, appoggiata la bottiglia, sempre fissandomi, si avvicinò alla sdraio prendisole e si distese. E qui, sempre sorridendomi, a sorpresa con una velocissima mossa si sfilò gli slippini e provocatoriamente mi indicò di guardare per bene quello che mi offriva. Almeno così interpretai le parole che lo vidi pronunciare. Rimasi con gli occhi sgranati. Sorpresa ma anche turbata. Il suo sesso era enorme. E, indubbiamente, lo sapeva. Non appagato dell’imbarazzo provocatomi, con un dito imperiosamente mi fece intendere che dovevo continuare a guardarlo. Io ero rimasto pietrificata. Ma ero egualmente preoccupata. E così abbassai solo un po’ il mio sguardo quando vidi che aveva iniziato a masturbarsi. Era evidentemente un esibizionista. E aveva approfittato della situazione. E dovetti rimanere lì finché, dopo una lunghissima serie di ben udibili sospiri e gemiti produsse altissimi zampilli del suo abbondantissimo liquido seminale con il quale inondò tutto il suo terrazzo. Avrebbe sognato di sporcare anche il mio. Ma non ci riuscì. Ebbe la sfrontatezza di sorridermi, di farmi intendere con dei gesti ben precisi che ci saremmo rivisti e quindi di salutarmi’.
Ti sei fatta spiare? Come e quando.
Lucia ha caldo. Evidentemente raccontare questa sua avventura l’ha eccitata. ‘Ho caldo, sai, ma non montarti la testa. Mi levo solo la camicia da notte. Ti faccio però contento, però, perché sicuramente apprezzerai il mio intimo’. Tolta la camicia infatti mostra un reggiseno e uno slippino da urlo. Piccolissimi entrambi, completamente trasparenti hanno un sensualissimo bordo in pizzo nero. Sotto il reggiseno si vedono benissimo i due piccolissimi capezzolini. Appuntiti. La donna è infatti eccitata. Accavalla subito le gambe, non lunghissime, ma belle. La trasparenza e le ridottissime dimensioni dei minislip non riescono però a nascondere come lei vorrebbe lo splendido pelo nerissimo, abbondante. La donna è praticamente nuda. E lo sa. ‘Stai calmino, eh. Sì, lo so, con questi intimi faccio impazzire mio marito’ Se mi sono fatta spiare? No, ma mi sono fatta vedere un paio di volte, per divertimento. Mio marito naturalmente non lo sa. E’ gelosissimo. E poi, sai, con il lavoro che faccio. Le occasioni non mancano. Ma da quando sono sposata solo una volta. Per simpatia. E poi perché era un bellissimo ragazzo. Giovane. Eh va bene, te la racconto anche questa.’
Ed inizia. ‘Era parecchio tempo che notavo al negozio un ragazzone. Era evidente che con le più disparate scuse entrava e chiedeva alle mie colleghe articoli sempre rigorosamente maschili. Ma più degli articoli che le altre commesse gli mostravano era evidente che a lui interessava di più parlare con me. Un giorno volli accontentarlo, con i sorrisi di ammiccamento delle colleghe che pure avevano capito. ‘Ciao, posso aiutarti?’ ‘Sì, grazie ‘ rispose subito arrossendo – . Sto cercando due cose . Innanzitutto un costume da bagno per me. Deve essere soprattutto comodo, perché sono il portiere della squadra di pallanuoto” Effettivamente aveva un fisico stupendo. Maschio, mandibola quadrata, spalle enormi e tutto il resto apparentemente a posto. Ma era estremamente giovane, dolce, timidissimo. Decisi che mi sarei un po’ divertita. Senza cattiveria, però’ Poi, si vedrà. ‘Mi sembra che tu porti una bella taglia’ – gli dico per imbarazzarlo un po’ – . Vediamo cosa posso trovare per te” ‘Effettivamente sa, il nuoto, gli allenamenti’ questo è il risultato!’ ‘Mi sembra ottimo, come risultato ‘ esagero provocando un incontrollato rossore sul volto del giovane uomo ‘ ‘. Ritorno con tre paia di costumi da bagno per atleti. ‘Eccoli ‘ gli dico – . Uno dei tre ti andrà sicuramente bene. Sono costumi da pallanuoto, comunque. Avrei voluto proporti qualcosa d’altro, che sicuramente porti bene” Il ragazzo, arrossisce ulteriormente e scappa. Prendendo coraggio aggiunge: ‘Puoi venire a controllare che sia tutto ok?’ Eccoci, penso io, come tutti, chissà perché a tutti i maschietti piace che li guardi in mutande. ‘Ma certo, non ti preoccupare, sto dietro il camerino” ‘Eccomi, se vuoi’ – mi chiama ‘ ‘. ‘Arrivo’ Apro la porta entro nello spogliatoio e la richiudo, anche se non sarebbe necessario che lo facessi. Lo guardo, è perfetto nel suo fisico da pallanuotista. Ma, lo noto subito, è in imbarazzo. Anzi, sotto, ha una evidente erezione e per un secondo, sorrido pensando alla forza virile di quello splendido maschio diciottenne. ‘Sì, è perfetto ‘ gli dico e mi giro – . Comunque, prima di chiamarmi potevi almeno un po” calmarti” ‘Scusami ‘ mi dice appena uscito dallo spogliatoio ‘ non l’ho fatto assolutamente apposta’. ‘Non preoccuparti, ci sono abituata’ E la seconda cosa che cercavi?’ ‘Qui mi servi proprio tu ‘ mi dice cercando subito un po’ di confidenza – . Devo fare un regalo alla mia ragazza. Per quanto riguarda la taglia mi sembra sia la tua copia” ‘Capisco, allora ti serve una terza di reggiseno. E le mutandine, che taglia usa la tua ragazza? E soprattutto che tipo di intimi usa? Classici, perizoma o tanga? Questo devi dirmelo tu. Io non lo so’. Le domande e il tono delle stesse erano state chiaramente formulate in modo da mandarlo completamente in confusione. Volevo che anche lui si muovesse un po” Da quando lo avevo visto in costume da bagno da pallanuotista io avevo già deciso fin dove arrivare. Ma doveva lui anche un po’ darsi da fare’ ‘Beh, io veramente. Non saprei. Usa sempre cose classiche, bianche’ Certo che mi piacerebbe regalarle qualcosa un po’ particolare. Dopotutto ha sempre diciotto anni come me, quindi” ‘Ho capito ‘ lo rincuoro – . Andiamo un po’ sul vivace. Non tanga, ma perizoma. Un po’ nero ma anche qualcosa di pizzo e trasparente. Giusto?” ‘Sei magnifica ‘ mi dice fissandomi negli occhi ‘ Hai capito perfettamente’ Mi sono sentita in quel momento veramente catturata e oggetto del suo desiderio. Se avesse potuto, mi avrebbe posseduto lì, sul posto. Non osavo poi pensare poi alla sua tempesta ormonale di quegli istanti. E sotto sotto pensai di quanto fosse fortunata colei che si gustava quello stallone perennemente in calore. E contemporaneamente mi confermai quello che già avevo pensato, ossia che un assaggino me lo sarei potuto fare anch’io’.
‘Andai a prendere quattro tipi di intimi. Andavano dal più classico ma sempre arrappante perizoma all’intimo, per la sua trasparenza e il suo pizzo, praticamente inesistente. Arrivata sul bancone capii immediatamente l’enorme imbarazzo del ragazzo. ‘Dai, vieni con me che te li mostro con calma’ e lo portai su un bancone del negozio molto più discreto, lontano dagli occhi indiscreti dei clienti che in quel momento affollavano il negozio. Qui aprii le confezioni e glieli mostrai, uno ad uno. Rimase senza parole. ‘Dimmi, ti ascolto ‘ gli sussurrai – . Non preoccuparti, è il mio lavoro mostrare queste cosine agli uomini. E so benissimo anche a cosa stai pensando. Bene, te lo dico subito. Io, sappi, queste cosine da diciottenni non le uso. Ho qualche anno di più’ Quindi uso cose diverse’ Cose ben peggiori, forse’ E talvolta non le uso proprio. Ti basta così o vado avanti?’ Per un istante sentii il suo respiro farsi affannoso e temetti di aver esagerato. Ebbi paura che alle sole mie parole fosse arrivato, da solo, al capolinea. In piedi e nelle mutandine. Di certo però la provocazione ebbe l’effetto di scuoterlo. ‘E adesso, come faccio? Mi aiuti, tu? ‘ mi chiese – .’ ‘Io? ‘ risposi subito facendo finta di non capire – . Non saprei proprio come. Non so come è fatta la tua ragazza!’. Sapevo benissimo cosa volesse da me. Voleva chiedermi di indossare per lui quegli intimi: avrebbe potuto così vedermi in mutandine in reggiseno, anzi, visto il tipo di indumenti, mi avrebbe vista praticamente nuda. Indossando quegli intimi, però, sapevo benissimo cosa avrei provocato in quello stallone. In tanti me lo avevano chiesto, pochissimi in buona fede. Ma da quando mi ero sposata, non avevo più voluto fare neanche l’indossatrice. Questa volta, però, l’idea di mettere completamente nudo il bel ragazzone’ ‘Non potresti indossarli tu un attimo? Così capirei subito come starebbero addosso a lei ‘ naturalmente, alla fine, dopo tante sofferenze, mi chiese lui – . Solo per pochi secondi’ Ti assicuro che li comprerò tutti. Ma voglio vedere, per sicurezza, come stanno addosso a te”
‘Non è previsto sai che le commesse facciano le indossatrici per i clienti’ E poi, sono sposata. Certe cose le faccio solo per mio marito – gli dissi ‘ ‘. ‘Ti prego ‘ mi disse, ormai eccitato a dismisura ‘ ‘. Rimasi un paio di secondi in silenzio. Dopodiché, dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa ad una collega gli dissi sottovoce. ‘Seguimi. Andiamo sù, al piano del laboratorio che è chiuso. Prendo le chiavi’.
‘Arrivati entrammo in uno stanzino. Lui si era già tolto il giubbotto e il maglioncino. Aveva addosso solo jeans e maglietta. Non era mica lui, in teoria, che doveva spogliarsi…
‘Ascoltami ‘ gli dissi con l’intenzione di voler prolungare il gioco – . Adesso, mi sembra di capire, devo spogliarmi. Nuda. Però, tu dovrai fare il bravo. Dovrai andare lì nell’angolo, come a scuola, e girarti. Non dovrai muoverti fino a che te lo dirò io. E soprattutto non dovrai sbirciare. Se lo fai’ mi fermo e non faccio quello che vuoi’ Chiaro? Con quale comincio?’ ‘E’ indifferente. Tanto li compro tutti. Anzi no. Indossa l’ultimo, quello” ‘Quello completamente trasparente con il pizzetto nero, vero? Non avevo dubbi’ lo interruppi subito facendo una piccola smorfia. Il ragazzo aveva, adesso, fretta. Voleva vedermi nuda prima possibile. Lo sapevo. E iniziai a spogliarmi, pensando a cosa avrei voluto fargli fare. Quando fui nuda fui tentata, vedendo l’uomo incollato alla parete, di invitarlo a girarsi subito. Ma volli giocare fino in fondo. Indossai quindi il mini reggiseno, che era costituito da una sottilissima fascetta nera trasparente e il perizoma che né davanti né dietro nascondevano qualcosa. I due capezzolini erano ben in evidenza perché anch’io ero un po’ eccitata ma soprattutto tutto il mio nerissimo pelo era ben visibile. Il culetto, poi, era completamente scoperto. E mi girai perché per finta timidezza volevo mostrargli per prima cosa il mio culo. Poi il resto. Lo feci girare. ‘Ti piace il modello ‘ gli chiesi, sempre girata – . Il perizoma è effettivamente piccolino. Copre poco vero? Ma il modello è così’ Aspetta, adesso mi giro e ti mostro il resto. è molto bello, sai, anche se un po’ spinto. Bisogna avere un po’ di coraggio per portarlo. So bene che il tuo maschio difficilmente regge molto a certe visioni” Mi girai. Mi aveva fregata. Mi ritrovai davanti un enorme cazzo in piena erezione e completamente scappellato. Il bel ragazzo aveva anticipato i tempi e mentre io gli parlavo si era, in silenzio, completamento spogliato. Quello che mi colpiva era l’enorme dimensione della cappella che aveva assunto un colore vicino al viola. Per non parlare poi dello scroto, enorme e grigio. E i testicoli, poi, che intravedevo grandi grandi e rotondi. E pieni, ritenni, di quella roba lì. Un vero armadio di muscoli mi stava davanti. Per un attimo ebbi paura.. Ehi, come corri ‘ gli sussurrai abbassando gli occhi e fingendo imbarazzo – . E se non mi andasse? Te lo detto, sono una donna sposata da poco. Non si fanno queste cose con le donne di una certa età’ ‘Lo so. Però, sai, io ho un problema. Adesso. Non ce la faccio più. Devo venire, in qualsiasi maniera. Mi fanno male i testicoli. E io non mi sono mai masturbato, non lo so fare. Insomma’non mi sono mai segato. Ripeto, non so farlo. Hanno provveduto, molto volentieri a dire il vero, le mie morose, in tutte le maniere. O mi fai venire, spogliandoti e parlandomi, come sai fare benissimo oppure” ‘Oppure? ‘ chiesi io, veramente preoccupata – .’ ‘Oppure mi devi far venire tu, come vuoi. Tu sicuramente, splendida mogliettina di trent’anni, avrai qualche idea”
‘Io mi ero ripromessa di mettere lui a nudo. E guardarlo mentre si masturbava. Mi piaceva l’idea del ragazzone che si fa da solo davanti a me, guardandomi. Non volevo levarmi anche reggiseno e perizoma e restare completamente nuda davanti a lui. Non volevo essere coinvolta io personalmente.
