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Racconti di DominazioneTrio

la festa di San Valentino

By 15 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

la festa di San Valentino
Ti stai mettendo la camicia bianca. L’ho sempre detto che il bianco ti dona , il collo abbronzato spunta invitante e vorrei leccarlo. Fatti vedere. Mi mostro. Indosso calze velate nere, il reggicalze portato alto in vita, un paio di slip  alti sui fianchi e inesistenti nel solco del culo.Niente reggiseno, ti piace mettermi in mostra. Cammino verso di te sui tacchi alti. Avvicinati….hai in mano il collare, quello di raso con gli strass. Abbasso il collo, lo allacci . Mi guardi negli occhi e mi baci profondamente. Sono tua, stasera sarò il cioccolatino della festa. Una giravolta leggera, costretta dal tuo braccio, bel culo sodo! e lo schiaffeggi . Con la mano mi inclini la schiena facendomi sporgere le natiche, stringi tra le mani le mutandine e mi fai entrare dentro la riga di pizzo.Giochi per un attimo con il cazzo appoggiato su di me . Andiamo. Indosso il cappotto , la mascherina è nella borsa. Stasera saremo parecchi mi dici, vedrai sarà una bella festa. Mi sento bagnata e agitata, e tento una conversazione intimidita. Mi stringi la mano, sembra una normale serata tra coppie. Lo sarà, una serata tra coppie, ma il concetto di normalità all’alba assumerà una densità nuova nella mia mente. Sembra che tu mi legga dentro, mentre la tua mano scivola sotto al cappotto e inizia a strizzarmi i capezzoli. Mi fai male, sei violento, ma non nascondo la mia eccitazione, inizio ad agitarmi sul sedile dell’auto, a stringere le chiappe convinta che questo riesca a farmi sopportare di più il dolore. Digrigno i denti e tu scoppi in una risata. La mia cucciola, povera piccolina! cosa le tocca sopportare. Le auto non sono molte, ne conto una decina. La villa è cautamente poco illuminata , penso sia una scelta ben precisa non farlo. All’interno luce aranciata, quella di candele accese. Affondo con i tacchi  nel prato umido. Fa freddo, ma non me ne accorgo se non per i capezzoli appuntiti e doloranti. Mi porgi il braccio, apro la borsa e mi metti la mascherina. Sei bellissima dici, ed entriamo senza una parola. Eccoti arrivato! da quanto tempo non ci vediamo? saranno anni! Intanto un uomo mi chiede il capotto. Mi vergogno a levarlo, sono completamente nuda sotto e vulnerabile. La mascherina mi occlude parzialmente lo sguardo, ma riesco a intravedere altre donne agghindate come me. Qualcuna indossa solo calze e scarpe, altre hanno solo il reggicalze e il collare, altre ancora girano completamente nude per il salone. E non mi  presenti la tua donna? Basta un tuo cenno verso il mio seno, e il padrone di casa si avvicina. Ha un buon profumo, ma tu mi conosci abbastanza bene per sapere che vorrei scappare. Per questo mi afferri le spalle e mi porgi a lui. Mi accarezza piano, facendo scivolare il dito lungo il seno. Arrivato al capezzolo lo osserva per un attimo e poi lo prende tra le dita per strofinarlo . Mi blocchi immediatamente da dietro stringendo il guinzaglio e inizi a baciarmi sul collo. Lui prova a spingermi  il capezzolo dentro e continua a scendere verso l’ombelico. Non parla, e tu lo guardi attentamente. Non si lascia scappare alcun commento, ma lo vedo sbottonarsi la patta . Ti presento la mia , e chiama forte il suo nome. Arriva. Giovanissima, bionda, molto in carne. Su, presentati per bene a Giovanni. Io sono sotto il