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In vacanza dalla mia ragazza

By 8 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Una madre disinibita

Quel giorno mi ritrovai a casa solo con Ary. Ary era la madre della mia ragazza. Il suo nome completo era ‘Arianna’, ma preferiva essere chiamata con quel diminutivo . La mia ragazza, Alessia, mi aveva scritto un sms in cui m’ informava che era uscita con suo padre e suo fratello, mentre Carola, la sorella, era andata dal fidanzato. Ary mi aveva svegliato con il profumino tipico di una buona colazione!
“Buon giorno!” mi disse quando entrai assonnato dentro la cucina.
“Buon giorno Ary” le risposi sbadigliando.
“Ti ho preparato la colazione!” esclamò, e io le sorrisi, sbadigliando ancora.
Appoggiai i gomiti sul tavolo e mi sorressi la testa. Quanto mi piaceva guardare quella donna! Era di statura media ma dal pavimento due gambe snelle si allungavano fino a raggiungere i glutei sodi e alti. Aveva una pancia piatta, tipica di chi pratica fitness regolarmente, e una terza abbondante di seno che sembrava immune alle leggi della gravità. Nel viso spiccavano un paio di labbra carnose e due occhi grandi, castani, con al centro un piccolo naso leggermente all’ insù. Il tutto era incorniciato dai suoi capelli a caschetto, neri come la notte. Ma ciò che più mi eccitava di lei era il suo essere madre della mia ragazza.
Mentre cucinava colsi l’ occasione per ammirarle il fondoschiena. Portava dei pantaloncini bianchi estivi, quasi trasparenti, che lasciavano intravedere il perizoma nero che si insinuava tra i suoi bei glutei sodi che oscillavano mentre si muoveva nella cucina. Rimasi lì a guardarli per un pò e fui deluso quando di colpo si girò per porgermi ciò che aveva preparato. Una delusione che durò pochi istanti. Una maglietta rossa a V lasciava in bella vista gran parte del seno di cui la quarantenne era portatrice, e i capezzoli che spuntavano attraverso il tessuto fine erano un chiaro segno dell’ assenza del reggiseno. Senza ritegno le guardai le tette mentre si sporse verso di me per porgermi il piatto. Il suo seno arrivò così vicino che avrei potuto leccarlo, ma quella bella scollatura si allontanò, lasciandomi l’ amaro in bocca.
Mentre io mi godetti la colazione , lei pulii la cucina, lamentandosi del caldo che in quei giorni estivi si faceva sempre più sentire.
“Con quest’ afa mi sento tutta sudata…” mi disse sorridendo “…dovrei sciacquarmi un pò!”.
La mia mente maliziosa già vagava tra le immagini di quella donna nuda e bagnata. La immaginai toccarsi tra gli schizzi d’ acqua, strofinandosi con l’ aiuto di una spugna insaponata. Le suggerii di farsi una bella doccia fredda e lei accettò di buon grado il mio consiglio e si allontanò, non prima di aver riposto nel lavello i miei piatti sporchi, donandomi un ulteriore occhiata del suo seno.
Mi alzai dalla tavola e usci dalla sala da pranzo. Passai davanti la porta della sua camera per arrivare alla mia, era semiaperta. Mi fermai un attimo ad osservare e la vidi: si spogliava con disinvoltura, credendo di non essere vista. Si tolse i pantaloncini, piano, facendoli scivolare lungo le cosce. Le ammirai le gambe snelle e lisce, colorite dall’ abbronzatura! Si tolse la maglietta in un gesto ampio. La sua schiena nuda mi celava la vista dei suoi seni, ma era comunque una bella vista. Si tolse anche il perizoma e sentii il mio membro farsi duro. Si girò e di corsa mi allontanai e mi avviai verso la camera che condividevo insieme alla mia ragazza. Ci mise un pò ad andare in doccia. Ma appena sentii l’ acqua scorrere corsi per cercare di spiare dal buco della serratura. Ma non riuscii a vedere nulla.
Deluso mi distesi sul letto, e insoddisfatto mi toccai, cercando di immaginarla completamente nuda, ma non ebbi nemmeno il tempo di cominciare a vagare con la mente che mi sentii chiamare.
“Giorgio! …” era la voce di Ary “‘Giorgio puoi venire un attimo?”.
Non me lo lasciai ripetere due volte.
Gridando “Arrivo!” mi catapultai davanti la porta del bagno. Bussai.
“Entra, entra pure” mi invitò la sua voce.
Così feci e vidi la sua testa che sbucava dalla tendina della doccia e il braccio indicare un punto accanto la porta.
Mi chiese: “Potresti prendermi il bagnoschiuma, per favore? I miei figli si dimenticano sempre di mettere quello nuovo, quando lo finiscono!”