‘Ma scusa ‘ gli dissi fingendo fastidio per la sua allusione alla mia condizione di mogliettina – . E chi ti dice che questa mogliettina, come mi chiami tu, non abbia alcuna voglia di armeggiare il tuo coso e preferisca invece quello del marito. Fra un paio d’ore la mogliettina sa già che se lo ritroverà davanti. Ugualmente pieno di voglia di lei. Del resto hai anche tu una morosetta, mi hai detto. E’ più giovane di me e sicuramente bella e brava quanto me. E non ti farà soffrire” ‘No. Ti prego’ Ora’ Non ne posso più’ Tu se bellissima’ – mi interruppe e iniziò a farneticare – . Tu sei più bella’ E’ più brava’ di lei. Ti ho vista, sai, come ti spogliavi e come ti infilavi mutandine e reggiseno’Sei’ sei una femmina stratosferica. E come mogliettina, poi’ Se penso a te mentre’Aiutami, ti prego, sento che potrei venire da solo, così’ in piedi, come un cavallo da monta”
‘Le sue parole mi eccitarono. Sentirmi desiderata così’ E poi aveva esaltato il mio orgoglio femminile. Sentirmi paragonata e preferita alla sua morosetta diciottenne, poi”
‘Decisi di porre fine al suo tormento. E poi non potevo far finta di nulla e lasciare che tutto quel ben di Dio che quel bel maschione sarebbe stato capace di dare andasse disperso’ Magari sulla parete o, addirittura, sul basso soffitto! Lui non lo sapeva, ma io ero tutta bagnata, e a quel punto volevo proprio vedere cosa era capace di fare! Proprio quando avrebbe dimostrato tutta la sua virilità’ E un assaggino poi, forse’chissà”
‘E va bene, dai. Intanto guardami mentre mi spoglio ‘ gli dissi sfilandomi il sottilissimo reggiseno e sciogliendo il nodino del perizoma ‘ ‘. Vedendomi nuda il ragazzo ebbe un sussulto. Vidi il suo glande inumidirsi e arrossarsi ulteriormente. ‘Dai, datti da fare ‘ mi urlò ‘ sto scoppiando”’ Ehi, ragazzo, stai calmino. Io non sono protetta. Non puoi proprio scaricare dentro la mia passerina, anche perché non voglio proprio che tu ci entri. Non tentarlo neanche!. Il culetto l’ho dato solo a mio marito e, permettimi, a te non voglio dartelo. La bocca? Non se ne parla nemmeno! Non sono la tua morosetta! Ce l’hai troppo grosso, per giunta!’ ‘Allora segami! ‘ mi ordinò ‘ ‘. Capii che non avevo alternative, mi inginocchiai davanti al membro elefantiaco del giovane uomo e iniziai a masturbarlo con tutte e due le mani contemporaneamente. Per pochi secondi volli anche assaggiarlo, il membro dello stallone. Furono pochi secondi. Ne assaporai il sapore di giovane maschio, ben diverso da quello di mio marito. Ma furono sufficienti per fargli perdere completamente la testa. Capii che stava per schizzare. Ma pensai che, dopo tutto, dopo tante sofferenze, e le mie insolenze, si sarebbe meritato qualcosa di più di una sega. Quindi non scappai. ‘E va bene, dai ragazzo, schizza dove vuoi tu’ Sì, hai capito bene’ Ma mi raccomando’ ‘Spalancai la bocca e gli permisi di buttare dentro, almeno i primi zampilli, quelli più violenti, più pesanti e più caldi. Li senti scendere in gola distintamente, pesanti, caldissimi. Ma non finivano mai. Con la bocca piena dello sperma di lui mi scappò di farfugliare pure un ‘Tesoro, ma quanto ne fai’ Sono piena’ di te’. E fui costretta a farlo finire sul mio volto. Lo ricoprì tutto. Ero una maschera di sperma. E dopo, quando mi scansai, inondò anche il pavimento. ‘Scusami ‘ mi disse dopo – . Non ho avuto il tempo, prima, di svelarti questa mia’ Sì, insomma’ ne faccio sempre tanta, troppa! E’ la disperazione anche della mia fidanzata. Lei però, spesso, scappa!’ ‘Me lo dovevi dire! E la capisco, sai, povera ragazza ‘ l’apostrofai sibilando e fingendo dispetto – . Mio marito, che pure ne fa tantissima di sperma, riesce a fare appena la metà di quella che tu sei stato capace di fare’. Ma non gli svelai che proprio gli ultimi suoi schizzi mi avevano fatto perdere la testa e che anch’io, sotto, mi ero bagnata tutta, prima. E poi, addirittura, avevo schizzato il mio umore, come mai mi era capitato prima. E anch’io, con i miei schizzi, avevo sporcato il pavimento. ‘Grazie, sei stata fantastica. Vado a pagare. Ciao ‘ mi disse – .’ Io alla sera, prima di tornare a casa, dovetti salire di nuovo al piano di sopra per lavare il pavimento. Non mi sentii umiliata Anzi. E quella sera, come buona notte, a sorpresa tirai un pompino da urlo al mio lui. E alla fine, senza che me lo chiedesse, ingoia tutto, fino all’ultima goccia. E la assaporai. La sentii quasi più buona.’
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
‘Naturalmente sì, più volte!’.
Ti sei mai fatta fotografare?
‘Nuda?. Sì, naturalmente. Ma solo da mio marito. Anche un mio morosetto mi ha fatto delle fotografie. Ma mai nudo integrale, se ben ricordo. Solo le tettine e il culetto’ Non la passerina, insomma!’
Quanto ti piace vedere un uomo nudo in erezione?
‘Mi piacciono gli uomini nudi. Se sono belli moltissimo. Mi infastidiscono invece gli esibizionisti, anche se belli.’
Ti piacciono i preliminare ed essere leccata dappertutto o preferisci andare subito al sodo?
Lucia sorride. Sono, dopotutto, romantica. Ma soprattutto, pretendo da mio marito quello che io faccio a lui.
Cosa pensi della sodomia?
‘Ehi, sei indiscreto. Ma sì, dai. Mio marito me l’ha chiesto da subito perché ho un bellissimo culo. Solo a lui però.’
Ti piace di più fare una sega, un pompino o scopare?
‘Ma dai, mi metti in imbarazzo. Certe cose non si chiedono. Fare l’amore, comunque.’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
‘Le altre cosa hanno risposto? E’ la cosa che a voi uomini piace di più. E’ il momento di maggior intimità che una donna raggiunge con un uomo’ Però, ci sono uomini e uomini e, soprattutto, ci sono, come dire, sì, insomma’ pompini e pompini. Si può proprio volerglielo fare a un uomo, fino in fondo. Ma anche, talvolta, si è costrette a farglielo, a uomini che te lo impongono’ E poi l’uomo, per quello che ne so, si comporta in modo diverso. Talvolta è capace di farti lavorare per mezz’ora, altre volte pochi secondi. E anche le pretese finali sono diverse’ Mi capisci, vero?”
Qual è il tuo rapporto con lo sperma?
Lucia arrossisce. ‘Ormia l’hai capito, no, che non mi piacciono queste domande. Voi le fate sempre per mettere in imbarazzo noi donne. E ci riuscite, sempre. Vi piace sentirvelo dire che ce lo fate’ conoscere. Sempre, in un modo o nell’altro. Comunque il mio rapporto non è buono. E vuoi sapere naturalmente quanti tipi ne ho assaporati, vero? E’ questo quello che vuoi sapere, vero? Comunque, se vuoi proprio saperlo, l’avete tutti diverso. E dai racconti che ti ho gia fatto dovresti facilmente intuire a quanti ho concesso la mia bocca. E non sempre l’ho voluto”
Lo fai venire in bocca?
‘Uffah. Te l’ho detto. Sì. A mio marito, quando vuole. Anche se non mi piace tanto. Non ha certo un buon sapore il vostro sperma!. E’ attaccaticcio, caldo e va dappertutto. Se poi si scarica dopo un periodo di astinenza anche quello di mio marito ha un odore’ Ma sopporto, è quello di mio marito! Anche degli sperma di altri uomini, dei quali mio marito non sa, tranne che per qualche eccezione, non ho un buon ricordo. Anzi. Quelle volte che non volevo, sì, insomma, quella volte che non volevo bere, avevo provato addirittura nausea. L’avevo sputato, addirittura. Uno si era anche offeso.
Dove preferisci farlo venire?
‘Ma dai! E poi decide lui dove venire. Io preferirei nella mia passerina. Ma mi piace sentire il suo liquido anche sul pancino”
Ti piace vederlo venire con la colata o con gli schizzi.
Ride, Lucia. ‘Ma io mica lo vedo. Lo sento. Quando capita, però, mi piace anche guardarlo. Quando vuole che io lo masturbi con le mani, mi piace vedere, alla fine, i suoi potenti schizzi.
Il posto più strano dove lo hai fatto
‘Avendolo fatto in tantissimi posti non saprei. Forse in macchina, di notte, nel centro storico della mia città. Con la paura che qualcuno potesse vederci.’
La volta che ti ha dato più fastidio
Lucia questa volta si fa seria. E ricorda. ‘Io sono una donna molto aperta. Ho avuto molte esperienze. Mi sono anche molto divertita. Una, spassosissima, te l’ho anche raccontata. Ma non ho mai né violentato né costretto qualcuno. Al massimo ho giocato e ne ho pagato le piacevoli conseguenze. Una volta soltanto, invece, ho dovuto subire. Non sono stata violentata ma ho dovuto fare alcune cose che non volevo fare. In situazioni normali forse le avrei fatto. Non sono mai stata infatti una santarellina. E ormai l’hai ben capito! Però, quella volta’
‘Ebbene, ricordi quel dirimpettaio che io mi ero divertita a guardare, attratta dalla situazione particolare e dalla combinazione di alcune mie debolezze? Ebbene lui non si fermò all’esibizione pura che mi costrinse ad assistere. Pensavo che per lui, esibizionista, costringermi a guardarlo mentre sbrodolava fosse il massimo. Invece non era così. Una sera, sapendo che mio marito era fuori, mi mandò un messaggio delirante. Anche le parole che usò mi offesero: ‘Carissima Lucia, ti sei tanto divertita vero? Ti piaceva vedermi nudo? Tanto, mi sembra. Anche l’altra volta ti è piaciuto tanto vedermi schizzare sborra da tutte le parti, vero? Adesso, sai, tocca a me. Domani quando il tuo maritino se ne sarà andato al lavoro tu dovrai venire a trovarmi. Ti aspetto a casa mia. Preparati. Sono sicuro che tu, da brava sposina, il cazzetto del tuo maritino l’hai già preso dappertutto. E sono sicuro che sei bravissima con il cazzo e che ti piace tanto’ Sappi che per gran finale ti aspetta una grande bevuta di sborra. La mia, naturalmente. P.s. Questo naturalmente se non vuoi che tuo marito sia informato anche nei dettagli delle tue passioni segrete”
‘Naturalmente rimasi sconvolta. E terrorizzata. Pensai subito di telefonare a mio marito. Pensai alla sua gelosia. Non avrebbe capito. E anche se mi avesse difeso non so cosa avrebbe potuto fare al dirimpettaio. Decisi di pensarci su tutto il giorno.
‘Il pensiero mi tormentò tutto il giorno e la notte. Cosa intendeva dire con quelle parole? Io ero sì disinibita, ma con mio marito. Qualche scappatella, sì, ma non ero certo pronta a subire quello che probabilmente quell’uomo voleva. Per non parlare poi del gran finale che mi aspettava. Io la bocca, fino ad allora, l’avevo usata solo con due uomini. Con l’uomo di colore inglese che aveva colto la mia verginità e mio marito. Non avevo alcuna intenzione di farmi stuprare la bocca da un altro che non fosse mio marito. E poi, inoltre, dovevo anche farmi la bevuta di quella roba lì’ Lo facevo a stento con mio marito. Ti immagini se mi andava di bere lo sperma del dirimpettaio che già mi aveva riservato certi spettacolini’
‘La mattina dopo mio marito andò prestissimo al lavoro. La sera prima, aveva voluto riempirmi dappertutto. Era venuto dappertutto e l’ultimo volta, in particolare, aveva voluto la bocca. Ma non aveva risparmiato il viso, i capelli e tutto il resto. Non volli neanche fare la doccia e al mattino, ancora sporca dappertutto dell’ormai rinsecchito liquido seminale di mio marito indossai mutandine, reggiseno, jeans e maglietta. In quel momento arrivò un messaggino: ‘Sei pronta? Ti aspetto. Muoviti. La porta è aperta. Puoi entrare. Sono sicuro che non ti formalizzerai per quello che troverai’. Scesi le scale e attraversai la strada. Spinsi la porta d’ingresso e salii al primo piano. Anche qui la porta era socchiusa. La spinsi e con circospezione entrai. ‘E’ permesso ‘ chiesi – . Sono io, Lucia.’ ‘Vieni, muoviti. Sono qui, dove tu ben sai. Nella camera da letto. Non mi ha guardato, oggi?’ Per un attimo pensai di scappare. Poi, la sua voce, imperiosa, mi spinse a entrare nella camera. Temevo di sapere cosa avrei trovato. Infatti l’uomo era lì, disteso, e completamente nudo. Le dimensioni equine del suo membro mi impressionarono ancora una volta. Era già in piena erezione perché per offesa nei miei confronti se lo stava accarezzando e violentemente scappellando. La cappella era già viola. Regnava un odore particolare. Lo conoscevo bene. Era quello dello sperma. Il lenzuolo era macchiato dappertutto. Capii subito che almeno tre uomini aveva scaricato tutto quello che avevano avuto dentro di loro su quel lenzuolo. E infatti lui, vedendo il mio imbarazzo precisò: ‘C’è stata una bella battaglia stanotte qui. Scusami se i miei due amici hanno sborrato a dismisura dappertutto. Il letto è tutto bagnato. Ma a te piace, vero lo sperma del maschio. Dai muoviti. Spogliati. Mostrami tu, adesso, come sei fatta. Mi sembra bene.’ L’uomo era ubriaco fradicio, ma sufficientemente lucido per minacciarmi. ‘Muoviti, o telefono al tuo maritino e gli dico dove sei e perché ci sei!’ Mi sentì tremare le gambe. E pensai che la cosa più facile, in quel momento, era quella di assecondarlo. Mi levai jeans, maglietta e reggiseno. Mi fermai un secondo. Forse per un attimo di timidezza. ‘Hai due belle tette, ma io voglio vedere la tua figa e il tuo buco del culo. E dopo vieni qui, sdraiati vicino a me. ‘Mai, a letto con te non ci vengo! E poi quel lenzuolo è ancora bagnato di sperma di altri due uomini. Mi fa schifo!’ L’uomo prese il cellulare in mano e iniziò a comporre il numero telefonico. Evidentemente quello di mio marito. ‘Aspetta! ‘ lo implorai – . Arrivo subito” Mi tolsi gli slip. E rimasi ferma in piedi. ‘Le mani dietro la nuca! Mostrami bene la figa e poi girati. Voglio vederti il culo. Ho deciso che voglio incularti. Te lo meriti.’ ‘Ti prego, no, non farmi male. Solo mio marito qualche volta entra lì e mi fa sempre molto male, anche se si mette il burro’. ‘Non mi interessa. Vieni qui. Sdraiati vicino a me. In silenzio’. Dovetti accettare. Mi distesi sul letto facendo attenzione di non venire a contatto con il corpo dell’uomo. Adagiandomi sul letto sentii il lenzuolo bagnato attaccarsi sul mio corpo in più parti. La sperma attaccaticcia degli uomini era ancora lì e mi bagnava tutta. Inorridivo all’idea dello sperma di tre uomini che mi sporcava tutta. Ma lui non mi diede il tempo di lamentarmi. L’uomo, infatti, con un grugnito si rovesciò su di me. Con due dita mi penetrò violentemente. Mi fece male. Ma non potei urlare perché contemporaneamente invase la mia bocca con la sua lingua. Mi stava praticamente baciando e facendolo mi riversava in bocca tantissima saliva che sapeva di gin e whisky. ‘Ti piace così, vero?’ Non risposi e cercai disperatamente di non vomitare. Con le dita continuò in un frenetico su e giù. Naturalmente provocò in me solo dolore. ‘Bene ‘ urlò poco dopo – . Adesso sei pronta. Girati. E solleva il culetto!’ ‘No, ti prego, non ce la faccio. Ce l’hai troppo grande!’ ‘Ho capito ‘ replicò sghignazzando ‘ a te piace essere legata’. Andò barcollando a prendere due manette rosa che facevano bella mostra su un tavolino li vicino. E prima che potessi ribellarmi mi bloccò con entrambi i polsi al letto. Capii che non avevo scampo. Come facevo con mio marito cercai di rilassare più possibile i muscoli. E mi preparai alla violenza. Senti appoggiarsi la cappella lì, sul mio buchino. Era enorme. ‘Che bel culetto. Ma hai il buchino veramente stretto. Ti farò un po’ male, ma dopo ti piacerà.’ E iniziò a spingere. Cercai di svincolarmi ma le manette mi impedivano qualsiasi movimento. Riuscivo solo a dimenare il mio culetto e a sollevarlo al cielo. Ma questo, lo capì sentendolo, lo eccitava ancora di più. Come i miei lamenti che non riuscivo a trattenere. ‘Mi fai male, così mi sfondi tutta! ‘ lo implorai ‘ ‘. ‘Ma tuo marito non ti incula mai? ‘ chiese infastidito perché stava faticando a farsi strada nel mio buchino che, alla fine, riuscì a immobilizzare -.’ Io non gli risposi. Non volevo dirgli che mio marito l’aveva più piccolo. Poco alla volta iniziò a entrare. E io sentivo questo autentico paletto di carne entrarmi nelle viscere. Poi, improvvisamente, quando ormai lo sentivo dolorosamente tutto dentro, il maiale non resse e mi inondò del suo sperma. Lo sentii distintamente, tanto e caldo, risalirmi ulteriormente l’intestino. Mi stava facendo praticamente un clistere allo sperma. Ne aveva fatta veramente tanta. Appagato uscì e decise di rimanere per qualche secondo a riposo. Immaginavo che sarebbe stato compito mio, tra poco, adoperarmi per prepararlo alla seconda parte del suo programma. E il pensiero che avrei dovuto prendere in bocca quel coso puzzolente e sporco mi dava alla nausea. ‘Muoviti ‘ mi urlò perentoriamente poco dopo ‘ datti da fare che devo riempirmi di nuovo i coglioni perché voglio assolutamente riempirti la bocca. E fallo presto, altrimenti cambio idea e ti prendo davanti’. ‘Oh no ‘ mi disperai sinceramente – . Non sono protetta, potresti ingravidarmi!’ ‘E allora veloce, dammi la bocca’ . Mi rannicchiai e mi abbassai. Con le labbra mi avvicinai all’enorme glande. Chiusi gli occhi per non vedere. Senza che se ne accorgesse mi tappai il naso per non sentire l’odore che proveniva da quel pezzo di carne che io dovevo succhiare, baciare e leccare. Iniziai a muovere la lingua e i denti. Al maiale piaceva. Gli piaceva soprattutto vedermi impegnata. Volevo infatti terminare prima possibile il supplizio. L’unica maniera era quello di eccitarlo di nuovo e di farlo venire di nuovo prima possibile. Ma non era facile. Era inoltre ubriaco. Non mi persi d’animo. Spalancai più possibile la bocca. Con la lingua appuntita fui costretta, nel tentativo di eccitarlo, a invadere il buchino da dove prima o poi, speravo sarebbe fuoriuscito di nuovo il suo sperma. Accarezzai i testicoli. E poi feci una cosa che piaceva tanto a mio marito. Era un’altra umiliazione. Ma tentai anche quella. Presi un dito e lo inserii, piano, nel suo buco del culo. ”Oh, bello. Sei proprio una troia ‘ disse – . Continua, mi piace.’ E poi, con la lingua, lungo tutta la lunghezza dell’asta. Poco alla volta l’uomo ripresentò la sua piena erezione. ‘Guarda che tra poco bevi ‘ mi disse per umiliarmi ulteriormente ‘ . E’ tanta e sicuramente più buona di quella di tuo marito che ti piace tanto. E, mi raccomando, fino all’ultima goccia’. Ogni tanto mi veniva da vomitare. Improvvisamente senti inumidirsi la cappella. Erano le prime goccette di sperma, dall’odore pestilenziale. Non ebbi però il tempo di pensarci su. Mi sentì bloccare con forza dall’uomo. Questo spinse fino in gola il suo arnese e sprigionò tutto quello aveva. Mi riempì subito la bocca. Buttai giù tutto per non sentirne il sapore. Ma lui continuava a produrne dell’altra. Mi riempi continuamente per due o tre volte. E io bevetti, sempre, in silenzio. Finalmente l’eruzione cessò. Mi rivestii velocemente e corsi a casa. Una lunga doccia sembrò ripulirmi anche dentro.