tuo comando, la tua mano mi muove e mi costringe ad inginocchiarmi. Vedo la mano che hai libera scendere sul seno della ragazza e palpare con forza . Il padrone di casa ha il cazzo in erezione. Apro la bocca, lo lascio entrare. Tu sei meglio, il tuo è più grosso e lo adoro. E’ brava la tua donna sai? Tu stai ancora giocando col seno della bionda , e intanto io pulisco per bene tutto il bordo della cappella del padrone di casa. Mi sta facendo un pompino fantastico sai? Alzo lo sguardo, mettendomi di fianco perchè voglio guardarti mentre mi scopa in bocca. Mi piace quello che vedo, mi piace vedere la bionda che ha le tue dita addosso. All’improvviso vi staccate tu da lei e lui da me. Mi trovo nuovamente all’impiedi, davanti ai tuoi occhi. Mi accarezzi , sai di cazzo mi dici.  Si lo so, ma non è il tuo odore questo. Scoppi a ridere, e prendi il guinzaglio mentre cammini verso la musica. Il salotto è grande e ben arredato. diversi gruppi di persone conversano a voce bassa. Mi indichi il divano , sul quale comodamente seduto un uomo sta accarezzando la tesa ad una donna nuda che lecca le sue palle. Ti guardo interrogandoti, cosa vuoi che faccia? Siediti lì in mezzo. Obbedisco, e l’imbarazzo è tremendo. Mi vergogno e ne sono eccitata. Il divano mi accoglie senza offririmi alcuna protezione. Resto composta, a schiena ritta , mani conserte sulle cosce. Osservo lo spettacolo tutto intorno. Gli uomini sono quasi tutti vestiti, solo qualcuno è in camicia. La maggiorparte di loro ha l’uccello che esce elegantemente dalla patta dei pantaloni. Sulla seduta accanto alla mia l’uomo che accarezzava la testa tra le gambe, si è voltato verso di me. La mano sinistra scivola sul ventre, e rapida si accomoda tra le gambe. Le allargo solo un poco. Mi da quasi sollievo che finalmente qualcuno si accorga della mia figa a bagno. Sul bracciolo alla mia destra una donna rovesciata a carponi . La colgo nell’attimo in cui chiude gli occhi e lui entra dentro. Da questa posizione non posso che immaginare si tratti del culo, che viene offerto tenendo le mani bene aperte sulle chiappe . Ehi! che fai? mi guardi e mi alzi in piedi. Non è questo che ho in mente per te. Girati, sali sul divano in ginocchio. Lo faccio e immediatamente mi afferri per i fianchi . Dai su. sporgi quel culo, non voglio inseguirti per fotterti. Sporgo il culo all’infuori, la testa resta appoggiata sui cuscini dello schienale e mi stai sfondando. Cazzo , al solito ..così senza complimenti. E’ per questo che so di amarti. Quanto mi inculi, se non cedessi immediatamente a te lasciandomi andare, non riuscirei a restare immobile. La mia arrendevolezza, il mio cedere è la più chiara dimostrazione di quanto ti amo. Ti diverti un pochino con me, col sedere arrossato dalle tue dita. Resta così mi imponi, anzi aspetta. Ti avvicini e mi nascondi la testa sotto i cuscini. Mi vergogno e sono così spaventata. Odio sentirmi così, ma mi affascina il non vedere. So dove sono, in mezzo ad un divano. So cosa sono, un pezzo di carne senza testa che sporge a beneficio di chiunque passi. Non so che succederà, ma lo aspetto eccitata. Ho freddo, è l’attesa che mi manda brividi. Un rumore secco all’improvviso mi risveglia. Dopo il rumore un brucione strisciante, come la frustata che ho ricevuto. Oddio no, ti prego non la frusta. Invece ancora un colpo che cala, ma le mani sono gentili, non intendono ferirmi più di tanto. Forse sei stato tu a dire di andarci piano? forse sei tu? non lo