“Certamente” risposi in modo cordiale.
Chiusi la porta, lo presi e sorridendo glielo porsi. Mi ringraziò e io mi voltai per uscire, ma non ebbi nemmeno il tempo di compiere un passo, che bussarono.
“Occupato! ” rispose Ary, istantaneamente.
“Mamma! Sono a casa! Sei sola?” Era la voce di Carola.
Sua madre le rispose: “Si tesoro gli altri sono usciti! ”
Questa risposta era chiaramente una bugia!
“Ok! Buona doccia!” Rispose la figlia, e si allontanò.
“Hai mentito?” chiesi a bassa voce.
“Sarebbe un pò difficile spiegare la tua presenza qui, non credi?” mi bisbigliò sorridendo.
“In effetti…ora che si fa?” le chiesi. “Niente. Aspettiamo e tra un po’ esci senza farti vedere! Ma dal momento che sei qui, che ne diresti di lavarmi la schiena?” mi propose ammiccando.
Accettai subito. Senza nemmeno pensarci.
Mi aprì la tendina della doccia dandomi le spalle! Mi apparve il lato b splendido, come l’ avevo visto prima, reso più eccitante dall’ acqua.
“Ary sei stupenda…” le sussurrai all’ orecchio “…ma mi stupisce che non ti vergogni nemmeno un pò a farti vedere nuda dal ragazzo di tua figlia. Anche se di te vedo solo una parte”.
Lei fece una grossa risata e poi rispose: “Adulatore! Proprio perché sei il ragazzo di mia figlia non provo vergogna, e poi sono stata sempre un pò disinibita, a mio marito piace questa mia caratteristica!…’
”Per quanto riguarda la visione che hai di me” continuò lei ”potrebbe essere anche migliore se solo…” inarcò il fondoschiena all’ indietro “…però accontentati di questa!” e tornò alla postura normale.
Di certo quella donna sapeva come provocare un uomo.
Cominciai a strofinarla. Con le mani incrociate nascondeva il seno, che dall’ alto del mio metro e ottanta mi ero illuso di vedere. Ma l’ eccitazione si stava facendo sempre più grande e decisi di provare a scioglierla con un massaggio. All’ inizio pensavo di aver osato troppo, ma dopo un po’ capii di aver fatto la mossa giusta. ‘Sei bravissimo!’ si complimentò, socchiudendo gli occhi e sospirando.
Mi avvicinai ancora di più, togliendo i sandali per entrare in doccia. Si abbandonò ai movimenti delle mie mani sulle sue spalle e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Entrai dentro la doccia e piano piano cercai di appoggiare il mio membro duro sulle sue chiappe. Appena il mio cazzo ebbe contatto con la sua pelle, Ary sussultò impercettibilmente, e dopo qualche secondo le sue natiche si dondolarono a destra e a sinistra, provocandomi un piacere non indifferente!
Non ero solito portare le mutande durante la notte, l unica cosa che divideva il mio pene dal suo corpo era un semplice pigiama estivo! Dall’ alto riuscivo anche ad avere una visuale abbastanza discreta del suo seno e dei suoi capezzoli turgidi, rosei e grandi. Feci avanzare piano piano le mie mani verso di loro. Lei inarcò la schiena per agevolarmi’
Tutt’ ad un tratto sentimmo il rumore di un oggetto che cade.
Io arretrai i polsi. Ary si irrigidì, e mi chiese: “Per favore vai a vedere che ha combinato Carola!”
Con rammarico risposi, visibilmente deluso, un secco “Va bene” e uscendo dalla doccia mi avviai verso la porta. La voce di Ary mi raggiunse mentre la mia mano si accingeva a prendere contatto con la maniglia: “vorrei usufruire ancora delle tue abilità con le mani! &egrave stato davvero piacevole!”
Sogghignai senza voltarmi, e senza rispondere aprii la porta, lasciando dietro di me lo scrosciare dell’ acqua.
Appena aprii la porta sentii chiari rumori provenire dal salotto, rumori che prima erano celati dalle mura e dall’ acqua della doccia.
“Sei bravissima, Carola!” ammetteva con piacere una voce di uomo.
Di lei non si sentiva nessuna voce, se non i tipici gemiti e suoni che fuoriescono da una donna mentre &egrave intenta a succhiare un pene.
Non mi sbagliai.
Mi nascosi per non essere visto, mentre davanti a me visualizzavo una scena alquanto eccitante. Mi sporsi abbastanza da vedere Carola, con indosso un costume giallo, in ginocchio tra le gambe di un uomo seduto sul divano, intenta a lavorarlo per bene con la bocca. La sua testa faceva su e giù con foga, frenandosi di tanto in tanto per leccare tutta l’ asta. Come qualsiasi ragazzo del 21esimo secolo, andai a prendere il cellulare per registrare il tutto.