‘Qualche mese dopo mio marito ed io ci trasferimmo. L’incubo era finito’.
Lo hai mai fatto con due uomini
‘No. Contemporaneamente no. Una volta due amiconi, alle superiori, me lo avevano fatto capire. Volevano probabilmente solo divertirsi. Ma rifiutai, anche se erano due bellissimi ragazzi’.
In gruppo, unica donna
‘Non se ne parla nemmeno’
Con un uomo di colore?
‘Il ragazzo con il quale feci l’amore per la prima volta era inglese e di colore. Come detto, per tanti motivi, non mi piacque ed ho dei grossi rimpianti’.
Conosci il bondage?
‘Sì, mio marito me l’ha proposto un paio di volte. Gli piace l’idea soprattutto quando vuole sodomizzarmi. Gli piace pensare di violarmi, contro la mia volontà. E io lo lascio fare. Poi, però, alla fine, è successo più volte che sia io che lo leghi. Mi piace infatti immobilizzarlo e stuprarlo amorevolmente. Lo faccio ardere dal desiderio e poi lo lascio così, bloccato, un secondo prima della liberazione’ Si contorce, talvolta eiacula da solo mentre io lo guardo. Altre volte, invece, lo lego e lo faccio venire come a lui piace di più. Con la bocca. E in quei casi, non mi tiro indietro. A lui piace da impazzire sentire la mia bocca e la mia lingua, a me piace l’idea di fare tutto mio il prigioniero”
E il bukkake?
‘Bukkake? No. Solo un uomo alla volta’E solo mio marito può tutto. Se vuole scaricarsi sul mio volto, sulla mia bocca e nei miei occhi, può farlo. Ma lui solo. Come io sola con lui. Sì, va bene, c’è sempre qualche eccezione! Ma mai, con due o più insieme’.
Ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
‘Sei proprio curioso. Naturalmente vuoi sapere se mio marito mi ha ripreso mentre scopavo con lui o mentre facevo altre cose. Beh, devi sapere che mio marito ha voluto farmi un vero e proprio film. Per un lungo periodo ha installato la telecamera sopra il lettone e ha ripreso tutte le mie prestazioni. E le sue. Con tanto di particolari e di primi piani. Poi ha curato il montaggio e ha pure estrapolato delle foto, molto hard ma molto belle. Il film me lo ha poi fatto vedere. Mi ha molto turbato, ma anche eccitato. Rivedermi, in primo piano, mentre masturbo il mio uomo o mentre gli permetto di scaricarmi in bocca e sul viso tutto il suo liquido seminale mi ha eccitato particolarmente’.
Hai mai visto un film hard? Se sì quando, dove e con chi
‘Si, ma non ci ha entusiasmato. Da sola, poi, mi è pure capitato, ma mi ha solamente reso impaziente dell’arrivo a casa del mio uomo’.

(3 ‘ continua)

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

Come ti chiami e quanti anni hai..
Corinna, 35.
Ti spogli?
‘No, non ne ho voglia’. La donna, a dir il vero, non è molta vestita. Indossa solo un bellissimo accappatoio rosa. Si presume che, sotto, non abbia nulla. E’ molto graziosa, con i capelli neri, ricci. Due bellissimi occhi, scuri, da cerbiattina.
Single, moroso, fidanzato o moglie?
‘Sono sposata. Il mio lui è però all’estero, per lavoro. E io oggi sono sola e un po’ annoiata. Sono inoltre molto incuriosita da questa inchiesta, soprattutto per la cam… Anche se ho il sospetto che le domande che mi arriveranno non saranno molto’ gentili, soprattutto per una donna sposata come sono io. Ma, voglio provare. Al massimo non risponderò’.
Che lavoro fai
‘Sono segretaria del direttore di un quotidiano’
A quanti anni ha visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto
‘Cosa intendi per vedere il primo maschietto? Intendi nudo, vero, con il coso in libera uscita’ Beh, mi sembra che avevo sedici anni. Lui era un ragazzo più grande di me, mi sembra di quinta. Dopo avermi scaldata per benino, con mia grande sorpresa, si spogliò completamente. E pretese che lo masturbassi. Non l’avevo mai fatto. Ma ugualmente iniziai ad accarezzarlo, là, con tutte e due le mani e con le punta delle dita. Ma ero molto imbranata. Gli facevo male. Allora mi ordinò, più o meno perentoriamente: ‘Tesoro, alzati. Spogliati tutta e mettiti con le mani dietro la nuca. Voglio vederti per bene. E, mi raccomando, allarga un po’ le gambe. Voglio vedere il tuo fiorellino!’Accettai perché mi sentivo in colpa. E lui approfittò per divertirsi a fare una autentica esibizione. Sì, insomma, mi costrinse a guardarlo mentre si masturbava. ‘Guarda, guarda come si fa!’ E soprattutto per la prima volta vidi quel coso allungarsi e ingrossarsi’ E, poi, alla fine, spruzzare tantissimo liquido bianco! Per la prima volta avevo visto l’orgasmo di un maschio! Non mi era poi tanto piaciuto’
‘Ti basta così, o vuoi altri particolari? La prima volta l’amore lo feci con un compagno di università. Io non volevo, ma alla fine mi diedi perché il ragazzo era veramente bello ed era l’idolo della facoltà. E sapeva di esserlo. E per questo ottenne quella volta tutto, proprio tutto’ Mi sono spiegata, vero”
Ti masturbi? Se sì come.
Corinna non riesce a nascondere un primo rossore. ‘Non capisco quanto possa interessare’ Non ne ho bisogno. Comunque, soprattutto quando mio marito è via per qualche giorno di troppo’ Mi accarezzo, e basta”
Hai mai spiato? Se sì dove e quando.
‘Sì, ma non volevo. L’appartamento vicino al nostro veniva fino a pochi anni fa affittato annualmente a studenti. Una volta venne affittato a un ragazzo solo. Io ero appena sposata. Mio marito era spesso, come adesso, fuori città. Allora non lavoravo e da sola trascorrevo intere giornate sul mio terrazzino. Da qui, pensavo non vista, potevo sbirciare il terrazzino dello studentello. Tutto andò lisciò per i mesi invernali. Con l’arrivo dell’estate il bel Francesco, così lo scoprì dopo si chiamava, iniziò ad approfittare del bel terrazzino assolato per prendere il sole. La cosa non mi turbò molto. Ero sicura di non essere vista e, comunque, gli enormi boxer da bagno non provocavano particolari pensieri. Ma un giorno il maschietto pensò bene di invitare per un bel pomeriggio al sole una sua compagna di università. Evidenti erano i suoi progetti. Lui, infatti, si spogliò completamente, esibendo un attributo dalle dimensioni veramente notevoli. Sentii ridere la giovane donna che continuò a tenersi addosso un minuscolo perizoma. Ecco, mi riscoprii a spiare la giovane coppia. E mi dovetti subire la visione dell’assalto finale. Dopo un bacio mozzafiato il ragazzo sfilò il perizoma alla giovane amichetta. Notai addirittura i biondissimi peli del pube della fanciulla. Poi l’uomo la sollevò di peso e la portò dentro, in casa. Il tutto mi turbò e mi eccitò. Provai anche un po’ di vergogna per quello che avevo fatto’ ‘Piaciuto lo spettacolo, signora?’ mi chiese, sfrontato, il giorno dopo il ragazzo, sporgendosi dal terrazzino. ‘E’ stata Eva, la mia ragazza, a dirmelo che lei sbirciava. Io non me ne sarei mai accorto’ Pazienza’ Soprattutto perché lei mi può vedere, mentre io no’ Se lo trovo l’architetto che ha disegnato questa casa’ Mi sentii morire dalla vergogna. Ma ormai il danno era stato fatto. Avevo il terrore che Francesco potesse raccontare qualche cosa a mio marito. Io non volevo’ Francesco, per fortuna, non volle rovinarmi, ma volle ugualmente farmela pagare. Il giorno dopo, solo, si adagiò sulla sdraio alla solita ora. E senza pensarci su un secondo si levò gli slip. Sapeva benissimo che a quell’ora anch’io, fumandomi la solita sigaretta, mi prendevo il caffè sul terrazzo. ”Francesco!” lo chiamai per avvisare della mia presenza. ‘Sono qui, ti prego’ ricopriti’. Ma era proprio quello che voleva. E infatti iniziò a rifilarmi una serie di frasi irripetibili. L’ultima, addirittura, si riferiva al suo’ ehm, sì, insomma, al suo liquido seminale. Poi, lentamente, girò la sdraio e mi offrì tutto il suo sesso in piena erezione. Io potevo rientrare’ se l’avessi voluto. Ma non lo feci’ E Francesco lo sapeva’. Era bello, molto bello, un fisico da atleta, abbronzantissimo, con tutto, veramente tutto a posto. Ma non gli bastò mostrarsi e, come mi aveva anticipato, volle mostrarmi anche il resto’ Tutta la sua mascolinità’ Voleva farmi partecipare alla sua sborrata. E infatti iniziò a masturbarsi. Violentemente. Con colpi violenti che evidentemente il suo forte membro sopportava. Io, mio marito, non l’avevo mai segato in quel modo! Ma il mio lui non aveva un pene di quelle dimensioni’ Francesco ce l’aveva lungo, ma soprattutto grosso. Per un secondo pensai alla biondina del giorno prima che aveva avuto la possibilità di provarlo e sentirlo tutto dentro di sé. Ed io, pensai, sono strettina’ Ma i miei pensieri furono bruscamente interrotti da un ‘Ecco, guarda!’ urlato da Francesco. Ci fu un’autentica eruzione. Zampilli, colate e poi ancora spruzzi dappertutto. ‘Complimenti, giovanotto’ l’apostrofai con finto dispetto’ Non potei dirgli altro. Me l’ero proprio cercata”
Ti sei fatta spiare? Come e quando.