so. Mi vergogno a muovermi, e cerco di restare immobile. Il dolore è sopportabile, stringo il cuscino tra i denti e conto i colpi. Finito, ne ho contati una decina in tutto. Vorrei toccarmi il culo in fiamme. Capelli mi sfiorano mentre una lingua calda passa sulla pelle strisciata di rosso. E’ una donna, sento i capelli scivolarmi lungo le cosce . Mi afferra i fianchi e con colpi lunghi e umidi la lingua lecca le strisce rosse. Poi alla lingua si accompagna un dito , che entra ed esce. Quanto sono bagnata! le dita sono diventate due, e le gambe si allargano sole. La testa è sempre nascosta sotto al cuscino ma sto implorando che mi tocchi il clitoride. Ti prego ti prego toccami il cazzetto fammi godere ti prego! Nulla di fatto, il calore si allontana . Sola, di nuovo sola. Vorrei masturbarmi, ma ho paura non sia permesso. Riconosco le tue unghie sulla schiena. Un tonfo mi avvisa che sei seduto sul divano accanto a me. Il tuo mugulio è inconfondibile, ma perchè stai mugulando scusa? Cazzo, stai scopando al mio fianco, hai una donna seduta sopra. Cerchi il mio seno che pende pesante e lo strizzi forte. Posso toccarmi ti chiedo. Non rispondi, ma non posso resistere . Devo vedere cosa stai facendo, e voglio riaffermare il mio diritto su di te. Sei il mio uomo e non lascerò che lei prenda la tua sborra. Ribello! mi ribello! mi volto verso di te e ti bacio. Che fai? mi chiedi. Ti guardo, voglio guardarti e voglio scoparti io. Ridi, e la spingi via . Accomodatevi mi dici. Inizio a leccarti tutto intorno all’asta , mentre lei si dedica alle palle. Ti piace vero? mi afferri i capelli e lo spingi dentro fino in fondo. Mi fa male la gola quando lo fai, e i conati di vomito mi accompagnano sempre. Vorrei avere la bocca di un caimano per poterti soddisfare. Mi sforzo, e la saliva scende copiosa a inumidire tutto. Tocca a lei adesso, glielo passo e la osservo mentre salgo con la lingua verso il torace. Mi rispingi in basso. Sei stronzo quando vuoi. La tengo io ferma per i capelii adesso, metre cerchi di fotterla fino in fondo. Mi sembra che entri meglio rispetto a me. Devo verificare. Rapido cambio di bocca. Di nuovo la voglia di inghiottirti fino allo spasmo. Lei mi incoraggia, mi sta baciando mentre ti inghiotto. Non ne posso più. Glielo porgo. Sono così eccitata che mi sono dimenticata di voler godere, tanto è il desiderio di voler veder te sborrare. Mi fermo un istante, la guardo neglio occhi. Leccami. Chissà cosa stai pensando, però allarghi un sorriso e le dici di farlo. Si cala sotto di me e inizia a leccarmi piano, mentre mi entra dentro con due dita. Io penso a te, lei pensa a me e tu stringi i miei capelli e sollevi i capezzoli verso l’alto. Il dolore si confonde con il piacere, e cerco di fare del mio meglio per mantenere l’equilibrio tra le due sensazioni. Montami sopra. Un secondo e sono a cavalcioni sopra te. Che bello averi dentro! Mi muovo veloce, voglio sentirti schizzare e voglio che lei lecchi tutto di me e di te. Adesso, si adesso non    ti     fermare…. Non mi fermo no, no che non mi fermo. Sborri, occhi chiusi, la ruga che ti unisce le sopracciglia in evidenza, quasi fosse un dolore il tuo piacere. Sono soddisfatta adesso. Aspetto che tu mi faccia scendere, e sono nuovamente sul divano a gambe aperte. Mi viene da ridere. Guardo al mio fianco e c’è lo stesso uomo di prima che sta tenendo una donna tra le gambe esattamente come sto facendo io.

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