Andai e tornai silenzioso come un gatto.
Cominciai a filmare accuratamente la scena, mi sporsi sempre di più, notando un particolare che mi era sfuggito: quel ragazzo seduto sul divano non era il suo fidanzato.
“Ma guarda un pò che troia!” pensai divertito.
Però la troia era davvero brava in quello che faceva! Mentre con la mano segava il membro, leccò dolcemente le palle del fortunato. Se ne mise una in bocca, seguita poi dall’ altra, leccando tutta l’ asta e tornando a lavorare sulla cappella!
Carola aveva 24 anni, un anno in più della mia ragazza. Ma delle tre donne di casa lei era quella con il seno più abbondante. La sua quinta misura di seno ondeggiava ogni volta che la sua testa saliva e scendeva con foga!
La sua testa e la sua mano si mossero sempre più velocemente, il ragazzo emise dei gemiti sempre più forti e poi esplose dentro la bocca di lei. Carola aspettò che la sua cavità orale fosse riempita a dovere e deglutì, ingerendo il tutto, o quasi. Un piccolo rivolo di sperma le colò dalle labbra. Si pulì con la mano e la leccò avidamente! Il ragazzo si ricompose e la ringraziò:
“Sei stata magnifica, come sempre!” affermò lui soddisfatto.
Lei gli rispose sorridendo: ” Avevi dubbi? Lo sai che lo faccio con piacere!”
Il ragazzo rise, lei si alzò, aspettò che si ricompose e gli ordinò:
“Adesso vattene che mia madre potrebbe uscire dal bagno da un momento all’ altro!
“Ok vado! Ti chiamo!” promise lui. Le diede un bacio sul collo e uscì di corsa!
Entrai in salotto pochi secondi dopo.
‘Ciao Carola!’ la salutai.
Sgranò visibilmente gli occhi e mi rispose con finta indifferenza: ‘Ciao Giorgio! Che ci fai qui? La mamma mi aveva detto che eri uscito!’
‘No, io stavo dormendo. Gli altri sono usciti tutti.’
‘Ah capisco”
‘C’ era Matteo? Ho sentito la porta che si chiudeva.’ (Matteo era il povero fidanzato cornuto)
‘Eh? Ah si si. Se n’ &egrave appena andato”
Era palesemente a disagio. Io mi limitai a guardarla sorridente.
Dopo qualche secondo mi chiese:
‘Per caso hai sentito o visto nulla?’
‘Secondo te?’ risposi, alzando lo schermo del telefono all’ altezza del viso e premendo ‘Play’.
Le immagini scorsero non prive di audio. Nel suo viso apparvero numerose sfumature di rosso.
‘Non pensavo avessi certe attitudini” la presi in giro.
‘Ascoltami’ per favore’ non farla vedere a nessuno’ specialmente a Matteo!’ mi pregò lei.
Capii di avere la situazione in pugno.
‘Questo dipende da te’ affermai.
Inarcò un sopracciglio e mi domandò incuriosita:
‘Dipende da me?’
‘Esatto. Per te quanto vale quello che ho in mano?’ domandai, ma conoscevo già la risposta.
”Tanto’ ammise lei.
‘Ed &egrave tanto quello che voglio!’ ribattei io.
Sentimmo aprire la porta del bagno, Ary uscì con indosso un accappatoio fucsia, il cappuccio abbassato e i capelli completamente bagnati.
‘Ciao Tesoro mio!’ esclamò sorridente Ary.
‘Ciao mamma’ ripose Carola in modo cupo.
‘Cos’ era quel rumore che si &egrave sentito prima?’ le chiese la madre
‘Era solo il posacenere’ Stavo camm”
‘Buon giorno Ary!…’ mi intromisi io ”stavo proprio dicendo a tua figlia che mi sono appena svegliato! Grazie per la colazione che mi hai lasciato sulla tavola! Si sente ancora il profumo!’
Ary mi guardò con uno sguardo divertito e mi rispose:
‘Sono lieto che ti sia piaciuta. Adesso scusatemi ma vado a vestirmi!’.
Detto questo, entrò in camera e chiuse la porta alle sue spalle.
‘Torniamo a noi” ripresi senza perdere tempo ”sai che dovrei prendere questo video e mandarlo al tuo ragazzo? ‘
‘No, non farlo! Sono sicuro che c &egrave un’ altra soluzione!’ obbiettò lei spaventata
Ormai era alla mia mercé.