‘Una donna come me, della mia età, subisce spesso gli sguardi degli uomini. Lo sopporto ma non mi ci sono mai abituata. Qualche volta si è costrette ad esibirsi. E gli uomini ne approfittano. Come quella volta in montagna. Si creò, all’inizio, una situazione per me molto fastidiosa, imbarazzante. E, addirittura, spaventosa. Poi le cose cambiarono, per me imprevedibilmente’
‘L’albergo dove alloggiavamo mio marito ed io era fornito di uno splendido centro fitness. Era sempre deserto. A parte una paio di coppie di anziani che preferivano però la sala massaggi. Roberto ed io lo praticavamo insieme, sia la piscina con l’idromassaggio che la sauna e il bagno turco. L’albergo non era molto affollato. Oltre a noi e al paio di coppie di anziani soggiornava solo una classe, tutta maschile, di un liceo inglese. La classica settimana bianca di una scuola liceale. Soprattutto perché accompagnata da mio marito ero solito recarmi al centro vestita solamente di un accappatoio bianco. Il bagno con idromassaggio e il bagno turco li avevo sempre fatti, naturalmente solo con lui, senza nulla addosso. Nuda. Un giorno mio marito fu colto da un lieve attacco influenzale e se ne rimase in camera. ‘Vai pure tu da sola, amore – mi disse ‘ . Il centro è sempre semideserto”. Sicura della riservatezza del posto, sperimentata nei giorni precedenti, mi recai quindi da sola nel sotterraneo dell’albergo. Non potei però non passare, sebbene in maniera molto discreta, al lato della sala Tv dell’albergo. Lì dei ragazzotti inglesi erano impegnati con i loro videogiochi. Tre invece, spaparanzati, chiacchieravano tra loro e commentarono, nella loro lingua, il mio passaggio in accappatoio. Uno dei tre era di colore. Fingendo di non aver inteso, proseguii con passo spedito e, fatti gli ultimi scalini, entrai al centro benessere. Non c’era nessuno. Mi levai l’accappatoio e l’appoggiai all’attaccapanni all’ingresso della sala. Quindi mi immersi, beatamente, nuda come sempre, nel bel bagno idromassaggio. Non feci in tempo a iniziare a rilassarmi che improvvisamente entrarono tre ragazzi. Erano i tre studenti della classe inglese che aveva fatto i commenti sul mio accappatoio. Mi videro. E di nuovo commentarono nella loro lingua che io conoscevo benissimo. Si liberarono tutti e tre degli accappatoi. Sotto non indossavano nulla. Con noncuranza rimasero in piedi per qualche secondo. Ridendo iniziarono a recitare e fingere di partecipare a una sfilata. Evidentemente volevano mettermi in imbarazzo. Erano del resto tre splendidi ragazzi. Tutti e tre avevano un bellissimo corpo. E lo sapevano. Inoltre, come mi avevano voluto ben mostrare, erano anche ben forniti. Non potei non notare che due l’avevano enorme, di dimensioni equine, anche se ancora rilassati, parzialmente. Il terzo, di colore, l’avevo più corto, ma paurosamente grosso. Ed erano al massimo diciottenni, credo’ Tardivamente, forse, rivolsi lo sguardo da un’altra parte. Scesero quindi nella vasca. Questa era piuttosto piccola. Mi ritrovai subito circondata. Due di loro quasi mi sfiorarono. E il terzo, casualmente, toccò, sotto acqua, le mie gambe. Ero imbarazzata e molto infastidita all’idea che prima o poi avrei dovuto uscire dall’acqua e mostrarmi nuda ai tre che mi ricordava molto degli stalloni in calore. Ed era evidente che anche loro aspettavano con impazienza la mia uscita dalle acque. ‘Scusa’ fui costretta a dire al ragazzo che mi stava quasi incollato alla mia destra nel momento in cui mi feci coraggio e decisi di uscire. ‘Prego’ mi rispose con un provocante sorriso l’inglesino. Uscii velocemente. Mi sentii gli sguardi vogliosi di tutti e tre addosso. Non riuscii a nascondere nulla. Mi rifugiai subito nella sauna. Mi distesi sul primo gradone della stessa. Confidavo sul fatto che i tre ragazzi non fossero amanti della sauna o che per le meno avessero preferito il più soft bagno turco. Abbassai la luce e accesi l’impianto stereo dal quale iniziò a fuoriuscire una tranquillizzante musichetta. Ma naturalmente mi ero sbagliata sulle scelte dei tre maschietti. Mi avevano infatti puntata. Dopo qualche minuto entrarono nella sauna e silenziosamente presero posto sul terzo gradino, quello più alto della sauna. E lì si sedettero. Si erano presi tutti e tre un piccolo asciugamano. I tre maialini, perché era evidente ormai che lo fossero, li appoggiarono sulle loro nudità. Mi ritrovai così distesa nuda proprio ai piedi dei tre ragazzoni seduti. Aprendo gli occhi ero costretta a vedermi in primo piano i tre scroti che per la loro grandezza e gonfiore non erano per nulla tranquillizzanti. Anche perché, pensai, da parecchi giorni non vedevano le loro ragazze’ Per fortuna avevo abbassato più possibile la luce’ Ma si vedeva tutto, egualmente. Anche nei particolari. Strinsi più possibile le gambe. Ma dovevo essere egualmente uno spettacolo particolarmente eccitante. Chiusi gli occhi e sperai che uscissero quanto prima, risparmiandomi’. Invece li senti bisbigliare. Poi tornò il silenzio. E poi dei sospiri, che a fatica i tre cercavano di soffocare. Socchiusi gli occhi. Vidi che mi scrutavano e mi studiavano nei particolari. Non potevo farci nulla. Poi li vidi, tutti e tre, infilare le mani sotto i mini asciugamani appoggiati sul loro sesso. Non capivo. Stranamente però cominciai a risentire dei sospiri. Ad uno scappò un autentico gemito a fatica soffocato. E allora intuì quello che stava succedendo. I tre ragazzoni si erano infatti eccitata a dismisura. La bella italiana trentenne li aveva turbati. Ed ora erano lì’ Come dire’ in condizioni pietose. E naturalmente avevano deciso di’ sfogarsi. Ben immaginavo come. Ovviamente senza la mia collaborazione. E, soprattutto, senza i mo permesso. Cercando di non farsi sentire, tutti e tre avevano infatti iniziato ad armeggiare sotto il piccolissimo asciugamano. Insomma, approfittavano del mio bel corpo nudo. Purtroppo la mia bella passera era in bella evidenza. Il mio folto e curatissimo triangolo di peli ricciuliti neri era lì, tutto per loro. E sicuramente non era loro sfuggito anche il mio particolare clitoride’ Anche se non eccitata ce l’ho piuttosto pronunciato’ E allora avevano deciso di farsi una sega. Mi sentii usata e pensai di scappare. Ma subito giunsi alla conclusione che non era il caso. Avrei potuto provocare qualche loro reazione inconsulta. ‘E allora?’ chiesi loro mostrandomi adirata ed offesa. Volevo far capire loro che avevo ben capito cosa stessero facendo. ‘Vergognatevi di quello che state facendo davanti a una signora! Potrei forse essere vostra madre’Potrei dirlo ai vostri insegnanti’ ‘Cosa? Noi non stare facendo nulla. E poi noi ‘ disse uno dei tre in uno stentato italiano ‘ raccontiamo al tuo marito che tu, tutta nuda, volere eccitare noi giovani maschi” Capii che la storia stava prendendo una gran brutta piega. E che, per quanto fosse possibile, dovevo assecondarli. Soprattutto se non avessero esagerato. ‘Ragazzi’ Dai, comportatevi bene’, ripetetti, sospirando, qualche secondo dopo, vedendo che il mio rimprovero non aveva sortito alcun effetto. Anzi. Le mie parole, volutamente pronunciate in italiano, avevano avuto infatti l’effetto di surriscaldarli ulteriormente. I tre ridevano. E cominciavano a farla in maniera sguaiata. E anche le loro parole cominciarono a preoccuparmi. Avendo infatti studiato un paio d’anni in Inghilterra riuscivo, a loro insaputa, a comprenderli molto bene. Ma loro non lo avevano ancora capito. Commentando il mio corpo nudo che non potevo non offrire alla loro visione avevano iniziato a fantasticare. Erano tutti e tre, diciamo, in calore, e quella femmina era lì, tutta nuda’ Non poteva non farli andare in corto circuito. Mi sentivo indifesa. Soprattutto quando i tre stalloncini cominciarono, oltre che a fantasticare, a farneticare. Contemporaneamente vedevo aumentare il loro ritmo’ Insomma, con le loro seghe, erano già arrivati a buon punto’. Le dimensioni, esagerate, dei loro membri, erano a stento nascoste dai tre asciugamanini. Il sapere che io lo sapessi che si stavano segando e che non avessi reagito li eccitava ancor di più. Non sapevo più cosa fare, soprattutto quando sentii uno dei tre uscire con una frase che mi lasciò sconvolta. ‘Kevin ‘ disse con voce roca uno dei tre giovincelli al vicino, convinto di non essere da me sentito e soprattutto capito – . Sono quattro giorni che non vedo Susy. E questa italiana è una puttana. Le piacerà la mia sborra? Voglio infatti sborrarle in bocca” E l’altro, già tutto rosso in volto e ansimante, lo rassicurò: ‘Certo che le piacerà. Come le piacerà il mio cazzo nella sua figa. Hai visto che bel pelo. Ha i peli ricci neri neri, come i capelli. La mia Nancy è invece bionda bionda. E io voglio sborrarle dentro, fin sù”. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena. Istintivamente mi girai, con il pancino in giù. Forse per nascondere il mio sesso e difenderlo dalla bramosia del piccolo branco. Non pensai però che così offrivo loro la visione del mio culo. Costretta dalla un po’ corta panca a tenere le gambe leggermente divaricate regalavo ai tre la visione più bella forse del mio corpo. E poi la mia passerina, anche da dietro, doveva essere uno splendore’ ‘Wow ‘ esclamò infatti il terzo, il giovane maschio di colore – .’ E non potei non sentire il resto. ‘Ragazzi, non litigheremo. Penso proprio di no. Io, il mio bel tappo, glielo metto nel culo. E se proprio non vuole e si ribella, le chiedo di sborrarle in bocca, dopo John. E tra i bellissimi capelli. Sono belli, ricci, neri neri. Come quelli della mia Jennifer.’
‘Pensai che fosse meglio far finta di nulla. Fingere di non aver capito nulla. E di continuare a fare l’offesa per quello che stavano facendo. Nulla, in confronto a quello che avevano fantasticato di poter fare dopo. Ed io non avevo alcuna intenzione di succhiare il cazzo al ragazzino dai capelli biondi, quello che mi sembrava si chiamasse John. E poi, ancora, prendermi in bocca tutta la sua scarica di sperma, quella che non aveva scaricato da cinque giorni sul volto di Susy, la sua fidanzatina. Per non parlare poi di quello che voleva riempirmi tutta la passerina, fin sù. Vai a spiegare allo stalloncino che, in quel periodo, non ero proprio protetta e che non avevo alcuna intenzione di farmi ingravidare da un diciassette inglese con il fisico da pallanuotista. E, poi, il ragazzo di colore’. Il più prepotente, indubbiamente! Mi faccio sodomizzare raramente da Roberto, mio marito. Certamente non mi sarei fatta inculare dal ragazzino di colore. E, pure, dopo essere riuscita sicuramente a riportarlo a più miti consigli per quanto riguarda l’inculata, non avrei neppure avuto alcuna intenzione di subire l’umiliazione di farmi da lui riempire il viso e soprattutto i miei capelli dal suo sperma. La mia situazione però non era molto incoraggiante. E nessuno poteva soccorrermi. I tre, indisponenti, ridanciani, erano lì, seduti e impettiti e si segavano freneticamente. Incuranti della donna che, sotto di loro, purtroppo nuda, era costretta a subire l’umiliazione di eccitarli. Mi resi sempre di più conto che erano come tre stalloni in calore. Ma io non volevo ridurmi alla cavallina da monta che viene riempita dappertutto e ingravidata. Lo confesso, ero in confusione. E più passava il tempo, dopo aver sentito i loro propositi, e più mi assalii una certa ansia, mescolatata a uno strano turbamento. Lì, a trenta centimetri da me c’erano indubbiamente tre maschi, anzi tre bei maschioni, che io avevo indubbiamente eccitato. E tremendamente giovani. Forti, potenti. E, li avevo già intravisti, ben forniti. Tutti e tre
‘Decisi di non aspettare che prendessero loro l’iniziativa. Eccitati come erano, in branco, avrebbero potuto anche farmi male. Dovevo, facendo finta di assecondarli un po’, subire meno danni possibili. Insomma, in certe situazioni, una sega si può fare’
‘Allora, ragazzi, la volete smettere? Non mi piace quello che state facendo’ Ehm, sì, capisco, siete giovani, avete sempre tanta voglia, voi! Ed io sono qui’ Vero? Ho capito che vi piaccio’ tanto! E sono nuda, anche ‘ Però anche voi siete belli, ben fatti. E penso anche’ Dai, ragazzi’ Va bene’ Anzi no’ Ma cosa volete? Uffah, lo so benissimo. Sono una donna’ Sono sposata’ Conosco i maschietti’ Ma voi siete così giovani’ Siete così pieni’ di desiderio! Io, per voi sono solo una femmina’ E poi, voi siete tre’ Vorreste che vi aiuti, forse? Devo proprio aiutarvi? Tutti e tre? Un pochino? Beh, allora’Insomma, piano’ Intanto mostratemi come siete fatti’ Sì, insomma’ mostratemi questi cazzoni! Volevate tanto mostrarli, vero? A me in particolare, vero, una bella figa italiana’ Avanti, dai, coraggio!’ ‘Oh sì, finalmente – urlò uno dei tre esplodendo di gioia – . Noi tre mostrare a te tutti e tre i nostri cazzi. Tu vedere, sono grandi grandi”. E i tre asciugamanini volarono, tutti insieme. Lo spettacolo che mi si presentò mi lasciò basita, senza parole. Non potei non spalancare i miei occhioni e lasciarmi scappare un’espressione di sorpresa. Erano veramente tutti e tre enormi. Ben sopra i venti centimetri. Il ragazzo di colore, poi, l’aveva anche particolarmente grosso. Erano veramente belli. Cazzi giovani, freschi, Lunghi, eretti, candidi, come solo i diciottenni possono averli. I coglioni dei due ragazzi bianchi erano quasi rosei, vellutati. Anche i peli del pube, rossi quelli di Kevin e biondissimi quelli dell’altro, erano belli da vedere. E non solo, sarebbero stati da toccare, succhiare. Sarebbe stato bello anche giocherellarci, forse. In un altro momento, però. Diversa la bellezza del pene del ragazzo di colore. Il nero dei suoi coglioni e della sua asta era inquietante. Avevo già visto, giovane studentessa, un uomo di colore nudo, ma non in quelle condizioni. Quella cappella, poi, così viola’ Subito capii che se per i due inglesini di pelle bianca non avrei avuto eccessivi problemi a portarli dove volevo io, per quanto riguarda il ragazzo di colore avrei avuto invece qualche problema. Mi concentrai quindi sui primi due. ‘Su, mostratemi come lo fate? Su, dai, coraggio” e mi inginocchiai sulla panchetta davanti a loro. I due abboccarono ed iniziarono a menarsi gli uccelli con veemenza. Si scappellavano con violenza e scendevano giù con forza. Erano entrambi circoncisi, mi sembrava. Io non avevo mai segato in quel modo. Il biondino iniziò a vacillare. Si vedeva che il vedersi guardato da me lo eccitava a dismisura. E stava per schizzare. Fu Kevin, che stava anche lui per venire, a parlare in un attimo di lucidità e, purtroppo, mi disse: ‘Ora tu però aiutare noi. Tu femmina brava. Io volere prima” Non lo lascia continuare. Non volevo che mi ripetesse ciò che avevo sentito prima. Facendo finta di farlo con immenso piacere mi avvicinai ai due cazzi. Le cui cappelle erano ormai lucidissime e, lentamente e dolcemente, iniziai ad accarezzare ad entrambi lo scroto, sotto. Non volevo fare tanto di più. Iniziarono a soffiare, prima, a sospirare, poi. Ma non sborravano. Era quello che dovevo far fare loro, prima possibile. Se non ce l’avessi fatta presto, forse, avrebbero voluto dell’altro. E io non volevo. Allora con le due mani iniziai, lentamente, a risalire lungo i due sacchi scrotali e, poi, le due lunghe aste. Erano indubbiamente notevoli, calde, lisce. Bianchissime. Non finsi il piacere. Era la prima volta, che io, trentenne, mi trovavo in quella situazione. Chissà l’invidia di qualche mia amica, pensai. Pure sposatissima. Mai mi era successo di accarezzare contemporaneamente due bellissimi cazzi di due giovanissimi maschi. E duri, come l’acciaio. Ma, la sperma, quella, non la volevano far uscire. E allora con due dita, iniziai, lentamente lentamente a far scendere il prepuzio dei due cazzi, liberando le due cappelle. E al soave movimento delle due dita accompagnai delle parole, appena appena percettibili. ‘Ragazzi, adesso vi faccio sborrare” ‘Nooo’ urlarono tutti e due, contemporaneamente e iniziarono a gemere. E alla terza discesa della loro morbida pellicina entrambi sparsero copiosamente il loro seme. Uno dei due, con la voce roca dell’orgasmo, preannunciò ”I came, now”. Mi scansai e chiusi gli occhi perché non volevo vedere. Almeno gli zampilli. Sentii distintamente gli schizzi andare a sbattere sulla porta d’ingresso della saunetta. Ero stata miracolosamente risparmiata. Non mi aveva sporcato. Anche il secondo ragazzo, inarcandosi, lanciò il suo seme verso l’alto. Non potei non guardare e sorprendermi per la potenza dello schizzo bianco che raggiunse il soffitto. Il ragazzo, indubbiamente un atleta, aveva un fisico statuario. Roberto, mio marito, in tanti anni di matrimonio, non aveva però mai fatto zampillare in tal modo il suo sperma.
