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Racconti di Dominazione

La Casa Della Libidine

By 8 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

PERSONAGGI PRINCIPALI

CLARISSA ‘ Ricca e bellissima signora di quarant’anni, proprietaria di una grande villa fuori città.

MARIO ‘ Sessantenne che lavora in casa di Clarissa. Adempie alle funzioni di maggiordomo, cuoco e più in generale ‘tuttofare’. Il suo aspetto è orripilante. Basso, grasso, e peloso, sembra nato da un incrocio con una scimmia.

MARCO ‘ Narratore della storia. Ragazzo di ventidue anni. Moro e occhi scuri. Fisico nella media.

FRANCESCO ‘ Miglior amico di Marco. Anche lui ha ventidue anni. Capelli biondo cenere, fisico nella media.

ALESSANDRO ‘ Ventidue anni. Amico di Marco e Francesco. Capelli castani, fisico nella media.

GIULIA ‘ Venti anni. Attuale fidanzata di Marco. Capelli biondo scuro, occhi marroni e terza di seno.

LUISA ‘ Ragazza di ventuno anni. Una biondina tutto pepe, piccola di statura ma con un seno enorme: una quinta messa sempre in risalto da generose scollature.

STEFANIA ‘ Anche lei ha ventuno anni. Castana, occhi verdi, terza di seno.

ARIANNA ‘ Venti anni, è soprannominata ‘la pompinara’. In città è famosa per la sua abilità con la bocca. Una ragazza graziosa, esile e con poco seno, ma con due bellissime labbra.

ELISA ‘ Altra tettona del gruppo, anche se non quanto Luisa. Lei ha una quarta. Mora e riccia, occhi marroni. Ventidue anni.

CARLA ‘ Ventuno anni. Mora e occhi verdi, capelli lisci. è molto alta; una seconda abbondante di seno e un culetto sodo. In passato ha avuto una relazione con Marco.

PROLOGO

“Voi non sapete cosa significhi godere”, disse la signora Clarissa, squadrandoci uno ad uno. Era una bellissima donna di quarant’anni. A prima vista, era facile ritenerla molto più giovane. Io stesso stentavo a darle più di trentacinque primavere.
Alta, con un fisico statuario, messo sempre in risalto dagli splendidi abiti che portava. Un sedere scolpito, meraviglioso, e una terza di seno che calamitava gli sguardi di tutti. Capelli neri con qualche sfumatura di rosso e occhi scuri come la pece. Era meravigliosa. Era difficile restarle indifferenti, per gli uomini e anche per molte donne, che seppur senza provare interesse sessuale, la guardavano con un misto di ammirazione e invidia. Il suo fascino era irresistibile.
Tutti noi conoscevamo la signora Clarissa. Era una delle donne più ricche della città e viveva da sola in una grande villa isolata, a diversi chilometri di distanza dal centro abitato. Era single ormai da molti anni, da quando cioè aveva cacciato il marito di casa, per ragioni che non conoscevamo. Da allora varie leggende giravano su di lei. Che fosse una mezza ninfomane e che non mancasse di portarsi periodicamente a casa dei giovani ed aitanti ragazzotti per soddisfare i suoi bisogni sessuali. Non sapevamo quanto fossero fondate quelle chiacchiere; di certo, se lo erano, gli eventuali ‘ragazzotti’ avevano tutta la mia invidia. Chi non avrebbe voluto giacere nel letto insieme a lei?