‘Non la tirerò per le lunghe. Ti prometto che nessuno vedrà mai questo video, ma in cambio voglio che tu sia a mia completa disposizione! Capisci che intendo?’
Stese in silenzio per un lungo minuto senza rispondere.
Fece un lungo respiro, poi disse:
‘So che cosa vuoi intendere’ma non posso permettermi che qualcuno veda quel video’ Affare fatto.’
Non avevo alcun dubbio sulla sua risposta.
‘Benissimo!…’ esclamai, sprizzando gioia ”Suggelliamo questo patto!’
Così dicendo le porsi la mano. Lei la strinse. Io strinsi la sua e la tirai a me. Posi una mano sulla sua nuca e la baciai! All’ inizio sembrò quasi rifiutare il mio bacio, ma la mia lingua non ebbe difficoltà ad insinuarsi nella sua cavità orale, vorticando insieme alla sua! Successivamente le mie mani andarono entrambe a toccare il suo seno con energia. La sua mano scivolò dentro il mio pigiama e uscì fuori con il mio cazzo ben eretto.
‘Pensavo sarebbe stato più difficile!’ pensai. Pensavo che avrebbe opposto resistenza, all’ inizio. Invece cominciò a segarmi, mentre tra un bacio e l’altro ci muovemmo verso la sua camera da letto.
Entrammo, e con una spinta mi gettò sul letto. La guardai dal basso. Era un po’ più alta della madre ma aveva le cosce meno magre, un pizzico di pancia e i fianchi più larghi.
Si inginocchiò e mi tolse completamente il pigiama. Mi prese il membro con la mano e me lo appoggiò in mezzo alle sue tette. Mosse il busto strofinandoselo lungo le sue curve anteriori. Lo avvicinò alla bocca e lo riempì di saliva. Si mise le mani dietro la schiena e slacciò il sopra del costume, ma diede a me l’ onore di toglierlo.
Non lasciò che l’ enormi tette cascassero. Con le mani le prese entrambe, avvicinando i grossi capezzoli e strofinandoli sulla mia cappella, prima l’ uno e poi l’ altro. Li vidi diventare duri e sporgenti. Ulteriore saliva scese dalle sue labbra e si poggio sul seno. Se la spalmò addosso e mise il mio cazzo al centro. Strinse e cominciò a muoversi su e giù, dapprima piano, guardandomi negli occhi.
‘&egrave così che mi vuoi? ‘ mi chiese con sguardo accattivante, mentre le sue dita stringevano i capezzoli
‘Si, proprio così! ‘ le risposi visivamente eccitato
‘E mi prometti che nessuno saprà mai del mio tradimento?’
Ad ogni domanda aumentava il ritmo.
‘Si, hai la mia parola.’
‘E tu hai la mia che non te ne pentirai. Ma se mi freghi, dirò a mia sorella di noi!’ e non mi diede tempo di risponderle.
Sempre più veloce, i suoi seni scivolavano sul mio pene donandomi piacere. Allungò la lingua e abbassò la testa per leccare ad ogni movimento! Sentii il piacere invadermi. Da lì a poco esplosi. Il mio sperma schizzò sul suo viso e sulle sue tette macchiando anche i suoi lunghi capelli castani. Qualche secondo dopo gli schizzi terminarono e lei ripulì il mio membro con la bocca e con un fazzoletto si pulì il resto. Mentre io rimasi disteso sul letto, lei si rimise il costume.
La guardai, pensando a tutto ciò che le avrei fatto fare da lì a poco.
‘Questo &egrave solo l’ inizio.’ le dissi
‘Di certo non mi aspettavo che fosse finita qui.’ rispose lei, lasciando la stanza.
“Forse &egrave solo una mia impressione…” pensai “…ma sembrava quasi divertita!”. Mi svegliai ad ora di pranzo. La sera prima avevamo avuto una festa da alcuni parenti di Alessia. Da quando ero arrivato era un susseguirsi di feste, cene e uscite. Era davvero divertente, ma non avevamo avuto un momento di intimità e questo aveva influito molto sullo stato di eccitazione in cui mi ero ritrovato al risveglio. Erano passati un paio di giorni dal mio incontro ravvicinato con Carola, e da allora nemmeno con lei avevo avuto altre esperienze. La sera prima, durante la festa, preso dall’ eccitazione e consapevole della mia situazione di potere nei suoi confronti, mi ero avvicinato a lei per una normale conversazione, in cui le avevo intimato di sottostare ad alcune ‘regole’, se non avesse voluto che il video fosse mostrato a terzi.
Ridendo mi aveva risposto:
‘Non se ne parla! &egrave già tanto quello che faccio!’