‘Ma rimaneva il terzo. Il ragazzo di colore, che aveva assistito alla scena con gli occhi sbarrati. Il suo cazzo, per quanto possibile, si era ulteriormente allungato. Era impressionante. Ed era lui il capo del piccolo branco. E anche il più perverso, quello che voleva divertirsi di più, confondendo la mia rassegnazione con un permesso. Alzatosi in piedi impugnò il suo membro e lo piegò verso il mio volto. Sapevo che con lui avrei dovuto rassegnarmi a fare qualcosa di più. E infatti me lo fece ben capire. ‘Tu brava con miei amici. Tu fare anche a me bene quello che fare prima a loro. Dopo però, diverso” Lo fissai con dispetto negli occhi. Ma non risposi e ubbidii. Non avevo altre possibilità. Speravo però di superarmi con le mani. E di farlo venire con una sega, vera. Magari un po’ diversa da quella fatta ai suoi amici, che, con due carezze e due o tre scappellamenti, erano crollati. Non volevo farmi riempire la bocca e i miei bei capelli dal suo sperma.
‘E iniziai, come voleva lui, ad accarezzarlo tutto. Fui costretta ad accarezzargli lo scroto. Enorme, nerissimo e pesante. Mi impressionava poi appoggiare le mie candide mani sul quel autentico bastone nero. E sul glande, poi, che fui costretta ben presto a liberare dal prepuzio e accarezzare con le dita. Era viola e forse ancor più scura. E iniziai, dopo aver incastrato con i pollici e gli indici delle due le mani la pelle nerissima ma morbidissima del suo cazzo, un lentissimo su e giù lungo tutta la lunghezza dell’asta. Era circonciso. Facilitata da ciò cambiavo continuamente il ritmo. Speravo di fargli perdere, per un attimo, il controllo. E farlo, improvvisamente, sborrare. Ma non ce la facevo. Lui tronfio, sorridente, mi guardava. Usai tutta la mia esperienza. Mio marito, tante volte, l’avevo fatto venire con le mani. Nelle maniere più strane. ‘Nessuno sa fare le seghe come te’ mi diceva spesso Roberto. Con il ragazzone nero provai anche con le unghie. Leggermente, lo graffiavo. Un piacevolissimo dolore Poi, sempre con le unghie, iniziai a torturarlo lì, dove doveva uscire il suo seme, e poi sulla corona del glande. Lui gemeva, mugolava. ‘Tu brava. Tu grande femmina. Tu brava moglie’ mi diceva, forse per umiliarmi. Sì, le due goccette, quelle liquidissime, le aveva fatte. Odore pestilenziale. Ma mi aveva solo sporcato le dita. Che erano diventate attaccaticce. Poi, improvvisamente, dopo che avevo ripreso violentemente a segarlo con tutte e due le mani, quasi aggrappato al piccolo bastone nero, iniziò a sospirare più pesantemente. Per un attimo spera, ed iniziai ad accarezzarlo anche sul frenulo. Ma lui perentoriamente mi fece capire che era giunto il momento e che dovevo cambiare’ ‘Brava, essere stata bravissima’ Ma ora io volere tua bocca!’ ‘Non mi piace ‘ gli risposi subito, indispettita – . Io lo faccio solo a chi voglio io. A mio marito. E a te’ no!. E poi ce l’hai troppo grande. Non sarei capace di farlo. E mi faresti male. Mi squarceresti la bocca’. Non volevo, proprio non volevo. Ero riuscita a limitarmi a due seghe con gli altri due. Perché non avrei potuto riuscirci anche con lui? E lui intanto si era messo seduto di fronte a me. Il cazzo all’altezza della mia bocca. Io, sdegnosamente, guardavo da un’altra parte. Gli altri due osservavano divertiti e ridevano. ‘Vedrai, adesso glielo mette tutto in bocca” disse Kevin all’amichetto spaparanzato sulla panchetta e ancora trasognante per la sega che gli avevo appena fatto. Lo disse a voce alta, per farmelo ben sentire. E solo dopo aver catturato anche il mio sguardo. Malcolm, si chiamava così, aveva iniziato intanto ad accarezzarmi i lunghi capelli ricci. Poi con una mano me li aveva raccolti dietro la nuca. E, ancora più fastidioso perché per me pericolosissimo, con l’altra mano aveva iniziato ad accarezzarmi, leggermente, le tettine. E si soffermò sui capezzoli. Non sopportavo che lui mi mettesse le mani addosso. Soprattutto là. Ma quelle carezze’ beh, cominciarono a non infastidirmi troppo. Lo sapevo’ E i capezzoli, purtroppo, reagirono, diventarono duri e si alzarono verso il cielo. Lui se ne accorse, ovviamente. Individuato il mio punto debole, continuò a torturarmi. ‘No ti prego, no’ Basta” Socchiusi un attimo gli occhi e reclinai un po’ la testa di lato. Sospirai ed emisi un piccolo gemito. Mi piaceva come mi toccava. Tanto. Sospirai ancora. ‘No, ti prego no’ basta. Te ne approfitti’ Là’ sì. Anzi’ no, ti prego’ no. Basta. Non voglio” Chiusi gli occhi. Gemetti ancora una volta e socchiusi le labbra. Sentii una leggerissima pressione sulle labbra. Qualcosa voleva entrare. Ma questa volta non serrai le labbra. Anzi, spalancai la bocca. Entrò tutto, subito. Velocemente. Enorme. Lo sentii spingere fino in fondo alla gola. La bocca mostruosamente spalancata e deformata. Me l’aveva messo dentro, tutto. Come voleva lui. Riuscivo a stento a respirare. Potevo solo mugulare. Anche dal piacere, perché lui, il maialino, continuava a titillarmi i capezzolini. Riuscì a stento a nascondergli un primo orgasmo. Poi, però, non ressi ed iniziai quasi a spruzzare. Le troppo tensioni patite mi portarono ad avere orgasmi inconsulti, a raffica. I ragazzi se ne accorsero ed iniziarono a sghignazzare. Vedermi costretta in quella situazione mi eccitava. Ma schizzare in quel modo davanti a due giovani uomini mi metteva in enorme imbarazzo. Poi, invece, anche questo passò e mostrare loro tutta la mia femminilità, mi piacque. Sì, nel delirio provocatomi mi piaceva mostrare loro come godevo, come schizzavo. E lui, intanto, continuava, lentamente ma senza soste a spingermi l’enorme cazzo in bocca. Dentro e fuori. Fino in fondo. Mi stava chiavando la bocca. Evidentemente la preferiva alla mia figa. L’avevo capito. E non mi dispiaceva del tutto. Ero però atterrita al pensiero che prima o poi mi sarebbe esploso in bocca, in gola. Il gonfiore dei nerissimi coglioni del ragazzo che mi ballonzolavano sul mento mi terrorizzava. Poi, improvvisamente mi urlò: ‘Tuoi occhi volere. Tu guardare me. Ora, adesso!’ Non capii subito, ma ubbidii. Mi strinse forte tra le sue mani, anche se non ce ne era proprio il bisogno. Ero bloccata da un mio ennesimo orgasmo. Schizzavo senza ritegno. E lo senti tremare tutto. Poi si bloccò e cessò di respirare. Per un secondo non si mosse e sentii la base del suo cazzo gonfiarsi nella mia bocca. Poi dei violentissimi sussulti’. Sì, li conoscevo bene quei sussulti. Li faceva anche mio marito. Violentissimi, precedevano sempre le sue enormi sborrate. E sì, il ragazzone, aveva iniziato a sborrarmi dentro. Tutto. Doveva essere tantissima. Ed era caldissima. La sentivo distintamente scendere giù giù in gola. Poi, arretrò un po’ e volle riempirmi anche la bocca. Io, come lui aveva voluto, continuavo a fissarlo. Lo sguardo mio ora lo implorava. Basta. Non ne potevo più. Ma lui voleva tutto. E voleva umiliarmi. Estrasse l’asta ancora umida e piena di sperma. Me la infilò tra i capelli. ‘No! ‘ gli urlai con la bocca piena ancora del suo sperma – . Lì no, non lo sopporto’ Ti prego” E come risposta fece finire gli ultimi zampilli tra i miei riccioli neri. E non furono pochi, perché non finiva mai di schizzare. Mi lasciò così, piena del suo sperma. Tanto ne avevo bevuto, tanto ne avevo ancora in bocca dalla quale ne usciva tantissima a mo’ di fontanella e tanta, ancora, ne avevo tra i capelli’ Finalmente cessò. Mi obbligò a star ferma lì, in ginocchio, tra le sue gambe. Tutta sporca e piena del suo sperma. Dappertutto. E puzzava, tantissimo. Anche perché’ due schizzi erano entrati nel mio nasino! ‘Tu fermare, io volere vedere te così, piena mia sborra. E volere ancora” ‘Oh no, basta! ‘ gli sbiascicai piano piano – . Cosa vuoi ancora? Non ti sei sfogato? Puoi sborrare ancora? E dove vuoi venirmi? Nel culo? Sono troppo stretta, sai, mi faresti troppo male’ Davanti? Nella mia passerina? No, ti prego’ Tu non ti controlli, lo so. Chissà quanto roba mi butteresti dentro. E io, ora, non sono protetta’ Anche mio marito, per il momento, mi sborra fuori’ Tu potresti ingravidarmi’ Ti prego, non farlo’ Se tu proprio vuoi, io potrei fare dell’altro’ Dimmi” ‘Sì, ancora’ Ma, io volere fare te regalo’ – mi interruppe – . Sono sicuro che a te piacere. Tanto. Io e amici fare da soli, solo grande sega davanti a tuoi occhi cerbiattina. Tu, tutta sporca mia sborra, solo guardare tutto, nostri cazzi e nostri occhi. Solo io, però, toccare tanto anche tue belle tette e tanto tuoi bottoncini, come te piacere tanto. Poi noi buttare tutta nostra sborra là, su tue tette e su tuoi bottoncini duri duri’. Tu capire? E noi avere ancora tanta sborra’ Poi, alla fine, tutti e tre te ringraziare. E tutti e tre pulire te di nostra sperma fatta. Con lingua. Loro tette e bottoncini, io figa tua tutta bagnata. Te piacere tanto’ Aver capito tutto, vero?’
‘Sì, avevo capito. Tutto. E avevo compreso in particolare che lo stronzetto sapeva che poteva fare di me quello che voleva. Aveva scoperto come farmi impazzire dal piacere. E, mentre godevo, tanto e in continuazione, sapeva che ero in totale sua balia. E dei suoi due amici. E così potevano approfittare di me’ in qualsiasi modo’E aveva deciso di umiliarmi facendosi una sega davanti ai miei occhi. Con i suoi due amici, pure. Poi, tutti e tre, schizzi in libertà, sulle mie tette e in particolare là, sui miei capezzolini. Ben sapendo che mi avrebbero fatto impazzire dal piacere. Soprattutto dopo, nel gran finale promessomi. Ripulendomi di tutta la sperma che mi avevano buttato sopra, due mi avrebbero succhiato i capezzoli, tormentandomi e facendomi impazzire dal piacere. E lui, sempre lui, sotto, con la lingua mi avrebbe violato ed esplorato la figa. Sicuramente fradicia. E avrebbe approfittato, succhiando i miei umori, leccando le mie grandi labbra e catturando tra i denti il mio clito. E non avrei potuto nascondergli nulla. Neanche i miei orgasmi. E probabilmente gli sarebbe piaciuto anche bere i miei schizzi’ Anche contro la mia volontà’
‘Non risposi e rimasi in silenzio. Ma mi sistemai davanti alla panca e, istintivamente, con le mani mi coprii i seni. Come in un estremo tentativo di proteggere il mio seno dall’oltraggio al quale i tre mi stavano per costringere.
‘E tutti e tre iniziarono a segarmi. A trenta centimetri dal mio volto. Io li guardavo immobile. Aspettavo, mentre sempre Malcolm mi tormentava i seni e soprattutto i capezzoli. Turgidi, appuntiti, li stringeva tra le dita. Mi faceva male. Ma tanto piacere, anche. Ben presto si rinvigorirono. E tutti e tre ripresero le loro sembianze di piccoli bastoni. Infastidita, non potei stare zitta e li provocai. ‘Insomma, grandi uomini, se dovete farlo, fatelo almeno presto!’ Non avevano bisogno di essere sollecitati. Si alzarono infatti subito tutti e tre e scesero dallo scalino più alto della saunetta. Si misero, ritti, in piedi. Poi, sempre inginocchiata, mi costrinsero a girarmi e, in quella posizione, ad allargare il più possibile le gambe. I miei seni si ritrovarono così quasi a contatto delle tre mazze. In particolare delle loro cappelle. Puzzavano. Erano ancora sporche della sborrata precedente. ‘Allora? Non volevate le mie tette” Tutti e tre, come ad un ordine impartito dal capo, sborrarono. Insieme. E mi riempirono di nuovo. I seni prima. Poi, volutamente, tutti e tre iniziarono a strofinare il loro glande sui capezzoli e lì spruzzarono altri fiotti. Mi lasciarono i capezzoli completamente ricoperti di sperma, bianchi e gocciolanti’ Nessuno mi avevo mai fatto questo.