Quel pomeriggio mi trovavo in un bar con alcuni miei amici. Sedevamo ad un tavolino, chiacchierando del più e del meno. C’ero io, vale a dire Marco, un ragazzo come tanti, ventidue anni e tanta voglia di evadere dalla noia di tutti i giorni. Al mio fianco c’era Giulia, la mia ragazza: vent’anni, capelli biondo scuro, occhi marroni e terza di seno, era senza dubbio un bel pezzo di femmina. Stavamo insieme ormai da quasi un anno e ci trovavamo molto bene.
Dall’altro lato del tavolo, sempre al mio fianco, sedeva Francesco, il mio migliore amico. Aveva la mia stessa età e ci conoscevamo da moltissimo tempo. Capelli biondi e un fisico nella media, era decisamente un bel ragazzo, con una fama di grande rubacuori.
Vicino a lui sedeva Alessandro, nostro coetaneo nonché amico, per quanto non intimo come lo eravamo Francesco ed io.
Poi c’era Luisa, la più figa di tutta la comitiva, almeno secondo il sottoscritto. Una splendida ragazza di ventuno anni. Una biondina tutto pepe, piccola di statura ma con un seno enorme: una quinta messa sempre in risalto da generose scollature. Mamma mia, quante seghe mi ero sparato in passato pensando a quelle bocce pazzesche! Lo ammetto senza alcuna vergogna. Se fosse stati lì e aveste visto quelle poppe da sogno mi comprendereste.
Vicino a Luisa c’era Stefania, anche lei una ragazza su cui avevo fatto pensieri non troppo puliti. Ventuno anni, castana, occhi verdi e terza di seno, nascondeva a mio parere, dietro un’aria da santarellina, lo spirito della vera porca.
Arianna, coetanea di Giulia, era soprannominata ‘la pompinara’. In città era famosa per la sua abilità con la bocca, almeno stando alla testimonianza di chi l’aveva provata (o diceva di averlo fatto). Una ragazza graziosa, esile e con poco seno, ma con due bellissime labbra. Confesso anche questo: più di una volta avevo immaginato di poterlo infilare in quella calda boccuccia…
Infine c’erano Elisa e Carla, entrambe di ventidue anni. Elisa era l’altra ‘tettona’ del gruppo, anche se non dotata quanto Luisa. Lei aveva una bella quarta, all’apparenza morbida, tutta da palpare e leccare. Mora e riccia, aveva dei grandi occhi marroni.
Carla era invece una vera e propria stallona: altissima davvero. Mora e occhi verdi, capelli lisci, una seconda abbondante di seno e un culetto sodo. In passato avevo avuto una relazione con lei. Eravamo stati insieme per diversi mesi ed erano stati giorni infuocati. Giulia, la mia attuale fidanzata, non era però infastidita dalla sua presenza; ormai erano diventate buone amiche e si poteva uscire tutti insieme.
Insomma era questa la comitiva. Ricapitolando (immagino che non sia semplicissimo, all’inizio, ricordare così tanti personaggi) il nostro gruppo era così formato: Io, Francesco e Alessandro rappresentavamo la componente maschile, Giulia, Luisa, Stefania, Arianna, Elisa e Carla quella femminile. Mi ritenevo fortunato di poter uscire quasi quotidianamente con tutte quelle ragazze, (per quanto fossi fidanzato e quindi non potessi osare più di tanto), anche perché, ognuna con qualità diverse, erano tutte molto belle.
Ma torniamo a quel fatidico pomeriggio, che segnò l’inizio di un’esperienza incredibile.