Anch’ io avevo riso, e prendendo il telefono, avevo scelto un destinatario a cui inviare la prova tanto temuta.
Non scorderò mai il cambiamento di espressione che mi aveva mostrato quella sera il suo viso. Con la preoccupazione che le si leggeva chiara in volto aveva cercato di strapparmi via il telefono.
‘Che cazzo hai fatto?’ il suo tono rasentava il singhiozzo.
‘Ho fatto solamente ciò che ti avevo avvertito avrei fatto, se non avessi collaborato.’
‘L’ hai inviato a Matteo?’ mi aveva domandato con occhi lucidi.
‘No. Per adesso no.’ l’ avevo rassicurata.
Per un attimo era apparsa sollevata, ma la sua preoccupazione tornò, chiedendomi:
‘E allora a chi l’ hai inviato?’
‘Non lo saprai.’ la mia risposta fu secca.
La persona in questione era Salvo, mio cugino. Avevamo la stessa età, e il nostro stretto rapporto d’ amicizia andava ben oltre il legame di sangue. Lui era una delle poche persone di cui avessi fiducia. Avevo già avvertito Salvo degli avvenimenti degli ultimi giorni e, prevedendo le resistenze di Carola, l’ avevo già informato sul video.
‘Insomma, cosa vuoi?’ mi aveva chiesto irritata
‘Niente di difficile. Voglio solo controllarti” le avevo sussurrato all’ orecchio.
Questa volta non aveva riso. Era rimasta in silenzio con gli occhi bassi.
”poiché sei solita immergerti in situazioni piccanti, pretendo che ogni qualvolta tu stia per compiere atti che prevedano il sesso, tu mi debba contattare per chiedere il permesso di compierli. Sarà una mia decisione concedertelo o meno.’
Per un attimo aveva sgranato gli occhi, lasciando intendere che avesse qualcosa da ridire, ma poi:
‘Va bene.’ visibilmente piena di collera aveva chiuso la conversazione mostrandomi la schiena e allontanandosi.

‘Buon giorno, tesoro!’ mi salutò Alessia, dandomi un bacio.
‘Buon giorno a te!’ risposi col sorriso, dopo aver contraccambiato.
‘Ti stavo venendo a svegliare. &egrave pronto!’ mi riferì.
‘Di già? Ma quanto ho dormito?’ le chiesi sorridendo.
‘Direi anche troppo! Anche se ieri siamo andati a letto alle quattro del mattino!’ mi ripose prendendomi per mano. Insieme ci avviammo verso la sala da pranzo. Appena entrato, salutai tutti. Erano già seduti a tavola. Notai che, oltre a me, a pranzo quel giorno era presente come ospite il fidanzato di Carola, Matteo. Salutai lui con una stretta di mano e mi sedetti anch’ io, accanto alla mia ragazza. Il pranzo proseguì regolarmente, tranne per qualche occhiataccia lanciata da Carola nei miei confronti.
Finito il pranzo seguirono risate e gossip aspettando il caff&egrave. Alessia si avvicinò a me e mi domandò:
‘Di pomeriggio noi nipoti andiamo andiamo a trovare il nonno, vuoi accompagnarci?’
‘No no no!…’ s’ intromise la madre ”Vi accompagnerà Matteo dal nonno! Giorgio e papà mi servono per la spesa. O volete restare a digiuno stasera?’
‘Signorsì Signora!’ rispose il padre divertito.
Tra le risate generali, Alessia mi bisbigliò: ‘Secondo me mio padre sta usando una scusa per conoscerti meglio.’
Fui ancora più divertito, e risi con più gusto!
Terminato anche il caff&egrave, i ragazzi andarono a prepararsi, e io osservai sogghignando l’ amore che strabordava dai gesti pieni di affetto dell’ inconsapevole, pluricornificato, Matteo.
Alessia arrivò in cucina con la borsa in mano e gli occhiali da sole, mi salutò con un casto bacio sulle labbra e io l’ accompagnai alla porta. Gli altri uscirono prima di lei. Sull’ uscio mi disse:
‘Sono davvero dispiaciuta che non abbiamo avuto tempo per stare assieme! Ti prometto che rimedieremo presto!’
Ammiccò e io l’ abbracciai dicendole che sapevo benissimo che la sua lontananza non era voluta.
Salutandola, chiusi la porta.
Tornato in cucina trovai Ary occupata nel lavaggio dei piatti e Alfio, il marito, concentrato davanti la televisione. Appena terminato il lavaggio delle stoviglie, Ary iniziò a lamentare un dolore lancinante al collo:
‘Giorgio potresti aiutarmi? Sei bravo in questo genere di cose!’
Effettivamente avevo sempre nutrito la passione per i massaggi, a livello autodidattico.