‘A quel punto il mio corpo era tutto ricoperto dallo sperma dei tre ragazzacci. Dai capelli al ventre. La figa, invece, era fradicia. I miei umori continuavano a scendere, copiosi. ‘Te piacere, vero? ‘ sghignazzò Malcolm – . Ma adesso ancora più bello!’ Si inginocchiò, e subito con le labbra conquistò le mie grandi labbra. Poi, con i denti, violentemente, mi catturò il clitoride, purtroppo grande e ben visibile. E’ iniziò a mordicchiarlo. Prepotentemente. Ma la mia reazione fu devastante. Anche per lui. Iniziai a sbrodolare e a schizzare. Gli riempii quasi la bocca. E deliravo. Anche perché gli altri due mi stavano succhiando avidamente entrambi i capezzoli. Evidentemente, a Kevin e all’altro, non infastidiva dover assaporare lo sperma di un altro maschio. Anche questo mi eccitò. E sussultavo, avendo perso completamente il controllo. Poi, si placarono e mi lasciarono li per qualche minuto. Anche i piccoli tre uomini sembravano appagati e scarichi. Passò quasi una mezz’ora. Ero distrutta dall’interminabile serie di orgasmi avuti. Di tutti i tipi. Pensavo che fosse tutto finiti. Mi sbagliavo. I tre si rizzarono su e si sedettero sulla panca. Fu, Malcolm, ancora una volta, a parlare. ‘Tu bellissima e bravissima. Noi credere tu essere bravissima moglie. E sapere fare tutto. Noi riuscire ancora una volta sborrare. E volere che tu fare a noi solo bella sega. Noi volere ricordare te con grande cazzo nostro in mano. E sporcare tua mano” E si misero seduti, vicini vicini. E incredibilmente, mostravano un’altra erezione. La terza in un’ora e mezzo. ‘Ma ragazzi’ non è possibile’ Siete giovani’ Ma’ Siete sicuri di farcela?’ ‘Sì, perché tu essere bellissima e bravissima, anche con le mani” ‘Ma dopo basta, vero’ – quasi lo supplicai – . Io dopo devo tornare da mio marito” ‘Sì, sì ‘ rispose il biondino – . Io giurare” E proprio a lui mi avvicinai. Era il primo che volevo far godere. Gli presi in mano l’uccello. Dolcemente. Poi lo accarezzai tutto. Un po’ mi allargai e gli accarezzai per un po’ il ventre piattissimo e muscoloso. Mi piaceva. E pensai che l’avrei fatto schizzare lì’ sui muscoli del ventre. Poi, sempre dolcemente, lo scappellai tutto. E iniziai un lentissimo, esasperante su e giù. Era dolcissimo nei suoi sospiri. Che divennero presto lamenti. Voleva venire, ma non ce la faceva. Aumentai il ritmo. Poi mi fermai. E ripresi. Capii, che dovevo parlargli. ‘Stai tranquillo. Adesso ti faccio venire. Sono brava vero, come la tua Susy” ‘No, no – mi interrompe lui – tu più bravissima’.’ ‘Sì, ma io sono una donna, sposata, lei è solo una ragazzina’ Sono tanti anni che faccio queste cose al mio uomo’ E anche altre, sai” Si inarcò e lo sentii sussultare. Ecco, stava per venire. ‘Si, ecco, vieni, vieni’ ‘ gli sussurrai – . Con il pollice e l’indice catturai il suo glande e così piegai l’asta pulsante verso il pube. E si schizzò sul ventre, sui muscoli che pure pulsavano e che mi erano tanto piaciuti.
‘Toccava a Kevin. ‘Io volere tua mano! ‘ precisò ‘ Io volere ricordare te schizzare in mano!’ Lo guardai con uno sguardo un po’ torvo. ‘Non sei mai contento’ Non ti basta il ricordo che ti lascio ora?’ Presi anche il suo bastone in mano. Ma mi misi a giocherellare con i suoi peli del pube, color rosso fuoco. Non avevo mai fatto una sega a un uomo rosso di capelli. Poi, anche a lui, lentamente abbassai il prepuzio, liberando il glande di nuovo viola. La pelle del cazzo di Kegin era vellutata, bianchissima. Ero abituata a quella di mio marito, uomo ben più maturo, che presentava già qualche ruga e qualche nodo. Kevin era il più giovane. Probabilmente non aveva ancora diciotto anni. Il suo cazzo era però perfetto, da maschio fatto. Io non avevo mai toccato e preso in mano un cazzo di un uomo così giovane. E iniziai la tanto desiderata sega. Lentamente. Poi velocemente. Iniziò quasi subito ad ansimare. E io continuavo. ‘Piano, piano’ Te pregare ‘ Fare male’ palle ‘ iniziò a lamentarsi – Non così, fare male’ ‘Tesoro ‘ gli sussurrai – . Mi spiace. Ma tu sei ancora così’ Sei ancora pieno, si vede’ Non so cosa fare’ Tu vuoi che io, insomma, lo vuoi tu che ti faccia una sega” ‘Oh sì, tanto ‘ rispose ‘ Ma le mani fare male” ‘Non capisco..Cosa vuoi? ‘ gli chiesi allora sospettando già però qualcosa – . La tua morosa non ti fa anche lei le seghe?’ ‘Sì ‘ mi confessa lui a voce bassa – . Ma non vuole mai fare altra cosa” ‘Cosa? ‘ gli chiedo fingendomi allarmata – . Le ragazzine fanno tutto” ‘Io’ io volere tua bocca’- mi confessò – . Ma solo un poco. Se tu volere io venire fuori, come John” ‘Oh no, anche tu ‘ sbuffai – . Ma possibile che volete tutti mettermelo in bocca, sempre” Lo guardai, aveva due occhi quasi supplichevoli, ben diversi da quelli di un’ora prima quando, da spaccone, aveva assicurato gli amici che lui avrebbe sborrato dentro la mia passerina e che sarebbe salitò fin sù’ Non volli dargli subito soddisfazione. E continuai a fargli la lentissima sega. Ma continuava a lamentarsi. Anzi, ansimava. ‘Va bene, va bene’ ‘ gli dissi – .Ho capito. Adesso te lo bacio’. Mi abbassai e con la lingua iniziai a leccarlo tutto. Prima il ventre e poi i peli rossi. Poi, fatalmente, socchiusi la bocca. Lo avvisai: ‘Ti prego, non venirmi in bocca! Quando senti che stai per sbrodolare, dimmelo. Ti darò la mano’. Spalancai la bocca. Lui capì e spinse tutto il bastone dentro, fino in gola. Iniziai un pompino frenetico. Volevo farlo venire prima possibile. E infatti dopo solo pochi secondi quasi urlò: ‘Venire, sborrare’ Adesso, tu via’ scappare” Ma io avevo già deciso. Era stato troppo bello spompinare quel ragazzone. E come risposta iniziai ad accarezzarlo e non mi mossi. Lui capì. Sentii subito in bocca il suo cazzo ingrossarsi ancor di più e poi pulsare violentemente. E avvertii il suo caldissimo sperma scendermi lungo la gola. Ed io, con le unghie, contemporaneamente, gli tormentavo i coglioni. Lo svuotai completamente. Aveva goduto tantissimo. ‘Mia morosa mai fare pompino. Solo seghe, tante. Tu prima” Me ne ero accorta! Strabuzzò gli occhi e si distese sulla panca.
‘Rimaneva lui. Non gli dissi nulla. Mi avvicinai e mi piegai leggermente su di lui. Con una mano mi raccolsi i capelli e con l’altra glielo presi in mano. Ma era però troppo grosso. A fatica riuscì a scappellarlo con le dita di una mano. Mi apparve il glande. Ancora una volta rosso- violaceo. Lascia perdere i capelli e inizia a segarlo violentemente. Con tutte e due le mani. Ero quasi appesa al suo bastone nerissimo. Lo feci per qualche minuto. Ma lui non dava alcune segnale di volermi gratificare con il suo liquido seminale. Sospirava, gemeva, come sempre toccava le mie tette, ma non voleva venire. Decisi di punirlo e di dargli una lezione. Lo avevo fatto solo con mio marito. Mi era riuscito particolarmente bene. Sicuramente il ragazzino non avrebbe retto. Con una mano lo scappellai completamente e con le dita iniziai a torturare il frenulo. Con l’altra scesi sotto i coglioni. Iniziai a dargli violenti colpi in un punto ben preciso tra lo scroto e il buco del culo. Non capì e mostrò una grande sorpresa. Presto però iniziò a soffiare. Il tutto, evidentemente, gli cominciava a piacere. E poi, improvvisamente, senza dargli il tempo di reagire, gli infilai in un colpo solo il mio dito medio su per il suo buchino del culo. E stantuffai per qualche secondo. Lui, sorpreso, si irrigidì. Ma gli piacque, tanto. Sborrò quasi immediatamente’ ‘Fantastica’ – quasi ghignò – . Tu essere fantastica femmina”
‘A questo punto mi alzai ed uscì dalla saunetta. E, alla fine, pensai. Che, dopotutto, mi ero anche divertita’ Ma pensai anche che non potevo e non dovevo, per tanti motivi, raccontare nulla a Roberto, mio marito. E infatti così feci’.
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
‘Sì. parecchie volte. Ma mi piace di più spogliarlo’.
Ti sei mai fatta fotografare?
Corinna è accaldata. Questi racconti la turbano ancora. E’ rossa in volto. ‘Mi levo l’accappatoio, ho troppo caldo! Fatti gli occhi! Sappi che altro non penso proprio di levarmi’. Sotto l’accappatoio non è nuda. Le rimane uno slippino, piccolo piccolo, probabilmente un perizoma. I seni, sono gonfi, rotondi. Non sono molto grandi. Ma sono particolarmente candidi. I capezzoli sono invece molto appuntiti. E’ eccitata. Le areole sono rosee, molto grandi. Da accarezzare e da succhiare. ‘Se mi sono fatta fotografare? Ma sì, solo da mio marito, però. Come tutte le mogli. Roberto ha iniziato con il chiedermi delle foto artistiche. Primi piani, vestitissima. Poi, ha chiesto di farmi alcune foto al mare. Poi, a sorpresa, un giorno mi ha fotografato sotto la doccia. Io non volevo. Mi dava fastidio che ci fossero delle foto dove apparivo senza nulla addosso. Poi, un’altra volta, ha approfittato e mi ha tirato una lunga serie di foto mentre dormivo, a letto. Naturalmente nuda. E quanto mi sono svegliata, me le ha mostrate e non ho potuto più dirgli di no. E mi sono prestata a fare da modella. Mi sono anche un po’ divertita. Un po’ meno quando ha preteso alcune foto un po’ più particolari. Con l’autoscatto. Sì, insomma, foto di noi due’ Ti puoi immaginare che tipo di foto’ Ma, insomma, marito e moglie certe cose le fanno. E quindi gli ho dato il permesso. Lui si è divertito. Io invece mi sono imbarazzata. Soprattutto per certe foto’ Mi ha giurato che sono nascoste in un file del suo portatile cui lui solo ha l’accesso. Io gli credo, anche perché potrei morire dalla vergogna nel sapere che qualcuno le abbia viste.! Del resto, fatte le foto, Roberto è passato alla telecamera”
A proposito, ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
‘Appunto! Ecco, qui, mi ha veramente raggirato. Ma dopo ha confessato!’ Corinna è molto imbarazzata. Non vuole forse raccontare perché la storia la turba ancora oggi. Ed è in evidente difficoltà nel narrare un episodio segreto, suo e di suo marito. ‘Mi sembra una domanda molto indiscreta’ però! ‘ aggiunge – . Ovviamente mio marito mi aveva ripreso tante volte, con la telecamera. Al mare, in montagna, in vacanza insomma. Poi, una volta, si era divertito un mondo a farlo a casa mentre ero indaffarata nei lavori domestici. Non ero molto vestita’ Ma, insomma, eravamo soli! Ma poi, sempre quel giorno, cercò di riprendermi mentre mi facevo la doccia. Io me accorsi dopo un po’ e lo obbligai a fermare la ripresa. Volli poi vedere le immagini. Fui costretta a minacciarlo, quasi. Sì, era riuscito a riprendermi nuda, per qualche istante. Ma, dopotutto, mostravo solo un po’ di più di quello che faccio anche oggi. E di schiena, per giunta’ Quindi lo rimproverai, ma non misi in pratica le minacce che gli avevo fatto’ Ma, alcuni mesi dopo, il mascalzone, attuò quello che evidentemente aveva programmato con tanto anticipo. Dopo aver fatto l’amore, mi fece rigirare nel letto, come alla ricerca di una posizione particolare. Io non sospettai nulla.’
Corinna arrossisce ulteriormente e sorride. ‘Devo proprio continuare? Beh, insomma, mi chiese di fare quello che già altre volte avevo fatto e che, stando alle sue parole, ero molto brava a fare. Insomma, volle che amassi il suo pene con la bocca. Fino in fondo. Senza fermarmi mai, soprattutto alla fine. Non capii la repentinità della richiesta ma poiché ero ancora eccitata pensai bene di farlo felice, ancora. Per il gran finale, poi, sapevo io come comportarmi’ ‘Voglio vederti con gli occhi chiusi, trasognanti’ mi sussurrò. Non capii ma accettai: per qualche istante mi dedicai al mio uomo senza guardare, ad occhi chiusi’ Lo sentii gemere e quindi anche muoversi’ Non impiegai molto a farlo raggiungere l’orgasmo e quando il suo glande iniziò a inumidirsi, pensai bene di fare come spesso faccio. Il maritino, questa volta, mi anticipò e riuscì per qualche istante a bloccarmi. Colta di sorpresa dovetti accettare in bocca il primo fiotto del suo sperma. ‘ Sei un porco’ gli dissi sospirando con la bocca piena del suo sesso, mentre fingevo di venir colta da conati di vomito. Riuscii a svincolarmi e lui mi scaricò tutto sul viso, negli occhi, tra i capelli’ Ero completamente ricoperta dal suo liquido seminale. Cessata la pioggia di sperma del mio maritino, mi adagiai sul suo ventre. Ormai ero tutta sporca, quindi’ Con le mani iniziai a giocherellare con i suoi peli del pube, pure impiastricciati di caldissimo sperma. Il mio volto era immerso nel liquido bianchissimo di lui. E con le dita, nonostante l’odore, mi divertivo a ripulirlo. Fu a questo punto che lui con voce trasognante e con gli occhi socchiusi mi disse: ‘ Sì, amore, continua così. Sei come una vera attrice porno, anzi sei una pornostar’. Mi ritrassi di scatto. Non capivo. ‘Sì, amore – mi disse sorridendo ‘ questa volta ce l’ho proprio fatta: guarda qui, vicino al cuscino, la piccola telecamerina’ Ti ha immortalata, da quando hai chiuso i tuoi begli occhi” Capii e trasalii. Quel porcellone mi avevo ripreso per tutto quel tempo, da quando mi aveva invitato a spompinarlo al momento della sborrata, o meglio fino a quando mi aveva ricoperto con il suo seme. Davanti alle mie rimostranze rideva e anzi, iniziò a masturbarmi’ E contemporaneamente mi costringeva a rivedere il breve, ma non troppo, filmino porno del quale ero indubbiamente l’attrice principale. Io e il suo sperma. Non mi ero mai visto su uno schermo gigante mentre’ insomma, mentre mi adopero con la bocca e la lingua sul pene di mio marito. La mia bocca piena di lui, sformata. E poi, le smorfie, soprattutto di disgusto, quando mi zampilla il primo schizzo in bocca. E poi, ancora, l’esplosione in pieno viso’ Quello sperma, tanto, e dappertutto’ I miei occhi, prima sbarrati, poi socchiusi, completamente ricoperti di liquido bianco’ ‘Sai ‘ ebbe la sfrontatezza di aggiungere ‘ dal filmato posso ricavare alcuni splendidi fermo-immagini e poi fotografarli” ‘Spero che non avrai questo coraggio, non puoi farmi questo” risposi rassegnata. Alcuni giorni dopo mi mostrò alcune foto. Oscene. Mi giurò però che nessuno le avrebbe mai viste. Non ne sono però sicura. A voi maschietti piace talvolta mostrare la propria moglie in certe particolari situazioni. Per esaltare la vostra mascolinità, magari con qualche vostro collega. E non esiste situazione più bella della vostra moglie, nuda, ricoperta dappertutto dal vostro sperma’
Quanto ti piace vedere un uomo nudo in erezione?