Eravamo, come dicevo, seduti al bar. Chiacchieravamo di sciocchezze, argomenti che in realtà non interessavano nessuno. Finché quella tettona di Luisa, la più maliziosa della comitiva, aveva spostato la discussione sul sesso. Chi più spudoratamente chi in maniera più timida e impacciata, avevamo iniziato a raccontarci alcune nostre esperienze, quelle che per un motivo o per un altro erano rimaste maggiormente impresse nella nostra memoria.
Fu allora che la nostra conversazione venne interrotta da una voce.
‘Voi non sapete cosa significhi godere’.
Questa affermazione ci lasciò tutti stupiti. Ci voltammo e ci trovammo di fronte la signora Clarissa. Tutti la conoscevamo di fama, chi più chi meno. Le sua ricchezza e le sue misteriose abitudini erano famose in tutta la città.
Non avevamo notato la sua presenza all’interno del locale. Evidentemente era rimasta ad ascoltare i nostri discorsi sul sesso in silenzio, senza farsi vedere, per intervenire soltanto ora.
Infatti disse sorridendo:
‘Ho ascoltato la vostra discussione e i vostri episodi erotici. Niente di straordinario, anzi, direi che tutte le vostre esperienze rientrano nelle categorie del banale e dell’ordinario. Niente di veramente eccitante. Non sapete cosa sia godere. Ma io sì’.
‘Cosa vorrebbe dire, signora?’ chiesi io.
‘Voglio dire che potrei mostrarvi i veri orizzonti della libidine, se lo volete. Il vero volto della lussuria, del piacere, del godimento puro. Sono disposta a guidarvi lungo questa perversa strada, se sarete d’accordo…’
Notai che a Francesco si erano illuminati gli occhi. Sembrava non credere alle sue orecchie.
‘E come, signora?’ chiese, mentre la voce tradiva il suo entusiasmo e la sua eccitazione.
Clarissa sorrise. ‘Come certo tutti voi saprete, sono proprietaria di una grande villa fuori città, nella quale vivo da sola insieme ad una sorta di domestico. è una casa grande e può ospitarvi tutti; le stanza sono ampie e pronte ad accogliervi. Se lo desiderate, sarete miei ospiti per quanto tempo vorrete, o fino a che io non mi sarò stancata della vostra presenza. Se accetterete, conoscerete il verso significato della parola orgasmo; naturalmente durante tutta la durata del soggiorno io sarò la vostra padrona. Chiunque li ritenesse troppo stravaganti o bizzarri se ne andrà immediatamente; sarete naturalmente liberi di scegliere, non cercherò di forzarvi o di plagiarvi. Ma se accetterete di seguirmi come guida, vi mostrerò cos’è davvero il piacere…’
La signora Clarissa trafficò con la borsetta e tirò fuori un biglietto da visita.
‘Ecco’, disse ‘qui sopra c’è scritto il mio numero di telefono. L’indirizzo già lo conoscete. Ora me ne vado. Voi parlate tra di voi e prendete la vostra decisione. Quando sarete giunti ad una scelta, telefonatemi e fatemi sapere. Entro domani, però; altrimenti l’offerta non sarà più valida. Non ho tempo da perdere, né mi piace che mi si lasci aspettare. Se deciderete di venire, vi attenderò per domani sera. E inizieremo a divertirci…’
Detto questo si allontanò.

Restammo a guardarci per un po’, senza dire niente. Mi interessava soprattutto l’espressione della mia ragazza: Giulia non sembrava infastidita dall’esplicita proposta della signora Clarissa; anzi mi sembrava di vedere i suoi occhi brillare.
‘Che ne dici?’ le sussurrai all’orecchio. ‘Potrebbe essere un buon modo per uscire dalla noia della routine… potrebbe essere una situazione eccitante’.
‘Sei il solito porco’ mi rispose, ma non era arrabbiata. Anzi, nel suo tono percepii eccitazione e sfida. A sorpresa, fu proprio lei a comunicare il primo verdetto: affermativo, naturalmente.
‘Io ci sto’, disse.
Incredibilmente, a ruota tutti gli altri diedero risposta affermativa. Erano tutti d’accordo ad intraprendere questa avventura. Tutti probabilmente affascinati da una proposta tanto eccitante e misteriosa…
‘Naturalmente ci sto anch’io’, dissi infine. ‘Domani sera andremo alla villa della signora Clarissa. Vedremo se i giochi erotici che ci proporrà saranno davvero eccitanti come lei ha promesso…’
Continuammo a guardarci tra noi per un po’, senza dire altro.
Il sottoscritto, Francesco, Alessandro, Giulia, Luisa, Stefania, Arianna, Elisa e Carla: tutti e nove non vedevamo l’ora di iniziare. L’impazienza e l’eccitazione erano scolpite sui nostri volti.
Più tardi chiamai la signora Clarissa e le comunicai il responso del gruppo.
Eravamo pronti.

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