In un primo momento fui titubante, a causa della presenza del marito, ma poiché lo vidi accondiscendente, la feci sedere e cominciai a massaggiarle le spalle. Date le mie conoscenze basilari notai una piccola zona di tensione su di esse, ma niente che potesse causarle quel dolore enunciato precedentemente. Il rilassamento di Ary dopo pochi minuti divenne tangibile. Anche suo marito se ne rese conto, e sorrise dal divano, guardandola in quello stato. Fu proprio lui ad avanzare una proposta:
‘Giorgio, visto che sei così bravo perché non la fai distendere sul tavolo e le fai un massaggio come si deve?’
‘Ottima idea!’ esclamò Ary, e tolse le poche cose rimaste sul tavolo, senza darmi alcuna possibilità di controbattere(non che ne avessi intenzione).
Si adagiò prona su di esso e io continuai la mia opera di rilassamento.
I movimenti delle mie mani su di lei ottennero i risultati desiderati, impediti solamente dalla presenza della sua maglietta azzurro cielo. Accortasi di ciò, Ary mi propose:
‘Sento che la maglia ti rende un po’ impacciato, vuoi che la tolga?’
Il mio primo pensiero fu: ‘Si! Ti prego, spogliati! Voglio vedere il tuo seno nudo!’
Ma la mia risposta, indubbiamente inibita dalla presenza del marito, fu diversa:
‘No, non ti preoccupare! Va benissimo così! Anche se risulterebbe più vantaggioso per entrambi se la togliessi!’
‘E allora me la tolgo!’ insistette lei.
Tra le risate del marito, si mise in una posizione più agevole, prese la maglia con entrambe le mani e la tolse con un unico movimento, mostrandomi parte del seno nudo(con mio grande piacere), prima di riprendere la posizione iniziale del massaggio.
‘Certe volte mia moglie non conosce il pudore” dichiarò lui ”ma questo dovresti saperlo. Mi ha raccontato del vostro incontro in doccia.’
Sbiancai. Le mie mani si bloccarono. Deglutii. Non proferii parola. Cominciai a balbettare ma non riuscì a dire nulla che avesse senso compiuto. Ary rise con gusto. Alfio sorrise.
‘Stai tranquillo” mi confortò lui ”non ho nessun motivo per essere arrabbiato con te’anzi!’
“Quello che mio marito vuole dire &egrave che va bene se continui.” mi riferì lei.
“Non ti preoccupare, non stai facendo nulla di male.” mi spronò lui.
Rinsavii e mi ritrovai perplesso ma allo stesso tempo intento a non perdere l’ occasione donatami per toccare quel corpo. Continuai il mio massaggio. Aprii per bene le mani e le massaggiai tutta la schiena, dalla zona cervicale a quella lombare. Indugiai sul fondo schiena.
“Più giù!” mi incitò lei e con le mani fece scivolare in basso i pantaloncini dello stesso colore della maglia, mostrandomi un perizoma verde acqua. La sua voce lasciva mi domandò:
‘Mi aiuteresti a toglierli?’
Le mie mani accarezzarono quei glutei sodi, mentre esaudivo la sua richiesta. Mi soffermai su di essi, massaggiandoli per bene. Scivolai sulle gambe e poi sui talloni, per risalire di nuovo sul suo culo marmoreo. Alfio cambiò visibilmente posizione. Preso ormai di coraggio, insinuai le mani tra i glutei. La signora non protestò, anzi ne fu felice e inarcò il bacino. Con una mano continuai il massaggio tra le sue gambe, con l’ altra ritornai sulla schiena. Alfio, dalla sua comoda postazione, osservava con attenzione. Ripensai a ciò che stava succedendo e a ciò che mi avevano detto in precedenza. Era strano che il mio incontro in doccia non gli avesse causato il minimo fastidio, ed era ancora più strano che anche in quella situazione non avesse niente da ridire. La mia mano percepì un intenso calore, e si soffermò sulla sua fonte.
Anche con il perizoma riuscii a sentire l’ umido che si estendeva dall’ intimo della donna. Era impossibile che il marito non se ne fosse accorto, vedendo il suo sguardo soddisfatto, il dubbio che avevo in testa diventò certezza: lui voleva che lo facessi.