‘Mi piace vedere mio marito nudo. Mentirei però se dicessi che non ho gradito vedere anche altri uomini nudi. Soprattutto se giovani e ben fatti, insomma, fisicamente prestanti”
Ti piace i preliminare ed essere leccata dappertutto o preferisci andare subito al sodo?
‘Sono molto esigente. Mi piace vedere il mio uomo godere nel regalarmi piacere. E più è stato bravo lui prima, più lo sarò io dopo”
Cosa pensi della sodomia?
‘E’ una pratica sessuale molto usata”
Ti sei fatta inculare?
Corinna rimane a lungo in silenzio. Poi sbotta. ‘Era questo che volevi sapere, quindi! Ebbene’ ni! Qualche morosetto e poi anche lui, mio marito, mi hanno chiesto di entrare anche lì. Ma io ho resistito. Sì, sono ancora quasi vergine lì’ e voglio rimanerci! Solo Roberto, qualche volta, un po” Ma non tutto! Solo quello che è sufficiente per potermi schizzare dentro. Lui dice che gli piace tantissimo pensare che il suo sperma sale nel mio intestino”
Ti piace di più fare una sega, un pompino o scopare?
‘Scusa? Ma dai! Fare l’amore. Ti basta? Ho il sospetto che adesso vorrai esagerare. Guarda che non ti rispondo più!’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
‘Ehm, insomma’ Non l’hai ancora capito?’
Qual è il tuo rapporto con lo sperma?
Mi guarda storto. ‘Mi sembra di averti raccontato già tanto storielline. E di sperma, in tutte, ce ne era abbastanza’!’
Lo fai venire in bocca?
Guarda fisso nella telecamerina. Assume prima un’aria da sfida. ‘Ascolta giovanotto, queste sono domande che non si dovrebbero fare a una donna di 35 anni, sposata. Anzi, a nessuna donna. Almeno non bisognerebbe. Sei molto indiscreto. Pensi di metterci tutte in particolare difficoltà con queste domande da caserma” Poi sospira. ‘Ma non mi metti in imbarazzo, sai. Non so per quale motivo, ma mi piacerebbe proprio non risponderti. Ma dopo tutto quello che ti ho raccontato’ Resta il fatto, però, che non amo fare quelle cose. Le ho però sempre fatte. Sia i morosetti che mio marito me l’hanno chiesto. Una moglie in particolare non può rifiutarsi di prendere in bocca il coso di suo marito. Non mi sono mai rifiutata. Quello che invece non sopporto e il sapore, l’odore e la consistenza particolare di quella roba lì, insomma dello sperma. Preferisco sempre evitare l’ingoio, anche se mio marito lo adora. Io no. Quelle volte che è riuscito a schizzarmi qualche goccia in bocca sono stata sempre colta da conati di vomito. E’ per questo che lo prego sempre di avvisarmi prima di venire. Quasi sempre lo fa’ Non sempre però, uffah! Insomma, quella roba lì, la sborra, mi fa schifo. Anche quella di Roberto, che è particolarmente amara, attaccaticcia e dall’odore nauseante. Ti basta così, o devo continuare?
Dove preferisci farlo venire?
‘Dentro di me. Ma mi piace anche farlo distendere su di me e farlo venire così, con il pene schiacciato sul mio pube. E sentirlo pulsare e, dopo, sentirmi bagnata tutta, sul ventre’
Ti piace vederlo venire con la colata o con gli schizzi.
‘Ma dai, cosa mi fai dire! Lo vedo poco, in quel momento’ magico. Per lui! E’ quasi sempre dentro di me, o sopra! Comunque, fa un po’ di tutto e mi piace sempre. Prima fa degli schizzi, anche violenti, poi effettivamente inizia una lunga colata’ Come detto preferisco stargli un po’ lontana…’
Il posto più strano dove lo hai fatto.
‘Con mio marito? Al mare, nella cabina dello spogliatoio. Mio marito, con una scusa banale mi raggiunse in cabina mentre mi stavo cambiando il costume. Non mi diede il tempo neppure di abbassarmi lo slippino. Lo scostò e mi penetrò. Mi stantuffò a lungo. Ma alla fine volle che lo facessi venire con la mano. Ubbidii. Presto venne e con le mani cercai di raccogliere gli schizzi. Ma ci riuscii solo parzialmente. Poi alla sera, dovetti personalmente ripulire il pavimento in legno della cabina. Non fu una cosa piacevole!’.
La volta che ti ha dato più fastidio.
Corinna abbassa il volto. Evidentemente c’è una brutta storia che vorrebbe aver dimenticato. Ma non è così. ‘Come la storia della sauna, anche questa Roberto non la sa. Al giornale sono stata la segretaria di parecchi direttori. Tutti mi avevano apprezzato per le mie qualità di segretaria. Non erano mancati anche gli approcci di un certo tipo e i complimenti di vario tipo. Ma ero riuscito a tenerli a bada tutti, anche facendo delle piccole promesse, che poi non ho mai mantenuto. Ma con un direttore non ci sono riuscita. Tra l’altro il più vecchio e non propriamente un bell’uomo. Anzi, piuttosto piccolo, capelli lunghissimi bianchi, dichiaratamente sovrapeso. Un pancione, insomma. Già alla presentazione capì che con quell’uomo avrei avuto dei problemi. Dopo una settimana, con la scusa che voleva assolutamente conoscermi meglio, mi invitò a cena. Pur sapendo che ero sposata e che quindi avrei avuto dei problemi per giustificare l’uscita serale. Con Roberto infatti dovetti inventare una balla enorme. Cena tra colleghi con il nuovo direttore. Si fece raggiungere al ristorante dell’albergo dove sapevo aveva preso alloggio in una delle suite. Cenammo e mi fece bere. Mi riempiva sempre il bicchiere, anche quando non era completamente vuoto. Era evidente che aveva fretta e che voleva prendermi. E infatti iniziò a farmi strani discorsi sulla fedeltà che come direttore pretendeva dalla sua segretaria. Che doveva anche essere la sua segretaria particolare. Come lo erano state tutte le sue segretarie precedenti. E mi fece un elenco di nomi di donne, non molto elegantemente. A ciascuna un voto. La media tra le varie prestazioni. Io gli feci notare che ero sposata. E lui rispose che chiaramente io volevo continuare a lavorare nella segreteria del direttore, e non come pulitrice della rotativa. Capii allora che non l’avrei passata liscia. ‘Vogliamo salire nella mia stanza, ora ‘ mi disse – . Vedrà, le piacerà, è molto accogliente e si gode di un ottimo panorama della città’. Per un attimo pensai di lasciarlo lì e andarmene. Ma desistetti subito. Non potevo permettermelo. Mi fece bere ancora un paio di bicchierini e poi, sfrontatamente, mi cinse su un fianco e mi letteralmente trascinò all’ascensore. Qui mi consegnò le chiavi della camera. ‘Aspettami in camera ‘ mi intimò come fosse un ordine cui non era ammessa replica – . Puoi metterti comoda, anzi molto comoda. C’è un bellissimo letto’ Insomma, voglio vederti come sei fatta, prima” Mi sentii avvampare dalla collera. Lui mi ordinava ed io dovevo ubbidire. Salii all’ultimo piano. Entrai nella stanza. Era veramente bella. In mezzo dominava un enorme letto. Lenzuola blu notte di seta. Probabilmente avrei dovuto distendermi lì, nuda, ed attendere. Ritenni che non dovevo mollare tutto subito. Decisi di spogliarmi, ma non completamente. Slip e reggiseno rimasero al loro posto. E mi sedetti, rannicchiata, sulla poltroncina dello scrittoio di fronte al letto. Il direttore non si fece attendere molto. Entrò e nascose a stento la sorpresa di non vedermi a letto, nuda e pronta ad essere usata. Non disse nulla e si ritirò in bagno. Lo sentii farsi la doccia. Quindi uscì. Quello che mi offrì era un quadro osceno, oltre che desolante. L’uomo comparso sulla porta del bagno. Nudo. Era piccolo, pelosissimo, le gambe cortissime. Ma soprattutto un pancione enorme che scendeva quasi alle ginocchia. Era orribile. Non si vedeva il pene, coperto dall’adipe. Si sdraiò sul letto. E così facendo, allargando al massimo le gambe in una posizione a dir poco schifosa, mi esibì gli enormi testicoli, grigi, rugosi. Erano sproporzionatamente grandi e gonfi. Ciò mi preoccupò perché era chiaro che dovevo essere io a svuotarglieli. Ma non riuscivo a immaginare come. Non poteva scoparmi. Il pancione non glielo avrebbe permesso. Pensai, per un attimo, che volesse solo vedermi nuda. L’illusione durò poco. ‘Dobbiamo raggiungere la totale intimità ‘ mi disse – . Adesso ti spoglierai e poi verrai qui, tra le mie gambe. Io voglio la tua bocca. Dovrai farmi venire e, soprattutto, dovrai bere tutto. Ma proprio tutto. Come sicuramente fai con tuo marito. Solo se bevi tutta la mia sborra puoi diventare la mia segretaria personale. Quindi, datti da fare” Il tono del comando non ammetteva repliche. Silenziosamente mi spogliai e mi avvicinai al letto. Poi mi inginocchiai tra le sue gambe. Prima volle vedermi tutta. E vidi che mi scrutò tra le gambe e apprezzò il mio seno. Mi chinai e iniziai a cercare il suo pene. Dovetti spostare due cordoni di ciccia. Mi apparve il pene. Era già in piena erezione. Ma tanto piccolo e grigio. Coperto da peli bianco-grigi. ‘Succhialo ‘ mi ordinò ”. Ed io, quasi con orrore, glielo presi in bocca. Chiusi gli occhi, non volevo vedere. Iniziai un frenetico su e giù. Poi rallentai il ritmo. Era piccolo e quindi lo ingurgitai tutto, fino ai testicoli. Ma non dava segni di vita. Allora pensai di iniziare a usare la lingua. Catturai il glande, cercai il prepuzio, e con la punta della lingua iniziai a torturarlo. Ma non veniva. Le mascelle cominciavano a farmi male. Capii che dovevo eccitarlo di più. Parlandogli. E così feci, fingendo totale sottomissione. ‘Sono tua, eccomi, fai di me quello che vuoi’. Iniziarono i sospiri e i gemiti. Quindi, nascondendo la tanta vergogna, iniziai a pronunciare frasi che mai avevo detto, neanche a mio marito. Giunsi alla fine a pronunciare quella miracolosa: ‘Schizza, riempimi la bocca del tuo sperma. Voglio berla tutta, tutta la tua sborra’. E lui schizzò. E subito strinse, con forza, il mio volto. Bloccata dovetti bere tutto. Buttavo subito giù tutto, per non sentirne l’odore e il sapore. Ma non finiva mai. E a un certo punto mi riempì completamente la bocca. Ebbi quasi dei conati di vomito. Ma mi trattenni. Poi, cessò. ‘Signora, domani mattina alle 9 in ufficio’ Uscii dalla stanza con le labbra ancora sporche dello sperma del direttore. In macchina mi ripulii e mi rimisi il rossetto. Roberto non doveva sospettare. Rientrai in casa silenziosamente, con le scarpe in mano. Speravo che mio marito dormisse, e non volevo svegliarlo. Mi coricai, nuda, sotto le lenzuola. Mi accorsi, dal respiro, che Roberto era sveglio. E non solo. Era anche lui nudo. Con la mano dolcemente, guidò il mio volto sul suo ventre. Al buio con le labbra toccai il suo pene. Era in piena erezione. Capii cosa voleva. Ero stanca. Tanto stanca. Ma spalancai la bocca. Mio marito subito vi spinse dentro tutto il suo sesso. E iniziò a stantuffare. Lo sentii gonfiarsi a dismisura. Poi, dei sussulti. Roberto non disse nulla. Ansimò e spruzzò. Ed io, rassegnata, bevvi di nuovo. Sì, quella sera bevvi anche lo sperma di mio marito. In un’ora avevo fatto godere due uomini e ne avevo bevuto, tutto, il loro liquido seminale. Disgustoso!’
Lo hai mai fatto con due uomini?
‘Oh no! Assolutamente no!’
In gruppo, unica donna’
‘Non ne se ne parla nemmeno!’
Con un uomo di colore?