Mentre dalla mia mente scaturivano questi pensieri, lui si alzò e uscì dalla stanza. Non ne capii il motivo, ma Ary sembrò percepire il mio stato tentennante, perché subito dopo mi confessò:
“Sai, mio marito &egrave particolare. Ha certe voglie che altri uomini non hanno. So che ci starai pensando da un po’, quindi tanto vale che te le dica io’Non so se hai notato che tutto questo &egrave stato pensato per metterti più a tuo agio con il mio corpo’ Penso tu abbia ormai capito che a mio marito piace vedermi in mano ad altri uomini…’ io rimasi in silenzio ad ascoltare le sue parole “…Quando l’ ho sposato neanche lui era a conoscenza di questa sua caratteristica. Col tempo sia io che lui ci siamo resi conto della sua eccitazione in certe occasioni. Cominciò ad elargire richieste diverse: all’ inizio mi chiese di vestirmi in modo provocante davanti ad i suoi amici; poi mi chiese di interagire in chat erotiche con altri uomini, spronandomi ad osare sempre di più; e alcune volte ho anche fatto finta di niente quando alcuni ospiti ubriachi si sono presi la libertà di palpare il mio corpo. Devo ammettere che fino da allora la cosa mi eccitava e arrivai persino ad inviare foto del mio corpo nudo ad estranei…” ascoltai, rapito dal tono profondo e pieno di sentimento che si percepiva nella sua voce. Mentre parlava, il suo bacino continuava a muoversi. lo presi come un chiaro invito a proseguire. Spostai il perizoma di lato, attento ad eventuali reazioni, e misi dentro un dito. Ary si bloccò per un attimo, poi continuò: “…Una sera, mentre eravamo a letto mi dichiarò, senza mezzi termini, che in lui vi era una voglia irrefrenabile di lasciarmi fottere da un altro'” il racconto si faceva sempre più eccitante e più andava avanti più il mio dito si muoveva velocemente.
”All’ inizio fui presa da un impeto di rabbia, credevo stupidamente che mio marito non mi amasse più’poi” il suo respiro si faceva sempre più pesante e irregolare ”poi’poi parlammo, parlammo a lungo e capii che questo era il suo modo di essere, il suo modo di volermi e di amarmi’Decidemmo di cominciare questa nuova avventura insieme trovando una persona fidata. Non volevamo che cominciassero a girare voci su di noi’ ‘ la sua figa bagnata mi permise di mettere dentro un altro dito senza difficoltà. Ary stentava a tenere il filo del discorso ”qualche settimana dopo, mi lasciai scopare ubriaca dal migliore amico di Alfio, nella nostra camera da letto, mentre lui ci guardava soddisfatto’ah!…’ i gemiti di piacere cominciarono a essere incontrollabili ”non scorderò mai quella notte’ah’ah’non ci andò per niente leggero con me, pur essendoci mio marito’ah’ah’ah’
Feci entrare il terzo dito.
‘Ah! Aah! Aaaah!’ poi il suo respiro si fermò e ci fu il silenzio, e fui davvero soddisfatto dell’ obbiettivo appena raggiunto!
Passò qualche secondo.
Poi si alzò e si mise in piedi davanti a me e mi guardò con sguardo ammaliante. Si voltò, ma senza perdere il contatto visivo, e molto lentamente si tolse il perizoma, lasciandolo scivolare sulle sue gambe snelle. Si rigirò, permettendomi di ammirarla in tutta la sua nudità, fece avanzare la mano destra lungo la pancia piatta mentre la mano sinistra era intenta a toccare il seno controlaterale. La sua mano destra si insinuò tra le sue gambe. Poi mi chiese:
‘Mi vuoi?’
‘Si!’ risposi senza distogliere lo sguardo dal suo.
‘Allora se lo vuoi prendimi qua, davanti a mio marito!’ Aggrottai leggermente la fronte e lei continuò dicendo”Ha lasciato la stanza per non farti sentire a disagio, ma ci guarderà, stanne certo! Non si perderebbe mai una scena del genere!’
Sotto lo sguardo del marito o meno, il mio cervello stava elaborando un unico pensiero: fare mia quella donna.
Mi avvicinai a lei e la vidi inginocchiarsi. Prostrata ai miei piedi, aprì la bocca e uscì fuori la lingua. Non aspettai un attimo. Uscii il mio cazzo dai pantoloni, già quasi eretto grazie agli avvenimenti, e glielo misi davanti agli occhi. Lei lo prese e cominciò a leccarlo, dalle palle alla cappella. Mi segaò mentre mi guardava fisso negli occhi e io guardai i suoi scrutando al loro interno tanto desiderio. Con forza le infilai il mio cazzo dentro la gola. I suoi occhi rimasero lì impassibili a guardarmi. Prendere l’ intera asta del mio pene risultava venirle naturale. Lo uscì fuori e continuò a leccarlo, lo mise di nuovo in bocca, lo succhiò e poi lo leccò ancora. Le sue mani tastavano le mie palle e si muovevano su e giù lungo il mio pene, in sincrono con la sua testa. I suoi occhi si socchiusero. Poi si riaprirono. Mi guardarono e si socchiusero di nuovo. Le presi la testa e ricominciai a fotterle la bocca e mentre i suoi occhi guardavano me, io guardavo i suoi. Sembravano chiedere ‘di più!’. Tirò la testa indietro e successivamente la portò in avanti per leccarmi le palle e da lì salì per tutta l’ asta soffermandosi di nuovo nel succhiarmi la cappella. La sua saliva fuoriuscì copiosamente dalla bocca, e si mosse su e giù insieme alla mano stretta intorno al mio membro!