‘A diciotto anni andai con una mia amica a Londra. Dovevamo fare un corso accelerato di inglese. In effetti lo frequentammo. Ma facemmo anche dell’altro. Nell’albergo lavorava un cameriere di colore. Era l’addetto alle camere. La mia amica ed io decidemmo di comportarci come due puttanelle. Lo provocammo in tutte le maniere. Un giorno lei, il giorno dopo io, facemmo finta di farci sorprendere a letto. Naturalmente nude. E il giorno dopo sotto la doccia. Tom, si chiamava, così, non ce la faceva più. Fu la mia amica che decise, l’ultimo giorno del nostro soggiorno, di ‘finirlo’. Al mattino lo facemmo salire in camera con la colazione. Fingemmo tutte e due un grande disappunto quando, entrato nella stanza, ci scoprì, per l’ennesima volta senza nulla addosso. ‘Adesso basta ‘ disse Cinzia, la mia amica ‘ adesso chiamo il direttore e gli dico che ci hai importunato e che ci hai spiato” Il negro trasalì e aggiunse solamente un timido ‘Ma io’ non è vero!’ ‘Guarda, hai solo una possibilità’ Dicono che voi uomini di colore siete tutti superdotati. La mia amica ed io vogliamo scoprirlo se tutte queste dicerie corrispondono al vero. Non diremo nulla al direttore’ Tu però devi mostrarcelo. E per bene’ E noi faremo ciò che ci andrà di fare’ Capito?’ Il ragazzone sospirò. Capì che le due ragazzine volevano divertirsi con il suo membro. Sospirò, alzò gli occhi al cielo ed iniziò a spogliarsi. Rimase con addosso solo gli slippini bianchissimi. Avevo un bellissimo fisico. Fasciato da una muscolatura lucida era nero come la pece. E sotto il piccolissimo indumento si intravedeva un gonfiore che faceva prevedere qualcosa di enorme. Era eccitato. ‘Devo continuare? ‘ chiese – . Siete sicure? E dopo? Cosa farete? E’ una settimana che mi tormentate’ Non mi lascerete mica’ a metà!’ ‘Non ti preoccupare ‘ gli urlò Cinzia – . Levati subito gli slip. Noi siamo in due. E brave. E tu ‘ disse precisamente ancora Cinzia ‘ sborrerai due volte, come mai l’hai fatto. Capito?’ A quelle parole Tom non si oppose più, anzi, con malcelata soddisfazione si sfilò gli slip e ci esibì il suo sesso. Enorme, come prevedevamo. Un randello di oltre venti centimetri, nerissimo, con la cappella già viola. L’uomo, provocatoriamente, aveva già iniziato, lentamente, a menarselo. Ci spaventammo, ma riuscimmo a nascondere tutta la nostra peoccupazione. ‘Chi inizia? ‘ chiese affannato il maschio – . Sono pieno di’ insomma, ragazze, lo vedete no. Ho tanta sborra. A chi l’onore della prima sborrata?’ Io trasalii. Non mi piaceva lo sperma del mio moroso di allora’ Figurarsi se mi facevo riempire da quello di un negro, anche se bellissimo. Cinzia mi salvò. ‘Sono curiosa di vedere quanti secondi reggi ai baci delle mie labbra e, soprattutto, alle leccate della mia lingua” Si inginocchiò tra le gambe dell’uomo ed iniziò a lavorarlo. Era veramente brava. Usava addirittura i denti. Il solo glande, rosso fuoco, le riempiva quasi tutta la bocca. Con la lingua invece iniziò a scorrere lungo tutta l’asta che divenne lucidissima. Poi catturò di nuovo la cappella e iniziò un lento su e giù lungo tutta la canna del negro. Poi aumentò improvvisamente la velocità. E con le mani, anzi con le unghie delle dita, iniziò a torturare i testicoli gonfi di Tom. Questi iniziò ad ansimare. Stava per venire. ‘Ehi, uomo, avvisami quando schizzi! Non ho voglia di bere il tuo sperma. Voglio solo vederti venire come una fontana! Capito? Al massimo, se proprio lo vuoi, ti regalo la faccia’ ‘Adesso vengo’ ‘ urlò proprio in quell’istante con voce roca il negro. E il primo schizzo finì dove non doveva finire’ ‘Oh no’ ‘ fece appena in tempo a dire Cinzia – . Ti avevo detto’di no! Non sborrarmi in bocca!’ Ma rimase lì. Le piaceva. E si fece riempire completamente la bocca. Solo allora scappò e si fece ricoprire tutto il volto. Alcuni fiotti centrarono gli occhi, poi il naso e soprattutto bagnarono i capelli. Tutta la stanza fu invasa dall’odore di sperma. Quando la pioggia cessò Cinzia si lasciò cadere sulla poltrona. Era una maschera di sperma. Tom ridacchiava. E contemporaneamente si girò verso di me. ‘Adesso tocca a lei, signorina’ Come mi metto?’ Lo feci andare sotto la doccia. Poi lo obbligai a sdraiarsi con le gambe ben divaricate sul letto. Volevo infatti ostentare sicurezza. In realtà ero terrorizzata dalle dimensioni del pene dell’uomo e dalla quantità abnorme di sperma che riusciva a produrre. ‘Chiudi gli occhi e rimani in silenzio ‘ gli dissi – . Non devi guardarmi. Devi solo sentirmi ‘ aggiunsi ‘ ‘ Tom sorrise ed ubbidì. E sentì le mie mani, le mie dita avvicinarsi ed accarezzare il suo membro e i suoi testicoli. E poi lo scroto, tutto. Subito si irrigidì. Con tutte e due le mani iniziai quindi a segarlo. Velocemente, e con una certa violenza. Lo scappellavo completamente e poi gli tiravo più possibile in giù il prepuzio. ‘Mi fai male ‘ disse ‘ ma è bellissimo e tu sei bravissima’ ‘Stai zitto e godi ‘ gli ordinai – . Voglio vedere quanto reggi” E Tom resse, qualche minuto. A un certo punto decisi di usare anche la bocca. La spalancai e ingoiai tutto il glande. Tom trasalì. Poi, con la lingua, puntai lì, sul buchino. Lo sorpresi. Sentii infatti inumidirsi il forellino dove tra poco sarebbe nuovamente esplosa tutta la mascolinità dell’uomo. Ne sentii, per un istante, anche l’odore. No, lo sperma in bocca, no. Proprio no! Scappai e ripresi a segarlo con violenza. Come non l’avrei mai più fatto con un uomo. E lui venne. Di nuovo. Tanto. Ed io, orgogliosa, mi godetti lo spettacolo’.
Conosci il bondage?
‘Sì. Vuoi sapere, naturalmente, se l’ho praticato?’ chiede la donna. E’ ancora una volta un po’ imbarazzata, ma ancor più eccitata. ‘Accidenti a te e alle tue domande’ Sei stato capace di farmi perdere la testa’ E scommetto che vorresti ora, come gran finale, mi levassi anche quello che ho ancora addosso’ E va bene” Si sfila gli slip e mostra tutto quello che poteva mostrare. Ha un sesso gonfio, con un folto cespuglio di riccioli neri che gli fa da cornice. E’ la giusta figa di una splendida donna di 35 anni. E, turgido, si intravede il clitoride. Grande e appuntito. ‘Bello, vero? Ma stai calmino, mi raccomando’ Non farti la sega. Almeno non ora’ Ah, il bondage. Una volta sola. Ma fu bello. Roberto mi volle vedere legata. Con le braccia e le gambe allargate più possibile. Posizione oscena al massimo, quindi. Volle poi bendarmi. Io accettai, a condizione però che non mi fotografasse e mi riprendesse in quella posizione. E lo invitai a prendermi così. Per una volta mi piaceva l’idea di essere stuprata dal mio uomo, presa contro la mia volontà’ Godetti moltissimo. E lui ancor di più’.
E il bukkake?
‘Sì, lo conosco. Ma non mi piace. Non ho mai creato poi le condizioni per poterlo fare”
Hai mai visto un film hard? Se sì quando, dove e con chi.
‘Si con il mio lui. Talvolta. Ci piace guardare, da soli, in completo relax. Naturalmente nudi. E mi piace accarezzarlo. E solo così facendo amo farlo venire, silenziosamente, piano. E lui, altrettanto, mi fa godere’ E più di una volta”

Come ti chiami e quanti anni hai.
‘Ehi, che maniere! Non sei per niente gentile’ Ti sembra questo il modo di accogliere un’amica? Sei entrato nel nostro sito, hai sbirciato, ci hai provocato e adesso’ Insomma! Almeno un po’ di dolcezza” La ragazza, giovane, è molto graziosa. Ha capelli lunghi, fin sulle spalle, biondi. Boccuccia piccola, con rossetto rosa, occhi marrone. Indossa maglietta bianca e jeans. La frangetta sugli occhi le dà un’aria molto sbarazzina’ ‘Carla e ho 19 anni. Ho appena finito il liceo”
Ti spogli?
‘Coosa? Ma tu sei matto!’ e ride di gusto.
Single, moroso, fidanzato o moglie?
‘Ho il moroso. E mi sono già resa conto che non dovevo chiamarti. Se lo sapesse, Francesco”
Che lavoro fai.
‘Studio, ho appena finito il liceo. E adesso mi iscriverò all’università. A Lettere’
A quanti anni ha visto il primo maschietto e cosa gli hai fatto.
Carla arrossisce per la prima volta. ‘Visto? In che senso? Penso di capire’ Non ricordo bene’ Ma sì, ora ricordo. A casa di un compagno di classe. Giocavamo al classico gioco dei pegni. Il solito maschiaccio aveva voluto mettere nei pegni due alternative: o bere del whisky o levarsi gli indumenti. E questo valeva soprattutto per noi femminucce. Almeno questo era nelle loro speranze. Andò male proprio a lui. Non si fece scrupoli, alla fine, di levarsi gli slip e mostrarcelo a tutte. Per me era la prima volta e mi impressionò per la sua dimensione. Non avrei potuto credere che tutta quella roba lì potesse rimanere tranquilla nelle mutandine di una ragazzo. Poi le sorti del gioco cambiarono. Noi ragazzine iniziammo a perdere. Io, per fortuna, alla fine rimasi, ed era già troppo per me, in mutandine e reggiseno. Andò peggio a una mia amica che, rimasta senza nulla addosso, dopo aver pur bevuto alcuni bicchierini di whisky, dovette sollazzare il padrone di casa. Insomma, hai capito, dovette’ Sì, insomma, davanti a tutti’ Le luci, per fortuna, vennero un po’ abbassate’ E lei, con le mani, iniziò ad accarezzarlo, là’ Lo sapeva evidentemente fare! Ricordo che, presto, lui iniziò ad ansimare, e il suo coso divenne grande grande. Mi faceva quasi paura. Poi, improvvisamente, cinse la ragazza sui fianchi e se la trascinò dietro nel bagno. Dopo pochi secondi sentì quasi un urlo. Lui, come seppi dopo, era venuto. La ragazza uscì di corsa dal bagno, con le mani aperte verso il cielo e tentò di rivestirsi velocemente, senza macchiare. Le sue mani gocciolavano. Puoi immaginare cosa’ Poco dopo uscì lui, trionfante”
A quanti anni la prima scopata?
‘Mmm, interessa? Qualche mese dopo!’
Ti masturbi? Se sì come
‘Sono affari miei! Ti sembro il tipo?’
Hai mai spiato? Se sì dove e quando
‘Ma stai scherzando?’
Ti sei fatta spiare? Come e quando.
‘O Dio! Non lo so. Se qualcuno l’ha fatto mi darebbe molto fastidio saperlo! Al mare, per intendersi, bikini piccolo, piccolo, ma non il topless’Le mie tettine le mostro solo a chi voglio io!’
Hai mai fatto uno spogliarello per il tuo uomo?
‘No, ma gli ho permesso di spogliarmi, come voleva lui’ Quindi”
Ti sei mai fatta fotografare?
‘Oh sì, ma vestitissima! Solo per scherzo, e solo una volta, ho permesso a Francesco di riprendermi da dietro’ Sì, nuda, ma distesa languidamente sul letto, e con la luce della stanza molto, molto soffusa’ Quasi in penombra’ Ti basta?’
Quanto ti piace vedere un uomo nudo in erezione?
‘Non mi piace. So però che con quel coso mi regalerà piacere’.
Ti piacciono i preliminare ed essere leccata dappertutto o preferisci andare subito al sodo?
‘Come tutte le donne mi piace essere accarezzata e baciata. Ma nella giusta maniera”
Cosa pensi della sodomia?
‘La cosa non mi riguarda. Con il mio marito si vedrà”
Ti sei fatta inculare?
‘Mi sembra di averti già risposto. Comunque, davanti a questi termini, non te lo direi nemmeno. Capito?’
Ti piace di più fare una sega, un pompino o scopare?
Carla ammutolisce. La domanda non le piace proprio. ‘Ehi, uomo, come parli! Ti sembra il modo di fare le domande. No, non ti rispondo!’
Qual è il tuo rapporto con il pompino?
‘Perseveri, vedo. E scommetto che le altre ti hanno tutte risposto’ E sorridendo, magari’ E con i particolari. Vero? Sappi che io, invece, provo solo fastidio! E non ti rispondo’. Il suo volto, bellissimo, è paonazzo, sia per la rabbia che per l’imbarazzo. ‘Ma no, dai, una risposto voglio dartela’ Ebbene, quando con la mano iniziate a spingere sulla nostra nuca per invitarci ad andare con la bocca’ là, siete quasi buffi. Agognate il momento di mettercelo in bocca e di sentire le nostre labbra e la lingua. E magari, alla fine di tutto, anche altro. Tu sai bene a cosa alludo. E siete, in quei momenti, completamente nostri. Terrorizzati di sentire invece un nostro irrigidimento, e di non vederci abbassare il nostro volto sul vostro sesso. In quel momento sareste disposti ad accettare tutto. Poi, se invece vi regaliamo la bocca, diventate degli autentici animali. Perdete la ragione. E l’unico cosa che volete, prima possibile, è di riempirci la bocca’ Ma, anche questo, lo decidiamo noi, come e quando”
Qual è il tuo rapporto con lo sperma?
‘E basta! Mi sembra di averti già detto abbastanza’ Vuoi sapere se mi piace o no? Il mio moroso mi dice sempre che il mio’ nettare lo fa vomitare. Lui non voleva ma io glielo ho fatto assaggiare un paio di volte. Immagina il tuo sperma! E’ caldo, attaccaticcio e puzza. Almeno quello di Francesco è così’ Per non parlare poi della vischiosità’ E più tempo è rimasto’ dentro, più è denso. E’ veramente insopportabile! ‘
Lo fai venire in bocca?
‘Uffa, ma allora non vuoi capire! Non mi piace lo sperma. Quindi lo prego sempre di evitare di farmelo bere. E se proprio non ce la fa, di avvisarmi. Così almeno mi preparo’
Dove preferisci farlo venire?
Repentinamente si sfila la maglietta bianca e mostra due piccoli seni, appuntiti. I due capezzolini, scurissimi, sono ritti e mostrano l’eccitazione della giovane donna. ‘Qui, mi piace. Non sono protetta e ho una paura folle di essere ingravidata. Quindi, poiché Francesco non sopporta il preservativo, lo faccio scaricare qui tra le tettine o, se gli va, sul pancino. Ti basta così o vuoi altri particolari delle eiaculazioni del mio moroso?’
Ti piace vederlo venire con la colata o con gli schizzi
La giovane donna strabuzza gli occhi. ‘Non mi piace vederlo venire. Mi fa ridere vederlo sussultare e irrigidirsi. E poi ne fa tanta. E quella roba lì, incontrollata, gli viene fuori in tutte le maniere: prima Francesca schizza, poi rallenta il ritmo e fa colare come una vera e propria colata lavica. Poi ancora zampilli. E, sotto, ci sono sempre io”
Il posto più strano dove lo hai fatto
‘Adoro il letto e la sua comodità. Mi piace essere portata a letto!’
La volta che ti ha dato più fastidio
‘Oggi. Purtroppo io ho quasi goduto. Come te, sicuramente. E non mi è piaciuto. Mi dà fastidio immaginare una tua eccitazione sul mio volto, sul mio seno, sulle mie parole”
Lo hai mai fatto con due uomini
‘Assolutamente no.’
In gruppo, unica donna
‘Un uomo alla volta, mi basta. Ed io, te lo assicuro, basto a un uomo’
Con un uomo di colore?
‘Non ne ho avuta mai l’occasione’.
Conosci il bondage?
‘Lo detesto’.
E il bukkake?
‘Ma stai scherzando? Non sono mica una pattumiera di sperma!’
Ti sei mai fatta riprendere dalla telecamera?
‘No, e non ne ho alcun a intenzione di farlo in futuro’.
Hai mai visto un film hard? Se sì quando, dove e con chi.
‘Qualche volta, in compagnia, al cinema.. Ma non mi ha mai entusiasmato. Tutt’altro’

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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