Dal suo viso si intravedeva il gusto che provava nell’ eseguire quell’ atto. I suoi occhi si abbassarono e ritornarono a guardare i miei.
Si mosse indietro. Appoggiò prima i glutei, poi la schiena. Si distese per bene sul pavimento, allargò le gambe e mi ordinò: ‘Fai godere questa donna!’
Nel parlare, si massaggiava lentamente la figa.
Prima di penetrarla la stuzzicai, strusciando la cappella sul suo clitoride. Poi lo misi dentro
Una sensazione di calore mi avvolse! Quella donna sembrava avere le fiamme tra le cosce!
I suoi gemiti di piacere cominciarono a pervadere la stanza. Il mio cazzo si muoveva dentro di lei e i suoi gemiti aumentarono fino a diventare grida.
‘Si! Scopami così!’ mi gridava.
Le sue braccia cinsero il mio collo.
‘Penetrami con forza!’ mi gridò ancora, con il viso in estasi.
Gridava sempre più forte:
‘Adoro come mi scopi!’
Gridava in parte per il suo piacere, in parte per il piacere del marito.
Aumentai la velocità, e la sentii esplodere in un altro orgasmo!
Subito dopo le ordinai di mettersi a quattro zampe.
La penetrai da dietro.
‘Adoro essere scopata in questa posizione!’ mi confidò mentre il mio pene si faceva ancora una volta strada dentro di lei.
Cominciai fin da subito a sbatterla con foga, a ritmo sempre più incalzante.
Osservai i suoi glutei sodi, allargati dalla posizione, muoversi mentre la donna che li possedeva veniva scopata con forza.
Preso dal momento, iniziai a sculacciarla e a chiamarla ‘puttana’. Lei si voltò a guardarmi, con lo sguardo colmo di piacere. Abbassò la testa, appoggiandola al pavimento e mettendo le braccia in avanti. Inarcò ancora di più il bacino e mi bisbigliò:
‘Continua’
Ciò non fece altro che eccitarmi ancora di più.
Guardai la sua cavità anale, mi riempii il pollice di saliva e glielo appoggiai sopra. Con piccoli movimenti circolari cercai di infilarlo dentro. Con mio momentaneo stupore, entrò con facilità. Percepii la sua vagina stringersi. Mossi il mio dito in sincronia con il bacino e ascoltai la donna godere sotto i miei colpi. Le grida aumentarono di nuovo d’ intensità. Più il mio dito e il mio cazzo la penetravano, più lei gridava! E mentre cercai di infilare un secondo dito dentro il suo ano, lei esplose in un orgasmo, più forte e lungo dei precedenti!
Mentre il suo orgasmo scemava, capii che anch’ io ero al limite.
Uscii fuori dal suo corpo, e la feci inginocchiare di nuovo, mentre mi masturbavo con velocità. Lei si aprì la bocca come aveva fatto precedentemente, ma tenne gli occhi chiusi. Il mio seme, di lì a pochi secondi, sprizzò sopra di lei. Lei accolse i mie getti sul viso, l’ ultimo si infilò nella sua cavità orale.
Leccò la sborra sul mio cazzo, finché non fui soddisfatto. Poi, con il viso ancora sporco del mio sperma procedette con il racconto di prima, come se non fosse stata mai interrotta:
”pur essendo mio marito davanti a noi, lui mi scopò con la forza e l’ assenza di inibizioni donate dall’ alcool. Io lo lasciai fare. Anche lui come te mi fece godere; anche lui come te mi sculacciò a pecora e mi chiamò ‘puttana’ davanti ad Alfio; e anche lui come te mi riempì il viso di sperma’e mi piacque!…’ sembrava quasi immersa nei suoi ricordi. Si alzò lentamente
”Ma quella stessa notte, dopo alcuni attimi, mio marito mi prese e mi fece sua mentre dalla mia faccia ancora colava lo sperma di un altro uomo’e fu indimenticabile!’
Ancheggiò fino all’ uscio della porta e concluse dicendo:
‘Anche adesso dal mio viso cola lo sperma di un altro uomo.’
Lasciò la cucina, e si diresse verso il suo coniuge.

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